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Autore: TravellinJack    25/04/2015    0 recensioni
" Che situazione del cazzo" pensò bevendo in un sol sorso il liquore rimasto nel bicchiere. Le nervature del bancone iniziarono a danzare e come un conduttore che si rispetti la mano che poco prima stringeva il contenitore di vetro iniziò ad accompagnare quei movimenti. Gli occhi appannati e non solo a causa dell'alcol iniziarono a vedere cose che forse sarebbe stato meglio dimenticare.
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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" che situazione del cazzo" pensò bevendo in un sol sorso il liquore rimasto nel bicchiere.
Le nervature del bancone iniziarono a danzare e come un conduttore che si rispetti la mano che poco prima stringeva il contenitore di vetro iniziò ad accompagnare quei movimenti. Gli occhi appannati e non solo a causa dell'alcol iniziarono a vedere cose che forse sarebbe stato meglio dimenticare.


"Era tuo il trafiletto che mi hai inviato stamattina?" domandò una ragazza dai capelli morbidi e ondulati mentre con estrema lentezza faceva scivolare la candida mano lungo il braccio nervoso e scattante del moro sdraiato accanto a lei. Quanto adorava quel contatto così delicato ma che sapeva essere anche forte e deciso.
Un contatto che in quel momento serviva da ponte con la realtà e che non permetteva a Morfeo di rapirlo e portarlo nel mondo onirico.
Un mondo che nei tempi successivi avrebbe imparato ad odiare. Riuscì solo a mugugnare una risposta, troppo concentrato ad assaporare quel momento di beatitudine.
" Sai non era male dovresti continuarlo" consigliò lasciando un piccolo bacio sul collo mentre le tenebre si facevano più scure e le luci artificiali rendevano ancora più nascoste e lontane quelle del firmamento.


Amico vuoi che ti chiamo un taxi?" ci mise qualche secondo a mettere a fuoco chi parlava. Ah già era in un bar ma in che zona della città?
" ahm...ehm..." cercò di formulare una frase sensata ma il sapore del liquore appena ingerito ad annebbiarli i sensi rende le cose più complicate.
Non seppe in che modo, non seppe in quale preciso momento aveva deciso di alzarsi dallo sgabello per poi uscire all'aria aperta. Era salito sul taxi? Il taxi era mai arrivato?
Alti palazzi circondavano la sua esile figura. Passo ciondolante, camicia stropicciata, capelli che sembravano fossero giorni che non entravano in contatto con dell'acqua calda. Una figura anonima che come tante altre in quelle ore notturne, che presto avrebbero lasciato posto alle prime luci, vagavano per le strade della città.
Un senso di nausea gli attanagliò lo stomaco, senza riuscire a domarlo se ne liberò li così in mezzo al marciapiede. Il liquido biancastro e schiumoso decorò l'asfalto prendendo la forma di un viso. Un viso martoriato, quasi irriconoscibile se non fosse stato per quel neo. Quel neo vicino all'occhio.


" Sono così fiera di te!!" una voce forte e squillante destò la sua concentrazione dallo schermo del computer. Un quotidiano fu messo sopra la tastiera mentre due braccia lo cinsero e delle labbra si posarono sulla sua guancia leggermente ispida. Il suo primo articolo in prima pagina, il suo primo articolo importante.
Tutto grazie a una soffiata di un agente. sarebbe toccato a lui, così aveva decretato il capo redattore. La sua occasione.

" Li hai massacrati !! finalmente qualcuno che non ha paura di scrivere le cose come stanno!!" Oh come era allegra e così orgogliosa quel giorno e come avevi cercato di smorzare il suo entusiasmo con la frase "E' solo un articolo". Già in quel momento era solo un articolo.

Fissava il letto Quel letto così grande. Le lenzuola sfatte e mandide di sudore dei giorni o delle notti precedenti. Lasciò scivolare la giacca dalle spalle e a peso morto sprofondò nel letto. Mani alle tempie e serrò gli occhi mentre le grida e le preghiere di quella notte si propagavano nella mente fino a prendere forma fisica e a costringere il braccio ad allungarsi verso il comodino. Afferrare l'ennesima bottiglia  di alcol scadente, svitare il tappo e congiungere in un patto matrimoniale la bocca umana con quella fredda e distante del contenitore trasparente.

Arrivarono altri articoli più o meno interessanti, più o meno simpatici. E le cose... bhe e cose migliorarono. Ci fu un aumento di stipendio che portò a un cambio di mobili. Troppo affezionati a quel piccolo appartamento non avevano trovato il coraggio di lasciarlo. E la confusione che regnava li dentro. Oh quanto l'amava.
Tutti quei libri e cd impilati a casaccio, il frigorifero sempre mezzo pieno o mezzo vuoto. I promemoria attaccati allo specchio del bagno.
Il profumo di dolci la domenica mattina. Per dei mesi la felicità visse in quella casa e nei loro cuori.


" Non avrei dovuto scriverlo" sussurrò fissando il soffitto. " Sapevo di non essere un supereroe ma ho voluto farlo lo stesso" si alzò avvicinandosi alla finestra, l'aprì molto lentamente godendo della sensazioni che la frescura primaverile dava alla sua pelle febbricitante. " Dai voce a chi non c'è l'ha" ma chi l'avrebbe mai detto che si sarebbe trovato lui un giorno senza di essa.

" Figlio di puttana mi hai rovinato la vita con quel cazzo di articolo !! Ho perso tutto!!". Quelle parole urlate in faccia mentre la pistola premeva contro la nuca.
Aveva dovuto guardare, era stato obbligato aveva provato a reagire ma ... ma no era meglio stare fermi. Ricordo confusi all'arrivo dei soccorsi.
Urla, minacce, e il pianto silenzioso di quegli occhi chiari. Quegli occhi che trasmettevano tutto tranne che rabbia in quel momento.


Poi il viso sfigurato e quel piccolo neo che baciava ogni notte e ogni mattina.
  
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