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Autore: Letizia25    26/04/2015    5 recensioni
«Quel ragazzo ti interessa parecchio in questi ultimi tempi, a quanto vedo.»
«No James, sul serio. Non è il mio tipo.»
«Hollie, ti conosco da quando eri piccola come lo sgabello su cui eri seduta. Non mentirmi, tanto sai che non servirebbe.»
«Mi incuriosisce. È diverso.»
*
«Quel ragazzo ha qualcosa dentro che mi attira senza che io possa farci niente.»
«Allora segui questa attrazione. Non lasciare che non abbia neppure una possibilità.»
«Non lo farò, lo sai che non riesco mai a tirarmi indietro per cose come questa. Non sarei io.»
*
«Qualunque sia il tuo problema, non te ne libererai mai riempiendoti d’alcol.»
«Forse è l’unico modo che mi resta, perché cose estreme non le prenderò mai in considerazione, neppure fosse l’ultima scelta che ho.»
«Ci sono altre cose che aiutano a non pensare.»
«Se ti riferisci a droghe o cazzate varie, no. Non ho intenzione di rovinarmi così.»
«Allora illustrami. Se hai un altro modo per l’auto-annullamento, sarei ben felice di ascoltarlo, dato che cercare di tramutare il mio sangue in alcol sembra non avere alcun effetto.»
*
«Dammi amore.»
*
«Riempimi.»
*
Trailer: http://youtu.be/gR9wpEbR4o0
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Clifford, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione please. Scrivo anche qui così sono sicura che lo leggerete ;)
Allora, volevo dirvi che per tutto maggio posterò OGNI DUE SETTIMANE.
Perchè ho troppe cose da fare, e non riuscirei a fare tutto altrimenti.
Scusate :(. Buona lettura <3
 
4.
Piccoli cambiamenti
 
 

 
Un mese. Un lunghissimo mese è passato da quando Michael ha accettato l’invito di Hollie ad andare al suo locale, la sera dello stesso giorno in cui si sono conosciuti. Un mese da quando entrambi si sono sorpresi della scelta di lui. Un mese, da quando Michael ha sentito muoversi qualcosa di minuscolo dentro il suo cuore, un cuore che sembrava ormai insensibile a tutto. Un mese da quando Hollie non capisce più ciò che prova per il rosso. Un mese, da quando tutto ha iniziato a cambiare, lentamente, per entrambi.
Perché Michael non aveva minimamente creduto di ripresentarsi a quel bar esattamente il giorno dopo, e tutti gli altri a venire, assiduamente. Ha continuato a bere in quel mese, a bere davvero tanto, quasi fosse proprio l'alcol l’unica medicina per quel dolore sordo che ormai lo accompagnava da veramente troppo tempo. Eppure, senza accorgersene sul serio, giorno dopo giorno, il suo boccale di birra restava sempre più pieno sul bancone, al contrario delle sue parole che uscivano dalle sue labbra quasi fossero fiumi.
E non si era minimamente accorto dei sorrisi sulle sue labbra, ogni volta che si ritrovava ad osservare Hollie al lavoro, mentre scambiava battute con James – che il rosso aveva avuto modo di conoscere – oppure mentre serviva altri clienti la sera, soprattutto il sabato, con quell’aria allegra e gentile che – Michael l’aveva imparato, a forza di osservarla a lungo, senza riuscire a staccare gli occhi da lei – era una caratteristica di quella mora che tutt’ora sta imparando a conoscere.
È lei, Hollie, ad averlo colpito così tanto, senza rendersene neppure conto. Perché quella ragazza in quel mese si è rivelata una sorpresa continua, già dalla sera in cui lui è tornato al locale e lei gli ha sorriso, nel modo più dolce e più sincero che abbia mai visto. E la cosa che davvero lo ha colpito, in quelle settimane, è che il dolore pian piano sta andando via, lentamente il pensiero di Abby e di tutto quel che è successo gli fa meno male, gli lascia il cuore più leggero, passo dopo passo. Solo che il rosso non sa né a chi o a cosa attribuire questo cambiamento, né se questa sia una cosa positiva o no.
Perché ha seriamente paura adesso, Michael, di quello che potrebbe venire dopo, un qualcosa che lui non saprebbe, non sarebbe in grado né di riconoscere, né di gestire. Ha paura di amare di nuovo, Michael, ha paura che possano accadere le stesse cose, che il dolore possa poi tornare e fargli compagnia. E lui non è pronto, e forse mai lo sarà, non sarà mai pronto abbastanza per ricominciare da capo, dopo l’ennesimo colpo. È certo di non potercela fare ancora una volta. Sta già faticando davvero troppo per la prima, una seconda lo distruggerebbe immediatamente.
Sospira stanco e pensieroso, mentre si passa una mano tra i capelli colorati e porta la punta delle dita sulle corde della sua chitarra elettrica, quella nera, quella con una X bianca al centro. La sua compagnia di viaggio da tutta una vita. Un regalo da parte dei suoi che ha sempre custodito con estrema cura.
Ed è mentre suona, mentre lascia che la musica lo calmi un po’, mentre lascia che le note gli entrino dentro e tocchino tutti i punti giusti, mentre sente che una bolla gli si forma attorno isolandolo da tutto il resto, facendogli dimenticare ogni più piccola cosa, che il suo coinquilino entra nella sua stanza, spezzando tutta la magia con il suo «Ehi, testa di rapa, è da un quarto d’ora che ti aspettiamo di là.» che fa sorridere un po’ il rosso, perché Luke Hemmings non cambierà mai, ne può star sicuro.
«Hemmo, finiscila. Arrivo.» gli risponde alzandosi dal letto e seguendo il ragazzo biondo per le scale dell’edificio, fino al garage inutilizzato del condominio, in cui Michael e Luke vivono. Un garage gentilmente offerto da tutti i residenti del palazzo, dato che nessuno sa di che farsene.
«Clifford, la prossima volta ti porto una sveglia!» esclama Ashton – il più grande del gruppo, quello che si è unito da ultimo a quello strano gruppo di ragazzi con una passione infinita per la musica – mentre una risata esce dalle sue labbra e mentre porta una mano tra i ricci, tenuti fermi da una bandana rigorosamente nera, come un segno distintivo. Perché, in fondo, Ashton Irwin la passione per quel colore – dopo quella per la batteria – non potrebbe mai cambiarla con nient’altro al mondo.
«L’importante è che sia concentrato, e che Miss Gentilezza non gli sia dentro la testa.» commenta invece Calum – il ragazzo moro seduto su uno dei tre sgabelli con in mano il suo basso bianco e nero tra le mani – con aria divertita, mentre nota l’espressione accigliata del rosso.
«Hood, la finisci? Sei davvero fastidioso quando ti ci metti.» borbotta sedendosi sull’altro sgabello, mentre sente le guance arrossarsi solo un po’, per il semplice fatto che il moro si è appena riferito a Hollie e, a Michael, sentir parlare di quella ragazza fa un effetto davvero strano, un effetto che non riesce a capire, che non sa minimamente spiegarsi. Grazie al cielo non ha detto il nome di lei, altrimenti chissà quante rotture di scatole e quante domande. Domande a cui non è ancora sicuro di poter dare una risposta.
«Beh, dopo le prove andrà da lei, così non si lamenta e non ci intasa il cervello di cuoricini volanti.» aggiunge Luke, sistemandosi il ciuffo biondo, mentre vaga per la sala con i suoi occhi azzurri in cerca della sua chitarra e dell’ultimo sgabello rimasto libero.
Michael non risponde a quell’insinuazione, perché non è vera. Ma tanto con quei tre ha perso le speranze, continueranno sempre a dire e fare ciò che vogliono, testardi e rotture di scatole quali sono. Rotture di scatole di cui, tuttavia, il rosso non potrebbe mai e poi mai fare a meno. Perché sono i suoi migliori amici, con cui ha condiviso tantissime esperienze fantastiche in quegli ultimi anni. Perché sono le persone che lo conoscono meglio di chiunque altro. Perchè  loro ci sono stati, quando il mondo gli è caduto addosso, quando si è sentito morire giorno dopo giorno dopo che Abby gli aveva inflitto il peggiore dei dolori, quando non aveva avuto più voglia di niente, nelle volte in cui avrebbe preferito farla finita sul serio. Per fortuna non è mai arrivato a quei punti. E questo in gran parte grazie a quei tre scemi che non potrebbe cambiare mai, neppure per tutto l’oro del mondo. Perché son la sua famiglia.
Luke prende posto e, prima di iniziare, gli scossa un sorriso d’intesa, un sorriso che riguarda l’argomento, o meglio, la ragazza di cui stavano parlando fino a qualche secondo prima. Un sorriso di chi la sa lunga e che ha già capito come andrà a finire. Il problema è che Michael sa cosa stia passando per la mente del biondo, proprio adesso, e no, non sarà mai d’accordo su ciò che pensa. Non si innamorerà di nuovo, non commetterà lo stesso errore ancora. Una volta è stata più che sufficiente.
Luke non insiste oltre. Sa che l’amico ha bisogno ancora di molto tempo per superare il passato. Per questo fa cenno ad Ashton di dare il tempo. Ed è un attimo, prima che le note, la musica, le melodie, i testi, ogni singola parola li catturi, prenda ogni loro singola cellula e la faccia fremere come non mai. Perché a loro quattro la musica fa quest’effetto: li prende, li rapisce, li porta in un mondo a parte, un mondo dove non pensano a niente, dove tutto è dimenticato e ci sono solo loro ed i loro strumenti a fare compagnia, per viaggiare con la mente, per ricordare, per dimenticare, per sfogarsi, per essere liberi. La musica è quella cosa che davvero li unisce come una famiglia, come se fossero una cosa sola, come se solo quando sono tutti e quattro insieme potessero dare il loro meglio.
Ed è mentre Michael pensa, mentre le parole gli vengono da sole sulle labbra, mentre le sue dita si muovo sulle corde della chitarra seguendo da sole gli accordi, le note; che il pensiero di Hollie, i suoi occhi scuri ed il suo sorriso ampio e luminoso, tornano a fargli compagnia, facendogli spuntare uno strano sorriso sulle labbra. Un sorriso che non passa inosservato agli altri tre che si scoccano una lieve occhiata d’intesa.
Ma di questo, Michael sembra non accorgersene, perso com’è a ricordare i piccoli particolari dell’altro giorno, passato proprio in quel bar dove ormai è di casa, dove va ogni pomeriggio subito dopo le lezioni all’università che ha finalmente ripreso a frequentare dopo mesi. E ricorda di come si sia sentito, di quel piccolo calore che ha percepito in fondo al petto, un calore che non provava da tanto, troppo tempo, ma che tuttavia non ha saputo distinguere. Non ha saputo capire quel segnale, forse lampante, forse a malapena lieve, del fatto che qualcosa stia cambiando.
Però lui lo sente, di essere un po’ diverso dal Michael di quattro mesi prima. Sente che il ricordo di Abby giorno dopo giorno fa un po’ meno male, che il peso sul cuore si fa sempre più lieve, che Hollie è sempre più al centro dei suoi pensieri, soprattutto negli ultimi giorni. E Michael proprio non sa spiegarsi il perché quella ragazza lo abbia incuriosito così tanto, fin da quando l’aveva ospitato a casa sua per quella doccia, per poi accettare quell’invito al locale. È stato molto strano, l’inizio di quel qualcosa che li sta legando sempre più l’uno all’altra senza che nessuno dei due riesca a rendersene conto. Un inizio strano che, tuttavia, piace ad entrambi e a cui entrambi si ritrovano spesso a pensare, con le labbra incurvate in un sorriso lieve.
A Michael, Hollie interessa parecchio, però quel suo interesse ancora non sa ben definirlo, non riesce a capirlo del tutto, non riesce a toglierci le gambe. Sa solo che gli piace passare il tempo con lei. Gli piace chiacchierare con lei, oppure starla a sentire quando si sfoga e non si ferma finchè non ha detto tutto quel che pensa. Gli piace osservarla di nascosto mentre serve i clienti al locale e lui è lì al bancone a studiare, con quel suo calice di birra che rimane sempre più pieno. Gli piace quando gli fa la linguaccia ogni tanto, oppure quando gli sorride dolce. Gli piace quando gli scompiglia i capelli e ride forte, rendendogli il cuore un po’ più leggero. Gli piace sapere che lei lo aspetta sempre a braccia aperte, dato che ogni volta che va al bar, lei lo saluta con un abbraccio fantastico, che lo riscalda tutto e che gli fa davvero tanto piacere.
E sinceramente, Michael non ci sta capendo niente. Non sta capendo il perché Hollie lo incuriosisca così tanto. Non capisce perché gli faccia piacere starle vicino e passare un po’ di tempo con lei. Non capisce perché da quando la conosce, le cose hanno iniziato a prendere una piega diversa. Non capisce più niente. Perché è tutto un casino, e Michael lo sa bene. Forse non capisce perché ancora non è sicuro di niente di tutto quel che sente dentro. Forse non vuole farlo per paura, forse non vuole vedere cose che potrebbero rovinare tutto.
Perché lui le cose con Hollie non vuole rovinarle. Vuole capire, Michael, anche se sa di non essere ancora pronto per le risposte che cerca ma che forse potrebbe già conoscere, se solo provasse ad aprirsi un po’ di più, soprattutto con lei. Perché, nonostante abbia iniziato a parlare tanto, a farsi conoscere almeno un po’, non riesce a dirle tutto. Non riesce ancora a raccontare la sua storia. Hollie qualche volta gli ha chiesto qualche spiegazione, spiegazioni che però lui non è riuscito a dare, rinchiudendosi nel suo solito silenzio e nella sua solita freddezza, facendo così capire alla mora che per adesso di quell’argomento è meglio non parlare.
E Michael lo sa che fare così è da egoisti, lo sa che Hollie sta solo cercando di aiutarlo fin dalla prima volta che hanno parlato, sa che non vuole fargli del male. Però lui non ci riesce a fidarsi del tutto, non ancora. Ha bisogno di tempo, per capire, per cercare quelle risposte di quelle domande fatte a metà. Domande che lo stanno mandando più in confusione di quanto già non sia.
Però di una cosa è certo: lei lo fa stare meglio, nel suo piccolo. E a questo, Michael non vuole rinunciare.
Non vuole rinunciare a Hollie.





Letizia
Ciao bella gente! Come state? Spero bene :3.
Scusate questo micorscopico ritardo, ma ieri anche se era festa non ho toccato per niente il PC, povera me.
Ma parliamo di questo capitolo qui!!!!!! Insomma, qui abbiamo un POV solo Mike incentrato sui suoi sentimenti. Ma quanto è tenero questo ragazzo? Io giuro che prima o poi svalvolo, perchè è dolcissima *^*.
E beh, qui i ragazzi ci stavano, almeno un pochino. Diciamo che saranno principalmente delle comparse, piccolini loro *^*.
Anyway, spero che il capitolo vi sia piaciuto. E, beh, credo sia doveroso ringraziarvi con tutto il mio cuore, per ogni cosa, sul serio :3 <3.
Ci sentiamo presto, Letizia <3

 
   
 
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