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Autore: Rinalamisteriosa    22/04/2015    3 recensioni
Passavo spesso inosservato e la cosa, allora, non mi dispiaceva affatto, poiché c’ero abituato.
Quel giorno, uscendo dalla classe e percorrendo distrattamente i corridoi ampi e luminosi dell’istituto, non mi ero minimamente accorto di aver perso un bottone della divisa, il terzo della giacca a strisce che indossavo secondo le regole.
Per fortuna ci aveva pensato un ragazzo dai capelli biondi e dall’espressione amichevole a raccoglierlo e a richiamarmi per restituirmi il piccolo oggetto, tondo e poco più grande di uno spicciolo.
“Ecco a te!” esclamò affabile porgendomelo.

[Tsukimiya Ringo PoV | Pre-anime | Missing Moment]
**Partecipa alla challenge senza scadenza “100 % prompt to write about them”**
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Haruki Mori, Ringo Tsukimiya
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Guidati dalla musica'
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Nick: Rinalamisteriosa

Titolo: Perché perdere un bottone senza alcun significato gli aveva fatto guadagnare un vero amico

Fandom: Uta no Prince-sama

Personaggi: Altro personaggio [Mori Haruki]; Tsukimiya Ringo

Eventuale coppia: HarukiRingo (lieve lieve. Più che altro è amicizia xD)

Prompt usato: 41 - Bottone

Introduzione: Passavo spesso inosservato e la cosa, allora, non mi dispiaceva affatto, poiché c’ero abituato.

Quel giorno, uscendo dalla classe e percorrendo distrattamente i corridoi ampi e luminosi dell’istituto, non mi ero minimamente accorto di aver perso un bottone della divisa, il terzo della giacca a strisce che indossavo secondo le regole.

Per fortuna ci aveva pensato un ragazzo dai capelli biondi e dall’espressione amichevole a raccoglierlo e a richiamarmi per restituirmi il piccolo oggetto, tondo e poco più grande di uno spicciolo.

“Ecco a te!” esclamò affabile porgendomelo.

Eventuali note: Scritta di getto questo pomeriggio, ispirata da un bottone e dal passato di Ringo *-*

In questi giorni mi sono informata su internet, così ho scoperto che lui e Hyuuga avevano questo compositore in comune dai tempi della scuola, che era loro amico e che morirà in seguito in un incidente stradale.

Nell'anime non dice nulla, ho dovuto prendere spunto da uno dei giochi, UtaPri - Sweet Serenade, comunque del suddetto Mori non si sa quasi niente, è sicuro solo che è biondo. Io lo immagino come un ragazzo affabile, generoso e molto paziente, che ha una smisurata passione per le note musicali e che sa cucire. Ovviamente ha anche i suoi difetti, ma dato che la storia è dal punto di vista di Ringo ci sono soltanto complimenti, ringraziamenti e sorrisi xD

Poi, secondo quanto ho afferrato, Ringo studente era davvero molto timido e impacciato, peggio di Haruka xD è solo grazie al travestimento che migliorerà il suo carattere e diventerà come si vede nell'anime.

Spero che questo probabile primo incontro vi piaccia e di aver reso onore ai personaggi. Hyuuga qui è solo una comparsa, ma ho intenzione di scrivere presto qualcosa anche su di lui, dai ^^’ mi è dispiaciuto considerarlo così poco.

Disclaimer: I personaggi citati non mi appartengono e non ho scritto a scopo di lucro.

 

 

 

***

 

 

 

 

 

 

Tra i ricordi indelebili di Tsukimiya Ringo, impressi a fuoco nella sua mente e riguardanti il suo perduto amico e compositore Mori Haruki, ve n’era uno in particolare che riaffiorava cristallino e nostalgico.

Successe quando non era ancora il famoso, allegro e scherzoso idol che si traveste come una donna dall’appariscente parrucca rosa, ma un semplice studente, impacciato, introverso e molto timido.

 

 

Era trascorso all’incirca un mese da quando io ero stato ammesso alla prestigiosa Accademia di arti dello spettacolo Saotome, all’interno di un mondo a me ancora sconosciuto, imprevedibile e sfavillante.

Come studente nella sezione A, io frequentavo le lezioni assiduamente senza riuscire a scrollarmi di dosso quella scomoda timidezza che mi accompagnava da sempre e che mi impediva di aprirmi con gli altri, di tirar fuori appieno il mio amore per la recitazione e per il canto.

Me ne stavo semplicemente seduto composto all’ultimo banco e mi limitavo a osservare i profili disparati dei compagni, ad ascoltare le spiegazioni interessanti degli illustri maestri, in silenzio e con un lieve sorrisino discreto.

Passavo spesso inosservato e la cosa, allora, non mi dispiaceva affatto, poiché c’ero abituato.

Quel giorno, uscendo dalla classe e percorrendo distrattamente i corridoi ampi e luminosi dell’istituto, non mi ero minimamente accorto di aver perso un bottone della divisa, il terzo della giacca a strisce che indossavo secondo le regole.

Per fortuna ci aveva pensato un ragazzo dai capelli biondi e dall’espressione amichevole a raccoglierlo e a richiamarmi per restituirmi il piccolo oggetto, tondo e poco più grande di uno spicciolo.

“Ecco a te!” esclamò affabile porgendomelo. Vedevo quel compagno di scuola per la prima volta, se fosse stato della mia stessa classe l'avrei riconosciuto immediatamente.

“Grazie…” replicai timidamente, distogliendo schivo lo sguardo e rigirandomi il mio bottone tra le dita, facendolo però scivolare sul parquet lucido.

“Oh, come sono sbadato!” inseguii il bottone mentre rotolava verso una colonna laterale, sentendo alle mie spalle un sospiro paziente.

“Non preoccuparti. Se lo ricucirai come si deve, non lo perderai più”.

Ripensandoci, era stata anche la prima persona, in quell’ambiente pieno di sogni e ambizioni, a essere gentile e non indifferente con me.

Io tornai in posizione eretta e mi voltai a fissarlo sconsolato. “Sarà difficile. Non ho mai usato un ago in vita mia…” mormorai con assoluta sincerità.

Notai che lui portava un paio di cuffie attorno al collo, segno che forse prima era intento ad ascoltare musica e che le aveva abbassate al momento di corrermi dietro. Stavo per domandargli qualcosa, ma l’altro mi anticipò, spiazzandomi con disinvolta naturalezza e generosità.

“Vuoi che ti mostri come si ricuce un bottone?” mi chiese. “Me la cavo abbastanza bene con ago e filo. È vero che nutro il forte desiderio di diventare un bravissimo compositore, ma per me non esiste solo la musica”, dichiarò, la stessa piacevole disinvoltura che gli conferiva un’aura positiva.

“A-aspetta… Cosa?! Ho capito bene? Mi-mi faresti davvero questo favore?” trasecolai balbettando.

“Certamente, amico. E ti dirò di più: io sono in grado di trovare l’ispirazione musicale anche dopo aver rammendato un calzino. Se ci sono, non è bene trascurare le altre capacità personali per inseguirne una soltanto…” rispose annuendo, fiero di sé, come se avesse rivelato una perla di saggezza.

“Ah…” lo guardai a bocca aperta, poi scossi la testa, inspirai a fondo e chiusi gli occhi. Io decisi all’istante che quel tipo meritava fiducia e acconsentii, mostrandogli un vero sorriso di riconoscenza.

 

 

*

 

 

“Wow! Sei incredibile, Mori-san!” lo adulai a opera quasi ultimata. Nel percorso tra il corridoio e la stanza assegnata al ragazzo nel dormitorio maschile, prima ci eravamo presentati, poi avevamo iniziato a scambiarci opinioni sulla vita in Accademia, sulle lezioni giornaliere e sulla musica in generale.

“Esagerato. Una volta che avrai fatto pratica, sarà semplicissimo anche per te. Guarda…” minimizzò interrompendo la cucitura perfetta.

Appoggiò la giacca della mia divisa sul ripiano della sua scrivania e si piegò per spezzare con i denti il filo in eccesso rimasto sul bottone ormai saldato.

Invece di buttarlo via, riprese tra pollice e indice l’ago appuntito e mi fece rivedere come si infilava all’interno del minuscolo foro chiamato cruna. Poi con una rapida mossa separò ago e filo per passarmeli con estrema cautela, in modo che non ci pungessimo nel contatto tra le nostre mani. Sicuramente mi brillarono gli occhi chiari dall’emozione, per quanto lui fosse sorprendente, cauto e preciso.

“Adesso tocca a te. Concentrati, sii paziente e non ti abbattere se all’inizio fallisci. Potrai riprovare tutte le volte che vorrai. Anche domani, tra una settimana, tra un mese…” mi consigliò. “E per farlo ti presterò la mia scatola da sarto occasionale!” sorrise allontanandosi.

“Ti ringrazio. M-mi hai dato dei consigli davvero utili, non li dimenticherò, lo prometto!” gli assicurai con uno slancio inusuale, facendo una prima prova, che ovviamente non mi riuscì.

“Figurati. Siamo amici, no? Se avrai bisogno di altro, non esitare a chiedere”, continuò, aprendo l’anta decorata di un armadio e tirandone fuori una scatola azzurra con degli scarabocchi sul coperchio.

“Mori-san, i-io… te la renderò al più presto!” esclamai grato e riconoscente, prendendola tremando e constatando che quei segni in realtà erano note musicali disegnate magistralmente con un pennarello nero. E sotto i disegni c’era la sua firma elegante.

Mori Haruki.

“Tranquillo, Tsukimiya-kun. Il giorno in cui abbandoneremo queste formalità e ci chiameremo per nome sarà speciale, dovrò dedicarti una composizione. Ma immagino che sia meglio procedere un passo alla volta: tra un mese spero di non sentirti più balbettare in mia presenza”, mi riprese gentilmente, tenendo però le mani sui fianchi a mo’ di insegnante esigente.

“Sì… c-ci proverò…” mentre rispondevo, mi sembrò di arrossire. In quel preciso momento, qualcuno spalancò la porta di colpo, facendomi sobbalzare come un ladro colto in flagrante.

Sulla soglia c’era un alto studente dai capelli a spazzola, color arancio, e dall’espressione severa che conoscevamo bene entrambi.

“Mori, Yamamoto-sensei ti stava cercando per assegnarti un compito extra. Raggiungilo nel suo ufficio invece di battere la fiacca”, lo informò un giovanissimo Hyuuga lasciando la porta aperta ed entrando con nonchalance nella sua stanza, per poi lanciare una carpetta blu sul letto a sinistra.

“Sissignore!” si finse remissivo l’altro, senza perdere quel sorriso paziente che avevamo imparato a conoscere e ad apprezzare con il tempo, uscendo dopo un cenno di saluto con la mano.

Hyuuga-san… Non sapevo che fossi il compagno di stanza di Mori-san. Quindi, quando sarà il momento chiederai a lui di essere il tuo compositore?” pensai guardando in basso. Lasciai per qualche secondo la scatola di Mori a terra, riposi ago e filo al suo interno, indossai di nuovo la giacca, la ripresi e uscì fuori, anche perché non sopportavo lo sguardo inquisitorio dell’altro ragazzo fisso su di me. Hyuuga, come me, era stato assegnato alla sezione A, mentre Mori apparteneva alla C.

 

 

Esatto. Nei primi anni di vita del collegio, la sezione S, la classe di merito, non era ancora stata istituita.

Di sicuro due tipi volenterosi come i suoi migliori amici, che si impegnavano in ogni cosa che facevano e che davano il buon esempio agli altri, avrebbero ampiamente meritato di entrarvi.

 

 

Ancora io ero ignaro, non potevo immaginare tante cose.

Non potevo sapere che genere di musica gli piacesse comporre, ma se la sua bravura era pari alla sua essenza e alla sua generosità, ero sicuro che avremmo potuto generare delle canzoni incredibili.

Ed ero altrettanto certo che lui ci avrebbe accettato entrambi senza emettere un solo lamento, senza porre condizioni, perché Haruki era buono, perché Haruki si donava senza riserva, perché Haruki era davvero troppo speciale per questa vita imprevedibile.

 

 

Perché perdere un bottone senza alcun significato gli aveva fatto guadagnare un vero amico.

Assolutamente indimenticabile, anche dopo una ingiusta e prematura scomparsa.

 

 

 

 

 

 

 

 

_____

Elenco delle età:

Tsukimiya Ringo: 14 anni

Mori Haruki: 15 anni

Hyuuga Ryuuya: 17 anni

 

 

**Partecipa alla challenge senza scadenza “100 % prompt to write about them”**

 

  
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