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Autore: alice_perazzona    24/04/2015    1 recensioni
"Non sono solo" le ho detto. "Non sei solo" mi ha risposto, continuando ad abbracciarmi.
Genere: Drammatico, Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiamo Amhed, ho undici anni, e sono un bambino africano. Sono sbarcato in Italia ieri mattina, solo. Mio padre è stato ucciso in guerra, molto probabilmente insieme a mio fratello più grande. Mia madre era in un altro barcone, ma è sparita. Ho sentito che in diversi barconi molte persone sono morte annegate, e penso che anche mia madre abbia fatto questa fine. Ancora non l'hanno trovata. Ora sono in un rifugio con altre persone sbarcate, alcuni erano nel mio barcone, altri mai visti. Ma comunque completamente solo. Nessuno vuole prendersi la responsabilità di mantenere un figlio non suo. Le persone che ci hanno salvato dal mare hanno detto che tutti i bambini senza un genitore saranno affidati ad una famiglia italiana. Ma io ho paura, non li conosco. Non so come sono questi italiani. Mi sembrano così strani, così diversi. Abbiamo addirittura un differente colore di carnagione. Mi sento fuori luogo, molte persone mi guardano male. Ho paura. Voglio i miei genitori, mio fratello, la mia famiglia, ma sono solo. I nostri salvatori dicono che avrò presto una famiglia, ma non sarà mai come la mia.

Tornando indietro, vorrei essere stato più grande per andare in guerra con mio padre. Almeno sarei morto con loro. Oppure sarei voluto partire con mia madre, e magari salvarla, per vivere ancora insieme, senza lasciarmi solo, come ha fatto. O ancora, avrei voluto che si fosse rovesciato il mio barcone, e non il suo. E invece mi sono imbarcato prima, lasciandola sola, ma per sua volontà. 
È stato orribile, la cosa più brutta della mia vita. Per me era il primo viaggio, e sinceramente me lo aspettavo diverso. Un viaggio di piacere magari, e non come l'unico modo per fuggire alla morte certa della guerra. Anche se molte persone sono morte ugualmente.
Eravamo tutti ammassati, di giorno troppo caldo e di notte troppo freddo. Il cibo e l'acqua erano pochi, alcuni adulti rinunciavano, per nutrire noi bambini. Sei giorni di mare, ma sei giorni d'inferno. I giorni più brutti della mia vita. E non voglio neanche pensare a cosa saranno quelli che verranno in futuro. Ho troppa paura.
Stanno arrivando altre persone, sento qualche voce che mi sembra familiare, mischiate ad altre urla. Senza accorgermene, mi si è avvicinata una signora, molto magra e disidratata, e mi ha abbracciato. Non mi lasciava, e solo poco dopo ho capito che era mia madre. "Non sono solo" le ho detto. "Non sei solo" mi ha risposto, continuando ad abbracciarmi. Non mi sembra vero, l'ho stretta fortissimo. È qui, qui con me. Non sono solo
   
 
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