Alberobianco
risultò essere esattamente
come il gruppo pensava: completamente vuoto e deserto. Prima di esso
avevano
ispezionato i villaggi di Pietranera, Sorgenteghiacciata e
Casa-sul-Torrente,
tutti vuoti. I bruti sembravano essersi volatilizzati, di loro nessuna
traccia.
Nessun altro segno di vita poi, né animali né
pokemon. Anche la natura sembrava
farsi più rada e spoglia man mano che proseguivano.
Già da un po' Manny si chiedeva
se non avessero dovuto già essere rientrati alla base. Erano
quattro giorni che
proseguivano verso nord solo per ottenere lo stesso risultato: villaggi
vuoti e
abbandonati, la neve che ricopriva le case facendole crollare. Quei
risultati
desolati e desolanti stavano facendo venire i nervi a fior di pelle ai
ranger
in perlustrazione, che cominciavano a mostrare già da un po'
evidenti segni di
nervosismo.
Il sole cominciò a tramontare
poco dopo che arrivarono ad Alberobianco, ma ser Aden non si diede per
vinto.
Ordinò a tutti di esplorare le poche case del villaggio in
cerca di qualche
segno degli abitanti. Evidentemente non accettava il risultato scarso,
visto
che il Lord Comandante Fossoway li aveva inviati in perlustrazione per
scoprire
perché i bruti si stessero riversando in massa verso la
Barriera, arrendendosi
pur di venire fatti passare.
Tutto era cominciato da due
inverni prima, quando ancora Manny era poco più di un
poppante e abitava nelle
Terre dei Fiumi con la sua famiglia. I bruti avevano cominciato a
venire verso
sud appena le temperature si erano fatte più rigide, certi
organizzati in vere
e proprie bande armate con l'intenzione di passare con la forza, altri
solo in
grandi gruppi di donne e bambini frignanti, tutti con un solo
obbiettivo:
passare la Barriera e andare a sud.
All'inizio i Guardiani non
avevano esitato a rifiutare loro il passaggio e ad uccidere quelli che
tentavano di forzare gli ingressi, uomini, donne o bambini che fossero.
Ma di
fronte a un sempre maggiore afflusso di gente alcuni avevano ceduto e
li
avevano fatti passare. Altri invece si mantenevano fedeli al dogma dei
Guardiani, e molti altri ancora non seppero minimamente come
comportarsi.
Ci pensò il nuovo Lord Comandante
Garreth Butterwell a stabilire il da farsi: impedire a qualunque costo
l'ingresso dei bruti a Westeros, ucciderli se necessario. Grazie a
questa linea
i Guardiani erano andati avanti sino alla Primavera di Sangue, quindici
anni
prima, quando lord Butterwell era stato portato via da una polmonite e
al suo
posto era stato eletto il più moderato Hurdon Cartwell, il
quale aveva stabilito
di far passare i fuggiaschi.
Molti nutrivano dei dubbi verso
questa politica, ma gli anni avevano fatto presto a passare e con essi
anche i
Lord Comandanti. Ogni successore di Cartwell aveva adottato un
comportamento
diverso riguardo ai bruti, e ancora quello di Rylen Fossoway rimaneva
un
mistero per tutti. Più che voler accogliere i rifugiati
sembrava più che altro
voler scoprire la causa di quella migrazione ininterrotta che andava
avanti
quasi da un ventennio, ed era per questo che inviava regolarmente
squadre di
ranger in perlustrazione per tentare di capirci qualcosa. Erano due
anni oramai
che queste missioni non portavano a nulla di costruttivo.
Dopo un rapido sopralluogo per
accertarsi che il posto fosse davvero deserto il gruppo si
riunì nello spiazzo
principale, non molto distante dall'albero-diga.
- E' deserto come appare -
osservò Beron Staunton.
- Già - ser Aden Hetherspoon non
appariva contento - Ma voglio evitare di avere sorprese, qualcuno deve
esaminare per bene tutto. Per, quante case ci sono in tutto?
- Mah - rispose l'interpellato
con fare interrogativo, inarcando il sopracciglio dell'occhio guasto -
Direi
sei o sette, non so contare molto bene, ma credo che sia la cifra
giusta.
- Allora, Per e Yora, controllate
la parte sud. Manny e Kyle la parte nord. Tash, Dyv e Mio-Erede, voi
verrete
con me, controlleremo qui nei dintorni per vedere se qualche bruto ci
vuol fare
una sorpresa. Staunton, tu pensa ai cavalli e accendi il fuoco. Ci
accamperemo
qui per stanotte, non voglio arrischiarmi a proseguire oltre.
La squadra era composta da nove
ranger, che oltre al Ranger Anziano ser Aden Hetherspoon e a Manny
erano Kyle
il Serio, Yora di Skagos, Beron Staunton, Tash l'Issatore, Per il
Vecchio, Dyv
di Città di Harroway e Rynkel Mio-Erede. E decisamente il
Serio era quello che
a Manny stava meno simpatico di tutti.
Kyle proveniva da Vecchia Città,
dalla Cittadella per la precisione. Aveva studiato per diventare un
maestro, ma
era stato mandato alla Barriera dopo essere stato accusato dello stupro
di una
nobile di basso rango. Il caso era stato portato davanti a lord
Hightower, che
per non avere problemi l'aveva mandato alla Barriera due anni prima.
Era stato detto il Serio perché
non sorrideva mai, ed era sempre avvolto da un'aria saccente quasi che
fosse
stato un maestro. Che probabilmente avrebbe corrisposto a
verità se solo non
fosse stato accusato di quel crimine infame. Era stato rifiutato come
attendente del maestro Zick semplicemente perché c'erano
già Cappello e Ril
Quellobasso per questi ruoli. Era stato rifiutato anche dai costruttori
per il
suo fisico non particolarmente prestante, e per questo era stato dato
ai
ranger. L'unico suo pregio era quello di avere una vista acutissima,
cosa utile
almeno quella.
Dopo che tutti si furono allontanati
per adempiere alle proprie mansioni, Kyle e il Serio si avviarono verso
le
capanne nella parte nord del villaggio. Cominciarono da quella
più distaccata
dall'agglomerato, secondo il Serio almeno si sarebbero liberati subito
della
zona più pericolosa. A Manny sembrava sempre di essere nella
zona pericolosa,
col Serio di fianco. Non se ne stava mai zitto, e la sua logorrea
poteva
risultare molto svantaggiosa nei momenti in cui dovevano starsene in
silenzio.
Appena entrarono nella capanna li
accolse un ambiente davvero desolato. Nella stanza regnava un freddo
pungente,
quasi che un fuoco non vi venisse acceso da mesi. Effettivamente lo
spiazzo del
focolare appariva sgombero da pezzi di legno e da cenere, tranne che
per
qualche sporadica scheggia congelata.
- Decisamente qui non si accende
il fuoco da un po' - sottolineò in maniera ovvia il Serio
mentre Manny si
chinava ad esaminare i resti del falò.
"Grazie, signor sotutto. Per
Arceus, vedi se dovevo venire alla Barriera per ritrovarmi questo
idiota sempre
tra i piedi". In quattro anni di permanenza nell'estremo Nord Manny non
aveva mai incontrato nessuno che gli desse così fastidio. Il
Serio era
risultato sgradito a tutti fin dal suo arrivo, e negli ultimi tempi si
era
appiccicato in maniera del tutto sgradevole proprio a Manny,
soprattutto adesso
che erano insieme in missione al di là della Barriera. Stava
seriamente
cominciando a chiedersi se veramente avrebbe infranto il giuramento da
guardiano "dimenticandosi" un confratello nelle distese gelate in
mezzo alla Foresta Stregata, in preda ai lupi, ai bruti e a... altre
cose.
Mentre Manny si rialzava il Serio
prese ad ispezionare l'arredo in maniera sin troppo rumorosa. Se arredo
si
potevano chiamare due tende logore e una buca di terra ricoperta da un
grosso sasso.
Le tende erano di un color rosa sbiadito e risultavano ruvide, indurite
da
molti anni di freddo. La buca invece non conteneva nulla di
interessante, pochi
ramoscelli e un tozzo di pane andato a male e duro come il marmo.
"Sì,
decisamente qui non abita nessuno da mesi" pensò Manny
gettando via quel
cibo immangiabile.
Uscirono dopo poco, dirigendosi
verso le altre capanne. Quella che avevano appena controllato era
leggermente
distaccata dal resto del villaggio, e per tornarvici dovevano
percorrere una cinquantina
o più di piedi tra gli alberi. Appena si incamminarono il
Serio prese di nuovo
a parlare su quanto quel posto fosse deprimente e desolato.
Ma Manny aveva altro per la
testa. Sentiva una strana sensazione fin dal giorno precedente, che si
era fatta
più forte sin da quando erano arrivati in vista del
villaggio. Si sentiva uno
strano pizzicorino sulla nuca, quasi fosse sempre sotto lo sguardo di
qualcuno.
O qualcosa.
La Foresta Stregata lo aveva
messo a disagio sin da quando vi si erano addentrati, ma mai come
adesso.
Nonostante non fosse la prima volta che vi andava per una pattuglia,
sentiva
che c'era qualcosa di diverso in quel periodo. Sentiva di non essere
solo, o
meglio di non esserlo assieme ai compagni. C'era qualcun'altro, anzi,
qualcos'altro
che li seguiva da un po'. Almeno era questa la sensazione che
tormentava il
Guardiano già da un po' di notti.
Un fruscio, appena percettibile.
Il Serio smise di parlare appena Manny sguainò la spada, i
riflessi allerta.
Proveniva da dietro di loro, questo Manny l'aveva capito. Rimase
immobile per
un attimo con il Serio che lo guardava stupito. Poi si voltò
fulmineamente,
puntando la spada al collo del presunto aggressore. Che si
rivelò essere Rynkel
Mio-Erede.
- Scusa amico - fece lui alzando
le mani - Non volevo spaventarti. Solo che dovevo passare di qua e per
farlo ho
dovuto smuovere un po' di cespugli. Ho fatto un po' di casino?
- Aye, eccome se l'hai fatto -
rispose Manny stizzito, rinfoderando
la spada - Se fossi stato un bruto saresti già morto e
sepolto.
- Non sono mai stato un granché
nel muovermi furtivamente.
Rynkel abbassò le mani
sorridendo. Aveva il sorriso facile lui, riusciva sempre a sorridere
per tutto.
- Truffare era il mio mestiere,
non sfilare i soldi dalle tasche dei proprietari. Erano loro stessi a
darmeli.
- Sì, sì - intervenne il Serio,
ripresosi da un attimo di spavento - Sappiamo tutti quello che facevi
prima di
finire qui, Duskendale alla fine aveva finito i fessi da truffare e hai
provato
a venire ad Approdo del Re, solo che quelli delle Cappe Dorate ti hanno
preso
al primo...
- Sappiamo anche - lo interruppe
Rynkel - come tu ti sia fatto quella nobildonna giù a
Vecchia Città e come il
promesso sposo era andato a piangere dal benevolo lord Hightower, e di
come tu
abbia gagliardamente tremato davanti...
- Adesso basta! - li interruppe
Manny. Il Serio era diventato tutto rosso, sembrava un
pokémon di tipo Fuoco,
mentre Mio-Erede aveva assunto un non troppo rassicurante sorrisetto
malizioso.
Aveva già abbastanza preoccupazioni per la testa e non aveva
intenzione di
farne nascere un'altra con un litigio tra confratelli, cosa
assolutamente da
evitare.
- Mio-Erede, che stai facendo
qui? Non dovevi stare con ser Aden a perlustrare il bosco?
- Sì - rispose questi senza
distogliere lo sguardo dal Serio - Mi ha detto di andare da questa
parte e io
ci sono andato, ho solo eseguito un ordine. E' stata solo la sfortuna
che ci ha
messo sulla stessa strada, non ti pare?
Manny non sapeva se credergli o
no, Mio-Erede era notoriamente un gran contaballe, ma per quella volta
decise
di far finta di nulla. Erano a tante, troppe miglia a nord della
Barriera, ed
avere dei dissidi coi suoi compagni non rientrava tra le sue
prerogative.
Adesso voleva solo pensare ad assolvere il suo dovere e tornare dietro
il muro
di ghiaccio al più presto.
- Sì, va bene, adesso torna a
cercare bruti però. - concluse Manny, facendogli cenno che
poteva andare.
- Certo, ser Manny del Formaggio!
- ghignò Mio-Erede prima di svanire tra i cespugli.
- Ah, certa gente non cambierà mai
- sospirò Manny, rivolto più a sé
stesso che al compagno. Il quale però male
interpretò le parole e prese con un nuovo sproloquio.
- Guarda, non me ne parlare, giù
alla Cittadella ce n'erano di palloni gonfiati, pensa che una volta
c'erano due
dorniani...
Manny lo lasciò sproloquiare
mentre cominciò ad incamminarsi nuovamente verso il
villaggio. Durante il breve
tragitto ripensò a Mio-Erede e al motivo per cui era alla
Barriera. Prima
abitava a Duskendale e per vivere si occupava di truffe, spesso a danno
di
vecchi mercanti o locandieri in punto di morte. Era abile al punto di
farsi
proclamare erede universale di tutti i beni della vittima (da qui il
suo
soprannome), accumulando così una discreta fortuna.
Ma alla fine il suo volto era
diventato troppo noto a Duskendale ed era stato costretto a cambiare
aria.
Aveva pensato che Approdo del Re sarebbe stato il luogo perfetto, ma
appena vi
aveva messo piede era stato arrestato dalle Cappe Dorate. A quanto pare
persino
lord Rykker aveva udito di questo truffatore e si era addirittura
disturbato a
mandare un corvo al comandante delle Cappe Dorate per farlo arrestare.
Poi
appena era passato il reclutatore dei Guardiani della Notte Rynkel si
era
subito offerto volontario per la Barriera piuttosto che marcire in una
putrida
cella per il resto dei suoi giorni.
Lui e Manny erano stati imbarcati
assieme per la Barriera. Lui era salito sulla nave quando questa aveva
fatto
scalo a Padelle Salate assieme ad altri tre criminali. E
perché era lì?
Semplicissimo, aveva rubato dalle scorte di lord Bracken. Nessuna
importanza
avevano le motivazioni di Manny: la sua famiglia moriva di fame. E lady
Elna
cosa aveva risposto? "Come tutti del resto", sue testuali parole, ed
era stato mandato alla Barriera.
Lui e Rynkel avevano subito fatto
amicizia, e quando il secondo era stato soprannominato Mio-Erede Manny
era
diventato Ser Formaggio, in quanto aveva preso il nero per una forma di
formaggio. "Mai nessuno era stato punito per crimine più
stupido" si
ritrovava spesso a pensare Manny sul proprio fato.
Usavano quei soprannomi per
scherzo, del resto erano amici e potevano fare poco o nulla col loro
passato.
Avevano sbagliato e adesso erano alla Barriera per sempre, decisamente
meglio
scherzarci sopra piuttosto che compatirsi. E così Rynkel era
lì per un pugno di
monete, mentre invece Manny per un po' di formaggio.
Quando ebbero finito, non sapendo
cosa fare, decisero di andare al falò che Beron Staunton
aveva acceso nel
mentre che loro scandagliavano le case. Il sole era definitivamente
tramontato,
motivo in più per fare in quel modo. Aveva fatto veramente
un buon lavoro, il
fuoco ardeva e scoppiettava che era una meraviglia da guardare. E ancor
di più
da individuare da lontano. I guardiani dovevano solo sperare che non ci
fossero
bruti nei paraggi.
Aspettarono pazientemente che ser
Aden e gli altri terminassero il loro giro di ricognizione, cominciando
nel
frattempo a pasteggiare e a conversare. Qualcuno tirò fuori
della carne secca,
Yora aveva con sé un corno di birra, così fecero
un giro di bevute ognuno e si
dividettero le dure striscioline. Manny assaporò la sua per
parecchio tempo,
gustando il sale che si scioglieva in bocca. Era decisamente una bella
distrazione dal freddo pungente della notte appena calata.
- Spero che abbiate lasciato un
po' di birra anche per me.
Nessuno si era accorto del
sopraggiungere di Aden Hetherspoon. All'udire le sue parole tutti i
discorsi si
interruppero e calò un silenzio di tomba. Il Ranger Anziano
prese posto davanti
al falò, sistemandosi accanto a Per il Vecchio e a Yora di
Skagos. Tash, Dyv e
Rynkel lo seguirono a ruota. Manny si ritrovò stretto
così tra Mio-Erede e
Beron Staunton, ma non si poteva certo lamentare. Tutti i posti erano
meglio di
quelli vicino a Kyle il Serio, e compativa per questo Dyv e Tash.
- Bel lavoro, Staunton. - disse
Hetherspoon mentre masticava una striscia di carne - Questo fuoco
è venuto
fuori proprio bene. Talmente bene che se fossi stato un bruto saresti
già
morto. La prossima volta vedi di farlo in un posto più
riparato.
Beron Staunton, inizialmente
galvanizzatosi, chinò la testa affranto a sentire il severo
tono del Ranger
Anziano. Effettivamente il bivacco era sorto al centro del villaggio,
in un
luogo facilmente avvistabile dall'esterno. Oramai comunque era stato
fatto lì,
non ci si poteva fare più nulla.
- Comunque - proseguì il ranger -
Passatemi quella birra.
Yora, che aveva in quel momento
il corno in mano, glielo diede repentinamente. Ser Aden
tracannò una bella
sorsata, poi ridiede la birra al legittimo proprietario.
- Scommetto che questa te l'ha
data Dawsin. In effetti mi sono sempre chiesto cosa facesse quel cuoco
col
grano che metteva da parte. Bé, niente di speciale, ma
decisamente meglio di quello
schifo che Fossoway chiama vino.
"Sicuramente" pensò
Manny "Quando stava nelle Terre dell'Ovest beveva birra migliore.".
Solo che quanto si era trattato di scegliere ser Aden aveva scelto la
parte
sbagliata. Era al seguito di Ascar Lannister quando questi
tentò di portare
rinforzi a Maelor Darksister che assediava Vecchia Città, ed
era uno dei suoi
fedelissimi. Era stato uno dei primi a radunarsi a Lannisport e aveva
combattuto a Castamere e al Lago Rosso. Infine era rimasto ferito alla
Battaglia dell'Acqua Insanguinata ed era stato preso prigioniero dalle
truppe
fedeli al re. Poi, quando Rylen Lannister gli aveva dato la
possibilità di
scegliere tra la Barriera e la decapitazione l'alternativa da scegliere
era
parsa ovvia.
Sì, decisamente birra e vino
erano migliori prima. E pensare che mentre tutto questo succedeva Manny
correva
mezzo nudo per il suo villaggio nelle Terre dei Fiumi, con Harry che
rideva e
Garry che lo rincorreva. Ah, la sua famiglia, quanto gli mancava.
Harry, il
solo fratello più grande di lui, poi venivano Garry, Morne,
Benny, Norry ed
Enna, senza contare il piccolo Jon, il pargolo che Harry aveva avuto
dalla
figlia del fornaio. Poi c'era Nyx. Ma non pensava di averlo mai
conosciuto un
granché, suo fratello minore, nonostante fosse
più piccolo solamente di un anno
rispetto a lui. C'era suo padre anche, un uomo tanto buono. E sua
madre...
Manny venne distolto dai suoi
pensieri da ser Aden, il quale aveva ripreso a parlare.
- Tsk, se Fossoway avesse voluto
che indagassimo a fondo ci avrebbe dovuto dare più scorte.
Che volete ne
capisca uno dell'Altopiano. Sapete che vi dico? Domani ci rimettiamo in
marcia
e arriviamo fino al Lago Azzurrabrina. Se anche lì non
troviamo niente torniamo
indietro. Mi fanno male le terga a forza di dormire per terra, non vedo
l'ora
di stare di nuovo nel mio letto del Castello Nero, e voi?
Un mormorio di assenso si diffuse
tra la truppa in nero. Decisamente tutti erano d'accordo con l'idea di
ser
Aden.
- Bene, allora faremo così. Ma ci
dobbiamo arrivare a quel lago, sapete come diventa Fossoway quando non
gli va
bene qualcosa. Magari gli diciamo che siamo andati anche un po' oltre,
non
tanto ma un po', giusto per farlo più contento.
Tutti acconsentirono, anche
Manny. Il Lord Comandante era senza dubbio una brava persona, ma quando
ci si
metteva sapeva essere anche peggio di Kyle il Serio. L'aveva visto una
volta
accanirsi contro un attendente che non aveva svolto un non meglio
determinato
compito. A quel poveraccio gli c'era voluto come minimo un mese per
riprendersi.
Poi quell'uomo stava sempre col
suo Tropius al fianco. Manny sapeva che quella specie era tranquilla,
ma
guardando quello del Lord Comandante mai si sarebbe detto. Quel pokemon
era
intrattabile e nel migliore dei casi lanciava sguardi minacciosi e
ringhi a
qualsivoglia persona gli passasse davanti, tranne ovviamente il
padrone. Nel
peggiore dei casi invece menava testate a più non posso, e
parecchi confratelli
si erano ritrovati senza sensi per non avergli prestato la dovuta
attenzione.
Il poveretto già citato aveva quasi perso un dito per un
morso che gli era
stato rifilato dal pokemon.
Manny si era sempre chiesto come
il Lord Comandante si fosse procurato tale creatura. Aveva chiesto in
giro, e
nei quattro anni che aveva vissuto alla Barriera ne aveva sentite di
tutti i
colori. Alcuni dicevano che quella bestia proveniva dall'Isola dei
Volti Verdi,
al centro dell'Occhio degli Dei, altri che fosse un tempo
proprietà di uno dei
lord dell'Altopiano (stando alle voci di lord Sawyer Tarly, detto il
Cacciatore
Folle), altri ancora addirittura che fosse nato e allevato presso i
Dothraki.
Tra tutte le ipotesi quella che
Manny riteneva più verosimile era la seconda. Fatto sta che
stando ai
confratelli più anziani quando Rylen Fossoway era arrivato
alla Barriera oltre
trent'anni prima quel Tropius era con lui, e questo in parte smontava
la tesi
del Cacciatore Folle visto che questi era nato circa due anni dopo
l'entrata di
Fossoway nei Guardiani della Notte (almeno stando alle voci).
Comunque sia il Tropius sembrava
avere un profondo legame col Lord Comandante, e prendeva ordini solo da
lui.
Molti ranger anziani dicevano che quando Fossoway e Tropius scendevano
in
battaglia non temevano nulla. Aveva sentito dire che i bruti avevano
cominciato
a temere "la Foglia della Mela", metafora per dire che Tropius era la
foglia della mela dei Fossoway, loro stemma araldico.
- Vedo che siamo tutti d'accordo.
- concluse ser Aden.
Calò per un attimo il silenzio,
mentre il Ranger Anziano addentava una striscia di carne secca e
prendeva a
masticarla. A Manny sembrava quasi di udire la carne dura come cuoio
scricchiolare sotto la pressione dei denti del cavaliere.
- Allora - fece questi con la
bocca mezza piena - Io direi di metterci a riposare adesso o comunque
tra poco,
se vogliamo arrivare all'Azzurrabrina entro domani dobbiamo essere
belli
freschi. A fare i turni di guardia staranno due persone per volta.
Staunton,
Mio-Erede, inizierete voi che siete giovani. Fate passare un paio
d'ore, poi
svegliate chi vi pare per continuare la guardia.
Staunton annuì grave, mentre
Mio-Erede fece uno dei suoi sorrisi sornioni. I confratelli restarono a
parlare
accanto al fuoco ancora per un po', poi complice anche la birra si
addormentarono come se nulla fosse. Manny fu uno degli ultimi. Era
così stanco
per quei giorni al freddo e al gelo che non fece nemmeno molto caso a
dove si
lasciò prendere dal sonno. Si guardò per un
attimo attorno, e notò di essersi
addormentato tra Yora di Skagos e Per il Vecchio. Il suo ultimo sguardo
prima
di perdere coscienza fu rivolto a Staunton e Mio-Erede che si
allontanavano dal
falò, ma non se ne accorse nemmeno.
La voce squillante di suo fratello Garry lo spronò a
continuare a
correre con loro. Quando erano piccoli facevano sempre questo genere di
giochi.
Chiaramente Manny, essendo di tre anni più grande, vinceva
quasi sempre. Quasi.
- Eccomi! - rispose, precipitandosi dietro alla scheggia che suo
fratello era.
Sembrava quasi un pokemon da quanto era veloce. Garry era sempre stato
una piccola belva, sin da quando era stato in grado di camminare. Tra
tutti i
suoi fratelli era quello che più preferiva, persino
più di Harry. Se si fissava
su qualcosa e decideva di perseguire un obbiettivo nulla poteva
fermarlo, fosse
quello di vincere un gioco o di rubare un pezzo di formaggio dalla
dispensa.
Il bambino si fermò all'Albero del Penny, appoggiando una
mano sul suo
tronco morto. Manny lo raggiunse presto, e per un attimo si
fermò a guardare lo
splendido panorama. Distaccato dal resto del bosco, l'albero si trovava
su un
piccolo rialzo dal quale si poteva ammirare l'intera terra sottostante.
Il
villaggio di Pennytree era veramente una bella vista, ma non era questo
che ai
fratelli interessava.
- Che c'è Garry? Stavo con la mamma, aveva bisogno di me.
- Facciamo una gara?
- Mi hai disturbato per questo?!
- Dai Manny! Una gara!
- No, devo aiutare mamma. E tanto vincerei io.
- Non è vero!
- Sì che lo è! Tant'è vero che ho
vinto l'ultima volta. E quella prima.
E quella prima ancora. E quell'altra prima ancora. E...
- Questa volta vincerò io!
- Come no. Adesso torno da mamma.
Manny si voltò, facendo per ritornare verso casa. Dietro di
lui Garry
cominciò a singhiozzare, e probabilmente lacrime
cominciarono a scendergli
dagli occhi.
- Sei cattivo!
Il ragazzo non rispose e non si girò, sorridendo sotto i
baffi. La
verità era che moriva dalla voglia di fare quella gara, ma
voleva giusto
stuzzicare un po' il suo fratellino. Era testardo come pochi, si
incaponiva
come nessuno quando voleva ottenere qualcosa. Voleva solamente vedere
se
avrebbe ceduto o no. Ma sapeva già la risposta.
Cominciò a camminare simulando il suo ritorno a casa. Voleva
sembrare
convincente così da farlo arrabbiare un po'. Ah, quanto si
sarebbe divertito
adesso!
- Non la vuoi fare perché hai paura di perdere contro uno
più piccolo
di te! Dillo che hai paura di perdere!
Manny si bloccò all'istante. Questo non era affatto quello
che voleva
sentirsi dire. Pensava che Garry avrebbe detto cose del tipo
"Rimani!" oppure "Non è vero, vinco io!", ma evidentemente
aveva fatto male i suoi calcoli.
Questo era decisamente troppo. Farsi insultare così dal suo
fratellino,
questo non poteva permetterlo. Non aveva paura di perdere,
però gli scocciava
darla vinta così facilmente al fratello. Gli avrebbe teso un
bel trabocchetto,
così avrebbe imparato a non provocarlo.
- Facciamo così - disse girandosi verso il fratello - Adesso
vieni qua
e ci mettiamo in posizione. Conto fino a tre e poi partiamo. Vince il
primo che
arriva al ceppo dietro casa, va bene?
Garry, il quale era nel frattempo arrivato da lui, si
asciugò
velocemente gli occhi.
- Va bene! - esclamò tutto contento.
- Uno...
Garry, tutto eccitato, si piegò con un ginocchio a terra,
pronto a
partire non appena il fratello avesse terminato il conto alla rovescia.
- Due...
Poi, appena finito di pronunciare la parola "due", Manny
prese a correre. Aveva giocato sporco stavolta, ma l'aveva voluto
Garry. Così
avrebbe imparato a disturbarlo.
- Non vale! - gli urlò dietro il fratellino - Non vale! Non
vale!
Manny nemmeno lo ascoltò, pensò solamente a
correre. Le immagini del
bosco gli sfrecciavano accanto, veloci. In men che non si dica
attraversò buona
parte del colle, e ben presto avvistò casa sua. Man mano che
continuava a
correre la dimora si faceva sempre più grande, per quanto la
casupola di un
taglialegna lo potesse essere.
Più si avvicinava e più particolari riusciva a
scorgere. Il camino che
emetteva fumo, il carretto carico di legna posteggiato vicino alla
finestra del
retro, l'onnipresente fessura sul tetto. Sulla soglia c'era sua madre,
che gli
sorrideva in maniera dolce e comprensiva.
Quando fu abbastanza vicino Manny si fermò, guardandosi
indietro.
Nessuna traccia di Garry, era riuscito a seminarlo con successo. Quindi
tornò a
guardare la madre, sorridendo a sua volta e alzando un braccio in segno
di
saluto. La madre però rimase immobile.
Non vedendo nessuna reazione da parte del genitore Manny si
avvicinò
alla casa. L'espressione della madre non mutò nel mentre che
la distanza tra i
due si riduceva. Questa cosa non gli piaceva per niente.
- Mamma?
Nessuna risposta.
- Mamma, stai bene?
Ancora niente. Quando il ragazzo fece per toccare l'inquietante volto
immobile della madre questo scivolò per terra come se fosse
stato una maschera.
Al suo posto venne fuori un ammasso informe di carne putrefatta,
brulicante di
vermi. E gli occhi di sua madre erano tondi e bianchi, e lo stavano
fissando.
Improvvisamente quel bel sogno si era trasformato in un incubo. Manny
urlò, facendo un balzo indietro. Tutto collassò
precipitando nell'oscurità,
mentre nell'aria riecheggiavano le urla di un neonato.
Poco lontano Dyv stava
riattizzando il fuoco con un bastone, quando si accorse che Manny si
era
risvegliato.
- Mannaggia a te, potevi anche
tornare tra noi prima. Dannazione, almeno il Vecchio non mi avrebbe
disturbato
per venire a fare il turno di guardia. Tornatene nel mondo dei sogni, e
la
prossima volta vedi di svegliarti dieci minuti prima.
Manny si infilò un dito
all'interno della scollatura della pelliccia, allargandosela
leggermente per
farsi aria. Nonostante stesse quasi morendo dal caldo decise di seguire
il
consiglio spassionato di Dyv, e tornò così a
distendersi sul freddo suolo delle
terre oltre la Barriera.
Volti nell'oscurità, tutto attorno a lui. Altre risate si
aggiungevano
al cupo sottofondo, andando a comporre una spettrale melodia.
Nonostante non
riuscisse a vedere nulla, Manny poteva essere sicuro di non essere solo
dovunque fosse. E quella cosa non gli piaceva per niente.
All'improvviso, nonostante avesse preso le dovute precauzioni,
andò a
sbattere contro una di quelle facce. Anzi, più che altro fu
quella a
comparirgli davanti, materializzandosi in un attimo. Quasi cadde a
terra dallo
spavento, ma riuscì chissà come a rimanere in
piedi. Nonostante gli avesse
quasi fatto prendere un colpo non si mosse nemmeno di un pollice. C'era
qualche
strana forza che gli impediva di farlo.
Al contrario delle altre facce questa non emetteva suoni. Era contorta
in un ghigno malizioso, denti bene in mostra ed occhi chiusi, ma era
qualcosa
di falso. Il vero occhio lo osservava dalla fronte. Un occhio azzurro
come il
ghiaccio.
Manny restò senza fiato per alcuni istanti. I muscoli del
torace
divennero immobili e totalmente inerti, presto all'uomo venne a mancare
l'aria.
Presto sentì di aver finito le scorte polmonari e
disperatamente si affannò per
respirare di nuovo, senza però ottenere successo. Sarebbe
morto soffocato di lì
a poco se non avesse fatto qualcosa. Doveva...
Improvvisamente, nonostante fosse buio pesto, vide che una gigantesca
voragine si stava aprendo sotto di lui. Tentò disperatamente
di togliersi di lì
per non cadervi dentro, ma non ci riuscì. Sentì
il vuoto sotto di sé, cominciò
a precipitare. L'aria gli frustava il viso mentre cadeva in una spirale
di
follia infinita.
Una volta in piedi costatò che si trovava in mezzo alle
frasche. Non si
ricordava come ci era finito, sicuramente non da solo. Si
guardò attorno,
osservando attentamente l'ambiente che lo circondava. La Foresta
Stregata
assumeva la sua particolare aria spettrale di notte, risultando un cupo
ammasso
di alberi inquietanti e soffi di vento sussurranti.
Cautamente si guardò attorno, poi si decise ad uscire dai
cespugli in
mezzo ai quali era. Si ritrovò in uno stretto sentiero
naturale formatosi tra
gli alberi. Guardò in entrambe le direzioni. A sud nulla. A
nord anche, però...
sarà forse stata solo una sua impressione, ma non era una
luce quella che
scorgeva?
Si diresse senza quasi rendersene conto verso quella direzione, senza
nemmeno sapere in fondo perché. Semplicemente decise di
seguire l'istinto, e il
suddetto istinto gli diceva di andare verso quella luce. Era...
confortante,
rispetto a tutto l'ambiente che lo circondava, per non parlare del
freddo che
in quel momento stava provando.
Man mano che avanzava il bagliore si faceva sempre più
intenso. Avvertì
delle voci ancora prima di vedere degli esseri umani. Cauto, decise di
posizionarsi dietro alcuni piccoli arbusti quando seppe di trovarsi in
prossimità della luce. Quando si fu trovato un buon posto,
sbirciò dall'intrico
di foglie davanti a sé.
C'era un piccolo villaggio composto da rozze capanne, in mezzo al quale
si trovava un falò. Attorno ad esso c'erano vari umani,
molti dei quali
dormivano. Due invece erano svegli accanto al fuoco, e conversavano.
- Direi di svegliare quello del formaggio - disse uno - Prima lo ha
fatto proprio poco dopo che è toccato a noi. Io dico che
gliela dobbiamo far
pagare.
Un grugnito fu la risposta dell'altro.
- Bene, allora lo faccio. Così impara a svegliarsi dopo di
noi.
L'uomo si rivolse quindi verso uno degli individui addormentati,
facendo per richiamarlo.
- Sveglia, Ser Formaggio!
Quelle parole, pur non urlate né
dette ad un livello alto, bastarono per far risvegliare Manny e Kyle il
Serio,
il quale si era addormentato a pochi pollici da lui. Non molto
più in là stava
Dyv, in piedi di fronte al focolare con accanto Tash, il quale stava
letteralmente crollando dal sonno.
- E' arrivato il tuo turno di
fare la guardia. - continuò Dyv - Io ho già dato
abbastanza.
L'Issatore biascicò qualcosa che
probabilmente serviva a dare manforte al confratello, ma aveva la bocca
talmente impastata che non si capì nulla. Manny si stupiva
sempre che uno
grande e grosso come lui riuscisse a ridursi a tali livelli, o forse si
faceva
solamente delle illusioni riguardo a quelli con una corporatura
prominente.
- Anche Tash è stanco, adesso te
e qualcun altro venite a darci il cambio. Sveglia il Serio,
lì accanto. Certo
non gli farà male un po' di attività notturna.
L'uomo si passò una mano in
faccia, tentando di riprendersi dal risveglio non proprio desiderato.
Mentre lo
faceva ripensò a tutti i sogni avuti quella notte. I primi
due... oramai quel
genere di incubi li aveva sin troppo spesso. Da quando la madre era
morta dando
alla luce Enna erano state poche le notti in cui aveva avuto dei sonni
tranquilli, per cui non se ne rammaricò più di
tanto.
Quello che lo turbò invece fu
l'ultimo. Da quando quattro giorni prima aveva lasciato la Barriera
ogni notte
sognava una cosa del genere. Non aveva idea di cosa pensare, non sapeva
cosa
stava sognando. Sentiva di essere lui il protagonista del sogno, ma
allo stesso
tempo percepiva di... non esserlo. Era come se si trovasse nelle vesti
di
qualcun altro, o forse anche nella pelle.
Non aveva ancora capito se in
sogno fosse un bruto, un animale, un pokemon o chissà
cos'altro. Qualcos'altro...
No, non ci voleva nemmeno pensare. Tutte le leggende che aveva udito
degli
orrori che si celavano al di là della Barriera: tormente
assassine, belve
feroci, tribù di cannibali... e gli Estranei. No,
decisamente voleva tornare a
sud quanto prima.
Non si sentiva sicuro lì, aveva
paura, ma cercava di controllare le proprie emozioni. Non voleva mica
risultare
un disertore. Si ricordava dell'ultimo confratello che aveva provato a
disertare, era un ragazzo magrolino proveniente da Approdo del Re.
Decisamente
la Barriera non era fatta per lui, nei sei mesi che era stato
lì era deperito
vistosamente.
Poi, una notte, era scomparso. La
sua fuga non era comunque durata molto, era stato riportato alla
Barriera da un
gruppo di abitanti di Città della Talpa ai quali aveva
chiesto aiuto,
illudendosi che provassero pietà per lui. Era stato lord
Fossoway in persona ad
ucciderlo tramite decapitazione, non prima di aver fatto un discorso ai
guardiani radunati davanti al patibolo. Manny era di guardia sulla
Barriera
mentre ciò succedeva, ma anche se non aveva sentito aveva
visto tutto. Il Lord
Comandante che estraeva la lama, il suo Tropius che scalpitava, la
testa del
ragazzino che veniva staccata dal collo, la pozza di sangue...
Manny si alzò in piedi. Sbadigliò
mentre lo faceva, assaporando il freddo pungente dell'aria notturna. Si
sentiva
tutto indolenzito, fu per questo che decise di sgranchirsi un po' i
muscoli del
collo e delle braccia. Distese entrambi gli arti superiori, piegando al
contempo la testa verso sinistra, nel tentativo di riscaldarsi e
scacciare il
torpore. E fu questo a salvargli la vita.
Avvertì lo spostamento d'aria in
ritardo, quando oramai tutto si era compiuto. Fu cose se un improvviso
alito di
vento gli avesse accarezzato la pelle del collo, oppure come se la
pelliccia di
qualche animale gli avesse fatto il solletico. A richiamare di
più la sua
attenzione fu il lamento strozzato che sentì provenire da
davanti sé, e quasi
senza rendersene corto si ritrovò ad alzare lo sguardo. Era
come se qualcuno
stesse soffocando come aveva fatto lui in sogno, e così
effettivamente fu.
Con evidente sgomento in volto
Dyv si stava tastando la gola, incredulo. Da essa infatti spuntava la
coda di
una freccia. Il suo sguardo era terrorizzato, e lo spostò
presto su Manny.
Provò a chiedere aiuto, ma al posto delle parole dalla sua
bocca uscì solo un
mare di sangue. Restò per un attimo in piedi, poi si
accasciò a terra. E fu in
quel momento che Manny si rese conto che se non si fosse stiracchiato
ci
sarebbe stato lui al suo posto.
Non ci fu nemmeno il tempo per
rendersi conto di cos'era successo che un'altra freccia si
conficcò sibilando
nella gamba di Tash. Questo, il quale si era appena accorto di quel che
era
successo a Dyv, non ebbe il tempo di reagire e lanciò un
possente urlo che
riecheggiò per tutta la foresta circostante. Fatto
ciò non poté fare a meno di
cadere malamente a terra, continuando a lamentarsi disperatamente e a
tenersi
la gamba.
Tutti i guardiani si
risvegliarono all'istante, allarmati dal richiamo del compagno. Alcuni
lo
fecero confusamente come Kyle il Serio, il quale si guardava attorno
spaesato,
probabilmente non sapeva nemmeno dove si trovava. Altri invece, come
ser Aden,
in men che non si dica scattarono in piedi, pronti ad affrontare il
nemico e
con la spada in pugno.
- Tutti attorno al fuoco! In
cerchio! In cerchio!
L'ordine risuonò chiaro nella
notte, e tutti immediatamente cercarono di avvicinarsi al focolare, chi
prontamente e chi meno. Manny estrasse la lama e si
posizionò accanto al
superiore, mentre subito dopo a fianco gli si mise Per il Vecchio.
Tutti
presero a scrutare guardinghi il bosco e le case tutt'attorno, a
malapena
illuminate dalla luce del focolare.
Tash invece giaceva a pochi piedi
più in là, proprio accanto al cadavere ancora
caldo di Dyv. Aveva preso a
piangere, implorando i compagni di aiutarlo. Sì, decisamente
Manny aveva
sopravvalutato quelli grandi e grossi. Tash continuò a
singhiozzare per
all'incirca un minuto, diventando l'unico rumore che disturbava
l'irreale
silenzio sceso sulla foresta.
- Aiutatemi! Aiutatemi! Vi prego!
Aiut-
Andò avanti così almeno finché
una nuova freccia gli si piantò nel collo, zittendolo e
uccidendolo
all'istante. Subito tutti alzarono la guardia ancor più di
quanto già non lo
fosse.
- Garny, maledetto vecchio, ti
avevo detto di prendere bene la mira.
Tutti si voltarono immediatamente
verso dove erano arrivate la freccia e la voce femminile.
- Uscite allo scoperto, maledetti
bruti! - gridò ser Aden - Lo sappiamo che siete
lì!
Detto fatto. Una decina di uomini
- almeno - uscirono dalla boscaglia, accerchiando repentinamente i
guardiani, i
quali dal canto loro non si mossero. Dovevano mantenersi compatti se
volevano
avere qualche possibilità di vittoria.
Manny osservò i nemici. Erano
vestiti di pelli nemmeno troppo lavorate e tenute insieme da legamenti
ricavati
dai tendini animali. Alcuni indossavano dei mezzi elmi scolpiti
rozzamente nel
legno, nella rocca oppure rubati a qualche Guardiano della Notte. Tutti
avevano
in mano delle armi, da delle semplici lance con la punta di pietra a
spade
forgiate da un fabbro delle Terre dell'Ovest, indubbiamente strappate
dalle
mani dei cadaveri di qualche ranger. Due bruti avevano un arco e non
poche
frecce. Uno era un vecchio piuttosto attempato (doveva essere il Garny
nominato
dalla voce) e l'altro era una donna. La stessa donna che aveva parlato.
- Oh oh, sembra che dei corvi
siano scesi dal cielo per beccare qualche cadavere! - disse la donna
con tono
ilare - Solo che a parte due corvi a terra non vedo altri corpi. Mi sa
che
avete attaccato qualche preda troppo grossa, e magari anche troppo
viva. Credo
che i corvi stanotte resteranno a becco asciutto!
Alcuni dei bruti scoppiarono in
delle grasse risate. La donna invece mantenne lo stesso sorriso
sardonico,
quasi a voler prendere in giro i guardiani. "Una moglie di lancia"
pensò Manny "Solo una moglie di lancia potrebbe parlare
così.". Alla
Barriera la gerarchia della società bruta era abbastanza
nota. Manny sapeva
quanto bastava per stabilire che le mogli di lancia erano pericolose
quanto gli
uomini, se non di più. Erano nemici insidiosi, da uccidere
assolutamente.
- Chi sei? - chiese Beron Stauton
con fare incerto. La spada che aveva in mano tremava. "La
farà cadere di
questo passo.". Il guardiano aveva paura e si vedeva, Manny non
riuscì a
spiegarsi dove avesse trovato il coraggio di porre un quesito alla
moglie di
lancia.
- Ma come, i corvi non mi
conoscono?
La donna si alterò sembrando
offendersi, anche se il ghigno canzonatorio le restò sul
volto.
- Possibile che la fama di Ondar,
moglie di lancia di Tiessach il Grande, non sia giunta fino alla
Barriera? Mi
sembra impossibile che nemmeno uno di voi corvi mi conosca.
"Ma certo, Ondar. Non poteva
essere nessun altro.". Ondar era responsabile della morte di non meno
di
una ventina di ranger negli ultimi tempi. Il suo simbolo, un cerchio
sanguinolento, era stato ritrovato su molti cadaveri di ranger
scomparsi al di
là della Barriera e lasciati nottetempo ai limiti della
Foresta Stregata. Era
una delle mogli di lancia di Tiessach il Grande, meglio conosciuto dai
guardiani come Tiessach l'Infame.
L'inverno precedente, quando
ancora Manny non era arrivato alla Barriera, il bruto aveva catturato
una
pattuglia di ranger comandata da ser Holimer Buckwell, cavaliere
encomiato dal
re in persona per la sua fedeltà durante la Primavera di
Sangue e ritiratosi
nei Guardiani della Notte per le ferite riportate. Solamente un uomo
dei dieci
che lo accompagnavano ritornò a sud, descrivendo tutte le
ignobili torture
inflitte da Tiessach ai confratelli, in particolare era truce il
momento in cui
ser Holimer era stato costretto a mangiare dei pezzi delle proprie
interiora.
Ovviamente tutti coloro rimasti in mano bruta erano morti. Quel
sopravvissuto
era ancora vivo, cieco e mezzo folle ma vivo e vegeto, e abitava
segregato al
Forte Orientale.
Ondar era una delle più brutali
mogli di lancia di Tiessach, e qualsiasi uomo tremava di fronte a lei.
Nessun
uomo che fosse un Guardiano della Notte almeno, anche se c'erano dei
dubbi
sulla virilità di alcuni di loro. "Non ho paura di lei"
pensò Manny
"Non mi fa paura.".
La osservò mentre quella
continuava a ridere e a prendersi gioco di loro. Se non fosse stata una
nemica
Manny avrebbe pensato che sarebbe anche potuta essere una bella donna.
Sui
trent'anni, corpo formoso ma allo stesso tempo robusto, denti
insolitamente
bianchi per un bruto, ma soprattutto i capelli rossi. I bruti
chiamavano i
rossi "baciati dal fuoco", e li tenevano in grande considerazione.
Sicuramente Ondar era una delle mogli preferite di Tiessach non solo
per la sua
brutalità ma anche per il fatto di essere baciata dal fuoco.
- Allora, corvetti - riprese la
moglie di lancia dopo un bel po' di risatine - Fa freddo questa notte,
che ne
dite se ci scaldiamo un po'?
Mise nuovamente mano all'arco e
alle frecce, facendo poi un cenno al suo compagno che la
imitò.
- Adesso io incoccherò la freccia
e conterò fino a tre. Poi la scoccherò, e uno di
voi corvi cadrà al suolo. Se
proverete a muovervi i miei uomini vi attaccheranno. Allora, cosa fate,
corvetti miei?
Con un ghigno malizioso estrasse
una freccia dalla faretra e la incoccò nell'arco. Poi la
puntò contro il gruppo
di guardiani e prese a contare.
- Uno...
Manny pensò velocemente a cosa
fare. Ser Aden avrebbe certamente ordinato di attaccare, ma
probabilmente la
bruta avrebbe scagliato lo stesso la sua freccia. Poteva colpire uno
qualsiasi
di loro, Manny compreso. Si ripromise di togliersi di lì non
appena il ranger
avesse comandato l'attacco.
- Due...
Vide ser Aden molleggiare la
spada, pronto per scattare. Beron Staunton sembrò farsi
più piccolo al
confronto dei compagni. Yora di Skagos, oltre alla spada, estrasse
furtivamente
anche il pugnale. Mio-Erede cercò di ripararsi il
più possibile dietro al suo
piccolo scudo nero. Per il Vecchio sputò in direzione dei
bruti. Kyle respirava
affannosamente.
- Tr-
- ORA!!!
Il grido del ranger giunse
all'improvviso e i bruti furono lenti a reagire. I guardiani invece se
l'aspettavano, così riuscirono a caricare. Gli arcieri
scoccarono comunque i
loro dardi. La freccia di Garny si piantò a terra, mancando
i parecchio
l'eventuale bersaglio. Quella che scagliò Ondar si
conficcò dritta nel centro
dello scudo di Mio-Erede, il quale crollò all'indietro per
il violento
contraccolpo. Yora nel frattempo lanciò il suo pugnale, che
con letale
precisione si conficcò nell'occhio di un bruto.
Manny senza pensarci corse in
avanti, urlando con quanto fiato aveva in corpo. Quasi immediatamente
si trovò
davanti un bruto, il quale provò a colpirlo con la sua
ascia. Manny, quando
questo menò un fendente con la sua pesante ascia, decise di
non combatterlo ma
di scansarlo. Evitato agilmente il colpo approfittò del suo
sbilanciamento in
avanti per assestargli una ginocchiata al fianco e lo
sorpassò. Con la coda
dell'occhio vide Yora di Skagos ingaggiare il combattimento con quel
bruto.
Una lancia di un secondo bruto lo
sfiorò proprio mentre sbirciava, così si decise
di non perdere di vista il
proprio obbiettivo. Continuò a correre, finché
gli venne incontro un bruto
urlante che menava fendenti a destra e a manca. Non fu difficile da
abbattere,
bastò abbassarsi quando quello provò un affondo e
trafiggerlo al ventre dal
basso. Manny estrasse la spada, si rialzò velocemente e
proseguì verso il
proprio obbiettivo.
Fin da quando Ondar aveva deciso
di rompere gli indugi Manny l'aveva scelta come proprio avversario. Era
pericolosa per quanto fosse una donna, e se l'avesse uccisa avrebbe
contribuito
non poco a debellare gli ultimi capi dei bruti rimasti oltre la
Barriera. In
fondo, nonostante all'inizio avesse odiato quell'ambiente e il suo
nuovo
incarico, aveva preso a cuore la missione e ci teneva ad adempiere al
suo
dovere rispettando i voti che aveva pronunciato.
Evitato un altro bruto si ritrovò
finalmente di fronte agli arcieri. Almeno ad uno di essi. Ondar si era
posizionata a vari piedi di distanza, scagliando frecce contro i
nemici. Alcune
erano andate a segno, poiché Manny vide ser Aden zoppicare e
Per giacere a
terra con due dardi che gli spuntavano dalla schiena.
Quello che Manny affrontò fu
Garny, il vecchio arciere agli ordini di Ondar. Vedendoselo davanti
all'improvviso, il bruto si spaventò e tentò di
scagliare contro di lui la
freccia che stava incoccando in quel momento. Erano a distanza
ravvicinata, per
cui se il dardo l'avesse colpito la forza l'avrebbe sicuramente
trapassato. Ma
Garny si dimostrò nuovamente un inetto con l'arco, mancando
il bersaglio.
Manny così gli si avvicinò senza
indugio. Vide chiaramente il terrore del vecchio, il quale
provò a proteggersi
con l'arco prendendolo in mano come se fosse una spada. Quando Manny fu
giunto
a pochi passi da lui provò a colpirlo, ma il Guardiano della
Notte lo scansò
senza fatica, facendo toccare terra ad un'estremità
dell'arco, immobilizzandolo
con il piede e spezzandolo con un secco colpo di spada.
Il vecchio probabilmente capì che
per lui era finita, ma cercò ugualmente di proteggersi con
le mani. Manny non
esitò comunque nell'ucciderlo. Gli si avvicinò e
con una mano lo afferrò dietro
alla nuca, costringendolo a spingersi in avanti. Poi con la spada
sguainata lo
trafisse all'altezza del cuore. Il vecchio non emise nemmeno un
lamento, e
quando Manny estrasse la spada si accasciò a terra senza
muoversi più.
Non era la prima volta che
uccideva un bruto. Nei suoi quattro anni alla Barriera ne aveva
affrontati di
nemici, e ne aveva uccisi quasi altrettanti. La sua prima uccisione si
era
registrata alla terza perlustrazione oltre la Barriera, sotto gli
ordini dello
stesso ser Aden. Avevano sorpreso un piccolo accampamento di bruti ed
avevano
ingaggiato un furioso combattimento, da quale solo pochi dei guardiani
presenti
erano usciti. Manny era tra quelli.
Aveva ucciso il suo primo nemico,
quel giorno. Era una donna, la quale però gli si era fatta
incontro brandendo
un'ascia. Manny aveva esitato. Com'è
possibile, si era chiesto, che io
uccida una donna?. Ma alla fine, temendo per la propria vita,
l'aveva
fatto. Le era passato alle spalle e l'aveva uccisa menandole un colpo
tra le
scapole. Si era tormentato per mesi per aver strappato quella vita, ma
poi
quando uccise un secondo bruto, poi un altro e poi un altro ancora
smise di
struggersi. Era il suo dovere di Guardiano della Notte, e se si fosse
lasciato
sopraffare dai sentimenti non avrebbe mai potuto svolgere il proprio
ruolo.
Manny fece per pulirsi la spada
nel mantello. Odiava doverla utilizzare quando era sporca, e in
mancanza di uno
straccio si doveva arrangiare. Avrebbe poi lavato l'indumento ad un
fiume, oppure
se fosse stato paziente sarebbe ritornato alla Barriera e l'avrebbe
dato ad un
attendente addetto.
Proprio mente lo stava facendo
però avvertì un'esplosione di dolore alla gamba.
Non ce la fece più a
sorreggerla, così si ritrovò costretto in
ginocchio. Per evitare di cadere con
la faccia nella neve si sorresse con una mano e guardò
inavvertitamente in
basso. Dal suo ginocchio spuntava la punta ormai rossa di una freccia.
- Garny! NO!
L'urlo arrivò distorto dalla
rabbia ma fin troppo chiaro da dietro alle spalle di Manny.
Cercò di girarsi
per vedere il bastardo che l'aveva colpito, ma non ce la fece a farlo e
a
sorreggersi allo stesso tempo. Cadde così di fianco,
rivolgendosi parzialmente
verso la direzione opposta e potendo vedere il suo aggressore.
A quanto pare Ondar aveva visto
tutta la scena dell'uccisione di Garny, e senza perdere tempo si era
avvicinata
a Manny mentre quello era distratto colpendolo con una freccia. La
moglie di lancia si stava avvicinando sempre di più, estraendo nel
frattempo una nuova
freccia dalla faretra. La sua faccia era distorta da un'espressione
furiosa.
- Tu! Maledetto bastardo! Come
hai osato uccidere Garny!?!
Incoccò la freccia nell'arco e si
preparò ad uccidere Manny.
- Muori corvo! MUORI!!!
Manny ebbe solamente un attimo
per realizzare che era finita. Tutta la sua vita gli passò
davanti in un
attimo, da quando giocava con Garry a quando era morta sua madre, dal
furto
della forma di formaggio all'uccisione della donna bruta. Si rese conto
che non
voleva morire in quel momento, ma aveva troppo poco tempo per reagire.
Non
riuscì a decidere se rassegnarsi oppure no.
Ma, proprio mentre Ondar stava
per rilasciare il braccio, venne spinta in avanti e cadde lunga distesa
nella
neve. La freccia partì comunque, ma essendo stata
bruscamente distolta dalla
traiettoria andò a conficcarsi nel terreno immediatamente
vicino a Manny.
Quello, incredulo, guardò il proprio salvatore. Beron
Staunton, quello
smidollato, stava in piedi a poca distanza, ansimante. Poi il giovane
guardiano
si scagliò contro la moglie di lancia, la quale nel frattempo
si stava rialzando.
Manny realizzò che era
l'occasione giusta per spostarsi. Provò ad alzarsi, ma la
gamba si rivelò
troppo messa male per poter anche solo sperare di zoppicare. Si
trascinò fin
quando poteva con la gamba sana verso una zona in cui non infuriava il
combattimento, poi crollò a terra. Così si
ritrovò a strisciare nella neve,
gomiti immersi nella terra e con la gamba ferita che si trascinava
pesantemente.
Mentre strisciava e la neve si
compattava e scricchiolava sotto il suo peso, rischiò di
finire calpestato
molte volte durante il tragitto. Ogni qualvolta qualcuno gli veniva
addosso
l'istinto gli diceva di ripararsi la testa, ma tutte le volte decise di
fingersi morto. Questa strategia si era rivelata vincente
già in altre
occasioni, e anche questa volta lo fu.
Individuò ser Aden con non poca
difficoltà. Inizialmente in mezzo alla confusione non
riuscì a distinguere
nulla dal turbinare di pelli grigie e nere, ma poi grazie ad un attimo
di tregua
lo scorse. Era anch'egli chino a terra, una freccia nella schiena.
Rynkel stava
duellando con un bruto a poca distanza, mentre Yora lo proteggeva.
Manny riuscì a trascinarsi fin
dov'erano ser Aden quasi per miracolo. Fece un giro ampio, che gli
richiese
anche fin troppo tempo. Almeno però evitò di
essere scorto, e finalmente riuscì
a posizionarsi accanto al comandante. La freccia l'aveva colpito alla
spalla
destra, fortunatamente non era un colpo mortale. Con un po' di lavoro
probabilmente maestro Darem sarebbe riuscito ad estrarla.
- Manny - fece ser Aden,
accorgendosi di lui - Credevo fossi morto. Che hai fatto?
- Una freccia... nel ginocchio...
L'uomo si stupì della propria
voce. Ancora non si era sentito, sicuramente non si doveva essere reso
conto che
lo shock gli aveva fatto assumere un tono assurdamente roco.
Trovò comunque la
forza di continuare.
- Voi...
- Una freccia nella spalla.
Niente di che, solo non riesco più a muovere il braccio
della spada. Odio dover
farmi proteggere, vorrei tanto combattere.
Proprio in quel momento giunsero
attorno al comandante anche i guardiani rimanenti. Rynkel si
posizionò dietro a
Manny e al ranger, spada e scudo ben alzati e rivolti nella direzione
opposta.
Yora invece si mise davanti al comandante, spada in una mano e pugnale
nell'altra. La mano del pugnale sanguinava, dove prima c'era il mignolo
adesso
c'era un moncherino fumante per il freddo.
Ci fu una pausa dai
combattimenti, e un silenzio innaturale calò sul campo di
battaglia. I bruti
accerchiarono nuovamente il gruppo, senza però attaccare.
Manny guardò a terra,
cercando di identificare i corpi sparsi qua e là. Per il
Vecchio giaceva come
prima, immobile, probabilmente era morto. Kyle il Serio era steso un
poco più
in là, anch'esso immobile. I corpi di Dyv e Tash erano nelle
stesse posizioni
in cui si erano accasciati all'inizio del combattimento. Vari bruti
facevano
compagnia a tutti loro, ma pur essendone morti per lo meno una mezza
dozzina i
nemici restavano comunque troppi.
Però... Manny aveva l'impressione
che mancasse qualcuno. Sapeva che non era il momento giusto, ma
cercò di fare
mente locale per ricordare, cosa non facile data la situazione critica.
Rynkel,
ser Aden, Yora con lui in mezzo... Tash, Dyv, Kyle e Per a terra
morti... Ma
certo! Dov'era Beron Staunton? L'ultima volta che Manny l'aveva visto
era
quando l'aveva salvato da Ondar.
La risposta giunse quasi
immediata. In mezzo ai bruti si aprì un varco, dal quale
eruppe Ondar, la quale
tirava Beron Staunton per i capelli. Aveva la faccia pesta e gonfia e
il sangue
gli scendeva copiosamente dal naso, segno che probabilmente era rotto.
Un
braccio gli pendeva inerte. La moglie di lancia lo gettò
malamente a terra,
bloccandogli la testa contro il terreno con un piede prima che potesse
scappare.
- Maledetti corvi - eruppe - Mai
che vi facciate ammazzare senza fare storie.
Ser Aden alzò orgogliosamente la
testa. Ondar lo guardò in cagnesco, ma presto
spostò lo sguardo su Manny,
adagiato accanto al ranger.
- Tu! - ringhiò - Hai ucciso
Garny, e la pagherai! Ti scuoierò e userò la tua
pelle come mio stendardo! At-
La donna non fece in tempo a
finire la frase che tre bruti accanto a lei vennero spazzati via.
Caddero a
terra oppure volarono via come fuscelli di legno, non facendo nemmeno
in tempo
ad urlare. Gli altri si abbassarono istintivamente, persino Yora e
Rynkel lo
fecero, pur mantenendo alta la guardia.
Al primo attacco ne fese seguito
quasi subito un secondo, il quale abbatté non meno di altri
quattro bruti.
Alcuni finirono direttamente addosso a Yora, il quale, superato
l'iniziale
stupore, li finì velocemente col suo pugnale. Ondar
lasciò perdere il povero
Beron Staunton e si girò con un'espressione incredula, e non
poté fare nulla
per evitare un nuovo attacco diretto verso di lei.
La bruta venne scaraventata
addosso a ser Aden, il quale venne travolto. Entrambi caddero addosso a
Manny,
e tutti e tre si ritrovarono in uno strano miscuglio di corpi in mezzo
alla
neve. Manny si ritrovò disorientato, tra il dolore per il
ginocchio e il
"combattimento" a cui stava prendendo parte non riuscì
più a fare
niente di sensato.
Ad un certo punto ser Aden sembrò
scomparire. In realtà, come Manny apprese più
tardi, era stato tirato fuori
dalla mischia da Rynkel Mio-Erede, sopraggiunto a causa della fuga
degli altri
bruti, spaventati dal misterioso assalitore.
Così infine si ritrovarono
solamente loro due a combattere, Manny e Ondar. La donna
riuscì presto a
inchiodarlo a terra, ginocchia sul petto e mani a bloccare le braccia
del
confratello. In una di esse brandiva un pugnale.
- Bastardo di un corvo! Ancora
non ne hai abbastanza!?!
Alzò la mano con il pugnale, la
punta rivolta verso il basso e pronta a trafiggere le carni di Manny.
- Muori, corvo! MUORI!
Manny pensò di essere spacciato.
Ebbe una reazione analoga a quella di prima, con scene familiari che
gli
passavano davanti agli occhi come la lunga ma statica e relativamente
breve
vita di una pianta. Come un albero che viene abbattuto egli stava per
essere
falciato, e la sua guardia sulla Barriera avrebbe avuto la sua fine.
Ondar sembrò congelarsi in un
instante, la lama del coltello sospesa a mezz'aria. La presa si fece
poco a
poco più lenta, mentre una chiazza rossa si andava a formare
dove la punta
della lama spuntava dalla pancia della bruta. Il coltello cadde e il
ferro
sbatté rumorosamente sul terreno accanto alla testa di
Manny. La presa di Ondar
si fece molle, e poi la donna si accasciò addosso a Manny,
ormai morta.
L'uomo non riuscì a credere a
cos'era appena successo. Stava nuovamente per morire e nuovamente era
stato
salvato da un suo confratello. Chi avrebbe dovuto ringraziare al pari
di Beron
Staunton? Deciso a guardare in volto il suo salvatore, si
scrollò di dosso il
cadavere ancora caldo, imbrattandosi di sangue. Non gli fu difficile
scorgere
la lama che aveva trafitto Ondar.
Solo che nessuno la brandiva.
Restava sospesa a mezz'aria, come tenuta da un fantasma. Poi un drappo
legato
all'elsa la rimise nel fodero, il quale era anch'esso tenuto dal
drappo. Che
fosse stato salvato da uno spettro? O peggio ancora da un Estraneo? La
risposta
era così ovvia, ma essendo scampato alla morte due volte in
meno di una decina
di minuti Manny doveva ancora riprendersi dallo shock.
Ma un raggio di sole - perché nel frattempo era spuntata l'alba - rischiarò la
"creatura", mettendola finalmente in mostra al guardiano della notte.
Un sorriso ilare, un ghigno quasi canzonatorio, era impresso sul fodero
della
spada. Poco al di sopra un occhio rotondo dalla sottile pupilla nera lo
scrutava. Un occhio azzurro e freddo come il ghiaccio.
Note dell'autore
Ed eccoci col quarto capitolo! Imploro perdono per il mostruoso
ritardo, ma l'inizio di aprile si è rivelato l'inferno sceso
in terra per quanto riguarda la scuola. E pensare che credevo di aver
superato il momento critico...
So che la storia non possa sembrare molto avanzata a livello di trama
fino a adesso, ma sto cercando di equivalere Martin nella
complessità (e complice anche il fatto di non avere tutto il
tempo del mondo per scrivere), ma vi giuro, da da questo capitolo viene
fatto un importante passo avanti.
A presto,
A_e
PS ora provvedo anche a rendere più leggibile il testo a livello di carattere, mi piange il cuore a vedere un opera semi-martiniana straziata dall'Arial.