Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: Ashura_exarch    21/04/2015    1 recensioni
[crossover con Pokémon più orientato verso il mondo martiniano]
Westeros, 386esimo anno dopo la Conquista di Aegon. Al Tridente è stato Rhaegar a vincere e non Robert, e ancora oggi il suo discendente Jaehaerys III è al potere. Ma la morte improvvisa del Primo Cavaliere, il rinnovamento di antichi rancori derivati dalla precedente ribellione, un torneo degenerato e una minaccia sovrannaturale rischiano di annientare per sempre i Sette Regni. Come ulteriore elemento di destabilizzazione vi sono i pokemon, bestie ricercate a Westeros e comuni ad Essos. Ce la faranno i Sette Regni a sopravvivere?
Genere: Drammatico, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Manny

Alberobianco risultò essere esattamente come il gruppo pensava: completamente vuoto e deserto. Prima di esso avevano ispezionato i villaggi di Pietranera, Sorgenteghiacciata e Casa-sul-Torrente, tutti vuoti. I bruti sembravano essersi volatilizzati, di loro nessuna traccia. Nessun altro segno di vita poi, né animali né pokemon. Anche la natura sembrava farsi più rada e spoglia man mano che proseguivano.
Già da un po' Manny si chiedeva se non avessero dovuto già essere rientrati alla base. Erano quattro giorni che proseguivano verso nord solo per ottenere lo stesso risultato: villaggi vuoti e abbandonati, la neve che ricopriva le case facendole crollare. Quei risultati desolati e desolanti stavano facendo venire i nervi a fior di pelle ai ranger in perlustrazione, che cominciavano a mostrare già da un po' evidenti segni di nervosismo.
Il sole cominciò a tramontare poco dopo che arrivarono ad Alberobianco, ma ser Aden non si diede per vinto. Ordinò a tutti di esplorare le poche case del villaggio in cerca di qualche segno degli abitanti. Evidentemente non accettava il risultato scarso, visto che il Lord Comandante Fossoway li aveva inviati in perlustrazione per scoprire perché i bruti si stessero riversando in massa verso la Barriera, arrendendosi pur di venire fatti passare.
Tutto era cominciato da due inverni prima, quando ancora Manny era poco più di un poppante e abitava nelle Terre dei Fiumi con la sua famiglia. I bruti avevano cominciato a venire verso sud appena le temperature si erano fatte più rigide, certi organizzati in vere e proprie bande armate con l'intenzione di passare con la forza, altri solo in grandi gruppi di donne e bambini frignanti, tutti con un solo obbiettivo: passare la Barriera e andare a sud.
All'inizio i Guardiani non avevano esitato a rifiutare loro il passaggio e ad uccidere quelli che tentavano di forzare gli ingressi, uomini, donne o bambini che fossero. Ma di fronte a un sempre maggiore afflusso di gente alcuni avevano ceduto e li avevano fatti passare. Altri invece si mantenevano fedeli al dogma dei Guardiani, e molti altri ancora non seppero minimamente come comportarsi.
Ci pensò il nuovo Lord Comandante Garreth Butterwell a stabilire il da farsi: impedire a qualunque costo l'ingresso dei bruti a Westeros, ucciderli se necessario. Grazie a questa linea i Guardiani erano andati avanti sino alla Primavera di Sangue, quindici anni prima, quando lord Butterwell era stato portato via da una polmonite e al suo posto era stato eletto il più moderato Hurdon Cartwell, il quale aveva stabilito di far passare i fuggiaschi.
Molti nutrivano dei dubbi verso questa politica, ma gli anni avevano fatto presto a passare e con essi anche i Lord Comandanti. Ogni successore di Cartwell aveva adottato un comportamento diverso riguardo ai bruti, e ancora quello di Rylen Fossoway rimaneva un mistero per tutti. Più che voler accogliere i rifugiati sembrava più che altro voler scoprire la causa di quella migrazione ininterrotta che andava avanti quasi da un ventennio, ed era per questo che inviava regolarmente squadre di ranger in perlustrazione per tentare di capirci qualcosa. Erano due anni oramai che queste missioni non portavano a nulla di costruttivo.
Dopo un rapido sopralluogo per accertarsi che il posto fosse davvero deserto il gruppo si riunì nello spiazzo principale, non molto distante dall'albero-diga.
- E' deserto come appare - osservò Beron Staunton.
- Già - ser Aden Hetherspoon non appariva contento - Ma voglio evitare di avere sorprese, qualcuno deve esaminare per bene tutto. Per, quante case ci sono in tutto?
- Mah - rispose l'interpellato con fare interrogativo, inarcando il sopracciglio dell'occhio guasto - Direi sei o sette, non so contare molto bene, ma credo che sia la cifra giusta.
- Allora, Per e Yora, controllate la parte sud. Manny e Kyle la parte nord. Tash, Dyv e Mio-Erede, voi verrete con me, controlleremo qui nei dintorni per vedere se qualche bruto ci vuol fare una sorpresa. Staunton, tu pensa ai cavalli e accendi il fuoco. Ci accamperemo qui per stanotte, non voglio arrischiarmi a proseguire oltre.
La squadra era composta da nove ranger, che oltre al Ranger Anziano ser Aden Hetherspoon e a Manny erano Kyle il Serio, Yora di Skagos, Beron Staunton, Tash l'Issatore, Per il Vecchio, Dyv di Città di Harroway e Rynkel Mio-Erede. E decisamente il Serio era quello che a Manny stava meno simpatico di tutti.
Kyle proveniva da Vecchia Città, dalla Cittadella per la precisione. Aveva studiato per diventare un maestro, ma era stato mandato alla Barriera dopo essere stato accusato dello stupro di una nobile di basso rango. Il caso era stato portato davanti a lord Hightower, che per non avere problemi l'aveva mandato alla Barriera due anni prima.
Era stato detto il Serio perché non sorrideva mai, ed era sempre avvolto da un'aria saccente quasi che fosse stato un maestro. Che probabilmente avrebbe corrisposto a verità se solo non fosse stato accusato di quel crimine infame. Era stato rifiutato come attendente del maestro Zick semplicemente perché c'erano già Cappello e Ril Quellobasso per questi ruoli. Era stato rifiutato anche dai costruttori per il suo fisico non particolarmente prestante, e per questo era stato dato ai ranger. L'unico suo pregio era quello di avere una vista acutissima, cosa utile almeno quella.
Dopo che tutti si furono allontanati per adempiere alle proprie mansioni, Kyle e il Serio si avviarono verso le capanne nella parte nord del villaggio. Cominciarono da quella più distaccata dall'agglomerato, secondo il Serio almeno si sarebbero liberati subito della zona più pericolosa. A Manny sembrava sempre di essere nella zona pericolosa, col Serio di fianco. Non se ne stava mai zitto, e la sua logorrea poteva risultare molto svantaggiosa nei momenti in cui dovevano starsene in silenzio.
Appena entrarono nella capanna li accolse un ambiente davvero desolato. Nella stanza regnava un freddo pungente, quasi che un fuoco non vi venisse acceso da mesi. Effettivamente lo spiazzo del focolare appariva sgombero da pezzi di legno e da cenere, tranne che per qualche sporadica scheggia congelata.
- Decisamente qui non si accende il fuoco da un po' - sottolineò in maniera ovvia il Serio mentre Manny si chinava ad esaminare i resti del falò.
"Grazie, signor sotutto. Per Arceus, vedi se dovevo venire alla Barriera per ritrovarmi questo idiota sempre tra i piedi". In quattro anni di permanenza nell'estremo Nord Manny non aveva mai incontrato nessuno che gli desse così fastidio. Il Serio era risultato sgradito a tutti fin dal suo arrivo, e negli ultimi tempi si era appiccicato in maniera del tutto sgradevole proprio a Manny, soprattutto adesso che erano insieme in missione al di là della Barriera. Stava seriamente cominciando a chiedersi se veramente avrebbe infranto il giuramento da guardiano "dimenticandosi" un confratello nelle distese gelate in mezzo alla Foresta Stregata, in preda ai lupi, ai bruti e a... altre cose.
Mentre Manny si rialzava il Serio prese ad ispezionare l'arredo in maniera sin troppo rumorosa. Se arredo si potevano chiamare due tende logore e una buca di terra ricoperta da un grosso sasso. Le tende erano di un color rosa sbiadito e risultavano ruvide, indurite da molti anni di freddo. La buca invece non conteneva nulla di interessante, pochi ramoscelli e un tozzo di pane andato a male e duro come il marmo. "Sì, decisamente qui non abita nessuno da mesi" pensò Manny gettando via quel cibo immangiabile.
Uscirono dopo poco, dirigendosi verso le altre capanne. Quella che avevano appena controllato era leggermente distaccata dal resto del villaggio, e per tornarvici dovevano percorrere una cinquantina o più di piedi tra gli alberi. Appena si incamminarono il Serio prese di nuovo a parlare su quanto quel posto fosse deprimente e desolato.
Ma Manny aveva altro per la testa. Sentiva una strana sensazione fin dal giorno precedente, che si era fatta più forte sin da quando erano arrivati in vista del villaggio. Si sentiva uno strano pizzicorino sulla nuca, quasi fosse sempre sotto lo sguardo di qualcuno. O qualcosa.
La Foresta Stregata lo aveva messo a disagio sin da quando vi si erano addentrati, ma mai come adesso. Nonostante non fosse la prima volta che vi andava per una pattuglia, sentiva che c'era qualcosa di diverso in quel periodo. Sentiva di non essere solo, o meglio di non esserlo assieme ai compagni. C'era qualcun'altro, anzi, qualcos'altro che li seguiva da un po'. Almeno era questa la sensazione che tormentava il Guardiano già da un po' di notti.
Un fruscio, appena percettibile. Il Serio smise di parlare appena Manny sguainò la spada, i riflessi allerta. Proveniva da dietro di loro, questo Manny l'aveva capito. Rimase immobile per un attimo con il Serio che lo guardava stupito. Poi si voltò fulmineamente, puntando la spada al collo del presunto aggressore. Che si rivelò essere Rynkel Mio-Erede.
- Scusa amico - fece lui alzando le mani - Non volevo spaventarti. Solo che dovevo passare di qua e per farlo ho dovuto smuovere un po' di cespugli. Ho fatto un po' di casino?
- Aye, eccome se l'hai fatto - rispose Manny stizzito, rinfoderando la spada - Se fossi stato un bruto saresti già morto e sepolto.
- Non sono mai stato un granché nel muovermi furtivamente.
Rynkel abbassò le mani sorridendo. Aveva il sorriso facile lui, riusciva sempre a sorridere per tutto.
- Truffare era il mio mestiere, non sfilare i soldi dalle tasche dei proprietari. Erano loro stessi a darmeli.
- Sì, sì - intervenne il Serio, ripresosi da un attimo di spavento - Sappiamo tutti quello che facevi prima di finire qui, Duskendale alla fine aveva finito i fessi da truffare e hai provato a venire ad Approdo del Re, solo che quelli delle Cappe Dorate ti hanno preso al primo...
- Sappiamo anche - lo interruppe Rynkel - come tu ti sia fatto quella nobildonna giù a Vecchia Città e come il promesso sposo era andato a piangere dal benevolo lord Hightower, e di come tu abbia gagliardamente tremato davanti...
- Adesso basta! - li interruppe Manny. Il Serio era diventato tutto rosso, sembrava un pokémon di tipo Fuoco, mentre Mio-Erede aveva assunto un non troppo rassicurante sorrisetto malizioso. Aveva già abbastanza preoccupazioni per la testa e non aveva intenzione di farne nascere un'altra con un litigio tra confratelli, cosa assolutamente da evitare.
- Mio-Erede, che stai facendo qui? Non dovevi stare con ser Aden a perlustrare il bosco?
- Sì - rispose questi senza distogliere lo sguardo dal Serio - Mi ha detto di andare da questa parte e io ci sono andato, ho solo eseguito un ordine. E' stata solo la sfortuna che ci ha messo sulla stessa strada, non ti pare?
Manny non sapeva se credergli o no, Mio-Erede era notoriamente un gran contaballe, ma per quella volta decise di far finta di nulla. Erano a tante, troppe miglia a nord della Barriera, ed avere dei dissidi coi suoi compagni non rientrava tra le sue prerogative. Adesso voleva solo pensare ad assolvere il suo dovere e tornare dietro il muro di ghiaccio al più presto.
- Sì, va bene, adesso torna a cercare bruti però. - concluse Manny, facendogli cenno che poteva andare.
- Certo, ser Manny del Formaggio! - ghignò Mio-Erede prima di svanire tra i cespugli.
- Ah, certa gente non cambierà mai - sospirò Manny, rivolto più a sé stesso che al compagno. Il quale però male interpretò le parole e prese con un nuovo sproloquio.
- Guarda, non me ne parlare, giù alla Cittadella ce n'erano di palloni gonfiati, pensa che una volta c'erano due dorniani...
Manny lo lasciò sproloquiare mentre cominciò ad incamminarsi nuovamente verso il villaggio. Durante il breve tragitto ripensò a Mio-Erede e al motivo per cui era alla Barriera. Prima abitava a Duskendale e per vivere si occupava di truffe, spesso a danno di vecchi mercanti o locandieri in punto di morte. Era abile al punto di farsi proclamare erede universale di tutti i beni della vittima (da qui il suo soprannome), accumulando così una discreta fortuna.
Ma alla fine il suo volto era diventato troppo noto a Duskendale ed era stato costretto a cambiare aria. Aveva pensato che Approdo del Re sarebbe stato il luogo perfetto, ma appena vi aveva messo piede era stato arrestato dalle Cappe Dorate. A quanto pare persino lord Rykker aveva udito di questo truffatore e si era addirittura disturbato a mandare un corvo al comandante delle Cappe Dorate per farlo arrestare. Poi appena era passato il reclutatore dei Guardiani della Notte Rynkel si era subito offerto volontario per la Barriera piuttosto che marcire in una putrida cella per il resto dei suoi giorni.
Lui e Manny erano stati imbarcati assieme per la Barriera. Lui era salito sulla nave quando questa aveva fatto scalo a Padelle Salate assieme ad altri tre criminali. E perché era lì? Semplicissimo, aveva rubato dalle scorte di lord Bracken. Nessuna importanza avevano le motivazioni di Manny: la sua famiglia moriva di fame. E lady Elna cosa aveva risposto? "Come tutti del resto", sue testuali parole, ed era stato mandato alla Barriera.
Lui e Rynkel avevano subito fatto amicizia, e quando il secondo era stato soprannominato Mio-Erede Manny era diventato Ser Formaggio, in quanto aveva preso il nero per una forma di formaggio. "Mai nessuno era stato punito per crimine più stupido" si ritrovava spesso a pensare Manny sul proprio fato.
Usavano quei soprannomi per scherzo, del resto erano amici e potevano fare poco o nulla col loro passato. Avevano sbagliato e adesso erano alla Barriera per sempre, decisamente meglio scherzarci sopra piuttosto che compatirsi. E così Rynkel era lì per un pugno di monete, mentre invece Manny per un po' di formaggio.

In tutto il resto del villaggio non trovarono nulla di interessante. Esplorarono l'ultima casupola assieme a Per e Yora, i quali avevano finito di ispezionare la propria parte di villaggio, ma nemmeno da quel posto risultò esservi nulla di particolare. In definitiva quello era l'ennesimo villaggio deserto in tutti i sensi.
Quando ebbero finito, non sapendo cosa fare, decisero di andare al falò che Beron Staunton aveva acceso nel mentre che loro scandagliavano le case. Il sole era definitivamente tramontato, motivo in più per fare in quel modo. Aveva fatto veramente un buon lavoro, il fuoco ardeva e scoppiettava che era una meraviglia da guardare. E ancor di più da individuare da lontano. I guardiani dovevano solo sperare che non ci fossero bruti nei paraggi.
Aspettarono pazientemente che ser Aden e gli altri terminassero il loro giro di ricognizione, cominciando nel frattempo a pasteggiare e a conversare. Qualcuno tirò fuori della carne secca, Yora aveva con sé un corno di birra, così fecero un giro di bevute ognuno e si dividettero le dure striscioline. Manny assaporò la sua per parecchio tempo, gustando il sale che si scioglieva in bocca. Era decisamente una bella distrazione dal freddo pungente della notte appena calata.
- Spero che abbiate lasciato un po' di birra anche per me.
Nessuno si era accorto del sopraggiungere di Aden Hetherspoon. All'udire le sue parole tutti i discorsi si interruppero e calò un silenzio di tomba. Il Ranger Anziano prese posto davanti al falò, sistemandosi accanto a Per il Vecchio e a Yora di Skagos. Tash, Dyv e Rynkel lo seguirono a ruota. Manny si ritrovò stretto così tra Mio-Erede e Beron Staunton, ma non si poteva certo lamentare. Tutti i posti erano meglio di quelli vicino a Kyle il Serio, e compativa per questo Dyv e Tash.
- Bel lavoro, Staunton. - disse Hetherspoon mentre masticava una striscia di carne - Questo fuoco è venuto fuori proprio bene. Talmente bene che se fossi stato un bruto saresti già morto. La prossima volta vedi di farlo in un posto più riparato.
Beron Staunton, inizialmente galvanizzatosi, chinò la testa affranto a sentire il severo tono del Ranger Anziano. Effettivamente il bivacco era sorto al centro del villaggio, in un luogo facilmente avvistabile dall'esterno. Oramai comunque era stato fatto lì, non ci si poteva fare più nulla.
- Comunque - proseguì il ranger - Passatemi quella birra.
Yora, che aveva in quel momento il corno in mano, glielo diede repentinamente. Ser Aden tracannò una bella sorsata, poi ridiede la birra al legittimo proprietario.
- Scommetto che questa te l'ha data Dawsin. In effetti mi sono sempre chiesto cosa facesse quel cuoco col grano che metteva da parte. Bé, niente di speciale, ma decisamente meglio di quello schifo che Fossoway chiama vino.
"Sicuramente" pensò Manny "Quando stava nelle Terre dell'Ovest beveva birra migliore.". Solo che quanto si era trattato di scegliere ser Aden aveva scelto la parte sbagliata. Era al seguito di Ascar Lannister quando questi tentò di portare rinforzi a Maelor Darksister che assediava Vecchia Città, ed era uno dei suoi fedelissimi. Era stato uno dei primi a radunarsi a Lannisport e aveva combattuto a Castamere e al Lago Rosso. Infine era rimasto ferito alla Battaglia dell'Acqua Insanguinata ed era stato preso prigioniero dalle truppe fedeli al re. Poi, quando Rylen Lannister gli aveva dato la possibilità di scegliere tra la Barriera e la decapitazione l'alternativa da scegliere era parsa ovvia.
Sì, decisamente birra e vino erano migliori prima. E pensare che mentre tutto questo succedeva Manny correva mezzo nudo per il suo villaggio nelle Terre dei Fiumi, con Harry che rideva e Garry che lo rincorreva. Ah, la sua famiglia, quanto gli mancava. Harry, il solo fratello più grande di lui, poi venivano Garry, Morne, Benny, Norry ed Enna, senza contare il piccolo Jon, il pargolo che Harry aveva avuto dalla figlia del fornaio. Poi c'era Nyx. Ma non pensava di averlo mai conosciuto un granché, suo fratello minore, nonostante fosse più piccolo solamente di un anno rispetto a lui. C'era suo padre anche, un uomo tanto buono. E sua madre...
Manny venne distolto dai suoi pensieri da ser Aden, il quale aveva ripreso a parlare.
- Tsk, se Fossoway avesse voluto che indagassimo a fondo ci avrebbe dovuto dare più scorte. Che volete ne capisca uno dell'Altopiano. Sapete che vi dico? Domani ci rimettiamo in marcia e arriviamo fino al Lago Azzurrabrina. Se anche lì non troviamo niente torniamo indietro. Mi fanno male le terga a forza di dormire per terra, non vedo l'ora di stare di nuovo nel mio letto del Castello Nero, e voi?
Un mormorio di assenso si diffuse tra la truppa in nero. Decisamente tutti erano d'accordo con l'idea di ser Aden.
- Bene, allora faremo così. Ma ci dobbiamo arrivare a quel lago, sapete come diventa Fossoway quando non gli va bene qualcosa. Magari gli diciamo che siamo andati anche un po' oltre, non tanto ma un po', giusto per farlo più contento.
Tutti acconsentirono, anche Manny. Il Lord Comandante era senza dubbio una brava persona, ma quando ci si metteva sapeva essere anche peggio di Kyle il Serio. L'aveva visto una volta accanirsi contro un attendente che non aveva svolto un non meglio determinato compito. A quel poveraccio gli c'era voluto come minimo un mese per riprendersi.
Poi quell'uomo stava sempre col suo Tropius al fianco. Manny sapeva che quella specie era tranquilla, ma guardando quello del Lord Comandante mai si sarebbe detto. Quel pokemon era intrattabile e nel migliore dei casi lanciava sguardi minacciosi e ringhi a qualsivoglia persona gli passasse davanti, tranne ovviamente il padrone. Nel peggiore dei casi invece menava testate a più non posso, e parecchi confratelli si erano ritrovati senza sensi per non avergli prestato la dovuta attenzione. Il poveretto già citato aveva quasi perso un dito per un morso che gli era stato rifilato dal pokemon.
Manny si era sempre chiesto come il Lord Comandante si fosse procurato tale creatura. Aveva chiesto in giro, e nei quattro anni che aveva vissuto alla Barriera ne aveva sentite di tutti i colori. Alcuni dicevano che quella bestia proveniva dall'Isola dei Volti Verdi, al centro dell'Occhio degli Dei, altri che fosse un tempo proprietà di uno dei lord dell'Altopiano (stando alle voci di lord Sawyer Tarly, detto il Cacciatore Folle), altri ancora addirittura che fosse nato e allevato presso i Dothraki.
Tra tutte le ipotesi quella che Manny riteneva più verosimile era la seconda. Fatto sta che stando ai confratelli più anziani quando Rylen Fossoway era arrivato alla Barriera oltre trent'anni prima quel Tropius era con lui, e questo in parte smontava la tesi del Cacciatore Folle visto che questi era nato circa due anni dopo l'entrata di Fossoway nei Guardiani della Notte (almeno stando alle voci).
Comunque sia il Tropius sembrava avere un profondo legame col Lord Comandante, e prendeva ordini solo da lui. Molti ranger anziani dicevano che quando Fossoway e Tropius scendevano in battaglia non temevano nulla. Aveva sentito dire che i bruti avevano cominciato a temere "la Foglia della Mela", metafora per dire che Tropius era la foglia della mela dei Fossoway, loro stemma araldico.
- Vedo che siamo tutti d'accordo. - concluse ser Aden.
Calò per un attimo il silenzio, mentre il Ranger Anziano addentava una striscia di carne secca e prendeva a masticarla. A Manny sembrava quasi di udire la carne dura come cuoio scricchiolare sotto la pressione dei denti del cavaliere.
- Allora - fece questi con la bocca mezza piena - Io direi di metterci a riposare adesso o comunque tra poco, se vogliamo arrivare all'Azzurrabrina entro domani dobbiamo essere belli freschi. A fare i turni di guardia staranno due persone per volta. Staunton, Mio-Erede, inizierete voi che siete giovani. Fate passare un paio d'ore, poi svegliate chi vi pare per continuare la guardia.
Staunton annuì grave, mentre Mio-Erede fece uno dei suoi sorrisi sornioni. I confratelli restarono a parlare accanto al fuoco ancora per un po', poi complice anche la birra si addormentarono come se nulla fosse. Manny fu uno degli ultimi. Era così stanco per quei giorni al freddo e al gelo che non fece nemmeno molto caso a dove si lasciò prendere dal sonno. Si guardò per un attimo attorno, e notò di essersi addormentato tra Yora di Skagos e Per il Vecchio. Il suo ultimo sguardo prima di perdere coscienza fu rivolto a Staunton e Mio-Erede che si allontanavano dal falò, ma non se ne accorse nemmeno.

- Manny, vieni!
La voce squillante di suo fratello Garry lo spronò a continuare a correre con loro. Quando erano piccoli facevano sempre questo genere di giochi. Chiaramente Manny, essendo di tre anni più grande, vinceva quasi sempre. Quasi.
- Eccomi! - rispose, precipitandosi dietro alla scheggia che suo fratello era.
Sembrava quasi un pokemon da quanto era veloce. Garry era sempre stato una piccola belva, sin da quando era stato in grado di camminare. Tra tutti i suoi fratelli era quello che più preferiva, persino più di Harry. Se si fissava su qualcosa e decideva di perseguire un obbiettivo nulla poteva fermarlo, fosse quello di vincere un gioco o di rubare un pezzo di formaggio dalla dispensa.
Il bambino si fermò all'Albero del Penny, appoggiando una mano sul suo tronco morto. Manny lo raggiunse presto, e per un attimo si fermò a guardare lo splendido panorama. Distaccato dal resto del bosco, l'albero si trovava su un piccolo rialzo dal quale si poteva ammirare l'intera terra sottostante. Il villaggio di Pennytree era veramente una bella vista, ma non era questo che ai fratelli interessava.
- Che c'è Garry? Stavo con la mamma, aveva bisogno di me.
- Facciamo una gara?
- Mi hai disturbato per questo?!
- Dai Manny! Una gara!
- No, devo aiutare mamma. E tanto vincerei io.
- Non è vero!
- Sì che lo è! Tant'è vero che ho vinto l'ultima volta. E quella prima. E quella prima ancora. E quell'altra prima ancora. E...
- Questa volta vincerò io!
- Come no. Adesso torno da mamma.
Manny si voltò, facendo per ritornare verso casa. Dietro di lui Garry cominciò a singhiozzare, e probabilmente lacrime cominciarono a scendergli dagli occhi.
- Sei cattivo!
Il ragazzo non rispose e non si girò, sorridendo sotto i baffi. La verità era che moriva dalla voglia di fare quella gara, ma voleva giusto stuzzicare un po' il suo fratellino. Era testardo come pochi, si incaponiva come nessuno quando voleva ottenere qualcosa. Voleva solamente vedere se avrebbe ceduto o no. Ma sapeva già la risposta.
Cominciò a camminare simulando il suo ritorno a casa. Voleva sembrare convincente così da farlo arrabbiare un po'. Ah, quanto si sarebbe divertito adesso!
- Non la vuoi fare perché hai paura di perdere contro uno più piccolo di te! Dillo che hai paura di perdere!
Manny si bloccò all'istante. Questo non era affatto quello che voleva sentirsi dire. Pensava che Garry avrebbe detto cose del tipo "Rimani!" oppure "Non è vero, vinco io!", ma evidentemente aveva fatto male i suoi calcoli.
Questo era decisamente troppo. Farsi insultare così dal suo fratellino, questo non poteva permetterlo. Non aveva paura di perdere, però gli scocciava darla vinta così facilmente al fratello. Gli avrebbe teso un bel trabocchetto, così avrebbe imparato a non provocarlo.
- Facciamo così - disse girandosi verso il fratello - Adesso vieni qua e ci mettiamo in posizione. Conto fino a tre e poi partiamo. Vince il primo che arriva al ceppo dietro casa, va bene?
Garry, il quale era nel frattempo arrivato da lui, si asciugò velocemente gli occhi.
- Va bene! - esclamò tutto contento.
- Uno...
Garry, tutto eccitato, si piegò con un ginocchio a terra, pronto a partire non appena il fratello avesse terminato il conto alla rovescia.
- Due...
Poi, appena finito di pronunciare la parola "due", Manny prese a correre. Aveva giocato sporco stavolta, ma l'aveva voluto Garry. Così avrebbe imparato a disturbarlo.
- Non vale! - gli urlò dietro il fratellino - Non vale! Non vale!
Manny nemmeno lo ascoltò, pensò solamente a correre. Le immagini del bosco gli sfrecciavano accanto, veloci. In men che non si dica attraversò buona parte del colle, e ben presto avvistò casa sua. Man mano che continuava a correre la dimora si faceva sempre più grande, per quanto la casupola di un taglialegna lo potesse essere.
Più si avvicinava e più particolari riusciva a scorgere. Il camino che emetteva fumo, il carretto carico di legna posteggiato vicino alla finestra del retro, l'onnipresente fessura sul tetto. Sulla soglia c'era sua madre, che gli sorrideva in maniera dolce e comprensiva.
Quando fu abbastanza vicino Manny si fermò, guardandosi indietro. Nessuna traccia di Garry, era riuscito a seminarlo con successo. Quindi tornò a guardare la madre, sorridendo a sua volta e alzando un braccio in segno di saluto. La madre però rimase immobile.
Non vedendo nessuna reazione da parte del genitore Manny si avvicinò alla casa. L'espressione della madre non mutò nel mentre che la distanza tra i due si riduceva. Questa cosa non gli piaceva per niente.
- Mamma?
Nessuna risposta.
- Mamma, stai bene?
Ancora niente. Quando il ragazzo fece per toccare l'inquietante volto immobile della madre questo scivolò per terra come se fosse stato una maschera. Al suo posto venne fuori un ammasso informe di carne putrefatta, brulicante di vermi. E gli occhi di sua madre erano tondi e bianchi, e lo stavano fissando.
Improvvisamente quel bel sogno si era trasformato in un incubo. Manny urlò, facendo un balzo indietro. Tutto collassò precipitando nell'oscurità, mentre nell'aria riecheggiavano le urla di un neonato.

Manny si svegliò di soprassalto, agitandosi nel giaciglio che si era ricavato con la pelle che ricopriva la sella del suo cavallo. Non aveva mai avuto così caldo nelle sue nere vesti pesanti, sentiva di stare cuocendo a fuoco lento.
Poco lontano Dyv stava riattizzando il fuoco con un bastone, quando si accorse che Manny si era risvegliato.
- Mannaggia a te, potevi anche tornare tra noi prima. Dannazione, almeno il Vecchio non mi avrebbe disturbato per venire a fare il turno di guardia. Tornatene nel mondo dei sogni, e la prossima volta vedi di svegliarti dieci minuti prima.
Manny si infilò un dito all'interno della scollatura della pelliccia, allargandosela leggermente per farsi aria. Nonostante stesse quasi morendo dal caldo decise di seguire il consiglio spassionato di Dyv, e tornò così a distendersi sul freddo suolo delle terre oltre la Barriera.

Una risata. Bassa e roca, ma riecheggiante nel vasto spazio in cui si era ritrovato. Tutto era immerso nell'oscurità, non si vedeva quasi nulla. Manny si ritrovò letteralmente ad avanzare alla cieca, cercava di mettere le mani davanti a sé per avvertire la presenza di eventuali ostacoli. Non sapeva perché ma sentiva di dover andare avanti, nonostante sapesse in cuor suo che nulla di bello lo stava aspettando.
Volti nell'oscurità, tutto attorno a lui. Altre risate si aggiungevano al cupo sottofondo, andando a comporre una spettrale melodia. Nonostante non riuscisse a vedere nulla, Manny poteva essere sicuro di non essere solo dovunque fosse. E quella cosa non gli piaceva per niente.
All'improvviso, nonostante avesse preso le dovute precauzioni, andò a sbattere contro una di quelle facce. Anzi, più che altro fu quella a comparirgli davanti, materializzandosi in un attimo. Quasi cadde a terra dallo spavento, ma riuscì chissà come a rimanere in piedi. Nonostante gli avesse quasi fatto prendere un colpo non si mosse nemmeno di un pollice. C'era qualche strana forza che gli impediva di farlo.
Al contrario delle altre facce questa non emetteva suoni. Era contorta in un ghigno malizioso, denti bene in mostra ed occhi chiusi, ma era qualcosa di falso. Il vero occhio lo osservava dalla fronte. Un occhio azzurro come il ghiaccio.
Manny restò senza fiato per alcuni istanti. I muscoli del torace divennero immobili e totalmente inerti, presto all'uomo venne a mancare l'aria. Presto sentì di aver finito le scorte polmonari e disperatamente si affannò per respirare di nuovo, senza però ottenere successo. Sarebbe morto soffocato di lì a poco se non avesse fatto qualcosa. Doveva...
Improvvisamente, nonostante fosse buio pesto, vide che una gigantesca voragine si stava aprendo sotto di lui. Tentò disperatamente di togliersi di lì per non cadervi dentro, ma non ci riuscì. Sentì il vuoto sotto di sé, cominciò a precipitare. L'aria gli frustava il viso mentre cadeva in una spirale di follia infinita.

Atterrò in maniera non proprio delicata sulla gelida terra. Si sentiva tutto indolenzito, come se non si muovesse da giorni. Fece per tossire, ma quello che gli uscì fu una specie di soffio stentato appena udibile. Provò ad alzarsi ma non ci riuscì. Fu così costretto ad afferrare col braccio un ramo vicino per potersi sollevare.
Una volta in piedi costatò che si trovava in mezzo alle frasche. Non si ricordava come ci era finito, sicuramente non da solo. Si guardò attorno, osservando attentamente l'ambiente che lo circondava. La Foresta Stregata assumeva la sua particolare aria spettrale di notte, risultando un cupo ammasso di alberi inquietanti e soffi di vento sussurranti.
Cautamente si guardò attorno, poi si decise ad uscire dai cespugli in mezzo ai quali era. Si ritrovò in uno stretto sentiero naturale formatosi tra gli alberi. Guardò in entrambe le direzioni. A sud nulla. A nord anche, però... sarà forse stata solo una sua impressione, ma non era una luce quella che scorgeva?
Si diresse senza quasi rendersene conto verso quella direzione, senza nemmeno sapere in fondo perché. Semplicemente decise di seguire l'istinto, e il suddetto istinto gli diceva di andare verso quella luce. Era... confortante, rispetto a tutto l'ambiente che lo circondava, per non parlare del freddo che in quel momento stava provando.
Man mano che avanzava il bagliore si faceva sempre più intenso. Avvertì delle voci ancora prima di vedere degli esseri umani. Cauto, decise di posizionarsi dietro alcuni piccoli arbusti quando seppe di trovarsi in prossimità della luce. Quando si fu trovato un buon posto, sbirciò dall'intrico di foglie davanti a sé.
C'era un piccolo villaggio composto da rozze capanne, in mezzo al quale si trovava un falò. Attorno ad esso c'erano vari umani, molti dei quali dormivano. Due invece erano svegli accanto al fuoco, e conversavano.
- Direi di svegliare quello del formaggio - disse uno - Prima lo ha fatto proprio poco dopo che è toccato a noi. Io dico che gliela dobbiamo far pagare.
Un grugnito fu la risposta dell'altro.
- Bene, allora lo faccio. Così impara a svegliarsi dopo di noi.
L'uomo si rivolse quindi verso uno degli individui addormentati, facendo per richiamarlo.
- Sveglia, Ser Formaggio!

- Sveglia, Ser Formaggio!
Quelle parole, pur non urlate né dette ad un livello alto, bastarono per far risvegliare Manny e Kyle il Serio, il quale si era addormentato a pochi pollici da lui. Non molto più in là stava Dyv, in piedi di fronte al focolare con accanto Tash, il quale stava letteralmente crollando dal sonno.
- E' arrivato il tuo turno di fare la guardia. - continuò Dyv - Io ho già dato abbastanza.
L'Issatore biascicò qualcosa che probabilmente serviva a dare manforte al confratello, ma aveva la bocca talmente impastata che non si capì nulla. Manny si stupiva sempre che uno grande e grosso come lui riuscisse a ridursi a tali livelli, o forse si faceva solamente delle illusioni riguardo a quelli con una corporatura prominente.
- Anche Tash è stanco, adesso te e qualcun altro venite a darci il cambio. Sveglia il Serio, lì accanto. Certo non gli farà male un po' di attività notturna.
L'uomo si passò una mano in faccia, tentando di riprendersi dal risveglio non proprio desiderato. Mentre lo faceva ripensò a tutti i sogni avuti quella notte. I primi due... oramai quel genere di incubi li aveva sin troppo spesso. Da quando la madre era morta dando alla luce Enna erano state poche le notti in cui aveva avuto dei sonni tranquilli, per cui non se ne rammaricò più di tanto.
Quello che lo turbò invece fu l'ultimo. Da quando quattro giorni prima aveva lasciato la Barriera ogni notte sognava una cosa del genere. Non aveva idea di cosa pensare, non sapeva cosa stava sognando. Sentiva di essere lui il protagonista del sogno, ma allo stesso tempo percepiva di... non esserlo. Era come se si trovasse nelle vesti di qualcun altro, o forse anche nella pelle.
Non aveva ancora capito se in sogno fosse un bruto, un animale, un pokemon o chissà cos'altro. Qualcos'altro... No, non ci voleva nemmeno pensare. Tutte le leggende che aveva udito degli orrori che si celavano al di là della Barriera: tormente assassine, belve feroci, tribù di cannibali... e gli Estranei. No, decisamente voleva tornare a sud quanto prima.
Non si sentiva sicuro lì, aveva paura, ma cercava di controllare le proprie emozioni. Non voleva mica risultare un disertore. Si ricordava dell'ultimo confratello che aveva provato a disertare, era un ragazzo magrolino proveniente da Approdo del Re. Decisamente la Barriera non era fatta per lui, nei sei mesi che era stato lì era deperito vistosamente.
Poi, una notte, era scomparso. La sua fuga non era comunque durata molto, era stato riportato alla Barriera da un gruppo di abitanti di Città della Talpa ai quali aveva chiesto aiuto, illudendosi che provassero pietà per lui. Era stato lord Fossoway in persona ad ucciderlo tramite decapitazione, non prima di aver fatto un discorso ai guardiani radunati davanti al patibolo. Manny era di guardia sulla Barriera mentre ciò succedeva, ma anche se non aveva sentito aveva visto tutto. Il Lord Comandante che estraeva la lama, il suo Tropius che scalpitava, la testa del ragazzino che veniva staccata dal collo, la pozza di sangue...
Manny si alzò in piedi. Sbadigliò mentre lo faceva, assaporando il freddo pungente dell'aria notturna. Si sentiva tutto indolenzito, fu per questo che decise di sgranchirsi un po' i muscoli del collo e delle braccia. Distese entrambi gli arti superiori, piegando al contempo la testa verso sinistra, nel tentativo di riscaldarsi e scacciare il torpore. E fu questo a salvargli la vita.
Avvertì lo spostamento d'aria in ritardo, quando oramai tutto si era compiuto. Fu cose se un improvviso alito di vento gli avesse accarezzato la pelle del collo, oppure come se la pelliccia di qualche animale gli avesse fatto il solletico. A richiamare di più la sua attenzione fu il lamento strozzato che sentì provenire da davanti sé, e quasi senza rendersene corto si ritrovò ad alzare lo sguardo. Era come se qualcuno stesse soffocando come aveva fatto lui in sogno, e così effettivamente fu.
Con evidente sgomento in volto Dyv si stava tastando la gola, incredulo. Da essa infatti spuntava la coda di una freccia. Il suo sguardo era terrorizzato, e lo spostò presto su Manny. Provò a chiedere aiuto, ma al posto delle parole dalla sua bocca uscì solo un mare di sangue. Restò per un attimo in piedi, poi si accasciò a terra. E fu in quel momento che Manny si rese conto che se non si fosse stiracchiato ci sarebbe stato lui al suo posto.
Non ci fu nemmeno il tempo per rendersi conto di cos'era successo che un'altra freccia si conficcò sibilando nella gamba di Tash. Questo, il quale si era appena accorto di quel che era successo a Dyv, non ebbe il tempo di reagire e lanciò un possente urlo che riecheggiò per tutta la foresta circostante. Fatto ciò non poté fare a meno di cadere malamente a terra, continuando a lamentarsi disperatamente e a tenersi la gamba.
Tutti i guardiani si risvegliarono all'istante, allarmati dal richiamo del compagno. Alcuni lo fecero confusamente come Kyle il Serio, il quale si guardava attorno spaesato, probabilmente non sapeva nemmeno dove si trovava. Altri invece, come ser Aden, in men che non si dica scattarono in piedi, pronti ad affrontare il nemico e con la spada in pugno.
- Tutti attorno al fuoco! In cerchio! In cerchio!
L'ordine risuonò chiaro nella notte, e tutti immediatamente cercarono di avvicinarsi al focolare, chi prontamente e chi meno. Manny estrasse la lama e si posizionò accanto al superiore, mentre subito dopo a fianco gli si mise Per il Vecchio. Tutti presero a scrutare guardinghi il bosco e le case tutt'attorno, a malapena illuminate dalla luce del focolare.
Tash invece giaceva a pochi piedi più in là, proprio accanto al cadavere ancora caldo di Dyv. Aveva preso a piangere, implorando i compagni di aiutarlo. Sì, decisamente Manny aveva sopravvalutato quelli grandi e grossi. Tash continuò a singhiozzare per all'incirca un minuto, diventando l'unico rumore che disturbava l'irreale silenzio sceso sulla foresta.
- Aiutatemi! Aiutatemi! Vi prego! Aiut-
Andò avanti così almeno finché una nuova freccia gli si piantò nel collo, zittendolo e uccidendolo all'istante. Subito tutti alzarono la guardia ancor più di quanto già non lo fosse.
- Garny, maledetto vecchio, ti avevo detto di prendere bene la mira.
Tutti si voltarono immediatamente verso dove erano arrivate la freccia e la voce femminile.
- Uscite allo scoperto, maledetti bruti! - gridò ser Aden - Lo sappiamo che siete lì!
Detto fatto. Una decina di uomini - almeno - uscirono dalla boscaglia, accerchiando repentinamente i guardiani, i quali dal canto loro non si mossero. Dovevano mantenersi compatti se volevano avere qualche possibilità di vittoria.
Manny osservò i nemici. Erano vestiti di pelli nemmeno troppo lavorate e tenute insieme da legamenti ricavati dai tendini animali. Alcuni indossavano dei mezzi elmi scolpiti rozzamente nel legno, nella rocca oppure rubati a qualche Guardiano della Notte. Tutti avevano in mano delle armi, da delle semplici lance con la punta di pietra a spade forgiate da un fabbro delle Terre dell'Ovest, indubbiamente strappate dalle mani dei cadaveri di qualche ranger. Due bruti avevano un arco e non poche frecce. Uno era un vecchio piuttosto attempato (doveva essere il Garny nominato dalla voce) e l'altro era una donna. La stessa donna che aveva parlato.
- Oh oh, sembra che dei corvi siano scesi dal cielo per beccare qualche cadavere! - disse la donna con tono ilare - Solo che a parte due corvi a terra non vedo altri corpi. Mi sa che avete attaccato qualche preda troppo grossa, e magari anche troppo viva. Credo che i corvi stanotte resteranno a becco asciutto!
Alcuni dei bruti scoppiarono in delle grasse risate. La donna invece mantenne lo stesso sorriso sardonico, quasi a voler prendere in giro i guardiani. "Una moglie di lancia" pensò Manny "Solo una moglie di lancia potrebbe parlare così.". Alla Barriera la gerarchia della società bruta era abbastanza nota. Manny sapeva quanto bastava per stabilire che le mogli di lancia erano pericolose quanto gli uomini, se non di più. Erano nemici insidiosi, da uccidere assolutamente.
- Chi sei? - chiese Beron Stauton con fare incerto. La spada che aveva in mano tremava. "La farà cadere di questo passo.". Il guardiano aveva paura e si vedeva, Manny non riuscì a spiegarsi dove avesse trovato il coraggio di porre un quesito alla moglie di lancia.
- Ma come, i corvi non mi conoscono?
La donna si alterò sembrando offendersi, anche se il ghigno canzonatorio le restò sul volto.
- Possibile che la fama di Ondar, moglie di lancia di Tiessach il Grande, non sia giunta fino alla Barriera? Mi sembra impossibile che nemmeno uno di voi corvi mi conosca.
"Ma certo, Ondar. Non poteva essere nessun altro.". Ondar era responsabile della morte di non meno di una ventina di ranger negli ultimi tempi. Il suo simbolo, un cerchio sanguinolento, era stato ritrovato su molti cadaveri di ranger scomparsi al di là della Barriera e lasciati nottetempo ai limiti della Foresta Stregata. Era una delle mogli di lancia di Tiessach il Grande, meglio conosciuto dai guardiani come Tiessach l'Infame.
L'inverno precedente, quando ancora Manny non era arrivato alla Barriera, il bruto aveva catturato una pattuglia di ranger comandata da ser Holimer Buckwell, cavaliere encomiato dal re in persona per la sua fedeltà durante la Primavera di Sangue e ritiratosi nei Guardiani della Notte per le ferite riportate. Solamente un uomo dei dieci che lo accompagnavano ritornò a sud, descrivendo tutte le ignobili torture inflitte da Tiessach ai confratelli, in particolare era truce il momento in cui ser Holimer era stato costretto a mangiare dei pezzi delle proprie interiora. Ovviamente tutti coloro rimasti in mano bruta erano morti. Quel sopravvissuto era ancora vivo, cieco e mezzo folle ma vivo e vegeto, e abitava segregato al Forte Orientale.
Ondar era una delle più brutali mogli di lancia di Tiessach, e qualsiasi uomo tremava di fronte a lei. Nessun uomo che fosse un Guardiano della Notte almeno, anche se c'erano dei dubbi sulla virilità di alcuni di loro. "Non ho paura di lei" pensò Manny "Non mi fa paura.".
La osservò mentre quella continuava a ridere e a prendersi gioco di loro. Se non fosse stata una nemica Manny avrebbe pensato che sarebbe anche potuta essere una bella donna. Sui trent'anni, corpo formoso ma allo stesso tempo robusto, denti insolitamente bianchi per un bruto, ma soprattutto i capelli rossi. I bruti chiamavano i rossi "baciati dal fuoco", e li tenevano in grande considerazione. Sicuramente Ondar era una delle mogli preferite di Tiessach non solo per la sua brutalità ma anche per il fatto di essere baciata dal fuoco.
- Allora, corvetti - riprese la moglie di lancia dopo un bel po' di risatine - Fa freddo questa notte, che ne dite se ci scaldiamo un po'?
Mise nuovamente mano all'arco e alle frecce, facendo poi un cenno al suo compagno che la imitò.
- Adesso io incoccherò la freccia e conterò fino a tre. Poi la scoccherò, e uno di voi corvi cadrà al suolo. Se proverete a muovervi i miei uomini vi attaccheranno. Allora, cosa fate, corvetti miei?
Con un ghigno malizioso estrasse una freccia dalla faretra e la incoccò nell'arco. Poi la puntò contro il gruppo di guardiani e prese a contare.
- Uno...
Manny pensò velocemente a cosa fare. Ser Aden avrebbe certamente ordinato di attaccare, ma probabilmente la bruta avrebbe scagliato lo stesso la sua freccia. Poteva colpire uno qualsiasi di loro, Manny compreso. Si ripromise di togliersi di lì non appena il ranger avesse comandato l'attacco.
- Due...
Vide ser Aden molleggiare la spada, pronto per scattare. Beron Staunton sembrò farsi più piccolo al confronto dei compagni. Yora di Skagos, oltre alla spada, estrasse furtivamente anche il pugnale. Mio-Erede cercò di ripararsi il più possibile dietro al suo piccolo scudo nero. Per il Vecchio sputò in direzione dei bruti. Kyle respirava affannosamente.
- Tr-
- ORA!!!
Il grido del ranger giunse all'improvviso e i bruti furono lenti a reagire. I guardiani invece se l'aspettavano, così riuscirono a caricare. Gli arcieri scoccarono comunque i loro dardi. La freccia di Garny si piantò a terra, mancando i parecchio l'eventuale bersaglio. Quella che scagliò Ondar si conficcò dritta nel centro dello scudo di Mio-Erede, il quale crollò all'indietro per il violento contraccolpo. Yora nel frattempo lanciò il suo pugnale, che con letale precisione si conficcò nell'occhio di un bruto.
Manny senza pensarci corse in avanti, urlando con quanto fiato aveva in corpo. Quasi immediatamente si trovò davanti un bruto, il quale provò a colpirlo con la sua ascia. Manny, quando questo menò un fendente con la sua pesante ascia, decise di non combatterlo ma di scansarlo. Evitato agilmente il colpo approfittò del suo sbilanciamento in avanti per assestargli una ginocchiata al fianco e lo sorpassò. Con la coda dell'occhio vide Yora di Skagos ingaggiare il combattimento con quel bruto.
Una lancia di un secondo bruto lo sfiorò proprio mentre sbirciava, così si decise di non perdere di vista il proprio obbiettivo. Continuò a correre, finché gli venne incontro un bruto urlante che menava fendenti a destra e a manca. Non fu difficile da abbattere, bastò abbassarsi quando quello provò un affondo e trafiggerlo al ventre dal basso. Manny estrasse la spada, si rialzò velocemente e proseguì verso il proprio obbiettivo.
Fin da quando Ondar aveva deciso di rompere gli indugi Manny l'aveva scelta come proprio avversario. Era pericolosa per quanto fosse una donna, e se l'avesse uccisa avrebbe contribuito non poco a debellare gli ultimi capi dei bruti rimasti oltre la Barriera. In fondo, nonostante all'inizio avesse odiato quell'ambiente e il suo nuovo incarico, aveva preso a cuore la missione e ci teneva ad adempiere al suo dovere rispettando i voti che aveva pronunciato.
Evitato un altro bruto si ritrovò finalmente di fronte agli arcieri. Almeno ad uno di essi. Ondar si era posizionata a vari piedi di distanza, scagliando frecce contro i nemici. Alcune erano andate a segno, poiché Manny vide ser Aden zoppicare e Per giacere a terra con due dardi che gli spuntavano dalla schiena.
Quello che Manny affrontò fu Garny, il vecchio arciere agli ordini di Ondar. Vedendoselo davanti all'improvviso, il bruto si spaventò e tentò di scagliare contro di lui la freccia che stava incoccando in quel momento. Erano a distanza ravvicinata, per cui se il dardo l'avesse colpito la forza l'avrebbe sicuramente trapassato. Ma Garny si dimostrò nuovamente un inetto con l'arco, mancando il bersaglio.
Manny così gli si avvicinò senza indugio. Vide chiaramente il terrore del vecchio, il quale provò a proteggersi con l'arco prendendolo in mano come se fosse una spada. Quando Manny fu giunto a pochi passi da lui provò a colpirlo, ma il Guardiano della Notte lo scansò senza fatica, facendo toccare terra ad un'estremità dell'arco, immobilizzandolo con il piede e spezzandolo con un secco colpo di spada.
Il vecchio probabilmente capì che per lui era finita, ma cercò ugualmente di proteggersi con le mani. Manny non esitò comunque nell'ucciderlo. Gli si avvicinò e con una mano lo afferrò dietro alla nuca, costringendolo a spingersi in avanti. Poi con la spada sguainata lo trafisse all'altezza del cuore. Il vecchio non emise nemmeno un lamento, e quando Manny estrasse la spada si accasciò a terra senza muoversi più.
Non era la prima volta che uccideva un bruto. Nei suoi quattro anni alla Barriera ne aveva affrontati di nemici, e ne aveva uccisi quasi altrettanti. La sua prima uccisione si era registrata alla terza perlustrazione oltre la Barriera, sotto gli ordini dello stesso ser Aden. Avevano sorpreso un piccolo accampamento di bruti ed avevano ingaggiato un furioso combattimento, da quale solo pochi dei guardiani presenti erano usciti. Manny era tra quelli.
Aveva ucciso il suo primo nemico, quel giorno. Era una donna, la quale però gli si era fatta incontro brandendo un'ascia. Manny aveva esitato. Com'è possibile, si era chiesto, che io uccida una donna?. Ma alla fine, temendo per la propria vita, l'aveva fatto. Le era passato alle spalle e l'aveva uccisa menandole un colpo tra le scapole. Si era tormentato per mesi per aver strappato quella vita, ma poi quando uccise un secondo bruto, poi un altro e poi un altro ancora smise di struggersi. Era il suo dovere di Guardiano della Notte, e se si fosse lasciato sopraffare dai sentimenti non avrebbe mai potuto svolgere il proprio ruolo.
Manny fece per pulirsi la spada nel mantello. Odiava doverla utilizzare quando era sporca, e in mancanza di uno straccio si doveva arrangiare. Avrebbe poi lavato l'indumento ad un fiume, oppure se fosse stato paziente sarebbe ritornato alla Barriera e l'avrebbe dato ad un attendente addetto.
Proprio mente lo stava facendo però avvertì un'esplosione di dolore alla gamba. Non ce la fece più a sorreggerla, così si ritrovò costretto in ginocchio. Per evitare di cadere con la faccia nella neve si sorresse con una mano e guardò inavvertitamente in basso. Dal suo ginocchio spuntava la punta ormai rossa di una freccia.
- Garny! NO!
L'urlo arrivò distorto dalla rabbia ma fin troppo chiaro da dietro alle spalle di Manny. Cercò di girarsi per vedere il bastardo che l'aveva colpito, ma non ce la fece a farlo e a sorreggersi allo stesso tempo. Cadde così di fianco, rivolgendosi parzialmente verso la direzione opposta e potendo vedere il suo aggressore.
A quanto pare Ondar aveva visto tutta la scena dell'uccisione di Garny, e senza perdere tempo si era avvicinata a Manny mentre quello era distratto colpendolo con una freccia. La moglie di lancia si stava avvicinando sempre di più, estraendo nel frattempo una nuova freccia dalla faretra. La sua faccia era distorta da un'espressione furiosa.
- Tu! Maledetto bastardo! Come hai osato uccidere Garny!?!
Incoccò la freccia nell'arco e si preparò ad uccidere Manny.
- Muori corvo! MUORI!!!
Manny ebbe solamente un attimo per realizzare che era finita. Tutta la sua vita gli passò davanti in un attimo, da quando giocava con Garry a quando era morta sua madre, dal furto della forma di formaggio all'uccisione della donna bruta. Si rese conto che non voleva morire in quel momento, ma aveva troppo poco tempo per reagire. Non riuscì a decidere se rassegnarsi oppure no.
Ma, proprio mentre Ondar stava per rilasciare il braccio, venne spinta in avanti e cadde lunga distesa nella neve. La freccia partì comunque, ma essendo stata bruscamente distolta dalla traiettoria andò a conficcarsi nel terreno immediatamente vicino a Manny. Quello, incredulo, guardò il proprio salvatore. Beron Staunton, quello smidollato, stava in piedi a poca distanza, ansimante. Poi il giovane guardiano si scagliò contro la moglie di lancia, la quale nel frattempo si stava rialzando.
Manny realizzò che era l'occasione giusta per spostarsi. Provò ad alzarsi, ma la gamba si rivelò troppo messa male per poter anche solo sperare di zoppicare. Si trascinò fin quando poteva con la gamba sana verso una zona in cui non infuriava il combattimento, poi crollò a terra. Così si ritrovò a strisciare nella neve, gomiti immersi nella terra e con la gamba ferita che si trascinava pesantemente.
Mentre strisciava e la neve si compattava e scricchiolava sotto il suo peso, rischiò di finire calpestato molte volte durante il tragitto. Ogni qualvolta qualcuno gli veniva addosso l'istinto gli diceva di ripararsi la testa, ma tutte le volte decise di fingersi morto. Questa strategia si era rivelata vincente già in altre occasioni, e anche questa volta lo fu.
Individuò ser Aden con non poca difficoltà. Inizialmente in mezzo alla confusione non riuscì a distinguere nulla dal turbinare di pelli grigie e nere, ma poi grazie ad un attimo di tregua lo scorse. Era anch'egli chino a terra, una freccia nella schiena. Rynkel stava duellando con un bruto a poca distanza, mentre Yora lo proteggeva.
Manny riuscì a trascinarsi fin dov'erano ser Aden quasi per miracolo. Fece un giro ampio, che gli richiese anche fin troppo tempo. Almeno però evitò di essere scorto, e finalmente riuscì a posizionarsi accanto al comandante. La freccia l'aveva colpito alla spalla destra, fortunatamente non era un colpo mortale. Con un po' di lavoro probabilmente maestro Darem sarebbe riuscito ad estrarla.
- Manny - fece ser Aden, accorgendosi di lui - Credevo fossi morto. Che hai fatto?
- Una freccia... nel ginocchio...
L'uomo si stupì della propria voce. Ancora non si era sentito, sicuramente non si doveva essere reso conto che lo shock gli aveva fatto assumere un tono assurdamente roco. Trovò comunque la forza di continuare.
- Voi...
- Una freccia nella spalla. Niente di che, solo non riesco più a muovere il braccio della spada. Odio dover farmi proteggere, vorrei tanto combattere.
Proprio in quel momento giunsero attorno al comandante anche i guardiani rimanenti. Rynkel si posizionò dietro a Manny e al ranger, spada e scudo ben alzati e rivolti nella direzione opposta. Yora invece si mise davanti al comandante, spada in una mano e pugnale nell'altra. La mano del pugnale sanguinava, dove prima c'era il mignolo adesso c'era un moncherino fumante per il freddo.
Ci fu una pausa dai combattimenti, e un silenzio innaturale calò sul campo di battaglia. I bruti accerchiarono nuovamente il gruppo, senza però attaccare. Manny guardò a terra, cercando di identificare i corpi sparsi qua e là. Per il Vecchio giaceva come prima, immobile, probabilmente era morto. Kyle il Serio era steso un poco più in là, anch'esso immobile. I corpi di Dyv e Tash erano nelle stesse posizioni in cui si erano accasciati all'inizio del combattimento. Vari bruti facevano compagnia a tutti loro, ma pur essendone morti per lo meno una mezza dozzina i nemici restavano comunque troppi.
Però... Manny aveva l'impressione che mancasse qualcuno. Sapeva che non era il momento giusto, ma cercò di fare mente locale per ricordare, cosa non facile data la situazione critica. Rynkel, ser Aden, Yora con lui in mezzo... Tash, Dyv, Kyle e Per a terra morti... Ma certo! Dov'era Beron Staunton? L'ultima volta che Manny l'aveva visto era quando l'aveva salvato da Ondar.
La risposta giunse quasi immediata. In mezzo ai bruti si aprì un varco, dal quale eruppe Ondar, la quale tirava Beron Staunton per i capelli. Aveva la faccia pesta e gonfia e il sangue gli scendeva copiosamente dal naso, segno che probabilmente era rotto. Un braccio gli pendeva inerte. La moglie di lancia lo gettò malamente a terra, bloccandogli la testa contro il terreno con un piede prima che potesse scappare.
- Maledetti corvi - eruppe - Mai che vi facciate ammazzare senza fare storie.
Ser Aden alzò orgogliosamente la testa. Ondar lo guardò in cagnesco, ma presto spostò lo sguardo su Manny, adagiato accanto al ranger.
- Tu! - ringhiò - Hai ucciso Garny, e la pagherai! Ti scuoierò e userò la tua pelle come mio stendardo! At-
La donna non fece in tempo a finire la frase che tre bruti accanto a lei vennero spazzati via. Caddero a terra oppure volarono via come fuscelli di legno, non facendo nemmeno in tempo ad urlare. Gli altri si abbassarono istintivamente, persino Yora e Rynkel lo fecero, pur mantenendo alta la guardia.
Al primo attacco ne fese seguito quasi subito un secondo, il quale abbatté non meno di altri quattro bruti. Alcuni finirono direttamente addosso a Yora, il quale, superato l'iniziale stupore, li finì velocemente col suo pugnale. Ondar lasciò perdere il povero Beron Staunton e si girò con un'espressione incredula, e non poté fare nulla per evitare un nuovo attacco diretto verso di lei.
La bruta venne scaraventata addosso a ser Aden, il quale venne travolto. Entrambi caddero addosso a Manny, e tutti e tre si ritrovarono in uno strano miscuglio di corpi in mezzo alla neve. Manny si ritrovò disorientato, tra il dolore per il ginocchio e il "combattimento" a cui stava prendendo parte non riuscì più a fare niente di sensato.
Ad un certo punto ser Aden sembrò scomparire. In realtà, come Manny apprese più tardi, era stato tirato fuori dalla mischia da Rynkel Mio-Erede, sopraggiunto a causa della fuga degli altri bruti, spaventati dal misterioso assalitore.
Così infine si ritrovarono solamente loro due a combattere, Manny e Ondar. La donna riuscì presto a inchiodarlo a terra, ginocchia sul petto e mani a bloccare le braccia del confratello. In una di esse brandiva un pugnale.
- Bastardo di un corvo! Ancora non ne hai abbastanza!?!
Alzò la mano con il pugnale, la punta rivolta verso il basso e pronta a trafiggere le carni di Manny.
- Muori, corvo! MUORI!
Manny pensò di essere spacciato. Ebbe una reazione analoga a quella di prima, con scene familiari che gli passavano davanti agli occhi come la lunga ma statica e relativamente breve vita di una pianta. Come un albero che viene abbattuto egli stava per essere falciato, e la sua guardia sulla Barriera avrebbe avuto la sua fine.
Ondar sembrò congelarsi in un instante, la lama del coltello sospesa a mezz'aria. La presa si fece poco a poco più lenta, mentre una chiazza rossa si andava a formare dove la punta della lama spuntava dalla pancia della bruta. Il coltello cadde e il ferro sbatté rumorosamente sul terreno accanto alla testa di Manny. La presa di Ondar si fece molle, e poi la donna si accasciò addosso a Manny, ormai morta.
L'uomo non riuscì a credere a cos'era appena successo. Stava nuovamente per morire e nuovamente era stato salvato da un suo confratello. Chi avrebbe dovuto ringraziare al pari di Beron Staunton? Deciso a guardare in volto il suo salvatore, si scrollò di dosso il cadavere ancora caldo, imbrattandosi di sangue. Non gli fu difficile scorgere la lama che aveva trafitto Ondar.
Solo che nessuno la brandiva. Restava sospesa a mezz'aria, come tenuta da un fantasma. Poi un drappo legato all'elsa la rimise nel fodero, il quale era anch'esso tenuto dal drappo. Che fosse stato salvato da uno spettro? O peggio ancora da un Estraneo? La risposta era così ovvia, ma essendo scampato alla morte due volte in meno di una decina di minuti Manny doveva ancora riprendersi dallo shock.
Ma un raggio di sole - perché nel frattempo era spuntata l'alba - rischiarò la "creatura", mettendola finalmente in mostra al guardiano della notte. Un sorriso ilare, un ghigno quasi canzonatorio, era impresso sul fodero della spada. Poco al di sopra un occhio rotondo dalla sottile pupilla nera lo scrutava. Un occhio azzurro e freddo come il ghiaccio.

Note dell'autore
Ed eccoci col quarto capitolo! Imploro perdono per il mostruoso ritardo, ma l'inizio di aprile si è rivelato l'inferno sceso in terra per quanto riguarda la scuola. E pensare che credevo di aver superato il momento critico...
So che la storia non possa sembrare molto avanzata a livello di trama fino a adesso, ma sto cercando di equivalere Martin nella complessità (e complice anche il fatto di non avere tutto il tempo del mondo per scrivere), ma vi giuro, da da questo capitolo viene fatto un importante passo avanti.
A presto,
A_e

PS ora provvedo anche a rendere più leggibile il testo a livello di carattere, mi piange il cuore a vedere un opera semi-martiniana straziata dall'Arial.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: Ashura_exarch