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Autore: jaki star    25/04/2015    1 recensioni
Ad ogni persona corrisponde sempre una canzone.
Cosa potrebbe succedere se affiancassimo i meravigliosi capolavori Disney al mondo di Fairy Tail?
Per ogni coppia ed ogni personaggio, una canzone!
Gale - Uno sguardo d'amore
Gerza - Baciala
Gray Fullbuster - Ce la posso fare
Ur ed Ultear - Sei dentro me
Leo ed Aries - Sei un briccone
Lucy Heartphilia - Riflesso
Elfman Strauss - Farò di te un uomo
Lluvia Locksar - Parte del mio mondo
Elfever - Ti vada o no
Gerard Fernandes - Via di qua
Silver & Gray Fullbuster - Lui vive in te
Gale - Storie
Genere: Romantico, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gerard, Lluvia, Natsu
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Silver e Gray Fullbuster ~ Lui vive in te








 
“Papà… Quante sono le stelle?”.

Silver alzò leggermente il capo, sorridendo: osservò divertito l’espressione concentrata di suo figlio, che con gli occhi cercava di contare i corpi celesti. Si concesse una breve risata, per poi volgere le iridi blu, identiche a quelle del bambino, al firmamento.

“Vedi, Gray, le stelle sono infinite: ogni giorno ne muoiono molte ed altrettante ne nascono. Non si può definire un numero…”
“Oh… Sul serio? Sai sempre tutto papà, sei un genio”.

Silver carezzò dolcemente i capelli del figlio, osservando la sua espressione composta: Gray non era un fanciullo che esternava i suoi sentimenti, si limitava a poche parole cariche di significato come quelle che gli aveva appena rivolto. E a lui andava bene, perché in Gray rivedeva sé stesso da giovane.

“Grazie, ragazzino” rispose semplicemente, tornando a guardare il cielo: erano fatti così. Dopotutto, si parlava di padre e figlio: nessuno dei due era incline alle sdolcinatezze.

Ma di sicuro, erano entrambi bene inclini all’infastidirsi a vicenda: fu Silver ad iniziare la zuffa, punzecchiando il bimbo nel costato. Gray reagì prontamente, sfoderando quel temperamento ribelle che, in genere, veniva mitigato dalla presenza del padre o della madre. Poco dopo si ritrovarono a fare la lotta sul prato, al cospetto della Luna e delle stelle. Era chiaramente uno scontro impari: il piccolo Fullbuster si ritrovò stretto fra le braccia del padre, che gli sfregava energicamente un pugno sulla testa. Si divincolò, per poi accoccolarglisi accanto.

“Papà… Noi due siamo amici, vero?”
“Certo”
“E staremo sempre insieme vero? Infiniti, come le stelle?”.

L’espressione di Silver si corrucciò: inspirò profondamente, mentre il vento della sera gli scompigliava i capelli, identici a quelli del figlio.

“Gray, lascia che ti dica una cosa che mio padre disse a me: guarda le stelle. Ognuna di loro ha un suo percorso: nasce e muore dopo aver vissuto la sua vita. Come noi umani, del resto. Ma quello che voglio farti capire è che lassù, fra quelle stelle, ci sono i nostri antenati che ci guardano e proteggono: perciò, quando ti senti solo, ricordati che saranno sempre lì per guidarti. E quando il mio percorso si sarà concluso, ci sarò anche io”.

L’uomo osservò il bambino, che non aveva battuto ciglio: vide il suo petto alzarsi per poi abbassarsi in un lungo sospiro.

“Ho capito…” decretò infine il ragazzino, alzandosi sui gomiti e puntando i suoi bellissimi occhi al cielo.
“Gray, prendi questo” disse, sfilando dalla giacca un sacchetto “Ricordati che io ci sarò sempre, figlio mio”.

Il piccolo aprì ansioso il pacchetto ed il suo viso fu illuminato da un’espressione di pura meraviglia: alzò la mano, dalla quale pendeva una lunga catenella d’argento.

“E’ bellissima papà…” sussurrò, osservando la collana in tutte le sue sfaccettature: era semplice ma fantastica, proprio come i suoi genitori. Una piccola spada con una bella pietra azzurra al centro dell’impugnatura.
“Grazie! Sarà il nostro simbolo!” disse, balzando in piedi e mettendosi il gioiello al collo: Silver guardò il figlio con fierezza.
“Esattamente, Gray: sarà il nostro simbolo…” acconsentì, stringendolo fra le braccia forti: si era fatto molto tardi.
“Ti voglio bene papà” sussurrò il piccolo, sbadigliando: chiuse gli occhi, addormentandosi sul petto del genitore.
“Anch’io, figlio mio…” rispose Silver, incamminandosi verso casa.
 
Ogni storia ha un inizio e una fine. Per questo ragazzino tutto è cominciato quando Deliora lo privò di ogni cosa…
Della sua casa…
Dei suoi amici…
Di sua madre…
Anche di suo padre… Perse ogni cosa.
Un disastro che risiede nel cuore delle fiamme, dove le preghiere non riescono ad arrivare…
La storia di questo giovane ragazzo cominciò quel giorno.
 
Sai
Che una guida tu avrai
Nella vita

 

Nero.
Da ormai alcuni minuti -troppi per lui- il suo mondo si era ridotto a quel colore profondo e tenebroso. Con immensa fatica provò a sollevare le palpebre, le orecchie fischianti per le assordanti esplosioni che avevano udito poco prima.
Le sue mani strisciarono sul pavimento lurido, scivolando su qualcosa di bagnato e terribilmente maleodorante. Tra gemiti pietosi Gray Fullbuster riuscì ad aprire gli occhi: nel buio riuscì a distinguere qualche sagoma, restando tuttavia immerso in un mare di oscurità che lo spaesava.
Avvertendo un fischio più forte del dovuto si tappò convulsamente le orecchie, mentre ciò che sembrava una palla di fuoco colpì le macerie del muro accanto a lui, infiammando alcune assi di legno e provocando un’intensa esplosione luminosa.
Il piccolo Fullbuster spalancò di nuovo i grandi occhi blu, sicuro di poter vedere qualcosa all’infuori di quel maledetto colore.
Tuttavia, vide ancora nero.
Il suo cuore perse più di un battito, mentre le palpebre restavano sbarrate dal terrore.  Il suo respiro accelerò, mentre un calore maligno gli affiorò al viso accompagnato da un orribile consapevolezza.

Nero, il colore della notte.

Nero, il colore della disperazione.

Nero, il colore dei capelli di suo padre.

Suo padre, disteso davanti a lui con gli occhi sbarrati: il suo corpo rigido non dava più segni di vita, mentre sulla fronte pallida, solitamente perfetta e distesa, svettava uno spesso squarcio che lasciava poco all’immaginazione.
La bocca del ragazzino si spalancò in un urlo di pura agonia, mentre cercava di alzarsi: la sua mano scivolò ancora sulla misteriosa sostanza maleodorante di poco prima, facendolo cadere e rotolare in quella pozza di ignoto liquido.
Il ragazzino serrò gli occhi dal dolore, per poi riaprirli: questa volta le sue iridi profonde incontrarono un altro colore.

Rosso.

Il colore del sangue che sgorgava dal capo di suo padre, dalle sue labbra aperte in una muta richiesta d’aiuto. Gray si alzò sulle ginocchia, incapace di fare qualsiasi cosa: le lacrime sgorgarono senza trovare nessuna opposizione.
Il dolore colpì il suo cuore con stilettate precise e letali.

“Papà…” sussurrò, tenendo lo sguardo fisso sul cadavere davanti a sé: si portò una mano alla collana che poche ore prima gli aveva regalato, osservando poi gli orecchini del genitore, identici al pendente che portava al collo.

Il suo viso immobile pareva esortarlo a scappare, a trovare una via di fuga…
… A vivere.
E Gray si alzò, sentendo il corpo pervaso da una strana energia: le sue gambe si mossero, mentre l’eco di parole lontane gli giungeva all’orecchio.

“E quando il mio percorso si sarà concluso, ci sarò anche io…”

Il piccolo Gray Fullbuster si lanciò a tutta velocità verso il barlume di una speranza eterea, con le parole di uno spirito in sottofondo: quando due braccia di donna lo sollevarono da terra, capì che aveva seguito giustamente i consigli di quelle strane voci che affollavano la sua mente, nonostante il terrore che lo aveva assalito. Mentre chiudeva gli occhi, finalmente salvo, non poté far altro che sprofondare in un sonno costellato dal ricordo di suo padre.

Se
Un ostacolo c'è
Lui sarà lì con te


“Davvero pensavi che io… Non me ne fossi reso conto?”.

Sangue che cadeva dalle sue ferite, sangue che bagnava il terreno: lo sguardo spento di Gray sostava sulla figura accasciata al suolo, la quale stava in un religioso silenzio. La calma si era improvvisamente propagata nell’aria, portando con sé una disperata angoscia: l’odore acre del combattimento si era completamente dissipato, lasciando spazio ad un vento freddo che pareva spirare dal più polare dei ghiacci.
L’uomo tenne gli occhi fissi verso il cielo: il grigiastro degli attimi precedenti aveva lasciato posto ad un tramonto tinto di scarlatto, proprio come il sangue che scorreva a fiotti dalla voragine aperta nel suo stomaco. Era pronto ad affrontare le parole che gli avrebbero spezzato il cuore: cuore che, da diciassette anni a quella parte, aveva smesso definitivamente di battere.

“Che cazzo pensavi di fare?! Tu non sei Deliora!” urlò furioso Gray, per poi abbassare lo sguardo come se un incommensurabile dolore gli attanagliasse la gola: parlare gli costava una fatica immensa.
“Tu sei mio padre, vero?” disse piano, cauto: gli occhi blu cercarono quelli dell’uomo, desiderosi di trovare una risposta di cui, ne era certo, era a conoscenza.

Risposta che non tardò ad arrivare.
 
Con te
“La falsa storia si conclude, e la reale ha inizio”
“SILVER?! IL PADRE DI GRAY-SAMA?! MA E’…
“Il mio piano era quello di indebolire gli altri demoni… Per infine distruggere Tartaros” Silver Fullbuster prese un gran respiro “Ma poi mi resi conto che…”

Si interruppe bruscamente.
Le sue parole si trasformarono in sussurri spezzati e singhiozzi repressi: l’emozione che aveva provato nel ricordare l’episodio in cui aveva rivisto suo figlio, la sua unica ragione di vita, al Torneo dei Grandi Giochi di Magia gli impediva di proseguire nel discorso.
Prese un bel respiro, trovando la forza per finire la sua confessione: doveva farlo, per Gray.

“Mi sono reso conto… Che le mie mani erano troppo sporche. Non avevo alcun diritto di vendicare te e tua madre Mika… Per questo… Lascio tutto nelle tue mani” disse infine, mentre calde e amare lacrime gli scorrevano sulle guance: abbassò lo sguardo, ben consapevole delle parole che il figlio stava per rivolgergli.
Dopotutto il suo carattere non era cambiato di molto: era ancora il suo piccolo testardo ed indomabile.

“CHE EGOISTA!” sbraitò il giovane “TU NON MI LASCERAI NIENT-”.

Fu allora che ammutolì, realizzando: lo aveva fatto di proposito.
Suo padre si era finto Deliora per permettergli di superare la paura che non gli permetteva di essere felice.
Lo aveva colpito e si era fatto colpire solo per far si che il suo animo potesse finalmente trovare pace: l’aveva trattato male per il suo bene.
L’aveva affiancato per permettergli di superare il suo ostacolo più grande.
Gli era stato accanto anche durante quegli attimi di puro strazio, in cui, sicuramente, il genitore aveva sofferto molto più di lui.

“Hai ragione su tutto, Gray: sono un assassino ed ho messo in pericolo te e la tua gilda. Uccidimi: fammi andare con Mika…” supplicò il genitore: Gray alzò la spada di ghiaccio, pronto a diventare l’unico e definitivo boia di Silver Zero Assoluto.

Stava per prendersi la vita di colui che aveva contribuito a metterlo al mondo.
Di colui che aveva giurato di vendicare.

“HAI RAGIONE!” sbraitò, guardandolo con una rabbia disperata “HAI RAGIONE, MA IO… IO NON POSSO UCCIDERTI!”.

Le sue urla furiose di trasformarono in lacrime scroscianti, e le sue lacrime scroscianti si trasformarono in un pianto disperato e senza fine: Gray Fullbuster cadde in ginocchio, la gola bruciante per gli strilli e gli occhi inondati di uno sfogo che aspettava di uscire da diciassette anni.

“Merda… MERDA!” imprecò, trovando la forza di picchiare i pugni a terra.

Silver lo guardò compassionevolmente, trattenendo il pianto: lentamente si alzò, barcollando per qualche metro. Non appena arrivò di fronte al figlio in lacrime si inginocchiò: le sue forti braccia circondarono quel corpo martoriato e tremante, avvolgendolo in un caldo abbraccio che nessuno dei due avrebbe mai più pensato di assaporare.
E così tornarono con la memoria ai giorni in cui vivevano felici sotto lo stesso tetto, ai giorni in cui erano una cosa sola, ai giorni in cui il piccolo Gray, sotto l’ala protettiva del padre, prendeva le decisioni che lo avrebbero formato in futuro.

“Non mi resta ancora molto tempo…” si decise ad interrompere il silenzio Silver.
“Papà…”
“Fammi restare così… Ancora per un po’. Sei diventato un bravo ragazzo, Gray: sei il nostro orgoglio e la nostra gioia” .

Lui vive in te
Lui vive in me
E’ nella mente
Sulla terra e in ciel
“Che problema hai? Cancella il legame fra padre e figlio dalla faccia della terra, stupida umana!”
“I sentimenti di Gray-Sama… I sentimenti di suo padre…
DI SICURO RAGGIUNGERANNO GLI UNI GLI ALTRI!
IN QUALSIASI POSTO ESSI SARANNO, SEPARATI O MENO…
SARANNO SEMPRE UNITI!”
 
 




“L’ho ucciso… Perdonami Gray-Sama, perdonami…”
“Juvia, ti ringrazio”
“Silver?!”
“Grazie a te, cara, la mia anima può riposare in pace.
Hai ucciso
Keith, liberandomi dal suo controllo”
“Juvia è…”
“Non dire nulla: perdonami… Grazie e prenditi cura di Gray”
“… Sì…”

Gray avvertì il tepore del corpo del padre abbandonarlo: la figura di Silver si polverizzò piano piano, rimasugli di lucente polvere stellare pronti a ricongiungersi al cospetto del creatore.

“Papà… Puoi riposare, adesso” sussurrò, alzando lo sguardo: proiettata nel cielo vide la sagoma di quell’uomo meraviglioso che aveva dedicato i suoi ultimi attimi di vita ad abbattere tutti gli ostacoli dettati dalle sue paure.
“Affido il resto nelle tue mani” questa volta la voce di Silver Fullbuster era calda e sicura, un sorriso coraggioso sulle labbra fini.
 
“Il motivo per cui ho espressamente richiesto la magia di Devil Slayer del ghiaccio…
E’ che E.N.D. è un demone di fuoco.
Questo potere…
Da padre a figlio…”

Gray Fullbuster aprì lentamente gli occhi di ghiaccio,  tendendo il braccio tatuato: il tribale risplendeva orgoglioso nella luce del tramonto, bruciava insieme alla determinazione che ora animava il giovane di Fairy Tail.
Silver era scomparso, finalmente capace di raggiungere la pace eterna al fianco di Mika, la moglie amata.
Dopo così tanti anni, l’anima e la magia del padre erano state tramandate al figlio: il mago prese un profondo respiro, avvertendo la grave consapevolezza di dover vivere a tutti i costi.
Vivere e combattere per chi aveva dato la vita per un suo sorriso.

“In quanto Devil Slayer del Ghiaccio… Sarò io a distruggere E.N.D.. E tu mi guarderai dallo specchio della mia anima, padre ”.

Lui vive in te

“Gray?!”.

Il mago del ghiaccio atterrò con violenza davanti a Gajeel, per poi puntare gli occhi ardenti sulla figura di Tempesta: il demone lo guardò impassibile, apparentemente ignaro del suo segreto.

“E così questo sarebbe il tizio che ha conciato Laxus e gli altri per le feste… O meglio: sono state le particelle della barriera magica del suo corpo ad annientarli. Molto bene: con il suo sangue possiamo creare un antidoto per salvarli dal veleno: fammi un favore e portalo alla vecchia Porlyusica”.
“Che ne dici se prima lo uccidi, eh, cazzone?!” sbottò Gajeel, la solita aggressività  per mascherare il suo sgomento: il comportamento di Gray lo lasciava leggermente sorpreso.
Non era la prima volta che il sarcasmo strafottente del ragazzo venisse a galla nei momenti più critici, ma la sicurezza con cui il mago aveva parlato lo spiazzò: pareva che avesse già la vittoria in pugno.

“Detto fatto. Un ghiacciolo di demone in arrivo”.

E Gray partì all’attacco: il dragon slayer spalancò gli occhi nel vedere il corpo del nakama danzare fra i tornado creati da Tempesta, evitandoli agilmente.
Colonne di ghiaccio si ersero dal terreno lordo di sangue, ghiacciando qualsiasi cosa incontrassero sulla loro via: i vortici dell’Etherious si cristallizzarono, causando lo sgomento degli spettatori.

“Cos-?!” Tempesta si trovò spiazzato e barcollò.
“IMPOSSIBILE!” sbraitò Gajeel: lo sguardo di Gray stava bruciando, se possibile, ancora più intensamente.

Il tatuaggio situato sul suo braccio splendeva di una luce innaturale, lasciando percepire agli sfidanti un’energia magica fuori dal comune.
Gray Fullbuster sembrava un’altra persona.

“Con la tua forza, padre…” pronunciò, continuando la sua corsa “E la tua anima… Lui vive in me”.

Con un colpo seccò roteò su sé stesso, portandosi le mani al fianco: una luce accecante gli investì gli avambracci, lasciando emergere del ghiaccio dal nulla.

“LONG SWORD OF THE ICE DEMON ZERO!”.

Gajeel non riusciva a credere ai suoi occhi: una lunga spada ghiacciata comparve nelle mani di Gray, per poi squarciare in un baleno il petto di Tempesta.
Gray tenne gli occhi fissi sul demone, l’energia della magia esorcista che gli scorreva nelle vene: Tempesta venne sbalzato all’indietro, mentre speroni di ghiaccio gli sbucavano dalla ferita e dal corpo, congelandolo in una trappola mortale…
La bara cristallina che avrebbe contenuto il suo cadavere per l’eternità.
“Che cazzo hai combinato…?” sussurrò allibito Gajeel, tenendo gli occhi  scarlatti fissi sul compagno: Fullbuster si girò verso di lui, con lo stesso sguardo determinato di poco prima.
“Io distruggerò Tartaros”.
 
Nel tuo riflesso
Lui vive in te


Natsu cadde pesantemente sul terreno pietroso, avvertendo un dolore lancinante al fianco: Marde Guille troneggiava imperioso su di lui, osservandolo con quel sorrisetto demoniaco che lo caratterizzava.

“CHE COS’E’ QUESTA ROBA?!” sbraitò il figlio di Igneel, scansando un rovo dal diametro di cinque metri: era a corto di energie, non sarebbe riuscito ad evitare il colpo successivo.

Un’immensa pianta spinata si levò sopra di lui, proiettando un’ombra minacciosa su tutto il campo di battaglia: uno spettacolo spaventoso che aveva avuto il potere di far ammutolire il dragon slayer.

“E’ LA PRIGIONE FIORITA CHE SBOCCIA NEGLI INFERI!”.

Il grido di Marde Guille accompagnò la discesa del fiore: Natsu non riuscì a reagire in tempo.
 


Il tempo parve fermarsi: Sting e Rogue ammutolirono, mentre Natsu, inginocchiato a terra, si trovò una pianta ghiacciata a pochi metri dal viso.
Il Re dell’Ade fissò sgomento la propria creatura, incapace di capire cosa stesse succedendo.
 
“Ghiaccio…?” sussurrò Dragneel, per poi avvertire il caldo di una morbida sciarpa sulle spalle “Ma che…?”
“L’ho raccolta. Se per te è così importante non perderla di nuovo: è un regalo di tuo padre”
“Gray!”.

Il mago si parò davanti al compagno, le iridi tempestose fisse sul master di Tartaros.

“Questo potere magico…” Marde Guille fissò intensamente il ragazzo “CHI DIAVOLO SEI TU?!”.
 
Un’stante dopo indietreggiò, il braccio completamente ghiacciato: Gray strinse il pugno destro, mostrando l’enorme tatuaggio che splendeva sulla pelle coperta di tagli.

“Il figlio di… Non è possibile… ” Marde Guille impallidì, osservando la figura eterea al fianco di Gray Fullbuster: lo spirito di Silver lo fissava con il medesimo sguardo del figlio, deciso ad annientarlo.
Due voci parvero parlare all'unisono.

“Sono un Devil Slayer. E sono venuto a sconfiggerti”.


Lui vive in te...





 










 
Angolo dell'autrice: 

Salve a tutti e buona Festa della Liberazione. 
Torno dopo tanto, ma davvero tanto tempo, lo so. 
Cerco di scusarmi, anche se ogni parola che sto scrivendo suona falsa alle mie orecchie: sono fatta così, e mi sento terribilmente in colpa. 
Ho sempre odiato i ritardi delle pubblicazioni e tutt'ora li odio: quindi, di conseguenza, in questo momento mi sto odiando. 
Mi dispiace davvero tanto e mi scuso con tutte le persone che per giorni e settimane hanno aspettato un mio capitolo: iniziai questa fic a fine estate scorsa, dicendomi che avrei potuto farcela, che avrei continuato a scrivere anche con l'inizio della scuola. E così è stato, i primi tempi: i capitoli crescevano e voi, recensori e lettori, mi allietavate con le vostre recensioni. 
Ero davvero felice e non avrei potuto desiderare qualcosa di più bello.
Tuttavia, per motivi che elencai in un angolo come questo, interruppi la stesura di questa raccolta. 
Mi odiai tanto quanto mi odio ora. 
Tornando al presente, i motivi della mia assenza sono come al solito molteplici, anche se, per una volta, ho una motivazione fra le tante che differisce.
Da dove cominciare?
Innanzitutto, mi rivolgo a tutti i liceali che stanno leggendo: IL TRIENNIO DEL LICEO E' UN INFERNO.
Non mi sarei mai aspettata di trovarmi in un nido di serpi di tali dimensioni, capitanato da docenti assomiglianti ad Acnologia e Jiemma, l'ex Master di Sabertooth.
Dovessi trovare tutte le somglianze fra professori ed operatori scolastici starei qui a scrivere un anno intero. 
E non è un eufemismo, sul serio. 
Per prima cosa, diciamo che faccio a pugni con la matematica e la fisica, o meglio, con la professoressa di matematica e fisica: e pensare che frequento l'umanistico, non dovrei avere problemi se non fosse per il fatto che la professoressa ci tratta come studenti di scientifico e pretenda che noi sappiamo regole di cui nemmeno lei è a conoscenza. 
Fatto sta che le ore che potrei impiegare nella scrittura le impiego in un'estenuante lotta contro il debito estivo.
Ho in programma di farvi divertire con Fic estive e non ho intenzione di passare le Sante Vacanze china sui libri. 
Ho davvero pochissimo tempo libero e solitamente lo uso per uscire di casa ed evitare di essere reclusa come una condannata all'ergastolo. 
Come seconda cosa, devo confessare la mancanza di ispirazione: lo spirito della scrittura mi aveva abbandonato... 
... E devo confessare di aver "sacrificato", per così dire, un sacco di tempo per l'elaborazione di una Long su Ib, meraviglioso gioco Rpg che vi consiglio caldamente di giocare o perlomeno di vederne il gameplay: ce ne sono un sacco, sia in italiano che in inglese e, fidatevi, Ib non vi deluderà. 
La Long è in stallo ma a buon punto, anche se credo proprio che verrà pubblicata in estate.
Terza cosa, ero terribilmente arrabbiata con Hiro Mashima: volevo a tutti i costi aggiornare con una OS su Gray e Silver -pace all'anima sua- e per questo ho atteso la fine di Tartaros Arc...
Fine che ci ha messo un sacco ad arrivare. In realtà non sono arrabbiata propriamente per questo -Tartaros Arc è stato uno dei più entusiasmanti archi narrativi del manga, non vedo l'ora di vederlo in formato anime- quanto più per lo scherzo di cattivo gusto giocato da TROLLSHIMA, come ho imparato a chiamarlo: con la storia di Gray Fullbuster improvvisamente malvagio, mi ha fatto incazzare come una bestia, oltre a farmi perdere trent'anni di vita!
Avrei voluto uccidere il nostro caro mangaka... Ma poi ha fatto tornare tutto alla normalità, grazie a Mavis. 
Tuttavia, leggendo di Gray versione fanatico mi riusciva difficile scrivere di lui: e sottolineo che è il mio personaggio maschile preferito, oltre a Gerard!
Quindi potete immaginare l'amarezza che ho provato. 
In sintesi, questi sono stati i motivi della mia lunga assenza: tuttavia, tengo a precisare che non sentirete parlare di me per un po', credo. 
Ormai manca poco alla fine della scuola, ed ho l'intenzione di togliermi le chiappe dalla brace, per così dire. 
Tuttavia non dovete temere perché ho in serbo una Gajeevy o Gale, come volete chiamarla, sotto le note di una delle più belle canzoni de "La Bella e la Bestia", -evidenziate la riga se volete leggere lo spoiler- che ho composto per metà mentre attendevo la fine di Tartaros Arc: quindi fan della Gajeevy o Gale -evidenziate pure questa riga se volete leggere lo spoiler- aspettatevi una bella dose di ship gratuito!
Amo anche io quella coppia -quale coppia non amo, a parte quelle improponibili e che non rispondono alle normali canon?- e spero come voi in una sua evoluzione positiva all'interno del manga. 
Bè, ora che ho finito di giustificarmi -quanto mi faccio schifo- che posso dirvi?
Adoro "Lui vive in te" e personalmente penso che "il Re Leone 2: il regno di Simba" sia uno dei pochi sequel che meritano davvero tanto, quasi quanto il primo film.
La saga del Re Leone è sempre stata una delle mie preferite e ci tenevo molto a scrivere una Ost con questa canzone. 
In realtà non avevo idea di come concludere il capitolo: non riuscivo a trovare il finale giusto. 
Ne avevo scritti due o tre, che dovevano risolversi con un po' di sana Gruvia, tuttavia non trovavo troppe attinenze con la canzone e soprattutto mi sembrava di rovinare qualcosa che sembra quasi bello. 
Confesso che oltre a "Lui vive in te", la colonna sonora di questa canzone è stata "See you again" di WIz Khalifa e Charlie Puth. 
Quanti pianti per la colonna sonora di Fast and Furious 7: adoravo Paul Walker, e realizzare che è morto in un modo così crudele e per mano più o meno inconsapevole di un suo amico... Mi fa piangere il cuore. 
Potrei stare qua altre ore a parlare con voi, ma credo di avervi rotto abbastanza le scatole: è giunta l'ora di tirare le file di questo angolino, che tanto ino non è.
Insomma... Mi scuso ancora con tutti voi e spero abbiate voglia di leggere questa Os, di recensirla, di farmi sapere cosa ne pensate e di insultarmi come se on ci fosse un domani. 
Che altro dire: un gran saluto a tutti voi e tanti baci, specialmente a lucidalabbra100100 che ha recensito lo scorso capitolo. 
Non so quando pubblicherò di nuovo, ma fino ad allora... Vi auguro il meglio e di trovare sempre qualcosa in queste Fic che vi tocchi e vi faccia emozionare, stare bene. 

Alla prossima, 

Jaki Star
 
 
 




 
 




 
 
 
  
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