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Autore: mi piacciono i treni    23/04/2015    2 recensioni
Soulmates AU
Kurt ha diciotto anni e pensa che probabilmente non incontrerà mai la sua anima gemella. Ha diciotto anni ed è da quando ne aveva cinque che sogna di specchiarsi in due meravigliosi occhi e riconoscerli a prima vista.
A volte quel nome, indelebilmente scritto dal destino nell’incavo del suo ginocchio, brucia così tanto da far male.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                                                                          Dedicata alle mie disaghaters...
                                                                                                                                                                                               Siete belle <3
                                                                                                                                                                                                *si nasconde*




Kurt ha diciotto anni e pensa che probabilmente non incontrerà mai la sua anima gemella.
 Ha diciotto anni ed è da quando ne aveva cinque che sogna di specchiarsi in due meravigliosi occhi e riconoscerli a prima vista.

A volte quel nome, indelebilmente scritto dal destino nell’incavo del suo ginocchio, brucia così tanto da far male. Sente come se quel ‘Blaine ‘, scarabocchiato in una grafia piccola ed elegante, fosse stato marchiato a fuoco sulla sua pelle. Non ha mai capito se fosse un segno, qualcosa che gli indicasse la vicinanza a qual nome senza volto, o solo frutto della sua immaginazione. Pulsa prepotentemente, ricordando della sua presenza anche quando Kurt vorrebbe solo che sparisse.

 A Rachel non è mai successo, questo lo sa perché una sera ha avuto il coraggio di chiederglielo.

 Nonostante anche lei abbia un nome scritto dietro l’orecchio, non le è mai capitato di sentire quel formicolio insistente, confortante e doloroso allo stesso tempo, lungo le lettere scure. Ha sempre creduto  fosse perché, Rachel, l’altra faccia della sua stessa medaglia l’avesse incontrata già dal un bel pezzo, quando Finn all’età di sei anni le aveva soffiato sul ginocchio per far andare via il bruciore dopo l’ennesima caduta. Adesso pensa sia piuttosto tutta suggestione,speranza accumulata e mal espressa.

Sua madre, davanti alle sue preoccupazioni e alla sua tristezza, dice sempre di avere pazienza perché è ancora giovane, ha tutta la vita davanti e che molte persone non incontrano mai il loro tatuaggio ma vivono comunque una vita lunga e felice. Lui non vuole nemmeno prendere in considerazione questa alternativa, non vuole vivere per sempre con lo stesso vuoto nel petto, non vuole continuare a svegliarsi la notte con le lacrime sul viso, senza ricordare nulla di quello che ha vissuto durante i suoi sogni se non un paio di occhi grandi e lucenti.









Ha ormai ventisette anni quando rinuncia.Rinuncia a trovare la sua anima gemella, ad aspettarla. Rinuncia alla completezza di un amore eterno e in fondo rinuncia anche ad una parte di sé stesso.

Incontra un uomo, un brav’uomo che sembra amarlo davvero. Lo incontra una mattina soleggiata al parco. Il suo cane gli salta letteralmente addosso e lui  per scusarti gli offre un caffè. Un cliché insomma.

Paul ha soli tre anni in più di lui ed è affascinante, colto e generoso, molto meglio di qualsiasi altro ragazzo abbia mai frequentato. Pensa che, forse, con lui potrebbe costruirci qualcosa, una famiglia, una vita, un posto tutto suo da chiamare casa.

Quasi dimentica quel nome che fino ad allora è stato la sua ossessione, lo fa per il bene della famiglia che sta costruendo e per la sua felicità, nonostante spesso durante la notte riaffiorino le lacrime e labbra soffici, sussurri armoniosi e soprattutto la luce di quegli occhi lo tormentino.









Ad una settimana dal suo trentacinquesimo compleanno incontra Blaine.

Ha quasi un attacco di panico quando legge quel nome tra i candidati alle audizioni per un ruolo abbastanza importante nel film che sta producendo.

Da ragazzino pensava che sarebbe stato al settimo cielo nell’incontrare la sua perfetta metà, il presunto amore della sua vita, ma non è così, non adesso che ci è passato sopra, che è andato avanti con la sua vita.
 
È terrificante pensare che tutto quello che ha costruito potrebbe cadere con la facilità con cui lo fa un castello di carte per colpa di un solo essere vivente.

Blaine, come dice il suo curriculum, ha più o meno la sua età ed è un attore di discreto successo ed è facile pensare a come quello sia perfetto,come anche le loro passioni si intreccino tra di loro.

Kurt ha immensamente paura di quello che potrebbe succedere. Lui e suo marito hanno appena adottato un bambino e non vuole distruggere la sua piccola famiglia perfetta, così non dice nulla a nessuno, si tiene tutto dentro e trema per l’ansia senza che nessuno possa confortarlo.

Quando arriva il giorno delle audizioni, Kurt vorrebbe scappare, far finta di avere un malore e rintanarsi sotto le coperte ma non lo fa nonostante la voglia di rigettare la cena della sera prima sulle scarpe della sua collega sia tanta.

Ascolta chiamare il suo nome e lo vede entrare. È diverso da come l’aveva immaginato ma si rende conto di aver passato troppi anni a fantasticare e troppo tempo ad idealizzarlo.

 È un po’ timido all’inizio ma quando alza lo sguardo e lo punta dritto verso di loro, capisce. Non è lui. Non sono i suoi occhi quelli che lo hanno perseguitato e continuano a farlo da sempre.

Non può resistere a quella vista. Si scusa con tutti e corre in bagno per lasciarsi poi scivolare lungo le mattonelle appiccicaticce del muro e piangere fin quando non è ora di tornare a casa.

Alla fine quel Blaine non viene assunto. La sua bravura non può far niente contro la forte e ineluttabile volontà di Kurt.

Per l’ennesima volta si sente deluso e sopraffatto dal suo destino.









Passati i quaranta, in prossimità della crisi di mezz’età, quel marchio continua a pulsare ignorato. Il sangue preme forte e irruento in quel punto e il piacevole fastidio che gli provoca è sempre lì senza ancora una spiegazione.









È nell’anno dei suoi sessantuno che tutto va a rotoli.

Un martedì mattina si sveglia e non sente più nulla, nessun prurito, nessun particolare calore. Niente.
Anche il suo cuore, allora, smette di provare qualcosa.

Si spoglia freneticamente e controlla che il nome ci sia ancora, che non sia sparito. È lì, ancora scuro e ingombrante ma non  vivo.

 È così che arriva la depressione. Giunge improvvisamente e lo rende insofferente a qualunque cosa. Gli porta via anche le passioni che lo hanno accompagnato per tutta la vita.

Suo madre da giovane continuava a ripetergli che sarebbe stato felice in un modo e nell’altro e lui ci ha creduto, ci ha provato. Sembrava aver funzionato, si sbagliava.

Tutti credono sia una conseguenza dell’età, nessuno sa cosa c’è nella sua testa in realtà.

Suo marito,comunque, continua a rimanergli accanto più per abitudine che per amore. Forse è proprio questa la cosa più triste.









L’ultima volta che lo sogna ha settanta anni appena compiuti e altrettanti acciacchi.

 È il sogno più vivido che abbia mai avuto. Sente il calore di una mano che stringe forte la sua, rassicurante  e una canzone che non conosce ma familiare alle sue orecchie. Sente l’eco di un “ti amo” e di un “non ti dirò mai addio”, ricordi di lacrime e risate che non sono suoi.
 Dopo quello più nulla.









Ad ottantaquattro anni, circondato da medici, Kurt capisce che non gli rimane molto tempo.

Dalla sua camera d’ospedale c’è un via vai continuo di familiari e amici che infastidisce un po’ il personale. Suo figlio, ormai adulto, lo abbraccia con la paura impressa nelle iridi verdi.

Ha avuto successo, una famiglia, un figlio, ha visto i suoi nipotini crescere ma non è ancora pronto a morire. Non importa quanto l’abbia voluto in passato, sa che non è giunta la sua ora. È troppo incompleto, insoddisfatto. Se credesse nell’esistenza di qualcosa dopo la morte, giurerebbe di diventare un’anima imprigionata in un limbo tra la vita e la morte, trattenuta sulla terra dalle sue questioni irrisolte.

Non ha paura di morire, si sente semplicemente vuoto e soprafatto da qualcosa più grande di lui.

 Sono il rumore delle nocche che battono delicatamente sulla parta di legno e una massa scompigliata di ricci scuri indossati da un giovane ragazzo a distoglierlo dai suoi rimpianti.

“Sono Blaine, il suo infermiere.”

E sono fuochi d’artificio, sono enormi occhi di un colore che non può essere raccontato, oro, verde, distese infinite di grano e foglie cadute su un prato d’autunno.

E sente l’aria sfrigolare, sente quel vuoto colmarsi, le tessere del puzzle della sua vita trovare finalmente la loro reale collocazione, sente il cuore scappargli dal petto.

“Kurt.” risponde tremolante, osservando lo sguardo spaesato, incredulo, terrorizzato di Blaine.

Piange perché è tutto quello che può fare. Piange per se stesso e il per destino che gli ha dato qualcosa di così meraviglioso e non gli ha dato il modo e il tempo di goderne. Piange per Blaine che è così giovane e già così distrutto. Piange perché non è giusto.



“Oh. There you are. I've been looking for you forever”










La ferrovia di Ale:

Si, bene...
Non chiedetemi perchè. NON LO SO.
Mi andava di scrivere una soulmates AU un po' sfigata e quindi eccomi qui, dopo decenni che non riesco a concludere una storia :))))
Lo so, fa un po' schifino ma...
C'erano tante cose che avrei voluto dire ma temo di averle dimenticate tutte.
Se volete lasciare  qualche recensione, sappiate che apprezzo anche gli insulti. 
Grazie a Mari per il titolo <3 lov iu
Spero vi piaccia, anzi non lo dico proprio! 


Con amore,
Ale <3
 
  
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