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Autore: RLandH    24/04/2015    7 recensioni
-Si con i titoli faccio schifo -
Raccolte di fanfiction per l'iniziativa proposta da CampMezzosangue dei "100AU"
(Non sono certa di riuscire a scrivere tutte e cento le storie, ma tentar non nuoce)
#32(Frank/Hazel)
#81 (Leo/Calypso)
#87 (Luke/Thalia)
#10(Jason/Piper)
#100 (Nico/Will)
#18 (Travis/Katie)
#11 (Chris/Clarisse)
#42(Reyna/Annabeth)
#5 (Leo/Khione)
#23 (Percy/Annabeth)
#34 (Percy/Reyna)
#33(Luke!Centric)
#28(Leo/Echo)
#90(Michael/Clarisse)
#98(Percy/Rachel)
#19(Jason&Leo)
#65 (Annbeth/Luke!Past)
#77 (Calypso/Lester)
#39 (Harry Potter!AU) (Charlie/Silena)
#15 (Nico/Will)
#38 (Annabeth/PercyPercy/Calypso)
#17 (Percy/Calypso)
#70 Quella spogliarellista ha un aspetto familiare OMG sei tu!AU (Nico&Reyna)
#2 Mi sono infiltrato in casa tua alle due di notte perché ero ubriaco e pensavo fossa casa mia!AU(Leo/Calypso)
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: I sette della Profezia, Quasi tutti
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo(Storia):   I Cento Mo(n)di
Titolo Capitolo:  Galeotto fu l’orzo oppure la tesina – o forse la cronologia
Prompt: #81 Ho urgente bisogno che tu mi aggiusti il computer ma per piacere non giudicarmi per la mia cronologia!AU (Leo/Calypso)
Personaggi: Leo Valdez, Calypso, Jason Grace, Cecil (Citati: Percy Jackson, Annabeth Chase, Frank Zhang, Hazel Leveque, Drew Tanaka, Piper McLean, Nico DiAngelo, Dionisio, Dakota Rosa Valdez + Atlante e Zoe)
Paring: Caleo (Percabeth, Frazel e Jasper minore + lievi accenni alla Perleo)
Rating: Verde
Warning:  Modern!AU/NoCamp!AU(?)/Neighbors!AU/College!AU(Più o meno)
 Beta: Nessuna
Note:  Si, ho scritto questa cosa post-esame, quindi si non sono decisamente sicura sia una cosa sana. Ma comunque è il massimo che sono riuscita a comporre. Quindi spero vada bene.
Non ero certa di quale coppia usare o quale Prompt. Quindi be si … non c’è altro da dire.
Con questa storia ho rischiato di unire due Prompt, ma ok!
A pie pagina le varie note da nerd.
Vorrei vivamente ringraziare Weasleiuccia e CharlieC per aver recensito.
E sempre CampMezzosangue per l’iniziativa.
 
 
 
Galeotto fu l’orzo oppure la tesina – o forse la cronologia.
 


Leo Valdez si stava risparmiando occhiate critiche al suo coinquilino, nonché migliore amico. Jason esausto dalla notte di bagordi, aveva trovato decisamente più interessante usare come cuscino una tazza di latte, anziché quelli nella sua stanza. Leo sedeva di fronte lui, mangiando i cereali con il latte parzialmente scremato. Perché il suo stomaco non dava mai tregua.
“Se non si regge l’alcool, non si dovrebbe bere” aveva commentato Leo, che aveva ben più tempra di Jason da quel punto di vista. Non che ci volesse molto ad averne di più. Il suo amico era grande e grosso, ma bastava un bicchiere di birra per farlo capitolare giù come un birillo. Il biondo non diede cenni di vita, rimanendo felicemente a dormire. Leo ebbe comunque pietà di lui, spostando la tazza da sotto il viso dell’amico, lasciandolo addormentato semplicemente sul tavolo di legno. Sul collo, sotto la linea della virile mascella, svettava un segno violaceo. Ubriaco o meno, Jason rimorchiava sempre più di lui, sul braccio del suo amico c’era scritto un numero di telefono con una grafia graziosa ed un vistoso: chiamami! La grafia precisa, ma carina, fece pensare a Leo fosse stata Piper a scrivere, la cugina di Drew con origini native americane, molto carine, che le passava sempre gli appunti ad Analisi quando non andava a lezione. Studiava anche lei, ingegneria, solo che Leo non era sicuro di averle mai chiesto quale. Non era un crittografo, quindi no, non aveva idea fosse davvero la ragazza in questione, sperava lo fosse e che Jason la chiamasse.
 
Il campanello aveva rotto i suoi pensieri da Cupido per il suo migliore amico e la ragazza carina di ingegneria che indossava una moltitudine di camice a quadri ed intrecciava piume e perline nei capelli. Si diresse alla porta, scavalcando Cecil che ronfava sul pavimento, aveva riversato il contenuto dello stomaco sul pregiato tappeto del proprietario. Il signor D. gli avrebbe uccisi tutti – sempre se non fosse riuscito a circuire Dakota, come tramite per suo padre.
Arrivò alla porta, aprendola senza curarsi di molto di chi potesse esserci dall’altra parte. Erano le undici del mattino, solo Nico dei loro amici poteva essere in piedi – e vestito – a quell’ora del mattino. Certo anche lui, ma aveva bevuto un decimo degli altri, si era drogato di caffè e non sarebbe comunque mai uscito di casa. Comunque sia, non si era ritrovato davanti quello spaventapasseri di Nico, ma una ragazza. Non molto alta, dai capelli caramello e gli occhi a mandorla, bella senza alcun artifizio, stretta in un grazioso vestitino a fiori. Calypso la ragazza dall’altro lato del pianerottolo. “Considerando quanta confusione abbiate fatto ieri, mi sorprende di aver trovato qualcuno in piedi” aveva commentato con una leggera punta di acidità, prima di lanciare uno sguardo alle spalle di Leo, dove i residui della festa erano ben evidenti. “Buongiorno anche a te, raggio di sole” esclamò lui, senza badare alle parole della ragazza, posando il gomito sullo stipite della porta, sorridendo smanioso. Da che si era trasferiti in quell’appartamento, Leo aveva cercato di fare buona impressione su Calypso.
Fallendo miseramente.
Non era sicuro che standosene in boxer e canottiera, con il suo fisico smilzo e poco attraente potesse migliorare la situazione. Poi con la scritta HOT STUFF con il pennarello che gli aveva lasciato Hazel, sul braccio.
“Giusto, si, sono stata maleducata: Buongiorno Leo” riuscì a dire lei, chiudendo appena gli occhi, recuperando un attimo l’espressione sconvolta che la ragazza aveva manifestato, “Anche se mi avete tenuta sveglia tutta la notte” aveva aggiunto piccata, senza particolare offesa, con le braccia incrociate sotto al petto, che mettevano il seno ben in mostra, anche se la ragazza non indossava scolli. “Mi dispiace?” provò Leo, forse era venuta per quello, per delle scuse, “Tanto sarei stata tutta la notte a scrivere” commentò poi, con il movimento della mano liquidando la questione. “Vuoi … del caffè?” aveva chiesto Leo, indicando con il pollice alle sue spalle l’interno. Dandosi poi dell’idiota qualche secondo dopo, Calypso sarebbe scappata a gambe levate appesa passata la soglia, la casa era un vero disastro.
L’inquilina del pianerottolo, aveva una di quelle case sempre perfette, con nulla fuori posto. Leo c’era entrato una sola volta. Percy doveva fare una sorpresa ad Annebeth, la sua storica fidanzata, ed era venuto a cucinare un dolce da loro – si Leo stava ancora cercando una relazione tra le due cose – ma non avevano lo zucchero, così il ragazzo era andato a suonare a Calypso. Leo gli era andato dietro, quando la ragazza lo aveva invitato ad entrare. Per tutto il tempo che aveva parlato con Percy, Calypso si era morsa il labbro, nervosa ed imbarazzata e una transizione di zucchero non doveva mai essere stata così lunga. Leo non s’era stupito affatto, Percy sembrava il Principe Azzurro delle favole, così almeno lo aveva definito Hazel, quando lo aveva visto per la prima volta.
Il problema di quella volta: Calypso non si era minimamente accorta di lui.
 
La ragazza era stata colta da un’improvvisa illuminazione. “Oh no!” aveva detto immediatamente, “Come se avessi accettato!” aveva commentato poi la ragazza, “Sicuramente voi prendete miscele chimiche per il caffè, io prendo solo cose biologiche” aveva risposto la ragazza, chiudendo le mani dietro la schiena, con gli occhi bassi. Leo aveva crucciato le sopraciglia. Probabilmente era una persona molto salutista, anche se lui era certo di non averla mai vista correre o fare qualsiasi sport. “Ma sono qui  per il caffè!” strillò Calypso ricordandosi immediatamente, “Ma per il computer” commentò lei, prima di mordersi un labbro. “Uno di voi non è un genio del computer o qualcosa di simile?” aveva indagato la ragazza, con un occhio chiuso e l’altro strizzato, come se si sforzasse di ricordare qualcosa, “Si è rotto il computer?” aveva contro risposto Leo, la ragazza aveva annuito. “Be, io in realtà sto studiando per diventare ingegnere meccanico, ma potrei farcela con un computer” aveva risposto, “Sono bravo con le macchine” aveva aggiunto, sorridendo smagliante, sforzandosi di apparire affascinante.
Con stranamente non deliranti risultati.
“Grazie! Potresti essere il mio salvatore” aveva commentato la ragazza, sollevata, “Grazie!Grazie!” aveva detto quella dandogli la schiena e dirigendosi verso la porta della sua casa. Leo le era andato dietro chiudendosi la porta le spalle, prima di rendersi conto di essere uscito di casa in boxer e canottiera, senza neanche le infradito come ciabatte – ed i suoi coinquilini non si sarebbero svegliati per molte ore ancora. “Non è molto rispettoso andare vestiti così in casa di qualcuno” aveva bisbigliato Calypso ma non sembrava davvero infastidita da questo.
 
La casa di Calypso era ordinata, monocolore, con alcuni vasetti di piante e foto incorniciate, abbastanza sterili. In una c’era Calypso assieme ad un uomo con un completo bianco ed una ragazza non meno bella di lei, che non sorrideva. “Chi sono?” domandò lui, prendendo la foto. La cornice era totalmente di vetro, dando l’idea di qualcosa di freddo, “Mio padre e mia sorella1” aveva risposto Calypso piccata, prima di togliere la foto dalla sua mano e sistemandola dove era. La famiglia era sempre un argomento piccato, come lo sapeva Leo non lo sapeva nessuno.
“Ecco, il computer” aveva commentato Calypso, ammiccando ad un mac ultimo modello, che dava lo schermo interamente blu, era sistemato sopra un tavolo alto di marmo nero. “C’è sopra la mia tesina. Quindi mi preme particolarmente riaverla” aveva commentato la ragazza, prima di sistemarsi su uno sgabello di fronte il tavolo. Leo aveva intrecciato le dita tra loro e poi le aveva stese, facendole scrocchiare, “Non preoccuparti, dolcezza, ci pensa Leo” aveva commentato sicuro di se. Prima di sfoggiare un sorriso da vero seduttore. Che forse avrebbe potuto davvero funzionare.
“Solo Leo” aveva detto con un certo timore la ragazza, “Non guardare la mia cronologia” aveva sussurrato.
 
 
 
“Credevo ti avessi detto di non guardare la mia cronologia” aveva commentato con una certa acidità Calypso, sistemandosi accanto a lui sul divano, posandogli davanti una tazzina fumante. “Quindi cos’è?” domandò Leo, scegliendo di ignorare la critica che la ragazza gli aveva fatto, “Caffè d’orzo con latte di mandorle” aveva risposto la ragazza, con un sorriso allegro. “Biscottini di segale con latte di riso” aveva aggiunto poi, additando i dolcetti, che aveva sistemato al centro del tavolo. “Tu andresti molto d’accordo con la Signora Iris” le aveva detto Leo, prima di allungare una mano verso la tazza, titubante. “Con chi?” aveva indagato la ragazza, prima di sgranocchiare un po’ di biscotti, “La titolare del negozio di alimentari dove lavora un amico” aveva snocciolato Leo in fretta. Sempre se Frank Zhang potesse essere considerato in quella maniera. Forse lo era. Prima di impegnarsi con Hazel.
“Comunque mi è parso di capire tu debba laurearti in genetica” aveva commentato Leo, prima di mandare giù un sorso del caffè più strano del mondo, era stranamente buono. “Da cosa lo deduci?” aveva risposto lei, alzando un sopracciglio, il ragazzo aveva ridacchiato appena, “La tua cronologia, togliendo le eccentricità erano quelle più frequenti” aveva detto con onestà.
Calypso gonfiò le guance, “Non dovevi spiare la mia cronologia” aveva detto offesa, arricciando le labbra, “Comunque no, non genetica, ma genomica2”  aveva commentato, con un bel sorriso, piuttosto allegra, ben soddisfatta della sua materia.
Bella ed intelligente. Si poteva avere di più dalla vita? Pensò Leo.
Magari che si accorgesse di lui.
 
Leo aveva provato anche uno dei biscotti, “Genomica, figo” aveva commentato, con la bocca piena ed il viso coperto di briciole.  La ragazza aveva annuito, se ne stava accanto a lui sul divano bianco, le gambe incrociate ed i biscotti tra le dita sottile, “Anche Ingegneria non sembra male” aveva risposto la ragazza, più posata. “Non lo è!” aveva esclamato il ragazzo, prima di bere l’ultimo sorso di caffè, “Considerando che zia Rosa pensava che sarei finito in galera” aveva commentato a mezza voce.  Poi si era dato dello stupido, perché mai aveva dovuto tirare fuori la sua famiglia, in quel momento. Se poi avesse parlato del riformatorio, Calypso l’avrebbe certamente sbattuto fuori dal suo appartamento.
“Invece sarai un ingegnere” aveva commentato lei, intrecciando le dita sopra le ginocchia ossute, in un momento di imbarazzo. 
Leo nel frattempo aveva cominciato ad offendersi in aramaico antico, se possibile. Perché mai aveva tirato in ballo zia Rosa e la galera?
“Già” le andò dietro, con un certo imbarazzo. “In realtà volevo studiare botanica” aveva rivelato lei con un certo imbarazzo, “Adoro le piante” aveva aggiunto, prima di mostrare quante ve ne fossero nell’appartamento. “Una genomica con il pollice verde, sei tu Pamela Isley3?” aveva chiesto retorico con un  ghigno sul viso, certo il personaggio citato non era proprio una genomica, ma … Calypso non raccolse, crucciando le sopracciglia scure, ma sottili, “Poison Ivy … l’eco-terrorista di Batman”  aveva risposto con un tono di voce insicuro il ragazzo, sentendosi in imbarazzo, perché mai aveva dovuto tirare fuori i fumetti?
“Io non sono pratica” aveva bisbigliato Calypso, con le caviglie intrecciate, le mani sulle ginocchia sottili, “Di fumetti americani” aveva bisbigliato, “La tua cronologia avrebbe dovuto farmelo capire” aveva sdrammatizzato il silenzio imbarazzante che s’era venuto a creare.
Calypso arrossì sulle guance e sulle orecchie, in una maniera decisamente carina.
“Non giudicarmi dalla mia cronologia, Leo” aveva bisbigliato lei,  prima di sventolarsi una mano davanti al viso. Il ragazzo ridacchiò divertito, ancora il viso sporco di briciole dei biscotti, prima di alzare un mignolo verso la fanciulla, “Dai su non è proprio così sconvolgente” le disse, ma la ragazza era ancora rossa in viso.
Calypso si mordicchiò un’unghia, “Ti avevo detto di non guardare la mia cronologia” aveva commentato nervosa.
Leo si mise a ridere, allungò una mano sfiorandole una spalla, con sommo coraggio, la ragazza non ne sembrò infastidita, “Dai, Calypso sarebbe stato molto peggio se avessi trovato pornografia romantica4”  aveva sdrammatizzato. Lui quelle commediole romantiche da lieto fine, tutte rosa, non le sopportava, i romanzetti di Harmony e Co, gli facevano venire l’eritema peggio di un’allergia. Calypso aveva sollevato gli occhi, castani e caldi, come il caffè d’orzo. Le labbra morse, ma il principio di un sorriso. “Seriamente, non parliamone mai più” aveva stabilito lei, recuperando credibilità. Leo aveva annuito, nascondendo sempre un certo divertimento; “Giurin giurello?” propose, con un sorriso sornione. Calypso fece schioccare le labbra, poi intrecciò il suo mignolo a quello del ragazzo, “Giurin giurello”  disse, cercando di mascherare la ridarella e mostrarsi seriosa.
“Non parlerò mai più della tua cronologia, giurin giurello” la rassicurò, continuando ad osservare i loro mignoli intrecciati.
“Però prima una cosa …” aveva detto Leo, guadagnando un’occhiata tutt’altro che amichevole da Calypso.
“Esattamente un hentai5 cos’è?”
 
 






x 1> Sono Zoe ed Atlante
x2>La genomica è una branca della biologia molecolare che si occupa dello studio del genoma degli organismi viventi. In particolare si occupa della struttura, contenuto, funzione ed evoluzione del genoma. (Cit.-Wikipedia)
x3> Personaggio di Batman, come dico poco dopo. Tecnicamente è una botanica, ma è un abile chimica, capace nel capo tossicologico e credo anche nella genetica.
x4> Una citazione di E. Flaiano, più o meno. Modo di riferirsi al lieto fine
x5>Una forma di porno, che non coinvolge le persone reali. Manga/anime porno.
 
   
 
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