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Autore: __Talia__    27/04/2015    2 recensioni
Talia è la figlia di Ra's Al Ghul, spietato capo della Lega degli Assassini, eppure quando Oliver la trova non vede in lei una minaccia, ma solamente una ragazza spaventata: senza più una memoria, senza più ricordi, un corpo pieno di cicatrici e un'innata forza fisica.
Qualcuno si sta vendicando della Lega e di Ra's e ha deciso di colpire la più piccola della figlie, ma qualcosa è andato storto e ora Talia è nuovamente libera, anche se attacchi e imprevisti sono dietro l'angolo e Oliver vede qualcosa in quella ragazza, vede una fragilità e una forza che lui sogna e desidera, ma non riesce ad ottenere....
Cosa li accomuna? Cosa li fa essere così...simili? Le loro storie si sono scontrate, si intrecciano e si scontreranno di nuovo...chi è Talia veramente? e cosa sta consumando Oliver dall'intero?
Storia con due punti di vista, quello di Oliver e quello di Talia. Mia prima FF...che dire, spero solo che vi piaccia!!!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per un secondo mi sentii un ragazzo normale; baciavo la donna per cui provavo qualcosa e avevo messo da parte arco, frecce e cappuccio. Ero solo Oliver Queen, ero un ex milionario, ero normale. Mai avevo permesso alle mie emozioni di prendere il sopravvento in quel modo, mai avrei pensato di provare quell'attrazione fisica così potente, mai avrei pensato di lasciarmi andare e non pensare lucidamente. Per anni avevo tenuto a bada le mie emozioni, per anni avevo pensato di non potermi permettere distrazioni; cosa c'era di diverso ora? Forse era la mancanza di qualcosa, la mancanza di una figura al mio fianco che mi sorreggeva oppure il pensiero che Talia sapeva difendersi più che bene quindi non l'avrei messa in pericolo col mio lavoro notturno. C'erano tante ipotesi, ma non sapevo quale era vera, cosa era più giusto fare e cosa invece non lo era....ero combattuto, non sapevo cosa fare e l'idea di dover far chiarezza nella mia vita mi faceva paura. Non volevo e non potevo scegliere tra una vita normale e Arrow, ma potevo scegliere se rimanere da solo o no. Tutto si era infranto con Talia che aveva cercato di attaccarmi, dai suoi occhi scendevano lacrime che correvano lungo le guance per finire a terra e il suo sguardo sembrava vacuo. Non capii tutto quello che disse, ma capii che aveva avuto una storia in precedenza e non era finita molto bene, anzi era finita decisamente male se ero riuscito ad interpretare le sue parole. Quando fu sveglia non mi spiegò, se ne andò via correndo senza neanche lasciarmi il tempo di capire. Questa era lei, un'altalena di emozioni e di ricordi che la rendeva affascinante, imprevedibile ed oscura. Questa era lei, continuamente indecisa e fin troppo ingenua per capire cosa le stava succedendo.
 
-Roy come stai? -
chiesi avvicinandomi a lui che camminava lentamente sorretto da due stampelle ed era seguito da Thea, lo sguardo ansioso e preoccupato. Era tornata da due settimane o poco più, il rapporto tra lei e Roy non era quello di prima, ma era comunque forte e si vedeva che si volevano ancora molto bene, ma entrambe erano troppo orgogliosi per ammetterlo.
-Un po meglio -
mormorò il giovane saltellando fino ad una sedia non posta nel centro del sotterraneo. Non era decisamente ok, non poggiava la gamba e ogni volta che faceva un movimento il suo viso si apriva in una smorfia anche se aveva l'aiuto delle stampelle.
-Fortunatamente non ti ha colpito il muscolo in pieno, ma solo di striscio -
dissi sovrappensiero guardando Thea che roteava gli occhi in alto. A quanto avevo capito non le piaceva che Talia andasse così d'accordo con Roy, non le piaceva che si allenassero insieme o che andavano spesso in missione completamente soli. Anche lei sapeva che Talia non provava niente per Roy e che era solo amicizia quella che c'era tra i due, eppure sembrava gelosa.
-Sì, ma non è comunque un gioco -
mormorò Roy alzando appena gli angoli della bocca. Portava una tuta larga grigia che nascondeva la fasciatura alla coscia e poi la sua solita felpa rossa. Thea andò a parlare con Felicity che rise e cominciò a parlarle in maniera agitata.
-Talia dov'è? -
chiese Roy massaggiandosi la gamba e facendo vagare lo sguardo verso mia sorella che però stava ancora discutendo con la bionda gesticolando in maniera abbastanza agitata.
-Ha avuto un piccolo...problema con i suoi ricordi, penso, e non è ancora tornata -
risposi guardando la porta del sotterraneo aspettandomi quasi che entrasse da un momento all'altro. Felicity aveva in mano il telefono e aveva provato a chiamarla un paio di volte, ma il telefono squillava a vuoto
-Dovevi vederla ieri sera Oliver...quando gli ha rotto il polso, il suo viso, il suo sguardo sembrava così contento...sembrava soddisfatta e mi ha fatto paura, non sembrava più lei -
mormorò il giovane e potevo vedere il suo sguardo veramente preoccupato, come poche volte l'avevo visto. Roy sapeva essere spericolato e pensava poco a ciò che le sue azioni potevano causare e quella insana paura mi preoccupava. Era come quella mattina, quando sembrava essersi estraniata da tutto e aveva attaccato senza preavviso. Potevo immaginare che lei era stata quella che aveva sofferto che a lei avessero detto che non potevano amarla e questo doveva essere stato un gran brutto colpo per lei, sopratutto se questo era accaduto tanto tempo fa, quando ancora era una ragazzina ancora più giovane di adesso.
-Sembra che stia cominciando a ricordare qualcosa... -
dissi al ragazzo prima di venire distratto dalla porta che si apriva ed entrò Talia, i capelli bagnati e appiccicati al volto, la camicia bagnata si era attaccata al corpo lasciando intravedere il reggiseno color carne e i pantaloni erano sporchi di erba e fango. Scese le scale lentamente, in mano aveva la borsetta e le scarpe e non appena vide Roy il suo sguardo si rabbuiò un secondo e si fermò, fissandoci con lo sguardo vago e perso. Rimase così per qualche secondo prima di scendere e avvicinarsi a noi, le braccia conserte, il viso pallido e potevo anche solo vedere quanto freddo avesse.
-Roy mi dispiace, non volevo farlo...ma non sapevo che altro fare -
sussurrò la giovane stringendosi ancora di più nelle spalle. Sembrava veramente dispiaciuta per ciò che era successo, ma Roy non fece altro che sorriderle e alzare le spalle
-Non potevi far altro Talia... -
disse il giovane sorridendo per riuscire a tranquillizzarla, ma non ci riuscì molto e così Talia si girò e andò a salutare le donne che stavano confabulando più discretamente. La vidi abbracciare Fel con enfasi e sussurrarle qualcosa all'orecchio e poi sorrise per salutare Thea che però rispose al suo sorriso in maniera fredda e distaccata. Probabilmente mio sorella aveva frainteso ciò che c'era tra Roy e Talia e la sua gelosia la portava a non vedere di buon'occhio l'assassina.
-Vado ad asciugarmi i capelli e cambiarmi e sono pronta -
disse Talia camminando verso l'appartamento. Subito mi diressi verso Fel che mi guardò arricciando appena le sopracciglia bionde
-Cosa ti ha detto? -
chiesi, curioso e preoccupato. Che le avesse spifferato qualcosa sul bacio di oggi? No, Felicity si sarebbe comportata in maniera diversa.
-Cose tra donne -
mi sussurrò lei sorridendo come una bambina aggrappandosi per qualche secondo al mio braccio prima di scoppiare a ridere con Thea. Mi imbronciai appena e tornai da Roy che sembrava non smettere di ridere. Era incredibile come ci voleva poco per rallegrare l'intera atmosfera. Diggle era con Sara che aveva cominciato ad avere le prime coliche e aveva cominciato a mancarci. Sentimmo un rumore lontano, cocci rotti e una specie di tonfo. Tutti ci girammo e rimanemmo per qualche secondo immobili, ma poi cominciai a correre. Arrivai davanti alle scale e le salii in fretta e furia, ma Talia non c'era e allora la cercai nel minuscolo bagno e fu lì che la trovai. Era seduta a terra in mezzo ai vetri rotti dello specchio, la testa tra le mani.
-Cosa è successo? -
chiesi prendendole le mani cercando di spostarle dal viso con la forza.
-C'era il bambino...dietro di me, era morto e mi puntava il dito contro, diceva che l'avevo ucciso, diceva che l'avevo tradito, lui si era fidato di me e io l'ho ucciso...Mirho, il suo nome era Mirho -
mormorò la giovane, lo sguardo perso e vago alla ricerca di non so che cosa. Mi guardai intorno, ma non c'era nessuno, la finestra era chiusa e nessuno sospettava che qualcuno abitasse lì.
-Era un incubo, solo un incubo -
sussurrai accennando un sorriso e mi stupii nel vederla saltarmi al collo per abbracciarmi forte quasi fino a stritolarmi. Sentii il suo profumo arrivare alle narici con chiarezza, un profumo fiorito dolce e forte allo stesso tempo e poi sentivo la morbidezza della sua pelle, del suo seno premuto contro il mio petto e arrossii. Ci misi un poco per rispondere al suo abbraccio e mi sentii...incredibilmente bene. Abbracciare una persona che sembrava aggrapparsi a te per riuscire a superare una difficoltà era una sensazione nuova, solitamente tra noi non c'era bisogno di questo contatto fisico e averlo con lei mi faceva sentire completo, quasi.
Lentamente Talia sciolse l'abbraccio e cominciò a fissarmi e potevo vedere quanto fosse scossa quanto quella visione l'aveva disturbata e resa incredibilmente fragile. Guardai il suo volto e non riuscii a pensare a quello che Ra's le aveva fatto, a come l'avesse traviata rendendola sempre più uno spettro di se stessa. Col pollice andai a carezzare la guancia della giovane con dolcezza e poi lei si avvicinò e posò le labbra sulle mie dischiudendole appena. Fu un contatto veloce, forse il tempo di un battito di ciglia che però a me era sembrato infinito. Tutte e due le volte precedenti ero stato io a forzare la situazione mentre questa volta Talia aveva fatto il primo passo e questa era un'ulteriore conferma del fatto che anche lei provava qualcosa per me. Dolcemente la sollevai e la portai fuori dal bagno
-Te la senti di uscire sta sera? -
domandai un po' preoccupato vedendola ancora un po' scossa. Continuava a toccarsi i capelli e a guardarsi intorno
-Sì, anzi, mi serve aria -
rispose Talia alzandosi barcollando. Sulle nocche aveva qualche taglio che le aveva procurato una piccola fuoriuscita di sangue, ma non sembrava neanche essersene accorta così evitai di ricordarle ancora l'accaduto. Presi per mano la ragazza e l'aiutai ad arrivare fino alle scale e poi ad arrivare fino al sotterraneo dove tutti la guardarono preoccupata
-Non è successo niente... -
mormorò Talia sorridendo appena cominciando a camminare da sola, le gambe leggermente tremolanti, ma sembrava tutto passato, sembrava quasi che cercava di mostrarsi forte davanti agli altri mentre a me aveva mostrato anche quel lato fragile che la caratterizzava. Talia si unì alle due donne che si erano tranquillizzate e cominciarono a parlare tra loro. Sembrava tutto apposto, eppure Talia non partecipava attivamente alla discussione, lei stava ad ascoltare e ogni tanto sorrideva quasi a far vedere che era presente. Uno squillo ci fece voltare tutti e subito sullo schermo si accese un bollino rosso.
-é lui...è quello della Vertigo -
disse Talia guardando il bollino rosso per qualche secondo prima di prendere il suo mantello e le sue armi. Non avevo idea di come avesse fatto a saperlo, ma la sua voce era sicura e avevo cominciato a fidarmi del suo sesto senso e il mio diceva che ci sarebbero stati guai.
 
Eravamo arrivati lì dove ci doveva essere il criminale, ma il magazzino era completamente vuoto. Ci guardammo intorno più e più volte, ma non trovammo nessuno.
-è strano... -
mormorò Talia, guardandosi intorno. Sembrava turbata e preoccupata e riuscivo a intravedere i suoi occhi saettare da una parte all'altra. Continuai a guardarmi intorno finchè improvvisamente tutto divenne buio
-Non vedo niente...non vedo assolutamente niente -
disse Talia preoccupata, la voce piena di ansia. Sembrava avere paura del buio e la cosa mi sorprendeva, ma dopotutto dopo assere stata rinchiusa in una tomba a lungo non potevo certo biasimarla. Continuavo a guardarmi intorno alla ricerca di qualcosa, sperando di trovare una luce o qualsiasi aggancio che mi facesse capire dove fossi e poi un pugno; forte, preciso e che mi fece cadere a terra. Sentii delle voci, delle risa e poi un calcio in pieno stomaco che mi spezzò il fiato. Le orecchie fischiavano, non riuscivo neanche a sentire quello che mi stava accadendo intorno finchè la luce non mi investì. Per un attimo rimasi accecato, davanti a me vedevo solamente figure nere sfocate e prive di contorno.
-Sei tornata! -
disse una voce e una figura si mosse lentamente dandomi le spalle fino ad arrivare ad una sagoma sdraiata a terra e che tentava disperatamente di rialzarsi. Tentai di fare lo stesso e puntai le mani a terra per rialzarmi, ma un piede mi rigettò giu.
-Rotto in più punti e per poco l'osso non è uscito dalla pelle...ci vorrà un bel po' prima di tornare a usarlo -
mormorò l'uomo che adesso riuscivo ad individuare. Non aveva niente di eccezionale, era piccolino, magro e con un grande tutore sul un polso mentre nell'altra mano aveva una pistola nera e lucida. Intorno a noi c'erano uomini vestiti di nero e alcuni avevano maschere in volto, probabilmente erano servite per vederci al buio.
-Ancora non ho deciso se ucciderti o se farti soffrire colpendo coloro che ami di più... -
continuò l'uomo dandole un calcio in pieno stomaco. Sentii Talia rantolare e la vidi portarsi la mano al fianco mentre un uomo la sollevava per cappuccio e capelli.
-Voglio vedere il tuo volto... -
mormorò l'uomo dal polso immobilizzato allungando una mano che per poco non arrivò al cappuccio, ma Talia con una grande forza fisica riuscì a tirargli un calcio che lo fece cadere a terra per poi arrampicarsi sul collo dell'energumeno che l'aveva sollevata e lo colpì in pieno volto, ma presto fu tirata giù e sentii la botta che prese alla testa e, quando non la vidi più muovere, pensai al peggio, ma poi un leggero movimento delle dita e gli occhi che si aprirono ancora una volta mi fecero tornare a respirare.
-Una ragazza...una bella ragazza -
sussurrò l'uomo Vertigo abbassandosi su Talia, le labbra arricciate in una smorfia e il corpo pressochè immobile. In quel momento era come se tutti si fossero distratti, se tutti stessero aspettando qualche colpo di scena e così agii. Mi alzai in un secondo, gomitata sul naso all'uomo dietro di me mandandogli il naso in frantumi e poi corsi fino all'uomo e presi la sua pistola, puntandogliela alla nuca. Subito tutti fecero un passo avanti, ma poi, con un solo gesto della mano il dottor Vertigo li fermò.
-Lasciami -
ringhiò l'uomo continuando a guardare Talia, la mano fasciata che sfiorava la sua guancia. La ragazza aveva tutti i capelli sparpagliati in terra, un livido stava cominciando a formarsi appena sotto la mascella dove probabilmente l'avevano colpita per metterla al tappeto. Mi spaventava il fatto che fosse completamente immobile
-Nyssa... -
un sussurro appena percettibile che però arrivò forte alle mie orecchie facendomi irrigidire. Sua sorella. Ebbi un fremito e la mano che teneva la pistola tremò appena facendo ridere l'uomo che stavo minacciando
-Non mi ucciderai mai...le voci corrono Arrow e tutti sanno che ormai tu non uccidi più nessuno e uccidi me e ucciderai anche lei -
disse l'uomo sorridendo e il luccichio del coltello mi fece tremare. Dottor Vertigo aveva puntato il coltello appena sotto le coste di Talia e potevo già vedere che la punta aveva bucato il corpetto e probabilmente stava già segnando la sua pelle
-Potrei fare un'eccezione per te -
ringhiai spingendo più forte la pistola contro la cute dell'uomo che si irrigidì un secondo prima di tornare rilassato. Non aveva paura. Non gli procuravo il benchè minimo dubbio. L'uomo spinse ancora di più la lama affondo e Talia spalancò gli occhi.
-Una lama piena di Vertigo che la farà impazzire...allontana quella pistola Arciere -
minacciò l'uomo spingendo ancora di più la lama in fondo e potevo vederlo dall'espressione non più contenuta di Talia. Con uno scatto tolsi la pistola dalla testa dell'uomo e mi alzai. Eravamo soli. Sentii l'uomo ridere e lo vidi estrarre lentamente la lama dal corpo di Talia e vidi la lama rossa. Non riuscii a pensare a nessun'altra mossa da fare; una pioggia di proiettili e una improvvisa nebbia avvolse il magazzino. Non volevo neanche sapere se era con noi o contro, tirai un pugno sul polso rotto del dottor Vertigo e poi mi abbassai e presi Talia in braccio, gli occhi ancora chiusi e la voce flebile ogni tanto chiamava il nome di Nyssa. Camminavo velocemente sostenendo il peso della giovane e alla fine arrivai fuori, l'aria fresca sembrò tagliarmi il viso e anche Talia sospirò un secondo. Un furgone nero arrivò facendo stridere le gomme e al volante c'era Dig, il volto concentrato e corrugato. Aprii il portello e mi buttai dentro, non volevo perdere tempo, volevo allontanarmi da li il prima possibile
-Vai vai vai! -
urlai a Diggle che pigiò il piede sull'acceleratore per portarci via di la. Guardai Talia, il volto pallido e la disperazione nella sua voce nel chiamare una sorella che neanche si ricordava di avere. I capelli erano sporchi di sangue, probabilmente si era ferita alla nuca a causa di quella botta contro il terreno. Mi ero spaventato, avevo sentito il cuore perdere un battito quando avevo sentito il rumore del cranio contro il pavimento. La tenni stretta a me coprendola col suo stesso mantello per tenerla al caldo sperando che aprisse gli occhi presto, sperando che si ricordasse di me, sperando che si ricordasse di quello che era successo.
 
Arrivammo nel sotterraneo che Talia stava cominciando a riprendere conoscenza. Sul viso aveva un grosso ematoma violaceo che si espandeva per gran parte del lato destro della mandibola. La aiutai a scendere dal furgone, ma poi rifiutò il mio aiuto e camminò da sola verso il sotterraneo. Sembrava pensierosa, camminava lentamente e aveva lo sguardo basso. Sapevo che era meglio non interrompere la sua riflessione e così io e Diggle la superammo ed entrammo nel sotterraneo dove ad aspettarci c'era solo Fel.
-Laurel è andata a fare un giro di ronda... -
disse la bionda senza neanche guardarci continuando a scrivere al computer qualcosa per noi incomprensibile.
-Voi vi avevo persi, cellulari, telecamere..non andava più niente per questo ho chiamato Diggle -
continuò la giovane. Quando cominciava a parlare era difficile farla smettere, ma in questo momento avevo bisogno di sentire una voce spensierata, una voce amica. Mi voltai un secondo per vedere se Talia era arrivata e la vidi seduta sulle scale del Verdant, il cappuccio ancora calato sulla testa: era completamente immobile.
-Grazie Diggle, ci hai salvato la vita -
mormorai guardando l'uomo dalla pelle scura. Era sorridente e rilassato e sapeva di bambino, una cosa che mi fece sorridere. Ci era mancato Diggle, il suo appoggio durante le missioni, il suo apporto strategico e la sua risata.
-Di niente, dovevo saldare un debito -
rispose sorridendo posando una mano sulla mia spalla. Accennai un sorriso che però si rabbuiò presto. Talia cominciava a preoccuparmi, o meglio, mi preoccupava quello che stava cominciando a ricordare. Quanto tempo ci voleva a ricordarsi il nome di suo padre? E quanto tempo per ricordarsi che i rapporti tra noi e la Lega non erano proprio rose e fiori? Poco, troppo poco e lei sembrava avida di conoscere tutto ciò che riguardava il suo passato.
-Vado da Lyla e dalla piccola, ci sentiamo domani Oliver -
salutò Diggle andando a dare un bacio sulla guancia a Felicity che ora sembrava essersi presa una pausa. Da quando lavorava alle Palmer passava meno tempo nel sotterraneo, ma potevamo comunque contare sempre su di lei.
-Tra poco andrò anche io...Laurel non ha trovato niente ed è già diretta a casa -
sussurrò la bionda alzandosi dalla sedia cominciando a raccattare le sue poche cose. Sembrava provata, il viso era stanco e sotto gli occhi aveva scure occhiaie marcate. Chiederle come andava con Ray mi sembrava indelicato, sopratutto da parte mia, ma d'altra parte non volevo pensasse che non me importava niente.
-Notte Ollie -
mormorò la bionda lasciando un delicato bacio sulla guancia ispida.
-Notte Fel -
risposi accennando un sorriso. Felicity l'avevo persa, l'avevo persa perchè volevo proteggerla e non metterla nei guai...avrei fatto lo stesso errore con Talia? Guardai la giovane che era ancora seduta, tutto il corpo era immobile ad eccezione fatta per le spalle che si alzavano e si abbassavano lentamente. Un enigma. Non c'erano altre parole per descriverla.  



Note:
Buongiorno! 
Mi scuso per la lentezza con cui ho postato, ma purtroppo sono in periodo esami e quindi riuscirò a postare solo una volta a settimana (circa).
Tralasciando le comunicazioni di rito...spero che il capitolo vi piaccia! Si rincontra un vecchio nemico che ci accompagnerà per ancora qualche capitolo. La storia tra Talia e Oliver arriverà presto ad una svolta e si scopriranno molte cose su Talia nel prossimo capitolo (sì, sto cercando di mettervi il tarlo/ingraziarvi xD).
Vorrei ancora ringraziare tutti coloro che leggono la storia e coloro che perdono qualche minuto del loro tempo per recensirla facendomi sorridere ogni volta di gioia!!!
Grazie ancora!
Spero di leggervi presto,
Giulia
   
 
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