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Autore: kuma_g    25/04/2015    2 recensioni
Tarik e' un principe troppo bravo e bello per trovare interesse in qualcosa o in qualcuno. Un giorno conquistato un villaggio incontra un ragazzino. Sarà lui la cura per la sua noia?
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Contesto generale/vago
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La sera dopo il principe non si fece vedere. Solo alla mattina fece irruzione nella sua stanza svegliandola di soprassalto. Le tiro' in faccia dei vestiti da uomo e delle bende pulite intimandole di sbrigarsi perché la partenza era imminente. In cinque minuti fu pronta e lui la attendeva fuori dalla stanza. Le mise al collo un collare di cuoio, di quelli che si usavano per i cani, e ai polsi ceppi di ferro collegati a una solida catena tenuta dal principe. La condusse fuori, in mezzo ad un'enorme carovana di carri, uomini, cavalli e bestie. La portò quasi in testa e la legò ad un magnifico cavallo bianco latte, sul quale Tarik salì subito dopo. Sentì che si sarebbero diretti a nord. Quando la carovana partì, la ragazza seppe che le sarebbe toccato un viaggio a piedi. Molti soldati le si avvicinarono chiedendole come fosse stato il principe, se le avesse fatto male, credendola ancora tutti un ragazzo; si limitò a non rispondere. Camminò a occhi bassi fin quando non sentì una ragazzina che chiamava "Jun!". Alzò lo sguardo e vide sua sorella che le veniva incontro mentre sua madre rimaneva lontana, vicino a un uomo molto muscoloso a cavallo di un destriero marrone. Il principe fermò il cavallo e la ragazzina le saltò al collo, mentre lei cercava di abbracciarla con i polsi legati. Jun afferrò delicatamente il viso della sorella. "Ehi, scricciolo! Come va? Stai bene? Stai mangiando come si deve?" "Si, Jun. Sta facendo la brava" -rispose sua madre che si era avvicinata. "Madre!" "Quell'uomo e' un soldato. Ha detto che starà con noi. Figlio mio, cosa hai dovuto fare?" "Quello che un uomo ha il dovere di fare, madre. Ora sarete al sicuro, più di quanto poteste essere con me.- poi si rivolse alla sorellina- Io devo andare, scricciolo. Quel signore vi terrà al sicuro. Fai la brava e occupati della mamma, va bene?" "Perché non puoi restare tu?" "Siete più al sicuro con il soldato -rispose- e' meglio per tutti così, credimi scricciolo." Tarik diede il segnale di ripartire e Jun abbracciò la sorella un'ultima volta. Quando il cavallo ripartì strattonandola con sé disse un ultimo "Fa la brava" e continuò a guardare indietro finché le due donne non sparirono dalla sua vista. La ragazza si voltò verso il principe e sussurrò un "grazie". Dopo alcune ore di cammino iniziò a stancarsi, ma non poteva né fermarsi ne' rallentare a causa dell'andatura del cavallo. La frustata arrivò come un fulmine a ciel sereno e il bruciore le invase la schiena, già provata dalle frustrate del principe non ancora guarire. Cadde in ginocchio senza un urlo, ma il cavallo la trascinò per qualche metro causandole escoriazioni. Al rumore della frustrata Tarik si voltò e la vide accasciarsi. Fermò il cavallo e fece per scendere, ma la ragazza iniziò subito ad alzarsi. "Calmo, principe. Ci stavamo solo divertendo un po' con il moccioso - affermò ridendo un grosso nobile con suntuosi abiti ed una frusta in mano- Non mi dirai che ti importa davvero di questo giocattolo." "No! -disse Tarik dopo un attimo di esitazione- Ma secondo me dovresti smetterla. Non è un ragazzino, e' un lupo." "Tu.. Sei... Un perfetto spuntino... Per un lupo... Un grosso e grasso Maiale.. Ho già l'acquolina." La seconda frustata arrivò più forte della prima e il dolore fu tremendo. Anche stavolta si accasciò al suolo. Vedendo che non si rialzava il nobile si avvicinò con il cavallo, insultandola. Tarik scese da cavallo, ma prima che potesse avvicinarsi la ragazza scattò in piedi e tiro' un pugno sui glutei del cavallo del nobile, che si impennò disarcionando il suo cavaliere e si allontanò al galoppo, tra le risate si tutti i presenti. Il nobile si affrettò a ricomporsi, massaggiandosi le natiche dolenti e rosso in viso tiro' un'altra frustrata alla giovane; ma stavolta Tarik afferrò la corda. "Ora basta! Ti avevo pur detto di stare attento. Andate a recuperare il suo ronzino". Il principe gli lanciò indietro lascia corda e si avvicinò alla ragazza appoggiandole le mani sulle spalle. Ne studiò la schiena e la prese in braccio tenendola per ginocchia e schiena. Al contatto delle ferite con le braccia del principe, lei si afferrò istintivamente alla casacca del giovane per non poggiare troppo. "E ricordatevi -continuò Tarik- che lui è mio" La issò sul cavallo e si sedette dietro di lei tenendo le briglie. Dopo qualche ora di cammino Tarik ordinò di accamparsi. Montarono delle tende mentre la ragazza rimase in disparte legata al cavallo. Nessuno le di avvicinò neanche durante la cena. Solo quando fu spento il fuoco e tutti tranne i soldati di guardia andarono a dormire, Tarik la raggiunse; sciolse la catena dal cavallo e la portò a mo' disacco di patate nella sua tenda. Una volta dentro la appoggiò a terra e la slegò. L'arredamento consisteva solo di una coperta per terra e qualche cuscino. Tarik si sedette per terra e le fece segno di sedersi sopra di lui. Lei obbedì e si mise cavalcioni di fronte. "Ehi, piccolo lupo. Hai proprio voglia stasera! Volevo solo aiutarti con la schiena!" La ragazza arrossì vistosamente e si alzò di scatto risedendosi poi di spalle. Il principe le sollevò la maglietta, le tolse le vecchie bende e le versò addosso una copiosa quantità di disinfettante; lei sentì bruciore. "Grazie -disse con un filo di voce la ragazza- di avermi fatto incontrare la mia famiglia, e di avermi difeso contro quel nobile. So la punizione che viene inflitta a un popolano che osi mettersi contro un uomo di alto rango." "Tua madre e tua sorella si sono solo trovate sulla strada. E tu sei abbastanza forte da non avere bisogno di aiuto con quello spocchioso di ser Gerard. Secondo me ogni tanto se la merita una lezione." Lei sorrise, cogliendo l'improbabilità che la sua famiglia si fosse trovata sul tragitto per pura coincidenza, e che il principe cercasse di mascherare una gentilezza nei suoi confronti. Tarik iniziò a strofinare la schiena con una benda pulita, lavando via il sangue incrostato. Lei si irrigidì stringendo i pugni e mordendosi il labbro. "Perché tieni così tanto a me?". La domanda spiazzò letteralmente il giovane. "Non tengo a te. Solo che non voglio che il mio giocattolino nuovo si rompa. E' così divertente giocare con te" -disse malizioso. "Anche ora che non ti oppongo più resistenza? Pensavo fosse quello ciò che ti attirava di me." "Alzati!" -le ordinò il principe con un tono deciso. La ragazza si alzò; il principe la afferrò per il polso e la tiro' su di sé, costringendola a risedersi di fronte, lei si coprì il seno nudo con un braccio. Le mise una mano intorno ai fianchi e la tiro' più stretta a se; i bacini quasi combaciarono e lei sentì qualcosa di duro all'altezza dell'inguine. Le baciò il collo e le afferrò il braccio con cui copriva il seno portandoglielo dietro la schiena, poi lo lasciò e continuò a stringerle il bacino. Con la mano libera le afferrò un seno e iniziò a massaggiarlo dolcemente. La sentì respirare più pesantemente e mugolare a labbra serrate. "Potrai anche non cercare di fermarmi, ma le tue espressioni sono ancora quelle di un lupo. Tu non vuoi che io ti tocchi, e leggertelo in viso mi fa tremendamente divertire." La baciò facendo incontrare le lingue. La mano che teneva sul bacino scivolò sotto i pantaloni, le afferrò i glutei con forza e lei gemette. Iniziò a massaggiarglieli e lei gemeva e mugolava più forte, con il respiro pesante. Con la bocca si buttò sul seno libero, leccandolo e succhiandolo. Sebbene entrambi portassero ancora i pantaloni sentiva la femminilità a contatto stretto con la sua erezione e iniziò a muovere istintivamente il bacino. A quel contatto la ragazza fece per dire qualcosa, ma Tarik la baciò, continuando quella danza sensuale. Quando aprì gli occhi vide la ragazza ad occhi chiusi, sul viso un'espressione contratta. Il principe si arrestò di botto, smettendo di baciarla. Lei aprì gli occhi guardandolo con aria interrogativa. Lui prese le bende e iniziò a fasciarla dolcemente, stringendo sul seno per nasconderlo, con decisione ma anche con accortezza. Quando finì appoggiò una mano sulla nuca della ragazza e la guidò delicatamente sul suo petto; con l'altra mano ne tiro' a sé il torace. Poi si stese portandola con sé. Nella stanza l'unico rumore era il respiro cadenzato del principe. La ragazza si rilassò e, anche se un po' perplessa e titubante, fece scivolare le mani sui potenti pettorali del principe, iniziando ad accarezzarli lievemente. "Sei già soddisfatto, padrone?" "Mph.... Se ti prendessi ora tutto il campo scoprirebbe che sei una ragazza. Non voglio troppo scompiglio né troppi bambini intorno al mio giochino." "Baka!" "E questo che significherebbe?" "Stupido." "E invece, che significa Jun?" "Uomo" "Ma sei proprio fissata con questa storia dell'uomo, eh?" "In realtà non è esattamente il mio nome. Questo me l'ha dato mio padre -disse dopo un sospiro- il nome che avevo prima era da femmina, anche se ormai non mi ricordo più quale fosse." "Quello che avevi prima non gli piaceva?" "Mio padre si ammalò quando avevo cinque anni. Una mattina mi chiamò nella stanza e mi chiese di diventare un maschio. Non so come funzioni per voi nobili, ma tre donne povere senza un uomo sono destinate o alla fame o al bordello; per proteggere mia madre e mia sorella mi tagliai i capelli, mi vestii da uomo e cambiai nome; con la mia famiglia cambiammo città cosicché nessuno fosse a conoscenza del mio vero sesso. Poi e' bastato evitare di andare in bagno o cambiarmi davanti ad altre persone." "Non hai mai desiderato tornare indietro?" La ragazza ci pensò un po' su. "A dodici anni mi innamorai di un ragazzo. Era bello e simpatico. Ci fu un ballo in paese e per la prima volta nella mia vita desiderai essere notata, essere abbastanza bella da ricevere un complimento. Mi sarebbe bastata anche solo una sera; ma quando dissi a mia madre di volere un vestito mi tiro' uno schiaffo talmente forte da farmi voltare il capo, e abbracciandomi mi disse che era dispiaciuta ma era importante che rimanessi un uomo. Così rinuncia totalmente ad essere una femmina." "Vuol dire che ti farò cambiare idea". "Buona fortuna, principe."
   
 
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