Con un sorriso sulle labbra rimiro il riflesso che mi restituisce lo specchio, contemplando le Vans giallo scuro che mi calzano a pennello ai piedi. Se la perfezione dovesse avere un nome, sicuramente si chiamerebbe ‘Vans giallo scuro’, ne sono certa. Sono perfette ai miei piedi.

Prendo tempo continuando a fare qualche passo fingendo di testare la comodità delle scarpe, ma intanto rimugino afflitta che non posso permettermele: a malapena ho i soldi per mangiare e sicuramente le Vans non rientrano nel mio pasto quotidiano... eppure mi fanno venire l’acquolina in bocca tanto sono belle.

Mi guardo intorno: il giovane commesso che mi stava servendo non si vede, probabilmente si sta occupando di qualcun altro, stanco dei miei continui ‘mmm’. Lancio un’occhiata furtiva alla porta, non è molto lontana, forse riesco a fare uno scatto e scappare via. Il commesso  più vicino è appena dietro ad un tavolino vicino a me, e comunque non noterebbe niente, la sua attenzione è presa da una ragazzina capricciosa che non vuole “quelle orribili Sneakers”.

Mi sorrido allo specchio: forse ce la faccio.

Fingo indifferenza mentre mi avvicino alla porta camminando all’indietro, mantenendo lo sguardo sullo specchio. Di scatto mi giro ed esco correndo più che posso, mentre un ‘ehy!’ urlato e l’antifurto si levano dal negozio. Merda.

Corro più veloce, ignorando gli sguardi furtivi delle persone che camminano calmi per le strade del centro. Lancio un’occhiata all’indietro e vedo con orrore che dietro di me sta correndo il commesso di prima che si stava occupando della bambina e, noto, è più alto di me di almeno mezzo metro.
Inizio ad ansimare per la corsa e cerco di seminare il ragazzo svoltando improvvisamente a destra, in una stradina vuota.

-Fermati!- grida il ragazzo, ma io continuo imperterrita a correre. Sento delle grandi e veloci falcate dietro di me e, improvvisamente, due braccia forti mi
afferrano e mi stringono strette interrompendo la mia corsa sfrenata.

Il ragazzo mi solleva da dietro e d’impulso inizio a scalciare e a tirare pungi e riesco a beccare con il gomito il labbro del ragazzo dietro di me. Un’imprecazione segue una fortissima pressione sulle mie braccia, che non riesco più a muovere.

-Ferma, cazzo.- dice il ragazzo.

Continuo a scuotermi seppur i miei piedi non tocchino terra e un senso di terrore m’invade capendo che non ho più speranza di scappare.

Sputo per terra e ordino al ragazzo di mettermi a terra.

Sento i piedi riprendere contatto con la strada e il ragazzo, tenendo le mani ben salde sulle mie braccia per impedirmi di scappare, mi volta per guardarmi. Getto la testa all’indietro per riuscire a guardarlo in faccia e i miei occhi ne incontrano un paio verde smeraldo. Noto che gli ho spaccato un labbro che ora sta sanguinando.

-Che cazzo pensavi di fare, eh?- mi dice senza urlare ma con un tono che mi fa sentire minuscola davanti a lui.

- Ma guarda, pensavo di catturare Winnie de Pooh e portartelo.- dico sarcastica abbassando lo sguardo e cercando di  scollarmi di dosso le sue mani.

Lo sento irrigidirsi ancor di più e replica:

-Non fare la furba con me, ragazzina, non sei nella migliore delle situazioni in questo momento.-

-Mi lasci, per favore?- gli dico guardandolo. Leggo nei suoi occhi il dubbio sul da farsi.

-Se riscappi ti riprendo, quindi non ci provare, chiaro? O non sarò così gentile.-

Decido di puntare sulla verità, anche perché non posso fare altrimenti.

-Senti, mi dispiace, ma non ho il soldi per permettermi queste scarpe e le ho trovate adorabili, ma ora te le restituisco, okay?-

Il ragazzo sembra sciogliersi alla mie parole e si passa una mano tra i capelli ricci mentre con l’altra si tampona il labbro sanguinante.

-Perché non te le puoi permettere?- mi chiede, sempre con tono duro, ma noto nei suoi occhi la curiosità.

-Non ho soldi.- dico guardandolo.

-Beh, devo ammettere che non potrebbero starti meglio.- dice guardandomi i piedi calzati dalle fiammanti Vans gialle.

Lo guardo sorpresa. Lui alza di nuovo gli occhi sui miei e mi intima di seguirlo.

Abbasso gli occhi e ci incamminiamo verso il negozio. Non ho davvero scampo, non sono maggiorenne quindi saranno più docili con me, ma ho lo stesso paura.

Entrando sento il ragazzo sospirare e vedo il commesso che mi stava servendo infervorato davanti a me.

-Ecco la piccola ladruncola! Stronzetta, cosa voleva fare, eh?-

-Tranquillo, Jef. È tutto a posto.- dice il ragazzo.  Resto ferma mentre il ragazzo si avvicina al commesso e gli mormora qualcosa. Noto che sovrasta completamente anche Jef che, finito di ascoltare,  guarda stupito il suo interlocutore e poi me.

-Va bene, Harry.- mormora e torna ad occuparsi dei clienti.

- Resta ferma lì. – mi dice il ragazzo . Annuisco piano e lo guardo mentre si allontana verso la cassa. Ha spalle molto larghe e la maglietta grigia a maniche corte che indossa, mette in mostra i possenti muscoli delle braccia.

Mi guardo nervosamente intorno e dopo qualche minuto il ragazzo torna verso di me sospirando.

Si ferma davanti a me e mi tende uno scontrino.

-Ora sono tue, contenta?-




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Amore. Matrimonio. E poi tutto il resto.-http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2505878&i=1
Selly :)