Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: FrerardWay    23/04/2015    0 recensioni
Lilith, stesa in un triste lettino di un ospedale, cerca di rassicurare l'amica che, anche dopo la sua imminente morte, andrà tutto bene.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~~-ti prego Lilith, non andartene- pianse Amelie appoggiando la testa sul letto d’ospedale dove ero sdraiata.
Ero ormai entrata in uno stato di inconscia calma, anche se Amelie la definiva più come fastidiosa e irrazionale” calma.
Ma personalmente non aveva niente di irrazionale; ero perfettamente consapevole, solo che al contrario di lei io avevo accettato quella cosa senza opporvi inutile resistenza: Stavo morendo.
Da quando avevo saputo che mi sarebbero rimasti tre mesi di vita, mi ero semplicemente arresa.
Ora mancava molto meno.
Il tumore al pancreas mi stava uccidendo perciò non potevo farci niente.
Ma, in fondo, avevo altra scelta? Cosa dovevo fare, lottare? Reagire? Come?
Non avevo opzioni da poter valutare, tanto valeva aspettare in silenzio la mia ora e godermi ogni momento dando a tutto molta importanza.
Chi aveva scoperto che ero malata si stupiva della mia calma innaturale. Non avevo scatti di rabbia o urla, non ero disperata, ma ero semplicemente a perfetta conoscenza della mia imminente morte.
Non avevo bisogno di urlare contro qualcosa dentro di me o di prendermela con il mondo per un difetto del mio corpo.
Che fosse colpa del mio destino che aveva scritto un brutto finale per il libro della mia vita, o un semplice caso non controllato da nessuno, per me era arrivata la fine.
In fin dei conti non tutti libri devono per forza avere un bel finale. Non è che quando ne scrivi uno devi tenere conto delle regole base tra cui: regola 103, paragrafo B, riga 10= ogni manoscritto/biografia/romanzo deve avere un “e vissero per sempre felici e contenti”.
Ci sono romanzi di 500 pagine con 80 capitoli e i libricini come me con poco più di 100 pagine che si concludono con il 17esimo capitolo finale, con il “the end” in cui la protagonista si ritrova morta in un letto d’ospedale.
Io ero il perfetto esempio della canzone di Lana del Rey “born to die” perché la vita in fin dei conti è questo: veniamo alla luce per morire, coltiviamo piante per poi tagliarle, alleviamo animali per poi ucciderli, lavoriamo per riposare, ci droghiamo per stare meglio, ci affezioniamo alle persone per poi perdere
le e ci allontaniamo per poi sentire la loro mancanza.
Io mi sarei allontanata per tutti, per gli amici e la famiglia.
Magari sarei andata in un posto migliore e li avrei guardati dall’alto. Loro avrebbero perso me ma io li avrei sempre avuti accanto.
Non muori mai se rimani nei cuori di chi ti ricorda, ma io non volevo essere solo ricordata, io avrei anche ricordato.
Ero pienamente cosciente di tutto ciò, ecco perché ero in pace.
Facile da accettare no?
Non avrei mai spento le mie 18 candeline.
Non avrei mai avuto la soddisfazione di andare da un tabaccaio e mostrare la patente per prendere le sigarette.
Niente matrimonio e figli nel mio breve futuro.
Ormai evitavo pure il pensiero della vecchiaia perché non avrei mai assaporato il piacere di stare tranquilla su una poltrona davanti ad un caminetto acceso, coi nipotini che giocano felici sul tappeto e io che gli sorrido, col volto contornato da rughe…le avrei portate con orgoglio quelle rughe! Niente creme o lifting! Avrei urlato al mondo intero la mia età decrepita, piena di orgoglio e soddisfazione, se solo ci fossero state speranze per me.
-ehi- sussurrò Amelie avvicinandosi al mio volto, asciugandomi una lacrima sfuggita dalle mie ciglia.
Ok, avevo accettato tutto questo, ma ciò non voleva dire che non ne soffrissi.
-Amelie, guardami- le bisbigliai con quel poco di voce che mi era rimasto.
Lei obbedì, gli occhi rossi pieni di lacrime.
-io sono in pace, Amelie. E’ arrivata la mia ora, doveva andare così, e va bene-
-no non va bene! Come farò senza di te?! Senza la mia migliore amica. Come potrò tornare a scuola e vedere quel banco vuoto e far finta di niente?! Non stai partendo per un viaggio, stai morendo! TI prego, devi lottare- finì la frase in un sussurro singhiozzato
-ed è giusto così. Io sono felice di morire e non voglio lottare. Per me finirà tutto grazie all morte…continuare a lottare significherebbe sopportare il dolore e io non ce la faccio; tu mi guardi adesso viva, ma io non sto vivendo, sto sopravvivendo.
Quando tornerai a scuola non pensare a me come morta, ma pensa che finalmente sono in pace! Non cercare la felicità dove l’hai persa Amelie. Quei banchi sono solo pezzi di legni, la nostra altalena è solo un gioco, le nostre canzoni sono solo musica; non aggrapparti a quelle, aggrappati al ricordo dei nostri momenti felici e non alle cose materiali che li rappresentano, io vivrò nei tuoi ricordi, non negli oggetti.
Sarò sempre con te, sarò il tuo angelo custode- la rassicurai con la voce rotta
-ma tu non credi in dio o nel paradiso-
-ma tu si, e se mi vorrai io sarò li con te a tenerti per mano. Chissene frega se fisicamente non ci sono, ma quando avrai bisogno, io sarò li- le accarezzai una guancia per asciugarle una lacrima
-ma Lilith…-
-ho visto molte persone esistere e pochissime vivere…voglio che tu viva, Amelie. Goditi ogni momento, prova tutto, mettiti in gioco e vedrai che anche io vivrò attraverso i tuoi gesti. Mi farai felice…onorerai la mia giovane morte se vivrai la tua lunga vita.
Ti prego, la cosa più importante è che non smetterai di credere che si potrà sempre e comunque ricominciare e io voglio che tu ricomincerai a vivere, alla mia fine.
Siamo migliori amiche, fallo per me-
Lei mi strinse la mano e singhiozzò
-ti voglio bene Amelie, ricordatelo-.

 

Buongiorno gente,
dunque: questo breve e tristissimo racconto, non l’ho scritto io, ma la mia migliore amica.
Praticamente è un suo sogno messo per iscritto: aveva sognato di morire di tumore al pancreas e la mattina dopo lo ha trascritto sotto forma di tema, data la sua bravura nello scrivere;
in origine era molto più lungo, ma era pieno di dettagli che solo chi la conosce e vive nel nostro piccolo mondo può capire, così l’ho riadattato, mantenendo sempre e comunque le sue parole.
Le due protagoniste saremmo io e lei ( con i nomi cambiati ovviamente) e giuro che quando l’ho letto ho pianto come una disperata! :’(
Anche perché ci sono dei particolari che non so se voi ci avete fatto molto caso, ma che per me sono molto importanti, tipo quando dice “ la nostra altalena sarà solo un gioco, le nostre canzoni sono musica”;
beh l’altalena non era una di quelle normali, ma era grossa e rotonda e noi ci passavamo un sacco di tempo, quando entravamo dopo a scuola o uscivamo prima, e li ci raccontavamo le peggio stupidate, ridendo come cretine.
Le canzoni, beh, ne avevamo un sacco di nostre canzoni che cantavamo a squarciagola per le strade degli altri paesi, dove tanto nessuno ci conosceva…
Si ok, sto parlando come se lei fosse morta davvero NO E’ ANCORA VIVA E VEGETA, ROMPE COME AL SOLITO, QUINDI STA BENISSIMO!!
Vabeh, spero davvero che vi piaccia 
Arrivederciii <3

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: FrerardWay