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Autore: fantasyworld    28/04/2015    0 recensioni
Sara è una ragazza altruista, si è appena diplomata e nessuno le ha mai fatto apprezzare la vita. Le piace svegliarsi all'alba per sentire il cinguettio degli uccelli, fare discussioni ultra filosofiche sotto la doccia e interrogarsi sui misteri della vita.
Cosa le riserverà la vita? chi incontrerà? chi le farà apprezzare la vita?
Forse dovrebbe benedire quel giorno in cui decise di fare i test per la facoltà di medicina.
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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La sveglia suona, la spengo e aspetto cinque minuti prima di alzarmi. Fisso il soffitto bianco , triste e spoglio e la nausea prende il sopravvento, il cuore batte all'impazzata, faccio fatica a respirare ed è come se fossi in una bolla di vetro. Mi alzo di corsa e presa dal panico corro in bagno, faccio scorrere l'acqua, mi bagno i polsi e la fronte e cerco di controllare il mio respiro: Inspiro, trattengo l'aria per cinque secondi e poi espiro lentamente, come se dovessi soffiare su dei petali di un fiore. Gli attacchi di panico non mi capitavano più da tanto e questo fece scattare in me un piccolo campanello di allarme "e se fossi stata male ancora?"; Riesco a calmarmi, metto della musica ed entro nella doccia; Mi godo il momento che sembra infinito, vengo inondata dal profumo di vaniglia ma contrastante con la puzza della crema depilatoria. Esco dalla doccia, metto delle gocce d'olio sul palmo della mano e massaggio i miei capelli, dopo averli asciugati mi sento totalmente rilassata, mi trucco e metto un rossetto rosso fragola; Mi rendo conto di essere parecchio in ritardo e corro a vestirmi: Indosso una canotta bianca e quella gonna floreale a vita alta che ricade leggera sui miei fianchi, metto delle scarpe blu e la giacca di pelle marrone, prendo la mia borsa ed esco in fretta da casa. Salgo sul pullman e mi posiziono negli ultimi posti, comincio a pensare a cosa potrebbe succedere, ma le mie aspettative verranno sicuramente deluse, il mio stomaco si attorciglia violentemente facendomi risalire dei piccoli brividi lungo la schiena. Una volta arrivata davanti l'Università, mi guardo intorno ma non vi è nemmeno l'ombra di quel ragazzo ma voglio aspettare altri due minuti e nel contempo fumo una sigaretta. Dopo cinque minuti pieni valuto che sia il caso di entrare e di farmene una ragione, percorro il corridoio e mi fermo davanti a un tabellone, cerco il mio nome e leggo: "AMMESSA" all'improvviso vengo presa da una gioia enorme, sorrido e trattengo le lacrime di felicità, mi giro di scatto per controllare che non ci fosse nessuno ma il ragazzo dal bel sorriso era appoggiato alla porta d'uscita e teneva dei fogli arrotolati in una mano, mi stava guardando e io avrei voluto ridere di più, scoppiare in una risata fragorosa cercai di trattenermi almeno fin quando non fossi uscita. Lui mi segui con lo sguardo fin quando non arrivai a circa due metri da lui e mi mostrò i suoi denti splendenti e mi fece sciogliere. -Allora? buone notizie?. Mi domandò, la sua voce profonda mi risuonò nel petto. -Ottime notizie, sono passata, sono davvero felice. Gli risposi gentilmente. -E io lo sono per te, non ci siamo presentati. Piacere Fabio. Mi disse porgendomi la mano. Gliela strinsi e risposi - Piacere mio, Sara. Gli chiesi:-Tu invece? hai buone notizie?. -Sono passato anche io. -Sonno felice per te, molto!. Gli dissi. -Allora Sara, sei di Messina?. Mi chiese. -Ehm no, sono di un paesino a circa un ora da qui. Tu invece? - Io si, abito anche qui vicino. - Ah ottimo! - Ti va di andare a pranzo insieme?. Mi chiese trovando a stento le parole, sinonimo di nervosismo. - Certo! Prendemmo degli hot dog e ci sedemmo nella piazza principale, parlammo di moltissime cose, e mi sentivo a mio agio. - Quando devi tornare a casa?. Mi chiese dispiaciuto. - Tra mezz'ora, alle tre ho il pullman. - Peccato, mi sarebbe piaciuto portarti fuori anche stasera. - Sarà per la prossima volta. Lo rassicurai. - Certamente. Ci salutammo e proseguì per la mia strada. Ad un tratto sento urlare il mio nome, mi giro violentemente e vedo Fabio che corre verso di me, una volta arrivato mi dice:- Ti prego non andare, voglio portarti al cinema prima. -Ma io, non posso, poi non ho modo di tornare a casa. - Ti riaccompagno io, ti prego! - E va bene, mi hai convinta ma solo se il film lo scelgo io. - Andata!. Chiamo mia madre per avvertirla che la mia permanenza a Messina sarebbe durata un altro paio d'ore. Camminiamo per le vie principali, ridiamo, scherziamo e mi offre un gelato. Arriviamo di fronte al cinema e scelgo un film horror, prendemmo degli stuzzichini e ci sedemmo al centro del cinema. All'inizio lui non smetteva di fissarmi, mi faceva seccare la gola provocandomi strane sensazioni. Cominciai ad appassionarmi al film e lui sempre più impaurito non riusciva a stare fermo. Mi prese la mano di scatto e si coprì gli occhi, e dopo avermi tenuto la mano per praticamente tutto il film me la baciò. Mi riaccompagnò a casa con la sua macchina e per tutto il tragitto cantammo canzoni rock e metal simulando concerti. Mi fece sentire a mio agio. Arrivati di fronte casa mia lui mi prese di nuovo la mano e la baciò,poi la portò sul suo viso accarezzandomi lentamente le nocche. Mi inumidì le labbra e deglutì, i suoi occhi erano di un castano nocciola e non riuscivo a decifrarli. Interruppi il silenzio che durava da un paio di minuti.-Mi sa che devo andare adesso -Si. Mi disse lui. Prese di scatto il mio viso e lo avvicinò al suo, sentivo il suo calore, il suo odore e una sensazione strana si espandeva nel basso ventre. Mi baciò appassionatamente, le nostre lingue si incrociarono ripetutamente, mi morse le labbra provocandomi un desiderio strano. Mi staccai dalle sue labbra con respiro corto, lui mi accarezzò le labbra e mi sorrise, ero totalmente incantata. -Ciao Fabio, grazie per la bella giornata. -A domani e grazie a te. Ah un'altra cosa. Prese il mio cellulare e registrò il suo numero, mi fece un squillo e mi lasciò andare. Scesi dal Suv, chiusi la portiera, gli feci cenno di saluto che lui gentilmente ricambiò ed entrai in casa. Andai dai miei genitori che stavano preparando la cena e gli diedi la buona notizia, festeggiamo, bevemmo vino e passammo una bella serata, mi chiesero con chi fossi rimasta il pomeriggio e io dovetti mentire, dissi di essere stata con una futura collega. Andai nella mia stanza, Summer Wine di Nancy Sinatra risuonava nella mia stanza, ero euforica a causa del vino e cominciai a ricordare quel momento così intimo e quella sensazione che mi ha provocato. La canzone finì e io ancora vestita mi addormentai con il sorriso stampato sulle labbra.
  
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