Quella
donna era matta… matta da legare, secondo il suo modesto
parere!
Michael
Connors sapeva che sarebbe stato conveniente solo fino ad un certo
punto la
compagnia di miz Alana e delle sue
strane frequentazioni, ma si sarebbe aspettato un minimo di decenza da
quella
donna ora che il suo cervello sembra essere tornato normale.
Non
tanto normale ad essere sinceri, poiché era da pazzi entrare
dentro un bagno
occupato senza prima bussare esclamando che quel giorno sarebbe stata
una
“grande, grande, grande giornata!”. E se a quel
punto all’ex mercenario
americano era scattato un tic nervoso all’occhio sano
c’era solo da capirlo, in
fin dei conti si stava facendo una doccia in santa pace prima che
quella
svitata non tirasse la tenda della vasca da bagno per dargli il buon
giorno.
–
… e tu stasera berrai questa pozione favolosa! Vedrai come
li fregheremo tutti
al Crocevia!–
Attualmente
i due fuggiaschi si trovavano alla periferia di una cittadina nota come
“il
Crocevia”, più precisamente in un motel a basso
costo, un luogo nato per il
commercio e la lavorazione di tessuti e metalli con tanto di spazio
porti in
costante movimento giorno e notte, ed era a tutti gli effetti una
piccola città
industriale abitata esclusivamente dagli operai che dimoravano nei vari
dormitori. Pochi sfarzi e divertimento, sostituito dal lavoro costante
per
permettere che il commercio di Amazon continuasse anche sui pianeti
lontani.
Da
Venturas si erano dunque spinti verso sud in cerca di indizi lasciati
dagli
informatori della ex inquisitrice, che avevano notato del movimento
sospetto
negli ultimi tempi con bolle da carico che portavano tutte lo stesso
nome… un
“avvocato” che non avrebbe avuto interesse nel
commercio di vettovaglie inutili
e fin troppo comuni.
Ma
come indizio poteva risultare, per quanto piuttosto strano, decisamente
poco
convincente se preso singolarmente. Era strano che un uomo molto
elegante fosse
totalmente fuori contesto in un ambiente del genere in cui i locali
notturni,
in genere bar e pub, scarseggiavano in maniera esponenziale
così come
scarseggiava la fauna femminile… ma questo non faceva di lui
il principale
indiziato. Lo diventava nel momento in cui uno strano traffico di merci
iniziava a fare la sua presenza proprio alla sua misteriosa comparsa in
città,
prima con le sue firme su pezzi di carta, e poi con la sua effettiva
presenza
piuttosto tempestiva. Senza contare che le telecamere di sorveglianza
avevano
notato la sua presenza al cancello nord delle mura delle
città, e cosa ancor
più peculiare era che tale cancello si aprisse verso le
terre perdute.
Come
tutte le città che si spingevano ai confini del mondo
civilizzato anche il
Crocevia, nel suo piccolo, possedeva mura di cinta in cemento armato
che
circondavano i suoi spazioporti fino alle periferie da un eventuale
attacco
esterno. Non erano i banditi il problema maggiore dei sovraintendenti,
su
Amazon non ce n’erano, e a prova di questo era la presenza di
fari ultravioletti
presenti lungo tutto il perimetro.
Ad
alcuni demoni della notte non piace la luce del sole…
pertanto si manifestano
poco all’infuori della fitta foresta presente ai margini
della civiltà
preferendo rimanere rintanati nelle antiche città in rovina
presenti
nell’entroterra, ma la prudenza non era mai troppa
soprattutto per il giro di
soldi presenti in città. E dove ci sono soldi ci sono anche
individui poco
raccomandabili in cerca di facili affari, come in qualunque parte
dell’universo
senza tener conto
che quell’uomo
distinto ripreso dalle telecamere era alquanto sospetto per essere
entrato da
una strada ormai in disuso da secoli.
Quell’uomo
c’entrava qualcosa con Morrigan? O era solo un pazzo
contrabbandiere che
passava attraverso le terre perdute per poter fare i propri loschi
affari con
le creature che abitavano nelle foreste? Non si poteva ancora sapere,
ma era
stato un indizio per Alana che aveva deciso di investigare di
più dopo una
accurata analisi agli indizi grazie anche all’ausilio del pc
di Zeke. Magari
poteva sembrare una mossa un po’ azzardata partire
così “all’avventura” avendo
solo prove indiziarie, ma tanto bastava per la Deva e a quanto pare
aveva già
in mente un piano che a Connors senior non piaceva affatto.
–
a… a parte il fatto che si bussa per entrare in bagno
– e qui l’americano
nascose le proprie nudità con la tenda della doccia
– avresti almeno la decenza
di dirmi che diavolo è ‘sta roba?! –
osservò
attentamente la misteriosa bottiglietta che la donna gli aveva passato,
e che
al momento sembrava essere sorda alle sue proteste tanto da abbassarsi
i
pantaloni come se nulla fosse e sedersi sul water per esplicare le
proprie
funzioni corporee in barba al grugnito di disapprovazione.
Cristo… quella donna
era senza pudore senza contare che i suoi metodi
“loschi” non gli piacevano un
granchè per quanto neppure lui fosse esente dal giocare
sporco. Ma lui era un
soldato… anche lei ad essere sinceri solo che non si fidava
dei suoi metodi e
in particolar modo non si fidava proprio della sua persona.
–
Se te lo dicessi che sorpresa sarebbe? – fece ella, dopo aver
tirato lo
sciacquone ed essersi rialzata i pantaloni per sommo sollievo
dell’ex
mercenario – abbiamo bisogno di non dare
nell’occhio dato che siamo ricercati
dalla Corte… o te ne sei già dimenticato? Quella
roba serve come mimetizzazione
e dal momento che domani sera entreremo in azione è il caso
di essere più
discreti–
–
Hm… sai già dove quel bastardo andrà?
–
Alana
per un lungo momento non disse nulla, nel mentre che si lavava le mani
al
lavandino, limitandosi a parlare sbrigativamente prima di uscire dal
bagno –
limitati a prendere quella roba prima di andare a dormire, per il resto
stai
pensando un po’ troppo per i miei gusti…–
Ed
in effetti la donna non aveva tutti i torti, negli ultimi due giorni
Michael
aveva pensato a come potesse stare Emerald dato che non aveva visto il
suo
ultimo incontro nel tempio della speranza. Era viva? Era…
morta? Quello era
altamente impossibile o mister Lancaster avrebbe fatto radere tutti i
templi
presenti sul pianeta oltre che trucidato la bestia che aveva insozzato
il buon
nome della figlia di Howard. Chissà, magari il marchese gli
avrebbe affidato
proprio a lui il compito di dargli la caccia come l’animale
che era così da
estinguerlo una volta per tutte… e magari avrebbe pure fatto
un favore alla
famiglia del russo in modo tale che potesse vivere tranquillamente!
Si
riscosse dai propri pensieri quando avvertì un paio di bassi
colpi alla candida
porta del bagno, prendendolo quasi alla sprovvista tanto che
rischiò di perdere
la saponetta che stringeva tra le mani.
–
Azz… Alana, sei tu? Che altro vuoi ancora? –
Ma
dall’altra parte della porta non giunse nessun suono, e
l’ex mercenario pensò
che quello fosse un metodo della sua compagna per invitarlo a pensare
di meno e
sbrigarsi a prendere quella dannata medicina.
Non
vedeva l’ora di togliersi dalle scatole da quel motel fin
troppo economico e portare
avanti quella dannata missione prima di combinare altri casini.
-
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
A
svegliarlo fu il ticchettio di una sveglia posta non molto lontana da
lui.
Wally Tusket non ci impiegò molto ad aprire le palpebre
doloranti per osservare
tale strumento appoggiato sul comodino accanto al letto in cui si
trovava.
Era
in un ospedale, lo poteva intuire dai rumori emessi dai macchinari poco
distanti dove era stato sistemato lui, e dopo un breve momento di
smarrimento
potè notare che non era neanche solo in quella piccola
stanza di un piccolo
ospedale di montagna.
–
Ehi amico… finalmente sei sveglio, eh? –
Una
voce stanca e leggermente strascicata portò
l’irlandese a voltare il capo alla
propria destra, notando con una certa sorpresa che Terry Kenyon era
accanto a
lui adagiato su di un lettino ospedaliero in condizioni pessime.
All’americano
mancava qualche incisivo e aveva ancora un occhio gonfio dalle botte
precedentemente
ricevute, oltre che diverse fratture rimediate con delle speciali
ingessature,
ma nel complesso sembrava si stesse riprendendo per quanto fosse
tristemente
fuori dai giochi proprio come lui.
–
Terry… io… stai bene…? E gli altri??
–
Lo
disse con un filo di voce trovando estremamente doloroso sfruttare le
corde
vocali. Ricordava ben poco di quel terribile
“incidente”, se si poteva definire
così il semplice gesto di una pazza schizzata che aveva
sterminato tutti i suoi
adepti e avrebbe sterminato pure lui sfruttando la sua cieca
stupidità, ma se
era sopravvissuto a quegli interminabili minuti di discesa era anche
grazie
alla propria natura di tricheco che gli permetteva di rimanere immerso
nell’acqua per molto tempo, senza respirare ovviamente,
nonché ai suoi amici
che lo avevano trascinato fino a quella riva ciottolosa per potergli
far
riprendere fiato.
–
Beh, a quanto pare gli unici che sono messi davvero male da non poter
continuare il viaggio siamo proprio noi due… ci aspetta una
gran lunga vacanza,
purtroppo! – il ragazzo si concesse una stanca risata, prima
di continuare con
le sue brevi spiegazioni su quel lungo stato di incoscienza che li
aveva
coinvolti da dopo l’incidente – comunque i ragazzi
sono venuti a trovarci in
ospedale, sai? Tu eri ancora sotto gli effetti delle medicine quindi
non puoi
ricordartene, ma ci hanno fatto entrambi gli auguri di pronta
guarigione! E
sembra che abbiano ricevuto un telegramma da parte del prossimo
tempio… a
quanto pare tengono prigioniero DikDik e… uh? Wally, stai
bene?! –
Nel
mentre che parlava il tricheco umanoide aveva preso a singhiozzare in
modo sommesso
stringendo con forza le lenzuola per non mettersi a piangere in modo
esagerato
e dare spettacolo in un posto come l’ospedale in cui era. Gli
volevano ancora
bene nonostante avesse combinato un vero casino spinto dalla bramosia
di voler
diventare più forte e non essere più il
più debole del gruppo, riuscendoci alla
grande con l’unico grande prezzo di avere quasi perso gli
unici veri amici che
avesse mai avuto. Se doveva diventare forte era giusto che lo facesse
con il
giusto tempo e con le proprie di
forze, magari aiutato anche da quegli amici che aveva quasi rischiato
di
uccidere con la sua stupida e cieca ferocia.
–
S-sono stato uno stupido…! Come potete pensare di essere
ancora miei amici dopo
quello che ho fatto?! Se mia madre e Doroty sapessero cosa ho combinato
i-io…–
–
Penso che capirebbero che tu hai compreso di aver sbagliato!
– rispose un po’
seccato, ma altrettanto comprensivo, un Terry che faceva fatica ad
alzare la
voce – tutti noi abbiamo immaginato che tu l’abbia
fatto a fin di bene. Hai
sbagliato, vero, ma nessuno qui vuole fartene una colpa! Senti, che ne
dici di
ritornare ad allenarci insieme come ai bei vecchi tempi una volta che
saremo
usciti da qui? –
Non
c’era rancore nella voce del ragazzo americano, e tantomeno
ne covavano gli
altri ragazzi della Muscle League che erano riusciti a scampare da quel
tragico
combattimento, e se c’era la possibilità di
accantonare quella brutta
esperienza concentrandosi sui futuri allenamenti per diventare
più forti,
questa volta fatti rigorosamente assieme, allora non poteva che essere
un buon
inizio per risanare una amicizia che rischiava di sgretolarsi come le
rocce di
quel fiume impetuoso che li aveva condotti fino a valle. Per tale
motivo Wally
Tusket apprezzò con tutto il cuore il sincero tentativo di
Terry di mettere una
pietra sopra riguardo i brutti avvenimenti appena passati, decidendo
che non
avrebbe più commesso una simile cazzata di seguire solo ed
esclusivamente il
proprio egoismo.
Ora
questo fantomatico “torneo” era in mano ai restanti
superstiti del gruppo, e a
meno che Meat non avesse deciso di lasciar perde, cosa assai
improbabile, non
restava altro da fare che fare il tifo per loro al prossimo incontro
che…
Francamente
parlando non avevano idea di quando sarebbe incominciato.
-
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Avrebbe
avuto tutti i motivi del mondo per preoccuparsi, ma attualmente era
consapevole
che, se non avesse rilassato il corpo e la mente, accumulare altro
stress non
avrebbe fatto altro che aggravare l’umore
dell’intero gruppo.
Dopo
il ricovero di Terry e Wally c’erano state altre tensioni tra
i ragazzi, come
se ce ne fosse stato bisogno, in cui Kyle Mask se ne era uscito con
delle
critiche anche abbastanza sensate sul dare ancora fiducia al lottatore
di
origini irlandesi. Indubbiamente non conoscendo il tricheco umanoide
era
soggetto ad un giudizio piuttosto cinico nei suoi confronti, che
decisamente
non piacque a Jeager e Kid tanto da arrivare ad alzare la voce
all’interno
della hall dell’ospedale in cui i due giovani lottatori erano
ricoverati, ma
grazie al cielo Warsman fu pronto a sedare una possibile lite mettendo
a suo
posto il proprio allievo.
“Far
parte della Muscle League è
come far parte di una grande famiglia, per quanto possa sembrarti
stucchevole,
e Wally ha dato prova di essersi pentito durante il
combattimento… sei vuoi far
parte della Lega allora devi avere fiducia nei tuoi compagni”
“Già…
peccato che i ‘compagni’ non
hanno fiducia nel sottoscritto nonostante siano vivi grazie a
me…”
Anche
questo era vero, Andava detto anche perché aveva chiamato
pure lui i soccorsi
ancor prima della stessa League in cui anelava ad unirsi, ed il tono
basso e
rammaricato del teppista inglese ricordò agli astiosi
compagni di squadra che
anche lui aveva avuto la sua parte in tutto quel disastro.
Ora
però era necessario che la mente del piccolo allenatore si
sgombrasse dai
cattivi pensieri e si concentrasse unicamente nel godere del bel bagno
caldo
che si stava facendo nelle sorgenti termali presenti nella piccola
pensioncina
in cui avevano trovato rifugio prima di partire per le Distese
Sibilanti, e
magari non pensando in negativo per la sorte di DikDik vanDik.
Già,
proprio il lottatore di origini africane aveva dato traccia di se
tramite un
telegramma che era stato recapitato al gruppo una volta che ebbero modo
di
giungere alla loro nuova meta di riposo, messa a disposizione dalla
Muscle
League sotto la “gentile” proposta del marchese
Lancaster che ben conosceva
quel luogo delizioso dato che era nell’elenco degli alberghi
affiliati alla sua
catena “Atlas”, e a quanto pare chi lo aveva
scritto blaterava sul fatto che il
loro “capretto sacrificale” presto sarebbe stato
offerto in sposa alla loro
somma sacerdotessa in nome degli “uomini
bellissimi”… tutte cose molto strane e
senza senso! Ma tale missiva portava comunque il sigillo del Tempio
della
Costanza ed era comunque soddisfacente avere avuto notizie del loro
sfortunato
compagno, che al momento risultava ancora vivo e vegeto, oltre che per
l’intero
torneo che stava comunque procedendo bene. Certo, il gruppo aveva perso
validi
alleati e neppure loro erano ovviamente conciati bene dopo quella
terribile
discesa lungo quella cascata di acqua sporca e detriti, ma tutti
confidavano in
un bel bagno caldo e una lunga dormita per rimettersi in forze ed
affrontare al
meglio la prossima sfida.
Attualmente
erano tutti troppo stanchi per potersi preoccupare di DikDik e dei
futuri
incontri, pertanto tutti gli uomini del gruppo si erano radunati
attorno a una
delle tante vasche circolari presenti all’interno del parco
della pensioncina
in cui dimoravano ed il clima tra gli i compagni era piuttosto sereno
nonostante gli attriti precedenti.
–
Hm, è curioso… in questo luogo
c’è ancora della neve –
commentò con una punta
di curiosità Check Mate comodamente seduto
all’interno della vasca naturale nel
mentre che osservava la neve che circondava il parco – ma
forse qui la primavera
deve ancora arrivare, e comunque direi che la temperatura di questa
sorgente
sia piacevolmente calda –
–
Ja, è un vero toccasana
alle ossa e
alle ferite… per quelle mi ci vorrà un
po’ di tempo per guarire. Purtroppo! –
Per
Jeager non esisteva peggiore sconfitta che aver vinto per il rotto
della cuffia
e per l’intervento di Kid Muscle che, riconoscendogli
comunque il pregio di
aver ribaltato una situazione a dir poco tragica, aveva salvato tutti
portando
la vittoria nelle loro mani grazie ad un bacio rubato a quella pazza
furiosa
che aveva sventrato l’intero stadio in un colpo solo. A quel
pensiero il
tedesco sbuffò piano, passandosi una nano sulla ferita alla
fronte, nascosta
dai capelli biondi, tastando ancora i punti di sutura che le infermiere
gli avevano
messo constatando che la ferita non era molto profonda e che il suo
casco,
prima di rompersi definitivamente,
lo
aveva salvato da un danno ben più maggiore. Si, in un certo
senso gli rodeva il
fegato nell’aver subito così tante ferite da non
poter disputare il prossimo
incontro, ma comunque ancora in forze da poter continuare il viaggio,
senza
contare che Wally e Terry si erano dovuti ritirare per forza di cose e
dunque
il gruppo ora era ancora più ridotto a livello di forze da
mettere in campo. E
Kyle continuava a sopportarlo malamente, a differenza di Check Mate che
sapeva
essere ragionevole senza farsi coinvolgere troppo a livello emotivo,
anche se
il ragazzo affermava di aver dato a modo suo una mano.
–
Se non altro quelli della Muscle League hanno avuto
l’accortezza di darci un
luogo ospitale in cui farci riposare anziché la solita
catapecchia! – borbottò
un Meat intento a posizionarsi meglio l’asciugamano sopra la
testa – ma
dobbiamo comunque tenerci pronti per il nostro prossimo viaggio
e… nessuno di
voi ha una mappa? –
–
Ah! Ma andiamo, Meat! Non possiamo aspettare fino a domani? Adesso
pensiamo
solo a spassarcela… le mie labbra hanno bisogno di riposo!
–
Ovviamente
Kid Muscle non perdeva mai occasione di ribadire il concetto di avere
dato il
primo bacio ad una autentica bellezza esotica e non alla ragazza di cui
“ufficialmente” era innamorato, ossia Roxanne, e
per quanto fosse ammirato da
tale gesto dal padre seduto accanto a lui tutti gli altri stavano
iniziando a
stancarsi un po’ di quella minestra trita e ritrita.
–
Tzk, non oso immaginare come sarà la tua prima volta con una
donna… probabilmente
lo racconterai per tutta la vita–
–
…Oppure herr Muscle
schiatterà prima
per la troppa emozione! –
Sorprendente
come il lottatore tedesco avesse risposto alla battuta di Kyle con
un’altra
battuta atta unicamente a rincarare la dose in maniera goliardica e non
cinica,
ma forse il fatto che non gli avesse risposto in modo acido doveva
essere
imputabile all’atmosfera rilassata presente nel gruppo.
–
Oh andiamo! Non siate così pessimisti nei confronti del mio
ragazzo –
intervenne re Suguru, che era fin troppo orgoglioso del gesto del suo
bambino –
magari farà proprio come me! Trovandosi con una arteria
scoppiata proprio sul
più bello… bwa-ahahah! –
L’imbarazzante
rivelazione del re dei kinnikku portò ilarità nel
gruppo, eccezion fatta
inizialmente per Meat e Kid che risero timidamente, e solo Warsman non
si
espresse a riguardo continuando a tenere gli occhi chiusi e la schiena
appoggiata contro una roccia. Tra tutti era quello un po’
più distante,
psicologicamente parlando, e stava facendo una rielaborazione dei dati
per
scaricare tutti i file inutili che non facevano altro che mandargli in
panne il
cervello e, di conseguenza, ulteriore stress non richiesto. In pratica
era come
se stesse facendo una deframmentazione del disco, detta in maniera
grossolana,
pertanto gli schiamazzi di tutto il gruppo lo raggiungevano solo in
parte.
Dunque
non c’era da stupirsi che se in quel momento gli fosse caduto
qualcosa addosso
molto probabilmente non se ne sarebbe accorto… ma neppure
gli altri ebbero modo
di rendersi conto di una Emerald appostata su di un albero, proprio
sopra le
loro teste, sghignazzare malevola prima di tuffarsi anche lei in quella
sorgente termale con uno strillo di guerra vero e proprio contando
soprattutto
sull’effetto a sorpresa nell’essere riuscita ad
arrampicarsi fino a li senza
essere minimamente vista. Non cadde al centro della pozza
però, poiché la
giovane aveva calcolato bene le distanze per atterrare dritta dritta in
grembo
ad un Warsman ancora assorto nei propri pensieri…
sorprendendo tutti per i gran
spruzzi d’acqua che quel tuffo generò e ancor di
più per l’urlo acuto dell’ex
lottatore a cui a momenti non gli si rizzarono i capelli biondi,
portava solo
la visiera frontale dato che il troppo vapore gli avrebbe ridotto il
volto
martoriato ad un raviolo bollito, per quell’effetto sorpresa
che decisamente
non si aspettava tanto da averlo dolorosamente terrorizzato.
–
Wow… decisamente un pestone originale sui gioielli di
famiglia –
Il
commento sarcastico del giovane nipote di Robin Mask non raccolse
consensi tra
gli altri compagni ancora basiti per quella entrata in scena a dir poco
teatrale della Lancaster, ma servì per distrarre il povero
malcapitato dal
voler trucidare la ragazza trovandosi unicamente col fulminare con lo
sguardo
un allievo irriconoscente. In effetti la furia assassina per quel colpo
basso
ai suoi genitali dovette farsela passare per forza di cose dato che non
era il
caso di dare spettacolo davanti a tutti! E intanto quella puttanella
mica si
spostava dal suo posto… salutando tutti con una risata ebete
come quella di
qualcuno che aveva bevuto qualche drink prima di tuffarsi in mezzo ad
una vasca
piena di uomini poco vestiti.
–
Emerald… sei una… una…!!–
–
Se non ce la fai a finire una frase di senso compiuto con la vocina che
ti
ritrovi, porcello, allora ti consiglio di riprendere fiato, eh!
Comunque… non
siete curiosi di sapere il motivo per cui mi trovo qui con voi?
–
In
effetti la sua presenza era un tantino imbarazzante, e non solo per il
suo
bikini verde smeraldo tempestato di lustrini del medesimo colore, senza
contare
che la giovane donna non voleva schiodarsi da dove si era seduta
nonostante il
russo la sesse osservando con una occhiata omicida già di
per se piuttosto
inquietante, quindi doveva avere qualcosa da riferire di molto
importante oltre
a voler molestare il suo riluttante “marito”. Una
situazione molto disagevole
insomma, ma ciò non fermò le battute di Kid
Muscle piuttosto infatuato di
quella “mistica” visione dell’amica.
–
Emmy cara, lo sai che siamo tutti senza costume, vero? Vero?!
Perché non ti
unisci anche tu a noi?! –
–
Ahah! Grazie ma sono venuta qui con uno scopo preciso, magari rimediamo
la
prossima volta… si? – gli fece
l’occhiolino per sua somma gioia, per poi
togliere qualcosa da dentro il reggiseno a coppa che
stemperò definitivamente
l’imbarazzo tra gli uomini – comunque ragazzi, ho
dato una occhiata all’itinerario
che ci aspetta e ho studiato bene questa mappa plastificata…
come vede noi
siamo qui, mentre le Distese Sibilanti sono molto più a sud
e dopo un viaggio
in treno dovremmo prendere un traghetto in questo porto qui…
il viaggio durerà
due giorni ma potete stare tranquilli perché tutto pagato da
mio padre! –
Nel
mentre che spiegava tracciò le linee del percorso che
attendeva il gruppetto
facendosi spiegare bene e rispondendo alle domande de compagni in modo
piuttosto esaustivo.
–
Hm, mi pare un viaggio piuttosto lungo da intraprendere – le
fece notare Meat,
avvicinandosi di più alla mappa che galleggiava
tranquillamente in acqua – non
possiamo tagliare direttamente per l’entroterra
anziché fare un giro così
lungo? –
–
Beh, alla reception ho fatto la stessa domanda quando mi hanno dato la
cartina…
me lo hanno sconsigliato caldamente dato che pare esserci alcuni
“demoni”
piuttosto potenti in zona oltre che clan di Deva barbariche che
uccidono
chiunque si avvicini ai loro territori–
–
Temevo che dicessi una cosa simile, ragazza mia! –
Il
piccolo allenatore del principe dei kinnikku sospirò
sconsolato di fronte alla
propria, tenue, speranza che andava a frantumarsi con la dura
realtà di quel
pianeta. Ma se c’era la possibilità di viaggiare
sicuri con la garanzia dei
Lancaster tanto meglio, anche se alla giovane marchesa non sembrava far
molto
piacere quel tempo di attesa così lungo per raggiungere la
prossima meta e
sciogliere il terzo sigillo nella sua fede. Probabilmente ad Emerald
non
piaceva essere sposata con un uomo che non
amava, almeno era questo il pensiero di Alexandria Meat, ma se il
kinnikku
avesse scavato un po’ di più sarebbe impallidito
nel sapere che la
preoccupazione della giovane era più che altro rivolta alla
detenzione della
attuale signora Mask oltre che al padre di suddetta ragazza che ancora
non
sapeva nulla. Ad Hammy non piaceva tutta quella storia in cui si era
andata ad
intrigare e preferiva sistemare quella faccenda del divorzio quanto
prima senza
troppi tempi morti come rischiava di incappare con quel lungo viaggio
in
traghetto.
Se
Warsman avesse saputo quello che suo padre Howard aveva combinato, con
il suo
stesso consenso poi, probabilmente l’avrebbe odiata per il
resto dei suoi
giorni… ed era l’ultima cosa che voleva, proprio
ora che era uscito sano e
salvo da quelle acque limacciose esattamente come lei aggrappato alla
flebile
speranza di non perdere quel filo sottile che li teneva uniti. Non era
li
unicamente per spiegare loro l’itinerario da intraprendere, e
il russo se ne
rese conto dal modo in cui “l’adorata”
moglie faceva finta di sistemarsi meglio
sul suo grembo perché ufficialmente in una posizione troppo
scomoda per
rimanere seduta. Tutti modi per stuzzicarlo e basta, riuscendoci appeno
tra
l’altro con una sfacciataggine incredibile nel farlo dinnanzi
a tutti da degna
della puttanella quel era… ma proprio non riuscì
ad arrabbiarsi a quel suo
gesto, tanto da mettersi a giocare con i laccetti del suo costume da
bagno,
nascosti sotto l’acqua calda, facendole così
notare che “minacciava” di
toglierglielo da un momento all’altro.
–
Ma cosa sappiamo esattamente di questo tempio? – volle
giustamente sapere il
lottatore del Principato di Monaco – alla reception hanno
saputo dirti qualcosa?
perché il telegramma non è stato molto
chiaro–
–
Beh, ecco… da quello che hanno detto il tempio della
costanza è popolato da
soli uomini! Ma badate bene, questi sono i discendenti dei primi uomini
che
giunsero sul pianeta più di 400 anni fa, ma non erano
esattamente brave
persone–
–
Intendi dire che erano dei briganti o qualcosa di simile? –
le chiese Kid,
finendo con il scaccolarsi, e abbastanza preoccupato di dover
affrontare gente
poco raccomandabile – non è che magari quel tempio
è governato da uomini
malvagi che intendono farci la pelle, vero?–
–
Se mi lasciassi finire di parlare! Allora, dicevo… questi
uomini sono i
discendenti di alcuni pirati spaziali che giunsero su Amazon con
l’intento di
compiere una razzia. Ma tuttavia, furono velocemente battuti dalla
custode del
tempio della costanza, di cui si mormorava che si celassero immense
ricchezze
all’interno delle sue mura, e furono confinati
all’interno della cittadella
stessa tramite un incantesimo per aver portato la violenza tra le
strade della
città che circonda il tempio stesso e aver violentato
diverse donne. Solo se
avessero seguito con costanza le leggi del tempio allora avrebbero
trovato la
strada per redimersi da quello che avevano fatto… ma direi
che non ce l’hanno
fatta visto che i loro discendenti sono ancora li! E poi…
uh? E quello che
cos’è? Un serpente…?!–
Ad
interrompere una storia che stava iniziando ad interessare in molti ci
pensò
una strana creatura che strisciò letteralmente
sull’acqua, somigliante in tutto
e per tutto ad un serpente di colore viola dalle striature gialle e con
gli
occhi… stranamente storti, e che portò il panico
generale nell’intero gruppo
allo strillo terrorizzato di re Suguru che non ci impiegò
molto ad abbandonare
la sorgente termale incurante di coprirsi le vergogne.
Il
tutto per una creatura che, se avessero conosciuto per bene a fauna
locale di
quel determinato stato amazzonico, non avrebbe fatto loro del male in
quanto
non velenosa e solo desiderosa di farsi un bagno caldo anche lei. Ma
ovviamente
questo non potevano saperlo, e al grido di “un serpente! Un
serpente!!” tutti
si fecero prendere dal fuggi/fuggi generale abbandonando quel luogo di
relax in
direzione delle loro stanze molto più sicure. Tutti, ad
eccezione dei due
futuri divorziati che rimasero decisamente allibiti di fronte a quella
dimostrazione di “coraggio” dell’intero
gruppo, rimanendo a mollo nell’acqua
per diversi minuti prima che fosse proprio l’ex lottatore a
sbuffare di
sollievo. E non perché Emerald si fosse spostata dalle sue
ginocchia.
–
Uff… almeno si sono decisi ad andare a letto presto. Ora
posso respirare un po’–
Senza
aggiungere altro si sfilò lentamente anche la visiera bianca
che gli proteggeva
il volto devastato senza premurarsi della presenza femminile accanto a
lui, a
cui quella visione poco gratificante non faceva ne caldo ne freddo, e
appoggiò
il manufatto su di una roccia a lui vicino traendo un altro sospiro di
sollievo.
–
Non ce la facevi proprio più a tenertela? –
–
Secondo te, idiota?! –
–
Dico che per farli scappare tutti prima potevi togliertela
immediatamente
anziché… mmf!–
Decisamente
Lord Flash non lasciò che la compagna si mettesse a dire
autentiche scemenze
quando c’era qualcosa di decisamente più
importante che avevano lasciato da
parte per troppo tempo secondo suo modesto parere. Forse poteva
risultare poco
carino interrompere una persona nel suo discorso con un bacio
decisamente
appassionato… ma se anche dalla persona coinvolta
c’era la medesima voglia di
approfondire quel contatto allora tanto meglio.
Sentire
il corpo caldo e vivo di Emerald
stretto a sé, avvertendo il suo battito cardiaco
all’impazzata nel mentre che
intrecciavano le loro lingue in una danza antica ed estenuante
avvertendo la
giovane stringergli i capelli con un rinnovato vigore nel volerlo
più vicino a
sé, era forse una delle cose più belle del mondo
per quanto non l’avrebbe mai
ammesso in vita sua. Talmente tanto assorto nel soddisfare quella sua
passione
da voler andare oltre quel semplice contatto pur di assaporare tutta la
sua
vitalità e poter quasi gridare “al
miracolo” per saperla li, insieme a lui in
quella pozza d’acqua calda che non faceva altro che aumentare
le sensazioni
piacevoli che entrambi i loro corpi provavano, facendo scendere le mani
lungo
la sua vita per terminare sui fianchi e li ghermirla con più
decisione per
trovare una comoda posizione per dare inizio al tanto ricercato
amplesso.
Emerald
lo percepiva tra le sue gambe in una maniera quasi imbarazzante,
unicamente
bloccato dalla stoffa del suo costume da bagno ancora al suo posto, e
per
quanto l’idea di giacere con lui in quell’esatto
momento la riempisse di una
gioia immensa, perché vederlo sparire tra quelle onde cupe e
minacciose era
stata una visione a dir poco devastante che non le era piaciuta
affatto, era
conscia che non poteva andare avanti.
Non
poteva fargli anche questo dispetto, dopo tutto quello che gli stava
facendo
alle spalle, e piuttosto che illuderlo con una notte di follie decise
di
morderlo alla spalla destra per potersi liberare da
quell’intreccio di gambe e
braccia che erano diventati i loro rispettivi corpi.
–
Argh..!ma che diavolo ti prende, eh?! Pensavo che tu
volessi…–
–
Pensavi male, vecchio maiale che non sei altro! – quanto le
costarono quelle
parole dure. Quanto le costò mentirgli per
l’ennesima volta – non capisco
perché mi sei saltato addosso in quel modo! Non ti pare di
esagerare? –
Warsman
la guardò piuttosto basito e in un silenzio quasi tombale
per svariati secondi,
un teso silenzio atto a studiare attentamente la mimica facciale di
Emerald e
il suo tono di voce, riuscendo a trovare la forza di parlare sentendo
come del
ghiaccio che iniziava a coprirgli il cuore temendo la strada che
avrebbe
portato quella conversazione a breve. Se era uno scherzo non era
esattamente
piacevole dato che al momento non aveva affatto voglia di
scherzare… si
trattava di una cosa seria, maledizione!
–
Esagerare…?! Emerald, io voglio unicamente sentire che siamo
vivi… che sei viva! Dopo quello che è
successo su quella maledetta montagna…!
Riesci a capire il senso delle mie parole, maledizione?! –
Lo
capiva, e a parer suo erano parole troppo pericolose per entrambi.
Perché il
loro rapporto malato non era destinato ad evolversi in altro, men che
meno in
una missione che li avrebbe divisi per sempre volenti o nolenti.
Pertanto la
giovane Lancaster strinse i pugni ed indurì la propria
espressione, decidendo
di dargli le spalle con fare seccato nel mentre che si allontanava da
quella
sorgente termale che si stava facendo sempre più fredda.
–
Si, lo capisco! Sono viva e vegeta e sono di fronte a te! –
si sistemò meglio i
lacci del bikini oltre che il pezzo superiore che il russo le aveva
precedentemente sfilato, dandogli un’ultima frecciata che
decisamente non gli
piacque– senti, se hai problemi di priapismo vatti a rotolare
in mezzo alla
neve… e tieni presente che una volta finito questo cavolo di
torneo noi due
abbiamo chiuso, come ti avevo già detto fin
dall’inizio! Mi sono scocciata di
questa storia… e di te!–
Non
è vero niente! Non è vero
niente! Dio, quanto sono stronza!!
In
cuor suo sperava ardentemente che il suo improbabile amante trovasse la
forza
di perdonarle quella cattiveria assurda nel non voler condividere con
lui
qualcosa di perfettamente naturale, ma non rimase a lungo li per non
fare in
modo che la vedesse piangere trovando un luogo sicuro nella propria
camera di
albergo.
E
a Warsman non rimase altro da fare che stringere forte ambo i pugni e
sopprimere un ringhio disperato colpendo l’acqua che gli
circondava la vita con
tutta la forza che aveva.
-
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
Se
qualcuno avesse chiesto a Kyle Mask se aveva avuto paura di quel
serpentello
striminzito molto probabilmente il giovanotto avrebbe risposto che,
senza
troppo imbarazzo, si era messo a seguire gli altri unicamente per
riflesso e
non per paura. Che fosse una scusa o meno non era dato saperlo, ma era
chiaro
che aveva notato fin da subito che il proprio allenatore era rimasto
indietro
assieme a una mogliettina che con tutta probabilità era
giunta in quella
sorgente termale per stare assieme a lui.
Ma
a quanto pare tra i due piccioncini non era andato molto bene,
poiché Lord
Flash era tornato in stanza, condividevano la stessa camera
d’albergo,
piuttosto presto contrariamente ai pronostici di Kyle ed era tornato
con un’aria
truce ben visibile nonostante la maschera che gli copriva il volto. Non
disse
una parola, ma il giovane allievo era sicuro che il chojin emettesse
qualcosa di
simile ai lamenti di un animale frustrato nel mentre che si infilava in
bagno
per potersi cambiare d’abito, continuando a respirare in modo
anomalo anche
dopo essersi seduto su di una poltroncina perfettamente in ombra
rispetto all’unico
punto luce presente in stanza.
Vederlo
li in quell’angolo, con ambo le mani che stringevano i
braccioli di pelle, come
un animale feroce messo in gabbia gli fece capire che tra i due coniugi
era
successo qualcosa che al russo non era piaciuto affatto. E se Warsman
voleva il
proprio allievo rilassato per gli allenamenti che lo aspettavano,
altrettanto
voleva Kyle con un allenatore il meno possibile tormentato da tutta
questa
torbida faccenda.
–
Hm, siete stati veloci tu ed Emerald… o devo dedurre che
l’acqua non era
sufficientemente calda? –
Il
giovanotto di origini inglesi capì di aver rischiato grosso
nel momento esatto
in cui le iridi rosse del suo allenatore non scattarono verso la sua
figura, si
mossero solo gli occhi mentre tutta la sua figura rimase in tensione,
fulminandolo con una rabbia ferale che difficilmente riusciva a tenere
a bada. Una
rabbia intrisa di disperazione per un rifiuto che non si meritava,
volendo
mettere una pietra sopra ad una serata finita decisamente male.
–
Mi sono rotolato sulla neve... E ora se non ti dispiace vorrei rimanere
solo! –
Una
richiesta che suonava come un ordine, a cui il giovane Mask non se la
sentì di
contestare.
-
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Non
era vero che era entrata unicamente in quella vasca per prenderlo in
giro. Non era
vero che voleva separarsi definitivamente da lui alla fine di tutta
quella
avventura. Ma era conscia che più andava avanti
più i rischi, per lui,
aumentavano ed era ciò che la giovane donna voleva evitare
il più possibile.
Ora
che anche lei si era rintanata nelle proprie stanze, seduta a gambe
incrociate
sul proprio letto ancora intatto, guardò con occhi sempre
più tristi il blister
di pillole che teneva in mano. Quando erano andato in ospedale a
trovare Wally
e Terry aveva approfittato di un momento di distrazione di tutti quanti
per
poter sgattaiolare via dalla loro stanza e poter chiedere alla
farmacia,
presente al piano di sotto, se potevano darle degli anticoncezionali
dato che
quelli che aveva li aveva smarriti tutti durante i loro viaggi
disastrosi.
Le
infermiere non fecero storie e le diedero ciò che aveva
chiesto, e se aveva
preso quelle pillole era unicamente per un uomo solo.
Lo
stesso uomo che aveva deciso di mandare a quel paese quella sera stessa
nonostante avesse pronosticato di farci l’amore per sentirlo
vivo e vegeto dopo
aver creduto di averlo perso per sempre e, cosa che l’aveva
stupita non poco,
le aveva fatto incredibilmente male il sol pensiero di saperlo perito
in quell’incidente.
Si dava dell’idiota nel mentre continuava ad osservare quelle
medicine
inutilizzate, conscia che le aveva prese solo per lui
in un momento in cui non aveva pensato alle conseguenze. Non le
aveva prese per Connors, che ora era lontano e si stava quasi
“dimenticando” di
lui da tanto era presa da quella sua missione personale, ne per
nessun’altro
dell’intero gruppo con cui si divertiva a flirtare.
Le
aveva prese per un uomo che faticava ad ammettere di provare altro
oltre alla
storica antipatia, e il cui destino era in mano agli uomini della
famiglia
Lancaster sempre più decisi ad allontanarlo dalla marchesa
in parte convinta
del gesto o più semplicemente… autoindotta a
credere che quello fosse il piano
giusto.
Doveva
allontanarlo da se, anche se in quei giorni stava diventando sempre
più
faticoso convincersi di quell’idea data la loro vicinanza, e
doveva farlo unicamente
per il suo bene. Ed il modo migliore di smette di fargli del male era
di
finirla con illuderlo, ed illudersi, di continuare ad andare avanti con
quella
storia assurda.
Altrimenti
non se lo sarebbe mai perdonato.