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Autore: Loveroflife    24/04/2015    2 recensioni
[[Sequel di ''Anatomia del Cuore''. La storia può essere letta anche senza leggere la storia precedente.]]
Sei anni dopo...
Lei, una donna di 26 anni, che ha realizzato il suo sogno di diventare pediatra e che lotta quotidianamente con i suoi demoni.
Lui, ragazzino di 28 anni, diventato professore di chitarra al liceo musicale, con l'anima rock e il cuore pieno di sogni.
Cosa succederà? Seguitelo insieme a me.
CHE LO SPETTACOLO CONTINUI!
Dal II° capitolo:
''Non te ne andare, sono cinque anni che non ci parliamo, abbiamo tante cose da dirci.'' La guardò speranzoso, con gli occhi che brillavano.
''Io non ho proprio niente da dirti, e se non ci parliamo è solo colpa tua, ricordi?'' Lo guardò con il fuoco negli occhi e lui la lasciò andare di botto.
'' Dovremmo parlare anche di quella sera.'' Disse, serio e coinciso.
''Non ci penso minimamente, e adesso se vuoi scusarmi devo tornare a casa. Stammi bene, Victor.'' Disse, chiudendo la portiera dell'auto e mettendo velocemente in moto, lasciando il ragazzo nel parcheggio riservato ai medici.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Quando la musica ti colpisce al cuore...'
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''Marika, ci sei? Ho portato patatine fritte e maionese a volontà.'' Veronica entrò nello studio medico senza preavviso, come faceva spesso durante la pausa pranzo. Aveva portato due panini dal fast food e aveva intenzione di fare la sua pausa pranzo con la sua amica, come facevano spesso, data la vicinanza dello studio televisivo dove lavorava all'ospedale. Ma trovò il medico in condizioni pietose, che rimetteva ancora la colazione nel water. Lasciò subito il vassoio con quelle meraviglie caloriche e si precipitò nel piccolo bagno, per mantenere la fronte della sua amica.
''Accidenti Mari, ma cosa hai combinato? Ti sei ingozzata ancora di biscotti al cioccolato? Lo vuoi capire che il cioccolato ti fa male?'' Era vero, data l'intolleranza di Marika al cioccolato, scoperta da poco, ma non era quello a far rimettere la dottoressa.
Finì di buttare fuori anche gli ultimi succhi gastrici e si accasciò per terra, pulendosi la bocca con un po' di carta igienica.
''Mi spieghi cosa è successo? Ti ha fatto male qualcosa?'' Marika non riusciva nemmeno a rispondere e fece semplicemente segno di no con la testa.
''Sei incinta?'' Sogghignò Veronica, sapendo la prolungata astinenza della sua amica, che prontamente la fulminò con lo sguardo.
''E allora? Cosa cavolo è successo?'' La aiutò a rialzarsi e la fece accomodare alla sua poltrona, sedendosi sulla sedia proprio di fronte a lei.
Marika non parlò. Le diede solo una cartellina gialla, quella cartellina, e le fece segno di leggere. Veronica non capì, ma la aprì ugualmente, leggendovi il nome di Victor. Guardò confusa l'amica, che mandava giù una pillola per la nausea e che le fece segno di continuare.
''Ma.. Sono i diplomi di Victor. Il liceo Artistico, il Master a Milano, L'Attestato del Conservatorio...'' Veronica continuava a non capire, ma continuò. ''Multe per eccesso di velocità, divieto di sosta...'' Continuò a sfogliare e arrivò a quel punto. ''Richiesta per la pillola dell'aborto?'' Veronica guardò Marika che annuì, con lo sguardo perso nel vuoto. Sfogliò l'ultimo foglio e rimase pietrificata. E capì.
''Porca puttana.'' Furono le uniche parole di Veronica, alla vista di quell'accusa infamante di molestie sessuali. La giornalista poggiò tutto sulla scrivania e prese un goccio di coca cola, che aveva portato con se dal fast food. Guardò l'amica, che fissava un punto preciso del muro, dove regnava la foto della sua laurea.
''Capisco perchè stavi rimettendo anche le budella.'' Veronica sospirò e provò a ragionare. ''C'è comunque il fatto che la denuncia è stata ritirata.'' Provò a ragionare, in favore del loro amico.
''L'unico ragazzo di cui io mi sia mai innamorata è un molestatore di minorenni.'' Una lacrima solcò la guancia di Marika, che parlava più a sé stessa che all'amica.
''Ma, un dubbio solo. Come hai trovato questi dati? Sono privatissimi e solo magistrati e giudici possono avere accesso.'' Veronica si insospettì, nel suo solito fare giornalistico.
Marika la guardò per un attimo, confusa. '' Li ho trovati sulla mia scrivania poco fa. Non so chi ce li abbia messi, ma stamattina erano già qui.'' Veronica si insospettì ancora di più, ma non parlò.
'
'Dovresti parlare con Victor.'' Pronunciò piano le parole, specie il nome del ragazzo, non potendo prevedere la reazione dell'amica.
Indurì la mascella e uscì il pacco di sigarette, lanciandone una alla sua amica e uscendo sul balconcino, in chiaro segno di voler cambiare il discorso.

 

 

''E quindi possiamo sicuramente affermare che Giacomo Puccini è stato uno dei fautori dell'opera moderna, quella che ancora oggi ascoltiamo in teatro, per intenderci. Ricordate le opere più importanti: La Tosca, La Madama Butterfly e la Turandot, rimasta incompiuta per la sua morte.'' Victor continuava la spiegazione per i suoi studenti di quinta, rapiti dalla sua padronanza linguistica e dalla sua passione con la quale spiegava i più grandi compositori della storia.
''Professore, anche l'Aida è di Puccini, vero?'' Federico, il suo studente più burlone ne aveva sparata un'altra delle sue.
''Se mi dici cosi all'Esame di Stato, ti sputtano davanti a tutta la commissione. L'Aida è di Giuseppe Verdi, capra.'' Scherzò bonariamente, lanciandogli un pezzetto di gesso, facendo scoppiare a ridere tutta la classe.
''Se qualcuno di voi osa farmi fare brutta figura con i commissari esterni agli Esami di Stato, giuro che gli rovino la vita.'' Li fulminò scherzosamente, minacciandogli con un altro pezzo di gesso. La campanella segnò la fine della lezione e della giornata, non prima di essersi raccomandati di studiare per l'indomani.
Stava sistemando le sue carte, mentre sentì due colpi alla porta.
''Avanti!'' Victor stava per girarsi una sigaretta, dopo una giornata pesante, quando vide entrare Marika in tutta furia.
''Tu qui? Che è successo?'' Marika gli gettò sul tavolo quella famosa cartellina gialla, incuriosendolo.
''Me la sono ritrovata ieri sulla scrivania, non so chi ce l'abbia messa ma voglio delle spiegazioni.'' Marika incrociò le mani, in attesa.
Victor lesse piano tutti i fogli, sbiancando sempre di più.Arrivò all'ultimo foglio e chiuse gli occhi un attimo, chiudendo il plico.
''Chi ti ha dato questo materiale?'' Alzò lo sguardo verso la sua amata Marika, che lo guardava con odio e ribrezzo.
''Ti ho detto che non lo so. L'ho trovata ieri sulla mia scrivania e le cose che ci sono dentro mi hanno fatto letteralmente vomitare l'anima.'' Tremava, ma non lo diede a vedere.
''Posso spiegarti ogni cosa.'' Victor si alzò e cercò di girare attorno al tavolo. Marika indietreggiò istintivamente.
''Hai paura di me, adesso?'' La guardò deluso, con le lacrime agli occhi.
''Non dovrei?'' Indurì la mascella, per non piangere anche lei.
''Mi conosci. Non dovresti.'' Victor si sedette su un banco, a pochi passi da lei. ''Da dove vuoi che cominci?'' Intrecciò le mani e la guardò in attesa.
''Da quella che fa meno schifo, la richiesta per l'RU486.'' Marika si poggiò sull'altro tavolo, in attesa.
''Quando quello stronzo lasciò mia sorella incinta, lei mi chiese di richiederle la pillola per l'aborto. Non se la sentiva di crescere un figlio sola. Sai com'è, il paese è piccolo e la gente mormora. Siamo pur sempre al sud e la gente è curiosa. Feci la richiesta, ma poco prima di prenderla Roberta la buttò nel gabinetto, piangendo a dirotto. Si è accorta appena in tempo della stronzata che stava per fare, e fortunatamente non l'ha fatta.'' Marika rimase senza parole. Aveva subito pensato al peggio, che lui avesse fatto abortire una ragazza e invece no.
''E quell'altra faccenda?'' La più dolorosa, quella che le faceva più male.
''Subito dopo il diploma in chitarra, il professore mi prese come suo assistente. Beh, mi venne la felicissima idea di bocciare una ragazza. Non sapeva niente, neanche una nota. Non sapeva neanche che fosse una Fender Stratocaster. Lo dissi al professore e lui la bocciò. Pochi giorni dopo iniziò a circolare nei corridoi la voce che io ero andato a letto con diverse ragazzine e che ne avevo molestata una promettendole un buon voto.'' Victor scoppiò a piangere, sotto lo sguardo allucinato di Marika. ''Non ho mai fatto niente di ciò. Una settimana dopo mi arrivò la denuncia di molestie sessuali, proprio da parte della ragazzina che avevo bocciato. Ci fu un putiferio. Molte alunne testimoniarono in mia difesa ai carabinieri, e anche lo stesso professore disse che ero innocente. La famiglia della ragazzina ha ritirato l'accusa e io ho sporto denuncia per diffamazione. Sono ancora in causa. Nel frattempo, il professore mi consigliò di tornarmene a casa e mi firmò una lettera di raccomandazione. E' stato facile trovare questo posto, un anno fa. Il precedente professore di musica ha avuto un infarto ed è dovuto andare in pensione anticipata.'' Victor continuò a piangere, cercando di nascondersi. ''Ho cercato di non far trapelare niente. Mi vergogno come un ladro ma ti giuro che sono innocente. Lo giuro sulla vita di mio nipote. Mi fa schifo quell'accusa, non dormo più da un anno e la mia vita è diventata un inferno. Per fortuna sono stato scagionato, ma la mia fedina penale è macchiata per tutta la vita.'' Si asciugò gli occhi, cercando lo sguardo di Marika.
''Mi credi?'' Cercò di prenderle le mani, mani che prontamente lei tolse e infilò in tasca.
''Non so più a cosa credere.'' Di fronte alla sua espressione, Victor riprese a piangere e tirare calci al banco.
''Questa cosa mi sta rovinando la vita, 'fanculo. Non mi va mai bene niente.''
''E io cosa dovrei dire? L'unico ragazzo che ho mai amato e che amo ancora viene accusato di molestie sessuali, cosa dovrei fare io, eh?'' Parlò nella rabbia, non accorgendosi di ciò che diceva.
''Come hai detto, scusa?'' Victor la fissò, con gli occhi ancora colmi di lacrime.
''Che non so cosa dire.'' Marika si accorse in ritardo di ciò che le era sfuggito e tentò di fare la finta tonta.
''Hai detto che mi ami ancora.'' Victor sorrise appena, con la voce che gli tremava.
''Io non..'' Cercò di riparare la situazione, ma non seppe più cosa dire.
''Sapevo che mi amavi ancora.'' Victor le si avvicinò, accarezzandole una guancia. Lei si allontanò di riflesso, ancora sconvolta.
''Per favore, non toccarmi. D-devo andare.'' Raccattò la sua borsa e si avvicinò alla porta.
''Ti amo.'' Le parole di Victor le diedero l'ultima coltellata. Non ce la fece a pronunciare altro e semplicemente uscì. Questa botta non l'avrebbe digerita presto. Probabilmente sarebbe uscita dalla vita di Victor, definitivamente.

 

''Come si possono avere certi documenti?'' Veronica parlava con Dario, il direttore del giornale locale dove lavorava, cercando aiuto.
''E' molto difficile, specie certi atti giuridici, ancora in corso. Devi essere un pezzo forte per poterle avere, o conoscere pezzi importanti. Magari qualcuno nell'Intelligence, o qualche capo di qualche forza armata.''
Veronica riflettè. Non conoscevano nessuno di cosi alto livello, se toglievano la cugina di Marika maresciallo dei Carabinieri, ma non era comunque un pezzo grosso.
''Prova a fare qualche ricerca, magari ne viene fuori anche un bel servizio da pubblicare e mandare in onda. Sai tu cosa fare.'' Dario le fece l'occhiolino, come faceva a tutti i suoi dipendenti e la congedò.
Tornò alla sua scrivania, e si mise a lavorare.
''Scoprirò chi ha fatto questa bastardata, fosse l'ultima cosa che faccio.'' Parlò al suo computer, mentre cercava qualcosa da cui iniziare.

 

 

 

Capitolo al volo, giusto per riordinare le idee e per dare qualche spiegazione! Cosa sarà successo? Sarà la verità? Veronica scoprirà qualcosa? Lo scopriremo presto, per ora vi saluto e vi ringrazio per la vostra solita attenzione che date alla mia storia. Grazie!

M.

 

  
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