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Autore: 50shadesofLOTS_Always    22/04/2015    1 recensioni
Il malvagio Rahl é ormai morto. La guerra é finalmente terminata,ma non i problemi. Kahlan dovrà tornare ad Aydindril e questo spezzerà il cuore di Richard,che però non é ancora pronto ad arrendersi... Forse però qualcosa potrebbe intralciare il loro percorso di vita. O meglio,qualcuno...
Genere: Drammatico, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cara, Kahlan, Nuovo personaggio, Richard, Zedd
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Non c'è magia più potente dell'amore'
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Una settimana dopo... 


Richard e Cara avevano trovato non poche difficoltà nel raggiungere D'Hara. Avevano dovuto cambiare più volte sentiero quando si erano trovati a superare le montagne innevate,che dividevano la Galea e la vasta Piana di Azrith. Durante il viaggio si erano visti costretti a far rifornimento di cibo, acqua coperte e acquistare dei nuovi cavalli poiché i precedenti erano troppo stanchi ed anziani per proseguire. A ciò, si dovette aggiungere il fatto che uno dei due stalloni si era slogato una zampa ed era arrivato ad essere inutilizzabile per almeno tre giorni.
Avevano percorso poi un lieve tratto semidesertico prima di giungere di nuovo nelle folte foreste della riserva privata di Lord Rahl.
Superata anche quella seppur con fatica, i due viandanti erano finalmente arrivati ai piedi del Palazzo del Popolo. Era una sorta di città-palazzo, con forti mura. Un castello con colonne enormi, altissime e i bastioni insieme alla cupola vetrata sembravano voler toccare il cielo.
La fortezza era circondata dalle case dei più poveri e dei contadini, ma comunque isolato da loro da altre mura, meno spesse di quelle che invece circondavano tutta la collina sulla quale sorgeva tale magnificenza.
Giunsero a un fornice, sorvegliato da due soldati. Due uomini di grande stazza, armati fino ai denti e protetti da una cotta di maglia e da una corazza si fecero avanti. La stessa divisa che ricordava Richard. Cara smontò da cavallo e si avvicinò alle due guardie con passo sicuro.
« Padrona Cara... » mormorò uno in un saluto composto.
La Mord-sith mantenne il suo sguardo gelido, senza tradire alcuna emozione. Richard aveva notato che lo faceva spesso.
« Ho riportato a casa l'erede al trono... ».
I due si lanciarono un'occhiata furtiva prima di osservare Richard, ancora in sella al suo destriero che nitrì manifestando la sua stanchezza. I due soldati, sotto lo sguardo nervoso di Cara, s’inchinarono di scatto e salmodiarono tre volte la devozione. Evidentemente non lo avevano riconosciuto per via dei suoi abiti da viaggio, per niente consoni al suo vero rango secondo il parere della Mord-Sith. A Richard questo non importava ed andava fiero di quella maglia e di quel gilet in pelle,che lo avevano accompagnato nei suoi lunghi viaggi e durante la sua passata vita nei Territori dell’Ovest. Vita che gli pareva lontanissima.
Quando gli uomini si rialzarono, permisero loro di passare e procedettero lungo il breve viale sterrato, affiancato da sontuosi alberi longilinei che li separavano da prati limitati a loro volta da siepi, che coprivano dei muri alti appena due metri e mezzo che limitavano un giardino maestoso nel retro dell'edificio.
Gli zoccoli dei cavalli sollevarono sassolini e polvere, annunciando il loro arrivo. Alle porte del palazzo,vennero accolti da un gruppo di Mord-sith in uniforme marrone. Segno che non stavano addestrando nessuno e la cosa calmò Richard,che smontò da cavallo sicuro di sé.
Avanzò superando Cara, sapendo di doverlo fare per stabilire subito chi fosse il capo. Atteggiamento che non aveva mai dovuto assumere a meno che non dovesse fingere di essere qualcun altro.
« Voglio vedere Constance... » dichiarò duro, fissandole negli occhi una ad una.
Le guerriere lo guardarono confuse, ma a un cenno di Cara, anche loro s’inchinarono per recitare la devozione.

Attraversarono molteplici corridoi, con soffitti altissimi e terminanti con volte a crociera e pareti in pietra, pavimenti in marmo pregiato,posti su un disegno ben preciso e di significato esoterico. I muri decorati con arazzi e quadri di ogni genere di rappresentazione, che non riuscì a comparare con quelli visti ad Aydindril. Le colonne monolitiche e tondeggianti erano incise con ghirigori in oro e abbinati a delle tende rosse, che in parte oscuravano le finestre di alabastro dalle sfumature aranciate. Gli sembrò di entrare in un altro mondo. Un mondo più complesso ed articolato,a suo modo bello e grandioso. Niente a che vedere col Palazzo delle Depositarie, che anche senza tanto sfarzo, riusciva ad incutere una riverenziale meraviglia solo guardando il marmo bianco. Il Palazzo del Popolo sembrava più vanitoso, sembrava costruito appositamente per manifestarsi e rendersi partecipe della tua visuale per catturarne tutta l’attenzione. Entrambi grandi, imponenti, altissimi e belli.
Richard non riuscì a non far guizzare gli occhi di qua e di là, senza concentrarsi sulla strada che avevano percorso. Se non ci fosse stata Cara, si sarebbe facilmente perso in quel labirinto architettonico, un capolavoro dell’uomo costato chissà quanti anni di lavoro.
Giunsero nella sontuosa sala del trono, dove il soffitto a cassettoni quadrangolari attirò per un attimo l’attenzione anche delle Mord-Sith che lo accompagnavano. La figura di Constance si alzò senza scomporsi dallo scranno, posto su una predella cui si accedeva attraverso quattro gradini. Il trono dominava quieto sull’intera sala, accerchiato da una carica di misterioso potere.
Richard fece il suo ingresso e né lui né le Mord-sith che lo avevano seguito,compresa Cara,si inchinarono.
La donna lo fissò sorpresa ed in parte compiaciuta. I capelli scuri, di un nero cornacchia,erano stretti in una lunga treccia che le ricadeva su una spalla. Le Agiel pendevano ai suoi fianchi proprio come il Cercatore ricordava. Spesso Denna era in compagnia di Constance e si divertivano su di lui. Si sentì per un attimo debole, ma al ghigno della guerriera, raddrizzò le spalle e assunse un'espressione intellegibile.
« Richard, che piacere rivederti... – esordì melliflua - Ancora vivo... » sibilò mentre scendeva i gradini della predella. Richard non si lasciò convincere.
« Per te, sono solo Lord Rahl... » disse gelido e lei inarcò le sopracciglia.
« Non credo proprio... » disse mentre si avvicinava a lui.
Le Mord-sith si prepararono all'attacco, ma rimasero sorprese nel vedere Richard afferrare l'Agiel di Constance un istante prima che lo toccasse.
La fissò negli occhi scuri mentre tratteneva la bacchetta a pochi centimetri dal suo stomaco e nonostante il dolore, che dalla mano gli attraversava il braccio per poi irradiarsi in tutto il corpo, resistette. In un attimo, ruotò l'Agiel piegando anche il braccio di Constance, che pur di opporre resistenza, non mollò la presa. La spalla le si ruppe per lo sforzo e si accasciò a terra mollemente fra gemiti convulsi di dolore. La faccia le si accartocciò mentre Richard gettò via l'arma e fissò la donna,che ora giaceva inerme ai suoi piedi. Inclinò la testa.
«Ora comando io, Constance... » ringhiò facendo rabbrividire segretamente Cara e le altre guerriere che non osarono aiutarla.
Il clima era denso per la tensione. Non avevano mai visto una scena del genere, poiché nessuna Mord-Sith sana di mente osava opporsi a lord Rahl, il Maestro delle Mord-Sith.
Alzò la mano per chiamare Cara, che subito gli si affiancò.
« Portami nelle mie stanze e procurami carta, pennino e inchiostro. Devo scrivere una lettera alla Madre Depositaria... » ordinò secco.
« Sì, mio signore - mormorò la bionda guerriera in risposta - Desiderate altro? » chiese titubante.
« Sì. Solo un pasto caldo… - ci pensò su mentre Cara compì un passo indietro - Ah, aspetta... - la richiamò prima che si allontanasse troppo - Stanotte vorrò te come guardia di fronte alle mie stanze... ».
Cara annuì e dopo un lieve inchino, scomparve per eseguire gli ordini.
L'erede di D'Hara stava riprendendo ciò che gli spettava.
   
 
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