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Autore: lapoetastra    26/04/2015    4 recensioni
Il buio ti invade gli occhi, e quasi non riesci a capire dove stai andando.
Alzi lo sguardo e capisci la causa di quella cupa ombra.
Le fronde fitte di secolari alberi coprono il cielo impedendone la vista, e da esse filtrano solo alcuni deboli raggi di Sole.
Sei in un bosco, una selva che ti fa paura e ti incute timore, anche se non riesci a capirne il motivo.
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il buio ti invade gli occhi, e quasi non riesci a capire dove stai andando.
Alzi lo sguardo e capisci la causa di quella cupa ombra.
Le fronde fitte di secolari alberi coprono il cielo impedendone la vista, e da esse filtrano solo alcuni deboli raggi di Sole.
Sei in un bosco, una selva che ti fa paura e ti incute timore, anche se non riesci a capirne il motivo.
Forse è per il silenzio.
Nessun suono giunge alle tue orecchie tese come corde di violino, nessun uccellino addolcisce l’aria con il suo canto melodioso.
Non c’è alcuna traccia di vita, a parte te, che sei talmente spaventato che quasi percepisci il battito forsennato del tuo cuore.
Perché sei finito lì?
Non lo sai.
Non riesci a pensare a niente, adesso.
È come se la selva ti avesse prosciugato di ogni energia, e non puoi fare altro che camminare piano, con passo malfermo, tra i filari degli imponenti alberi, alla ricerca dell’uscita di quell’infernale labirinto.
Sei all’aperto, eppure ti manca l’aria e ti sembra di soffocare.
Hai perso le speranze, quando la luce abbaglia i tuoi occhi abituati all’oscurità.
Eccola lì.
La fine del bosco.
Si estende immensa e bellissima di fronte a te che a quella vista paradisiaca non puoi evitare di tremare in preda al sollievo ed all’euforia.
Ritrovi coraggio, riprendi forza, ed inizi a correre verso quell’oasi.
Senti già l’aria fresca primaverile che ti scompiglia i capelli, percepisci già il Sole che ti scalda la pelle fredda.
Ci sei quasi, ormai.
Ti fermi, di colpo.
Sei costretto a farlo.
Tre bestie, tre fiere grosse e feroci ti si parano davanti bloccandoti il cammino.
La paura prende il sopravvento sulla gioia, e ti fa battere i denti incontrollatamente.
Provi timoroso a fare un passo, ma il leone, la prima belva a destra, ruggisce minaccioso e digrigna le zanne affilate, imitato immediatamente dalle sue compagne, una lonza ed una lupa.
Anche se sai che non dovresti farlo, tremi, e sei consapevole del fatto che questa volta non c’è alcuna via di scampo.
Nessuna salvezza.
Nessuna possibilità di sopravvivere.
Ma di colpo senti un fischio.
Acuto e rapido, che ti penetra nelle orecchie e ti fa sussultare.
Le tre fiere sembrano spaventarsi, nell’udire quel suono stridulo, e corrono come cuccioli spauriti a nascondersi nella fitta selva alle tue spalle, passandoti talmente vicino che se solo allungassi di poco la mano potresti sentire la morbidezza del loro manto serafico, ma senza degnarti di uno sguardo.
Tiri un sospiro di sollievo.
Sei al sicuro, ora.
Ma non sei solo.
Un uomo alto e magro si materializza di colpo di fronte a te.
È lui che ha fischiato, ne sei completamente sicuro anche se non lo hai visto farlo.
Lo guardi.
Lo riconosci.
È lui.
Il tuo maestro.
Il tuo mito immortale.
< Vieni con me, Dante. Partiamo per un viaggio >, ti dice gentilmente, e tu non puoi allora fare altro che sorridere tra le lacrime.
< Sì, Mastro Virgilio >, rispondi con venerazione, inchinandoti lentamente ai suoi piedi.
Poi ti rialzi, stringi la sua mano tesa ed insieme vi recate in un luogo oltre i confini dello spazio e del tempo.
   
 
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