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Autore: Voglioungufo    27/04/2015    2 recensioni
[Post BOO] [No SPOILER, devo ancora leggerlo quindi non so se andrà così] [CALEO][Song-fic]
#1: Partenza: "Sarà fantastico!" le assicurò Leo intrecciando le proprie dita alle sue
#2: Aereo: Questo aveva spaventato Calypso al punto di aver sacrificato un pacchetto di patatine a Zeus.
#3: Fuoco: "Ma Raggio di Sole!" disse Leo con il suo miglior sorriso da idiota "Se intendevi riscaldarti in questo modo bastava dirlo prima!".
#4: Persi: "Dov'è la cartina?" "Oh quella" fece vago " Credo sia rimasta nel Jersey".
#5: Fotografia: in ricordo di come distrussero un mostro con una borsa e una chiave inglese.
Genere: Fluff, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calipso, Leo Valdez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gold.

All we want, what we want is
All we want is gold.


#1: Partenza.
Il sole stava salendo e illuminava tutta Long Island, Calypso si sarebbe volentieri fermata a guardare il panorama se non fosse stato per il terribile ritardo e che la  valigia di Leo non faceva altro che aprirsi in continuazione lasciando cadere il contenuto. Che poi non gli interessava nemmeno sapere perché il riccio si fosse portato dietro la sua collezione di chiavi inglesi e un lanciafiamme se poteva contare sulla sua cintura magica.
Il pullman era prossimo alla partenze e dovettero agrapparsi letteralmente alla porta per non perderlo. Rischiavano di finire il viaggio ancor prima di iniziarlo, questo perché erano stati costretti a salutare ogni singolo essere vivente presente al Campo mezzosangue da Jason alla più stupida ninfa. Era stato strano, non era abituata a vedere così tanta gente.
Andarono a sedersi sugli utltimi sedili del bus sotto lo sguardo severo del conducente; una volta lì tentò di rimediare al chaos che c'era dentro alla valigia del ragazzo. Sembrava che si fosse portato dietro tutto il Bunker 9.
Idiota.
Il quale idiota si dimenava eccitato come uno scolaretto sul sedile guardandosi intorno come se fosse lui quello a vedere il mondo per la prima volta e non lei. Avrebbe dovuto ascoltare Frank e non dargli il caffé, lui aveva già una personale quantità di caffeina in corpo.
"Ci credi Raggio di Sole?" diceva tutto felice con il suo meraviglioso sorriso da folletto "E' la prima volta che viaggio senza secondi fini del tipo 'fuggire dalle autorità' o 'salvare il mondo da una minaccia mitologica'!"
"Ma guarda un po'", ribatté lei agguantandolo per la maglietta arancione del campo e posizionandolo buono sul sedile perché alcuni passeggieri si erano girati a fissarli perplessi per via delle precedenti affermazioni, probabilmente indecisi se chiamare la guardia forestale "Invece questo è il mio primo viaggio, se non contiamo la fuga da Ogigia". Lo disse sottovoce, perché non era stupida lei.
"Sarà fantastico!" le assicurò Leo intrecciando le proprie dita alle sue. Abbassò lo sguardo arrossendo furiosamente non ancora abituata a quel tipo di rapporto.
Era un momento bellissimo e meraviglioso.
Leo le si avvicinò con un sorrisetto furbo all'orecchio e le disse sottovoce:
"visto che siamo soli, si potrebbe..."
Avvampò con una fiamma diventando di un bel rosso acceso e gli spiccicò una mano sulla faccia allontanandolo il più lontano possibile farfugliando qualcosa che assomigliava vagamente a "Brutto omuncolo maniaco!"



#2: Volare.
"Ma non ci schianteremo contro il cielo?" borbottò a disagio Calypso completamente spalmata sul sedile dell'aereo come se questo le garantisse la salvezza in caso di incidente. Soffocò una risata, non doveva dimenticare che la mentalità della ragazza era ancora...come dire, greca.
"Contro il cielo no, ma contro la terra sì, c'è questa eventualità" disse perché vederla così terrorizzata era estremamente divertente. In più lo faceva sentire un cavaliere senza paura (la macchia l'aveva, di olio, nei pantaloni). Calypso artigliò i braccioli del sedile probabilmente rivalutando la sua vecchia sistemazione.
"Certo" continuò a infierire il ragazzo "Se avessi con me la mia valigia potrei riparare qualsiasi guasto in pochi minuti. Ma, ahimé..." sospirò come un poeta elegiaco. Alla fine era saltato fuori che il contenuto della sua valigia era, come lo avevano definito? Ah sì, pericoloso ed era stato costretto ad abbandonarla in aereoporto. Questo dopo aver passato una trentina di minuti con le mani dietro alla testa mentre la polizia controllava ogni singolo oggetto. La parte critica era stata quando avevano trovato il fuoco greco e lui aveva avuto la bella idea di dire alla sua ragazza: "Evidentemente pensano che sia una bomba".
Alla parola bomba erano state tirate fuori le pistole, era scattato un allarme, era stata fatta evacuare la gente e i voli erano stati tutti annullati. Cosa era toccato a loro? Erano dovuti sottostare a una lunghissima interrogazione. Il fatto era che Leo era minorenne e Calypso... doveva essere lei l'accompagnatrice. In fondo aveva più di duemila anni! Ovviamente il tipo dell'interrogatorio non gli aveva creduto e anzi, si era fatto ancora più sospettoso. 
Alla fine era stato chiamato Chirone e la faccenda era stata risolta con poche discussioni e molta Foschia. In ogni caso il suo bagaglio era stato requisito, avevano perso il volo ed avevano divuto comprare altri biglietti e aspettare altro tempo bloccati in uno stupido aereoporto.
"Ma perché tutti questi controlli?" aveva chiesto Calypso.
Aveva alzato le spalle: "Sai com'è, ogni tanto fanno schiantare gli arei contro le torri".
Questo aveva spaventato Calypso al punto di aver sacrificato un pacchetto di patatine a Zeus.
"Ci siamo, dolcezza!" disse quando sentì l'aereo iniziò a muoversi lungo la pista. Guardò la ragazza, teneva gli occhi completamente serrati, si era aggrappata con le mani e con le gambe al sedile e la sentiva sussurrare qualche strana preghiera in greco antico. Delicatamente le fece staccare le mani dai braccioli prendendole tra le sue.
"...se muoio qua sappi che conoscerti è stato fantastico".
"Questo perché io sono fantastico" le spiegò sorridendo "Apri gli occhi".
"No, grazie. Sto bene così".
"Eddai" sbuffò "Guarda fuori".
Lentamente la ragazza aprì prima un occhio, poi l'altro.
"Non stiamo precipitando", constatò.
"Evidentemente!" poi la fece girare verso il finestrino. Rimase a fissare fuori immobile e Leo sperò che non si fosse di nuovo paralizzata dalla paura. Invece:
"E'... così bello" sussurrò "E' tutto così piccolo da qui".
Aveva gli occhi lucidi e un sorriso spontaneo che personalmente trovava meraviglioso. Fece il resto del viaggio con il viso incollato al finestrino.

#3: Fuoco.
Era distesa su una panchina mentre Leo cercava di decifrare gli orari degli autobus lanciando di tanto in tanto qualche imprecazione. Erano le due di notte e per la strada non passava anima viva, faceva freddo e Calypso si avvolta in una delle felpe del ragazzo. Le stava un po' corta nelle maniche ma sapeva di Leo e questo le bastava.
"Quelle colombe sacre ad Afrodite" si girò a guardare cosa stesse combinando quel fannullone, cercava di farsi luce con il fuoco dal naso.
"Il prossimo passa domani mattina" la informò una manciata di insulti più tardi, si sedette a terra trovandosi con la testa alla stessa altezza di quella di Calypso. Si tirò su la zip della felpa fin sopra il naso; il fatto che fossero bloccati in mezzo a una strada per tutta la notte avrebbe dovuto farla scocciare, invece era tremendamente felice da quella situazione. Le piaceva quel spostarsi a caso, senza nessuna certezza con il rischio di perdere bus e coincidenze. Erano solo lei e Leo, le bastava.
"Quindi cosa facciamo?"
"Eh?" il ragazzo aveva tirato fuori qualcosa dalla sua cintura degli attrezzi e stava costruendo chissà quale oggetto di distruzione di massa.
"Ho freddo", specificò.
Il ragazzo lasciò cadere il suo non meglio identificato nuovo giocattolo girandosi a guardarla. Nel mentre fece prendere fuoco ai suoi capelli investendo la ragazza di un piacevole tepore.
"Va meglio, adesso?" le chiese divertito.
"Sì" concesse soddisfatta "Ma potrebbe andare meglio". Si sporse con la testa sfiorando le proprie labbra alle sue.
"Decisamente sì" approvò lui ricambiando.
Ricambiò con così tanta enfasi che la ragazza perse il suo precario equilibrio franandogli adosso.
"Ma Raggio di Sole!" disse Leo con il suo miglior sorriso da idiota "Se intendevi riscaldarti in questo modo bastava dirlo prima!".
Non poté non ammettere di non aspettarsi il conseguente pugno alla sua affermazione.

#4: Persi.
"Si può sapere dove siamo finiti?"
"No, perché non lo so" sorrise tutto contento Leo.
"Come sarebbe a dire che non lo sai?!" strepitò Calypso "Dov'è la cartina?"
"Oh quella" fece vago " Credo sia rimasta nel Jersey".
"..."
"Cosa c'è, Fiorellino?"
"Ci siamo persi!"
"Sì, penso che sia quello il termine adatto alla situazione"
"Non posso crederci!"
"Potrei costruire un navigatore gps, ma mi serve della coca-cola. E un panino, non posso fare nulla a pancia vuota...."
"Leo!"
"Va bene, va bene! Cerchiamo qualcuno che ci possa dire il nome di questa città e possibilmente il bar più vicino"
"..."

#5:  Fotografia.
Bellissima.
Leo non sapeva trovare un'altra parola per descrivere Calypso. Erano a San Francisco sul famosissimo ponte e gli occhi della ragazza scintillavano al sole. Faceva caldo e per questo indossava una canottiera bianca e leggera e degli shorts, sulla testa portava un enorme cappello di paglia parasole e tentava di mangiare il gelato prima che le si sciogliesse del tutto.
Era bellissima.
"Ci vuole una foto!" disse Leo cercando la macchinetta dentro l'enorme zaino "Forza, è il momento selfie!"
"Sei un idiota, si sta sciogliendo tutto il gelato" gli disse, ormai gli dava così spesso dell'idiota che era un modo come un altro per iniziare una frase.
"Dai Raggio di Sole, non farti pregare" disse sorridendo all'obiettivo affiancandosi a lei.
"Turisti, volete una foto?" Un vecchio, grasso e grosso uomo dai folti baffi si avvicinò con un amichevolissimo sorriso.
"Grazie, è molto gentile!" Fece Leo passandogli la macchina fotografica. Preso la ragazza ancora riluttante per la vita e si mise in una posa molto macho che fece ridacchiare Calypso.
Fece per andare a riprendersela con un sorriso riconoscente ma una volta arrivato invece di ricevere la macchinetta ricevette un pugno che lo fece volare per qualche metro sul marciapiede.
"Per tutte le mutande divine" sbottò sbattendo a terra. Leggermente frastornato vide il vecchietto della foto diventare ancora più grosso con la pelle squamosa. Fantastico! Un mostro! Ma non andavano mai in vacanza? Imprecando cercò nella cintura degli attrezzi alla ricerca di un arma che potesse farlo fuori.
Alla fine risultò che il mostro sapeva fare molto bene le foto e che aveva un futuro da fotografo (certo, questo se Calypso non l'avesse messo k.o con la sua borsetto e Leo non lo avesse infilzato con una chiava inglese di bronzo celeste).
Ritraeva un buffissimo Leo con lo sguardo perso verso l'infinito e oltre (come disse più avanti Percy) la faccia seria e concentrata, il petto in fuori e le mani sui fianchi mentre Calypso rideva arricciando il naso e cercando di nascondere la bocca con la mano e gli occhi che sfuggivano all'obbiettivo pieni di serenità.
Era una bella foto che Leo incorniciò sopra il proprio letto alla Cabina Nove e che mostrava fiero a tutte le matricole. Calypso invece tenne la propria copia sempre con sè, in ricordo di come distrussero un mostro con una borsa e una chiave inglese.

We make our mistake
It's not too late
We had to learn the hard way
Bridges will burn
Now it's our turn
We had to learn the hard way
Cause all we ever want is gold.

(Sleeping with Sirens, Gold)


V's corner.
E' la prima volta che pubblico qui, che bello! Sebbene io debba ancora leggere BOO dovevo assolutamente scrivere di queste meravigliosa coppia e oggi mentre ascoltavo Gold mi è venuta l'ispirazione.
Quanto sono adorabili.
Be', Leo è Leo, il mio grande amore!
Fatami sapere cosa ne pensate:) Io regali dolci e fragole a chi recensisce
V.












   
 
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