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Autore: Daphne BS    27/04/2015    5 recensioni
Per scrivere questa storia demenziale non ho fatto altro che modificare a modo mio il brano in cui Harry si butta nel Pensatoio durante una lezione di Occlumanzia, favorito da una temporanea assenza di Piton (Harry Potter e l' Ordine della Fenice). Non so se potrebbe piacere a tutti, ma... CHISSENEFREGA, VOLEVO PUBBLICARLA!
(ATTENZIONE: DURANTE LA LETTURA POTRESTE ESSERE COLPITI DA ATTACCHI DI VOMITO. CONSULTARE IL PROPRIO MEDICO PRIMA DI LEGGERE. E per favore... contattate uno psichiatra per l' autrice).
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Per capire meglio il mio demenziale umorismo, vi faccio un breve profilo dei personaggi:
 
  • Harry Potter: il ragazzo che è sopravvissuto è stupido, ingenuo, autolesionista e gode nel soffrire (questo dovrebbe spiegare perché è sempre in mezzo ai casini). Cerca continuamente il suicidio nei modi più svariati e originali, ma la mistica protezione di sua madre rende vano ogni suo tentativo. Ma il giovane Harry, invece di scoraggiarsi, tira fuori il suo sorrisetto idiota e progetta nuovi piani per la sua morte!
  • James Potter: identico al figlio, eccetto per la mania suicida. Si crede un gran figo quando non lo è; è famoso per le sue prestazioni sessuali da Cercatore di Quiddich.
  • Sirius Black: in questo brano il giovane rampollo ribelle dell’ Antichissima Casata (inchino) dei Black si presenta come un pericoloso mafioso armato di mitragliatrice, che si porta sempre appresso. Parla con cadenza sicula pur non essendo nato in Sicilia (chiedo immediatamente perdono per gli eventuali errori sul dialetto siciliano: di ciò me ne dolgo molto, perché adoro la Sicilia, che ho imparato ad amare grazie ai romanzi di Andrea Camilleri).
  • Remus Lupin: per renderlo comico, me lo sono immaginata lupo mannaro ventiquattr’ ore su ventiquattro, con o senza luna piena. Per il resto, è normale.
  • Peter Minus: non cambia molto da come lo ha descritto la Rowling. Mi è bastato esasperare il suo carattere da lecchino.
  • Severus Piton: proprietario del ricordo oltre che protagonista di questo brano, Sev da giovane era un Emo con continui pensieri negativi sul mondo, per questo era diventato un feticista e dimostrava vivo interesse per le arti oscure e le pratiche sadomaso.
  • Cavallette Aliene Mutanti: queste creature sono state partorite dalla mia mente malata. In breve, sono cavallette giganti (hanno le dimensioni di un’ auto), hanno la capacità di cambiare aspetto e provengono dal pianeta Zorkon. Il loro intento è quello di conquistare il pianeta terra, ma il prode Severus Piton è sempre riuscito a far fronte ai loro tentativi di conquista, facendoli fallire. Naturalmente, nessuno riconosce questo merito al povero Piton.
 
Chiedo in anticipo scusa per quei fan sfegatati dei personaggi che mi sono permessa di modificare (si sa, non tutti potrebbero gradire, qualcuno potrebbe riderci su, altri scagliarmi contro una maledizione Crurciatus). Spero che questa storia vi piaccia…. Beh, buona lettura!
(RECENSITE, MARRANI! cit. Sir Cadogan)

 

Il peggior ricordo di Pitòn

 
(…)
Prese fiato e tuffò il viso dentro i pensieri di Piton...che puzza!
Era al centro della Sala Grande, ma le tavole delle quattro case erano scomparse. C’ erano invece oltre un centinaio di tavoli più piccoli, tutti rivolti nella stessa direzione, ciascuno occupato da uno studente chino a scrivere su un foglio di pergamena. L’unico rumore era quello del raspare delle piume e il raro fruscio di una pergamena smossa. A quanto pareva, era in corso quel un esame. Harry si guardò intorno. Piton doveva essere lì nei paraggi, dopotutto questo era un suo ricordo...E infatti eccolo là, quello stronzo. Il giovane Piton aveva l’ aspetto di un cinese: era pallido, filaccioso, giallognolo. Aveva sottili, lerci, capelli flosci e unti che sfioravano il banco, mentre scriveva col naso adunco a un centimetro dalla pergamena. Harry si spostò alle sue spalle e lesse l’ intestazione dell’ esame:
 

DIFESA CONTRO GRANDE PUFFO

 –
Giudizio Unico per Fetenti e Ornitorinchi.

 
Dunque Piton aveva quindici o sedici anni, più o meno l’ età di Harry. La sua mano volava sulla pergamena; aveva scritto trenta centimetri più dei suoi vicini e per di più in una calligrafia minuta e stretta. 
“Ancora cinque minuti, pivelli!”
La voce fece sussultare Harry. Voltandosi, vide la sommità della testa del prof nano Vitious spostarsi fra i banchi, passare vicino a un ragazzo con arruffati capelli neri...capelli neri molto arruffati...
(...)
Harry si fermò e abbassò lo sguardo su suo padre. Suo padre a quindici anni. Gli esplose lo stomaco (nel senso vero della parola): era come guardare se stesso, solo con alcuni errori intenzionali: James Bond Potter aveva gli occhi nocciola, il naso un po’ più lungo di quello di Harry e nessun tatuaggio merdoso sulla fronte, però avevano lo stesso viso sottile, le stesse sopracciglia; i capelli di James, da vero punk, erano ritti quanto quelli di Erri. Le mani sarebbero potute essere quelle di Harry. Le palle sarebbero potute essere quelle di Erri. Insomma, avete capito che lui e suo padre, apparte qualche piccolo dettaglio, erano due gocce d’acqua.  
James sbadigliò e si passò una mano fra i capelli spettinandoli ancora di più. Poi si voltò e scatarrò in faccia allo studente che aveva dietro e sorrise a un ragazzo (lo sapevo! lo sapevo che James era gay!) seduto quattro tavoli dietro di lui.
Con un’altra esplosione di budella, Erri riconobbe Sirius, rilassato sulla sedia e con un mitra fra le mani, mitragliare James soddisfatto. Sirius era molto attraente: i capelli scuri che gli ricadevano sugli occhi gli davano un’ aria di distratta eleganza che nè James nè Harry avrebbero potuto uguagliare (e ci vuole tanto a essere meglio di quei due cessi??). Una bimbominchia seduta alle sue spalle lo fissava con aria sognante, lui se ne accorse, si voltò, disse:
“Cu minchia talii?” e la mitragliò.  E due banchi dietro la ragazza – a Erri venne un attacco di diarrea - c’ era Remus Lupin. Era già trasformato in lupo mannaro pur non essendo luna piena e sgranocchiava tutto contento i vicini che stavano ancora finendo l’ esame. Ma allora anche Codaliscia doveva essere nei paraggi...e infatti eccolo lì, quell’ handicappato: era un nano dai capelli color topo, il naso appuntito e l’ espressione ansiosa, che si mordeva le unghie, e se l’ era fatta addosso. James nel frattempo aveva preso un foglio di pergamena e cominciò a disegnare un boccino con scritto intorno  le lettere L.E. Cosa cazzo poteva significare? 
“Giù le piume!” squittì Vitious” Anche tu, LaTorre! Rimanete seduti mentre raccolgo tutte le cazzate che avete scritto! Accio!
“Salute, prof!” rispose uno.
Tutti i fogli di pergamena volarono addosso al prof nano Vitious che morì soffocato dal peso dei rotoli mentre tutti ridevano divertiti. Erri abbassò lo sguardo sul padre che cancellò in fretta le “L.E”, si alzo di scatto, raccattò la sua roba e aspettò che Sirius lo mitragliasse di nuovo. Voltandosi, Harry vide Piton inciampare sui banchi cercando di uscire dalla Sala Grande. Spigoloso nonostante le spalle curve, camminava come un pinguino e aveva i capelli appiccicati sul viso che gli impedivano la vista. Una banda di troie lo separava da James e i suoi amici, e confondendosi fra loro riuscì a non perderlo di vista e a cogliere le voci di James e degli altri.
“Ti è piaciuta la domanda numero dieci, Lunastorta?” chiese Sirius uscendo dalla Sala.
“Eccome” rispose famelico Lupin sputando un osso umano” Indicate i cinque segni che identificano un lupo mannaro. Un’ ottima domanda.”
“Credi di essere riuscito a identificarli tutti?” chiese James con voce idiota, uguale a quella di Harry.
“Credo proprio di sì” replicò serio Lupin , mentre si univano alla folla accalcata davanti al portone, ansiosa di uscire “ Uno: è seduto sulla mia sedia. Due: indossa i miei vestiti. Tre: si chiama Remus Lupin”.
Codaliscia fu il solo a non ridere.
“Io ho indicato la forma del muso, le pupille e la coda a ciuffo” disse ansioso e con una faccia che ricordava quella di Harry quando era indeciso se tagliarsi la gola o impiccarsi ”però non mi è venuto in mente altro...”
“Ma quanto sei coglione, Codaliscia?” sbuffò James “Corri con un lupo mannaro una volta al mese...”
“Abbassa la voce, imbecille” ringhiò Lupin staccandogli la testa con un morso.
Harry si voltò di nuovo. Piton era vicino, avanzando a tentoni cercando di vedere dove andava anche con i capelli davanti... ma quello era un suo ricordo e se Piton avesse deciso di andare da un’ altra parte non avrebbe più potuto tenere d’ occhio il padre. Con suo grande sollievo, quando James e i suoi amici puntarono verso il lago, Piton li seguì senza rendersene conto. Così, tenedosi qualche passo davanti a lui, riuscì a restare vicino a James e agli altri. “Seconno me l’ esame era ‘na stronzata” sentì dire Sirius. “Me stupirei se nun prendessi come minimo “Ecceziunale”. Poi, con tutti i soldi che ho dato ai prof...”
“Anch’ io”. James infilò una mano in tasca e ne estrasse un’ agitatissimo Boccino d’ Oro.
“E quello dove lo prendesti?”
“Sgraffignato” fu la distratta risposta. James prese a giocherellare col Boccino: gli consentiva di allontanarsi al massimo trenta centimetri prima di riacciuffarlo. Aveva dei tic nervosi che gli permettevano di prendere al volo il boccino. Codaliscia lo guardava ammirato.
Si fermarono in riva al lago, sotto lo stesso olmo secolare che ora brucia nel mio focolare. Ancora una volta Harry si voltò, e con sollievo vide che Piton era inciampato poco lontano, all’ ombra di alcuni cespugli. Era sempre immerso nei suoi merdosi capelli unti e continuava a trasudare unto, il che lasciò Harry libero di sedersi sull’ erba, a metà strada fra l’ olmo e i cespugli, e osservare i quattro sotto l’ albero. Il sole splendeva abbagliante sulla superficie del lago e sul gruppetto di troiette ridenti che si erano tolte le calze e scarpe e inquinavano con la puzza dei loro piedi il lago già fetido (immaginatevi il lago come quello di Springfield nel film dei Simpson ). Lupin aveva preso uno studente del primo anno e lo sgranocchiava di gusto. Sirius mitragliava gli studenti che ciondolavano nel parco. James continuava ad avere spasmi nervosi e ad acchiappare il Boccino. Codaliscia lo fissava a bocca aperta, trattenendo il fiato e applaudendo ad ogni presa particolarmente difficile. Dopo cinque minuti di quella scena, Harry si chiese perché James non gli diceva di darci un taglio, ma James pareva godersi tutta quella attenzione. Notò anche che suo padre aveva l’ abitudine di passarsi una mano in mezzo ai capelli come per evitare che stessero troppo in ordine, e che continuava a lanciare occhiate alle troie in riva al lago. Inutile dire che, in questa occasione, James si comportava tale e quale a Harry durante le lezioni di Pozioni. Beh, tale padre, tale figlio.
“Mettilo via, dai” sbottò finalmente Sirius, mentre James eseguiva un’ abile presa e Codaliscia strillava eccitato” prima che il nostro amico se la faccia addosso.”
Codaliscia arrossì, ma James sorrise.
“Se ti da’ fastidio” disse, infilando di nuovo in tasca il Boccino.
“Sì, mi dà fastidio, minchione” replicò Sirius “beccati questo, ora.” e lo mitragliò senza pietà.
Harry ebbe la netta impressione che Sirius fosse il solo a cui James fosse disposto a dare retta. E ci credo, guai a contraddire uno armato di mitra. Ve lo dico per esperienza.
“Che noia” disse Sirius, uccidendo uno studente. “vorrei che fosse luna piena”.
“Tu, forse” brontolò Lupin staccandogli un braccio tutto incazzato ”Dobbiamo ancora fare Trasfigurazione: se ti annoi, puoi interrogarmi. Tieni...” e gli lanciò la testa di uno studente.
 “Oh, scusa, quello è l’ avanzo dello spuntino di mezzogiorno... ecco il libro.” e glielo tese.
Ma Sirius lo mitragliò tutto incazzato.
”Non ho bisogno di ripassare quella roba, so già tutto.”
“Questo ti tirerà su, Felpato” disse James sommesso. “Guarda chi c’è...”
Sirius voltò la testa. E si immobilizzò come un cane che annusa la tazza di un autogrill.
“Minchia” sussurrò. Mocciosus.
Harry si voltò per seguire il suo sguardo.
Piton era riuscito a rialzarsi e aveva scatarrato in faccia alla McGonagall, ma tanto a nessuno importa di quella vecchia, chissenefrega.
James e Sirius si alzarono.
Lupin e Codaliscia rimasero seduti: Lupin stava ancora sgranocchiando una testa di uno studente; Codaliscia, invece, pisciò addosso a Lupin suscitando le ire di quest’ ultimo.
“Tutto bene, Mocciosus?” chiese James con la sua vocetta idiota.
Piton si guardò intorno spaesato e, pensando a un invasione di Cavallette Aliene, estrasse la bacchetta, e esclamò:
“Avanti, Cavallette del cazzo, fatevi sotto!”
James allora, pensando che ce l’ avesse con lui, gridò: Expellilardus!”
Piton divenne anoressico e svenne. Sirius lo mitragliò e scoppiò in una risata simile a un latrato.
Crucio!” disse (senza estrarre la bacchetta, talaltro), puntando a sua volta il mitra contro Piton, che si contorse dal dolore.
Molti studenti si voltarono e alcuni si avvicinarono. Qualcuno sembrava preoccupato, qualcun altro soltanto divertito, gli altri se ne sbattevano altamente le palle.
Piton rimase a terra, sventolandosi davanti le mani come per scacciare le Cavallette, mentre Sirius lo mitragliava ancora. James lanciava occhiate di sbieco alle troie sulla riva. Anche Codaliscia era in piedi, e dopo essere stato mangiato da Lupin, cercò la posizione migliore per cagare.
“Come è andato l’ esame, Mocciosus?” chiese James, al cui suddetto esame non aveva scritto una parola.
“Lo tenevo d’ occhio, aveva il naso incollato sulla pergamena ” sogghignò Sirius ”Con tutto l’ unto che ci avrà lasciato, non riusciranno a leggere una parola”.
Parecchi ragazzi scoppiarono a ridere. A quanto pareva, Piton non era un tipo molto amato (Ah, mo’ l’ ha capito). Codaliscia diede un risolino da femminuccia. Piton cercò di rialzarsi, ma inciampicò di nuovo:
“Se ti prendo...Cavalletta del cazzo...” ansimò, rivolgendosi a un povero cristo che non centrava niente “Aspetta...e vedrai!”
“Aspettare cosa?” chiese gelido Sirius “Che cosa farai, Mocciosus, ci userai per soffiarti il naso? Io pirsonalminti nun ce tengo, quindi usa iddru...” e gli buttò James. Piton lo cercò a tentoni e si soffiò il naso sui capelli di James.
“Ehi, questo gel è ottimo!” esclamò James.
Dalla bocca di Piton scaturì un torrente di bestemmie e parolacce, e anche un rospo.
“Porc... maledette cavallette, prima di conquistare la terra dovete vedervela con me!”
“Faresti meglio a lavarti la bocca, hai dei denti giallissimi...” notò James, che ci teneva all’ igiene “Gratta e netta!”
Un attimo dopo, una saponosa schiuma rosea eruttò dalle labbra di Piton, provocandogli conati di vomito, e  che fece pensare al poverino di essere in una lavanderia (Piton con i capelli davanti non riesce a capire dove si trova, a volte pensa di essere in panetteria mentre fanno erbologia, e chiedendo insistemente una pagnotta alla professoressa Sprite Coca-Cola).
“Lascialo STARE!”
James e Sirius si voltarono di scatto. La mano libera di James salì subito ad arruffargli i capelli.
A gridare era stata una delle troie in riva al lago. Aveva pochi capelli rossi scuro e si intravedevano serie calvizie e occhi a mandorla di un verde incredibile...gli stessi occhi di Harry.
Era quella zoccola di sua madre.
“Tutto bene, Evans?” disse James con una voce di colpo più idiota di prima.
“Lascialo stare” ripetè istericamente Lily, fissandolo disgustata “Che cosa ti ha fatto?”
“Be’...” rispose James, fingendo di ponderare la questione ”è più il fatto che esiste, non so se mi spiego...”
Parecchi studenti risero, Sirius, Codalisca e Lupin compresi, ma non Lily.
“Ti credi divertente, Potter” disse istericamente ”Ma sei solo uno stronzo di merda arrogante e prepotente. Lascialo stare”.
“Solo se esci con me, Evans” replicò rapido James “Esci con me, e non alzerò mai più la bacchetta su Mocciosus”.
Dietro di lui Piton stava strisciando verso la bacchetta, maledicendo le Cavallette.
“Non accetterei nemmeno se dovessi scegliere fra te e Berlusconi” replicò Lily
“ Tanto ci esci già, troia, con tutti i soldi che ti dà.” le fece notare Sirius, e si voltò verso Piton. “EHI!”
Troppo tardi. Piton aveva già puntato la bacchetta contro James: ne scaturì un lampo di luce, e il cuore di James era per terra. James raccolse il proprio cuore e se lo riattaccò con la colla Vinavil, partì un secondo raggio di luce e un attimo dopo Piton penzolava per aria all’ ingiù la veste che gli ricadeva sopra la testa mostrando le pallide gambe ossute e un paio di mutande grigiastre.
Un applauso si levò dalla piccola folla; Sirius, James e Codaliscia si rotolavano dalle risate.
“Mettilo giù!” gridò Lily fuori di sè.
“Ai tuoi ordini”. James fece scattare la bacchetta all’ insù, e Piton si afflosciò a terra. Districandosi dalla veste, si rialzò rapido, la bacchetta pronta, maledicendo le cavallette mutanti, ma Sirius lo mitragliò per benino e Piton cadde quasi morto.
“LASCIATELO STARE!” urlò Lily, e estrasse a sua volta la bacchetta. James la fissò preoccupato, Sirius invece mitragliò anche lei senza tanti complimenti gridando:
“Beccati questa, lurida sgualdrina!”
“Dai Evans, non costringermi a farti un’ incantesimo” disse James, stupendosi del proprio linguaggio così colto.
“Allora liberalo!”
James sospirò, mormorò un controincantesimo, e Piton guarì.
“Ecco fatto” disse, mentre Piton mordeva Codaliscia. “Ti è andata bene che ci fosse Evans, Moccio...”
“Non mi serve l’ aiuto di una piccola schifosa puttanella!”
Lily trasalì.
“Molto bene” replicò freddamente. “Vuol dire che in futuro non mi prenderò la briga di aiutarti. E se fossi in te mi laverei le mutande, Mocciosus.
“Chiedi scusa a Evans!” ruggì James, puntando la bacchetta contro Piton.
“Non voglio che mi chieda scusa perchè l’ hai costretto tu! urlò istericamente Lily. “Siete uguali, voi due”
“Che cosa?” protestò James ”Io non ti avrei MAI chiamato una...tu-sai-come!”
“Io sì.” disse uno dalla folla.
“Sempre a spettinarti i capelli perchè ti sembra affascinante avere l’ aria di uno che è appena sceso dalla scopa, sempre a esibirti con quello stupido Boccino e a camminare in trionfo nei corridoi a lanciare incantesimi su chiunque ti infastidisca solo perchè sei capace...sei così pieno di te che non so come fa la tua scopa a staccarsi da terra! Mi dai la NAUSEA!”
Scatarrò per terra, si voltò e corse via.
“Evans!” le gridò dietro James. « Ehi, EVANS ! »
Lily non si voltò.
“Ma che cos’ha?” bofonchiò James cercando di mostrarsi - non riuscendoci - menefreghista della risposta data.
“Leggendo fra le righe, amico, direi che secondo lei sei un po’ troppo presuntuoso” rispose Sirius.
“Bene” disse James, che sembrava furibondo.”Bene...”
Saettò un altro lampo di luce, e ancora una volta Piton si ritrovò a mezz’  aria, a testa in giù, a cercare di capire se fluttuava nello spazio nella navicella aliena delle Cavallette o semplicemente che Silente lo stava torturando come di consueto.
“Allora...chi vuole vedermi togliere le mutande a Mocciosus?”
Erri non scoprì mai se James avesse davvero tolto le mutande a a Piton, perchè una mano gli serrò il braccio come una morsa. Si voltò di scatto per vedere chi lo avesse afferrato e scorse con un brivido di terrore un Piton adulto, pallido di rabbia.
“Ti stai divertendo?”
(...)
Harry se la vide brutta, alla fine. Piton lo mise in punizione per un mese a pulire cessi insieme a Justin (Bieber, nel tempo libero fa il bidello ad Hogwats insieme a Silente per mancanza di personale, n.d.a.) e Silente.
Tuttora Piton crede di essere stato attaccato dalle cavallette mutanti in una lavanderia. Ancora non si è tagliato la frangetta, dice che fa colpo. In effetti, ha certi bernoccoli...


N.D.A: Gli errori di trascrizione dei nomi (es: Erri) sono stati fatti appositamente.
 
   
 
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