Nell’episodio precedente, Jean”Loki”Claude è stato sconfitto da Siffandra, che ha dimostrato di avere un'arma infallibile per conquistare RoberThor.
Una
volta ogni sette giorni, la famiglia reale si riuniva per il pranzo.
Durante la settimana i due figli facevano come gli pareva, ma la
domenica no, non potevano sottrarsi al desiderio di Frigga, di
abbandonare il ruolo di regina e comportarsi come una normale Madhre stracciamaroni.
Il
pranzo di per sé non era poi così malvagio: insomma, capitava spesso
di mangiare assieme, poi Odino tornava a riposare le chiappe sul
trono, RoberThor andava a smazzuolarsi con i suoi amici, Frigga a dire
al marito cosa fare (era lei che governava, in realtà, che vi
credevate?) e Jean Loki Claude riprendeva i suoi esperimenti. Come
sempre, stava lavorando a uno studio dove avrebbe dimostrato che,
battendo ripetutamente la testa contro un muro per un’ora, si
consumavano 150 calorie. Era da quando era piccolo che tentava, ma non
era mai riuscito a dimostrare la fondatezza della sua tesi, a causa
degli svenimenti e delle emicranie che inspiegabilmente funestavano lo
svolgersi dell’impresa.
Suo
padre continuava a ripetergli che erano esperimenti inutili, ma Loki
era ossessionato dalla cosa: gli asgardiani dovevano sapere
quell’incredibile verità. E lui doveva riuscire a perfezionare l’
elmo, per resistere a un’ora di craniate contro al muro.
Come
di consueto, Madhre Frigga, dopo pranzo, aveva radunato i suoi uomini
nel salotto buono, per poter conversare amabilmente.
Quel
giorno, però, c'era qualcosa diverso, vi era un elemento di
instabilità che aveva irrimediabilmente cambiato l’equilibrio di
quella domenica: RoberThor aveva invitato Siffandra.
Jean
Loki Claude la guardava con astio, mentre la terribile Siffandra
ricambiava con un sorriso strafottente incollato sulle labbra.
Poi,
avvenne l’ecatombe. Nessuno di loro era preparato a un trauma simile,
soprattutto Jean Loki Claude che era completamente esposto.
«Siffy»
cinguettò amabilmente Madhre, «guarda com’era bello RobyThorino»
esclamò, brandendo il mastodontico album di foto di famiglia.
Alla
vista di quel diabolico cimelio, RoberThor ruotò il martello per poter
volare via; Odino sgranò entrambi gli occhi (e un finanziere lo
denunciò per truffa ai danni dell’INPS, per aver percepito per secoli
la pensione di invalidità) e decise di correre a dichiarare guerra a
Jotunheim. O a chiedere asilo politico a Laufey: aveva sempre
desiderato una vita da profugo sin da quando si era sposato.
Jean
Loki Claude era paralizzato dal terrore, le iridi inchiodate su quel
libro che avrebbe fatto impallidire il Necronomicon e il Libro dei
Morti messi assieme.
Siffandra
guardò perplessa RoberThor schiantarsi contro i vetri infrangibili che
Madhre Frigga aveva fatto installare alle finestre (ogni volta che li
lavava, qualche volatile ci andava sempre a sbattere e RoberThor non
aveva ancora imparato la lezione). Odino invece era rimasto incastrato
nella porta, perché il suo sedere era ormai inglobato nella poltrona.
Se non fosse così ingrassato, forse sarebbe riuscito a sfuggire a
quella tortura, ma Padretutto era decisamente un pantofolaio nato. Le
volte che era andato in guerra era giusto per sfuggire alla sua
adorabile moglie.
Frigga
li guardò arcigna. «Tutti qui» ordinò perentoria.
Odino
trascinò rassegnato la poltrona e tornò vicino al caminetto, mentre
RoberThor precipitò sul divano, accanto a Siffandra, la quale aveva
iniziato a sfogliare il mastodontico volume.
I
server di Instagram non sarebbero riusciti a contenere la quantità di
foto che Madhre Frigga aveva scattato ai suoi pargoletti.
«Questo
è RobyThorino quando ha perso il primo dentino scazzottandosi con
Volstagg. Quel ragazzo non si era ancora messo in testa di fare la
madrina di emergenza e sembrava così normale» raccontò Frigga.
«E
questo chi è?» domandò Siffandra, indicando una delle fotografie.
RoberThor
sbirciò annoiato e scoppiò a ridere, mentre Frigga sorrise. «Oh!
Quello è Cipollotto.»
Siffandra
la guardò come se la regina la stesse prendendo per i fondelli.
«Scusa?»
«Cipollotto!»
ribadì Frigga decisa.
RoberThor
tirò una gomitata a Siffandra e poi gli indicò Jean Loki Claude, che
stava cercando di seppellirsi tra i cuscini del divano.
La
guerriera trattenne il riso. «Mi stai dicendo che questo… sei tu?»
domandò, voltando l’albo e mostrando la foto di un bimbetto di una
paio d’anni, con un elmo cornamunito di dimensioni idonee, ficcato al
fianco del mulo durante la rappresentazione del presepe vivente (era
per via di un compito che la classe doveva svolgere sulla società
midgardiana), mentre il biondo RoberThor svolazzava interpretando un
angelo.
«Doveva fare il bue» spiegò RoberThor, ridendo a crepapelle.
Siffandra cercò di riacquistare serietà, non voleva scoppiare a ridere
sguaiatamente in presenza di Frigga. «Ma…» esordì, asciugandosi una
lacrimuccia, «perché lo chiami Cipollotto?»
«È
il suo nome» rispose con spiazzante tranquillità la regina.
«E
Jean Loki Claude cosa sarebbe?» chiese la ragazza.
«Il
suo soprannome. Quel discolo sono anni che per uno stupido esperimento
prende a craniate il muro. Per risparmiare sulle forniture di
antidolorifici l’ho rinominato con il nome del farmacista e del
medicinale per combattere il mal di testa. Jean mi fa il 40% di sconto
in cambio di questa pubblicità.»
La
risata della ragazza fu incontenibile. Quelle erano cicatrici che non
sarebbero mai andate via.
Qualcuno di voi si chiede il perché di Cipollotto? Tutto è nato da un meme Marvel dove si vede che Stark in tedesco vuol dire forte, Hulk in arabo vuol dire distruzione e via discorrendo. E poi si arriva a Loki che pare che in lettone (a memoria mi pare sia lettone ma potrei sbagliare) vuol dire: cipolle primaverili, quelle che sono ancora piccine, insomma... i cipollotti U.U
Grazie a tutti i lettori.
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Daniela