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Autore: EragonForever    26/04/2015    1 recensioni
Una nuova leggenda sta per essere risvegliata, una nuova guerriera sta per sorgere. Il suo nome è Hikaru. Un potere leggendario dimora dentro di lei, un potere che solo lei possiede, un potere che si tramanda dalla notte dei tempi. Hikaru non è una ragazza qualunque, no, lei è l’incarnazione dell’Arcangelo di fuoco, Micael, colui che scacciò l’angelo oscuro Lucifer dal regno celeste. Ora quell’angelo è tornato per compiere la sua vendetta. Solo Hikaru e la sua leggendaria armatura possono fermarlo. Ci riuscirà? Scopritelo
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ora che aveva di nuovo i suoi amici al suo fianco, Hikaru era diventata molto più raggiante rispetto a quando era l’unica allieva di Hachiro e infatti quel pomeriggio l’addestramento andò alla grande. Si impegnò molto di più e diede il massimo.

Anche i suoi amici erano molto migliorati e riuscivano a resistere alla fatica e a tenersi testa tra di loro anche nel corpo a corpo a mani nude.

Hachiro si dimostrò un ottimo insegnante nei loro confronti, considerandoli tutti allo stesso modo di Hikaru, non aveva preferenze.

 

- I miei complimenti, oggi avete dato fatto molti progressi per essere il vostro primo giorno come miei allievi – commentò Hachiro, a fine addestramento.

 

– Grazie, e voi siete un ottimo maestro – commentò Sayuri, entusiasta

 

– Grazie – la ringraziò lui.

 

Più tardi, dopo cena, i nuovi arrivati vennero sistemati in due stanze, vicino a quella di Hikaru, così lei non si sarebbe sentita sola e la ragazza ne era molto felice.

 

Ora che erano di nuovo tutti e cinque insieme, la sua felicità sembrava non svanire mai. Loro rendevano la sua vita più colorata e divertente, e meno noiosa.

E poi c’era Hachiro, la luce dei suoi occhi, colui che la rendeva davvero completa, che la faceva sentire bene con se stessa, che le stava sempre vicino nel momento del bisogno. Era felice. Ma le sue notti non erano serene.

 

Quasi ogni notte vedeva il volto sofferente di Haru che invocava il suo nome e implorava pietà. Il tempo stringeva e lui non era ancora al suo fianco e questo pensiero la opprimeva.

Il suo pensiero le dava forza durante l’addestramento, ma quasi ogni sera diventava il suo peggiore incubo che tormentava le sue notti insonni. I suoi amici erano molto preoccupati e vederla provata li spaventava.

 

– Povera Hikaru, mi fa pena vederla in quello stato quasi ogni notte – commentò Sayuri, un pomeriggio – Le manca Haru terribilmente poverina – mormorò Mikan

 

– Già, e noi possiamo fare molto poco per aiutarla, solo Hachiro sa farle tornare il sorriso – mormorò Kaede

 

– Noi possiamo darle solo il nostro sostegno purtroppo – disse Ichigo, sospirando

 

– Possiamo fare molto di più invece, possiamo farle sentire che ci siamo davvero per lei, farle capire che può contare davvero su di noi, che per qualunque cosa noi ci saremo sempre per lei – replicò Sayuri, con decisione

 

– Hai ragione, noi siamo i suoi amici, e faremo tutto il possibile per renderla felice e vederla di nuovo sorridere, perché è questo che si fa in una squadra, ci si aiuta a vicenda l’un l’altro – commentò Ichigo

 

– E in questo momento Hikaru ha bisogno del nostro aiuto, ora più che mai ha bisogno di noi – disse Mikan – Sono d’accordo – aggiunse Kaede.

 

Avevano ragione a pensare quelle cose. Dopotutto anche se Hikaru appariva una ragazza forte e sicura di se, dentro era fragile come il cristallo più puro.

 

E anche lei sentiva di avere il bisogno d’aiuto per andare avanti e non lasciarsi prendere dalla paura o dal dolore e crollare. Intanto il tempo passava, giorno dopo giorno l’addestramento dava i suoi frutti, tutti stavano facendo davvero ottimi progressi, soprattutto Hikaru, che si addestrava pensando ad Haru.

 

Il desiderio di andare a salvarlo si stava facendo sempre più forte, anche se ormai sapeva che andare a salvarlo senza una preparazione adeguata, probabilmente sarebbe morta di sicuro, e poi sarebbe stata una grande follia. Ma non ce la faceva più ad aspettare. Così una mattina si precipitò immediatamente da Athena.

 

La dea non fu stupita di vederla.

 

– Cosa ti porta qui oggi, Hikaru? – esordii la donna

 

– Io non ce la faccio più ad aspettare mia signora, mio fratello è nelle mani del nemico da troppo tempo. Ogni notte ormai vedo il suo volto che soffre e che invoca il mio nome. E mentre io sto qui ad addestrarmi ogni giorno, lui è sempre più vicino alla morte. E’ un suo fidato Cavaliere, perché esita nell’andare a salvarlo quando invece potrebbe benissimo farlo? – rispose Hikaru, nervosa

 

– Io lo farei se potessi, ma sarebbe un suicidio agire adesso, credimi- replicò la dea, seria

 

– Si certo, tutte scuse, la verità è che lei ha paura di qualcosa, non è vero mia signora? – ribatté Hikaru, irritata.

 

A quelle parole, la dea rimase spiazzata, l’aveva centrata in pieno.

 

Era vero, aveva paura, ma sapeva che quello non era il momento per Hikaru di sapere come stavano davvero le cose, poiché se lo avesse saputo ora, si sarebbe gettata a capofitto verso morte certa, dato che non era ancora pronta per affrontare un nemico come Lucifer, no, non lo era, almeno per il momento.

 

– Allora? Avete paura? –, la voce di Hikaru irruppe quasi come una tempesta nei suoi pensieri.

 

– Si, ho paura, paura per te – rispose la dea, guardandola fissa negli occhi. A quella frase, Hikaru sgranò gli occhi, stupita.

– Paura per me? Sul serio? – chiese, perplessa

 

– Si, perché tra tutti noi tu sei quella più in pericolo, io sto cercando di proteggerti, non di ostacolarti, credimi – mormorò Athena, cingendole le braccia.

 

Lei fu stupita di quello strano gesto affettivo nei suoi confronti.

I loro sguardi si incrociarono.

 

Negli occhi della dea si leggeva la paura, una paura che mai aveva visto in Athena, e poteva percepirla.

 

– Proteggermi? E da cosa? – mormorò Hikaru, abbassando lo sguardo

 

– Da cose più grandi di te, Lucifer non è da sottovalutare. So che hai paura per Haru, ma credimi, agire adesso è come andare incontro a morte certa, e fidati se ti dico che non sei ancora pronta per affrontare Lucifer – le rispose Athena, seria.

 

Hikaru si staccò dalla stretta

 

– E perché non sarei ancora pronta eh? Sentiamo – sbottò la ragazza, irritata

 

– Perché i tuoi poteri sono ancora deboli, il tuo cosmo non si è ancora risvegliato del tutto, è ancora sopito dentro di te il vero potere di Micael – le spiegò la donna

 

– Il vero potere di Micael? Il mio cosmo ancora sopito? Tutte scuse, mi spiace, ma non ci credo. Sono riuscita a tenere testa a Pisces, da sola, senza difese, questa è la del mio potere e della sua forza – ribatté Hikaru, trattenendo la rabbia a stento

 

– Quello che ho detto è vero – ribatté Athena, con un tono di rimprovero.

 

Hikaru non seppe cosa rispondere. Nel suo cuore sapeva che Athena aveva ragione. Il destino dell'intera umanità dipendeva da lei, e non poteva permettersi di fare cose stupide o insensate.

 

  • Va bene, aspetterò, ma vi prego, vegliate su di lui, per favore – mormorò Hikaru.

 

La dea annuì. Poi la ragazza corse nella sua stanza, sconvolta.

 

   
 
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