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Autore: Sid Draco    26/04/2015    1 recensioni
Nuova generazione, nuovi personaggi, nuovi eventi.
Hogwarts é finalmente stata ricostruita dopo la fine della seconda guerra magica, pronta ad ospitare nuovi studenti, vite intrecciate e, ovviamente misteri!
ma cosa c'entrano L'ade e Dante Alighieri con i la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Teddy si sveglió alle otto, al suono della sveglia di Bart, il quale la colpí con la mano da sotto le coperte per spegnerla.
Lupin si mise a sedere sul materasso, spostando le coperte di lato, si stiracchió e balzó giú dal letto. “Buongiorno mondo!” esclamó nel suo pigiama blu notte con disegnate bacchette dorate e le sue iniziali incise sul petto.
Un grugnito fú la risposta che ottenne dal letto accanto al proprio. Il Serpeverde, difatti, fece qualche fatica in piú per alzarsi dal letto. Ad impresa riuscita infiló gli occhiali sul naso, storti, e mettendo una mano nei capelli grigio cenere grattandosi la testa e l’altra davanti alla bocca per coprire un sonoro sbadiglio chiese “Dove la trovi tutta questa forza alla mattina?” La risposta tuttavia arrivó dal corvonero, giá vestito di tutto punto, con un berretto di lana blu scuro con un pompon sopra usciva frettolosamente dalla stanza, sottobraccio una borsa in cuoio piú grande di lui. “Probabilmente ha la pressione piú alta, o un maggiore tasso di adrenalina dovuta all’emozione.”
Uscí dalla stanza farfugliando qualcosa di incomprensibile riguardante un qualche libro.
Serpeverde e Grifondoro si guardarono perplessi, per poi scoppiare in una fragorosa risata.
“Hai visto che cappello che indossava?” chiese retoricamente Bart, tenendosi la pancia dal riso. “Si, ma non dovremmo sparlare di lui quando non é presente!” ribatté Teddy.
“Voi Grifondoro siete allucinanti, piuttosto che dirglielo in faccia ed offenderlo tanto vale che non lo sappia.”
“A proposito di Case” disse poi Teddy tornando serio. “Dovremmo svegliarlo?” indicó il letto del Tassorosso, con le tende ancora chiuse. “Nah, lascialo pure dormire, cavoli suoi se arriva tardi a lezione il primo giorno!” detto ció prese lo zaino nero con i libri ed uscí.
Rimasto solo con il Tassorosso addormentato Teddy si recó verso il proprio baule, estraendone uno zaino rosso della stessa fattura del compagno Serpeverde. Prese anche dei rotoli di pergamena inutilizzati, due piume ed una boccetta d’inchiostro, riponendo il tutto dentro lo zaino.
Si recó verso il letto del Tassorosso, scostandone le tende, insicuro. Scosse il braccio del coetaneo che grugní. “Devi svegliarti, tra poco cominciano le lezioni.”
Infine, prima di uscire estrasse dal baule, sotto una pila di vestiti, una pergamena vecchia e ingiallita e la propria bacchetta. Ben attento a non farsi sentire dal compagno di stanza posó la punta della verga sull’oggetto, sussuró qualcosa a mezza voce e lentamente delle scritte apparvero sulla pergamenta. La piegó e ripiegó, fino a trovare un puntino con sotto scritto ‘Vled’.
Ripose la pergamenta nello zaino, la bacchetta in tasca, dopo aver sussurrato una seconda formula, ed uscí dalla stanza attraverso la porta che conduceva alla sua sala comune.
 
“Buon giorno Vled!” esclameo Teddy sedendosi accanto alla ragazza al tavolo di Grinfondoro.
La ragazza alzó lo sguardo dal suo giornale per posarlo sull’undicenne. “Oh, ciao Ted. Dormito bene?” s’informó posando il quotidiano sul tavolo e bevendo un sorso di succo di zucca dal proprio calice.
“Tutto bene, tu?” fu la risposta gioiosa che ottenne. “discretamente.” La voce di Vled suonava disinvolta, nemmeno lo guardava. “quanto sei noiosa.” Fu lo sbuffo dell’altro, che la ragazza bellamente ignoró.
Ted si serví uova strapazzate, bacon e fagioli, il medesimo cibo che aveva appena finito di consumare Vled, ma proprio quando stava per addentare un pezzo di bacon un gran fruscio d’ali ed un gracchiare di gufi catturó l’attenzione di tutti i ragazzi presenti nella sala. Subito Ted alzó la testa per vedere un allocco ed un gufo reale planare in sua direzione. Ne riconobbe i postini della nonna e dello zio Harry. Il secondo oltre alla lettera a lui indirizzata teneva legato alle zampe un pacco. Estremamente felice Ted slegó le missive e la scatola in cartone, al che i gufi volarono via.
Aprí la prima lettera, quella della nonna, e la lesse.
 
Caro Teddy,
                        Grazie della tua lettera, e complimenti per essere diventato un Grifondoro! Io ed il nonno siamo molto fieri di te! Siamo felici che il viaggio sia andato bene, anche se non ci hai raccontato molto. Il nonno dice che è ovvio, non c’è nulla da raccontare di un viaggio in treno.
Spero di ricevere tue notizie presto,
senza di te è tutto piú triste qui a casa.
                                                                                    Baci, la nonna.
 
Lanció la pergamena sul tavolo, non era quella la lettera che attendeva. Voleva bene alla nonna, ma lei era, appunto, la nonna. Si rese conto che non avessero gran che da dirsi.
Subito aprí la seconda pergamena.
 
Caro Teddy,
                        SEI UN GRIFONDORO! Sono troppo felice, e fiero di te! E anche i tuoi genitori lo sarebbero, te lo posso assicurare. Mi sembra quasi di vedere Remus e Tonks con le lacrime agli occhi dalla felicitá. Si, anche tua madre sarebbe fiera di te, ne sono piu che certo.
Sono felice che tu abbia già trovato un’amica, e non lasciarti ingannare dalle apparenze.
Per i bulletti ai quali hai accennato (si, perché conosco il genere e sono sicuro che non fosse solo uno come dici tu) non lasciarti influenzare, tu sei forte Teddy. Puoi tenergli testa, ma non cacciarti troppo nei guai. Lo so, detto da me è poco credibile, ma davvero, mi preoccupo solo per te. Attacca solo se sai di poter vincere, e non farti beccare. VIGILANZA COSTANTE.
Soprattutto peró ho da dirti una cosa: non farti influenzare da ció che dicono delle Case. I Serpeverde non sono necessariamente malvagi, anzi, molti di loro hanno il peso della loro Casa da portare. Dunque non avere pregiudizi, ma dalla tua lettera posso stare tranquillo, a quanto ho capito ha funzionato l’idea di mettere i dormitori in comune.
Nel pacco ti ho allegato dei dolci babbani, come mi hai chiesto.
Per qualunque cosa scrivimi, mi raccomando.
                                                                        Saluti Harry
 
Teddy si volse verso Vled con un sorriso a trentadue denti, che non si spense nemmeno nel notare il volto della ragazza, un misto di dispiacere e rabbia. Continuó a fissarla felice, finché lei non si volse in sua direzione. Al minore non era sfuggito che Vled non avesse ricevuto lettere, tanto meno il lampo di dispiacere che attraversó i suoi occhi nel notare che lui, invece, avesse ricevuto ben due lettere ed un pacco.
“Cosa c’è?” chiese scorbutica la ragazza. “Ho ricevuto un pacco.” Constató Ted, senza smettere di sorridere. La ragazza alzó un sopraciglio sinceramente perplessa. “Lo vedo.” Non capiva dove volesse arrivare il ragazzo, sembrava fosse intenzionato ad umiliarla, ma per quanto poco lo conoscesse, le pareva improbabile.
“Sai cosa c’è dentro il pacchetto?” chiese ancora, sempre sorridendo, ogni momento piú compiaciuto. Ora Vled cominciava ad essere estremamente perplessa. Decise comunque di assecondarlo. “Non ne ho idea, dimmelo tu.”
Teddy si volse, tolse il magi-scotch che avvolgeva il pacco, per poi aprirlo teatralemtne urlando “DOLCI!”
Alcuni ragazzi seduti vicino a loro si volsero per fissarli di sottecchi.
“Tu sei pazzo… siamo ancora pieni di dolci di ieri e ti fai mandare del… TORRONE?” pronunció l’ultima parola con particolare enfasi, stupita. “Ted ma sei pieno di dolci e merendine babbane!” continuó stupita, analizzando meglio il contenuto della scatola.
“Ti sbagli.” Fece con aria seria l’undicenne. “Siamo.”
Un istante di silenzio fu seguito dalla voce imbarazzata della ragazza. Era la prima volta che la vedeva in seria difficoltá, e gli fece uno strano effetto. Sembrava piú giovane e vulnerabile. “Siamo cosa?”
“Siamo pieni di dolci e merendine babbane.” La corresse Ted, come fosse ovvio. Per lui in fondo lo era, ma Vled parve non essere dello stesso avviso.
Teddy decise furbamente di giocarsi la carta del cucciolo bastonato, abbassó gli occhi, diede un colore grigio cenere ai propri capelli e pronunció mogio mogio: “Non ti piacciono i dolci babbani?” mentre lo diceva si sentiva estremamente Serpeverde.
“Ma cosa dici, io amo tutto ció che è babbano! Non intendevo offenderti, solo che non me lo aspettavo. Non capita spesso che qualcuno sia gentile con me e…”
non poté termiare la frase che Teddy, scartato un mars, le lo spinse in bocca a forza. La ragazza sgranó gli occhi stupita, poi scoppió a ridere cercando di masticare il dolce. Mandata giú la cioccolata diede un amichevole pugno all’undicenne, i cui capelli erano tornati blu, rimproverandolo “Potevo strozzarmi!” nella sua voce traspariva unicamente divertimento, e Teddy seppe che non se l’era presa.
“Ma non è successo!” ribbatté addentando a sua volta una merendina, per la precisione un Laion.
“Ehm, ehm.” Il colpo di tosse li fece voltare, e scorsero il professore che li aveva sottoposti allo smistamento.
“Ciao zio Ne…” cominció Teddy, ma subito si corresse, mente i suoi capelli prendevano una sfumatura piú rosea. “Volevo dire, buongiorno Professor’ Paciock.” L’interpellato fece un sorriso divertito, mentre Vled assumeva una faccia estremamente perplessa, ma non commentó, salutando a sua volta il professore.
“Allora ragazzi, com’è andato il viaggio? Che ve ne pare di Hogwarts?” cominció a fare conversazione il Professore, mentre Vled si alzava in piedi assumendo una posizione rigida, gambe leggermente larghe e mani dietro la schiena.
“Bene Professore, grazie per l’interessamento.” Rispose cordialmente e con una certa formalitá la ragazza. Paciock la guardó perplesso e leggermente divertito da tanta formalitá non necessaria.
“Tutto bene, grazie.” Rispose semplicemente Teddy senza alzarsi dalla panca.
“Sono qui per darvi i vostri orari scolastici” spiegó mostrando due fogli di pergamena, uno semi-vuoto ed il secondo giá compilato. Il secondo lo porse a teddy, per poi rivolgersi a Vled.
“quali materie vorresti frequentare quest’anno?”
“Trasfigurazione, Incantesimi, Pozioni, Erbologia, Difesa Contro Le Arti Oscure, Astronomia, Babbanologia e Cura Delle Creature Magiche.” Disse a memoria Vled, con tono sicuro e deciso.
“sono tante materie, cercherai di prendere otto mago. Sicura di volerle tutte?” – “si, professore.” Paciock la scrutó ancora un istante, per poi fare un respiro profondo ed agitare la bacchetta sulla pergamena. Apparvero scritte su tutto il foglio, che il professore consegnó alla giovane. “eccoti il tuo orario, per fortuna nessuna delle materie che hai scelto è agli stessi orari delle altre. Buona fortuna e buono studio.”
Poi passó oltre, per andare a consegnare i prossimi orari.
“Vuoi davvero fare tutte quelle materie?” chiese stupito Teddy. “No Ted, non le voglio fare, le voglio frequentare. Perché?” domandó successivamente. “beh,” cominció l’undicenne. “Sono tante materie, avrai moltissimo da studiare. Non avrai tempo per le altre cose.” – “che ingenuo che sei” rispose disinvolta Vled, afferrando una confezione di torrone ed aprendola. Ne prese un pezzo e lo masticó con calma. Ingoiato il boccone continuó il proprio discorso.
“Questo è il primo anno a Hogwarts, non saremo tutti allo stesso livello, dunque almeno per i primi mesi sará una passeggiata, visto che molti dovranno mettersi in pari con il programma, cosa che io ho giá fatto da un pezzo. Per di piú Babbanologia la studio solo per avere un gufo in piú, conosco il mondo non magico meglio delle mie stesse tasche. Difesa Contro Le Arti Oscure è una passeggiata, cosí come incantesimi. Le altre materie le conosco discretamente bene. L’unico problema che potrei avere sarebbe Tasfigurazione, visto che il mio rendimento in tale materia è penoso, ma è fondamentale per quasi qualsiasi percorso lavorativo io voglia fare dopo la scuola. Quindi no, Ted, non ho esagerato.”
I due rimasero per qualche istante in silenzio, poi Teddy disse “Bastava un no, non ho esagerato.” Le risate scossero entrambi. Vled guardó l’orologio da polso per poi eclamare “Cavolo Ted, dobbiamo sbrigarci o faremo tardi! Che vuoi fare con quelli?” indicó i dolci nel pacco. “Portarmeli dietro, è tardi per tornare alla torre a posarli in dormitorio.” Disse infilando le lettere ed il cartone nello zaino rosso.
“cos’hai la prima ora?” domandó Vled, scrutando il proprio orario. “Incantesimi” rispose l’undicenne. “E tu?” – “Erbologia con Paciock. Sembra simpatico.” Teddy la guardó cont tanto d’occhi. “Certo che lo è! È uno dei salvatori del mondo magico.” Ma l’informazione parve non colpire la giovane che alzó le spalle. “beh, allora ci vediamo.
Gli scompiglió i capelli, che Teddy fece diventare rossi, ed uscí dalla sala, diretta alle serre.
Uscita dal castello imboccó il sentiero che portava dove si sarebbe svolta la lezione di Erbologia, ma sendendo chiamare il suo nome si volte. “Vled!” ripeté la voce che la ragazza identificó come quella di Eleonore Whrite, la sua compagna di stanza Serpeverde.
“ciao Eleonore.” Salutó cortesemente Vled, arrestandosi per permettere all’altra di raggiungerla. “anche tu frequenti Erbologia?” chiese la Serpeverde imbarazzata, nel tentativo di fare conversazione. “a quanto pare.” Fu la risposta che ottenne, ma non si scoraggió, decisa a conoscere meglio Vled. La incuriosiva in qualche modo, e la sera precedente le era sembrata cordiale e ben disposta.
“Stamattina quando mi sono svegliata non ti ho vista in dormitorio.” Consatató, senza realmente aspettarsi una risposta, che peró arrivó. “si, sono uscita presto. Volevo fare una passeggiata nel parco, vedere l’alba.” Riveló disinvolta, com’era suo solito fare, come se ció che la circondasse non la riguardasse minimamente.
La conversazione le aveva condotte alle serre, dove giá attendevano parecchi studenti del loro anno, per lo piú corvonero. Non avevano avuto ancora una vera occasione per fare conoscenza con i coetanei della propria casa, sebbene fossero massimo un paio, ma ció pareva non turbare affatto Vled, che disinvolta si appoggió al vetro della serra. Eleonore la fissó attentamente, mentre l’altra guardava l’orologio, e constatato che mancarrero ancora poco piú di dieci minuti all’inizio della lezione giró l’angolo, dirigendosi dal lato opposto della serra.
“dove vai?” le chiese Eleonore, timidamente ed incuriosita. “Dietro la serra.” Rispose sempre disinvoltamente Vled. “Posso venire con te?” – “Dipende, sai tenere un segreto?”
non s aspettava una risposta, ed Eleonore lo sapeva, quella domanda era un lasciapassare per uno stralcio della sua fiducia, cosí la seguí.
Arrivarono dal lato opposto all’entrata della serra, lontane da occhi indiscreti, ed Vled, appoggiandosi al vetro, estrasse una scatolina in metallo dalla tasca del mantello.
Eleonore non fece attempo a chiedere cosa contenesse, che l’aprí, mostrando una decina di sigarette in fila. Ne estrasse una e, visto il bagliore di desiderio negli occhi della coetanea, le tese la scatola, offrendogliene una, che Eleonore prese ringraziando.
“non credo si possa fumare qui.” Constató la bionda, mentre Vled si accendeva la propria sigaretta con uno zippo dorato che passó, alla compagna, espirando una boccata di fumo.
“direi proprio di no, ma finché nessuno scopre l’infrazione della regola, e non nuoce a nessuno, è come se la regola fosse insesistente. Non credevo fumassi, comunque.” Ammise Vled.
“e perché mai tu si ed io no?” chiese Eleonore facendo un tiro. L’altra ci pensó un attimo, ma constatato che effettivamnte la sua frase non avesse senso alzó le spalle.
Continuarono a fumare in silenzio, senza avere nulla da dirsi, senza che ve ne fosse bisogno.
Finita la sigaretta Vled estrasse una scatolina dove mise il mozzicone oramai spento, e la porse ad Eleonore per invitarla a fare lo stesso.
Riposte in tasca tutte le prove della malefatta, si diressero verso la porta della serra, dove oramai vi erano tutti gli studenti ad attendere il professore, che aprí la porta e li fece entrare.
Si accomodarono tutti in piedi attorno ad un grande tavolo, sul quale vi eran grandi vasi con piante dai tentacoli verdi ricchi di foglie, in muovimento.
“buongiorno ragazzi, io sono il professor Paciock, insegnante di Erbologia e Rappresentante della casa di Grifondoro. Oggi studieremo questa particolare pianta che potete osservare davanti a voi. Ora, chi sa dirmi di cosa si tratta?”
alcune mani si alzarono, tra cui quella della ragazza alla destra di Vled, una Tassorosso dai capelli castano a caschetto. Il professore la interpelló. “si, McMillan?”
“tentacula velenosa” sussuró quasi impercettibilmente Vled.
“tentacula velenosa, Professore.” Spiegó McMillan.
“Tentacula Velenosa è una pianta velenosa con viti mobili che possono strangolare le sue vittime…”
“se lo sapevi perché non hai alzato la mano?” chiese sottovoce Eleonore, la quale si era posizionata alla sinistra di Vled.
La ragazza la ignore, fingendo di non aver sentito.
“ottima spiegazione signorina McMillan, dieci punti a Tassorosso!” esclamó il professore.
“Bene, ora mettetevi in gruppi da cinque, per oggi lavoreremo cosí.”
 
                                    *                                  *                                  *
 
“Oggi proveremo l’incantesimo di levitazione, il Wingardium Leviosa.” Stava spiegando il Professor Vitius, dall’alto del suo metro. Stava in piedi su una pila di libri sulla sedia, per arrivare alla cattedra.
“Davanti ad ognuno di voi c’è una piuma, entro la fine della lezione dovrete cercare di farla levitare, i primi due che riusciranno faranno guadagnare alla propria casa dieci punti.” A quell’affermazione tutti gli undicenni della classe si drizzaronó sulle proprie sedie, estremamente attenti alle parole del professore.
“Per prima cosa, impareremo la formula. Ripetete con me, Wimgardium Leviosa.”
“Wimgardium Leviosa.” Si sentí dalla classe.
“Un po’ piú forte.”
“Wimgardium Leviosa.” Ripeterono, piú forte e chiaramente.
“Bene, adesso il muovimento del polso. Agitare e colpire.” Mostró il muovimento eseguendo l’incantesimo e facendo sollevare la propria piuma.
I ragazzi ripeterono piú volte il muovimento, e furono pronti a tentare l’incantesimo.
Il primo a riuscire fú David Wallance, il Corvonero dl dormitorio do Teddy, facendo acquisire alla propria casa dieci punti.
Anche Teddy riuscí nell’incantesimo, per secondo.
“dieci punti a Grifondoro!” esclamó il professore, e Teddy si sentí estremamente orgoglioso, i capelli si tinsero di un blu piú intenso, acceso.
“Bene ragazzi, la lezione è terminata, per la prossima volta dovete esercitarvi con l’incantesimo. Potete andare.”
Teddy uscí dall’aula chiaccherando allegramente con Bart, il suo vicino di banco per quell’ora. Si diressero verso l’aula di Difesa Contro Le Arti Oscure, due corridoi piú in basso.
Quando vi entrarono era buio, una flebile luce proveniente dalle candele sparse per la stanza. Vi era qualcosa di inquetante.
Quando si furono tutti accomodat, il professore saltó fuori da dietro la cattedra, gridando “Buongiorn Ragazzi!” alcuni studenti sobbalzarono, Teddy sgranó gli occhi, e Bart sussurró “questo è tutto pazzo.”
“Io sono il professor Wild, e vi insegneró la difesa contro le arti oscure, ma prima, chi sa dirmi cosa sono le arti oscure?”
L’uomo sulla trentina, con occhiali tondi e capelli neri, una veste del medesimo colore ed un sorriso seducente lasció seriamente perplessi Teddy e Bart, che guardandosi trattennero a stento le risate.
Una ragazzina di Corvonero alzó prontamente la mano, ed indicata dal professore partí a mille: “La Difesa Contro Le Arti Oscure è un ramo della magia nel quale si applicano incantesimi per proteggersi da maledizioni varie o altri incantesimi potenzialmente nocivi.” Teddy vide il suo compagno di stanza dal berretto blu fare una faccia imbronciata, e poggiare il mento sulle braccia incrociate sul banco.
“Molto bene! cinque punti a Corvonero! Ora, ditemi i cinque esseri magici secondo voi piú pericolosi.” Subito urla invasero l’aula. “Quintaped!” – “ippogriffo!” – “Basilisco!” – “Aracnidi gigantesce!” – “dissennatori!” – “lupo mannaro!”
“Questa è una bugia!” Teddy urló tali parole prima ancora di accorgersene.
Nella stanza cadde il silenzio. Tutti si volsero verso Ted, i cui capelli divennero a ciocche nere e rosa shocking.
“giá, Lupin deve proteggere la reputazione di quell’ibrido di suo padre!” disse allora un Serpeverde, che Teddy riconobbe come il minore del quartetto incontrato sul treno. “Zitto, Yaxel.” Ringhió il Metamorfomagus.
“sennó?” lo sfidó il ragazzo. “che vuoi fare, mordermi?” i capelli di Teddy cominciarono a prendere sfumature sempre piú particolari, tra il nero, il rosa e il verde. “chissá, magari il tuo sporco padre ti ha tramandato un po’ dei suoi geni ibridi.”
A sentire quella frase Teddy non si trattenne piú, saltó addosso a Yaxel e gli tiró un pugno sull’occhio. Il grido di dolore fece finalmente risvegliare l’insegnante, che era rimasto immobile, spiazzato.
“signor Lupin!” gridó dunque, fermando Teddy. “Venticinque punti in meno a Grifondoro! Che non si ripeta piú!”
“ma professore!” intervenne Bart. “ha cominciato lui!”
il professore non fece attempo a rispondere che la terra cominció a vibrare, scuotendo tutto.
I libri caddero dagli scaffali, le candele si rovesciarono e spensero, qualche ragazzo cadde dalla sedia, qualcun altro si rifugió sotto al banco.
Poi le scosse si fermarono, e tutti rimasero immabili, stupiti.
Una voce, quella della preside, risuonó in tutta la stanza, e probabilmente nella scuola intera.
“Tutti gli studenti vadano nelle loro sale comuni. Tutti gli insegnanti sono pregati di raggiungermi in sala grande. Grazie.”
Si alzarono, ed in silenzio uscirono dalla stanza, mormorando.
Appena Teddy arrivó in corridoio vide altri studenti sbucare da tutte le parti, cercando Vled. Non sapeva dove fosse e di certo non poteva controllare la mappa davanti a tutti, dunque decise di salire al settimo piano.
“Cauda Draconis” pronunció la parola d’ordine, il quadro si staccó dalla parete e lo lasció passare.
Nella sala comune vi era un gran baccano, quasi tutti i Grifondoro stavano li, a parlare animatamente del terremoto. Cercó velocemente Vled, ma non scorgendo la sua chioma nera e verde estrasse la mappa del malandrino dallo zaino. Si sedette ad un tavolino in un angolo, aprí la pergamena sotto al tavolo, mormoró la formula toccando con la punta della bacchetta la carta e si mise a cercare il puntino.
Quando lo trovó si diresse verso le scale che portavano ai dormitori femminili, ma appena inizió a salirle esse si tramutarono in uno scivolo, e cadde rotolando giú.
“Cosa fai, piccoletto?” chiese un ragazza piú grande di lui cortesemente. “Io...” mormoró Teddy. “Cercavo di salire nei dormitori, dovrei raggiungere il dormitorio del sesto anno, devo parlare con una mia amica.”
“Peccato che tu, in quanto maschio, non possa salire.” Alla vista della sua faccia triste aggiunse “Ma io so come fare. Basta che lo raggiungi in modo poco cavalleresco. “
Si abbassó. “salimi sulle spalle, ti ci porto io.”
Teddy subito protestó “Ma non è cavalleresco!” la ragazza ridacchió. “Appunto. Vuoi raggiunge la tua amica o no?”
Ci pensó su un’attimo. Era la sua unica occasione, in effetti.
Salí sulle spalle della ragazza, che ora notava essere estremamente forte ed avere spalle larghe. “Mi chiamo Meredith Baston, comunque. Piacere.” Si presentó salendo le scale e lasciando poi Teddy davanti al dormitorio del sesto anno.
“Piacere, Ted Lupin.”
Si volse verso la porta, bussó, fece un respiro profondo ed aprí la porta.
Vled stava sul davanzale della finestra seduta, la finestra aperta, una sigaretta accesa nella mano e parlava con una ragazza Serpeverde.
“Hogwarts è sul suolo magico, estremamente potente. Ha migliaia di incantesimi anti-sommossa. Un terremoto non l’avremmo mai sentito.” Stava spiegando la ragazza, per poi prendere una boccata dalla sigaretta.
“E tu chi sei?” chiese la ragazza bionda rivolta a Teddy. Vled si volse verso di lui ed un largo sorriso le si aprí sulle labbra.
“Ciao Ted, come sei salito?”


Ecco qui il terzo capitolo.
spero vi piaccia.
chiedo scusa per eventuali errori. grazie a chi ha messo tra le seguite, e grazie a  sefoev per aver recensito.
spero vogliate lasciarmi dei commenti, anche brevi, per sapere meglio come migliorare.
grazie di aver letto fin qui.
a presto
Sid Draco
  
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