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Autore: Tessa Fray    23/04/2015    0 recensioni
"Ho un brutto presentimento. E’ come se questa giornata io l’avessi già vissuta.
E’ strano.
Come può, a distanza di 25 anni, ripetersi identicamente un fatto?"
Quando qualcuno bussa alla porta, prima di aprirla, non sai mai la sorpresa che troverai dall'altra parte
Genere: Fantasy, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho un brutto presentimento. E’ come se questa giornata io l’avessi già vissuta.
E’ strano.
Come può, a distanza di 25 anni, ripetersi identicamente un fatto?
Sono a casa dei miei, nella mia camera.
Il solito tavolino di legno è al centro della stanza, bucato qui e là dalle tarme, ma sempre lo stesso. Le tende di pizzo alle finestre più consunte che mai, ma sempre le stesse.
Niente era cambiato lì dentro, solo il tempo aveva modificato un po’ le sembianze della stanza.
Ma in quel momento sembrava che il tempo non importasse più.
-
1985. ho sette anni. A casa di Tullio ed Emma, i genitori adottivi. Dalla cucina arriva invitante il profumo del pane croccante appena sfornato. Fuori il cielo è grigio come il piombo. Un tuono. E un colpo alla porta d’ingresso.
Due.
Tre.
Emma ultimamente ha paura di tutto. Questo da quando qui in paese sono cominciati a sparire i bambini, tutti sotto i 10 anni.
Emma è una bella donna, sui 30 anni. Ha lunghi capelli neri, il volto a forma di cuore, sempre sorridente.
Oggi, però, non sorride quando apre la mia porta.
Mi fa solo un cenno, e per la scala continua a sussurrarmi “mi dispiace”.
In sala ci sono due tipi rozzi, uno che tiene stretto alla gola Tullio e l’altro che sogghigna maligno. Tullio cade a terra, senza più forze. E’ svenuto o il suo cuore buono non ha retto?
Emma grida, piange e si dimena. Un solo colpo alla testa contro il muro le è bastato per afflosciarsi, gli arti molli e una brutta riga rosso vivo sul capo.
E gli uomini terrificanti mi portarono con loro.
Chissà dove …
-
Ecco. Ho trovato la differenza. Emma e Tullio non ci sono più.
Un tuono.
Tre colpi alla porta.
Ho 32 anni maledizione, non sono più un bambino. Ma i fantasmi evidentemente si erano così divertiti qua che avranno pensato di provare nuovamente quel brivido di piacere che si prova ad ammazzare delle brave persone.
Madido di sudore cammino lento verso 5 anni di prigionia inutile, dolorosa.
Apro la porta … e mi risveglio in una gattabuia.
-
Puzza di sudore e polvere caratterizza questo posto.
Centinaia di sentinelle brutte come la morte e vestite di un verde cupo sorvegliano altrettante celle.
Ancora non piango. Sono sotto shock per la morte di quei due. Lenta e sofferente per Tullio. Così veloce per Emma …
Mi raggomitolo in un angolo, lontano dagli altri bambini, e mi lascio trasportare dai ricordi.
Una volta Tullio mi aveva rivelato chi fossero i miei veri genitori senza però averne l’intenzione.
Avevo capito che non erano loro. Mi disse che si chiamavano Andrea lei, e Camo lui.
-
Andrea e Camo.
Nomi strani.
Eppure non ho alcun ricordo di loro. Mi hanno sempre detto che erano morti in un incidente d’auto, ma ora capisco.
Per la terza volta sono stato rapito dai fantasmi.
Non ha senso.
Il loro modus operandi è sempre lo stesso, bambini con meno di dieci anni … allora perché continuano a prendermi con loro?
Mi guardo intorno.
Bambini. Tanti.
Guardie.
Io, un adulto.
Vedo un’ombra fuori dalla cella, si dirige verso di me.
In un attimo mi ritrovo in manette, coltello alla gola e immobilizzato contro il muro. Ma sono tutti bambini, quelli che mantengono salda la presa su di me.
All’improvviso una voce di donna inizia a cantare una melodia dai versi gutturali, e cado in un sonno profondo.
Di nuovo mi hanno reso inerme.
Ora sono in una stanza ampia e luminosa.
Una bella donna cammina per la stanza.
Ha i capelli di un biondo sporco, proprio come i miei, un corpo snello e flessuoso, e un semplice abito nero.
“Ecco, signorina Andrea” fece una guardia.
Il mio cuore perde un colpo.
“Grazie a te, ora vai e lasciateci soli”
Il suo tono è minaccioso e autoritario.
Lentamente si gira e procede a passi svelti fino a quando si trova quasi con il naso contro il mio.
-
“Tullio! Quanto Sole! Giallo come i miei capelli!”
“Eh sì … mi ricorda persone cattive”
Sulla sua fronte era comparsa una ruga sottile. Il suo volto segnato dalla fatica nascondeva così bene la sua giovinezza che non sembrava che avesse solo trentacinque anni.
“Chi sono?”
“So solo che si chiamano Andrea lei, una donna bellissima, e Camo lui, un tipo molto riservato ma anche troppo aperto con le persone di suo gradimento. E questo vale per Andrea. A loro piace giocare.”
Si ferma su questa nota enigmatica e io lo guardo, speranzoso di ricevere altre notizie.
Quando i nostri sguardi si incrociano, sul suo volto mi pare di scorgere un po’ di spavento.
Quella sera a tavola non mi ha nemmeno rivolto la parola.
-
Ci vuole sangue freddo per stare fermi davanti a chi da lì a due secondi ti darà la morte.
Da una porta esce un uomo con una mantellina blu notte.
Camo.
Un angelo sterminatore.
I genitori creduti morti per colpa dei fantasmi sono insieme.
I genitori di cui ho sempre sentito la mancanza, che credevo avessero patito molte, troppe sofferenze, ora sono di fronte a me.
“Abbiamo aspettato …” inizia Camo.
“… troppo tempo” conclude Andrea.
E i due fantasmi, le due metà del Sole dorato, mi sorridono, come per augurarmi un buon viaggio che mi porterà per sempre lontano da loro.
   
 
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