CAPITOLO
2. SCAPPA!
Ti uccideranno.
Farai una brutta
fine.
Quelle parole continuavano a
risuonargli nella testa, come una cantilena fastidiosa. Kirk cercava
di non pensarci, ma non poteva farci nulla, per quanto si
sforzasse.
La verità è che non era mai stato uno stupido, e
sapeva bene come girava il mondo, ma voleva.. voleva fare la
differenza. Non voleva essere uno dei tanti puntini. Forse non
avrebbe potuto trasformare la città nel paradiso che era
stata un
tempo, ma voleva comunque dare un contributo. Voleva dare speranza
alle persone, una ragione per credere nel futuro, una motivazione che
sembrava avere solo lui in quella Terra maledetta. Non voleva
piegarsi alle autorità, a leggi così sbagliate ma
così instillate
nella popolazione da essere diventate normali, ma non poteva neanche
diventare un criminale. In fondo era sempre un poliziotto, e si era
impegnato a difenderle, quelle leggi. Eppure doveva esserci una
scappatoia..
E questo non significava non avere paura. Era
coraggioso e dall'animo nobile, ma non era un pazzo. Sapeva cosa
comportava, sapeva cosa rischiava, e non c'era affatto bisogno che il
suo collega glielo ricordasse. La morte lo spaventava come chiunque
altro, ma lo spaventava di più diventare un'altra persona, e
finire
con l'arrendersi ad una società che da solo non poteva
cambiare.
Sospirò profondamente facendosi forza, e bussò.
Ad
aprire fu una bellissima ragazza bionda dagli occhi chiari che doveva
avere più o meno la sua stessa età, ma vestita in
modo molto
casual. Lo squadrò dall'alto in basso, e gli
lanciò un'occhiata
terribile non appena capì che era un poliziotto. Chiunque
fosse, non
doveva avere molta stima delle Forze dell'Ordine e Kirk, da parte
sua, non poteva fare altro che capirla. Certo, lui non era un
poliziotto come tutti gli altri, ma lei questo non poteva saperlo.
Non ancora.
"Sto cercando.. Nyota Uhura. Vive qui?"
chiese timidamente, ricordando il nome della vittima che a fatica era
riuscito a trovare.
"Perché?" chiese la biondina in
tono accusatorio.
"Dovrei parlarle.. in merito all'aggressione di cui
è stata vittima. Sono qui per aiutarla."
La ragazza soffocò una risata.
"Certo, come no. Aiutarla. Come la volevano aiutare quei pezzi grossi
che sono passati di qui qualche ora fa, ma che non hanno fatto altro
che accusarla ingiustamente."
"Chi? Chi è venuto?" chiese subito Kirk, sinceramente
sorpreso da quanto aveva scoperto ma che, ripensandoci, avrebbe dovuto
prevedere.
"Ma voi sbirri pensate davvero che noi siamo così stupide?
Se ne vada. Non permetterò che la mia amica venga aggredita
due volte in un giorno quando in realtà è stata
lei la vittima."
Kirk stava per ribattere, ma dall'interno dell'appartamento si
sentì un'altra voce femminile. Probabilmente era la ragazza
in questione.
"Fallo entrare, Leila."
La bionda sbuffò, e aprì la porta.
Kirk entrò nell'appartamento in punta di piedi, e vide in un
angolo, seduta su un divano, una giovane e bella ragazza di colore, che sarebbe
stata ancora più bella se non fosse stato per i lividi e il
sangue che aveva un po' in tutto il corpo.
L'agente si avvicinò lentamente, per poi sedersi accanto a
lei.
Si sentiva giusto un tantino a disagio: sentiva dietro di sé
la ragazza bionda che lo studiava minuziosamente, stando in piedi ad
ascoltare tutto quello che gli fosse uscito dalla bocca. E Kirk la
capiva. Si stava assicurando che alla sua amica non accadesse niente di
male.
"Mi scusi per la mia coinquilina, agente. E' così abituata
ad avere a che fare con i poliziotti senza scrupoli che si è
dimenticata che ce ne sono di buoni."
"Non ti fidare, Nyota. E tu amico, fai un solo passo falso e te la
vedrai con me." sbottò lei.
"Non dovevi andare al lavoro, Leila?" ipotizzò Nyota.
Lei a malincuore si rese conto che la coinquilina aveva ragione,
così prese la borsa e uscì, lanciando comunque
uno sguardo terribile a Kirk, come se gli avesse detto "Non la farai
franca, amico. Se le farai del male, stai pur certo che lo
scoprirò."
Quando si chiuse la porta alle spalle, Kirk tirò un
sospirò di sollievo.
"Non è cattiva, agente. Facendo la biologa, ha accumulato
una tale rabbia nei confronti delle istituzioni per via dello
sfruttamento degli animali e della natura che ormai non si fida
più di nessuno."
"Lo capisco. E' fortunata ad avere un'amica come lei."
"Cosa è venuto a fare, agente?"
"Sono qui perché voglio che i responsabili della sua
aggressione vengano puniti. E mi serve il suo aiuto per farlo."
Nyota scosse la testa.
"Lei mi sembra un bravo ragazzo agente, il che è raro al
giorno d'oggi, ma neanche con tutto l'aiuto del mondo lei riuscirebbe a
rendermi giustizia. E se pensa il contrario, è un folle. Ma
apprezzo lo sforzo, per cui le darò un consiglio: stia
attento, quelli come lei sono perennemente in pericolo. E non si
preoccupi per me. Questa non è stata la mia prima
aggressione e si fidi, non sarà
neanche l'ultima. Ci sono abituata ormai."
"Cosa dovrei fare secondo lei? Girare la testa dall'altra parte e far
finta che non sia mai successo nulla?"
Nyota aprì la bocca per dire qualcosa, ma un suono che
proveniva dalla tasca posteriore di Kirk li fece sobbalzare. Era il suo
cellulare, che Kirk si affrettò ad afferrare per rispondere
alla chiamata.
La ragazza non riuscì a capire chi fosse dall'altra parte
né la ragione della chiamata, ma non fu difficile arrivarci,
soprattutto intravedendo la preoccupazione di Kirk e il sudore che gli
rigava la fronte, per poi scendere per le guance.
Jim
avrebbe voluto mostrarsi più coraggioso, soprattutto davanti
ad una ragazza che aveva passato l'Inferno, ma quella reazione fu del
tutto istintiva.
Non era stata una conversazione lunga, quella tra lui e il suo capo, ma
era bastata a fargli capire a cosa avrebbe comportato.
Vieni subito al Distretto. Ci occorre la
tua presenza qui, prima che le cose peggiorino ulteriormente.
Prima che le cose peggiorino ulteriormente.
PRIMA CHE LE COSE PEGGIORINO ULTERIORMENTE.
Quelle dannatissime sei parole le aveva temute per
tutta la vita.
Tutti sapevano cosa significavano.
A
cosa.. comportavano.
Ricordava alla perfezione dell'episodio che si collegava a quelle
parole. Uno dei suoi primi giorni in polizia. C'era un agente, un certo
Pike, che era esattamente come lui. Credeva nella giustizia, nella
legge, nell'uguaglianza. Kirk lo guardava con orgoglio, con
ammirazione. Lo considerava un mentore, anche se lo conosceva da
qualche giorno e le volte che avevano parlato lo avevano fatto di
sfuggita, quando ne avevano avuto il tempo. Poi un giorno, quando si
trovava con lui da un ricco imprenditore che era stato rapinato, gli
squillò il cellulare. Il Capo gli disse che avevano bisogno
di lui al Distretto. Che doveva sbrigarsi ad arrivare prima che LE COSE
PEGGIORASSERO. Fu l'ultima volta che lo vide.
Da quel giorno, Kirk sentì un enorme vuoto dentro di
sé. Un vuoto che non riusciva a colmare né
guardando le stelle la sera né rimorchiando sempre ragazze
diverse.
Da quel giorno, Kirk capì il prezzo che si pagava a non
essere corrotto in quel mondo, un mondo che lui non sentiva suo.
Da quel giorno, Kirk si era ripromesso di fare il bravo, di non dare
nell'occhio.
Non voleva morire, ma era più forte di lui.
Non riusciva a far finta di niente.
Non poteva stare in silenzio.
Non poteva e non voleva.
E ora aveva finito con i giochetti.
Ora era arrivata la sua fine.
Sapeva cosa gli sarebbe successo, lo sapeva troppo bene, e se avesse
osato anche solo sperare in un destino diverso da Pike, allora
sì che era un folle.
Nyota non sapeva che erano quelle esatte parole a far scattare
l'operazione "eliminiamo chi può danneggiarci prima che sia
troppo tardi", ma sapeva che la polizia era abituata a togliere di
mezzo uno dei loro per convenienza.
Ora era il turno di Kirk.
Tutto perché voleva aiutarla.
No, non poteva permetterlo.
Doveva fare qualcosa.
Gli si avvicinò, e lo prese delicatamente per un braccio.
Lui la guardò: aveva uno sguardo perso e spento, ma
nonostante tutto riuscì a trovare il coraggio di incontrare
quello della ragazza.
"Scappa. Vai via." gli suggerì lei.
"Mi troveranno." bisbigliò lui.
"La città è grande. Se ti nascondi bene.."
"Mi troveranno. Hanno sempre trovato tutti. Troveranno anche me."
"Se indossi l'uniforme da agente, di sicuro. Aspetta, dovrei avere dei
vecchi abiti di mio padre, credo ti andranno bene. Ti conviene andare
nel bosco. E' molto fitto e forse lì non ti troveranno.."
"Se scoprono che mi hai aiutato, sarai nei guai."
"Nei guai? Mi hanno picchiata e violentata. Cos'altro possono farmi?"
"Non posso accett.."
"Non fare l'imbecille e mettiti subito questi abiti."
mormorò lei, lasciandogli una camicia a righe e un paio di
jeans, per poi lasciare la stanza per dargli un po' di privacy.
Kirk si spogliò e si mise gli indumenti, che in effetti, gli
stavano a pennello.
Nyota ritornò, e gli passò la pistola.
"Vai!" sbottò lei, spingendolo a forza verso l'uscita.
"Non so come, ma ti ripagherò. Per ogni
cosa."
"D'accordo! Ora però sparisci!"
Kirk avrebbe voluto continuare ad esprimerle gratitudine, ma aveva
ragione.
Non aveva tempo.
Avrebbe voluto correre, ma correndo si sarebbe fatto notare.
Cercò di nascondere il viso il più possibile, e a
passo svelto si diresse verso la campagna.
Stava continuando a sudare, e sembrare tranquillo non era affatto
facile, neanche per lui, ma quella era l'unica chance che aveva di
sopravvivere. Un piccolo errore ed era finito.
Camminò a lungo, per ore e ore. Camminò
così a lungo che si dimenticò la preoccupazione:
la stanchezza iniziava a crescere, e le energie iniziavano a mancare.
Alzò lo sguardo, e quando si rese conto che si trovava
già in campagna, cercò di tirare fuori tutta
l'energia che aveva rimasto per allungare il passo. Riuscì
persino a correre, ma fece solo pochi metri.
Respirò affannosamente e con le mani si appoggiò
ad un albero, ma era troppo tardi.
Sentii dietro di sé le auto volanti della polizia, il rumore
degli scarponi che indossavano gli agenti.
Erano arrivati.
Lo avevano trovato.
Come diavolo avevano fatto a trovarlo?
Che importava?
Tanto ora sarebbe morto, e sapere il come non lo avrebbe aiutato
né avrebbe reso meno inevitabile la sua morte.
"Saresti stato un gran poliziotto, James Tiberius Kirk.
E' un vero peccato che tu abbia scelto la strada
sbagliata." sbottò il suo capo in tono solenne.
Kirk continuava a guardare dall'altra parte.
Non voleva girarsi, non ne aveva l'intenzione.
Non avrebbe dato loro quella soddisfazione.
Non sarebbe morto guardando le loro uniformi, che non erano mai stati
degni di portare.
No, sarebbe morto guardando la natura e gli alberi.
Pace.
Pace e serenità.
"Sto aspettando. Sparate. SPARATE!" urlò, stringendo
l'albero vicino a sé, tremando.
Avrebbe voluto essere più coraggioso, ma
la verità era che era terrorizzato. Era solo un ragazzo,
aveva solo vent'anni, non riusciva a nascondere di avere paura.
Sentì un colpo.
Poi un altro.
E poi sentì freddo, e il rumore dei poliziotti che se ne
andavano si faceva sempre più lontano, più
confuso, più distante.
Si accasciò a terra, e chiuse gli occhi, sfinito in ogni
senso.
Quello di cui non si era accorto nessuno, né lui
né tanto meno i poliziotti, era che qualcuno aveva assistito
alla scena.
note: già, questa volta le metto in fondo U.U
Allora, intanto ringrazio tutti quelli che hanno letto questo capitolo
per intero e che sono arrivati fin qui (eh già, forse questo
è un tantino lungo rispetto al primo, chiedo venia>
.< ) e ringrazio tutti coloro che mi hanno lasciato una
recensione per il primo capitolo, e spero recensirete anche questo!
Ora veniamo al capitolo..
Leila! Nessuno se lo aspettava che spuntasse fuori lei, eh?
L'ho voluta inserire nella storia perché è un
personaggio che mi ha sempre incuriosito: nel descriverla mi sono
trovata un po' spaesata, perché per tutto il tempo in cui
lei appare in Al di Qua del Paradiso è sotto l'effetto delle
spore, quindi non la vediamo mai com'è veramente, e secondo
me sarebbe stata così: una grintosa biologa che non ha paura
di dire ciò che pensa. E poi l'ho voluta inserire per fare
un piccolo omaggio a quel meraviglioso episodio, che amo alla follia e
che potrei rivedere 345876 volte!
E poi volevo mettere anche un po' di pepe alla storia, e mettere
qualche avvenimento, come dire, inaspettato!
E niente, grazie di tutto e ci sentiamo alla prossima! :D