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Autore: TonyCocchi    21/04/2015    2 recensioni
La storia dei popoli è stata scritta col sangue. Il sangue delle migliaia e migliaia di uomini, soldati, che si sono scontrati, epoca per epoca, in luoghi diversi, con armi diverse, con scopi e ideali diversi. In questa raccolta, ripercorriamo i passi delle nazioni sui campi di battaglia di ogni epoca: a volte in gloria, a volte nella polvere, in quel triste, perenne, circolo di violenza, eroismo, e sofferenza di cui l’uomo è da sempre prigioniero.
1 – Battaglia di Azincourt
2 - Battaglia di Isandlwana
3 - Battaglia di Waterloo
4 - Quattro giornate di Napoli
5 - Battaglia di Teutoburgo
6 - Battaglia di Berlino (WWII)
7 - Battaglia di Caporetto
Genere: Drammatico, Guerra, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Allied Forces/Forze Alleate, Axis Powers/Potenze dell'Asse, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti, gente che legge! ^__^ A breve ci sarà il Napoli Comicon! *__*

Il mio lato nerd ovviamente è tutto in fermento! XD Nell’attesa, assecondo le mie fulminee ispirazioni e vi regalo un altro tassello di questa storia di forti sentimenti, ardue lotte e passate glorie ^__°
Buona lettura a tutti!

 

 

 

12 Novembre 1917

 

La colonna di italiani in pieno sbando si trascinava faticosamente.

Rallentata dal melmoso terreno autunnale, dalla lunga fila di carretti e veicoli, dal marciare strascicato dei militi affranti e delle centinaia di civili sfollati ancora più disperati, la camionetta non faceva che fermarsi e ripartire; e la strada era ancora lunga: era stata ordinata la ritirata fino alla linea del Piave.

Con Romano ad occuparsi della guida, Feliciano aveva la mente libera per rimuginare senza sosta.

Per un attimo ci aveva quasi creduto: l’inutile, debole Italia, la “vorrei ma non posso” delle potenze europee, che ne azzecca una, che si prende le sue rivincite, che riesce a battere Austria e il suo grande impero. Invece eccoli sconfitti e in ritirata, dopo tanti sacrifici nelle trincee, il fronte sfondato, Venezia minacciata, un esercito sul punto di sfaldarsi del tutto… E forse, una volta vinto, Austria avrebbe sfaldato di nuovo anche lui, e gli avrebbe portato via tutto quello che con coraggio e fatica era riuscito a costruire…

Forse Inghilterra e Francia avevano sbagliato ad entusiasmarsi quando aveva offerto loro aiuto. Forse un debole come lui non era fatto per essere una nazione a sé. Forse doveva tirar fuori la bandiera bianca come suo solito, era l’unica cosa che gli riusciva.
Romano, già innervosito dalla guida, non lo perdeva un attimo con la coda dell’occhio, e quando il fratellino cominciò a singhiozzare, ne ebbe fin sopra i capelli.

“E che cazzo, no!”

Inchiodò, e mancò poco che Feli prendesse una sonora nasata sul cruscotto.

“Romano…”
Gli assestò un ceffone in faccia e poi lo tirò a sé per la collottola della divisa.

“Ehi! Ti riprendi?”

“……”

“Ti riprendi?” –domandò l’Italia a sé stessa.

“Mi riprendo…”
“Ti riprendi?”
“Mi riprendo!”
“Bene!”

“Mi riprendo…”

“Sarà meglio!”

Lo mollò ad asciugarsi gli occhi e tirò un sospiro: che fatica con lui!
“Ehi, lì davanti! Volete muovervi?” –gridò qualcuno insieme a un clacson.

“Col cavolo!”

Gli stivali di Romano saltarono giù dal mezzo in quella fanghiglia che era pur sempre la loro terra.
“Noi non ci muoveremo più di un passo!”

Feliciano rialzò gli occhi: cosa avrebbe mai fatto senza di lui?

 

 

 

La battaglia di Caporetto (termine ancora oggi usato nella lingua italiana per designare una disfatta) venne combattuta dal 24 ottobre al 12 novembre 1917.

L’esercito austriaco, forte anche di rinforzi tedeschi, riuscì a travolgere le truppe italiane, fiaccate da continue offensive nei mesi precedenti risoltesi in dei nulla di fatto (complici poi vari errori degli spesso inetti quadri di comando), costringendole ad arretrare fino al fiume Piave, a pochi chilometri da Venezia. Durante la ritirata oltre un milione di persone furono costrette ad abbandonare le proprie case al nemico in piena e in apparenza inarrestabile avanzata. L’avvenimento destò scalpore e spavento: si temette addirittura che la stessa unità nazionale, raggiunta dopo tanti sforzi cinquanta anni prima, potesse essere messa nuovamente in discussione.

Caporetto non rappresentò tuttavia la fine dell’Italia, ma il punto di svolta: gli austriaci vennero fermati sul Piave, e la sostituzione al comando del regio esercito dell’impopolare generale Cadorna con il generale napoletano Armando Diaz si rivelò vincente.

Questi, ricostituiti l’unità e il morale delle truppe, condusse le forze italiane per il resto del conflitto, fino alla vittoria definitiva nella battaglia di Vittorio Veneto.

 

INFO

Battaglia di Caporetto: http://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Caporetto

Armando Diaz: http://it.wikipedia.org/wiki/Armando_Diaz

  
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