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Autore: unika    20/04/2015    1 recensioni
Sofia è sei anni che vive con il padre e la matrigna. Non sa cosa accade nel mondo dei vivi, suo padre non le dice nulla, è la matrigna che rivedendo nella figliastra se stessa per la prima volta è buona con i figli che il marito ha avuto con altre donne.
Persefone ogni volta che torna negli inferi le parla del mondo dei vivi raccontandole di quanto è bella la natura, ma senza mai parlarle degli scontri che ci sono stati negli anni. un giorno il padre le permette di uscire finalmente dagli inferi. alla sua prima uscita tutto le sembrava incredibile, ma mai quanto rivedere dopo così tanti anni il gemello che credeva morto, nonostante non l'avesse mai trovato fra le anime dei morti.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Gli Dèi, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo undici
-io sono Hazel Levesque. Figlia di Plutone- si presentò lei porgendomi la mano e con un sorriso dolce.
-Sofia di Angelo...- già solo nel sentire il mio cognome spostò lo sguardo su Nico velocemente. -...figlia di Ade- terminai. A quel punto la ragazza spostò lo sguardo definitivamente su Nico. Sembrava sorpresa, ma anche sollevata. Sembrava aver fatto una domanda muta a Nico dato che lui annuì col capo. -sei la sua sorella gemella?- domandò rivolta a me con un sussurro, come se temesse che dicendolo più ad alta voce sarebbe successo qualcosa di pericoloso. In qualche modo però  anche gli altri due semidei romani la sentirono e tutta l'attenzione fu rivolta a noi due. Non sapevo cosa rispondere, ma non perché non sapevo cosa dire. Ma perché tutta questa cosa mi sembrava... strana.
-si- risposi rompendo il silenzio che era calato. Il viso di Hazel si illuminò e mi strinse in un abbraccio pieno di emozione, per lei. Ma pieno di stupore per me. -Nico mi ha parlato poco della sua vita prima del campo, soprattutto per Bianca, ma una volta mi ha parlato di te. All'inizio non ci credevo quasi quando me lo ha raccontato , ma vedevo della speranza nei suoi occhi quando mi parlava di te che...  sono felicissima- disse tutto d'un fiato. Io ancora non sapevo cosa dire... ho una sorella romana, non riesco a capire come devo sentirmi. Felice, dubbiosa, commossa, gelosa,  estasiata ma tanto, tanto confusa.
 
Mi avvicino alla casa di Demetra con Hazel al mio fianco. Gli altri ragazzi sono in giro per il campo ad allenarsi, scherzare o nel caso di Piper e Jason a guardare il cielo avvinghiati l'uno all'altro e a sbaciucchiarsi.
-fanno sempre così quei due?- chiesi ad Hazel riferendomi a Piper e Jason, che appena si sono incontrati non si sono più scollati dal loro abbraccio. -è un mese che non si vedono- spiegò con un sorriso. -non ti immagini che testa ci ha fatto Janos appena eravamo tornati a nuova Roma. Si è subito messo preparare le cose per saper già dire a Piper quando sarebbe tornato- continuò mantenendo un sorriso sereno.
Arriviamo davanti alla porta e busso. Ad aprirmi è una ragazzina di circa 12 anni, con grandi occhi color caramello e i capelli biondo platino legati in una coda alta. -si?- chiese con gentilezza. -hm... c'è  Nathaniel?- domandai torturandomi le mani un po' a disagio. La ragazzina mi squadrò un secondo  poi si girò  dandoci le spalle -Nathaniel c'è la tua ragazza- gridò. La sua ragazza? Quelle parole mi fecero arrossire violentemente. Da dentro sentimmo un tonfo. -entrate pure- -grazie..- -Rose- si presentò lei. -grazie Rose- la ringraziai entrando nella stanza.
Un odore di primavera invase i miei polmoni. -Sofia...- sussurrò una voce familiare alla mia destra. Mi voltai e vidi Nathaniel sul pavimento che si stava alzando. -stavo... stavo innaffiando quei fiori. Spiegò indicando alcuni vasi sospesi per aria attaccati al soffitto. Fra i vasi vi era un garofano rosso e mi venne spontaneo sorridere. –molto belli- sussurrai, ma nonostante non abbia niente che riflettesse la mia immagine in questo momento, sono più tosto sicura di essere completamente bordeaux.
-m… si- sussurrò Nathaniel alzandosi in piedi. Poi posò i suoi occhi nei miei e sentii lo stomaco riempirsi di farfalle, una strana ma piacevole sensazione. Le sue guancia diventarono un po’ rosse ma non tanto quanto le mie. Feci per aprire bocca e parlare, ma il corno per l’ora di pranzo suonò. –il corno… devo andare- disse distogliendo lo sguardo dal mio e uscendo.
Guardai Hazel che mi stava osservando con lo stesso sorriso dolce di quando ci siamo conosciute. Feci spallucce un po’ imbarazzata. –fa sempre così quando gli piace una ragazza- spiegò Rose che era rimasta seduta sul proprio letto tutto il tempo. Si alzò e fermò a pochi passi da me. Mi studiò una seconda volta e sospirò –ha solo ricevuto troppi due di picche dalle figlie di afrodite e qualche figlia di Ermes e Atena- e anche lei se ne andò.
 
-è carino- osservò Hazel facendo finta di fare un osservazione del tutto normale. -chi è carino?- chiese Nico sedendosi al mio fianco con un piatto pieno di cibo. –oh… m… nessuno- mi affrettai a dire consapevole di non essere affatto convincente. –il fiore che ho visto sul fianco della casa XIII- disse Hazel per riparare al mio tono non molto convinto. Le sorrido con muto ringraziamento.
Nico passò lo sguardo prima su me e poi sulla mia nuova sorella. –era il fiore preferito di mamma… è più che carino- commentò cacciandosi in bocca una polpetta intera. Hazel lo guardò un po’ mortificata, ma mi affrettai a cercare qualcosa da dire per aiutarla e chiudere questo piccolo squarcio del passato. –è anche il mio preferito e,… chi è quella ragazza?- domandai con lo sguardo fisso verso una ragazza seduta allo stesso tavolo del Signor D. La stessa ragazza che alla festa aveva trascinato via l’amico di Nico, Leo, tra la folla di ragazzi.
Nico ed Hazel seguirono il mio sguardo sino alla ragazza. –Lei è Calypso… la ragazza di Leo- ridacchiò Hazel, come se divertita da un ricordo improvviso. –quella Calypso? Cioè è quella dell’isola di Ogigia?- non mi sembrava vero, può essere anche un caso di omonimia, solo nello stato americano si saranno circa 10.000 sofia o anche di più. Nico per risposta mi annuì –è lei- affermò seguendo con lo sguardo Chirone che si era appena alzato.
-Annuncio ufficialmente che domani sera ci sarà la caccia alla bandiera- dichiarò rivolto a tutti noi che stavamo seduti fra i tavoli. –la squadra rossa sarà composta dalle case di: Atena, Poseidone, Efesto, Afrodite, Ecate, Morfeo, Dioniso ed Ipno; la quadra blu invece sarà composta dalle case di: Ade, Demetra, Ares, Apollo, Iride, Eolo, e Nike-
Notai che dal tavolo di Afrodite Piper lanciò uno sguardo un po’ triste al proprio ragazzo Jason che cercò di sollevarla di morale con un sorriso.
Percy ed Annabeth al contrario si scambiarono uno sorriso complice. –bene, così pivello Jackson me la pagherà- si sfregò le mani Clarisse dal tavolo di Ares, guadagnandosi un’occhiata torva di Frank. Chirone, potremmo avere noi i figli di Nike? L’ultima volta i figli di Ipno si sono appisolati nella foresta- domandò Leo con un sorrisetto, facendo l’occhiolino a Calypso che ricambiò il sorriso. –No Leo, queste sono le squadre e così rimangono- gli rispose Chirone con voce paziente.
-ehi Clovis! Per domani bevi dieci tazze di caffè- si raccomandò un figlio di Ecate.
-Beh, meno male che Frank è con noi, potrà aiutarci molto- disse Nico riportando la mia attenzione al nostro tavolo.




Salve!!!! pardon moi, per oggi avevo tre verifiche da preparare perciò temo che il risultato non sia come volevo.
Spero possa piacervi lo stesso, essendo quasi una settimana che non aggiornavo ci tenevo a pubblicare un altro capitolo.
ciao :D
   
 
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