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Autore: scarlett_midori    23/04/2015    2 recensioni
La vita degli Shadowhunters era già abbastanza complicata a causa di demoni, Nascosti e mostri vari.
La vita, però, può complicarsi ancora di più, se anche gli dei dell'Olimpo - e semidei al seguito - fanno la loro comparsa.
I figli degli dei le ombre incontreranno,
Vestiti di neri e marchiati dagli angeli questi ultimi saranno.
Di colui che è stato, il debito pagheranno,
Il mondo silenzioso e oscuro affronteranno.
E chi dello Stregone alla fine avrà chiesto
Tornar non potrà, se non mesto.
L'unica cosa che il nemico sconfiggerà
La forza dell'incontro dei due mondi sarà.
[Ambientato dopo "Città del Fuoco Celeste" e "Lo Scontro Finale".]
Crossover Shadowhunters & Gli Dei Dell'Olimpo
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Il loft dello Stregone ancora puzzava di zolfo, ma il padrone di casa stava facendo il possibile per eliminare quell'odore così insistente e fastidioso.
Evocare demoni non era per niente legale per il Conclave, specialmente ora che i mondi dei Nascosti e degli Shadowhunters erano più vicini.
Nonostante tutto, però, Magnus ancora evocava demoni qualche volta, specialmente se la commessa era da parte di gente molto ricca.
Mentre un leggero profumo di lavanda si diffondeva nell'aria, Chairman Meow fece la sua comparsa e si sistemò sul divano, giocando con il suo gomitolo viola.
Dopo l'ultimo incidente con il topino meccanico, Magnus aveva ristretto i giochi del gattone a gomitolo e pupazzi immobili.
«Ma dove sarà..» stava brontolando Magnus, allungando lo sguardo prima verso il gatto e poi verso la porta del loft.
Capitava che a volte Alec fosse in ritardo, ma quella sera, i due era impegnati in una cenetta di coppia con Jace e Clary, e Isabelle e Simon. Il tutto si sarebbe semplicemente trasformato in un party tra bambini, ma Clary e Isabelle insistevano sul fatto che, probabilmente, sarebbe stato utile alla memoria di Simon.
Magnus aveva semplicemente accettato, a patto che Jace se ne stesse in un piccolo angolo, chiuso in una gabbietta per chihuahua.
Isabelle, ridendo, glielo aveva promesso e lo Stregone ci contava.
«Alec» la voce era un misto tra preoccupazione e irritazione. «Tutto bene?»
In sottofondo si udiva una voce di un ragazzo...
«Alexander, sei in compagnia?»
«Io, ehm, è complicato. Comunque stiamo arrivando.»
«Stiamo? Ma chi?»
La chiamata era stata già interrotta e Magnus Bane si trovò immobile, a chiedersi cosa mai quella serata avrebbe portato.
*~*~*
Il ragazzo aveva i capelli neri, corti ed un paio di occhi verde mare, quel genere di verde che era difficile da dimenticare. Si era presentato come un certo Percy Jackson, e Magnus non poté fare a meno di ricordare quel nome, letto sui giornali un paio di volte negli anni precedenti. Era abbastanza sicuro che non fosse uno Shadowhunter (considerata anche l'assenza di Marchi), anche se i suoi occhi schizzavano velocemente qua e là, come per captare il pericolo.
Questo era stato abbastanza chiaro dopo che Perry - Magnus non ne era sicuro del suo nome - era saltato in avanti e, sguainata una penna Bic, voleva attaccare Chairman Meow, apparso improvvisamente.
Alec, nel frattempo, aveva stranamente lo sguardo rilassato ma fermo, come se avesse già capito tutto della situazione.
«Dii Immortales! Ma quello non è un gatto.»
Magnus sbuffò e scosse la testa, seccato.
«Alexander, vorresti spiegarmi la presenza di questo tuo... amico, qui?»
Le guance del Cacciatore erano diventate rosse e lo sguardo non era più tanto tranquillo.
«Lui, beh, abbiamo combattuto insieme contro il.. contro il..»
«Contro chi, Alec?»
«Il Minotauro» concluse la frase Percy.
Lo sguardo di Magnus era indecifrabile e confuso. Lo Stregone piegò la testa all'indietro e cominciò a ridere.
«E chi è? Il nuovo serial killer di New York?» Il suo tono di voce non nascondeva un certo sarcasmo.
Percy Jackson lo guardava come se davanti avesse un pazzo, o solo l'ennesimo umano a cui spiegare la sua storia. Era pronto a parlare, ma Alexander gli fece cenno di mantenere il silenzio e raccontò lui la storia al fidanzato.
«Magnus, immagino conoscerai gli dei greci...» si intromise alla fine Percy.
«Beh, sono reali. Alti tre metri, se di buon umore, vestiti in modo regale se non in vacanza. Certo, c'è il capo del Campo Mezzosangue, Dioniso, che indossa sempre quelle camicie..»
«Percy, basta.» Il tono di voce di Alec era gentile.
Magnus batté un paio di volte le lunghe ciglia, ma poi annuì pronto a saperne di più di tutto quel mondo a lui oscuro, fino a quel momento.
«E quindi voi sareste i paladini degli dei o cose simili?» chiese il Figlio di Lilith e poi si accomodò sulla sua nuova poltrona di pelle blu. Aveva visto tante cose nella sua lunga vita, ma mai aveva creduto che gli dei potessero essere reali. Specialmente con l'avvento del Cristianesimo. Non che lui avesse mai creduto a qualcosa in particolare, ma essendo figlio di un demone, per qualche fazione pur parteggiavi.
«Oh, no. Noi siamo semidei, i loro figli.»
«Figli?»
«Figli? Gli dei hanno figli?»
Magnus cercò di non sembrare troppo sorpreso.
«Oh si, io ad esempio sono figlio di Poseidone.»
Poseidone, non il dio preferito da Magnus, forse, a lui si confaceva più Apollo. Non era forse splendente come un sole?
Alec avrebbe detto di sì.
«E ci sono altri come te?»
«Un intero campo! Figli di Ermes, Atena...» A quell'ultima parola, Percy arrossì, forse il ragazzino aveva anche una fidanzata.
«Va bene, va bene. Per ora ho ricevuto anche troppe informazioni. Ho la testa che mi scoppia..»
Lo Stregone, alzatosi dalla poltrona,  si sistemò i capelli allo specchio, cercando di concentrarsi. Piegò poi le braccia al petto e guardò i due ragazzi di fronte a lui.
«Ricapitolando: il Minotauro vi ha attaccati, e voi siete riusciti a sconfiggerlo, bravi! Alec, però, non è un semidio, quindi non avrebbe neanche dovuto vederlo il mostro, perché esiste la Foschia. Il problema ora è che anche noi abbiamo la nostra Foschia... Quindi, dalle vostre parole, vorreste farmi capire che c'è qualcosa che non va? E che ovviamente io dovrò occuparmene, giusto?»
Alec e Percy si guardarono e risero, senza nessun motivo apparente.
«Giusto» affermò Jackson.
«Forse potremmo chiedere al Conclave, per un supporto.»
«No, meglio non coinvolgerli. Sarebbero capaci di incappare anche nell'ira degli dei dell'Olimpo.»
Alexander, suo malgrado, rise. Intanto Percy stava fissando gli occhi di Magnus Bane.
«Ma..»
Si avvicinò cautamente a lui e alzò le punte dei piedi, per guardarlo meglio.
Lo Stregone si trovò vicino al viso di un semidio molto invadente.
«I tuoi occhi..»
«Già, sono uno Stregone, ragazzino.»
«Wow! Quindi un Figlio di Ecate
Magnus spinse Percy lontano da lui.
«Alec, chiama Jace e gli altri, abbiamo del lavoro da fare.
E no, Perry, sono figlio di un demone.»
   
 
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