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Autore: FRENS_94_    25/04/2015    0 recensioni
Kim è una ragazza di 18 anni completamente ignara di quello che è in realtà. Ha vissuto la sua vita scappando da una parte all'altra e adesso si ritrova con degli sconosciuti che gli rivelano cose che lei non avrebbe mai ritenuto possibili. E' arrabbiata, spaventata ma nello stesso tempo eccitata e euforica di come la sua vita sta cambiando. Riuscirà alla fine a scoprire chi è veramente?
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Bondage
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PROLOGO
 
Sono sdraiata su qualcosa di duro e freddo e intorno a me giace il silenzio più totale. Apro gli occhi ma senza nessun risultato, forse sono bendata. C’e un intenso odore di benzina che mi fa storcere il naso. Cerco di muovermi ma non ci riesco, provo a muovere la mano, le gambe, le braccia, ma qualcosa mi tiene ferma nella posizione in cui sono: braccia legate dietro la schiena, gambe legate e piegate, e una strana sensazione di avere gambe e braccia legate al busto. Le ossa iniziano a farmi male. Ma dove sono? Non riesco proprio a capirlo, e il fatto di non poter vedere e nemmeno di muovermi mi mette a disagio. L’ultima cosa che ricordo è che stavo uscendo di casa per andare a scuola e poi........qualcosa mi ha colpito, credo, o forse qualcuno. Ma per quale motivo? Chi rapirebbe una semplicissima ragazza di 18 anni? Non mi sono mai comportata male con nessuno, o almeno qui a Seattle, e anche se sono solita a scatenare risse non mi sono mai messa in guai così grandi da rischiare di essere rapita, mai. Quindi c’e sicuramente qualcosa sotto, solo che non so che cosa. Ma qui non conosco ancora nessuno, mi sono trasferita solo da una settimana e non ho mai dato fastidio a nessuno. Anche perché in una sola settimana di scuola non sono riuscita a farmi degli amici, solo alcune persone che durante le ore di lezione mi chiedevano qualcosa in prestito. Ma per il resto me ne sono rimasta in disparte ad osservare gli altri. I miei pensieri vengono interrotti da un rumore. Mi metto in ascolto, sembra il rumore di una serranda che si alza, di quelle molto vecchie che stridono, vorrei tapparmi le orecchie ma è alquanto impossibile. Finalmente il frastuono si blocca e qualcuno entra. Il rumore dei passi e lento ma deciso.
«No no, non credo. Arriveremo verso le 7.» la voce è di un uomo o meglio di un ragazzo. Sembra non abbia più di 25 anni. Ma cosa posso saperne io? Non sono mai stata brava a capire l’età delle persone guardandole, figuriamoci nel sentire la voce. Non sento la risposta di un’altra persona, quindi probabilmente sta parlando al telefono.
«Non le ho ancora parlato......si lo so, lo so. Appena arriviamo avrai tu per primo l’onore.......No, non ha visto niente. È bendata e legata come un salame, non mi darà nessun tipo di problemi. E poi Elia, non credo che lei sappia niente.» Chi è Elia?? Non ho mai sentito quel nome, e poi cosa dovrei sapere? La testa inizia a girarmi, voglio solo svegliarmi nel mio letto e capire che e tutto un brutto incubo.
«Certo. Farò come dici. Intanto mi diverto un po’, è davvero una bellissima ragazza. Non mi avevi mai detto che era così bella.» Oh bè molte grazie.! Ma non mi interessa se mi trovi bella o brutta, voglio andare a casa ora! Mi viene voglia di urlare, ma caccio via l’impulso. Certo che deve essere proprio un genio in rapimenti, non si è nemmeno accertato se sono sveglia o meno, e lui parla al telefono tranquillamente, ma questo va a mio vantaggio. Speriamo dica qualcosa di utile.
«Come vuoi tu!» non sento più niente. Che e successo?? Poi sento di nuovo i passi, ma questa volta si avvicinano a me. Sento delle mani che mi slegano braccia e gambe, cerco di rimanere più ferma possibile come se stessi ancora dormendo.
«E’ inutile che fai finta, so perfettamente che sei sveglia.» la sua voce adesso è più calda e profonda. Mi sento sollevare da terra, mi tradisco emettendo un gemito per lo spostamento, le mie ossa adesso fanno ancora più male, da quanto tempo ero in quella posizione assurda?. Lo sento fare un sorriso come per dirmi: Visto? Avevo ragione. Vorrei potermi ribellare, ma non riesco a prendere il controllo dei miei muscoli, mi fanno troppo male. Le sue braccia mi sostengono e sono attaccata al suo petto. Ha un buonissimo profumo di menta e vaniglia che mi fa venire voglia di avvicinarmi al suo collo e sniffarlo senza staccarmi più.
«Lasciami andare, che cosa vuoi da me?» mi stupisco nel sentire la mia voce, così debole e bassa, senza forze.
«Mi dispiace molto ma è una cosa che non posso proprio fare.» il suo tono è divertito. Si sta divertendo??!
«Chi sei?» adesso la mia voce sta iniziando a prendere la sua normalità. Mi mette a sedere su qualcosa di morbido e mi lega di nuovo le caviglie tra loro e i polsi, questa volta non dietro la schiena. Sento il rumore di una cintura che viene allacciata e capisco che sono in macchina.
«Sei davvero una ragazza curiosa.» sorride di nuovo, lo sento, si sta prendendo gioco di me! Lentamente la benda che ho sugli occhi cade, apro gli occhi troppo veloce, e altrettanto velocemente li richiudo, la luce del sole mi brucia! Che dolore!!! Riprovo ad aprirli, ma questa volta lentamente, cercando di abituarmi alla luce del sole, mi ci vuole più del previsto. Quando finalmente riesco a vedere mi guardo intorno. Sono seduta in un’auto nel posto del passeggero,  davanti ad un garage nel bel mezzo del nulla. Davanti a me una strada non asfaltata, non riesco davvero a capire dove sono. Mi guardo intorno ma non vedo nessuno, cerco di togliermi la cintura con le mani legate e finalmente dopo svariati tentativi ci riesco, provo ad aprire lo sportello e si spalanca all’istante, scendo con un saltello, ma appena fuori dalla macchina mi si para davanti qualcuno. Merda! Alzo lentamente lo sguardo, e molto alto, ma come arrivo hai suoi occhi mi si ferma il respiro. OH MIO DIO! È bellissimo! I suoi occhi sono di un celeste così chiaro che sembra acqua anzi no ghiaccio proprio come il suo sguardo, gelido, ti fulmina. La sua bocca rosata e così carnosa che mi viene voglia di passarci la lingua per scoprire quanto è morbida; i suoi capelli neri come la notte tutti spettinati che gli danno quell’aria da cattivo ragazzo, il suo naso perfetto, per non parlare del suo fisico. Indossa una maglietta bianca che contiene a malapena i suoi muscoli, e un paio di jeans chiari che gli ricadono per le gambe in quel modo così sexy. Rimango incantata a guardarlo. Ma cosa stai facendo? Lui ti ha rapita e ti sta portando chissà dove!!!!! Faccio tacere la mia coscienza e mi concentro sulla visione che ho davanti.
«Dove credevi di andare?» sbatto ripetutamente le palpebre e lo fisso. Anche la sua voce è così gelida che mi attraversa un brivido.
«Avevo voglia di fare una passeggiata.» dico sarcasticamente. Puoi essere bello quanto vuoi, non mi lascerò incantare da te! Scordatelo. Lui fa una smorfia, mi stringe il braccio e mi spinge in macchina. Si sporge per mettermi la cintura.
«Se ti azzardi a tentare di scappare un’altra volta te ne pentirai.» il suo sguardo così intenso mi mette paura, e la sua bocca e una linea dura, non so perché ma ho la sensazione che faccia sul serio. Non rispondo e lo osservo ritirarsi, chiudere lo sportello e passare al posto di guida. Mette la sicura agli sportelli e parte.
Cerco di guardare la strada per capire dove mi trovo, ma non ce nessun cartello, ne indicazioni, solo una strada disastrata e campagna ovunque. Lui sta zitto e guida come se io non gli stessi accanto.
«Posso sapere almeno dove siamo?» lui si mette gli occhiali da sole e non mi degna neanche di uno sguardo.
«Grazie per la risposta soddisfacente!» dico acida e sarcastica.
«Non c’e di che.» mi giro a guardarlo.
«Ah, allora c’e l’hai la lingua! Allora? Mi dici dove siamo? Penso di avere il diritto di saperlo!»
«Quanto pensi che mi importi dei tuoi diritti?» è infastidito. Bene, io lo sono di più. Gli occhiali scuri non mi permettono di vedere le sue espressioni, ma sembra proprio che non ne abbia, rimane impassibile.
«E a te cosa fa credere che mi importi quello che importa a te? Sei tu che mi hai rapito, quindi il minimo che puoi fare e dirmi dove siamo e che giorno è oggi! Non ti sto mica chiedendo di liberarmi!» rispondo infastidita. «E poi non c’era proprio bisogno di tenermi legata. E se davvero non vuoi dirmi dove siamo o dove stiamo andando, avresti potuto lasciarmi la benda!» aah, adesso mi sono un po’ sfogata. Lui sta zitto. Mmmh! Quanto mi irrita essere ignorata!
«Se non chiudi immediatamente la bocca altro che benda agli occhi. Ti imbavaglio e ti metto in cofano, legata. Mi stai facendo scoppiare la testa! Stai zitta! Altrimenti te ne pentirai!» mi sta guardando. Con un’espressione da incazzato. Non vedo gli occhi a causa degli occhiali, e glie ne sono grata, i suoi occhi mi fanno un po’ paura. Mi giro e lui fa altrettanto riportando gli occhi sulla strada. Cerco di stare zitta il più possibile. Passa più o meno una mezzora e inizia a bruciarmi la gola, sto morendo di sete.
Lui non dice una parola e continua a guidare. Pff che noia! Mi lascio andare sul sedile e mi addormento.
  
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