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Autore: Kimly    26/04/2015    5 recensioni
Gli anni ad Hogwarts di Fred, George ed Angelina.
Gli anni in cui hanno affrontato battaglie e prove difficili, riuscendo a superarle.
Ma anche gli anni dei cambiamenti e della nascita di sentimenti dapprima sconosciuti.
Questa è la loro storia, la storia del gruppo "F.A.G" e dei loro amici.
[Personaggi principali: Fred e George Weasley, Angelina Johnson, Alicia Spinnet, Lee Jordan, Oliver Baston e Katie Bell]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alicia Spinnet, Angelina Johnson, Fred Weasley, George Weasley, Katie Bell
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Capitolo 49

 

-Etciù.- Brad starnutì per l'ennesima volta, passando davanti alla camera di Fred.

Quando udì un chiacchiericcio concitato, non resistette all'impulso di avvicinarsi alla porta semi-aperta e di guardare chi ci fosse dentro.

Brad si stupì di non vedere Alicia seduta sulla poltrona di fronte al letto di Fred, dove il ragazzo era sdraiato; i suoi occhi, invece, riconobbero la sagoma di Lee che tutto trafelato blaterava dei suoi problemi di cuore.

Brad sorrise e, alzando gli occhi al cielo, entrò nella stanza e chiuse bene la porta dietro di sé.

-Okay, ora è il mio turno.-

Lee si voltò di scatto, quasi come se fosse stato colto con le mani nel sacco, mentre Fred alzava leggermente la testa, giusto per capire chi fosse entrato nella sua stanza.

-Anderson, questa è una conversazione privata.- brontolò Lee, guardandolo come se volesse ucciderlo.

-Perché mi continui ad odiare, Jordan?- domandò Brad, fingendosi ferito -Non sono più io il tuo nemico numero uno. Alicia non mi interessa più in quel senso.-

-Questo non cambia le cose. Non sei un mio amico.- Lee lanciò un'occhiata a Fred -E non sei nemmeno un suo amico, vero, Fred?-

Il ragazzo fece una mezza risatina, che a Brad parve tutt'altro che divertita, e poi disse.

-Lee, con questa frase mi hai fatto tornare in mente un sacco di ricordi.-

Brad non capì a cosa si stesse riferendo, ma Lee evidentemente sì perché si corrucciò e non disse più una parola.

-Comunque, Jordan, conosciamo tutti il tuo problema. Alicia ha paura ad ammettere che ti ama ancora e non ha il coraggio di lasciare il suo ragazzo. È una situazione difficile, ma si risolverà, stai tranquillo. Basterebbe metterla alle strette secondo me, però prima o poi lo capirà anche lei e voi vivrete felici e contenti, d'accordo?- disse Brad, guardando Lee che ricambiò lo sguardo come se Brad fosse uscito di senno -Ora passiamo al mio di problema; problema che ha un nome e un cognome.-

-Quale? Suzanne Hart o Finn Eagle?- chiese Lee, curioso, ma accennando un sorriso divertito di fronte a Brad che chiedeva aiuto.

Brad sembrò pensarci su e poi disse.

-Beh, in realtà tutti e due, ma direi che il problema principale è Sue. Lei ed Alicia sono davvero simili, perché anche lei non vuole ammettere che prova qualcosa.-

-Ah, se aspetterà quanto ha aspettato Alicia, fai prima a cercarti un'altra ragazza.- commentò Lee, grattandosi il mento.

-Grazie, sei di grande aiuto.- replicò Brad ironico.

-Perché non la metti alle strette, scusa? L'hai detto tu che con Alicia faresti così.-

-Non è proprio la stessa cosa. Sai che Alicia ti ama, lo sanno tutti! Suzanne è più criptica, è come... com'era Alicia all'inizio della vostra storia, se non peggio.-

-Peggio?-

-È innamorata di Finn o crede di esserlo, per cui, fino a quando l'idiota non farà una mossa verso di lei o non staranno insieme, Sue non guarderà nessun altro ragazzo.- sbottò Brad, sedendosi ai piedi del letto di Fred che disse.

-Si può sapere perché siete venuti da me per queste cose? Non sono proprio un guru delle relazioni, visto come è andata a finire la mia unica storia importante.-

-Non dire così! Sei giovane, potrai innamorarti ancora.- lo incoraggiò Lee, ma l'espressione che Fred assunse gli fece capire di aver detto la cosa sbagliata -Sono venuto da te perché sei mio amico e perché sei diventato molto amico di Alicia, per cui...-

-Non temere, non voglio portartela via.- lo interruppe Fred, lanciandogli un sorriso -Capisco che tu sia geloso di lei, ma non puoi guardarmi male tutte le volte che lei mi sorride.-

-Lo so.- sbuffò Lee, dispiaciuto -Solo che è brutto che adesso sia così aperta con tutti. Cioè, è bello che sia molto meno fredda e più dolce, però prima mi sentivo privilegiato, capite? Ero uno dei pochi che la faceva sorridere.-

-Beh, vedila da quanto punto di vista. Sei ancora l'unico che la fa sorridere in un certo modo.- puntualizzò Brad e a Lee venne in mente quella volta in cui aveva detto ad Angelina che il suo sorriso era diverso in presenza dei gemelli.

-Sai.- disse infine Lee, non riuscendo a trattenersi -Odio questo tuo modo accomodante che usi per farci parlare della tua situazione.-

Brad replicò con un ghigno canzonatorio e Lee sbuffò ancora.

-Dovresti parlarne con Paul, lui sì che capisce davvero Suzanne.- commentò Fred, guardando il soffitto -Anche se credo che lei sappia già chi vuole davvero. È simile ad Alicia, ma a differenza sua non credo che starebbe con una persona che non vuole davvero. Penso sia molto più sincera da questo punto di vista.-

-E tu come le sai queste cose?- domandò Brad, temendo il peggio.

Fred non riuscì a trattenere una risata, questa volta genuina.

-Uao, rilassatevi. So di essere molto attraente, ma non ho mire su nessuna ragazza, impegnata o meno, presente in questa casa. So queste cose perché ho imparato ad osservare le persone. Un vizio che ho ereditato dalla mia ex ragazza, la maestra dell'osservazione.-

-Weasley, fra me e te non c'è competizione.- replicò Brad, sistemandosi i capelli di proposito.

-Esatto, non ce n'è.- continuò Fred ed entrambi risero, seguiti a ruota da Lee.

-Etciù!- Brad, dopo lo starnuto, fece per parlare ancora, ma non ci riuscì -Etciù, etciù, etciù!-

-Cavolo, sei pieno di microbi, amico.- commentò Lee, divertito.

-Sbaglio o mi hai chiamato amico, amico?- lo punzecchiò Brad e Lee non poté fare altro che tacere, proprio nel momento in cui qualcuno bussò alla porta.

Alicia fece il suo ingresso nella stanza e si bloccò di colpo di fronte a quella bizzarra scenetta: Lee, Brad e Fred nella stessa stanza.

-La fine del mondo è già arrivata?- ironizzò lei, spostando lo sguardo da Lee e Brad che le fece un ghigno divertito.

-Che succede?- domandò Fred, alzandosi dal letto e guardandola negli occhi.

-Dobbiamo andare a prendere delle provviste e, vista l'occasione, anche delle medicine non sarebbero male.- chiarì lei, indicando Brad che starnutì ancora e riuscì a dire.

-Basterebbe un decotto comunque.-

-Non abbiamo più molte scorte per le pozioni e di certo non possiamo sprecarle per un banale raffreddore, Brad.-

Il ragazzo non poté replicare niente, conscio che Alicia non stava affatto sbagliando.

-Bene.- riprese lei, decisa -Chi vuole andarci? Fred?-

-Perché chiedi chi vuole andarci e poi proponi me?- domandò lui in risposta, quasi divertito -Non ha senso!-

-Perché hai bisogno di sfogarti e no...- lo interruppe Alicia prima che potesse fare una battutina delle sue -Non intendevo in quel senso. Hai bisogno di uscire e di pensare ad altro. E poi sei uno dei migliori, per cui se andassi anche tu mi sentirei più tranquilla.-

-Grazie per la considerazione.- mugugnò Lee, infastidito.

-Vai anche tu, Lee.-

Il ragazzo alzò gli occhi e lanciò una strana occhiata ad Alicia che gli fece un cenno allusivo che Lee, ovviamente, non comprese.

-Devi controllare che io non mi suicidi.- chiarì Fred ad alta voce e Alicia si passò una mano sul viso, rassegnata -Va bene, allora, andiamo.-

George e Angelina, mano nella mano, entrarono nella stanza che i gemelli avevano affittato sopra il negozio.

Non l'avevano mai usata come camera vera e propria, né per dormire, né per un reale trasferimento; un tempo era stata usata come posto dove riposarsi prima dell'apertura o come luogo dove sviluppare qualche nuova e brillante idea per degli scherzi.

Oramai, però, quella stanza era diventata un secondo magazzino e, non appena Angelina varcò la soglia, faticò a vedere il pavimento, completamente pieno di scatole e di esperimenti di scherzi andati a male.

-Ehm... George, d'accordo che volevi un po' di intimità, ma questo non mi pare proprio un bel posto per restare da soli.- Angelina gli lasciò la mano per passarla sulla scrivania piena di fogli e buste di varie dimensioni e la rialzò coperta di polvere, mostrandola poi al ragazzo.

-Avrei dovuto sistemare prima di portarti qui in effetti.- sorrise lui, divertito -Ma posso rimediare!-

George sfoderò la sua bacchetta e la agitò, facendo sparire scatoloni, buste, fogli e quant'altro.

In pochi minuti la stanza era tornata come nuova e senza alcuna traccia di sporcizia.

-Soddisfatta?- domandò il ragazzo, sorridendole.

-Decisamente.- Angelina rispose al sorriso e gli allungò una mano che George usò per avvicinarla a sé.

-Allora, hai detto che volevi un po' d'intimità.- sussurrò Angelina, imbarazzata -Non mi dirai che...-

George la baciò prima che lei potesse finire la frase, mentre Angelina sentiva il cuore arrivarle in gola.

Tutte le volte si stupiva di quanto fosse strano ed estremamente bello baciare George.

Era... Era decisamente diverso rispetto a Fred.

Fred era passionale, impetuoso, ma allo stesso tempo la faceva sentire al sicuro.

George, invece, era dolce, protettivo e, Angelina questo l'aveva notato fin da subito, quasi fragile.

Ogni volta che la baciava sembrava sempre incerto, come se si aspettasse che da una momento all'altro Angelina lo respingesse e lo lasciasse per tornare da Fred.

E forse lo pensava davvero, perché la ragazza si era accorta degli sguardi di George che erano diventati sempre attenti ad un suo cambio di espressione.

-No.- gli disse lui sulle sue labbra.

-No?-

-No, non voglio fare quello che pensi, Angie. Voglio fare le cose con calma, andarci piano.-

-Non ti facevo un ragazzo romantico.- disse lei, divertita da quella rivelazione.

-Come no? Cosa ti aspettavi?-

Angelina si morse le labbra e si allontanò un poco da lui.

-Beh, sì, so che sai essere dolce, ma... Con Katie, quanto hai aspettato?-

George spalancò gli occhi e la guardò come se fosse uscita di senno.

-M-Me lo stai davvero chiedendo?-

-Perché? La risposta non mi piacerebbe?-

-Perché le due cose non sono comparabili. Tu non sei Katie.-

Angelina lo fissò attentamente e si imbronciò.

-Oh, capisco. Io non sono come Katie, perché lei non aveva mai avuto esperienze, quindi andava preservata, mentre io... Puoi avermi quando vuoi, giusto?-

-Mi stai mettendo in bocca parole che non ho detto, che ti prende?- domandò George, confuso -Perché all'improvviso mi chiedi di Katie?-

-Perché siete stati insieme per un sacco di tempo e, nel giro di un giorno, vi siete lasciati e vi siete dichiarati ad altre persone.- Angelina si sedette sull'unico letto della stanza, triste -Ho provato a far finta di niente, ma non riesco ad evitare la questione.-

-Angie...-

-Devo sapere tutto, perché non voglio iniziare questa storia con paranoie, dubbi o altri problemi. Voglio stare con te senza aver paura di quello che è successo in passato o di quello che potrà succedere.-

George, di fronte a lei, si appoggiò al muro e disse.

-Cosa vuoi sapere?-

-Eri innamorato di Katie?- chiosò Angelina, alzando lo sguardo verso di lui.

-Sì.-

-E lo sei ancora?-

-In un certo senso.- George si passò una mano fra i capelli -È complicato da spiegare, Angie, e tu meglio di tutti dovresti capirlo. Noi sette... siamo sempre stati così legati, così uniti l'uno all'altro che per me è impossibile descrivere il nostro tipo di legame. Ogniqualvolta che tu hai voluto far entrare qualcuno nel gruppo è perché hai sentito qualcosa, vero? Una specie di empatia verso quella persona.-

Angelina corrugò la fronte, provando a capire dove volesse andare a parare.

-Ecco, quello che non ti ho mai detto, che nessuno di noi ti ha mai detto è che quella sensazione la sentivamo tutti. Non siamo diventati amici a caso, era quasi come se... Fossimo fatti per essere una famiglia.-

-Ma questo cosa c'entra con il tuo rapporto con Katie?-

-Non posso dirti che non provo più niente per lei, non solo perché l'amore non sparisce da un giorno all'altro, ma anche perché lei sarà sempre la mia spalla, la mia confidente, la mia pulce. È parte della mia famiglia, come lo sono gli altri.-

Angelina abbassò lo sguardo, incassando il colpo.

-Ma tu, Angie, tu sarai sempre ad un altro livello.-

La ragazza ripuntò gli occhi su George che le sorrise e le si avvicinò, inginocchiandosi per terra per arrivare alla sua altezza.

-Vuoi sapere quanto ho aspettato con Katie, è questo che ti preoccupa?-

-Voglio sapere se hai aspettato con Katie per lo stesso motivo per cui aspetti con me.-

-Ho aspettato con Katie perché sì, non aveva avuto esperienze e doveva essere una decisione importante, ma soprattutto perché non era una persona qualunque e non volevo rovinarle un momento che avrebbe ricordato per sempre.-

George le prese una mano e la baciò.

-Se ti fa stare così tanto in ansia questa cosa, sei seduta su un letto, Angie, possiamo subito rimediare.-

Il ragazzo stava scherzando, ma Angelina la prese tutt'altro che bene e ritirò la mano.

-Non ero serio.-

-Beh, era il momento peggiore per sdrammatizzare, George.-

-Scusa.- George si alzò in piedi -Ho solo pensato che stessi esagerando, quindi...-

-Non sto affatto esagerando! Dimmi solo che non aspetti per paura che io veda Fred mentre sto con te.-

George alzò un sopracciglio, stupito.

-Non ho mai pensato una cosa del genere, ma non è una novità, vero? Metti in mezzo Fred tutte le volte che puoi.-

-Questo cosa vorrebbe dire?-

-Che tu vuoi delle risposte da me, quando sei la prima a non chiarire nulla. Non si capisce mai cosa vuoi, Angie, ancora non ho capito perché di punto in bianco hai scelto me. Eppure, eccomi, sono qui, pronto a stare con te comunque perché è te che voglio.-

-Davvero?- Angelina si alzò in piedi, fronteggiandolo -Chi ha lasciato chi, George? Katie ha lasciato te o il contrario?-

-Scusami?- domandò George, sperando di aver frainteso.

-Mi hai sentito. Credo sia un mio diritto sapere se sei corso da me solo per consolarti dopo che Katie ti ha scaricato o...-

-Tu sei completamente fuori di testa, lo sai?- la interruppe George, sconvolto -Pensi davvero che io sia così? Non eri tu quella che ci conosceva come nessun altro al mondo?-

-È vero o non è vero? È stata Katie quella a lasciare?-

George non rispose, era troppo arrabbiato per poter replicare e voleva evitare di dire cose di cui poi si sarebbe sicuramente pentito.

-E non è vero che questo è lo stesso posto dove tu e Verity vi davate da fare?-

George non poté nuovamente replicare nulla, colpevole di essersi dimenticato della sua tresca con Verity e, soprattutto, del luogo dove si svolgeva.

-Angie, questo non...-

-Lo sapevo.- Angelina lo interruppe, furiosa -Sei il gemello di Fred, dopotutto, non potevi essere così diverso da lui.-

La ragazza capì di essere andata troppo oltre, ma non era riuscita a reprimere l'impulso di ferirlo.

George strinse i pugni, non riuscendo più a trattenersi, ma l'espressione era triste e delusa.

-Sai cosa vorrei io, Angelina? Una relazione a due. Non posso avere una relazione con te e mio fratello, mi dispiace. Quindi direi che levo il disturbo e ti lascio da sola, così potrai pensare Fred senza sentirti in colpa.-

 

 

 

Brad sentì un lieve battere sulla sua porta, ma era così pieno di raffreddore e febbre da non riuscire nemmeno a dire una parola.

Udì qualcuno entrare nella stanza e alzare il cuscino che il ragazzo teneva premuto sulla testa.

-Uao, sei un disastro.-

Non appena sentì quella voce, riprese il cuscino e si nascose ancora di più sotto le pesanti coperte.

-Va' via.-

-Ehi, non sei affatto gentile.- disse Suzanne, sedendosi su una sedia vicino al letto -Mi hanno detto che stavi poco bene e sono passata a trovarti, nonostante mi facciano schifo i malati, le malattie e gli ospedali. Dovresti sentirti onorato che io sia qui adesso.-

Brad alzò il cuscino e si fece vedere: aveva il naso e gli occhi rossi, stava tutt'altro che bene.

-Esci fuori da questa stanza.- mormorò prima di portarsi una mano davanti la bocca e tossire -Subito!-

-Sei spaventoso quanto un gattino indifeso.- commentò Suzanne, rimanendo al suo posto -Mi giri sempre attorno quando non vorrei e per una volta che, stranamente, sono io quella che vuole starti vicino, tu mi mandi via? Sei un po' lunatico, lo sapevi?-

-Non voglio...- Brad tossì un'altra volta -Non voglio che tu mi...-

-Oh.- Suzanne lo interruppe e il ragazzo vide che aveva un sorrisino divertito sul volto -Non vuoi che io ti veda in questo stato? Cos'è, hai paura di mostrarti fragile?-

Brad fece per alzarsi, incapace di farsi davvero vedere messo così male.

-Oppure è perché la tua immagine di super figo è appena andata a farsi benedire?-

-Quanto parli.- commentò lui, sbuffando -Sprechi tante di quelle parole, ma appena io ti chiedo qualcosa diventi come un pesciolino rosso.-

Suzanne non apprezzò quel commento e incrociò le braccia al petto.

-Che stai facendo? Stai male, non puoi alzarti.-

-Sto bene.- Brad si infilò le pantofole e la vestaglia, rimanendo in piedi per circa due secondi prima di avere un cedimento.

Suzanne lo afferrò giusto in tempo.

-È bello sapere di non essermi sbagliata, sei davvero un idiota.- la ragazza lo fece sdraiare e lo coprì con la coperta -Sei un adulto, oramai, non fare il bambino capriccioso. Riposati e guarisci.-

-Allontanati o potrei contagiarti.-

-Okay, ma tu stai a letto.- La ragazza si sedette nuovamente sulla sedia -Per favore.-

-Se è una proposta, Sue, devo declinarla. Riuscirei a farti divertire anche così, ma forse dovremo rimandare a quando sarà guarito.-

Suzanne alzò gli occhi al cielo e scosse la testa.

-Merlino, i malati fanno davvero schifo. In tutti i sensi.-

-Siamo maghi, per la miseria, e sono costretto ad aspettare per delle medicine babbane, quando a casa mi avrebbero curato con una pozione!-

-Brutto, eh, non essere più l'erede della famiglia Anderson?- Suzanne si alzò dalla sedia e gli passò una mano fra i capelli -Dai, Brontolo, vado a prepararti un rimedio magico babbano che ti aiuterà con la tua influenza.-

-Magico e babbano? Non ha senso.- Brad tossì un'altra volta -Che diavolo mi vuoi rifilare?-

-Si chiama minestra e, fidati, insieme al tè e alla medicina che gli altri sono andati a prendere ti farà tornare come nuovo. Purtroppo per me.-

-Sue, sono influenzato, non stupido.- Brad si coprì per bene, provando a non tossire ancora -Questa volta il tuo tono non ha convinto neanche te stessa.-

 

 

 

 

Oliver le spostò un ciuffo di capelli dal viso e le sorrise prima di darle un altro bacio, facendola arrossire e arrossendo a sua volta.

-Ehm, Ollie, ti dispiace?-

Katie, che era seduta sulla terrazza con Oliver accanto a lei, si alzò in piedi per allontanarsi dal ragazzo.

Era ancora difficile baciarlo, perché era tutto ancora imbarazzante, strano e confuso.

Sì, stavano insieme, ma la loro storia rimaneva comunque un'incognita, un punto di domanda irrisolto perché Katie sapeva quanto Oliver avesse sofferto per la sua relazione con George e sapeva che, ben presto, lui le avrebbe fatto delle domande, le avrebbe fatto delle richieste e così la ragazza decise di agire lei per prima.

-Tutto bene?- domandò lui, imitandola e mettendosi in piedi. Era ancora rosso in viso e si avvicinò a lei, allungando una mano verso il suo viso, preoccupato di quell'espressione ansiosa che Katie aveva assunto.

-Sì, tranquillo, sto bene.- Katie sorrise, facendosi accarezza la guancia. Quel lato di Oliver non sarebbe mai cambiato, si sarebbe sempre preso cura di lei nonostante tutto -È solo che... Questa cosa fra di noi...-

-Non chiamarla “cosa” come se fosse qualcosa di indefinito, stiamo insieme ora. Sei la mia... ragazza, capito?-

Oliver abbassò lo sguardo, sorridendo imbarazzato e Katie sorrise a sua volta, anche se lui non poteva vederla.

-Sì, sono la tua ragazza, quindi credo che dovremmo chiarire delle cose.-

-Del tipo?-

-So che l'imbarazzo che c'è fra di noi non è solo dovuto al nostro carattere.- iniziò Katie, subito dopo aver preso un bel respiro -E ho notato che non rivolgi quasi più la parola a George.-

-Beh, è il tuo ex ragazzo, Katie, cosa vuoi che faccia?-

La ragazza lo guardò, confusa. Poi continuò.

-È un tuo amico. Un tuo caro amico, Ollie, non vorrai davvero chiudere per sempre con lui?-

Oliver fece spallucce senza rispondere.

-Questo cosa vorrebbe dire?-

-Che non posso fare finta di niente, okay? Lo so che questo gruppo è un casino e lo sarà sempre, ma non riesco a parlargli come prima. Abbiamo iniziato ad allontanarci quando lui stava iniziando a provare qualcosa per te e ci siamo allontanati definitivamente quanto tu e lui vi siete messi insieme. Ora, dopo che tu l'hai lasciato, non credo che potremo rinsaldare il rapporto.-

-Oh, per favore, Ollie, a George non interessa che io l'abbia lasciato.- disse Katie, poi ripensandoci aggiunse -Voglio dire, certo che sarà dispiaciuto della fine della nostra storia, come lo sono io, ma alla fine...-

-Sei dispiaciuta che fra voi due sia finita?- la interruppe Oliver, di colpo offeso.

-Vedere naufragare una storia non è esattamente una vittoria.-

-Ma sei stata tu a lasciarlo!-

-Lo so!- Katie sbuffò, arrabbiata -Perché mi urli addosso?-

-Perché hai appena detto che...-

-Se mi avessi fatto finire, avresti sentito anche il resto della frase. È ovvio che io sia dispiaciuta per come siano andate le cose con George, perché lui era... è il mio migliore amico e adesso sarà difficile far tornare le cose come prima, ma sono sicura che con il tempo riusciremo ad essere quelli di una volta. E, in fondo, entrambi stiamo con le persone che volevamo veramente.-

Katie fece il suo sorriso radioso, ma Oliver, stranamente, non riuscì a calmarsi, anzi le parole della ragazza lo fecero star male ancora di più.

-Mi vorresti dire che hai intenzione di ricreare il rapporto che c'era un tempo fra te e George?-

-In che senso, Ollie? Non vuoi che io gli sia amica?-

-No, puoi parlargli qualche volta se ti va, ma di certo non starò a guardare voi due che riscoprite il vostro speciale “rapporto”.-

-Oh, Merlino!- sbottò Katie, incredula -Pensi davvero che io possa vivere senza l'amicizia di George? Mi stai chiedendo di stargli lontano?-

-Non te lo sto semplicemente chiedendo.- rispose lui, corrucciato -Ti piacerebbe che io passassi del tempo da solo con Nolwenn?-

-Come puoi paragonare le due cose!? Nolwenn non è la tua migliore amica, non ha condiviso quello che io e George abbiamo condiviso!-

-Proprio sulla base di quello che avete condiviso, non puoi chiedermi di sopportare che voi due continuiate ad essere amici come se nulla fosse.- disse lui, improvvisamente calmo e tranquillo, come se il suo ragionamento fosse sensato e Katie fosse pazza a non capirlo.

-E tu non puoi chiedermi di non essergli più sua amica. Non puoi!- Katie, invece, era furiosa; urlava, sbottava e quasi sbatté i piedi per terra dal nervoso -Non puoi chiedermi di scegliere.-

-Non ti sto chiedendo niente.- continuò Oliver, alzando gli occhi al cielo -Meno che mai di scegliere, perché la realtà dei fatti è che hai scelto me, hai lasciato lui per me, quindi...-

-Quindi non vedo perché tu debba marcare ancora il territorio. Sto con te e... amo te.- Entrambi arrossirono dopo quelle parole -Perché devo stargli lontana?-

-Te l'ho già spiegato, Katie, ci starei male. È questo che vuoi, che io ci stia male?-

Una lacrima rigò la guancia della ragazza e scosse la testa.

-Sei ingiusto, ancora una volta sei ingiusto. Non puoi punirmi perché in questi mesi hai sofferto, ho sofferto anch'io dopo il tuo rifiuto e tutto ciò che ho fatto dopo allora non era in alcun modo un mezzo per farti del male.-

-Non ti sto affatto punendo.-

-Sì, invece, ma sei troppo stupido per capirlo.- Katie si asciugò il viso e lo guardò con gli occhi lucidi -Va bene, se ti fa sentire meglio starò lontana da George, ma fermati cinque minuti a pensare a quello che mi stai chiedendo. Preferisci soffrire o vedere soffrire me? Se la risposta è la seconda, non solo sei stupido, ma sei anche un bugiardo: non mi ami davvero.-

 

 

 

 

-Ci stanno mettendo troppo.- ripeté Angelina per la quarta volta, lanciando un'occhiata all'orologio della cucina e battendo in agitazione le dita sulla superficie del tavolo -Sono fuori da ore, com'è possibile che non siano ancora tornati?-

Alicia, intenta a rammendare un calzino, sbuffò e controllò personalmente l'ora, evitando però di lasciar trapelare quanto in realtà anche lei fosse preoccupata.

-Chi è uscito in missione?- domandò Suzanne, intenta a preparare una minestra; quando Alicia le avevano chiesto per chi la stesse cucinando e la ragazza aveva bofonchiato un nome preciso a bassa voce, lei aveva sorriso e aveva guardato Angelina, cercando un'approvazione che non era arrivata, perché l'amica era sembrata giù di corda e demoralizzata e Alicia si era appuntata di chiederle più tardi il suo problema.

Tutto, però, era passato in secondo piano quando il gruppo che era uscito per le provviste aveva iniziato a fare ritardo.

-Lee, Fred, Nolwenn, Paul e Daphne.- elencò Alicia, provando a rimanere impassibile.

Suzanne lasciò perdere la minestra e si voltò verso Alicia, subito dopo aver sentito il nome dei suoi amici.

-E quando sarebbero dovuti tornare?- domandò Suzanne, guardando prima Alicia e poi Angelina che rispose.

-Circa un'ora e mezza fa.-

-Ma staranno per tornare.- provò a consolarle Alicia -Magari stanno facendo molta attenzione e ci stanno mettendo più del previsto per evitare di essere presi dai Ghermidori.-

-Presi dai Ghermidori.- ripeté Suzanne, tornando alla minestra -Ora sì che sono depressa.-

-Ho detto anche “evitare” non l'hai sentito? Vedrai che a breve...- Alicia si bloccò, perché aveva sentito la porta aprirsi e tutte e tre le ragazze si precipitarono in salotto.

Fred fu il primo ad entrare, portando fra le braccia Nolwenn, coperta di sangue, che sembrava svenuta; Paul e Daphne gli stavano indietro, accaldati e spaventati, ma illesi.

-Cos'è successo?- domandò Suzanne, correndo verso Paul che annuì per farle capire che stava bene -Chi vi ha attaccati?-

-Phil.- sussurrò Daphne, passandosi nervosa le mani fra i capelli -Il padre di Brad non si arrende e ha una schiera di Ghermidori tutta per sé.-

-Nolwenn?- chiese Angelina, toccandole il polso.

-Sta bene, credo.- rispose Fred, mentre tutti gli altri ragazzi, escluso Brad, scendevano in salotto -Le hanno lacerato una gamba qui.-

Il ragazzo mostrò ad Alicia e a Jared il taglio profondo che Nolwenn aveva sulla coscia.

-Ha perso molto sangue.- concluse il ragazzo, mentre Jared gliela sfilava dalle braccia per metterla sul divano.

-Sopravviverà, vero?- chiosò Oliver, spaventato. Katie si morse il labbro e fissò Alicia, attendendo una risposta che non arrivò.

-Ali?- mormorò Angelina, toccandole un braccio.

-Dov'è Lee?- sussurrò Alicia, che non si era mossa di un centimetro da quando il gruppo era entrato in casa -Dov'è?-

Fred si guardò dietro, quasi come se si aspettasse di vederlo proprio lì, accanto a Paul e a Daphne, che scossero la testa.

-Era con noi quando siamo stati attaccati.- disse Fred, continuando a guardare i due -Quando hanno colpito Nolwenn, mi ricordo che ci aveva detto di scappare. Era con voi due, no?-

-È successo di tutto ed è stato così veloce che io...- incominciò Daphne, ma Alicia la bloccò, fulminandola con gli occhi.

-Vi siete persi Lee? Come avete potuto perderlo di vista? Tu, soprattutto, dal momento che un tempo non gli staccavi gli occhi di dosso!-

-Ehi!- dissero all'unisono Paul e Suzanne, che si avvicinò a Daphne come per proteggerla.

-Datti una calmata.- sbottò Chris e Leanne annuì nella sua direzione.

-Anche tu.- ribatté Fred, rivolto al ragazzo che non la prese bene.

-Calmatevi tutti, ragazzi, per favore.- li fermò Katie, mettendosi fisicamente in mezzo ai due gruppi che si erano riuniti fra di loro, mentre Jared era ancora intento a guarire Nolwenn -Cercate di capire Alicia, è scossa.-

-No, non sono scossa.- continuò Alicia, stringendosi le braccia -Sto morendo, perché Lee non è qui e nessuno sa dove sia. Facciamo queste pseudo spedizioni da mesi e ancora non avete imparato a controllare che ci siano tutti prima di tornare?-

-Nolwenn poteva morire e stava perdendo un sacco di sangue, per cui, scusaci, se il nostro primo pensiero non era rivolto a Lee. Noi non siamo te.- commentò Daphne, non riuscendo a trattenersi.

Jared si bloccò, lanciando un'occhiata strana ad Alicia che, però, era troppo occupata a decidere se lanciare o meno una maledizione alla ragazza.

-No, non vi scuso. Siamo in questa casa perché una vostra amica non è voluta scappare all'estero per salvarsi la pelle, quindi mi aspettavo un minimo di riconoscimento.- Alicia guardò l'altro gruppo -Tutti fuori da questa casa. Tutti voi. Il mio gruppo può rimanere, ma tutti gli altri se ne devono andare immediatamente.-

-Cosa?- domandò Katie, sconvolta -Non puoi...-

-Certo che posso, è casa mia!- la interruppe lei, furiosa, correndo poi verso le scale per salire al piano di sopra e, probabilmente, rifugiarsi nella sua stanza.

I rimasti si guardarono l'un l'altro, non sapendo cosa fare.

-Non diceva sul serio, ragazzi, non dovete andarvene.- disse alla fine Fred, lanciando un cenno a George perché era lui il più bravo in quei discorsi.

Il fratello, però, non aggiunse nulla e si voltò anche lui verso le scale.

-George, aspetta!- disse Angelina, scossa -E Lee?-

-Prendo delle cose e vado a cercarlo.- rispose, senza guardarla negli occhi, cosa che Fred notò subito -Fred, Capitano, venite con me?-

-Sì.- risposero all'unisono i due, senza aggiungere altro.

-Vengo anch'io.- se ne uscì Jared, ma Katie ed Angelina scossero la testa.

-Devi pensare a Nolwenn, Alicia è troppo sconvolta per aiutarla.- soffiò Katie, provando a calmarsi.

Jared annuì a fatica e tornò a concentrarsi sulla sua paziente.

-Allora veniamo noi.- disse Chris, toccando una spalla a Paul -Avrete quattro occhi in più, che non è male.-

-Vengo anch'io.- Suzanne fece un passo in avanti, anche se Leanne e Tamara le stavano dicendo di non farlo.

-Non ci pensare neanche!- Brad, in vestaglia e pantofole, era appoggiato al corrimano e tutti si voltarono a guardarlo in sincronia -Tu rimani qui.-

-Sua maestà non mi da il permesso?- domandò lei, ironica -Vado eccome. E tu dovresti essere a letto.-

-Ecco le medicine.- Paul le diede a Suzanne che lo guardò, scettica.

-Ehm, Paul, non sono un'infermiera. Mi hai scambiato per la Spinnet?-

-Le prenderà solo da te, per cui rimani qui e sorveglia il malato.- le rispose lui, facendola vergognare di fronte a tutti.

-Giusto, amico. E mi dovevi anche una minestra!-

-Arrivo, arrivo.- Suzanne sbuffò contrita, ma prima di tornare in cucina, disse a Paul -Stai attento.-

-Lo farò.-

 

 

 

-Secondo te starà bene?- domandò Suzanne a Brad che, dopo le medicine, la minestra e il tè, stava decisamente meglio.

-Non lo so.- Brad, che era andato a farsi una doccia per “debellare” completamente i germi e che si stava rimettendo sotto le coperte, le lanciò un'occhiata -Conoscendo Jordan, magari si è semplicemente perso.-

Suzanne piegò le labbra in una smorfia e lo guardò, lapidaria.

-Parlavo di Nolwenn, non di Jordan. Chi se ne importa di lui! Dopo quello che ha fatto a due mie amiche, non mi interessa se gli dovesse succedere qualcosa.-

Brad le fece un ghigno canzonatorio, altro segno che stava effettivamente guarendo.

-Vuoi passare per insensibile, ma in realtà non lo sei più di tanto. Comunque il ragazzo di Alicia mi sembra abbastanza sicuro di quello che fa, quindi credo che se la caverà anche lei.-

Suzanne si alzò dalla sedia e gli sistemò meglio le coperte, cosa che lo fece sorridere ancora di più.

-Non capisco come faccia a non arrivarci! Eppure mi sembra un ragazzo intelligente, com'è possibile che non si accorga di quanto Alicia voglia ancora Jordan? Jared sembra scomparire agli occhi della Spinnet quando si tratta di Lee.-

-Ci è arrivato eccome, però la ama molto, quindi non riesce a lasciarla andare.-

-Dovrebbe.- insistette Suzanne, decisa -Se una persona non ricambia i tuoi sentimenti, devi lasciarla andare, per quanto tu ci tenga a lei. L'amore unilaterale fa schifo.-

-Parli per esperienza?- domandò Brad, piccato.

Suzanne, che gli stava sprimacciando il cuscino, gli lanciò un'occhiata e piegò la testa.

-No. No, non parlo per esperienza. Dico solo che Jared dovrebbe trovare qualcuno che lo ami davvero, capisci? Qualcuno che lo guardi come lui guarda Alicia o come Alicia guarda Lee.-

-O come io guardo te.- concluse Brad, facendole vedere un sorriso divertito che irritò solamente Suzanne, pronta ad andarsene.

-Ehi, ehi, non scappare.- Brad le aveva afferrato un polso e le fece un broncio irriverente -Sono ancora malato, ricordi? Devi badare a me.-

-Non stai affatto male, sei completamente guarito.-

-Controllami la temperatura allora!-

Suzanne gli toccò la fronte e ammise a se stessa che era ancora caldo.

-D'accordo, hai la febbre, ma le medicine sono già in circolo, tra poco starai bene e io vorrei andare a dormire!-

-Dormi qui.- replicò Brad, semplicistico.

Suzanne fece una risata che sapeva tanto di presa in giro e poi lo fissò.

-Era una battuta, vero?-

-No.- disse Brad con un sorriso -Ti prometto che non farò niente e che non ti bacerò a meno che tu non lo voglia, quindi, signorina Io-Non-Provo-Niente, vediamo quanto dura il tuo autocontrollo accanto a me.-

-Mi stai lanciando davvero una sfida del genere? Dormire con te per mettermi alla prova?-

-Hai paura di perdere?-

Suzanne piegò le labbra, pensandoci su, e poi si tolse il golfino che aveva indosso.

-Sarai tu a perdere, Anderson.-

Brad, che in realtà non era minimamente interessato alla sfida, alzò le coperte per farla entrare nel letto.

Poi spalancò le braccia, facendole capire dov'era il suo posto.

-Che vuoi?-

-Se non ti stringi a me, cadrai. A tuo rischio e pericolo.- rispose prontamente lui e lei sbuffò ancora.

Suzanne si mise fra le sue braccia e nascose un mezzo sorriso. Quel ragazzo era peggio di un diavolo, lui e i suoi piani finivano sempre per coinvolgerla.

Era impossibile difendersi.

Brad la strinse a sé per alcuni minuti e poi disse.

-Okay, ora direi che puoi anche spostarti.-

Suzanne alzò il viso per guardarlo e si accorse solo in quel momento di quanto fossero vicini.

-È che non credo di mantenere la parola data se mi stai così vicina. Vorrei solo baciarti in questo momento.-

Suzanne arrossì, ma lo guardò come se fosse oramai rassegnata da quelle sue continue dichiarazioni.

La ragazza allora si spinse un po' più su e gli baciò la testa, come se fosse un bambino da dover tenere buono.

-Ecco, te l'ho dato io il bacio della buonanotte. Ti basta? Possiamo dormire ora?-

Brad sorrise e la strinse ancora di più a sé, appoggiando la sua fronte alla quella di Suzanne.

-Per ora mi basta, sì. Buonanotte, Sue.-

 

 

 

 

Alicia era seduta di fronte alla porta principale della casa, le gambe strette al petto e un peso allo stomaco che non andava giù perché non erano ancora tornati e a Lee poteva essere successo di tutto.

Nascose la testa fra le braccia, temendo il peggio. Cosa avrebbe fatto se gli altri fossero tornati con una brutta notizia? Come avrebbe reagito?

Alicia aveva letto la delusione e la tristezza negli occhi di Jared, ma non era riuscita a fare o a dire niente per farlo stare meglio.

Non poteva sprecare energie per tranquillizzare il suo ragazzo, doveva impiegarle per evitare di spezzarsi.

Lee doveva essere vivo, doveva stare bene, perché tutto il resto era semplicemente impensabile.

Alicia non udì la porta aprirsi, ma sentì la voce del ragazzo che stava parlando con i gemelli e Oliver.

Alzò lo sguardo e vide l'espressione di Lee cambiare non appena si accorse di lei rannicchiata lì, di fronte alla porta.

Gli altri ragazzi lo lasciarono entrare e Fred, passandole davanti, le toccò i capelli per farle capire che stavano tutti bene.

-Alicia...- Lee si abbassò verso di lei e le sorrise -Respira, sto bene, vedi?-

La ragazza gli fece un controllo accurato con gli occhi e riprese a respirare normalmente.

-Scusami, so di averti fatto preoccupare, ma non pensavo che ci avrei messo così tanto a seminarli.- continuò lui, accarezzandole un braccio -Ma adesso alzati, per favore, fai stare tranquillo anche a me e fammi vedere che non ti sei paralizzata qui per aspettarmi.-

Alicia si mise in piedi e lanciò un'occhiata a tutti i ragazzi, provando a riacquistare lucidità.

-Dov'eri finito?-

-Ah-em...- iniziò Lee, grattandosi la testa -Cinque Ghermidori mi avevano accerchiato e così sono scappato da un'altra parte, pensavo che almeno Fred mi avesse sentito, ma mi ha detto di Nolwenn, quindi immagino che sia stato normale non badare alle mie urla.-

-Di' la verità, Lee, hai ritardato anche per un cavolo di pudding!- sdrammatizzò Fred, dandogli un buffetto sulla testa che lo fece sorridere.

George, Oliver, Chris e Paul si lasciarono andare ad una risata, oramai la tensione si era sciolta.

-Un pudding, ti rendi conto? A momenti rischiava il collo per un pudding!- Fred scosse la testa, divertito -Va bene, il mio compito qui è finito, ora me ne vado a letto.-

-Ti seguo a ruota.- disse Oliver e gli altri lo imitarono, continuando a ridere per le scale.

Lee, che aveva posato il pudding sul tavolino davanti al divano, guardò Alicia che era rimasta in silenzio per tutto quel tempo.

-So cosa stai pensando, Alicia, e non è come sembra.-

Alicia si leccò le labbra secche e si schiarì la gola.

-Quella volta... Quella volta che Ollie ci ha annunciato la nascita di suo nipote, io avevo detto di volere del pudding. Dimmi che oggi non ti sei quasi fatto ammazzare per una mia stupida frase. Dimmelo.-

Lee fece una smorfia colpevole e guardò il soffitto.

-Okay, forse è come sembra, ma non era una cosa premeditata.-

Alicia si avvicinò e gli diede uno schiaffo sulla guancia, facendo sobbalzare Lee dalla sorpresa.

-Ahia! Questo per cos'era?-

-Perché sei un idiota!- sbottò Alicia, arrabbiata -Stavi rischiando la tua vita per del pudding!-

-No!- la fermò lui, provando a farle capire -Stavo scappando, d'accordo? E sono passato vicino a questa casa, la finestra era aperta e mi è caduto l'occhio su quello.- Lee indicò il pudding sul tavolino -Mi sono ricordato di quello che avevi detto e che anche del fatto che nessuno qui sapesse cucinarlo, per cui...-

Alicia si stava avvicinando di nuovo, alla carica, per cui Lee non concluse la frase, pronto a subire il colpo, ma, per una ragione a lui ignota, la ragazza lo prese per la collottola, lo tirò verso di sé e lo baciò.

Lee ci mise mezzo secondo per rendersi conto di quello che stava succedendo, poi strinse Alicia in un abbraccio e rispose al bacio con impeto.

La stava baciando come se ne dipendesse dalla propria vita, perché erano anni che non baciava Alicia e quello era il suo modo per recuperare, ma anche per farsi perdonare di tutte le cose che le aveva fatto e le aveva detto.

Lee ricordava com'era stare con Alicia, ma quello che non ricordava era la strana e meravigliosa sensazione di leggerezza e di appagamento che aveva tutte le volte che lei l'aveva baciato; era come se le sue labbra incontrassero il loro pezzo mancante, una perfetta combinazione che quando veniva separata, era come perdere una parte importante di sé.

Lee lo sapeva già, ma in quel momento lo realizzò completamente.

Quella sensazione non sarebbe mai svanita e lui avrebbe fatto in modo di non dover più rinunciare a baciare Alicia.

 

 

Spiegazioni, varie ed eventuali:

Sono un disastro, lo so. Prima di partire avevo detto una cosa e poi ne ho fatta un'altra.

Posso dire che è proprio nel mio carattere cambiare idea all'ultimo minuto, ma ovviamente non penso che questa spiegazione vi basterà ^-^'

Diciamo che il mio Erasmus era partito maluccio, la prima settimana è stata terribile: non mi piaceva niente, ero in crisi più totale e me ne volevo andare via; ma non l'ho fatto.

Ho resistito, ho conosciuto un sacco di persone e sono qui oramai da tre mesi e mezzo, manca davvero poco e potrò tornare a casa, molto diversa da come sono partita.

Gli aggiornamenti, per cui, non ci sono stati per tante ragioni ed è strano che stia pubblicando ora che sono in piena sessione (in realtà ora siamo in vacanze, ma dovrei studiare per gli esami!), ma avete già capito che normalità non è il mio secondo nome.

Passiamo quindi al capitolo.

Partiamo con il fatto che all'inizio doveva essere molto più lungo, nel senso che dovevano esserci più scene che ho dovuto “posticipare” per non creare un capitolo infinito xD

Le coppie.

In particolar modo le “nuove coppie”, vale a dire George/Angelina e Oliver/Katie.

Come già avevo detto nello scorso capitolo, le cose fra di loro non potevano sistemarsi così, senza prima aver chiarito bene tutto.

So che sembra che io abbia questa irrefrenabile passione per le discussioni, i litigi o i malintesi, ma non è proprio così xD

Sì, questo gruppo discute, litiga e si confronta molto spesso, ma dovete anche capire bene il quadro generale della situazione che stanno vivendo.

Sono praticamente rinchiusi in una casa, trascorrono 24h su 24 sempre insieme, fra di loro ci sono ex coppie, coppie che hanno dei problemi e coppie che potrebbero anche formarsi o riformarsi.

Se ci aggiungiamo la guerra, la paura di morire, le morti che già li hanno colpiti, è quasi strano che questi ragazzi non si azzannino da mattino a sera!

Oltretutto c'è una tensione continua per quello che succederà a breve (molto a breve!)

Per cui da una parte abbiamo Angelina e George, entrambi molto insicuri sul loro rapporto, un po' perché entrambi provano ancora qualcosa per i loro ex (Angie soprattutto), un po' perché ci sono questioni di cui non hanno parlato, questioni che prima o poi verranno affrontate.

Dall'altra abbiamo Oliver e Katie, il primo gelosissimo della nostra pulce e del suo rapporto con George, la seconda ancora troppo ingenua per capire quello che realmente sta succedendo.

Vedremo, quindi, come queste coppie affronteranno il problema.

Poi abbiamo Brad e Sue.

Posso dirlo? Forse sono i soli che danno leggerezza a questo capitolo xD

Brad è ammalato, Sue, stranamente, vuole farlo stare meglio, quindi abbiamo delle scene fra i due leggere, appunto, nulla di più e nulla di meno <3

Questione padre di Brad, Phil e Co: pensavate che fosse finita? E invece no, perché il padre di Brad non si arrende, così come Phil che rivedremo al più presto.

Entrambi i personaggi rispunteranno in altri capitoli e potrebbero anche fare dei grossi danni!

Infine Lee ed Alicia.

Sì, c'è stato un bacio e sì, è stato importante... MA ricordiamo che Alicia è sempre Alicia e lei, per quanto non faccia niente per caso, nel prossimo capitolo vorrà subito chiarire la questione.

Nel prossimo capitolo: capitolo concentrato sulla guerra, che si sta avvicinando (manca praticamente pochissimo) e i ragazzi si organizzano come possono. Una delle coppie non supererà la crisi.

Non vi dico a presto, perché potrei anche mentire, quindi auguro a tutti (in anticipo!) un buon fine anno scolastico, per chi è uno studente, e un buon fine anno lavorativo, per chi non lo è. Sì, forse è presto, ma io sento già aria di mare e di vacanze, per cui da una parte non vedo l'ora di tornare nella mia città e di partire per l'estate <3

GRAZIE a tutti i miei pazienti lettori, vi adoro <3
Un bacione :3

   
 
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