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Autore: Taila    20/04/2015    3 recensioni
Charlene si spostò verso lo specchio rettangolare che le stava indicando la commessa e osservò soddisfatta il suo riflesso. Si era ridotta all’ultimo momento, visto che quella era l’ultima prova per il suo vestito e solo due giorni dopo si sarebbe sposata, ma l’abito le stava d’incanto. Si girò appena per studiare il suo riflesso di tre quarti e sorrise contenta nel notare come l’abito fasciasse perfettamente la sua silhouette. Quand’era ancora una ragazzina, aveva sognato che si sarebbe sposata con un vaporoso abito da principessa, simile a quello indossato dalla Cenerentola disneyana, ma con qualche aggiunta di suo gusto per renderlo davvero bello. Da adulta, invece, aveva fatto una scelta completamente diversa: il modello che aveva scelto era del tipo a sirena, di raso real color avorio e con un breve strascico, che dava una maggiore eleganza alla sua figura. [...] Era il giorno del suo matrimonio, il suo grande giorno e doveva essere bellissima.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Salve salvino gentili lettori e lettrici e ben ritrovati con un nuovo episodio del matrimonio più folle degli ultimi anni ed è tutto merito del nostro tenente Moore ^O^ In questo capitolo ci sarà un po’ di riflessione emo, ma spero sempre di riuscire nel mio intento di strapparvi almeno un sorriso ^^ Ringrazio Harryet e BlackCobra per aver lasciato un commento al precedente capitolo e di aver inserito questa long tra i preferiti. Ringrazio: Luceluce e orny81 per aver inserito questa long tra i seguiti. Ringrazio tutti coloro che hanno anche solo letto e tutti coloro che leggeranno e/o commenteranno questo capitolo.
Adesso la smetto di blaterare e vi lascio alla lettura, al prossimo capitolo gente ^O^


Venerdì – Parte II

Benedict prese il cappello a cilindro da sopra il comò e lo osservò mentre se lo rigirava tra le dita. Di lì a due giorni si sarebbe sposato. Quando aveva fatto la proposta alla sua fidanzata si trovava in un periodo della sua vita un po’ particolare: c’erano stati enormi cambiamenti per lui e Charlene e tutto era avvenuto con una tale rapidità che si era reso conto di cos’era accaduto solo quando si era ritrovato seduto alla sua scrivania, fresco di nomina e senza Charlene e Abby a fare da contrappunto alla sua vita. Si era sentito improvvisamente solo, lasciato indietro mentre le due donne lavoravano sodo per raggiungere i loro obbiettivi: invece lui cosa stava costruendo? Che frutti aveva dato? Aveva fatto scappare la donna che amava disperatamente il più lontano possibile da sé – tanto lontano che nemmeno sapeva dove si trovasse, visto che non rispondeva mai alle sue telefonate ed e-mail – e, contemporaneamente, si era legato in un modo che sembrava indissolubile a quella che era stata l’artefice della rottura tra lui e Abigail. Quando pensava ad Abby e a ciò che provava nei suoi confronti, si rendeva conto che era un sentimento chiaro e lineare, che lo lasciava felice e sorridente sotto il suo gradevole tepore. Per Charlene, invece, Benedict provava odio, rabbia, affetto e calore allo stesso tempo, era un sentimento confuso, difficilmente districabile e che, probabilmente, non sarebbe mai riuscito a capire fino in fondo. Un suo amico con cui si era confidato, raccontandogli tutta la faccenda e cercando di spiegargli lo strano triangolo che si era venuto a creare tra Charlene, lui e Abigail, aveva risposto che aveva sviluppato la sindrome di Stoccolma nei confronti della sua fidanzata e per questo non riusciva a staccarsi da lei.
Probabilmente aveva ragione.
Benedict osservò il riflesso della luce rincorrersi sulla stoffa lucida del cilindro e, improvvisamente, avvertì un peso gravargli sul petto, provocandogli una fastidiosa sensazione di claustrofobia. Quando aveva pensato di chiedere a Charlene di sposarlo gli era sembrata una buona idea. Nonostante tutto stavano insieme da un bel po’ di anni, erano arrivati a quel punto del loro rapporto in cui il grande passo era quasi obbligatorio, poi non doveva dimenticare che Abby era andata via senza nemmeno voltarsi indietro, senza degnarsi di dargli quella seconda possibilità che aveva praticamente implorato da lei. Aveva sommato tutte queste riflessioni e non gli era sembrata un’idea così pessima quella di domandare a Charlene di diventare sua moglie. E, preso dall’impeto della sua decisione, lo aveva fatto veramente. Peccato che l’effetto della sua proposta fosse stato vanificato e rovinato dal fatto che la sua fidanzata avesse risposto con l’impazienza e l’irritazione di chi aspettava già da tempo che una del genere accadesse.
Lui e Charlene avevano fatto tanti progetti per la loro vita insieme, ma gli erano sempre apparsi soltanto questo, dei progetti che si sarebbero concretizzati in un futuro non molto prossimo. Eppure, contro ogni sua aspettativa, il tempo era volato rapido e, nel volgere di battito di ciglia, si era ritrovato alle soglie del suo matrimonio. Gli pareva ancora una cosa incredibile se non irreale. Sospirò e rimise il cappello al suo posto, quindi si sedette sul bordo del letto, appoggiò i gomiti sulle ginocchia e si prese la testa tra le mani. A quel senso di costrizione al petto si era unita anche una disperazione sorda, che lo aveva quasi portato sul punto di piangere. Si sentiva intrappolato in una cosa che non era sicuro di volere fino in fondo e non sapeva come venirne fuori. Era troppo tardi e troppo impantanato in quella storia per potersi tirare indietro. La donna che immaginava al suo fianco quando pensava alle sue nozze non era Charlene, ma Abby, la sua bellissima Abby, che vedeva venire verso di lui, avvolta in un abito da sposa bianco e con un delicato velo a coprirle il viso arrossato dal piacere e dall’imbarazzo, così meravigliosa da eclissare tutto ciò che non era lei, come una luce candida e accecante che annullava ogni cosa attorno a lei. Quando si perdeva in simili fantasticherie si sentiva contento come non lo era da tempo, perché riaveva con sé tutto ciò che bramava di più al mondo. Quand’anche avesse voluto tirarsi indietro e lasciare Charlene sull’altare, che cosa avrebbe potuto fare dopo? La donna che amava credeva che lui l’avesse tradita quando stava solo cercando di proteggerla e, per questo, detestava anche la sua sola vista, non voleva più avere nulla a che fare con lui e si stava ricostruendo una vita senza di lui. La sola idea della sua Abby tra le braccia di un altro uomo, forse proprio di quell’agente con cui faceva coppia ora, gli faceva rivoltare le interiora dalla rabbia.
Quando, quattro anni prima, Abigail se n’era andata da Sioux Falls a causa della sua promozione allo Fbi, Benedict l’aveva lasciata andare via senza nemmeno provare a fermarla, perché era troppo arrabbiata con lui per tutto ciò che le aveva raccontato e si trovava in un tale stato di rabbia che non voleva neanche ascoltare le sue parole. Non era il momento giusto per parlare, lo sapeva da solo, perché le sue parole sarebbero cadute nel vuoto. Aveva voluto darle tutto il tempo di cui aveva bisogno per sbollire la collera e riflettere a mente fredda su quanto accaduto, affinché comprendesse che l’aveva lasciata per Charlene perché l’amava troppo e non poteva sopportare che lei le rovinasse la vita con le storie che faceva girare su di lei. Voleva che Abigail capisse che tutto quello che aveva fatto, anche se aveva dubitato di lei, l’aveva ferita e a l’aveva trattata come una reietta, l’aveva fatto soltanto per lei e in non di quell’amore che provava per lei. Aveva sbagliato e ora lo aveva compreso, ma il prezzo che aveva pagato era stato fin troppo alto. I giorni erano lentamente diventati mesi e i mesi anni, mentre lui si trascinava da un giorno all’altro e la speranza di rivedere Abby si affievoliva sempre di più; per questo aveva finito per legarsi in quel modo a Charlene, perché era l’unica cosa che gli era rimasta che lo legasse ancora ad Abigail, anche se in un modo distorto e che non rendeva le sue giornate ripetitive e inutili, ma con uno scopo. Vittima e carnefice insieme, legati da un doppio filo rosso.
Se quel maledetto ingranaggio del destino non si fosse inceppato mandando in pezzi tutto quello a cui teneva davvero, se tutto fosse filato liscio come voleva lui a quest’ora starebbe aspettando agitato il giorno del suo matrimonio, avrebbe contato impaziente i minuti che lo separavano dal momento in cui lei sarebbe diventata sua e viceversa, iniziando la loro meravigliosa vita insieme. Invece tutto era andato a rotoli: cercando di proteggerla, aveva fatto una serie di stupide scelte e, invece di prendere tempo come aveva sperato, non solo aveva distrutto quello stupendo rapporto che aveva costruito con Abby, ma l’aveva perduta e si era ritrovato invischiato senza possibilità di scampo con l’unica persona al mondo che non avrebbe mai voluto al proprio fianco. Lo aspettavano una vita nuova accanto a una donna a cui, nel corso del tempo, aveva imparato a volere bene ma che non era quella che lui amava e un nuovo incarico lontano dal dipartimento di polizia di Sioux Falls, il posto che aveva visto nascere e consumarsi la sua storia con Abby e in cui ogni angolo le ricordava lei e gliela faceva sentire un po’ vicina.
Benedict sciolse la stretta sulla sua testa e raddrizzò la schiena, per poi allungare la mano destra verso il cassetto del comodino e tirare fuori un piccolo album fotografico in cui teneva le foto che aveva scattato nel periodo in cui aveva lavorato a Sioux Falls. Lo sfogliò fino a trovare quello che stava cercando: una foto che era stata scattata alcuni mese dopo che Abby era stata trasferita nel suo dipartimento, quando ormai loro due avevano superato le diffidenze iniziali, la loro partnership era ormai un meccanismo ben oliato e gli ingiusti pettegolezzi su di lei avevano già cominciato a girare, ma, a parte Frank e la sua cricca, nessuno in ufficio era ancora deciso a crederci senza prove. La foto in questione era stata scattata durante un’uscita di gruppo della loro squadra, avevano deciso di provare la birra di un pub irlandese che avevano aperto da poco: lui e Abby erano seduti così vicini che sembravano incollati l’uno all’altra e sorridevano mentre sollevavano il boccale verso l’obbiettivo nella simulazione di un brindisi. Erano insieme e felici in quella foto e la situazione tra di loro e in ufficio era precipitata un paio di settimane dopo che l’avevano scattata. Benedict osservò a lungo il volto della ragazza arrossato e sorridente nella fotografia, rendendosi conto una volta di più di quello che aveva perduto e che, forse, non avrebbe mai più riconquistato. Sospirò e richiuse di colpo l’album, rendendosi conto che non serviva a nulla torturarsi in quel modo. Si lasciò cadere all’indietro, sdraiandosi di schiena sul materasso e chiuse gli occhi: aveva perso Abby, ma si era anche legato a Charlene e, anche se non l’amava come lei voleva perché non era lei la donna della sua vita, nel corso del tempo aveva imparato a volerle bene e ad apprezzarla. Stava bene insieme a Charlene: nonostante il suo carattere forte e, a volte, duro sapeva essere anche dolce, lo amava e non mancava di dimostrarglielo e il sesso era fantastico. In definitiva, non doveva guardare a quel matrimonio come a un obbligo, ma come a una possibilità per essere felice insieme a una persona a cui voleva bene. La vita vissuta insieme a Charlene non poteva essere poi così male e, magari, col passare degli anni sarebbe anche riuscito a dimenticarsi della sua meravigliosa Abby.


§§§



Abigail fissava perplessa l’oggetto che aveva tra le dita, totalmente incredula che una cosa del genere fosse accaduta sul serio. Era un cartoncino rettangolare color avorio, l’estremità destra e il suo opposto erano stati decorato con eleganti svolazzi in rilievo; al centro, con caratteri eleganti e inchiostro dorato, era stato vergato il motivo per cui quella cosa era stata spedita: Benedict e Charlene stavano per sposarsi e quest’ultima aveva avuto la brillante idea di invitarla al matrimonio. Con un preavviso pressoché nullo, visto che la cerimonia si sarebbe tenuta di lì a due giorni… Probabilmente la donna credeva che lei fosse a sua completa disposizione o, più probabilmente, sperava che rifiutasse l’invito che tanto magnanimamente le aveva rivolto, in modo da avere l’occasione di sparlare della sua ingratitudine o di chissà cos’altro.
Abigail sbuffò e lanciò il cartoncino sul tavolo, facendolo cadere accanto alla busta da lettere in cui era stato spedito. Quando, un anno prima, Charlene le aveva annunciato, durante una breve pausa nel mezzo del caso di cui si stavano occupando, che si sarebbe sposata con Ben e che lei era invitata alle nozze, aveva preso atto ancora una volta della meschinità del suo ex fidanzato e creduto che non stesse dicendo sul serio, ma che il suo fosse solamente un espediente per farla ingelosire. Miseramente fallito, tra l’altro. Scosse la testa e, dopo essersi tolta la giacca, si diresse verso la stanza da letto: l’ultima cosa che voleva era andare a quello stupido matrimonio, rivedere Benedict e avere di nuovo a che fare con Charlene che, ne era certa, avrebbe sfruttato l’occasione per autocelebrarsi.
Arrivata sulla soglia della porta, Abby si fermò, affascinata dallo spettacolo che aveva davanti. Si appoggiò contro lo stipite della porta per osservare la schiena ampia di Drew che, impegnato a cercare qualcosa dentro l’armadio, non si era accorto della sua presenza. Incantata, studiò i muscoli che si contraevano e rilassavano a ogni movimento dell’uomo, mentre avvertiva una punta d’eccitazione incominciare a scorrerle nelle vene. Forse era perché stare con Benedict non l’aveva abituata ad avere a che fare con uomini simili, ma sempre si meravigliava dell’effetto che il suo attuale compagno aveva su di lei, anche se non faceva in concreto niente. Abby tossicchiò per attirare l’attenzione dell’uomo, all'improvviso consapevole della voglia cruda di avere i suoi occhi verdi su di sé, di ritrovarsi tra le sue braccia. Sorpreso, Drew si girò di scatto e, quando la vide, un sorriso ampio e dolce gli schiuse le labbra.
- Bentornata.- le disse mentre si avvicinava a lei, contento che fosse ritornata finalmente a casa.
Quando Drew le fu davanti, l’avvolse in un forte abbraccio mentre abbassava la testa per baciarla. Gli ultimi giorni erano stati un po’ difficili per loro: da quando Abigail era stata trasferita al GBI ed era finiti a lavorare insieme, Drew e lei avevano trascorso quasi tutto il tempo insieme, rinsaldando un rapporto che dalla stima professionale si era evoluto prima in amicizia e poi in amore; per questo, ora che Drew era stato scelto per un corso di aggiornamento di mese e lei, nel frattempo, era finita in squadra con un agente oramai prossimo alla pensione, era difficile stare lontani e ogni momento che riuscivano a trascorrere insieme quando tornavano a casa diventava prezioso.
- Non vedo l’ora che questa storia finisca e possa finalmente ritornare a lavorare con te: sono stanco di dover trascorrere il mio tempo con persone che non sono te, amore mio.- mormorò Drew accorato, la bocca a un soffio da quella della fidanzata.
Anche Abigail provava la stessa cosa: la sua assenza stava diventando mancanza e, per questo motivo, aveva il costante bisogno di toccarlo, di sentire i polmoni impregnati del suo odore, per avere la sicurezza che tutto quello fosse reale. Spinse la testa in avanti, baciandolo ancora, mentre con le braccia gli avvolgeva le spalle e sperava in quel modo di comunicargli quello che provava. Dopo, Drew posò la fronte contro la sua, mentre aspettavano che i loro respiri si regolarizzassero.
- Sai che cosa mi è arrivato per posta?- domandò poi Abby, nel tentativo di alleggerire almeno un po’ quel momento.
Drew si allontanò da lei quel tanto che bastasse per guardarla e i suoi occhi avevano un’espressione curiosa.
- La partecipazione al matrimonio tra Charlene e Benedict che si terrà tra due giorni. Il nostro adorato tenente mi ha fatto l’immenso onore di invitarmi… Me più uno, in realtà.- disse e nel tono della sua voce si sentiva una nota di sarcasmo.
- Davvero?- chiese l’uomo sorpreso e inarcò un sopracciglio.
Abby annuì con un cenno della testa, mentre si stringeva di più a lui.
- C’è la partecipazione sul tavolo della cucina, se non mi credi. Charlene mi aveva detto che stava per sposarsi con Benedict durante il caso che abbiamo seguito insieme a lei e mi aveva anche accennato che voleva invitarmi, ma pensavo che non stesse dicendo sul serio, che volesse soltanto provocarmi e stava facendo sul serio, invece.- sbuffò esasperata.
Drew la osservò per un po’ e Abby poteva vedere chiaramente che stava architettando qualcosa… Qualcosa che non le sarebbe piaciuta affatto, visto che c’era di mezzo il caro tenente Moore.
- Possiamo andarci, tanto siamo liberi entrambi.- disse lui alla fine della sua pausa di riflessione.
- Stai scherzando, vero?- chiese incredula Abigail.
Il verde delle iridi di Drew brillò di una luce maliziosa e le sue labbra si stesero in un sorriso divertito. Abby, nel vedere quell’espressione, si sentì presa in trappola perché non riusciva a resistergli quando lo vedeva in quel modo: era una cosa più forte di lei. Invece di risponderle, l’uomo abbassò di nuovo la testa per baciarla in un modo che le fece mancare la terra da sotto i piedi.
- No, non sto scherzando. Vuoi davvero perderti l’evento più pacchiano degli ultimi anni? Sono certo che sarà una cerimonia così esagerata che rimarrà negli annali: non possiamo perderci una cosa simile per nulla al mondo. Mi vedo già a raccontarlo ai nipotini al posto della favola della buona notte.- dichiarò Drew con gli occhi che gli brillavano per il divertimento.
- Non ho alcuna intenzione di buttare un giorno di vacanza per stare dietro a quei due.- replicò Abby contrariata.
- Vedi il lato positivo della situazione. – ribatté Drew suadente, mentre le infilava una mano sotto la camicia. La sua voce aveva una grana più vellutata e calda del solito e Abby si ritrovò a rabbrividire per quello e per il tocco della sua mano grande sulla pelle – Finanche uno come Benedict arriverebbe a capire l’antifone se ci vedesse al matrimonio insieme e potrebbe anche smetterla una volta per tutte di correrti dietro nella speranza che possiate ritornare insieme. E poi, particolare da non trascurare, vuoi mancare l’occasione di ridacchiare alle spalle della coppia più bella del mondo mentre danno una così bella mostra di sé?- domandò Drew sempre con quel tono di voce denso come cioccolata, le labbra contro la gola della sua fidanzata.
Abby semplicemente si ritrovò ad annuire, a promettere che sarebbero andati insieme a quel matrimonio e, in quel momento, nemmeno le interessavano le motivazioni che Drew le aveva elencato: tutto ciò che voleva era trascinarlo sopra il letto e fare l’amore con lui, di Benedict e Charlene non le importava niente. Drew la conosceva, sapeva quali tasti toccare per farla capitolare: le stava facendo perdere del tutto la testa e lei glielo stava permettendo con gioia. Per un trattamento come quello che le stava facendo, avrebbe potuto sacrificare una domenica, pensò mentre si aggrappava di più alle sue spalle e ricambiava il bacio con sempre maggiore passionalità.

  
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