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Autore: vermissen_stern    25/04/2015    1 recensioni
Sono passati quattro mesi dal matrimonio disastroso in cui Kid Muscle e Kevin Mask hanno quasi dato la vita per poter redimersi da una accusa infamante. Robin Mask a breve diventerà padre per la seconda volta, mentre Warsman ha preso la sua decisione di allenare il cugino di Kevin alle tecniche di famiglia. Ed i ragazzi della Muscle League hanno deciso di prendersi una vacanza dopo la Corona Chojin... il punto è: quanto a lungo potrà durare tutto questo? ed il matrimonio è davvero la cosa giusta da fare?!
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kevin Mask, Kid Muscle, Nuovo personaggio, Robin Mask, Warsman/Lord Flash
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Reignite '
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Quella donna era matta… matta da legare, secondo il suo modesto parere!

Michael Connors sapeva che sarebbe stato conveniente solo fino ad un certo punto la compagnia di miz Alana e delle sue strane frequentazioni, ma si sarebbe aspettato un minimo di decenza da quella donna ora che il suo cervello sembra essere tornato normale.

Non tanto normale ad essere sinceri, poiché era da pazzi entrare dentro un bagno occupato senza prima bussare esclamando che quel giorno sarebbe stata una “grande, grande, grande giornata!”. E se a quel punto all’ex mercenario americano era scattato un tic nervoso all’occhio sano c’era solo da capirlo, in fin dei conti si stava facendo una doccia in santa pace prima che quella svitata non tirasse la tenda della vasca da bagno per dargli il buon giorno.

– … e tu stasera berrai questa pozione favolosa! Vedrai come li fregheremo tutti al Crocevia!–

Attualmente i due fuggiaschi si trovavano alla periferia di una cittadina nota come “il Crocevia”, più precisamente in un motel a basso costo, un luogo nato per il commercio e la lavorazione di tessuti e metalli con tanto di spazio porti in costante movimento giorno e notte, ed era a tutti gli effetti una piccola città industriale abitata esclusivamente dagli operai che dimoravano nei vari dormitori. Pochi sfarzi e divertimento, sostituito dal lavoro costante per permettere che il commercio di Amazon continuasse anche sui pianeti lontani.

Da Venturas si erano dunque spinti verso sud in cerca di indizi lasciati dagli informatori della ex inquisitrice, che avevano notato del movimento sospetto negli ultimi tempi con bolle da carico che portavano tutte lo stesso nome… un “avvocato” che non avrebbe avuto interesse nel commercio di vettovaglie inutili e fin troppo comuni.

Ma come indizio poteva risultare, per quanto piuttosto strano, decisamente poco convincente se preso singolarmente. Era strano che un uomo molto elegante fosse totalmente fuori contesto in un ambiente del genere in cui i locali notturni, in genere bar e pub, scarseggiavano in maniera esponenziale così come scarseggiava la fauna femminile… ma questo non faceva di lui il principale indiziato. Lo diventava nel momento in cui uno strano traffico di merci iniziava a fare la sua presenza proprio alla sua misteriosa comparsa in città, prima con le sue firme su pezzi di carta, e poi con la sua effettiva presenza piuttosto tempestiva. Senza contare che le telecamere di sorveglianza avevano notato la sua presenza al cancello nord delle mura delle città, e cosa ancor più peculiare era che tale cancello si aprisse verso le terre perdute.

Come tutte le città che si spingevano ai confini del mondo civilizzato anche il Crocevia, nel suo piccolo, possedeva mura di cinta in cemento armato che circondavano i suoi spazioporti fino alle periferie da un eventuale attacco esterno. Non erano i banditi il problema maggiore dei sovraintendenti, su Amazon non ce n’erano, e a prova di questo era la presenza di fari ultravioletti presenti lungo tutto il perimetro.

Ad alcuni demoni della notte non piace la luce del sole… pertanto si manifestano poco all’infuori della fitta foresta presente ai margini della civiltà preferendo rimanere rintanati nelle antiche città in rovina presenti nell’entroterra, ma la prudenza non era mai troppa soprattutto per il giro di soldi presenti in città. E dove ci sono soldi ci sono anche individui poco raccomandabili in cerca di facili affari, come in qualunque parte dell’universo  senza tener conto che quell’uomo distinto ripreso dalle telecamere era alquanto sospetto per essere entrato da una strada ormai in disuso da secoli.

Quell’uomo c’entrava qualcosa con Morrigan? O era solo un pazzo contrabbandiere che passava attraverso le terre perdute per poter fare i propri loschi affari con le creature che abitavano nelle foreste? Non si poteva ancora sapere, ma era stato un indizio per Alana che aveva deciso di investigare di più dopo una accurata analisi agli indizi grazie anche all’ausilio del pc di Zeke. Magari poteva sembrare una mossa un po’ azzardata partire così “all’avventura” avendo solo prove indiziarie, ma tanto bastava per la Deva e a quanto pare aveva già in mente un piano che a Connors senior non piaceva affatto.

– a… a parte il fatto che si bussa per entrare in bagno – e qui l’americano nascose le proprie nudità con la tenda della doccia – avresti almeno la decenza di dirmi che diavolo è ‘sta roba?! –

osservò attentamente la misteriosa bottiglietta che la donna gli aveva passato, e che al momento sembrava essere sorda alle sue proteste tanto da abbassarsi i pantaloni come se nulla fosse e sedersi sul water per esplicare le proprie funzioni corporee in barba al grugnito di disapprovazione. Cristo… quella donna era senza pudore senza contare che i suoi metodi “loschi” non gli piacevano un granchè per quanto neppure lui fosse esente dal giocare sporco. Ma lui era un soldato… anche lei ad essere sinceri solo che non si fidava dei suoi metodi e in particolar modo non si fidava proprio della sua persona.

– Se te lo dicessi che sorpresa sarebbe? – fece ella, dopo aver tirato lo sciacquone ed essersi rialzata i pantaloni per sommo sollievo dell’ex mercenario – abbiamo bisogno di non dare nell’occhio dato che siamo ricercati dalla Corte… o te ne sei già dimenticato? Quella roba serve come mimetizzazione e dal momento che domani sera entreremo in azione è il caso di essere più discreti–

– Hm… sai già dove quel bastardo andrà? –

Alana per un lungo momento non disse nulla, nel mentre che si lavava le mani al lavandino, limitandosi a parlare sbrigativamente prima di uscire dal bagno – limitati a prendere quella roba prima di andare a dormire, per il resto stai pensando un po’ troppo per i miei gusti…–

Ed in effetti la donna non aveva tutti i torti, negli ultimi due giorni Michael aveva pensato a come potesse stare Emerald dato che non aveva visto il suo ultimo incontro nel tempio della speranza. Era viva? Era… morta? Quello era altamente impossibile o mister Lancaster avrebbe fatto radere tutti i templi presenti sul pianeta oltre che trucidato la bestia che aveva insozzato il buon nome della figlia di Howard. Chissà, magari il marchese gli avrebbe affidato proprio a lui il compito di dargli la caccia come l’animale che era così da estinguerlo una volta per tutte… e magari avrebbe pure fatto un favore alla famiglia del russo in modo tale che potesse vivere tranquillamente!

Si riscosse dai propri pensieri quando avvertì un paio di bassi colpi alla candida porta del bagno, prendendolo quasi alla sprovvista tanto che rischiò di perdere la saponetta che stringeva tra le mani.

– Azz… Alana, sei tu? Che altro vuoi ancora? –

Ma dall’altra parte della porta non giunse nessun suono, e l’ex mercenario pensò che quello fosse un metodo della sua compagna per invitarlo a pensare di meno e sbrigarsi a prendere quella dannata medicina.

Non vedeva l’ora di togliersi dalle scatole da quel motel fin troppo economico e portare avanti quella dannata missione prima di combinare altri casini.

 

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A svegliarlo fu il ticchettio di una sveglia posta non molto lontana da lui. Wally Tusket non ci impiegò molto ad aprire le palpebre doloranti per osservare tale strumento appoggiato sul comodino accanto al letto in cui si trovava.

Era in un ospedale, lo poteva intuire dai rumori emessi dai macchinari poco distanti dove era stato sistemato lui, e dopo un breve momento di smarrimento potè notare che non era neanche solo in quella piccola stanza di un piccolo ospedale di montagna.

– Ehi amico… finalmente sei sveglio, eh? –

Una voce stanca e leggermente strascicata portò l’irlandese a voltare il capo alla propria destra, notando con una certa sorpresa che Terry Kenyon era accanto a lui adagiato su di un lettino ospedaliero in condizioni pessime. All’americano mancava qualche incisivo e aveva ancora un occhio gonfio dalle botte precedentemente ricevute, oltre che diverse fratture rimediate con delle speciali ingessature, ma nel complesso sembrava si stesse riprendendo per quanto fosse tristemente fuori dai giochi proprio come lui.

– Terry… io… stai bene…? E gli altri?? –

Lo disse con un filo di voce trovando estremamente doloroso sfruttare le corde vocali. Ricordava ben poco di quel terribile “incidente”, se si poteva definire così il semplice gesto di una pazza schizzata che aveva sterminato tutti i suoi adepti e avrebbe sterminato pure lui sfruttando la sua cieca stupidità, ma se era sopravvissuto a quegli interminabili minuti di discesa era anche grazie alla propria natura di tricheco che gli permetteva di rimanere immerso nell’acqua per molto tempo, senza respirare ovviamente, nonché ai suoi amici che lo avevano trascinato fino a quella riva ciottolosa per potergli far riprendere fiato.

– Beh, a quanto pare gli unici che sono messi davvero male da non poter continuare il viaggio siamo proprio noi due… ci aspetta una gran lunga vacanza, purtroppo! – il ragazzo si concesse una stanca risata, prima di continuare con le sue brevi spiegazioni su quel lungo stato di incoscienza che li aveva coinvolti da dopo l’incidente – comunque i ragazzi sono venuti a trovarci in ospedale, sai? Tu eri ancora sotto gli effetti delle medicine quindi non puoi ricordartene, ma ci hanno fatto entrambi gli auguri di pronta guarigione! E sembra che abbiano ricevuto un telegramma da parte del prossimo tempio… a quanto pare tengono prigioniero DikDik e… uh? Wally, stai bene?! –

Nel mentre che parlava il tricheco umanoide aveva preso a singhiozzare in modo sommesso stringendo con forza le lenzuola per non mettersi a piangere in modo esagerato e dare spettacolo in un posto come l’ospedale in cui era. Gli volevano ancora bene nonostante avesse combinato un vero casino spinto dalla bramosia di voler diventare più forte e non essere più il più debole del gruppo, riuscendoci alla grande con l’unico grande prezzo di avere quasi perso gli unici veri amici che avesse mai avuto. Se doveva diventare forte era giusto che lo facesse con il giusto tempo e con le proprie di forze, magari aiutato anche da quegli amici che aveva quasi rischiato di uccidere con la sua stupida e cieca ferocia.

– S-sono stato uno stupido…! Come potete pensare di essere ancora miei amici dopo quello che ho fatto?! Se mia madre e Doroty sapessero cosa ho combinato i-io…–

– Penso che capirebbero che tu hai compreso di aver sbagliato! – rispose un po’ seccato, ma altrettanto comprensivo, un Terry che faceva fatica ad alzare la voce – tutti noi abbiamo immaginato che tu l’abbia fatto a fin di bene. Hai sbagliato, vero, ma nessuno qui vuole fartene una colpa! Senti, che ne dici di ritornare ad allenarci insieme come ai bei vecchi tempi una volta che saremo usciti da qui? –

Non c’era rancore nella voce del ragazzo americano, e tantomeno ne covavano gli altri ragazzi della Muscle League che erano riusciti a scampare da quel tragico combattimento, e se c’era la possibilità di accantonare quella brutta esperienza concentrandosi sui futuri allenamenti per diventare più forti, questa volta fatti rigorosamente assieme, allora non poteva che essere un buon inizio per risanare una amicizia che rischiava di sgretolarsi come le rocce di quel fiume impetuoso che li aveva condotti fino a valle. Per tale motivo Wally Tusket apprezzò con tutto il cuore il sincero tentativo di Terry di mettere una pietra sopra riguardo i brutti avvenimenti appena passati, decidendo che non avrebbe più commesso una simile cazzata di seguire solo ed esclusivamente il proprio egoismo.

Ora questo fantomatico “torneo” era in mano ai restanti superstiti del gruppo, e a meno che Meat non avesse deciso di lasciar perde, cosa assai improbabile, non restava altro da fare che fare il tifo per loro al prossimo incontro che…

Francamente parlando non avevano idea di quando sarebbe incominciato.

 

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Avrebbe avuto tutti i motivi del mondo per preoccuparsi, ma attualmente era consapevole che, se non avesse rilassato il corpo e la mente, accumulare altro stress non avrebbe fatto altro che aggravare l’umore dell’intero gruppo.

Dopo il ricovero di Terry e Wally c’erano state altre tensioni tra i ragazzi, come se ce ne fosse stato bisogno, in cui Kyle Mask se ne era uscito con delle critiche anche abbastanza sensate sul dare ancora fiducia al lottatore di origini irlandesi. Indubbiamente non conoscendo il tricheco umanoide era soggetto ad un giudizio piuttosto cinico nei suoi confronti, che decisamente non piacque a Jeager e Kid tanto da arrivare ad alzare la voce all’interno della hall dell’ospedale in cui i due giovani lottatori erano ricoverati, ma grazie al cielo Warsman fu pronto a sedare una possibile lite mettendo a suo posto il proprio allievo.

“Far parte della Muscle League è come far parte di una grande famiglia, per quanto possa sembrarti stucchevole, e Wally ha dato prova di essersi pentito durante il combattimento… sei vuoi far parte della Lega allora devi avere fiducia nei tuoi compagni”

“Già… peccato che i ‘compagni’ non hanno fiducia nel sottoscritto nonostante siano vivi grazie a me…”

Anche questo era vero, Andava detto anche perché aveva chiamato pure lui i soccorsi ancor prima della stessa League in cui anelava ad unirsi, ed il tono basso e rammaricato del teppista inglese ricordò agli astiosi compagni di squadra che anche lui aveva avuto la sua parte in tutto quel disastro.

Ora però era necessario che la mente del piccolo allenatore si sgombrasse dai cattivi pensieri e si concentrasse unicamente nel godere del bel bagno caldo che si stava facendo nelle sorgenti termali presenti nella piccola pensioncina in cui avevano trovato rifugio prima di partire per le Distese Sibilanti, e magari non pensando in negativo per la sorte di DikDik vanDik.

Già, proprio il lottatore di origini africane aveva dato traccia di se tramite un telegramma che era stato recapitato al gruppo una volta che ebbero modo di giungere alla loro nuova meta di riposo, messa a disposizione dalla Muscle League sotto la “gentile” proposta del marchese Lancaster che ben conosceva quel luogo delizioso dato che era nell’elenco degli alberghi affiliati alla sua catena “Atlas”, e a quanto pare chi lo aveva scritto blaterava sul fatto che il loro “capretto sacrificale” presto sarebbe stato offerto in sposa alla loro somma sacerdotessa in nome degli “uomini bellissimi”… tutte cose molto strane e senza senso! Ma tale missiva portava comunque il sigillo del Tempio della Costanza ed era comunque soddisfacente avere avuto notizie del loro sfortunato compagno, che al momento risultava ancora vivo e vegeto, oltre che per l’intero torneo che stava comunque procedendo bene. Certo, il gruppo aveva perso validi alleati e neppure loro erano ovviamente conciati bene dopo quella terribile discesa lungo quella cascata di acqua sporca e detriti, ma tutti confidavano in un bel bagno caldo e una lunga dormita per rimettersi in forze ed affrontare al meglio la prossima sfida.

Attualmente erano tutti troppo stanchi per potersi preoccupare di DikDik e dei futuri incontri, pertanto tutti gli uomini del gruppo si erano radunati attorno a una delle tante vasche circolari presenti all’interno del parco della pensioncina in cui dimoravano ed il clima tra gli i compagni era piuttosto sereno nonostante gli attriti precedenti.

– Hm, è curioso… in questo luogo c’è ancora della neve – commentò con una punta di curiosità Check Mate comodamente seduto all’interno della vasca naturale nel mentre che osservava la neve che circondava il parco – ma forse qui la primavera deve ancora arrivare, e comunque direi che la temperatura di questa sorgente sia piacevolmente calda –

Ja, è un vero toccasana alle ossa e alle ferite… per quelle mi ci vorrà un po’ di tempo per guarire. Purtroppo! –

Per Jeager non esisteva peggiore sconfitta che aver vinto per il rotto della cuffia e per l’intervento di Kid Muscle che, riconoscendogli comunque il pregio di aver ribaltato una situazione a dir poco tragica, aveva salvato tutti portando la vittoria nelle loro mani grazie ad un bacio rubato a quella pazza furiosa che aveva sventrato l’intero stadio in un colpo solo. A quel pensiero il tedesco sbuffò piano, passandosi una nano sulla ferita alla fronte, nascosta dai capelli biondi, tastando ancora i punti di sutura che le infermiere gli avevano messo constatando che la ferita non era molto profonda e che il suo casco, prima di rompersi definitivamente,  lo aveva salvato da un danno ben più maggiore. Si, in un certo senso gli rodeva il fegato nell’aver subito così tante ferite da non poter disputare il prossimo incontro, ma comunque ancora in forze da poter continuare il viaggio, senza contare che Wally e Terry si erano dovuti ritirare per forza di cose e dunque il gruppo ora era ancora più ridotto a livello di forze da mettere in campo. E Kyle continuava a sopportarlo malamente, a differenza di Check Mate che sapeva essere ragionevole senza farsi coinvolgere troppo a livello emotivo, anche se il ragazzo affermava di aver dato a modo suo una mano.

– Se non altro quelli della Muscle League hanno avuto l’accortezza di darci un luogo ospitale in cui farci riposare anziché la solita catapecchia! – borbottò un Meat intento a posizionarsi meglio l’asciugamano sopra la testa – ma dobbiamo comunque tenerci pronti per il nostro prossimo viaggio e… nessuno di voi ha una mappa? –

– Ah! Ma andiamo, Meat! Non possiamo aspettare fino a domani? Adesso pensiamo solo a spassarcela… le mie labbra hanno bisogno di riposo! –

Ovviamente Kid Muscle non perdeva mai occasione di ribadire il concetto di avere dato il primo bacio ad una autentica bellezza esotica e non alla ragazza di cui “ufficialmente” era innamorato, ossia Roxanne, e per quanto fosse ammirato da tale gesto dal padre seduto accanto a lui tutti gli altri stavano iniziando a stancarsi un po’ di quella minestra trita e ritrita.

– Tzk, non oso immaginare come sarà la tua prima volta con una donna… probabilmente lo racconterai per tutta la vita–

– …Oppure herr Muscle schiatterà prima per la troppa emozione! –

Sorprendente come il lottatore tedesco avesse risposto alla battuta di Kyle con un’altra battuta atta unicamente a rincarare la dose in maniera goliardica e non cinica, ma forse il fatto che non gli avesse risposto in modo acido doveva essere imputabile all’atmosfera rilassata presente nel gruppo.

– Oh andiamo! Non siate così pessimisti nei confronti del mio ragazzo – intervenne re Suguru, che era fin troppo orgoglioso del gesto del suo bambino – magari farà proprio come me! Trovandosi con una arteria scoppiata proprio sul più bello… bwa-ahahah! –

L’imbarazzante rivelazione del re dei kinnikku portò ilarità nel gruppo, eccezion fatta inizialmente per Meat e Kid che risero timidamente, e solo Warsman non si espresse a riguardo continuando a tenere gli occhi chiusi e la schiena appoggiata contro una roccia. Tra tutti era quello un po’ più distante, psicologicamente parlando, e stava facendo una rielaborazione dei dati per scaricare tutti i file inutili che non facevano altro che mandargli in panne il cervello e, di conseguenza, ulteriore stress non richiesto. In pratica era come se stesse facendo una deframmentazione del disco, detta in maniera grossolana, pertanto gli schiamazzi di tutto il gruppo lo raggiungevano solo in parte.

Dunque non c’era da stupirsi che se in quel momento gli fosse caduto qualcosa addosso molto probabilmente non se ne sarebbe accorto… ma neppure gli altri ebbero modo di rendersi conto di una Emerald appostata su di un albero, proprio sopra le loro teste, sghignazzare malevola prima di tuffarsi anche lei in quella sorgente termale con uno strillo di guerra vero e proprio contando soprattutto sull’effetto a sorpresa nell’essere riuscita ad arrampicarsi fino a li senza essere minimamente vista. Non cadde al centro della pozza però, poiché la giovane aveva calcolato bene le distanze per atterrare dritta dritta in grembo ad un Warsman ancora assorto nei propri pensieri… sorprendendo tutti per i gran spruzzi d’acqua che quel tuffo generò e ancor di più per l’urlo acuto dell’ex lottatore a cui a momenti non gli si rizzarono i capelli biondi, portava solo la visiera frontale dato che il troppo vapore gli avrebbe ridotto il volto martoriato ad un raviolo bollito, per quell’effetto sorpresa che decisamente non si aspettava tanto da averlo dolorosamente terrorizzato.

– Wow… decisamente un pestone originale sui gioielli di famiglia –

Il commento sarcastico del giovane nipote di Robin Mask non raccolse consensi tra gli altri compagni ancora basiti per quella entrata in scena a dir poco teatrale della Lancaster, ma servì per distrarre il povero malcapitato dal voler trucidare la ragazza trovandosi unicamente col fulminare con lo sguardo un allievo irriconoscente. In effetti la furia assassina per quel colpo basso ai suoi genitali dovette farsela passare per forza di cose dato che non era il caso di dare spettacolo davanti a tutti! E intanto quella puttanella mica si spostava dal suo posto… salutando tutti con una risata ebete come quella di qualcuno che aveva bevuto qualche drink prima di tuffarsi in mezzo ad una vasca piena di uomini poco vestiti.

– Emerald… sei una… una…!!–

– Se non ce la fai a finire una frase di senso compiuto con la vocina che ti ritrovi, porcello, allora ti consiglio di riprendere fiato, eh! Comunque… non siete curiosi di sapere il motivo per cui mi trovo qui con voi? –

In effetti la sua presenza era un tantino imbarazzante, e non solo per il suo bikini verde smeraldo tempestato di lustrini del medesimo colore, senza contare che la giovane donna non voleva schiodarsi da dove si era seduta nonostante il russo la sesse osservando con una occhiata omicida già di per se piuttosto inquietante, quindi doveva avere qualcosa da riferire di molto importante oltre a voler molestare il suo riluttante “marito”. Una situazione molto disagevole insomma, ma ciò non fermò le battute di Kid Muscle piuttosto infatuato di quella “mistica” visione dell’amica.

– Emmy cara, lo sai che siamo tutti senza costume, vero? Vero?! Perché non ti unisci anche tu a noi?! –

– Ahah! Grazie ma sono venuta qui con uno scopo preciso, magari rimediamo la prossima volta… si? – gli fece l’occhiolino per sua somma gioia, per poi togliere qualcosa da dentro il reggiseno a coppa che stemperò definitivamente l’imbarazzo tra gli uomini – comunque ragazzi, ho dato una occhiata all’itinerario che ci aspetta e ho studiato bene questa mappa plastificata… come vede noi siamo qui, mentre le Distese Sibilanti sono molto più a sud e dopo un viaggio in treno dovremmo prendere un traghetto in questo porto qui… il viaggio durerà due giorni ma potete stare tranquilli perché tutto pagato da mio padre! –

Nel mentre che spiegava tracciò le linee del percorso che attendeva il gruppetto facendosi spiegare bene e rispondendo alle domande de compagni in modo piuttosto esaustivo.

– Hm, mi pare un viaggio piuttosto lungo da intraprendere – le fece notare Meat, avvicinandosi di più alla mappa che galleggiava tranquillamente in acqua – non possiamo tagliare direttamente per l’entroterra anziché fare un giro così lungo? –

– Beh, alla reception ho fatto la stessa domanda quando mi hanno dato la cartina… me lo hanno sconsigliato caldamente dato che pare esserci alcuni “demoni” piuttosto potenti in zona oltre che clan di Deva barbariche che uccidono chiunque si avvicini ai loro territori–

– Temevo che dicessi una cosa simile, ragazza mia! –

Il piccolo allenatore del principe dei kinnikku sospirò sconsolato di fronte alla propria, tenue, speranza che andava a frantumarsi con la dura realtà di quel pianeta. Ma se c’era la possibilità di viaggiare sicuri con la garanzia dei Lancaster tanto meglio, anche se alla giovane marchesa non sembrava far molto piacere quel tempo di attesa così lungo per raggiungere la prossima meta e sciogliere il terzo sigillo nella sua fede. Probabilmente ad Emerald non piaceva essere sposata con un uomo che non amava, almeno era questo il pensiero di Alexandria Meat, ma se il kinnikku avesse scavato un po’ di più sarebbe impallidito nel sapere che la preoccupazione della giovane era più che altro rivolta alla detenzione della attuale signora Mask oltre che al padre di suddetta ragazza che ancora non sapeva nulla. Ad Hammy non piaceva tutta quella storia in cui si era andata ad intrigare e preferiva sistemare quella faccenda del divorzio quanto prima senza troppi tempi morti come rischiava di incappare con quel lungo viaggio in traghetto.

Se Warsman avesse saputo quello che suo padre Howard aveva combinato, con il suo stesso consenso poi, probabilmente l’avrebbe odiata per il resto dei suoi giorni… ed era l’ultima cosa che voleva, proprio ora che era uscito sano e salvo da quelle acque limacciose esattamente come lei aggrappato alla flebile speranza di non perdere quel filo sottile che li teneva uniti. Non era li unicamente per spiegare loro l’itinerario da intraprendere, e il russo se ne rese conto dal modo in cui “l’adorata” moglie faceva finta di sistemarsi meglio sul suo grembo perché ufficialmente in una posizione troppo scomoda per rimanere seduta. Tutti modi per stuzzicarlo e basta, riuscendoci appeno tra l’altro con una sfacciataggine incredibile nel farlo dinnanzi a tutti da degna della puttanella quel era… ma proprio non riuscì ad arrabbiarsi a quel suo gesto, tanto da mettersi a giocare con i laccetti del suo costume da bagno, nascosti sotto l’acqua calda, facendole così notare che “minacciava” di toglierglielo da un momento all’altro.

– Ma cosa sappiamo esattamente di questo tempio? – volle giustamente sapere il lottatore del Principato di Monaco – alla reception hanno saputo dirti qualcosa? perché il telegramma non è stato molto chiaro–

– Beh, ecco… da quello che hanno detto il tempio della costanza è popolato da soli uomini! Ma badate bene, questi sono i discendenti dei primi uomini che giunsero sul pianeta più di 400 anni fa, ma non erano esattamente brave persone–

– Intendi dire che erano dei briganti o qualcosa di simile? – le chiese Kid, finendo con il scaccolarsi, e abbastanza preoccupato di dover affrontare gente poco raccomandabile – non è che magari quel tempio è governato da uomini malvagi che intendono farci la pelle, vero?–

– Se mi lasciassi finire di parlare! Allora, dicevo… questi uomini sono i discendenti di alcuni pirati spaziali che giunsero su Amazon con l’intento di compiere una razzia. Ma tuttavia, furono velocemente battuti dalla custode del tempio della costanza, di cui si mormorava che si celassero immense ricchezze all’interno delle sue mura, e furono confinati all’interno della cittadella stessa tramite un incantesimo per aver portato la violenza tra le strade della città che circonda il tempio stesso e aver violentato diverse donne. Solo se avessero seguito con costanza le leggi del tempio allora avrebbero trovato la strada per redimersi da quello che avevano fatto… ma direi che non ce l’hanno fatta visto che i loro discendenti sono ancora li! E poi… uh? E quello che cos’è? Un serpente…?!–

Ad interrompere una storia che stava iniziando ad interessare in molti ci pensò una strana creatura che strisciò letteralmente sull’acqua, somigliante in tutto e per tutto ad un serpente di colore viola dalle striature gialle e con gli occhi… stranamente storti, e che portò il panico generale nell’intero gruppo allo strillo terrorizzato di re Suguru che non ci impiegò molto ad abbandonare la sorgente termale incurante di coprirsi le vergogne.

Il tutto per una creatura che, se avessero conosciuto per bene a fauna locale di quel determinato stato amazzonico, non avrebbe fatto loro del male in quanto non velenosa e solo desiderosa di farsi un bagno caldo anche lei. Ma ovviamente questo non potevano saperlo, e al grido di “un serpente! Un serpente!!” tutti si fecero prendere dal fuggi/fuggi generale abbandonando quel luogo di relax in direzione delle loro stanze molto più sicure. Tutti, ad eccezione dei due futuri divorziati che rimasero decisamente allibiti di fronte a quella dimostrazione di “coraggio” dell’intero gruppo, rimanendo a mollo nell’acqua per diversi minuti prima che fosse proprio l’ex lottatore a sbuffare di sollievo. E non perché Emerald si fosse spostata dalle sue ginocchia.

– Uff… almeno si sono decisi ad andare a letto presto. Ora posso respirare un po’–

Senza aggiungere altro si sfilò lentamente anche la visiera bianca che gli proteggeva il volto devastato senza premurarsi della presenza femminile accanto a lui, a cui quella visione poco gratificante non faceva ne caldo ne freddo, e appoggiò il manufatto su di una roccia a lui vicino traendo un altro sospiro di sollievo.

– Non ce la facevi proprio più a tenertela? –

– Secondo te, idiota?! –

– Dico che per farli scappare tutti prima potevi togliertela immediatamente anziché… mmf!–

Decisamente Lord Flash non lasciò che la compagna si mettesse a dire autentiche scemenze quando c’era qualcosa di decisamente più importante che avevano lasciato da parte per troppo tempo secondo suo modesto parere. Forse poteva risultare poco carino interrompere una persona nel suo discorso con un bacio decisamente appassionato… ma se anche dalla persona coinvolta c’era la medesima voglia di approfondire quel contatto allora tanto meglio.

Sentire il corpo caldo e vivo di Emerald stretto a sé, avvertendo il suo battito cardiaco all’impazzata nel mentre che intrecciavano le loro lingue in una danza antica ed estenuante avvertendo la giovane stringergli i capelli con un rinnovato vigore nel volerlo più vicino a sé, era forse una delle cose più belle del mondo per quanto non l’avrebbe mai ammesso in vita sua. Talmente tanto assorto nel soddisfare quella sua passione da voler andare oltre quel semplice contatto pur di assaporare tutta la sua vitalità e poter quasi gridare “al miracolo” per saperla li, insieme a lui in quella pozza d’acqua calda che non faceva altro che aumentare le sensazioni piacevoli che entrambi i loro corpi provavano, facendo scendere le mani lungo la sua vita per terminare sui fianchi e li ghermirla con più decisione per trovare una comoda posizione per dare inizio al tanto ricercato amplesso.

Emerald lo percepiva tra le sue gambe in una maniera quasi imbarazzante, unicamente bloccato dalla stoffa del suo costume da bagno ancora al suo posto, e per quanto l’idea di giacere con lui in quell’esatto momento la riempisse di una gioia immensa, perché vederlo sparire tra quelle onde cupe e minacciose era stata una visione a dir poco devastante che non le era piaciuta affatto, era conscia che non poteva andare avanti.

Non poteva fargli anche questo dispetto, dopo tutto quello che gli stava facendo alle spalle, e piuttosto che illuderlo con una notte di follie decise di morderlo alla spalla destra per potersi liberare da quell’intreccio di gambe e braccia che erano diventati i loro rispettivi corpi.

– Argh..!ma che diavolo ti prende, eh?! Pensavo che tu volessi…–

– Pensavi male, vecchio maiale che non sei altro! – quanto le costarono quelle parole dure. Quanto le costò mentirgli per l’ennesima volta – non capisco perché mi sei saltato addosso in quel modo! Non ti pare di esagerare? –

Warsman la guardò piuttosto basito e in un silenzio quasi tombale per svariati secondi, un teso silenzio atto a studiare attentamente la mimica facciale di Emerald e il suo tono di voce, riuscendo a trovare la forza di parlare sentendo come del ghiaccio che iniziava a coprirgli il cuore temendo la strada che avrebbe portato quella conversazione a breve. Se era uno scherzo non era esattamente piacevole dato che al momento non aveva affatto voglia di scherzare… si trattava di una cosa seria, maledizione!

– Esagerare…?! Emerald, io voglio unicamente sentire che siamo vivi… che sei viva! Dopo quello che è successo su quella maledetta montagna…! Riesci a capire il senso delle mie parole, maledizione?! –

Lo capiva, e a parer suo erano parole troppo pericolose per entrambi. Perché il loro rapporto malato non era destinato ad evolversi in altro, men che meno in una missione che li avrebbe divisi per sempre volenti o nolenti. Pertanto la giovane Lancaster strinse i pugni ed indurì la propria espressione, decidendo di dargli le spalle con fare seccato nel mentre che si allontanava da quella sorgente termale che si stava facendo sempre più fredda.

– Si, lo capisco! Sono viva e vegeta e sono di fronte a te! – si sistemò meglio i lacci del bikini oltre che il pezzo superiore che il russo le aveva precedentemente sfilato, dandogli un’ultima frecciata che decisamente non gli piacque– senti, se hai problemi di priapismo vatti a rotolare in mezzo alla neve… e tieni presente che una volta finito questo cavolo di torneo noi due abbiamo chiuso, come ti avevo già detto fin dall’inizio! Mi sono scocciata di questa storia… e di te!–

Non è vero niente! Non è vero niente! Dio, quanto sono stronza!!

In cuor suo sperava ardentemente che il suo improbabile amante trovasse la forza di perdonarle quella cattiveria assurda nel non voler condividere con lui qualcosa di perfettamente naturale, ma non rimase a lungo li per non fare in modo che la vedesse piangere trovando un luogo sicuro nella propria camera di albergo.

E a Warsman non rimase altro da fare che stringere forte ambo i pugni e sopprimere un ringhio disperato colpendo l’acqua che gli circondava la vita con tutta la forza che aveva.

 

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Se qualcuno avesse chiesto a Kyle Mask se aveva avuto paura di quel serpentello striminzito molto probabilmente il giovanotto avrebbe risposto che, senza troppo imbarazzo, si era messo a seguire gli altri unicamente per riflesso e non per paura. Che fosse una scusa o meno non era dato saperlo, ma era chiaro che aveva notato fin da subito che il proprio allenatore era rimasto indietro assieme a una mogliettina che con tutta probabilità era giunta in quella sorgente termale per stare assieme a lui.

Ma a quanto pare tra i due piccioncini non era andato molto bene, poiché Lord Flash era tornato in stanza, condividevano la stessa camera d’albergo, piuttosto presto contrariamente ai pronostici di Kyle ed era tornato con un’aria truce ben visibile nonostante la maschera che gli copriva il volto. Non disse una parola, ma il giovane allievo era sicuro che il chojin emettesse qualcosa di simile ai lamenti di un animale frustrato nel mentre che si infilava in bagno per potersi cambiare d’abito, continuando a respirare in modo anomalo anche dopo essersi seduto su di una poltroncina perfettamente in ombra rispetto all’unico punto luce presente in stanza.

Vederlo li in quell’angolo, con ambo le mani che stringevano i braccioli di pelle, come un animale feroce messo in gabbia gli fece capire che tra i due coniugi era successo qualcosa che al russo non era piaciuto affatto. E se Warsman voleva il proprio allievo rilassato per gli allenamenti che lo aspettavano, altrettanto voleva Kyle con un allenatore il meno possibile tormentato da tutta questa torbida faccenda.

– Hm, siete stati veloci tu ed Emerald… o devo dedurre che l’acqua non era sufficientemente calda? –

Il giovanotto di origini inglesi capì di aver rischiato grosso nel momento esatto in cui le iridi rosse del suo allenatore non scattarono verso la sua figura, si mossero solo gli occhi mentre tutta la sua figura rimase in tensione, fulminandolo con una rabbia ferale che difficilmente riusciva a tenere a bada. Una rabbia intrisa di disperazione per un rifiuto che non si meritava, volendo mettere una pietra sopra ad una serata finita decisamente male.

– Mi sono rotolato sulla neve... E ora se non ti dispiace vorrei rimanere solo! –

Una richiesta che suonava come un ordine, a cui il giovane Mask non se la sentì di contestare.

 

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Non era vero che era entrata unicamente in quella vasca per prenderlo in giro. Non era vero che voleva separarsi definitivamente da lui alla fine di tutta quella avventura. Ma era conscia che più andava avanti più i rischi, per lui, aumentavano ed era ciò che la giovane donna voleva evitare il più possibile.

Ora che anche lei si era rintanata nelle proprie stanze, seduta a gambe incrociate sul proprio letto ancora intatto, guardò con occhi sempre più tristi il blister di pillole che teneva in mano. Quando erano andato in ospedale a trovare Wally e Terry aveva approfittato di un momento di distrazione di tutti quanti per poter sgattaiolare via dalla loro stanza e poter chiedere alla farmacia, presente al piano di sotto, se potevano darle degli anticoncezionali dato che quelli che aveva li aveva smarriti tutti durante i loro viaggi disastrosi.

Le infermiere non fecero storie e le diedero ciò che aveva chiesto, e se aveva preso quelle pillole era unicamente per un uomo solo.

Lo stesso uomo che aveva deciso di mandare a quel paese quella sera stessa nonostante avesse pronosticato di farci l’amore per sentirlo vivo e vegeto dopo aver creduto di averlo perso per sempre e, cosa che l’aveva stupita non poco, le aveva fatto incredibilmente male il sol pensiero di saperlo perito in quell’incidente. Si dava dell’idiota nel mentre continuava ad osservare quelle medicine inutilizzate, conscia che le aveva prese solo per lui in un momento in cui non aveva pensato alle conseguenze. Non le aveva prese per Connors, che ora era lontano e si stava quasi “dimenticando” di lui da tanto era presa da quella sua missione personale, ne per nessun’altro dell’intero gruppo con cui si divertiva a flirtare.

Le aveva prese per un uomo che faticava ad ammettere di provare altro oltre alla storica antipatia, e il cui destino era in mano agli uomini della famiglia Lancaster sempre più decisi ad allontanarlo dalla marchesa in parte convinta del gesto o più semplicemente… autoindotta a credere che quello fosse il piano giusto.

Doveva allontanarlo da se, anche se in quei giorni stava diventando sempre più faticoso convincersi di quell’idea data la loro vicinanza, e doveva farlo unicamente per il suo bene. Ed il modo migliore di smette di fargli del male era di finirla con illuderlo, ed illudersi, di continuare ad andare avanti con quella storia assurda.

Altrimenti non se lo sarebbe mai perdonato.

  
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