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Autore: Coffee_Time    20/04/2015    1 recensioni
[Dai capitoli]
Ricordarsi che c’era un mondo.
Un mondo di merda, certo, ma comunque migliore di quello che lo circondava in quell’aula.
Gli capitava spesso di chiedersi se ci fosse posto anche per lui in quel mondo, quello vero, chiedersi se sarebbe mai riuscito a migliorarlo, anche se di poco. Gli sarebbe piaciuto tanto.
~
Ma quel giorno ebbe la sensazione che non l'avrebbe più fatto.
Qualcosa gli diceva che avrebbe pianto per qualcun altro, per cui ne sarebbe valsa la pena.
Sentiva che forse avrebbe persino smesso di piangere.
~
Prese le cuffie tra gli oggetti che coprivano il comodino e fece partire la riproduzione casuale, senza pensare che è inevitabile innamorarsi di qualcuno, con quei pensieri e Now My Heart Is Full di Morrissey nella testa.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Frank Iero, Gerard Way, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Our way home'
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Ciao a tutti! Questa long-fic è collegata alla one-shot da me pubblicata un po’ di tempo fa – To the middle of the day that starts it all - E adesso? – e i primi capitoli sono ambientati prima della OS.
Ringraziate anche voi MySkyBlue182 che mi ha supportata ed aiutata anche nei momenti in cui non riusciva a respirare, tanti cuori per te, bel cielo <3

I personaggi (che non conosco e non mi appartengono, come potrebbero?) esistono davvero e alcune cose sono riferimenti a cose vere, altre sono inventate e altre ancora hanno sia aspetti reali che di finzione. Lo so, è un casino ma non preoccupatevi: sembra peggio di quel che è.
Scrivo per motivi che sono ben lontani dal guadagnare soldi, non ho intenzione di offendere o ferire nessuno in alcun modo.
(Questo piccolo disclaimer vale per tutti i capitoli della storia, ovviamente.)
Il titolo, come alcuni di voi dovrebbero sapere, è una frase di Guilttripping, del nostro Frankie e dei suoi The Cellabration.
Il titolo del capitolo invece è stato preso da Friday I’m in Love dei The Cure.

Spero che vi piaccia, non aspettatevi troppo o potreste rimanere delusi. Non dico che rimarrete delusi per forza, è solo un consiglio u_u
Insomma, buona lettura!
*si dilegua*

 

 

 

 

 

I’d love to always be

A small part of what makes you smile

 

 

1. Thursday I don’t care about you
It’s Friday I’m in love

 

I feel as if I’m wasted
And I’m wasted every day

Happy ending, Mika

 

 

-Sì, ma che cazzo!-
Imprecò Frank dopo l'ennesimo scarabocchio fatto a vuoto con l'ennesima penna malfunzionante.
-Che è successo?- Si preoccupò di chiedere Tim, con un sospiro rassegnato.
-Non ce n'è una che vada! Come faccio a scrivere gli accordi della nuova can..- Venne interrotto da John, che prontamente gli lanciò una Bic (con il tappo! Che lusso...), la quale finì proprio sul quaderno dell'amico.
-Grazie Jo!-
Poi continuò a scrivere.
Dopo qualche minuto ricominciarono a provare in quel vecchio garage dall'acustica incerta e quando si ritennero tutti abbastanza soddisfatti, decisero di concedersi un'altra pausa per parlare.
-Ragazzi, siamo forti.- Iniziò Frank, seduto su un pouf arancione che nel mentre tentava di inglobarlo.
-Già. Ma quante canzoni abbiamo fatto? Intendo di nostre. Una decina, giusto?-
-Sì Tim, una cosa del genere.- Confermò Frank.
-Sono abbastanza non credete?- dopo essersi sentito lievemente in imbarazzo a causa delle facce perplesse degli amici, Tim continuò. In modo particolarmente deciso. -Per fare, non so, tipo un album...-
Gli altri lo guardarono un attimo, quando una luce impercettibile attraversò gli occhi di Neil, che subito parlò: -Merda, hai ragione! Dovremmo pubblicare un album! Sai che figo!-
Fecero tutti un verso di assenso tipicamente adolescenziale ed iniziarono a pensare alla scaletta e tutto il resto. Frank girò il foglio su cui erano scritti gli accordi della nuova canzone e scrisse tutto ciò che usciva dalle menti dei suoi amici. Dovette provare tre biro apparentemente uguali prima di trovare quella giusta.
-So già dove registrare le demo! Mio padre con..- Esultò Shaun.
-Perfetto!- Frank lo interruppe, aveva una domanda da fare e non voleva dimenticarla. -E la copertina?-
Tim, che probabilmente si era già posto quella domanda, rispose subito.
-Io pensavo ad un disegno, non come quelli di John però, parlavo di un disegno figo.- Fece un sorriso di scherno a quest'ultimo, che gli aveva appena dato un colpetto offeso al braccio accompagnato da una smorfia.
Poco scalfito dal pugno ricevuto, continuò: -Avete presente Mike? Un po' magro, con gli occhiali.. Va be' avete capito. Lui insomma, cioè.. Suo fratello mi pare che sappia disegnare bene e il suo stile dovrebbe andarci bene. Gli piacciono i fumetti, credo. E il sangue.-
-Boh possiamo provare a chiederglielo, allora. Non dovrebbe essere tanto impegnativo disegnare una copertina, no?-
Acconsentirono tutti alla proposta di Frank e ordinarono delle pizze mentre Tim chiamava il suo amico.
Quando tutte le pizze furono trasferite dai cartoni ai rispettivi stomaci dei ragazzi, si avviarono con molta calma verso il bar lasciando il garage nel suo penoso stato abituale. Nel tragitto fissarono la data dell’inizio dell’incisione delle prime canzoni.

 

~

 

-Ehi Tim! Vedo che sei invecchiato in queste settimane!-
-Ciao Mikey, anch'io ti trovo bene! Questi sono i Pencey Prep, come ti ho detto prima.-
-Sì. Ciao ragazzi!-
Dopo aver ascoltato i loro nomi, Mikey si sedette ed aspettò la sua birra.
Tutti a quel tavolo avevano ordinato bibite analcoliche, nessuno aveva o dimostrava 21 anni tra di loro ed in un locale come quello sarebbe stato stupido fingere di esserlo. Le uniche occasioni in cui bevevano birre vere era quando fregavano qualche bottiglia in casa, lo zio di Tim gli regalava qualche cassa perché era fatto così, oppure John riusciva a comprarne qualcuna perché era quello più alto e con più barba.
Mikey osservò distrattamente la cameriera parlare con il barista e ricevere un vassoio pieno di bevande, per poi attraversare agilmente il locale. Quando le ordinazioni giunsero al tavolo, i ragazzi intorno ad esso iniziarono a parlare di cose serie. O almeno più serie dei discorsi sconnessi che facevano da ubriachi. O da sobri.
-Se ho capito bene, volevate chiedermi qualcosa riguardo a mio fratello.-
Tim, che aveva più confidenza con lui (a dire la verità era l'unico a conoscerlo) rispose: -Volevamo registrare il nostro primo album, solo che ci manca la copertina. Gerard sa disegnare bene.. Secondo te lui la farebbe?-
-Non dovrebbe creargli grandi problemi, il tempo per disegnare lo trova sempre. Provo a chiamarlo.-
Detto ciò sfilò goffamente il vecchio Nokia (consumato quasi quanto i jeans) dalla tasca e chiamò il fratello.

 

Dovevano essere le undici e mezza di sera, così si preparò un caffè ed accese la TV. Si avvicinò all'interruttore della luce, con l'intento di spegnerla per mettere più in evidenza quella prodotta del televisore, mentre pensava a cosa guardare tra I Simpson e Futurama. Stava per scegliere la prima opzione, quando alle note di una pubblicità di un profumo dal nome ridicolo si unirono quelle di Die Die My Darling (anni di futili chiamate da parte del fratello hanno portato Gerard ad impostare tale dimostrazione di affetto e pazienza come suoneria personalizzata per Mikey). Ancora scosso per il piccolo infarto appena avuto, si precipitò confuso e preoccupato verso il divano ed afferrò il telefono.
-Gerard?-
-Dimmi Mikey.-
-Stai bene? Ti vedo scosso.-
-Sì sì tutto bene. Che vuoi?-
-Sono qui al bar con degli amici, ti va di fare un salto?-
-Che?! Ma sei matto? No! Sono occupato, al momento.- Il giovedì sera al bar... Con che razza di sfigati usciva il fratello?
-Immagino. Comunque te l'ho chiesto perché i miei amici vorrebbero parlare con te. Volevano che disegnassi la copertina per il loro album.-
Gerard aveva già smesso di ascoltare, aspettò educatamente che il fratello finisse mentre si sistemava sul divano dopo aver spento la luce.
-Mikey ora non posso, falli venire domani in negozio e ci parlo ok? Buona notte.- E attaccò, spegnendo il telefono. Finalmente poteva guardare la nuova stagione di Futurama senza fratelli molesti che chiamano all'improvviso.
Cosa voleva, poi?

 

~~

 

Per le fresche strade di Newark un'aria autunnale si alzò all'improvviso, rinfrescando i passanti e smuovendo quasi impercettibilmente gli esili fili d'erba cresciuti nei parchi e vicino ai marciapiedi. Intanto più in alto, nel cielo, piccole gocce d'acqua troppo pesanti iniziavano a cadere, trasportate dalla gravità e dalla corrente. Il viaggio di alcune di esse venne però interrotto da una superficie ruvida e sottile, sulla quale le goccioline andarono ad infrangersi per poi espandersi e trascinare con loro anche gocce più scure, di acqua ed inchiostro.
-Frank, ci leggi?-
-Eh? Ah sì, siamo quasi arrivati.-
Frank accartocciò il foglietto umidiccio e lo mise in tasca, dalla quale estrasse un pacchetto di sigarette.
-Che fai, fumi? Proprio adesso che ha iniziato a piovere?-
-Sì, la accendo lì.- rispose scrollando le spalle ed alzando impercettibilmente la testa nel tentativo di indicare un piccolo portico.
Giunto in quel luogo quasi asciutto, continuò a parlare.
-Com'è questo Gerard?-
-Io non lo conosco bene, l'ho visto di sfuggita con Mikey. Sembra un tipo riservato e lunatico. Boh. Tanto lo scopri tra poco com'è.-
Continuarono il loro cammino, raggiungendo un negozio di fumetti e altre cose alla Sheldon Cooper.
Dopo aver sfregato distrattamente i piedi sullo zerbino, più per abitudine che per evitare di decorare il pavimento con i bagnati segni del loro passaggio, entrarono.
Il negozio non era tanto grande, ma pieno di oggetti. Fumetti, action figures, imitazioni, modellini autografati sembravano ornare l’ambiente e gli scaffali, più che occuparli. Insomma... il paradiso nerd.
Il negozio era deserto, fatta eccezione per il ragazzo intento a leggere un fumetto dall'altra parte della stanza, che non sembrò accorgersi della loro presenza. I capelli né troppo lunghi né corti gli coprivano la faccia e le mani dalle lunghe dita un po' storte stringevano delicatamente quel prezioso oggetto di carta.
-Ehm.. Ciao. Sei tu Gerard?-
-Mh?- Alzò lo sguardo, ancora con la mente persa nell'universo creato da Alan Moore. -Sì, sono io.-
Cazzo.
Nessuno aveva preparato Frank a questo. Gli occhi di Gerard erano bellissimi, per non parlare del resto.
E non erano solo le sfumature verdi e nocciola a renderli fantastici, no. Anche lo sguardo lo aveva colpito. Che poi, Frank non era il tipo che prestava attenzione al colore degli occhi della gente. A stento ricordava il suo e quello dei suoi amici. No, neanche quelli.
Ma gli occhi di Gerard avevano qualcosa, qualcosa che lo catturò. Rendevano più luminoso il suo pallido viso, il contrasto con il nero dei capelli invece era.. wow.
Tutto quello che riusciva a pensare in quel momento era questa specie di verso. Wow.
-Bene, io sono Tim e lui è Frank. Piacere!-
Iniziò Tim, sorridendo. Anche Frank sorrise, staccando gli occhi da quelli di Gerard. Non poteva mettersi a fissare sconosciuti (anche se questi sembravano ricambiare). C'era una cosa chiamata imbarazzo, che Frank avrebbe preferito evitare.
-Ciao. Dovete essere gli amici di cui mi ha parlato Mikey.-
Questo era un colpo basso. Frank non era pronto ad affrontare i suoi occhi, figuriamoci vederli sorridere accompagnati dalle labbra sottili e da due piccole fossette sulle guance.
Davvero, Mikey la sera prima avrebbe dovuto avvertirli, dire qualcosa come: "Sì, be'.. A Gee piace disegnare, leggere fumetti ed è anche un gran figo. Non preoccupatevi se vedendolo negli occhi perdete un battito. Succede, sapete? Ha gli occhi dal colore indefinito più belli del mondo, potrebbe far diventare gay molti ragazzi e far venire dubbi ad altrettante lesbiche."
Invece non aveva detto niente, e Frank non era pronto. Ecco tutto.
Si sforzò comunque di parlare, tutto sommato era lui il frontman della band e voleva mostrare un minimo di... professionalità? Non sapeva che i membri di band post-hardcore emergenti dovessero essere anche professionali.
-Sì, siamo noi. Mikey ci ha detto che sai disegnare e che sei bravo, quindi volevamo chiederti un favore.-
-Mh, ditemi.- La faccenda iniziava ad incuriosirlo, o forse ad infastidirlo. Cosa volevano da lui? Ogni tanto capitava che suo fratello lo esibisse come un ‘fenomeno da baraccone’ e che gli chiedesse di disegnare cimiteri per i suoi amici. Non gli piaceva questa cosa, a lui piaceva disegnare, è vero (non ne poteva fare a meno, in effetti), ma di venire visto solo come quello che faceva bei disegni non gli andava.
Sapeva fare altre cose, aveva anche altri interessi.
-Stiamo per fare uscire il nostro primo album, ma ci manca la copertina.-
La copertina. Volevano che disegnasse loro la copertina per un CD! Eppure Mikey gliel'aveva detto, la sera prima.
Come aveva fatto a dimenticarsene?
Ah, già.. Non lo stava ascoltando e gli aveva quasi attaccato in faccia. Sempre dolce, Gerard Arthur Way.
Troppo preso dal darsi dello stronzo da solo, ci mise qualche secondo a capire di non aver alcuna esperienza nel campo delle copertine di CD.
-Cosa volete che disegni?-
-Be', ehm. A dire la verità non ci abbiamo pensato. Speravamo nel tuo aiuto.- Rispose Frank, trovando una scusa per perdersi nuovamente in quegli occhi così magnetici, almeno per lui.
-Facciamo così,- disse il possessore di tali meraviglie strappando un foglio da un quaderno lì vicino e prendendo una delle tante matite presenti sul tavolo -scrivete qui nome della band, dei componenti, i titoli delle canzoni, cosa vi piacerebbe che ci fosse nella copertina. Cose così insomma.-
Frank aveva già iniziato a scrivere 'oscurità, sangue, solitudine, rabbia' che Gerard continuò.
-E magari anche il tuo numero di telefono, così poi ci mettiamo d'accordo.-
Sì, per Frank era decisamente troppo. Avrebbe anche giurato di averlo visto ammiccare, ma poteva benissimo essere colpa della sua momentanea instabilità mentale. Probabilmente era quello, sì.
Aggiunse velocemente quella sequenza di una decina di cifre, poi si consultò un attimo con Tim per aggiungere altre parole alla lista lievemente macabra.
-Ecco.-
-Bene.- Sorrise leggendo il foglio, forse divertito o felice di trovare persone simili a lui.
A quel punto le gambe di Frank gli fecero un dolce scherzetto, iniziando a diventare della consistenza della gelatina alle fragole, cosa che sicuramente gli avrebbe ricordato il colore delle labbra di Gerard facendolo imprecare mentalmente verso sé stesso ed i suoi ormoni.

 

~~~

 

[Poche settimane dopo]

 

-Ragazzi! Come va?-
Chiese Tim entrando nel garage, seguito da Frank.
-Tutto bene, voi con la copertina?-
-Il fratello di Mike ha fatto qualche schizzo, quando ne avremo scelto uno lo colorerà e aggiungerà i dettagli.-
Frank appoggiò tre pezzi di carta sul tavolo, che dovettero sentirsi a proprio agio tra tutti quei fogli. Li osservò attentamente.
I disegni erano fatti a penna, i tratti erano decisi ma anche delicati, le sfumature evidenti e i soggetti allegri ma inquietanti.
Insomma, un mix in cui la coerenza regnava indisturbata e che lo affascinava.
Gli ricordavano quel ragazzo che aveva visto solo due volte e con cui aveva parlato al massimo cinque minuti al telefono (in totale), dimenticandosi anche di salvarne il numero. Da vero idiota, era un idiota.
Gli stava colonizzando la testa. Invece di uccidere i nativi Americani, come avevano fatto gli Europei in America, gli stava sterminando i neuroni.
-Sì, per la fine delle vacanze natalizie avremo la nostra copertina.- E potremo iniziare a cercare una casa discografica, magari… pensò.

 

 

 

 

 

*ricompare* Ho voluto pubblicare questo capitolo perché occupa la memoria del mio computer da un anno ormai, insieme ad altri. Sono arrivata a buon punto della storia, ma pubblicherò il resto quando l’avrò terminata. Prendete questo come una piccola anteprima, un trailer letterario di un film dall’uscita al cinema incerta :)
(Conoscendomi, tra qualche settimana potrei pubblicare il secondo senza però aver terminato la storia)
Per ogni tipo di domanda potete contattarmi o aggiungerla nelle recensioni che mi scriverete (perché lo so che siete buoni lettori che recensiscono, lo so).

Grazie per l'attenzione, bevete tanto caffè e non maltrattate gli unicorni.
Ci rivedremo presto, mi dispiace non temete.
xoxo

 

  
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