Fanfic su attori > Jamie Dornan
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Autore: ZereJoke94    26/04/2015    4 recensioni
[Jamie Dornan]
Mi porse la mano -James-
-James- Ripetei, come un idiota.
Non riuscivo a credere all’idea che si stava facendo largo nella mia mente, ma più lo guardavo e più mi convincevo di quello che stavo pensando.
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10
Cercavo di scacciare l'immagine di mio padre che stringeva la mano di Jamie, impacciato come poche volte il vita sua mentre continuava a ripetere "Nais tu mit iu". Si, nais tu mit iu. Scossi la testa, e repressi una risatina. Tralasciando l'imbarazzo, era stato divertente.
Guardai Jamie, che mi camminava accanto. Si guardava intorno rapito, anche se non capirò mai cosa avesse tanto da guardare, visto che eravamo nel parchetto a pochi isolati da casa mia, un posto del tutto ordinario, a mio parere.
Camminavamo in silenzio, e in quel momento fu come se lui fosse già partito. La tristezza e la tensione tra noi era palpabile.
-L'anno scorso sono stata in Inghilterra...- Dissi, avevo un disperato bisogno di riempire quel silenzio pesante.
Lui si voltò verso di me e sgranò un pò gli occhi grigi. "Davvero?"
-Si, per imparare meglio la lingua- Mi strinsi nelle spalle, -Avrei voluto fare un salto in Irlanda, ma non dipendeva da me...-
Lui sorrise, afferrando l'allusione. "Mio Dio", pensai.
-Sai...- iniziò, sistemandosi gli occhiali scuri e indicandomi una panchina su cui sederci. Stavano passando un gruppo di ragazze.
Notai che alcune di loro si voltarono a guardarlo, e lo sentii irrigidirsi. Si rilassò non appena quelle si furono allontanate abbastanza.
Avevo intenzione di domandargli se fosse arrivato ad odiare la sua condizione di estrema notorietà, ma lui mi precedette e mi baciò.
Non c'era traccia della dolcezza della sera precedente, ma piuttosto fu un bacio in cui riversammo entrambi la nostra frustrazione. Dischiusi le labbra, che lui morse e leccò, prima di mettermi una mano dietro la testa e approfondire il bacio.
-Vieni con me...- Disse, spostando la sua attenzione sul lobo del mio orecchio sinistro.
Non risposi.
"Serena, vieni con me" Ripetè, continuando a infiggermi quella tortura meravigliosa, -Per favore...-.
Un brivido mi scosse tutta, ma nello stesso momento lo allontanai leggermente, sicura che così sarei stata in grado di parlare.
-Non posso, Jamie-

Quella sera decisi di uscire con Irene. L'indomani Jamie sarebbe partito per sempre, e non volevo passare tutta la notte a piangere...non ero del tutto sicura che uscendo lo avrei avitato, ma almeno mi sarei distratta e avrei potuto dire a me stessa di averci provato.
Ero nella mia camera da sola, intenta a darmi una sistemata, in attesa che Irene passasse a prendermi. L'autista di Jamie era passato qualche ora prima, a prenderlo per portarlo in un hotel in cui avrebbe passato la sua ultima notte a Roma.
Sentii gli occhi riempirsi di lacrime, e mi affrettai a sventolarmi la faccia con la prima cosa che mi capitò tra le mani, per evitare di rovinarmi il trucco.
"Idiota" pensai, riferita a me stessa, "Non sarà una serata in giro a fartelo dimenticare"
Stavo quasi per chiamare Irene per annullare la serata, mentre sentivo la depressione montarmi dentro, quando sentii il clacson familiare sotto casa mia.
Sospirai sconfitta, afferrai la borsa e andai.

Due ore dopo ero parecchio alticcia, inutile a dirsi. Fortunatamente avevo la sbornia allegra, almeno per quel momento.
Irene non era da meno. Stava piangendo dal ridere perchè Daniele, un ragazzo che avevamo incontrato nel pub, non riusciva a pronunciare correttamente una parola. Non ho idea di che parola fosse.
-Sssei veramente un alcolizzato- Ridacchiò Irene, dandogli una pacca sulla spalla e rivolgendo la sua attenzione a me.
Stavo cercando con tutta me stessa di decifrare l'ultimo messaggio che mi aveva mandato Jamie, senza particolare successo. In quell'occasione constatai che la mia dimestichezza con l'inglese sembrava diminuire incredibilmente, dopo un paio di birre grandi e tre vodke lisce.
-Dai qua- Biascicò Irene strappandomi il cellulare dalle mani.
Si concentrò tantissimo sullo schermo, e poi disse -Jamie...Ah! E' lui il tizio svedese?-
-E' irlaaandeeeeseeee!- Risposi.
-Ehhh, come ho detto io!- Sbirciò ancora un pò il telefono e poi tradusse -Il bellimbusto dice una cosa del tipo...oh, al diavolo, non ne ho idea- E scoppiò nuovamente a ridere. Nel farlo, il cellulare le partì dalle mani, fece un volo di quattro o cinque metri, per poi cadere rovinosamente a terra.
Dal canto mio, no avevo neanche ancora realizzato che non avesse più il cellulare tra le mani, mentre si alzava, scavalcava a fatica Daniele, e poi si dirigeva barcollando tra la folla, riemergendone con qualcosa in mano e un'espressione colpevole stampata in faccia.
Riconobbi il cellulare solo quando me lo mise in mano. Lo schermo era andato in mille pezzi. 
Fu allora che attaccai a piangere disperatamente, come avrei fatto a sentire Jamie?


Ciao a tutte ragazze!
Volevo solo fare un piccolo appuntino. Una ragazza mi ha fatto gentilmente notare che nella storia non si capisce molto bene se Jamie sia sposato o meno, visto che nella realtà lo è. Nella mia ff non lo è.
Volevo trovare un modo per inserire questo particolare in questo capitolo, ma ormai la trama mi sembrava troppo avanti per far uscire una cosa come questa solo ora.
Volevo solo specificarlo :) Un bacio a tutte :*
   
 
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