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Autore: The Galway Girl    26/04/2015    1 recensioni
Sono una scrittrice, o meglio ho scritto solo un libro due anni fa, una storia per bambini intitolato “Capitan Coraggio”, che si è venduto piuttosto bene. La casa editrice mi aveva assicurato che per il secondo libro avrebbe organizzato un lancio promozionale senza precedenti, spendendoci un sacco di soldi in modo da assicurarci più lettori possibili, ma la mia migliore amica mi ha comunicato una notizia che mi ha fatta sprofondare nella più profonda delle disperazioni.
I soldi non ci sono più, puf! Andati, spariti.
C'è un solo modo di recuperarli, che io vada di persona alla casa editrice a reclamarli. Unico ostacolo, non metto un piede fuori casa da cinque anni, così ho fatto ricorso ad un life coach che mi aiuterà a sconfiggere le mie paure. Riuscirò a riottenere il mio budget?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3.


Charlotte ed io abbiamo trascorso tutta la sera ad elaborare piani per riprendermi il budget, uno più assurdo dell'altro, dall'ackerare il suo conto in banca per rubarle i soldi all'assumere la Yakuza giapponese per farla uccidere, nessuno di concretamente realizzabile.

E' venerdì, niente scrittura oggi, per me è il giorno delle pulizie. Pulisco a fondo il bagno, uso il pulitore a vapore, lo passo nella vasca e tra ogni piastrella, lavo il pavimento con un detersivo apposta che uccide tutti i batteri, o almeno così è riportato sulla confezione. Cambio le lenzuola del letto e passo l'aspirapolvere in tutta la casa, perfino sul balcone, pulendo per bene sotto al letto. Metto le lenzuola e gli asciugamani in lavatrice con l'ammorbidente e il detersivo antibatterico e avvio il programma a temperatura 90 gradi come sempre.

Riordino l'armadio sistemando i vestiti per colore e tipo, i jeans insieme ai jeans, le gonne con le gonne, indosso sempre fuseaux e t-shirt in casa, quindi questi vestiti non li indosso mai, ma mi piace riordinare l'armadio ogni settimana comunque, mi da una sensazione di ordine e stabilità.

Vado in cucina e pulisco il piano da lavoro, che non uso mai dato che cucino raramente, strofino bene ogni superficie con lo sgrassatore antibatterico e sistemo tutti i vasetti in fila ben ordinati, svuoto i cassetti, li pulisco per bene e riordino tutti gli utensili.

Lavo i vetri con un foglio di giornale come lessi in una rubrica sul quotidiano in cui scrive Charlotte, sistemo le tende e accendo candele profumate in ogni stanza, lo sgrassatore antibatterico che uso ha un odore tremendo.

Ci impiego tutto il giorno, esausta mi butto sul divano aspettando Charlotte, oggi sono felice di avere la cena pronta.

Puntuale si apre la porta con la chiave che le diedi cinque anni fa ed entra carica di borse.

< < Charlie? > > chiedo cercando di vedere il suo volto dietro alla barriera di buste.

< < Hey, ho pensato che una bella cenetta potesse tirarti su il morale > > dice posando tutto sul tavolo.

< < Ho letto una ricetta su un sito, rilassati, ci penso io > > mi fa l'occhiolino, e con mio grandissimo disappunto apre tutti gli armadi e cassetti tirando fuori piatti, scodelle e utensili.

Trattengo un gemito e mi sistemo su uno sgabello guardandola armeggiare con pentole e coltelli.

< < Cosa dovrebbe essere? > > chiedo dopo mezz'ora buona.

< < Riso thai al latte di cocco e pollo al curry > > mi dice girando il mestolo nella pentola, sembra una delle streghe di Macbeth.

< < Oh fuck > > la sento sussurrare a un certo punto.

< < Cosa succede? > > chiedo preoccupata, sto morendo di fame.

< < Niente > > dice con una voce un po' troppo stridula < < Direi che è pronto! > >

Poco convinta apparecchio la tavola mentre lei carica la lavastoviglie alla bell' e meglio strappandomi un altro gemito e chiudendola con un piede.

Io sistemo le tovagliette all'americana allineandole precise col bordo del tavolo, posiziono i piatti, i bicchieri, piego i tovaglioli con cura e Charlie me li strappa di mano < < Da' qua > > dice terminando di apparecchiare.

Mi ritrovo nel piatto una sbobba verde chiaro con del riso tutto attaccato e una salsina poco invitante.

Verso del tè verde a me e del vino a lei e, trattenendomi dal fare il segno della croce, assaggio.

Tengo il boccone in bocca, non ho il coraggio di mandarlo giù. E' la cosa più terribile che abbia mai mangiato.

Lancio occhiate a Charlotte e noto che lei è disgustata tanto quanto me.

< < Oh God, fa schifo! > > esclama lei dopo aver assaggiato.

Sollevata sputo il mio boccone nel tovagliolo e bevo un lungo sorso di tè.

< < Well, ci ho provato > > dice lei porgendomi il bicchiere per un brindisi.

Finiamo col mangiare french toast sul divano preparati da me, senza farmi vedere ho anche sistemato meglio i piatti nella lavastoviglie e l'ho avviata.

< < Sai, ho avuto un'idea su come cavarmela in questa storia > > le dico sistemandomi sul divano.

< < Uh quale? > > chiede lei interessata.

< < Pensavo di finire di scrivere il libro e proporlo ad altre case editrici. Ci dovrà pur essere una disposta a lanciarlo come si deve! > > dico convinta.

La mia amica mi guarda come se le avessi appena detto che ho intenzione di sposarmi con me stessa.

< < Cosa vuoi fare? > > mi chiede.

< < Andare a bussare ad altre porte, cioè, mandare te, ovvio > > spiego un po' meno convinta.

< < Ginny, non puoi > > mi smonta subito lei.

< < Perché? > >

< < Ormai hai venduto i diritti a loro, non puoi prendere baracca e burattini e andare altrove > > mi spiega.

< < No? > > chiedo

< < No! > > mi conferma lei < < Cioè, puoi andare a lavorare per un'altra casa editrice, ma con altri romanzi. “Capitan Coraggio” appartiene a loro, non hai letto il contratto?>

< < Ehm, no > > dico imbarazzata.

< < Bé, devono pubblicarlo loro, nessun altro può > >

< < Lo faranno in sordina per evitare di spendere altri soldi, ovvio > > aggiunge tanto per darmi il colpo di grazia.

< < Quindi sono in trappola? > > chiedo < < ”Capitan Coraggio” è spacciato, non posso salvarlo? > >

< < Si che puoi, solo che non sappiamo ancora come > >

< < Mancano tre mesi al lancio previsto, dobbiamo trovare un modo! > > ripeto per la millesima volta.

Sono giorni che diciamo che bisogna trovare un modo, ma non abbiamo ancora avuto nessuna buona idea.

< < Dormiamoci su, ok? > > mi dice alzandosi e salutandomi.

La saluto a mia volta, non andrò a prendere la posta oggi, voglio solo andare a letto.



Mi sveglio con lo stomaco che brontola, ieri non ho pranzato e a cena ho mangiato solo un misero toast.

Mi squilla il cellulare, e mentre rovisto negli armadi cercando qualcosa con cui fare colazione rispondo.

< < Buongiorno signorina Castelli, sono Ilaria della casa editrice > > mi dice una ragazza tutta felice < < La chiamo perché avremmo bisogno della versione finale del suo manoscritto per la revisione. > >

< < Ehm, si certo > > dico sconsolata, ho creduto che mi avessero chiamata per dirmi che avevano cambiato idea per il budget < < In settimana la mia agente verrà a portarvela > > taglio corto, non ho intenzione di dirle che mi mancano ancora almeno cinque capitoli da scrivere.

< < Ottimo! > > dice lei con il suo tono entusiasta.

< < Senta > > comincio io, ho voglia di chiederle indietro i soldi, ma non ce la faccio

< < No, niente, arrivederci > > dico riagganciando.

Maledicendo il mio poco coraggio riordino tutti gli armadi sconsolata, il lato positivo della chiamata di poco fa è che mi ha fatto passare la fame.

Accendo il computer e la stampante, recupero una confezione di fogli bianchi dall'armadio e lancio la stampa degli ultimi capitoli, nel frattempo continuo con la stesura del finale.

Trascorro tutto il pomeriggio a scrivere, la mia vecchia stampante ci impiega un'eternità a stampare tutto, saranno all'incirca 60 pagine, nella mia mente lancio insulti alla casa editrice, perché cavolo non si fanno andare bene una copia digitale? Potevano chiedermi di battere tutto a macchina già che c'erano.

Domenica rileggo tutto quello che ho scritto, complimentandomi con me stessa, questo libro è proprio bello, e con un po' di tristezza mi dico che probabilmente non lo leggerà nessuno.

Infilo tutto in una busta e lo appoggio sul tavolo, domani sera lo consegnerò a Charlotte.

Vado in bagno per il solito rituale della sera, mi guardo allo specchio e mi ripeto “Tu sei bella, hai successo, hai totale padronanza della tua vita”.

All'improvviso realizzo che non ho più niente da fare nella vita.

Ho finito di scrivere il seguito di “Capitan Coraggio”, ormai non mi rimane più niente, dovrò tornare a svolgere traduzioni via internet.

Col morale nelle scarpe mi infilo nel letto, niente tisana oggi, non mi basterebbero cento litri per rilassarmi.

Note dell'autrice:

Voilà il nuovo capitolo sulle disavventure di Virginia, lo so che sono corti, ma ho dovuto dividere la "Parte Prima" in tanti piccoli capitoli, cercherò di aggiornare più spesso possibile!





















  
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