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Autore: kibi    26/12/2008    2 recensioni
Undici anni lontano. Undici anni a chidersi perchè l'avesse fatto. Solo undici anni ... qualcosa è cambiato?
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Shikamaru Nara, Sorpresa
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Spoiler!
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riscrittura 1

Only eleven years

Le porte di Konoha erano come se le ricordava,infondo aveva sempre avuto un’ottima memoria. Alte,robuste,verdi.
Così come il posto di guardia,quella piccola dogana dove almeno una volta nella vita tutti i ninja del villaggio avevano prestato il loro servizio.
 E non si stupì di vedere un ragazzetto con il giubbotto da chunin richiamare l'attenzione per sapere le sue generalità e concedergli di passare.


Aveva sempre avuto ottima memoria.Dentro di se  aveva sempre saputo che il suo vecchio villaggio non saprebbe cambiato più di tanto.
Konoha era un'oasi. Non troppo grande ma lo stesso caotica e un pò pittoresca. Un posto vivibile.
 Konoha era sempre stata così,e lui si illudevadi ritrovarla di nuovo come undici anni prima.
Sembrava che per una volta le sue preghiere,illusioni,si erano avverate. Konoha era come se l'era ricordata,
infondo aveva sempre avuto ottima memoria.


Si guardava intorno rassicurato.Konoha era rinata.Non portava i segni della distruzione che si era lasciata alle spalle. Konoha era rinata.
Mescolava i vecchi edifici con quelli nuovi ma sempre nello stesso stile dei primi. Konoha era rinata. Non era più quell'ammaso di macerie. Konoha era rinata. Era ritornata a splendere. Konoha era rinata. Si era risollevata. Konoha era rinata. Ora aveva un futuro.  
Konoha era rinata. E con questi pensieri che sollevò finalmente il capo verso la montagna degli Hokage e lì il volto del sesto e dei suoi predecessori sembravano guardare con orgoglio il villaggio come protettori.


Se qualcuno gli avesse chiesto qualè l'odore che più era rimasto inmpresso nei suoi ricordi avrebbe risposto senza indugi: cannella.
Leggera fragranza sempre presente tra quei grovigli di vie. Quel profumo era la sua infanzia,i suoi ricordi ne erano pregni insieme
al profumo di torta di mele e fiori. Ora che attraversava quelle strade diretto al palazzo dell'Hokage  respirava a pieno il profumo di casa.


Camminava a passo lento e strascicato. I passi si susseguivano cadenzati sul selciato vicino ai campi di allenamento.
Lanciava qualche sguardo disinteressato qua e là tanto per notare le piccole differenze del suo vecchio villaggio.
Mai si sarebbe immaginato di trovarsi di fronte a tale scena. Come se l'avessa già vista. Vissuta. Un
déjà vu.


Si avvicinò cauto alla rete metallica che circondava il campo di allenamento numero 2, uno di quelli utilizzati soprattutto dagli studenti dell'accademia. Due ragazzini stavano bisticciando rumorosamente.
Uno biondo dai capelli spettinati dava le spalle e continuava a ripetere agitando le braccia
"Teme..non è mica colpa mia..."
Mentre l'altro dai capelli neri un pò alzati dietro stava di lato con le braccia incrociate al petto girò di scatto indignato la testa verso
la recinzione,offeso. Anche se era abbastanza distante potè vedere chiaramente i suoi occhi scuri allargarsi dallo stupore nel guardarlo.
Aveva un che di famigliare. I suoi occhi. Quel taglio d'occhi tremendamente famigliare. Strinse le dita sulla rete.
Chi era?  L'attento esame fu interrotte dalle lamentele del bambino biondo.
"Fugaku-teme che stai fissando?"


Distolse immediatamente gli occhi per riportarli sulla strada. Voleva allontanarsi da quelle pozze scure dagli strani riflessi chiari.
Qualcosa in lui si era smosso e non sapeva cosa di preciso lo rendeva inquieto. Ecco lui si era sentito inquieto sotto l'esame
minuzioso del ragazzetto. Poi quell'espressione stupita l'aveva già vista. Si lui conosceva quell'espressione ma non riusciva a collegare
quel bambino a quealcuno di sua conoscenza. Chi era?


Scosse energicamente la testa. Non doveva fissarsi su queste sensazioni,deve rimanere lucido da lì a poco sarebbe stato in udienza speciale
con il Kage. Devia il suo percorso guidato da quello strano sentimento che turbava il cuore. Aveva bisogno di coloro che erano sempre
riusciti a calmare e sedare i dolori del suo animo.


Due cipressi erano i guardiani di quel luogo sacro. Era entrato a capo chino sentendò tutt'un tratto il peso degli ultimi undici anni.
Si sentiva indegno tra tutti quegl'eroi. Sporco. Colpevole.
Sentiva il dolore e la sofferenza dilaniare l'anima. Si fermò di colpo. Cosa stava facendo. Come si permetteva ad andare in quel posto.
Come osava calpestare il suolo dove eroi erano stati sepolti. Chi era lui per potersi permettere questo affronto?
Lui aveva bisogno di loro. Aveva bisogno di rivederli. Aveva bisogno che il suo cuore trovasse pace. Aveva bisogno di chiedere perdono.


Inginocchiato davanti la lapide piangeva lacrime amare. Chiedeva perdono. Supplicava. Perchè non era passato giorno in quegl'anni
in cui non avesse rimpianto di essersene andato. Di aver abbandonato tutto. E la scritta sulla bianca lapide fu bagnata dalle lacrime
del giovane uomo che l'accarezzava come fosse qualcosa di prezioso.
"Shikaku Nara morto in battaglia per amore della famiglia e per il bene del villaggio. Eroe di Konoha."
La lapide recitava queste parole. Impresse nella sua mente. Quella maledetta notte appena le aveva lette un sentimento di rabbia e
dolore si era impossessato di lui. E mentre si alzava con gli occhi ancora offuscati dalle lacrive versate la sua attenzione fu catturata da
un mazzolino di nontiscordardime,lo stesso della tomba del sensei.
Una morsa ferrea di dolore strinse crudelmente il cuore. Come posso dimenticarmi di voi.
Non solo aveva perso la sua guida, il suo maestro. Aveva perso anche lui. Suo padre.







Eccomi qui con un'altra fanfic...bè che ne dite? Vi ringrazio in anticipo per aver letto....
Un bacione,Kibi.


I personaggi della storia non mi appartengono. Sono di proprietà di Masashi Kishimoto  e vengono da me utilizzati non a scopo di lucro.



  
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