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Autore: Liris    27/12/2008    6 recensioni
Pensando di aver definitivamente messo la parola fine alle avventure,
due persone capiranno quanto il destino a volte,
si diverta a prendersi gioco dei piccoli umani

Dopo "I Promise You" ecco a voi il seguito tanto atteso^^ dove l'amore fra Edward e Roy sarà messo a dura prova dalla volontà del fato.
Genere: Romantico, Drammatico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altro personaggio, Edward Elric, Roy Mustang, Un pò tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Desclaimers: Tutti i personaggi contenuti, a parte uno, non sono di mia proprietà ma di Hiromu Arakawa e la storia non è a fini di lucro
Genere: Romantico, Avventura
Raiting:verde





-Omake: ovvero, quando Lilith si annoia-





Un piccolo sbadiglio disturbò il silenzio che permaneva nella sala, o per meglio dire, per tutta la casa.
Due occhietti gialli si puntarono sulla figura di una ragazzina, seduta svogliatamente al divano, con le lunghe e snelle gambe distese per tutta la lunghezza di questo.
-Gnaaa…Temy..non c‘è niente da fare- borbottò con voce leggera e quasi infantile, mentre scivolava sdraiata e a pancia in giù, sollevando le gambe e muovendole avanti e indietro.

Lilith si annoiava…

Certo, era risaputo che alle tre e mezza di notte la gente normale si coricava, o si era già coricata da un pezzo, nel letto, e cadeva dolcemente nel mondo dei sogni.
Beh, per la giovane e speciale brunetta, la normalità non era all’ordine del giorno.

Aveva sempre viaggiato per ogni dove ed a ogni ora, e non era di certo abituata a mettersi in un caldo lettuccio per dormire.
Quando era giovane e spensierata non chiudeva nemmeno occhio.
Forse andando avanti nel tempo, e rimanendo perfettamente impregnata in un mondo, avrebbe iniziato a prendere queste abitudini abbastanza umane…
Ma per ora, la noia e la perfetta mente lucida le impediva di accoccolarsi al suo Jean e prendere finalmente sonno.

Tornata seduta, ora con le gambe piegate e circondate dalle braccia, osservava il suo bel micione nero che le restituiva uno sguardo eloquente, come per dire che forse doveva sforzarsi di dormire.
-Temy…giochiamo un po’? andiamo per i tetti?- domandò speranzosa, vedendo il gatto scuotere la testa con aria annoiata.
Il piccolo broncio che si formò sul visino spento di Lilith fece muovere nervosamente la coda di Temistocle.
Un ennesimo piccolo sbuffo chiuse la questione.


La serata che avevano passato tutti insieme, come una grande e perfetta famiglia, si era conclusa solo verso mezzanotte.
Al e Winry erano rimasti a dormire da Ed e Roy, mentre lei e Jean alla fine erano tornati a casa, visto che distava pochi isolati.
La sua dolce metà era bellamente crollata appena varcata la soglia di casa, forse per il troppo lavoro della giornata o della fatica che ci voleva per star dietro al piccolo Heimrich.
Quest’ultimo infatti, quando stava in compagnia diventava una vera e propria trottola, non stando fermo un secondo e tirando matto sia Roy che Havoc con le sue strambe richieste.

Temistocle mosse nervoso la coda al viso imbronciato dell’amica, osservandola con occhietti ridotti a fessura.
-No! Non la pianto Temy! Voglio divertirmi…..usciamo dai..- mugolò, punzecchiando il micio con un dito sul collo.
Adottò poi la tecnica “Acchiappalo col grattino” iniziando per l’appunto, a fargli dolci coccole sotto al mento.
Il gatto sembrò abboccare all’esca, perché gli occhietti gialli sparirono sotto le palpebre di pelo chiuse, e un leggero rumore si diffuse per la sala.

Le fusa regolari del gatto diedero così la vittoria alla piccola Lilith, che tutta allegra, gli diede un bacio sul muso.
-Andiamo?- affermò alzandosi di colpo, lasciando il micio mezzo intontito e abbastanza insoddisfatto di quel raggiro ben architettato.
La giovane si sistemò la lunga vestaglia beige, osservandosi poi con occhio critico.

Decisamente non andava.

Corse in camera, così silenziosamente che dette l’impressione di star camminando su una soffice nuvola, e aprì l‘armadio per prendere qualcosa da indossare.
Sistematasi quindi con dei pantaloni neri e un bel maglioncino dello stesso colore, lungo e legato in vita da una bella cintura marrone, scosse la testa per liberare meglio la sua massa di corti capelli infilando poi in una ciocca alcune perline colorate.
Una bella sciarpa rossa fu avvolta intorno al suo liscio e candido collo, celandolo alla vista, e proteggendolo da qualcosa che in realtà non le avrebbe mai dato fastidio.
Indossò infine dei piccoli scarponcini beige, con solo pochi millimetri di tacco in legno e si diede una seconda veloce occhiata allo specchio, alla luce della luna che entrava dalla finestra aperta.

Molto meglio….decisamente

Un piccolo movimento verso il letto la fece sobbalzare, ma un sorriso si dipinse sulle sue labbra chiuse e ben modellate.
Si avvicinò con passo, come dire, felino, e diede un lieve bacio al suo tesoro addormentato.
Havoc mugugnò nel sonno, sorridendo inconsciamente, prima di girarsi sull’altro lato, dove Heimrich dormiva sereno accoccolato al suo papà

Sarebbero sopravvissuti almeno per qualche ora, senza di lei.

Il, chiamiamolo, richiamo della natura stava chiamando a gran voce gli occhietti vispi e il volto sbarazzino di Lilith, che in men che non si dica era di nuovo in sala, ora di nuovo sotto l’attento sguardo di Temistocle.
Uscirono insieme sul balcone e la ragazza si assicurò di aver chiuso dietro di se la porta finestra, per sicurezza.
L’aria era fresca e pulita, mentre il cielo stellato sembrava brillare sotto lo sguardo meravigliato di Lilith.
Il silenzio era sovrano, e l’unica cosa sveglia e attiva, quella notte, erano i due che si apprestavano a lanciarsi per la città addormentata.

Con un semplice balzo Lilith e Temistocle si ritrovarono sul davanzale, pronti e con le farfalle che svolazzavano allegre nello stomaco; come quando l’emozione di un momento ti sale alla gola d’improvviso, e tu non sei pronto e ti lasci travolgere….

In quel momento, il salto fu fatto.


E il mondo, insieme alla notte, fu ai loro piedi.





L’aria che sfiorava la pelle scoperta del viso, il lieve fruscio della sciarpa e il leggero picchiettare del tacco degli stivaletti, erano tutti piccoli rumori e sensazioni perfette in quelle ore.
Una figura piccola e ben coordinata saltava di tetto in tetto seguita da una più minuta e ben riconoscibile come un micio.
Era un gioco privato il loro, sconosciuto al mondo circostante, mentre le stelle spiavano il loro veloce peregrinare di via in via, con occhi invisibili e brillanti.

Semplice libertà

Lo spirito si acquietava, il corpo si rilassava, appena concluso il balzo, e il sorriso si allargava, ben disegnato sul viso dolce e sbarazzino di una ragazza, mentre gli occhietti dell’animale si riducevano a due fessure brillanti di intelligenza e serenità.
Non era stata una cattiva idea, in fondo, accontentare e seguire quella piccola e pazza bambina già grande.
Aveva fatto bene, era questo il pensiero della creatura nera e dal portamento fiero, mentre si rilassava sull’ennesimo tetto che visitavano.
Il mondo intero sembrava davvero ai loro piedi, ed era una sensazione favolosa

Stiracchiandosi leggermente, Lilith alzò il naso all’insù, verso le stelle curiose del loro gioco, studiando quanto esse brillassero lassù, lontano da tutti.
Qualcosa poi sembrò attirare la sua attenzione più di quegli astri luminosi, perché rivolse lo sguardo da tutt’altra parte.
Il micio studiò l’amica, perplesso di quel repentino cambio di espressione: da allegra e spensierata a triste e pensierosa.
Si domandava cosa potesse struggere così una così bella creatura del creato, mentre si metteva comodo sulle zampe posteriori e la coda si muoveva con lenti movimenti

Proprio mentre un miagolio era pronto a uscire dalla bocca del felino, Lilith si mosse, flettendo le gambe e lanciandosi in un sinuoso balzo sotto di loro.
Un tetto anonimo, con un bel balcone pieno di piante e fiori.

Beh….proprio anonimo non era

Qualcosa di familiare sembro riportare l’attenzione di Temistocle sull’unica finestra aperta, dove si intravedeva una candida tenda semi trasparente, che si muoveva alla brezza serale.
-Vieni Temy- sussurrò piano piano Lilith, guardando il micio con aria dolce e allegra, mentre con passo leggero scivolava in un sol gesto sul pavimento del balcone.
Nessun tonfo, nessun rumore.
Un angelo che si muoveva su una nuvola e con le ali ai piedi.

Ancora un po’, il micio si aspettò di vedere una piuma bianca scivolare a terra, caduta da quelle ali nascoste.

Ma niente di questo accadde, e si ritrovò indietro il felino, mentre la giovane amica era riuscita a balzare sul fine davanzale dell’unica finestra aperta.
Come un perfetto gatto, si teneva in equilibrio su quel poco spessore, sulle dita dei piedi.
Un minimo alito di vento, e Temistocle l’avrebbe vista scivolare giù, sulla strada.
Ma Lilith non era una creatura maldestra.


Scivolarono entrambi dentro, come due silenziosissimi e abilissimi ladri, mentre un profumo di the alla menta li investì con dolcezza, avvolgendoli nelle sue spire.
La ragazza rimaneva silenziosa, a contemplare le due figure teneramente abbracciate, strette in un gesto d’amore.
Una zazzera mora e una cascata di biondi capelli sembravano sciogliersi fra loro, mischiandosi in un bellissimo gioco di colori.
Un fine lenzuolo ad incorniciare il tutto.
-È passato un anno…..ma certe ferite fanno fatica a rimarginarsi.- un lieve mormorio che scosse Temistocle dalla contemplazione delle due figure dormienti.
Alzò il musino spruzzato di bianco sull‘amica umana, che rimaneva ora silenziosa e ferma, proprio davanti alla sponda, dalla parte del biondo.

Quando si era mossa?

Era stato un movimento tanto fulmineo che non l‘aveva vista?
Oppure il passo così silenzioso e sinuoso della giovane non si era udito?
Che i suoi istinti di felino stessero iniziando a difettare?


Lilith si abbassò dolcemente sul viso del più giovane dei due dormienti, accarezzandogli la zazzera bionda e scoprendo per qualche secondo la fronte pallida e madida di sudore freddo.
Solo ora Temistocle si rese conto, dopo aver fatto un piccolo zompo sul materasso, sentendo così sotto le zampette il morbido e caldo tessuto chiaro che ricopriva i due, che il ragazzo osservato dall’amica aveva un espressione dolorosa dipinta in volto.
Il viso leggermente contratto, mentre la mano sana stringeva quella del compagno, che senza volerlo, sembrava dargli conforto con solo la sua presenza.

Chissà cosa turbava il sonno del biondino
Lilith sembrava conoscere il motivo, e Temistocle lo capì solo incontrando gli occhi della ragazza

Il problema era tutto nei sogni…


Se avesse avuto un viso, il micio avrebbe l‘avrebbe imbronciato


Sapeva perfettamente che Lilith non se ne sarebbe stata con le mani in mano, e che anzi avrebbe ficcato subito il naso nelle questioni personali dei due.
Con un piccolo miagolio, tentò di richiamare l’amica, che però fece uno scocciato segnale con la mano destra, posando l’altra sulla fronte sudata del biondo.

Sembrò calmarsi per poco, rilassando il viso, per poi ricontrarlo con più dolore, sussurrando qualcosa che anche all’udito fine e perfetto di Temistocle non arrivò.
-Temy, tu mi aiuterai…- sussurrò la brunetta, puntando i suoi occhietti ora di un bel colore smeraldino, sul felino nero.
Questo alzò i suoi dorati al soffitto, muovendo la coda con nervosismo, salendo poi con delicatezza sullo stomaco coperto del giovane ragazzo.
Non gli piaceva ficcare il naso nelle faccende altrui, ma quando la giovane maga chiedeva una cosa con fare così serio e sincero, niente poteva esserle negato.

Tutta felice, ora questa si portò perfettamente eretta davanti al lato del letto dalla parte del ragazzo, portando le mani avanti in un gesto quasi naturale.
Sussurrò qualcosa e una luminescenza si formò dalle dita lunghe e affusolate, percorrendo tutto il braccio e scivolando ai piedi, disegnando così un cerchio semplice sul pavimento della stanza.

Una leggera luce illuminava il corpo di Lilith, come anche quello minuto e perfettamente immobile di Temistocle, che chiudendo gli occhi, rimase col musetto a poca distanza ora di quello fermo e teso del biondino.
Il silenzio regnava nella stanza, mentre come fantasmi, i corpi dei due intrusi pian piano si facevano sempre più evanescenti, fino a diventare due piccoli e brillanti fiocchi, che in un secondo sparirono del tutto, illuminando il viso di uno dei due dormienti.






Freddo e solitudine erano le uniche due cose che avvertiva intorno a se, mentre il suo corpo seduto si rannicchiava ancora di più, spaventato da tutta quella oscurità
Il piacevole calore avvertito all’inizio, quando la mente anche se nell’incoscienza, era ancora sveglia, sembrava essere stato totalmente risucchiato da quel buio impenetrabile.
Aveva provato a parlare, ad urlare ed infine a piangere, ma niente….

Nessuno era venuto a salvarlo, e nessuno sembrava riuscire a sentirlo.

L’oro dei suoi occhi sembrava perdere l’intensità pura e immacolata in tutto quel nero, mentre il gelo percorreva la sua schiena come un serpente velenoso.
Nascose il viso contro le braccia incrociate sulle ginocchia, mentre le gambe venivano chiuse di più contro il petto.

Tutto sembrava chiuderlo in una morsa terribile, quando qualcosa o qualcuno picchiettò sulla sua spalla sinistra e un leggero miagolio sembrò richiamarlo premurosamente.

In un solo istante qualcosa cambiò,
Un dolce profumo sembrò espandersi intorno a lui, mentre il silenzio opprimente si riempiva di suoni e parole di conforto.

Quando riuscì ad aprire gli occhi ed alzare il viso, si ritrovò davanti due occhietti castani e un visetto allegro e sbarazzino, ormai ben conosciuto.
-Edward? Tutto bene?- domandò, accarezzandogli dolcemente la testolina bionda, mentre gli occhietti dorati segnati dal pianto si dilatavano, ora pieni di sollievo nel vedere una figura amica.
-Lilith..- mugolò, lasciando che l‘amica l‘abbracciasse, e gli desse conforto.


Tutto sembrava essere cambiato in quel secondo che era passato.
Non c‘era più oscurità intorno a loro, e sembrava che il paesaggio intorno a loro rispecchiasse le colline verdeggianti di Reseembol.
L’unica cosa che però fecero capire al giovane Elric che il luogo in cui si trovava non poteva essere la sua campagna natale, erano delle piccole luminescenze disseminate intorno a loro.
Spuntavano dal terreno dolcemente, formando strani ghirigori fatti di un materiale simile al ghiaccio, che però riluceva di una luce propria.

-Dove….dove siamo?- domandò perplesso Edward staccandosi del tutto dall’abbraccio dell’amica, e puntando quelle iridi di puro miele colato sul paesaggio intorno a se, che appariva come un sogno sfocato.
Lilith sorrise, aiutando l’amico ad alzarsi mentre Temistocle si avvicinava anche lui curioso a quelle strane cose.
Ad un attento studio, Edward si rese conto che quello che era parso ghiaccio, era in realtà un tipo di minerale, forse diamante, liscio e levigato naturalmente.
-Non siamo….a Reesembol, vero?- continuò, girandosi verso la brunetta, che silenziosa chinava positivamente il capo di lato, socchiudendo gli occhi castani.
-Siamo in un sogno, Ed. Ti sei reso conto che stai dormendo, vero?- domandò lei, notando l’amico annuire lentamente -Bene. Saprai allora che molto spesso i sogni sono lo specchio dei nostri ricordi, giusto?- fece qualche passo mentre Temistocle alzava il musetto interessato, sedendosi comodamente sul terreno verdeggiante e caldo.
-Ma…non ho mai visto un luogo del genere….anche se assomiglia alle campagne del luogo dove sono nato- fece Edward, mettendo le braccia conserte, tutto preso da strani ragionamenti, come se quello successo poco prima non fosse mai avvenuto.

Lilith ridacchiò, passandogli affettuosamente una mano sulla spalla, mentre gli faceva alzare il viso verso il paesaggio intorno a loro, che mano a mano si arricchiva di sempre più particolari: un sentiero lungo e di terra battuta, alberi alti, maestosi, quasi come se volessero raggiungere con i loro lunghi e affusolati rami la volta del cielo, piccole costruzioni lontane e così via.
-Certo Ed…perché questo è un mio ricordo.- fece tranquilla la giovane, posandogli entrambe le mani sulle spalle, da dietro, e abbassandosi con il viso al suo orecchio. -Ti presento uno spruzzo del mio mondo…- sussurrò dolcemente, lasciando che gli occhi dorati del ragazzo si dilatassero sorprese.

Beh, dire che quella realtà rispecchiava perfettamente la natura misteriosa e ambigua di Lilith..era davvero dir poco.

-È …..è il tuo mondo?- ripetè Edward ancora sorpreso, mentre si incamminava a passi piccoli sull’erba con lei, accorgendosi solo in quel momento di essere scalzo e di non aver l’auto-mail alla gamba sinistra.
Alzò interrogativo lo sguardo sull’amica che scosse la testa divertita.
-Non guardare me! Il tuo aspetto è dato da te soltanto. Io ho voluto donarti questi piccolo ricordo per tirarti fuori da quell’incubo in cui eri caduto- spiegò portando le braccia dietro la schiena, mentre Temistocle si incamminava dietro di loro, trotterellando tranquillo e silenzioso.
-Ma….come fate ad essere qui?- domandò perplesso lui, posando lo sguardo prima su una e poi sull’altro, per un paio di volte.
Lilith si grattò imbarazzata una tempia, ridacchiando -Diciamo che eravamo di passaggio, vero Temy?- fece lei, guardando il felino, che alzato il musino la guardò in maniera colpevolizzante.

La giovane fece uno sbuffo scocciato, scatenando l’ilarità in Edward, che scosse la testa -Non importa. Sono….sono contento che mi avete aiutato…- mormorò, abbassando lo sguardo sul terreno malinconicamente.
Lilith puntò lo sguardo gentile su di lui, posandogli poi una mano sulla testolina bionda.
-Dovere Ed.- disse solamente, facendo un grande sospiro, portandosi poi le mani sui fianchi -Bene! E ora cerchiamo la tua metà!- affermò, scatenando un leggero rossore sulle gote dell’Alchimista.

-Eh??-



-Quindi….aspetta, ricapitoliamo. Siamo in un mio sogno, giusto?- Edward camminava insieme a Lilith e Temistocle, ora tutti sul sentiero che sembrava non finire mai, mentre ai lati stavano quelle strane formazioni di cristallo a forma di ghirigori.
I due annuirono all’unisono, lasciandolo continuare.
-Bene…siete venuti perché ero diciamo in difficoltà, e ora non volete andarvene perché…?- riprese il biondo guardando l’amica che prese la parola.
-Questo ricordo non è duraturo Ed, e ho bisogno di sapere che tu non soffra ancora. Per questo dobbiamo cercare qualcuno che possa tenerti con se nel suo sogno- disse annuendo alle sue stesse parole, seguita dal micio.

Il FullMetal parve ancora leggermente spaesato, mentre si riportava le braccia incrociate.
-Ma chi può essere?- domandò curioso mentre Lilith alzava le spalle.
-Beh…abbiamo tre possibilità, no?- disse furbamente, guardandolo con quel suo solito sorrisino misterioso, mentre lo afferrava per un polso iniziando a correre.
-Ehi ehi!! Dove andiamo ora??!- gridò Edward preso in contropiede, lasciandosi trascinare dall’amica.
-In un altro sogno, no?- fece lei, come se fosse la cosa più naturale a questo mondo, mentre Temistocle li superava ad occhietti chiusi.

Una leggera luce si formò intorno al corpo del felino, mentre questa si trasferiva a loro, avvolgendoli in modo gentile e pieno di un dolce tepore.
Lilith portò una mano davanti a se, come se stesse afferrando qualcosa di invisibile, ed abbassò questo qualcosa, lasciando che una luce di un bel azzurro li investisse in pieno lasciandoli mezzi intontiti per mezzo minuto.

Quando riaprirono tutti e tre gli occhi, Edward alzò un sopracciglio, trovandosi ora in un ambiente decisamente diverso.
-Dove siamo?- domandò spaesato, notando però qualcosa di familiare in quel posto.

Era una cucina, dove un bel tavolo di noce era posizionato al centro, con una tovaglia di plastica colorata e adornata di disegni di frutta e verdura a coprirlo e un cesto pieno di mele rosse e dall’aspetto succoso posato al centro.
-Mi sembra di…- mormorò Ed, spostando lo sguardo sulle stoviglie che si trovavano posizionate perfettamente in ordine su un ripiano, scendendo poi su i mobili ben tenuti e di legno.
Mattonelle di un bel colore ocra pavimentavano la stanza, mentre in un angolo c’era una bella pianta in un vaso bordeaux e di ceramica.
-…conoscerla?- finì per lui Lilith, guardandosi anche lei intorno mentre Temistocle era scivolato alla loro destra, ad annusare delle ciotole piene di cibo.

Edward sgranò gli occhi, sbattendo il pugno destro, anch’esso di carne, sul palmo aperto sinistro.
-È la cucina di zia Pinako!- affermò, riconoscendo ora perfettamente il mobilio.
Anche la giovane dovette dargli ragione, scoprendo attaccate alla parete libera alla loro sinistra delle cornicette con delle fotografie di tutta la combricola.

Un miagolio attirò la loro attenzione, e abbassarono entrambi il viso su un paio di occhi azzurri che li osservavano curiosi.

-È uno dei gatti di Al….mi sfugge decisamente il nome…- fece ironico Edward, riconoscendo che suo fratello ne aveva troppi di mici e che ad ognuno aveva dato un nome assurdo….
Solo lui se li ricordava tutti!!
Lilith si abbassò ad accarezzare il musino del felino, sorridente, mentre un altro comparve dala porta aperta, strusciandosi contro le sue gambe piegate.
-Ehi piccoli…dov’è il vostro padrone, eh?- domandò curiosa, ricevendo un terzo miagolio dall’altra parte, mentre i mici iniziavano ad aumentare.

Troppo velocemente

-Ehm….Lì…- mormorò perplesso Edward, ritrovandosi con la visuale dei suoi piedi ostruita dalla presenza di sei felini comparsi dal nulla.
Se prima i mici erano solo tre, ora si ritrovarono con un ventina miagolante e dai musetti coccolosi.

Troppo coccolosi.

-Lì….la cosa sta diventando problematica!- affermò il biondo, guardando la sua amica presa d’assalto da felini allegri e miagolanti.
Un incubo!
Edward osservò Lilith ridere come una matta, da tutte quelle attenzioni, posando una mano sul fianco.

Beh….non per tutti forse

Il problema comunque persisteva.
Ora erano letteralmente invasi da quaranta esemplari vari di gatti, che saltavano su mobili o ne ricoprivano altri con le loro moli pelose e pigre.
-Qualcosa mi dice che siamo finiti nel sogno di Alphonse- affermò ridendo ancora Lilith, alzandosi mentre un micio le era rimasto appisolato sulle spalle, comodamente spaparanzato con le zampine distese.
Edward fece una smorfia dando ragione alla ragazza, cercando di muoversi ma impossibilitato da tante masse pelose.
-Mi spieghi come ne usciamo?- domandò perplesso lui, mentre Lilith si portava un dito sul mento, picchiettandoselo.
-Hm…bella domanda.- fece di rimando lei, cercando nel grande casotto di code ritte e sventolanti, la pelosona e nera di Temistocle. -Non credo tu voglia rimanere qui, vero?- domandò divertita, mentre gli occhi di Edward si sbarravano spaventati.
-Spero tu stia scherzando!- affermò, venendo preso di mira da una micetta terribilmente possessiva, che prese ad arrampicarsi lungo la sua gamba sinistra fasciata dal pantalone nero.

Il seguente tentativo di scrollarsela di dosso, e il tuffo su uno sprazzo di mobile libero, fecero ridere Lilith che lo raggiunse facendo un perfetto e felino balzo sul tavolo ancora illeso.
Puntarono entrambi la finestra aperta, fiondandocisi senza troppi ripensamenti, seguiti da una palla di pelo nera.
-Toh! Temistocle! Per fortuna sei riuscito ad uscirne- affermò Lilith, atterrando dolcemente sull‘erba vicino ad un Edward disteso e dal fiato corto.
-Accidenti ad Al e alle sue manie gattifere!- affermò, scatenando ancora di più l‘ilarità nell‘amica che teneva in braccio un inviperito Temistocle.

D‘altronde lui rientrava nella suddetta mania…come dargli torto?

La brunetta comunque osservò il giovane FullMetal rimettersi in piedi e spolverarsi i vestiti dal pelo lasciatogli dai felini nella casa, con fare dolce e contento.
Aveva fatto bene ad uscire quella sera, e ancora aveva fatto bene ad entrare nel suo sogno.
Il viso di Edward era disteso, e anche se leggermente ancora un po‘ perplesso dell‘invasione appena scampata, sembrava si stesse divertendo a saltellare da un sogno all‘altro.

Avvicinandosi a lui, Lilith gli posò con affetto una mano sulla spalla destra, sorridendogli, lasciando che le polle dorate la guardassero in modo confuso.
-Proseguiamo Ed, e vediamo dove capitiamo questa volta..- disse solamente, riprendendogli il polso e ritornando a correre con il micio davanti a loro.
FullMetal lasciò correre tutta quello strano rituale buttando l‘occhio dietro di se, in tempo per vedere la casa dei Rockbell da fuori, con mici che uscivano per ogni dove e scorgere un Alphonse divertito che accarezzava affettuosamente due felini uno sulla sua spalla sinistra e l‘altro sulle sue gambe.

Scosse la testa, arrendendosi all‘evidenza che suo fratello era proprio fissato, lasciando che di nuovo la luce azzurra calda e intensa gli togliesse la visuale.



Un leggero ticchettio si espandeva nell‘aria in maniera echeggiante e quasi lugubre.

-Ehm….Lilith..- mormorò Edward leggermente impaurito, tenendo stretta la mano sinistra intorno ad un angolo della stoffa della gonna dell‘amica.

Un altro suono di ingranaggi si avviluppò intorno a loro

-Non per volerne male…ma..- continuò Ed, mentre avanzavano in quello strano corridoio ricoperto sui muri da manopole e molle.

Una risata maligna e vittoriosa provenne da dietro alla porta presente poco più avanti, fatta di un materiale dall‘aspetto solido e pesante, come ferro, con agli angoli ingranaggi che giravano lentamente.

-Credo che…preferirei tralasciare questo…ehm…sogno- finì, fermandosi come Lilith e Temistocle davanti alla porta chiusa.
-Suvvia Ed, non vuoi sapere cosa sogna Winry?- domandò divertita, avendo immaginato subito dall‘inizio che quello doveva essere il sogno dell‘amica meccanica del giovane
Questo emise un verso strozzato, guardando la porta aprirsi da sola con un cigolio sinistro.

No, decisamente non ne era curioso.
Sapeva per certo che li ne avrebbe prese soltanto.

Difatti una chiave inglese sbucò dal nulla, e Lilith si scansò in tempo, lasciando che questa colpisse in piena fronte il povero Edward
-Centro!- affermò una voce squillante e allegra, mentre il biondino cadeva a terra con un tonfo e un bernoccolo terribile e pulsante sul viso.
La brunetta si chinò su di lui, con un espressione leggermente colpevole, insieme a Temistocle.
-Ehm….Ed, tutto bene?- domandò curiosa, notando la furia prendere possesso del giovane amico.
-WINRYY!! Razza di pazza!!- ringhiò, alzandosi al volo, mentre i suoi dorati occhi, insieme a quelli degli altri due, furono puntati sulla figura allegra e spensieratamente seduta su un trono fatto di marchingegni.

La suddetta, se ne stava comodamente spaparanzata, con una corona in testa fatta di metallo finemente decorato, e una chiave inglese di proporzioni più grandi del normale in una mano.
-Toh, il tappo- affermò Winry con occhietti allegri, mentre picchiettava lo strumento di lavoro sul palmo libero, in maniera cattiva e furbesca.
-A CHI HAI DATO DEL BULLONE TROPPO PICCOLO PER ESSERE STRETTO DA UNA CHIAVE INGLESE EH?? EH???- scattò Edward, facendo fare un passo di lato a Lilith, leggermente perplessa di quella sfuriata improvvisa, scoppiando poi a ridere.
-A te, microbo! E porta rispetto alla regina dei meccanici!- proseguì tranquilla Winry, lanciando un’altra chiave inglese, presa da chissà dove.

Questa volta il FullMetal riuscì a scamparla, riparandosi poi dietro all‘amica bruna, che lo guardò ridendo.
-Io l‘ammazzo!!- sbuffò, studiando con occhietti inviperiti Winry da sopra la spalla di Lilith, che cercò di tornare per lo meno seria.
-Oh Numi….allora perché ti ripari dietro di me?- domandò la ragazza mentre la bionda sul trono rideva, alzandosi in piedi.
-Codardo di un piccolo Elric! Vieni fuori se hai coraggio, e affrontami!- gridò all’indirizzo dell’amico, che sembrò una teiera, tanto il fumo gli usciva dalle orecchie per l’irritazione.
-Waaa, la odio!!- sbucò fuori, con l’intenzione di raggiungere Winry e prenderla a schiaffi per quante volte gli avesse detto pic….picc…..quella parola infame!

Peccato che una terza chiave inglese volò, e finì per centrare una seconda volta il povero Edward, che si ritrovò di nuovo a terra.

-Ahia…..ma se è un sogno perché fa così male!- sbuffò, notando il visino di Lilith sopra il suo, tutta sorridente.
-Perché sei tu a renderlo reale, Ed. Tranquillo è una cosa normale- affermò ridacchiando, aiutandolo ad alzarsi, di nuovo.
Quando fu in piedi, squadrò Winry che era tornata seduta comoda comoda, ora con Dean al suo fianco.
-Forse dovremo giocarcela in un’altra maniera, non credi?- domandò Lilith all’orecchio del biondo che la guardò come se fosse pazza.
-Non possiamo scappare? Io qui non ci resto neanche morto!- affermò, mentre l’amica rideva.
-Vuoi scappare?- ripeté lei, notando come Edward osservasse la chiave inglese che Winry teneva come scettro, con un groppo alla gola.

Capendo quale fosse il suo timore, Lilith rise ancora.

-Va bene Ed, andiamo via- fece, prendendolo per mano, e facendo un breve inchino verso la “regina” -Sua maestà, i nostri ossequi. Il nostro viaggio deve proseguire- fece con un tono sottomesso e pieno di educazione.
Winry fece un gesto accondiscendente con la mano libera, alzando il viso in maniera altezzosa.
-Vada pure, Lady Lilith, e si porti via quell’insopportabile pulce- affermò, senza degnarli più di uno sguardo, mentre da qualche parte un orologio a pendolo scattava e suonava la sua litania
-ANCORAA!!- gridò Edward, cercando di fuggire dalla presa di Lilith, che ridendo lo tirò indietro.
-Ma prima, vostra magnificenza, permetteteci di darvi un dono per la vostra regalità- disse Lilith fischiando

Un’unica e sibillina nota.

La terra prese a tremare, e in quella stanza, in un solo istante, si riversarono una miriade di palle di pelo feline, che presero a miagolare e ad arrampicarsi sul trono sommergendo così una Winry inviperita

Lilith e Edward stavano già correndo come pazzi fuori di lì, ridendo come matti delle urla isteriche della Regina dei meccanici, seguiti da uno sbuffante Temistocle.
-Bel colpo Lì!- affermò il biondo, notando come intorno a loro tutto stesse svanendo, inghiottito da quella ormai familiare luce azzurra.
-Dai, non dirmi che non se lo meritava? Immagino la faccia, poverina….un po‘ mi fa pena- disse Lilith, fermandosi in quella folle corsa, quando tutto tornò alla normalità, e si trovarono in un altro sogno.
-Guarda, per come ci ha trattato, questo e altro..- sbuffò Edward, tralasciando che la persona che aveva subito tutto era stato solo lui.

Piccolez…ehm….dettagli.

Il silenzio innaturale di quel luogo fece sparire il sorriso divertito dai due, e mettere Temistocle sull’attenti
Si trovavano in una camera immersa nella semioscurità e nessun rumore risuonava in essa.
Lilith guardò Edward per un secondo, rivolgendo poi di nuovo l‘attenzione sull‘unica porta presente, e da cui proveniva quello spiraglio di luce.
Strinse la mano dell’amico, portandoselo dietro, mentre con passo lento avanzavano a tentoni.
Riusciti ad arrivare alla porta, la giovane la spinse, ritrovandosi sulla soglia che portava ad un corridoio poco illuminato.
-Lì….dove siamo?- domandò il FullMetal, guardandosi indietro e studiando la camera dove erano comparsi.
Era familiare…

Terribilmente familiare.

L’abat-jour sul comodino, qualche quadretto attaccato sulla parete al quale il letto si attaccava con la sponda superiore, e questo stesso sfatto e qualche vestito buttatoci sopra.
Una divisa militare con dei gradi sulla giacca e sul lato sinistro.

Perché sapeva per certo che mancava qualcosa?

Lì, sull’angolo destro, sull’altro comodino al posto dei libri posativi sopra doveva esserci una cornice in legno levigato e decorato.
Dall’altra parte, sul muro est, vicino alla finestra chiusa doveva esserci un piccolo comò e degli oggetti su esso.

Perché quelle cose mancavano?

-Vieni Ed…sento qualcosa- mormorò Lilith trascinandolo con se, senza dargli il tempo di farle notare quelle mancanze.
Temistocle era davanti a loro; zampettava ora tranquillo, guardandosi intorno di tanto in tanto, studiando il posto dove erano capitati.
Quando tutti e tre si ritrovarono in una bella e confortevole sala, nessuno ebbe più dubbi su dove erano finiti.

-È ….casa mia….mia e di Roy- mormorò Edward vedendo Lilith annuire piano.
Aveva il viso serio e attento, mentre notava come il giovane Elric la mancanza di altre cose al loro posto.
Foto, mobili e molte altre piccole cose.
-Lì…- sussurrò FullMetal, stringendo la presa sulla mano calda dell’amica, che si girò ad osservare il suo viso preoccupato.
-Si, Ed….ho notato- sussurrò perplessa, cercando la fonte dei rumori che aveva avvertito prima.

Dirigendosi lentamente verso la cucina, sentirono lo sciabordio dell’acqua nel lavello, e senza far capire che erano li, buttarono un occhio curioso dallo stipite della porta.
La stanza era illuminata, e una sola presenza vi era, tutta intenta a lavare un piatto e qualche altra stoviglia, in silenzio.
Vestito da casa con un grembiule bianco intorno ai pantaloni scuri, così da non sporcarli, stava Mustang.
-Roy…- mormorò Edward, lasciando la presa dell’amica, entrando nella cucina
Il moro non si girò, come se non l’avesse sentito, proseguendo nel suo lavoro.
Lilith rimase sulla soglia della cucina, studiando il tutto con occhio attento, mentre il biondino tentava di farsi vedere dal suo uomo, che però sembrava cieco alle sue chiamate e ai suoi tocchi.

Anzi…

La mano di Edward passò attraverso Roy, quando provò ad appoggiarla sul suo braccio.
Dire che si spaventò a quell’effetto è un euferismo.
Il ragazzo fece un balzo, arretrando spaventato, mentre l’amica lo raggiungeva in apprensione.
-Ed, cos…- stava per dire, ma lui la precedette con occhi sbarrati.
-Lilith!! Hai…hai visto?? Sono…sono come un fantasma! Perché non mi vede? Perché non ci sono le mie cose??- disse tutto così velocemente che la brunetta non riuscì a stargli dietro, cercando di calmarlo.
-Edward, tranquillo! Ci sarà una spiegazione, ok? Ora sta buono- fece, posandogli le mani sulle spalle, facendogli fare un respiro profondo.

La cosa comunque era strana

Lilith guardò verso Roy, studiandone il viso e i gesti.
Faceva tutto con dannata lentezza, mentre l’espressione del viso sembrava stanca e afflitta.
Quello di sicuro non era un sogno, come quelli allegri e spensierati che avevano vissuto prima.

Un incubo…non c’erano altre possibili spiegazioni.

Quindi non era solo Edward ad avere problemi nel sonno….
Roy sembrava distante, e quasi assente, e la mancanza delle cose di Ed…della presenza del giovane amico, erano un chiaro segnale che qualcosa li avesse separati.

-Lilith…- sussurrò il biondino, guardando il suo amore chiudere l’acqua e scivolare fuori dalla cucina con passo lento ma pesante.
Lo seguirono senza dire nulla, osservandolo lasciarsi cadere sul divano dopo aver preso una bottiglia di Wisky ed essersi riempito fino all’orlo un bicchiere.
La ragazza lasciò la presa su Edward, andando di filato dal moro per tentare di togliergli dalle mani quella roba, non riuscendoci.
-Oh, accidenti!- affermò, sbuffando, sedendosi sul tavolino.

E dire che tutto si era risolto fra loro…

Dormivano assieme, e tutto andava bene…


Che diavolo di inconscio malsano.


Mettendo un adorabile broncio, Lilith guardò il biondino fermo in mezzo alla stanza, con il viso stravolto dal dolore.
Porse la mano sinistra, la giovane, invitandolo a raggiungerla, mentre Temistocle rimaneva ad osservare la scena da sopra una poltrona.
-Edward, vieni qui e cerchiamo di risolverla una volta per tutte- fece, notando come il ragazzo si avvicino piano, prendendo la sua mano e sedendosi accanto a lei.

Fermi davanti a un Roy dall‘aspetto trasandato e dal volto spento, stettero in silenzio per qualche minuto.

Lilith poi interruppe quel silenzio bruscamente, posando con un sorriso la mano sulla testolina bionda dell‘amico Alchimista.
-Ahh….stupidi uomini innamorati!- affermò, ridacchiando, ricevendo così un espressione perplessa e ferita da parte di Edward, ma che sparì quando la giovane maga gli posò un bacio sulla fronte.

Si osservarono poi negli occhi e in quelli di Lilith il maggiore degli Elric poté leggervi affetto e serenità
-Edward…avete superato tutte le avversità che vi sono venute incontro…- iniziò la ragazza, sospirando pazientemente, guardando con occhietti di sufficienza Roy. -Ce l’avete fatta no? Perché ora vi state rinchiudendo in voi stessi? Non lo fate vedere nella realtà, ma nei sogni quelle paure e quelle sofferenze tornano in forma di incubo. La tua idea di essere solo e abbandonato da tutti….- fece, socchiudendo gli occhi, indicando poi il moro -…e la sua di non averti più al suo fianco, di essere anche lui solo e perso senza di te…- fece una pausa più lunga lasciando così il tempo al giovane di capire bene le sue parole.
Edward, guardò prima Roy e poi Lilith, abbassandoli per un momento come se le sue mani potessero essere più interessanti in quel momento.

L’amica prese quel viso così dolce e tenero, rialzandoglielo per poterlo di nuovo guardare nelle polle dorate.
-Hai capito cosa intendo Ed?- domandò, sorridendo con dolcezza.
Questo annuì piano, abbozzando un piccolo sorriso -Sì….dobbiamo mettere in pace le nostre…anime, giusto?- mormorò, ricevendo un cenno affermativo dall‘amica.

Fece un bel respiro il biondino, alzandosi ora con una luce decisa in quelle polle dorate.
Lilith si mise comoda, con le gambe incrociate e il busto eretto su quel tavolino, pregustandosi finalmente la scena e la sistemazione delle cose.
Edward si mise davanti al suo stupido e perenne Taisa, stringendo i pugni.

Avrebbe messo un freno a tutto quel caos.

E avrebbero finalmente potuto vivere in pace.

Un altro bel respiro, il cuore che dava una pompata più forte, e finalmente rilasciò tutta la voce che aveva in corpo.

-RAZZA DI COLONNELLO RIMBAMBITO!! APRA QUEGLI OCCHI E MI GUARDI, PIANTANDOLA DI FARE IL BAMBINO!!-

Lilith quasi si ribaltò, mentre Temistocle fece uno di quei zompi, ricadendo con tutto il pelo ritto sul pavimento soffiando verso il ragazzino biondo.

“Alla faccia della svegliata…” pensò alibità Lilith, sorridendo però divertita dell‘espressione stranita che comparve sul viso di Mustang.

Questo lasciò il bicchiere sul mobiletto li vicino, grattandosi la testa perplesso -FullMetal…sarei diventato Comandate Supremo da un po‘, non per dire…- mormorò spaesato, senza togliere gli occhi dal pavimento davanti a se, come se non lo vedesse realmente.

Edward non si perse d‘animo, sbuffando e inginocchiandosi sul divano accanto a lui.
Si avvicinò al suo orecchio, socchiudendo gli occhi dorati.
-Per me rimarrai sempre il mio stupito Taisa…- sussurrò, portando poi le braccia intorno al suo collo.

Lilith portò i gomiti sulle cosce coperte dalla gonna, e fece ricadere mollemente il viso sui palmi aperti delle mani.
-Ooh….e ci voleva tanto?- disse, divertita, mentre la stanza sembrò prendere più luce e mano a mano si trasformò come esattamente doveva essere.
Le foto incorniciate comparvero sulle pareti come i mobili cambiarono la disposizione e si misero al loro posto, riempiendosi di tutte quelle piccole cose che rappresentavano i due alchimisti ora l’uno perso negli occhi dell’altro.

Edward rise, quando Roy prese a scompigliargli dispettosamente i capelli biondi -Royyy, smettilaa- riuscì a dire, ricadendo fra le sue braccia, mentre il calore familiare inondava quella stanza e tutta la casa.
Lilith con un balzo si tirò su, ormai invisibile agli occhi dei due piccioncini alle prese con le loro piccole dolcezze.
Si diresse verso la porta d’entrata, richiamando con un fischietto il micio nero.


-Vieni Temy, il nostro compito è finito!- disse allegra, aprendo la porta e uscendo in una luce calda e di un azzurro intenso, sparendo alla vista, mentre il felino diede un ultima occhiata ai due Alchimisti.

Scuotendo poi la testolina spruzzata di bianco, attraversò l’uscio, sparendo infine anche lui

Quando due piccole figure ricomparvero nella stanza dove i due dormienti stavano riposando, poterono notare come questi fossero stretti l’uno nelle braccia dell’altro.
E quando uscirono con un balzo felino dalla finestra lasciata aperta, si portarono nel cuore il viso dei due innamorati, ora sereno e disteso coscienti entrambi dell‘amore che li univa indissolubilmente.






Piccoli raggi del sole toccarono con dolcezza il viso disteso e mezzo addormentato di un giovanotto dalla zazzera bionda e ribelle.
Con uno sbadiglio si tirò su, aprendo con fatica le palpebre pesanti, mentre cercava di capire dove si trovava, chi era e che cosa doveva fare

Messo in funzione il cervello, sorrise sornione, cercando con occhietti ceruli la figura del suo dolce amore accanto a se, trovandola bella e dormiente con il suo pargolo fra le braccia e il gattone di casa acciambellato fra di loro.
-Ahh….la miglior vista appena sveglio…- mormorò Jean Havoc, ricadendo dolcemente sul letto e stringendo i suoi tre tesori a se, lasciando perdere la coscienza che gli diceva che l’ora della sveglia era passata da un pezzo.


Al diavolo la sveglia.






Le forti braccia nude strette intorno ad un corpo leggermente minore e quasi bisognoso di protezione, si strinsero di più protettive quando la coscienza tornò nella mente ora sveglia del moro.
Le palpebre si alzarono di poco, e le iridi d’antracite sotto celatevi incontrarono due polle di miele colato.
-Buongiorno amor mio…- sussurrò il maggiore, sfiorando con dolcezza le labbra del biondino al quale era stretto che di tutta risposta ridacchiò attirandolo in un bacio più passionale.

Un ottima sveglia, quella dei due Alchimisti di Stato.


E chi diamine voleva alzarsi?





Piccoli raggi del sole toccarono con dolcezza il viso disteso e mezzo addormentato di un giovane dall‘aspetto leggermente trasandato, e da ciuffi ribelli ricadenti sugli occhi mezzi socchiusi.
Un mugolio, uno sbadiglio, e il ragazzo si tirò su, guardando la persona distesa accanto a lui, perfettamente sveglia.

O quasi.

Due occhiaia a caratterizzare il volto e un broncio ben marcato
Alphonse Elric alzò un sopracciglio, guardando sua moglie in modo strano.
-Tutto bene Winry?- domandò, avvicinandosi a lei, ma ricevendo un occhiataccia terribile
-Odio. I. tuoi. Gatti.-

Semplice.
Concisa.

Alphonse scosse la testa sospirando piano; pace.


In malora coccole e baci quella mattina.
Girava decisamente male.



Forse era tempo di alzarsi e lasciar perdere i sogni….

….e cominciare a vivere una nuova giornata.




Un unico pensiero ad unire ogni persona, quella mattina:


Insieme

Per sempre






















“Sogno
È davvero qualcosa di effimero?

Realtà
È davvero qualcosa di tangibile?

Chiudi gli occhi, e osserva.
Non c‘è niente che sia sogno o realtà

Le due cose sono le stesse e medesime

Sono solo parole che riportano la stessa cosa


Esistenza







Note d‘Autrice

Ecco, come dire……questa cosa doveva venire fuori subito dopo aver finito l’ultimo capitolo di questa ficciola….il problema è che l’ispirazione è una brutta bestia XDDD


Allora, è un capitolo speciale ^^ e l’avevo promesso ad una mia cara amica *-* (chissà chi, eh? Ghghgh) e finalmente sono riuscita a finirlo A___A muahauahuaha
Cronologicamente può essere messo o prima o dopo la grande festa ^^ lo lascio al vostro giudizio^^
Magari non è originale come piccolo capitolo, però mi sono divertita davvero tanto a descrivere alcune scene XD tra cui l’annientamento della megera muahauahua povera XD
Mi sono poi accorta, o meglio v.v la mia collega mi ha fatto notare che il capitolo doveva prendere tutt’altra strada XD ma che alla fine ho decisamente cambiato ghghghg v.v pardon, a volte casino il tutto XD

Per quanto riguarda il disegno finale mi dispiace non essere riuscita a finirlo di colorare ç___ç forse quando avrò più tempo lo sistemerò ç.ç sigh….

Basta, penso di non dover aggiungere altro ^^ se non che con questo, la ficciola è davvero finita ç.ç uff….capita XD




Ringraziamenti

Aki_: Ahhh, tata sei un tesoro ç__ç e sono contenta che la mia ficciola ti rimarrà nel cuore ç-ç aww, ti adoro! Si l’idea di loro tutti insieme è tenera e soprattutto vedere come gli anni passano guardando la piccola Elycia ormai grandicella e Havoc con il suo pargolo ç__ç L’amore di Ed e Roy è qualcosa di tangibile e assolutamente indissolubile, come (se leggerai) vedrai anche qui^^
Cmq, ç__ç il tuo commento mi ha davvero stretto il cuore tesora, e per questo ti ringrazio tantissimo per la tua assidua costanza nel seguirmi ç__ç

FightClub: Aww anche a te ç.ç su su non piangere :** shi, come detto, la scena finale del pranzo tutti insieme è qualcosa di particolare e bella ç__ç me la rileggo sempre perché è troppo tenera e piena d’affetto.
Tranquilla cara A___A di sicuro ne scriverò altre di scene così coccolose…..le adoro troppo!! *saltella a destra e a manca* XD


nemesi06: ^^ grassie cara, contenta che quell‘ultimo (che poi ultimo non è v.v n.d.Ed)(*da scapellotto* n.d.me)(ç__ç n.d. Ed) capitolo ti sia piaciuto ç_ç ho cercato di dare una caratterizzazione e una presenza ad ogni personaggio^^ ognuno aveva la sua parte dolce presente ^^


Shikadance: XD te e sto continuo!! Non posso XDD ç__ç poi dovrei fare Ed e Roy vecchi….*ci pensa* nuooooooooooo oddio nuo ç___ç troppo tristi ç__ç *scuote testolina* v.v ti regalo questo piccolo omake, ecco v.v *-* bacio

saku_chan the crazy dreamers: Contenta cara che ti sia piaciuta ^^ grassie ç__ç ehh, altre ce ne saranno di sicuro, come hai potuto vedere XD e molte altre ne seguiranno A___A uahuahaua XD


chamaedrys: effettivamente la pace è arrivata finalmente ^^ questo piccolo Omake dovrebbe essere inserito forse prima di quella festa XD o così penso hm….chi lo sa XD libera interpretazione ^^ cm shi *-* le cose tenere e le riunioni familiari sono sempre belle da descrivere. Sono momenti quotidiani troppo teneri *__*


Elmeren kun *prende fiato, guarda la recensione, riprende fiato e viaaaa* ok v.v dovevo prepararmi psicologicamente per risponderti XD (anche se posso tranquillamente venire a casa tua e parlarti facilmente XD muahaua mi diverto) cm, aww *__* a quanto ti amo? (abbasso lo yuri v.v mi spiace XD) eh si, te rimarrai sempre AlxEd v.v purtroppo ne sono cosciente, ma son felice che hai seguito la mia fic e spero che questo (finalmente) Omake finale ti piaccia XD W la rinvincita su Winry, no? Ghghghghgh
Ehm, coff coff, lasciamo perdere il nome di quel povero bambino, che ho dovuto sacramentarmi per una sera intera alla ricerca dei due nomi che mi servivano v.v ecco! Ghghghgh si, la scalata al potere inizia dalla schiena di Roy XDD
Roy e le sue frasi bastarde mi rimarranno nel cuore *__* ho adorato inventarmele e ancora di più quando entravano perfettamente nel contesto XD Poi anche le spiegazioni @-@ awww, orribile trauma che mi son fatta XD ma che ho risolto bellamente ghghghg
Si, Lilith e Havoc abitano a qualche isolato di distanza dai due XD son tutti li v.v d‘altronde è la zona residenziale bella bella di Central XD (tutte scuse v.v n.d. Havoc)(*scapellotto anche a lui* v.v n.d.me)(*fa cerchietti* n.d. Havoc) e si, dovevo allungare in modo pucci *__*non potevo farlo finire così ghghghgh poi è divertente *.* huhuhuh.
W la Signora Fletcher v.v cioè, credo di si XD era lei alla televisione buahauah XD poi Ed si è addormentato a causa sua v.v (ma nooo XD) cmq, W la camicia e l‘altarino che le abbiamo fatto *__* e con questo *prende fiato dopo la faticaccia* concludoo XD muhauahauha bacio*__*


Shun: ohh, io ti adoro cara *__* adoro te e le tue ficciole, e ti strapazzerei di coccole (OHMIODIO topogigio O__O n.d. me)(waaaaaaaaaa *fugge via urlando* n.d. Ed) XD perché ti sei letta tutte le mie fic XD ma come hai fatto anche te? *si asciuga le lacrimuccie* grassie ç__ç ti adoro.
Ehm, v.v lo so, dovevo essere uccisa per quello che ho fatto passare ai due v.v però ho risolto no? Ghghgh XD *-* Falman e Sheska sposiii XD e si, v.v anche loro fanno la loro parte XD W Huges v.v punto XD
Spero che ti sia piaciuto questo capitolo definitivo ^^ bacio





Ora finisco qui^^ e un bacioneee
Alla prossima XD e mi raccomando…>_> commentate!

Vige il solito avviso:

Vi mangio le orecchie v.v

XD



   
 
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