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Autore: Tina_Legolas    24/04/2015    3 recensioni
Aragorn e Legolas, un amore puro nato dopo le vicende della grande guerra per l'anello. Un amore che non può più essere nascosto. Ma un nuovo male si intrometterà nelle loro vite e cercherà di distruggerle per sempre.
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Dal capitolo 1:
“Lo sai che sarei disposto a tutto per non perderti...”
“E' questo che mi preoccupa, Legolas...” disse Aragorn cercando gli occhi azzurri dell'elfo.
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Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aragorn, Elrond, Glorfindel, Haldir, Legolas
Note: What if? | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
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---CAPITOLO60---
 

“Lo senti anche tu?” sussurrò Legolas voltandosi lentamente verso il guerriero.

“Si...” rispose Glorfindel.

Il principe si guardò intorno cercando un posto alto e al sicuro per poter vedere oltre le prime sporgenze.

“Dove vai?” chiese sottovoce il guerriero “Scendi subito incosciente!”

Glorfindel attese fino a che non ottenne nessun cenno di risposta.

“Accidenti a te!” rispose seguendolo “Ti ho detto di...” ma le parole gli morirono in gola quando vide la scena che gli si palesò di fronte una volta avvicinatosi al principe.

Centinaia e centinaia di mostruose creature, avvolte da una fine fumo bianco, erano immobili nel bel mezzo della valle che divideva due montagne.

Ferme come terrificanti statue. La pelle che sembrava pietra, un grigio chiaro misto a polvere, gli occhi chiusi come se fossero addormentate. Lunghi capelli neri che gli circondavano viso e spalle come un mantello. Pochi indumenti coprivano i loro corpi, soltanto le parti intime erano avvolte in un sottile strato di stoffa. Più alti degli elfi, superavano abbondantemente l'altezza media di almeno due spanne.

“Dobbiamo tornare indietro...” sussurrò Glorfindel “E alla svelta! Andiamo!!!”

 

**

 

“Thranduil...” disse Elrond porgendogli l'ennesimo diario.

Da alcune ore erano seduti attorno al tavolo dell'infermeria, Elrond ed Erestor leggevano i diari aiutati da Aragorn. Haldir, seduto al fianco di Elrond, teneva Galathil sulle sue gambe e Thranduil camminava incessantemente per la stanza.

“Siediti ti prego, mi dai ai nervi!” disse Haldir in nome di tutti.

“Non è questo” disse il sovrano ripassando il diario ad Elrond.

“Perdonami puoi dirmi chi sono questi elfi citati?” chiese Elrond passandosi una mano sulla fronte.

“Sono...situazioni particolari...non credo di...”

“Fammi leggere” disse Haldir.

“No!” disse immediatamente il sovrano.

“Ti sembra il momento di avere segreti?” lo riprese subito il guardiano di Lorien.

“Sono...storie vecchie...”

“Storie?”

“Situazioni!” si corresse il sovrano.

“E allora?”

“Sono imbarazzanti!”

“Oh bhe, imbarazzanti...certo...è la cosa che ci preoccupa di più al momento non credi?” chiese Haldir.

“Valar...” sospirò Thranduil sedendosi al tavolo “Fammi vedere” disse allungando una mano verso il diario “Alcarohtar è stato un guerriero di mio padre...non era molto incline agli ordini e mi ha fatto finire spesso nei guai quando ero giovane. Tu lo conosci smettila di guardarmi così!” disse rivolto ad Haldir “E' a Valinor comunque ora...è stato nel mio esercito per i primi anni di regno prima che se ne andasse”

“Chi è Calengol?” chiese Haldir indicando un nome sul diario.

“Un parente di mia moglie, non l'ho conosciuto bene. Abbastanza tonto da non capire cosa gli accadeva intorno...non è lui il responsabile”

“Io ne ho uno...Mornon?” chiese Erestor.

“Un mio segretario. E' a Valinor da almeno due millenni” rispose Thranduil.

“Cos'hai fatto la notte prima della nascita di Legolas?” chiese Haldir scorgendo alcune frasi.

Thranduil chiuse di botto il diario.

“Stiamo parlando della mia vita o siamo qui per trovare il colpevole?” chiese alzando il tono della voce.

“Non urlare! Galion dorme...”

“Ada...” chiamo Galathil.

“Dimmi” sorrise Elrond voltandosi.

“Ho fame”

“Vado io...” rispose Erestor che scostò subito la sedia per raggiungere la porta accarezzando prima il viso del piccolo sorridendogli.

“Siamo sicuri che Erestor non pensi ad avere figli?” sorrise Haldir.

“Ha sempre fatto così...” rispose Elrond “Con i gemelli, con Arwen...con lui” indicò Aragorn senza alzare lo sguardo dal diario “Ad ogni modo...che simbolo è questo?” chiese Elrond, ritornando al discorso, voltando l'ennesimo diario verso Thranduil.

“Non ne ho idea” rispose questo guardando i presenti.

 

**

 

“Fermati! Fermati Legolas!!!” lo chiamò Glorfindel.

“Andiamo via!”

“Stai fermo! Non siamo ancora ai tuoi confini, non ci arriveremo prima del tramonto!”

“E vuoi fermarti qui?” chiese stupito il principe.

“No! Voglio solo che adesso non ci scoprano e correre nel tuo regno come due incoscienti non è il mio obiettivo al momento!”

“Prima arriviamo e...”

“Oppure ci scoprono e non torniamo!” lo fermò Glorfindel “Ho la stessa tua smania di tornare principino! Cosa credi? Ma ho decisamente passato molte situazioni simili e la voglia di correre fino ai confini spesso non combacia con il non farsi trovare...”

“E allora? Cosa facciamo una passeggiata fino a casa?” chiese Legolas.

“Ironico come tuo padre!” ghignò Glorfindel “Smettila e segui me, cambiamo via...non è bene ripercorrere la stessa”

“Seguo te?”

“Non lamentarti ti prego...” sbuffò sparendo oltre le prime piante.

 

**

 

Elrond si passò una mano sugli occhi riprendendo subito a leggere i diari. Era notte fonda e i gemelli erano rientrati portando Galathil in camera, Thranduil e Haldir erano stati congedati ed Aragorn era andato in cucina a recuperare qualcosa da bere.

“Elrond devi riposare...” disse Erestor guardandolo.

“Non sono stanco” disse voltando l'ennesima pagina.
"Certo..." disse sbuffando.
"Non sono stanco, intesi?"
"Erlond si vede a distanza di miglia ed è normale che sia così, ti sei ripreso da pochi giorni..."
"Su abbiamo da fare ora, non perdiamoci in chiacchiere..." disse il signore di Imladris.

Erestor sospirò ricopiando per l'ennesima volta il simbolo che avevano trovato quello stesso pomeriggio.

“Che vuol dire questo segno...perchè più leggiamo e più compare?” sussurrò Elrond.

“Non ne ho idea...” rispose Erestor “Potrebbe essere qualsiasi cosa...” disse abbattuto.

“Hai provato a vedere se è un monogramma?” chiese Elrond.

“Si...ma ci sarebbero comunque varianti su varianti e poi in quale lingua dovrei leggerlo?” chiese sconfortato passandosi una mano fra i lunghi capelli neri scostandoli dietro le spalle “Non è elfico...” disse guardandolo e ridisegnandolo per l'ennesima volta.

“O forse si...” disse Elrond “E' talmente complesso che potrebbe anche essere elfico...”

“Escludiamo il nanico, non ci sono punte...” disse Erestor provando a ridisegnare ogni singola traccia “E'...M?” chiese Erestor.

“Potrebbe...”

“Elrond...se compare il nome Morgoth e io l'ho scritto giuro che...”

“E' solo un nome, vai avanti!” disse incitandolo a proseguire.

“Senti forse ci stiamo immaginando ogni cosa, potrebbe esserci scritto di tutto! Ora noi vogliamo vederci scritto Morgoth e lo vedremo se continuiamo così!” disse esasperato il consigliere.

“Non capisco...non capisco perchè questo simbolo compaia sui diari pochi anni prima che si sposasse con Thranduil e scompaia del tutto dopo la nascita di Legolas...” disse Elrond passandosi una mano sulla fronte “Nei diari non c'è scritto nulla! E se c'è scritto qualcosa non c'è modo di vederlo leggendolo normalmente. Senza sapere cosa stiamo cercando è impossibile saperlo...” sospirò.

“C'è una biblioteca qui?”

“Di sopra”

“Vai a riposare, ci vediamo domani mattina” disse alzandosi.

“Dove vai?”

“Lasciami fare...” sussurrò sparendo.

 

**

 

“Ci siamo...abbiamo passato il confine!” disse Legolas fermandosi.

“Come mai non ci sono guardie qui?” chiese Glorfindel guardandosi attorno notando poco dopo un soldato uscire dalla boscaglia seguito da altri dietro di se “Appunto...”

“Mio principe...” s'inchinò il soldato.

“E' successo qualcosa mentre eravamo via?”

“Tutto tranquillo, mio signore...” rispose.

“Bene” annuì Legolas.

“C'è qualche problema? Cosa facevate li fuori?” chiese preoccupata la guardia.

“Tieni i tuoi soldati pronti a combattere” rispose Legolas “Glorfindel vieni con me”

“Dove? Andiamo a palazzo, già saranno arrabbiati non credi che...”

“Vieni con me! Voglio solo assicurarmi che l'esercito non abbia problemi. Se la sono cavata fin troppo da soli fino adesso...”

“E' notte fonda...”

“Siamo dentro ai confini, ne ho basta delle decisioni di mio padre. Chiudersi dentro al palazzo con un esercito impreparato qui? E' inutile nascondersi, Morgoth sa che siamo qui...perchè farlo?” chiese il principe.

“Ce ne hai messo di tempo per ribellarti a tuo padre, pensavo agissi prima, ma...non è un'idea geniale ora”

“Neanche la sua per cui faccio come ho sempre fatto per più di duemila anni...”

“Fammi indovinare...non seguire un ordine neanche sotto tortura?” sorrise Glorfindel.

“Neanche tu l'hai mai fatto...” sorrise Legolas.

“Oh ma con Elrond è più semplice, non rischio la decapitazione ogni volta. Al massimo urla...” sorrise seguendolo.

“Se ne farà una ragione, l'ha già fatto così tante volte...” rispose il principe.

“Sicuro che tu non voglia essere re un giorno, tuo padre non mi sembra intenzionato a restare qui ancora molto”

“Neanche per sogno...”

“Scelta tua” rispose il guerriero alzando le braccia sorridendo “Andiamo, se dobbiamo farlo arrabbiare che sia una cosa fatta bene!”

 

**

 

“Elrond!!!” Erestor bussò alla porta del signore di Imladris che aprì immediatamente “Non hai riposato?” chiese stupendosi della velocità con cui il suo signore gli aveva aperto.

“Si..”

“Eri dietro alla porta ad aspettarmi!”

“No! Ho riposato...poco, ma l'ho fatto...”

“Oh bhe...ho una possibile soluzione, ma non so se sia esatta...” disse mostrando un foglio.
Elrond prese il foglio dalle sue mani e lo lesse con cura.

“Credi che sia possibile?” domando dopo poco il signore di Imladris alzando lo sguardo sul consigliere.

“Se quel simbolo è un numero...si...”

“Quindi per ogni pagina dove è segnato dovremmo leggere la stessa riga secondo quest'ordine...”

“Forse...”

“Non ci resta che provare!” disse andando di corsa ad aprire uno dei diari sfogliando le pagine fino a trovare il primo simbolo.

“C'è qualcosa?” chiese timidamente Erestor.

Elrond attese alcuni secondi prima di muoversi e abbracciare il consigliere.

“Elrond!”
“E' giusto!” sorrise tornando a leggere il diario "Ma come...? Come hai fatto?"
"Chiunque lascia un modo per decifrare questi enigmi..." rispose Erestor "Non ho fatto nulla davvero...un giorno te lo rivelerò, ma per questa volta no" sorrise “Cosa dice?” chiese Erestor.

“Forse è meglio chiamare Thranduil e poi dobbiamo leggerli tutti prima...ma non sarà una cosa felice presumo...” disse.

 

**

 

“Ha venduto l'anima a Morgoth? Che cosa state dicendo?” chiese Thranduil sgranando gli occhi.

“Calmati” Haldir era al suo fianco ed ogni tanto gli posava una mano sul braccio per impedirgli di scagliarsi sui diari e sbatterli nel vicino camino.

“Prima che ti sposasse per la verità...” specificò Elrond “A quanto pare non era così felice nel suo regno come voleva farti credere”

“Ma lei era fedele a me!”

“Lo era Thranduil...lo era” rispose triste abbassando lo sguardo “Lei non ti odiava...c'è scritto tutto”

“Fammelo leggere!”

“Dovrò riscriverlo, ma te lo farò leggere fra poco...”

“Dimmi una cosa...cos'è successo dopo? Tu l'hai già letto, dimmelo ti prego!”

“Ha tradito Morgoth subito dopo la nascita di Legolas...ha giurato amore eterno al figlio” rispose “Questo è quello che c'è scritto”

“E Morgoth sapeva che lei aspettava un figlio...” pensò Thranduil.

“E probabilmente il matrimonio di tuo figlio ha fatto scalpore arrivando fino alle sue orecchie” rispose Elrond “Con Aranel non ha potuto vedere nulla, ma con Narwein...è entrato a Imladris, chi ci dice che non fosse in mezzo ai tuoi elfi mentre Legolas era qui? E chi ci dice che non lo abbia visto gravido? Chiunque avrebbe potuto vederlo...”

“Perchè?”

“Perchè tua moglie assoggettava il suo potere a lui...il suo dono era per Morgoth una risorsa...”

“Aranel aveva il terrore del suo dono!” rispose esasperato.

“Perchè era costretta ad utilizzarlo per lui! Gli aveva giurato fedeltà, Thranduil!” disse Elrond.

“E vedendo che mio figlio aspettava a sua volta un figlio...”

“I doni sono trasmessi per generazioni...Legolas lo aveva sicuramente controllato, ha visto che non aveva quel dono, ma i bambini? Una volta sicuro...”

“Non lo sapevamo neppure noi!”

“E neanche lui! Si è scoperto perchè brama questo potere più di ogni altra cosa su questa terra! La sua forza si basa sulla sicurezza di poterci annientare con qui mostri!” rispose Elrond “Ti trascriverò ogni cosa...ci sono frasi che devi leggere...” disse chiudendo il diario di fronte a se.

“Ada...” Legolas entrò in quel momento nell'infermeria.

“Ion!”

“Sono a nord come ha det...” uno schiaffo fece voltare il viso al figlio.

“Thranduil!” lo fermò Haldir.

“E' mio figlio lasciami!” disse ringhiando al compagno.

Legolas era immobile di fronte al padre, il viso basso.

“Sai cosa ti devo dire” sussurrò secco.

Glorfindel comparve dietro di lui proprio nello stesso istante in cui il sovrano abbandonò l'infermeria mentre Aragorn si avvicinò al compagno.

“Ora è il tuo turno” mugugnò Legolas.

Aragorn l'abbracciò contro ogni sua aspettativa tenendolo stretto a se.

“Te lo sei cercato lo schiaffo, Las” sussurrò al suo orecchio.

“Lo so...” disse alzando le braccia stringendolo.

“Legolas...” lo chiamò Haldir “Tuo padre era preoccupato a morte”

“Lo so...” rispose abbassando lo sguardo ancora stretto al compagno.

Haldir passò al suo fianco lasciandogli una piccola pacca sulla spalla.

“Gli passerà...” disse sorridendo al principe prima di seguire il sovrano.

“Estel...andate di sopra...” disse Elrond. Aragorn capì ogni cosa, non era il caso che Legolas sapesse in quel modo della madre, dovevano trovare le parole giuste prima di comunicarglielo.

“Si...vieni...”

“Ma Galion?”

“Si è svegliato di nuovo, ce la farà ha buone possibilità” gli rispose Elrond “Vai, chiamate i gemelli e riferiscigli quello che hai visto, Glorfindel mi dirà ogni cosa..” disse guardando il guerriero.

Legolas annuì seguendo Aragorn fuori dall'infermeria.

Glorfindel se ne stava in piedi, la testa china, pronto a ricevere qualche offesa da Erestor che però non sembrava intenzionato a parlare.

“State in silenzio ancora a lungo o vi dite qualcosa?” chiese Elrond “Se dovete urlare però voglio che andiate fuori di qua” disse guardando Galion.

“Io non ho nulla da dire” sospirò Erestor prendo in mano i diari e impilandoli in due file identiche.

“Erestor...” lo chiamò Glorfindel.

“No! Stai zitto! Non voglio sentire nulla, non voglio scuse, non voglio le tue solite frasi, non ho voglia si sentire nulla!” disse secco il consigliere.

L'uccisore del balrog socchiuse appena gli occhi tornando a guardare il suo compagno affaccendarsi a risolvere ogni minimo impiccio pur di non guardarlo in viso.

“Avete trovato Morgoth?” chiese Elrond.

“No, il suo esercito...centinaia” rispose Glorfindel.

“Vi lascio soli, parlatevi...” disse Elrond raccogliendo i diari andando a raggiungere i figli.

Glorfindel attese alcuni minuti prima di convincersi che il consigliere sarebbe andato avanti in eterno ad ignorarlo.

“Mi dispiace” sussurrò.

“Non..dirmi nulla...ti prego” rispose Erestor voltato di schiena mentre sistemava alcune coperte a cavallo dello schienale di una sedia.

“Sai che sarei andato...” disse aspettando una risposta che non arrivò “Erestor?”

“Mi avevi promesso di tenerti lontano dal pericolo!” disse alzando la voce prima di arpionare con una mano il braccio del guerriero e trascinarlo in corridoio.

“Chi doveva andare allora? Tutti abbiamo qualcuno da perdere qui o altrove!!!”

Erestor lo guardò per alcuni secondi prima che il labbro inferiore iniziare a tramare leggermente.

“Erestor...non piangere”

“Vai via!” disse cercando di rientrare in infermeria.

“No! Aspetta!” lo bloccò afferrandolo per un polso.

“Lasciami!” urlò il consigliere.

“Non posso...” sussurrò “Non posso vedendoti così...” disse cercando di avvicinarsi.

“Lasciami! Vattene!”

“No...”

“E' la seconda volta che te ne vai! Non mi hai neanche detto che te ne saresti andato questa volta!” gli urlò con gli occhi rossi per via delle lacrime trattenute.

“Non mi avresti lasciato partire! E io non sarei partito vedendo te...”

“Ti prego...” più tempo passava con Glorfindel più la rabbia veniva meno.

“Non me ne vado mio consigliere” disse Glorfindel abbracciandolo quando Erestor si lasciò andare in un forte pianto “Non me ne vado più...amore mio...”

“Perchè?” chiese disperato fra le lacrime. Glorfindel sapeva bene cosa voleva chiedere il moro.

“Dovevo andare...dovevo...”

“Io ne ho basta di soffrire!”

“Vieni qui...” disse il guerriero obbligandolo a piangere appoggiato alla sua spalla “Fammi tornare a Imladris...te l'ho promesso! Dammi il tempo di concludere questa storia e ti giuro che quando saremo a Imladris non ti lascerò mai in pace mio consigliere...”

“E' ora che muoio Glorfindel, è ora che sto male!”

“Lo so...Lo so...” lo scostò per poterlo vedere in viso “So cosa vuol dire trovare finalmente qualcosa di agognato per così tanto tempo e avere sempre la sensazione di perderlo...” disse con gli occhi lucidi “Mi fa male vederti così”

“E allora non farlo!” rispose disperato.

“Erestor...”

“Io...io...io non avevo nessuno di cui preoccuparmi, non...non vivevo nella paura...”

“Ora ci sono io...”

“Io...non posso fingere che non ci sia nulla...non posso fingere sapendo che tu sei li fuori...”

“Lo so...” rispose Glorfindel abbracciandolo di nuovo “Lo so...e...mi dispiace terribilmente, mi si spezza il cuore perchè so come tu la prenderai e che non avrai pace per tutte il tempo che sarò fuori, ma...è così amore mio, non posso tirarmi indietro, non ora...tutti abbiamo bisogno di tutti”

“Fammi venire con te”

“Cosa? No!”

“Ti prego...”

“No...no...e non ti porterei neanche se fossi un guerriero. Non ti porterei con me...”

“Non ti fidi?”

“Valar! Erestor mi fido! Ti ho anche visto combattere nel caso te ne fossi scordato...ma non ti porterei con me perchè non voglio che ti succeda nulla!”

“Quando....quando mi hai visto?”

“Oh...bhe...” sorrise baciandogli la nuca “Vi ho visti tu ed Elrond...potete anche smetterla di fingere di non usare più armi, sapete? Poi vi allenate di nascosto” disse facendolo sorridere “Posso baciarti?” chiese teneramente guardandolo negli occhi, ma fu Erestor il primo ad agire facendo combaciare le labbra con le sue.

“Perchè me lo chiedi?”

“Perchè sei arrabbiato...”

“Non lo sono accidenti...non lo sono...”

“Lo sei...”

“No...è paura...non sono arrabbiato...”

“Galion dorme, che ne dici se riposiamo anche noi?”

“Non mi sembra una brutta idea...sai...” sorrise Erestor.

 

**

 

“Vai a parlare con tuo padre...” disse Aragorn guardando il compagno voltato di schiena.

“No”

“Vai! Ti prego!”

“Non ci penso neanche!”

“Oh Valar! Che testardo!” esclamò Aragorn “Se tu fossi nella situazione di tuo padre come avresti reagito? Se Narwein fosse scappato senza dire nulla cosa avresti fatto? Tuo padre ha vagato per un giorno intero dentro questo palazzo continuando a guardare l'ingresso!”

“Lui è scappato per settimane!”

“Oh Valar! Se continuate a rinfacciarvi ogni minimo comportamento...ora...non ci sarà mai pace!”

Legolas sospirò sedendosi su una poltrona portando le sottili gambe al petto nascondendo il volto fra le ginocchia.

“Las...non sei un bambino...” sussurrò Aragorn sedendosi sul bracciolo della poltrona passando una mano sulla schiena del compagno “Vai a parlarci...”

“Prima devo avvisare su cosa abbiamo visto io e Glorfindel, poi forse...”

“Las...è palese cosa avete visto sai? Ve lo si legge in faccia...”

“Io impazzirò Estel...”

“Non lo farai...”

“Oh si...”

“No, non lo farai..”

“Estel!”

“Legolas! Sei appena tornato non...non farmi dire nulla ti prego...se hai avuto la forza di andare la fuori incontro a una presunta morte ce l'hai anche per combattere qui. Con questo non ti sto accusando per quello che hai fatto...qualcuno doveva andare. Non concordo sulla tua decisione improvvisa, ma qualcuno doveva...”

Legolas lo guardò senza rispondere.

“Quindi non dire che impazzirai perchè non è così”

“Sei arrabbiato” disse l'elfo.

“Forse”

Legolas voltò lo sguardo verso la camera dei figli tornando poi a sprofondare il viso sulle ginocchia.

“Las...”

“Ho dato ordine all'esercito di tenersi pronto e ho messo davanti gli arcieri”

“Che hai fatto?” chiese stupito Aragorn.

“Ci attaccheranno...se non oggi, domani o dopo...ma lo faranno...”

“Ed è il caso che tu dica anche questo a tuo padre”

“Si...così può farmi rinchiudere all'istante” sbuffò “Tanto lo farà comunque”

“Veramente ti ha detto di fare come volevi o ti avrebbe rinchiuso già da secoli penso” sorrise Aragorn.

“Molto divertente” ribattè il principe leggermente adirato.

“Sono contento che ti diverta, vai ora su...”

 

**

 

“Si può sapere che ti è preso?” chiese Haldir.

Il sovrano si limitò a guardarlo riprendendo a sfogliare delle carte.

Il guardiano aspetto qualche secondo prima di sbattere la mano sul pregiato legno della scrivania proprio sopra ai fogli impedendogli di voltarli.

“Ora mi parli” sibilò Haldir.

“E di grazia...cosa vuoi che ti dica”

“Oh Valar! Non è possibile! Cosa dovresti dirmi secondo te?” chiese il guardiano esasperato “E' tornato, avresti dovuto ascoltare quello che aveva da dire e poi gli avresti parlato. Da solo magari...solo parlato! Mi ascolti?”

“E cosa sarebbe cambiato? Lui avrebbe continuato a ripetere che è colpa sua se tutto questo è iniziato...”

“Ah...quindi secondo te un sonoro ceffone è meglio?”

“Alcune volte” mugugnò Thranduil.

“No!”

“Si! E non penso di dover aggiungere altro!”

“Tuo figlio non è più un bambino, Thranduil! E' un guerriero e non puoi pensare di fermarlo con qualche minaccia...oltretutto, come hai detto tu, sapevi che sarebbe fuggito o ci avrebbe provato eppure non lo hai fermato. Non ci hai neppure provato...” disse serio il guardiano guardandolo negli occhi “Ti prego ragiona...”

“Haldir...” sussurrò Thranduil abbassando il capo.

“Senti Legolas si sente già in colpa per tutto quello che è successo e non sa ancora della madre...come credi che stia?” chiese Haldir.

“Come faccio a dirgli di lei?” chiese Thranduil sospirando.

“Prima inizia a parlarci e poi ci penseremo...” sorrise Haldir.

“Si...certo...è sua madre accidenti!” disse alzando la voce “Lui la....la idolatra come posso dirgli una cosa simile?”

“Cosa devi dirmi?” chiese Legolas sulla soglia della porta.

Thranduil sgranò gli occhi non essendosi accorto del figlio.

“Cosa devi dirmi?” chiese di nuovo più serio di prima.

“E' inutile che ora non parli...” sospirò Haldir lasciando la presa sui fogli e voltandosi verso Legolas “Forse...dovresti sederti...”

“Cosa?”
“Siediti...davvero...” disse Haldir “Io...andrò a vedere se hanno bisogno...”

“No! Resta...ti prego...” lo bloccò subito Thranduil.

“Io non credo di...”

“Resta Haldir” concluse Legolas “Cosa devi dirmi?”

  
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