Ciao a tutti! Questa long-fic
è collegata alla one-shot da me pubblicata un po’ di
tempo fa – To the middle of the day that starts it
all - E adesso? – e i primi capitoli sono ambientati
prima della OS.
Ringraziate anche voi MySkyBlue182 che mi ha supportata ed aiutata anche nei
momenti in cui non riusciva a respirare, tanti cuori per te, bel cielo <3
I personaggi (che non conosco e non mi
appartengono, come potrebbero?) esistono davvero e alcune cose sono riferimenti
a cose vere, altre sono inventate e altre ancora hanno sia aspetti reali che di
finzione. Lo so, è un casino ma non preoccupatevi: sembra peggio di quel che è.
Scrivo per motivi che sono ben lontani dal guadagnare soldi, non ho intenzione
di offendere o ferire nessuno in alcun modo.
(Questo piccolo disclaimer vale per tutti i capitoli
della storia, ovviamente.)
Il titolo, come alcuni di voi dovrebbero sapere, è una frase di Guilttripping, del nostro Frankie e dei suoi The Cellabration.
Il titolo del capitolo invece è stato preso da Friday
I’m in Love dei The Cure.
Spero che vi piaccia, non aspettatevi troppo o
potreste rimanere delusi. Non dico che rimarrete delusi per forza, è solo un
consiglio u_u
Insomma, buona lettura! *si dilegua*
I’d
love to always be
A small part of what makes you smile
1. Thursday I don’t care
about you
It’s Friday I’m in love
I feel
as if I’m wasted
And I’m wasted every day
Happy ending, Mika
-Sì, ma che cazzo!-
Imprecò Frank dopo l'ennesimo scarabocchio fatto a vuoto con l'ennesima penna
malfunzionante.
-Che è successo?- Si preoccupò di chiedere Tim, con un sospiro rassegnato.
-Non ce n'è una che vada! Come faccio a scrivere gli accordi della nuova can..-
Venne interrotto da John, che prontamente gli lanciò una Bic (con il tappo! Che
lusso...), la quale finì proprio sul quaderno dell'amico.
-Grazie Jo!-
Poi continuò a scrivere.
Dopo qualche minuto ricominciarono a provare in quel vecchio garage
dall'acustica incerta e quando si ritennero tutti abbastanza soddisfatti,
decisero di concedersi un'altra pausa per parlare.
-Ragazzi, siamo forti.- Iniziò Frank, seduto su un pouf arancione che nel
mentre tentava di inglobarlo.
-Già. Ma quante canzoni abbiamo fatto? Intendo di nostre. Una decina, giusto?-
-Sì Tim, una cosa del genere.- Confermò Frank.
-Sono abbastanza non credete?- dopo essersi sentito lievemente in imbarazzo a
causa delle facce perplesse degli amici, Tim continuò. In modo particolarmente
deciso. -Per fare, non so, tipo un album...-
Gli altri lo guardarono un attimo, quando una luce impercettibile attraversò
gli occhi di Neil, che subito parlò: -Merda, hai ragione! Dovremmo pubblicare
un album! Sai che figo!-
Fecero tutti un verso di assenso tipicamente adolescenziale ed iniziarono a
pensare alla scaletta e tutto il resto. Frank girò il foglio su cui erano
scritti gli accordi della nuova canzone e scrisse tutto ciò che usciva dalle
menti dei suoi amici. Dovette provare tre biro apparentemente uguali prima di
trovare quella giusta.
-So già dove registrare le demo! Mio padre con..- Esultò Shaun.
-Perfetto!- Frank lo interruppe, aveva una domanda da fare e non voleva
dimenticarla. -E la copertina?-
Tim, che probabilmente si era già posto quella domanda, rispose subito.
-Io pensavo ad un disegno, non come quelli di John però, parlavo di un disegno
figo.- Fece un sorriso di scherno a quest'ultimo, che gli aveva appena dato un
colpetto offeso al braccio accompagnato da una smorfia.
Poco scalfito dal pugno ricevuto, continuò: -Avete presente Mike? Un po' magro,
con gli occhiali.. Va be' avete capito. Lui insomma, cioè.. Suo fratello mi
pare che sappia disegnare bene e il suo stile dovrebbe andarci bene. Gli
piacciono i fumetti, credo. E il sangue.-
-Boh possiamo provare a chiederglielo, allora. Non dovrebbe essere tanto
impegnativo disegnare una copertina, no?-
Acconsentirono tutti alla proposta di Frank e ordinarono delle pizze mentre Tim
chiamava il suo amico.
Quando tutte le pizze furono trasferite dai cartoni ai rispettivi stomaci dei
ragazzi, si avviarono con molta calma verso il bar lasciando il garage nel suo
penoso stato abituale. Nel tragitto fissarono la data dell’inizio
dell’incisione delle prime canzoni.
~
-Ehi Tim! Vedo che sei invecchiato in queste settimane!-
-Ciao Mikey, anch'io ti trovo bene! Questi sono i Pencey Prep, come ti ho detto
prima.-
-Sì. Ciao ragazzi!-
Dopo aver ascoltato i loro nomi, Mikey si sedette ed
aspettò la sua birra.
Tutti a quel tavolo avevano ordinato bibite analcoliche, nessuno aveva o
dimostrava 21 anni tra di loro ed in un locale come quello sarebbe stato
stupido fingere di esserlo. Le uniche occasioni in cui bevevano birre vere era quando
fregavano qualche bottiglia in casa, lo zio di Tim gli regalava qualche cassa
perché era fatto così, oppure John riusciva a comprarne qualcuna perché era
quello più alto e con più barba.
Mikey osservò distrattamente la cameriera parlare con
il barista e ricevere un vassoio pieno di bevande, per poi attraversare
agilmente il locale. Quando le ordinazioni giunsero al tavolo, i ragazzi
intorno ad esso iniziarono a parlare di cose serie. O almeno più serie dei
discorsi sconnessi che facevano da ubriachi. O da sobri.
-Se ho capito bene, volevate chiedermi qualcosa riguardo a mio fratello.-
Tim, che aveva più confidenza con lui (a dire la verità era l'unico a
conoscerlo) rispose: -Volevamo registrare il nostro primo album, solo che ci
manca la copertina. Gerard sa disegnare bene.. Secondo te lui la farebbe?-
-Non dovrebbe creargli grandi problemi, il tempo per disegnare lo trova sempre.
Provo a chiamarlo.-
Detto ciò sfilò goffamente il vecchio Nokia (consumato quasi quanto i jeans)
dalla tasca e chiamò il fratello.
Dovevano essere le undici e mezza di sera, così si preparò
un caffè ed accese la TV. Si avvicinò all'interruttore della luce, con
l'intento di spegnerla per mettere più in evidenza quella prodotta del
televisore, mentre pensava a cosa guardare tra I Simpson e Futurama.
Stava per scegliere la prima opzione, quando alle note di una pubblicità di un
profumo dal nome ridicolo si unirono quelle di Die Die
My Darling (anni di futili chiamate da parte del fratello hanno portato Gerard
ad impostare tale dimostrazione di affetto e pazienza come suoneria
personalizzata per Mikey). Ancora scosso per il
piccolo infarto appena avuto, si precipitò confuso e preoccupato verso il
divano ed afferrò il telefono.
-Gerard?-
-Dimmi Mikey.-
-Stai bene? Ti vedo scosso.-
-Sì sì tutto bene. Che vuoi?-
-Sono qui al bar con degli amici, ti va
di fare un salto?-
-Che?! Ma sei matto? No! Sono occupato, al momento.- Il giovedì sera al bar...
Con che razza di sfigati usciva il fratello?
-Immagino. Comunque te l'ho chiesto
perché i miei amici vorrebbero parlare con te. Volevano che disegnassi la
copertina per il loro album.-
Gerard aveva già smesso di ascoltare, aspettò educatamente che il fratello
finisse mentre si sistemava sul divano dopo aver spento la luce.
-Mikey ora non posso, falli venire domani in negozio
e ci parlo ok? Buona notte.- E attaccò, spegnendo il telefono. Finalmente
poteva guardare la nuova stagione di Futurama senza
fratelli molesti che chiamano all'improvviso.
Cosa voleva, poi?
~~
Per le fresche strade di Newark un'aria autunnale si alzò
all'improvviso, rinfrescando i passanti e smuovendo quasi impercettibilmente
gli esili fili d'erba cresciuti nei parchi e vicino ai marciapiedi. Intanto più
in alto, nel cielo, piccole gocce d'acqua troppo pesanti iniziavano a cadere,
trasportate dalla gravità e dalla corrente. Il viaggio di alcune di esse venne
però interrotto da una superficie ruvida e sottile, sulla quale le goccioline
andarono ad infrangersi per poi espandersi e trascinare con loro anche gocce
più scure, di acqua ed inchiostro.
-Frank, ci leggi?-
-Eh? Ah sì, siamo quasi arrivati.-
Frank accartocciò il foglietto umidiccio e lo mise in tasca, dalla quale
estrasse un pacchetto di sigarette.
-Che fai, fumi? Proprio adesso che ha iniziato a piovere?-
-Sì, la accendo lì.- rispose scrollando le spalle ed alzando impercettibilmente
la testa nel tentativo di indicare un piccolo portico.
Giunto in quel luogo quasi asciutto, continuò a parlare.
-Com'è questo Gerard?-
-Io non lo conosco bene, l'ho visto di sfuggita con Mikey.
Sembra un tipo riservato e lunatico. Boh. Tanto lo scopri tra poco com'è.-
Continuarono il loro cammino, raggiungendo un negozio di fumetti e altre cose
alla Sheldon Cooper.
Dopo aver sfregato distrattamente i piedi sullo zerbino, più per abitudine che
per evitare di decorare il pavimento con i bagnati segni del loro passaggio,
entrarono.
Il negozio non era tanto grande, ma pieno di oggetti. Fumetti, action figures, imitazioni,
modellini autografati sembravano ornare l’ambiente e gli scaffali, più che
occuparli. Insomma... il paradiso nerd.
Il negozio era deserto, fatta eccezione per il ragazzo intento a leggere un
fumetto dall'altra parte della stanza, che non sembrò accorgersi della loro
presenza. I capelli né troppo lunghi né corti gli coprivano la faccia e le mani
dalle lunghe dita un po' storte stringevano delicatamente quel prezioso oggetto
di carta.
-Ehm.. Ciao. Sei tu Gerard?-
-Mh?- Alzò lo sguardo, ancora con la mente persa
nell'universo creato da Alan Moore. -Sì, sono io.-
Cazzo.
Nessuno aveva preparato Frank a questo. Gli occhi di Gerard erano bellissimi,
per non parlare del resto.
E non erano solo le sfumature verdi e nocciola a renderli fantastici, no. Anche
lo sguardo lo aveva colpito. Che poi, Frank non era il tipo che prestava
attenzione al colore degli occhi della gente. A stento ricordava il suo e
quello dei suoi amici. No, neanche quelli.
Ma gli occhi di Gerard avevano qualcosa, qualcosa che lo catturò. Rendevano più
luminoso il suo pallido viso, il contrasto con il nero dei capelli invece era..
wow.
Tutto quello che riusciva a pensare in quel momento era questa specie di verso.
Wow.
-Bene, io sono Tim e lui è Frank. Piacere!-
Iniziò Tim, sorridendo. Anche Frank sorrise, staccando gli occhi da quelli di
Gerard. Non poteva mettersi a fissare sconosciuti (anche se questi sembravano
ricambiare). C'era una cosa chiamata imbarazzo, che Frank avrebbe preferito
evitare.
-Ciao. Dovete essere gli amici di cui mi ha parlato Mikey.-
Questo era un colpo basso. Frank non era pronto ad affrontare i suoi occhi,
figuriamoci vederli sorridere accompagnati dalle labbra sottili e da due
piccole fossette sulle guance.
Davvero, Mikey
la sera prima avrebbe dovuto avvertirli, dire qualcosa come: "Sì,
be'.. A Gee piace disegnare, leggere fumetti ed è
anche un gran figo. Non preoccupatevi se vedendolo negli occhi perdete un
battito. Succede, sapete? Ha gli occhi dal colore indefinito più belli del
mondo, potrebbe far diventare gay molti ragazzi e far venire dubbi ad
altrettante lesbiche."
Invece non aveva detto niente, e Frank non era pronto. Ecco tutto.
Si sforzò comunque di parlare, tutto sommato era lui il frontman
della band e voleva mostrare un minimo di... professionalità? Non sapeva che i
membri di band post-hardcore emergenti dovessero essere anche professionali.
-Sì, siamo noi. Mikey ci ha detto che sai disegnare e
che sei bravo, quindi volevamo chiederti un favore.-
-Mh, ditemi.- La faccenda iniziava ad incuriosirlo, o
forse ad infastidirlo. Cosa volevano da lui? Ogni tanto capitava che suo
fratello lo esibisse come un ‘fenomeno da baraccone’ e che gli chiedesse di
disegnare cimiteri per i suoi amici. Non gli piaceva questa cosa, a lui piaceva
disegnare, è vero (non ne poteva fare a meno, in effetti), ma di venire visto
solo come quello che faceva bei disegni non gli andava.
Sapeva fare altre cose, aveva anche altri interessi.
-Stiamo per fare uscire il nostro primo album, ma ci manca la copertina.-
La copertina. Volevano che disegnasse loro la copertina per un CD! Eppure Mikey gliel'aveva detto, la sera prima.
Come aveva fatto a dimenticarsene?
Ah, già.. Non lo stava ascoltando e gli aveva quasi attaccato in faccia. Sempre
dolce, Gerard Arthur Way.
Troppo preso dal darsi dello stronzo da solo, ci mise qualche secondo a capire
di non aver alcuna esperienza nel campo delle copertine di CD.
-Cosa volete che disegni?-
-Be', ehm. A dire la verità non ci abbiamo pensato. Speravamo nel tuo aiuto.-
Rispose Frank, trovando una scusa per perdersi nuovamente in quegli occhi così
magnetici, almeno per lui.
-Facciamo così,- disse il possessore di tali meraviglie strappando un foglio da
un quaderno lì vicino e prendendo una delle tante matite presenti sul tavolo
-scrivete qui nome della band, dei componenti, i titoli delle canzoni, cosa vi
piacerebbe che ci fosse nella copertina. Cose così insomma.-
Frank aveva già iniziato a scrivere 'oscurità, sangue, solitudine, rabbia' che
Gerard continuò.
-E magari anche il tuo numero di telefono, così poi ci mettiamo d'accordo.-
Sì, per Frank era decisamente troppo. Avrebbe anche giurato di averlo visto
ammiccare, ma poteva benissimo essere colpa della sua momentanea instabilità
mentale. Probabilmente era quello, sì.
Aggiunse velocemente quella sequenza di una decina di cifre, poi si consultò un
attimo con Tim per aggiungere altre parole alla lista lievemente macabra.
-Ecco.-
-Bene.- Sorrise leggendo il foglio, forse divertito o felice di trovare persone
simili a lui.
A quel punto le gambe di Frank gli fecero un dolce scherzetto, iniziando a
diventare della consistenza della gelatina alle fragole, cosa che sicuramente
gli avrebbe ricordato il colore delle labbra di Gerard facendolo imprecare
mentalmente verso sé stesso ed i suoi ormoni.
~~~
[Poche settimane dopo]
-Ragazzi! Come va?-
Chiese Tim entrando nel garage, seguito da Frank.
-Tutto bene, voi con la copertina?-
-Il fratello di Mike ha fatto qualche schizzo, quando ne avremo scelto uno lo
colorerà e aggiungerà i dettagli.-
Frank appoggiò tre pezzi di carta sul tavolo, che dovettero sentirsi a proprio
agio tra tutti quei fogli. Li osservò attentamente.
I disegni erano fatti a penna, i tratti erano decisi ma anche delicati, le
sfumature evidenti e i soggetti allegri ma inquietanti.
Insomma, un mix in cui la coerenza regnava indisturbata e che lo affascinava.
Gli ricordavano quel ragazzo che aveva visto solo due volte e con cui aveva
parlato al massimo cinque minuti al telefono (in totale), dimenticandosi anche
di salvarne il numero. Da vero idiota, era un idiota.
Gli stava colonizzando la testa. Invece di uccidere i nativi Americani, come
avevano fatto gli Europei in America, gli stava sterminando i neuroni.
-Sì, per la fine delle vacanze natalizie avremo la nostra copertina.- E potremo iniziare a cercare una casa
discografica, magari… pensò.
*ricompare* Ho voluto pubblicare questo
capitolo perché occupa la memoria del mio computer da un anno ormai, insieme ad
altri. Sono arrivata a buon punto della storia, ma pubblicherò il resto quando
l’avrò terminata. Prendete questo come una piccola anteprima, un trailer
letterario di un film dall’uscita al cinema incerta :)
(Conoscendomi, tra qualche settimana potrei pubblicare il secondo senza però
aver terminato la storia)
Per ogni tipo di domanda potete contattarmi o aggiungerla nelle recensioni che
mi scriverete (perché lo so che siete buoni lettori che recensiscono, lo so).
Grazie per l'attenzione, bevete tanto caffè e
non maltrattate gli unicorni.
Ci rivedremo presto, mi dispiace non temete.
xoxo