Seconda parte
AVVERTENZE: Contiene delle frasi in spagnolo, tradotte dalla SuperFantastica House&Cameronthebest (la mia scimmietta Alex), la traduzione la trovate in fondo alla pagina.
“Non riesco a capire quello che dici.” – Si scusò
Cameron con voce gentile.
La giovane partoriente e il marito parlavano
solamente spagnolo e nessuno era in grado di comprenderli, tanto meno Cameron
che al massimo sapeva dire buon giorno e buona sera.
“¿Mis niños están naciendo?” - Chiese la donna
affaticata e frastornata. – “Tengo un dolór muy fuerte aquí” - Tenendosi
l’ampio ventre con entrambe le mani.
“Stenditi.” – Disse Cameron indicando una
barella, ma la donna non capiva.
Improvvisamente un piccolo scroscio d’acqua fece
bloccare tutti: si erano rotte le acque.
”¡Oh madre de Dios!” - Gridò l’uomo spaventato. -
”¿Qué pasa?”
“Il tuo bambino sta per arrivare.” – Disse la
giovane, ma la faccia spaventata della coppia gli fece capire che non avevano
la più pallida idea di cosa avesse appena detto. – “Avanti, ci sarà pur
qualcuno che parla spagnolo in quest’ospedale.” – Mentre lo sguardo correva da
un’infermiera all’altra.
“Vuestro mocoso está llegando.” - Disse House
comparendo alle spalle di Cameron.
Il messicano cominciò a muovere forsennatamente
la testa e a indicare la propria compagna.
La giovane dottoressa tornò a respirare, lui
conosceva lo spagnolo, avrebbe dovuto pensare immediatamente a lui. – “Per
cortesia chiedile di salire sulla barella così che la possa visitare.”
“Non sono un interprete.” – Disse lui sdegnoso.
“Per piacere House!” – Con tono quasi
supplicante.
“Túmbate en la camilla.” - Disse secco House
mentre si strofinava scocciato il mento barbuto, non riusciva a resistere a
quegli occhi verdi.
La donna non se lo fece ripetere due volte e
obbedì, ma improvvisamente si piegò in due per il dolore di una contrazione
particolarmente intensa.
“Ogni quanto ti vengono le contrazioni?” – Chiese
Cameron quando notò che l’espressione della donna si stava lentamente
rilassando.
Non ottenne risposta.
“House! Per piacere!” – Chiese esasperata la
giovane dottoressa.
Lui sbuffò e si avvicinò al gruppetto. – “¿Cada
quánto tienes este dolór?”
"Siempre.”
“Dilettanti!” – Sbuffò irritato. – “¿Cuánto
tiempo pasa entre un dolór y el otro?”
La donna non rispose e si piegò maggiormente su
se stessa a causa del dolore sempre più forte. – “Un minuto!” - Disse l’uomo
che la accompagnava. - ”¿Estarán bien?” - Chiese il messicano preoccupato.
“Allora?” – Chiese Cameron impaziente.
“Ha contrazioni ogni minuto.” – Con faccia
annoiata.
“Dille di aprire le gambe e di metterle sulle
staffe.” – Mentre cercava uno speculum nel cassetto più vicino.
“Oddio Cameron!” – Posandosi una mano sul volto
fingendo di essere sconvolto da quella frase. – “Non pensavo che potessi essere
tanto esplicita!” – Gongolando come un matto guardando il viso sconvolto delle
infermiere. – “Non pensavo che volessi vedermi fare sesso! E poi, così … in
pubblico!?”
Cameron fece una smorfia, lo conosceva troppo
bene per non sapere che una battuta del genere sarebbe arrivata. Sbuffò un poco
infastidita, ma attese con pazienza che si decidesse a mandare avanti quel
circo, il suo circo.
Alla fine House si arrese e ordinò alla donna di
fare quanto detto, ovviamente mettendoci del suo. – “La doctora tiene que
hacerte una visita, pon las piernas en aquellas cosas y esperemos lo mejor.”
Finalmente la giovane dottoressa riuscì a vedere
il perineo della donna e la sua espressione ebbe un moto di sgomento. –
“Merda!” – Si lasciò sfuggire. – “Chiamate in ostetricia, è completamente
dilata e manca pochissimo alla fase espulsiva.” – Alzò lo sguardo verso la
partoriente. – “Ti prego, non spingere fino a quando non te lo diremo.”
“¡No te atrevas a empujar! Hazlo sólo cuándo te
lo diremos nosotros!” - Disse House mentre il suo sguardo si faceva serio.
La coppia si guardò spaventata chiedendosi
mentalmente che cosa stava succedendo al loro bambino.
“In ostetricia sono bloccati con due cesari,
dicono di cavarcela.” – Annunciò la più giovane delle infermiere con uno
sguardo terrorizzato stampato in volto, non poi tanto dissimile da quello di
Cameron.
“Da quanto non fai partorire qualcuno Cameron?” –
Chiese House con un malefico sorriso in volto.
“Dal mio turno di rotazione in ostetricia, quindi
secoli fa.” – Con lo sguardo cercò il collega che fino a poco prima dormiva
accanto alla scrivania. – “Dov’è Sgrovich ?”
“E’ salito in radiologia perché Quad ha avuto dei
problemi con quello dell’incidente.” – Disse l’altra infermiera.
“Fantastico!” – Mormorò Cameron. – “Vorrà dire
che ci arrangeremo noi sul serio.” – Si guardò attorno e cercò di organizzarsi
al meglio. – “Grace allestisci il campo sterile e prepara la paziente.Blanche
allerta la patologia neonatale dicendogli di tenersi pronti per un monitoraggio
di un neonato e procura un set per il parto. Io mi vesto.” – Cercando di essere
pratica e di dare fiducia al personale.
Un grido bloccò tutti. – “¡Dios mío! Tengo que
empujar ahora!”
“¡No te atrevas!” – Urlò House spaventando tutti
i presenti. – “Cameron come te la cavi come quarterback?”
“Cosa?” – Mentre il volto le diventava esangue.
“E’ in fase espulsiva!” – Indicando l’apparato
genitale della donna.
“Grace, un camice e un paio di guanti sterili
numero otto e mezzo al dottor House. Subito!” – Ordinò, ritornando padrona
della situazione.
“Non ci penso nemmeno.” – Comprendendo le
intenzioni della grintosa dottoressa.
“Oh si! Questa sarà la tua buona azione di
Natale, mio caro Grinch!” – Gli disse quasi sibilando. – “Grace aiuta il dottor
House a vestirsi, non vedrà nascere un bambino da un paio di millenni.” – Con
una punta di acidità nella voce.
House borbottò qualcosa cercando di prendere il
largo, ma le due giovani infermiere con rapide mosse gli tolsero di mano il
bastone e mentre una gli sfilava la giacca, l’altra riuscì a infilargli il camice
sterile.
Nel frattempo i lamenti della donna raggiunsero
vette inaudite per le sensibili orecchie del diagnosta che non poté far altro
che sbottare nervosamente. – “¡Deja de quejarte! No eres la primera que va a
parir!” – Si guardò attorno con sguardo omicida e fissò la radio che tranquilla
continuava a trasmettere dolci canzoni Natalizie. – “E spegnete quell’affare!
Non siamo mica a Natale!”
Si guadagnò un’occhiataccia della giovane
infermiera che, approfittando di quel momento di distrazione, gli fecero
indossare una buffa cuffietta e una mascherina di carta.
Cameron lo fissò distrattamente con la coda
dell’occhio e non poté reprimere una risata. – “Il verde pisello ti dona.” –
Riportando gli occhi sul collo dell’utero appianato della partoriente.
“Tu sai che questo ti costerà caro, vero?” – Con
espressione crucciata e il tono grave della voce.
“Oh avanti, che sarà mai? Deve solo nascere un
bambino, non ti sto certo chiedendo un patto scritto con del sangue.” – Mentre
un sorriso leggermente diabolico comparve sul bel volto di Cameron. La giovane
dottoressa guardò in volto la partoriente e cercò di trasmettere sicurezza e
tranquillità, ma sembrava impossibile. – “Io mio chiamo Allison Cameron.” –
Disse lentamente senza mai togliere lo sguardo dal volto della donna. – “Tu
come ti chiami?”
“Oh avanti Cameron! Non ti ho insegnato nulla in
tutti gli anni che hai lavorato per me? Un nome non conta ai fini di un
trattamento!” – Disse il diagnosta mostrando tutto il suo disappunto.
“Non servirà ai fini di una diagnosi, ma per far
nascere un bambino, questo bambino, abbiamo bisogno di tutta la collaborazione
possibile soprattutto perché non intento eseguire una sinfisiotomia per la
prima volta proprio questa sera.” – Con voce leggermente scocciata e
infastidita. – “Traduci, su!”
House roteò gli occhi e fece per parlare ma fu
interrotto.
“Mi nombre es Edith Gonzales” – Sussurrò la
giovane partoriente, mentre un timido sorriso si faceva strada tra il dolore.
Ancora una volta House tentò di fare la sua parte
traducendo, ma le due donne sembravano aver instaurato uno strano legame che
lui non riusciva a comprendere.
“Blanche metti una cintura di monitoraggio alla
nostra Edith e fai vestire anche il signor Gonzales.” - Propose Cameron con
gentilezza mentre sentiva che parte della tensione la stava abbandonando, avere
House accanto era dannatamente più rassicurante di quello che sperava.
“Che intendi fare ora?” – Chiese il diagnosta
quasi appoggiandosi alla schiena della giovane dottoressa.
“Farla partorire e nei migliori dei modi.” –
Sussurrò mentre controllava la distensione dell’utero.
“E se qualcosa dovesse andare storto?” – Mentre
un senso d’inquietudine s'impossessava del diagnosta.
Cameron fece spallucce. – “Andrà tutto bene … e se
insorgeranno problemi, ci sarai tu a risolverli.” – Sussurrò mostrando ancora
una volta una fede inesauribile nelle capacità di Gregory House.
L’uomo si stupì ancora una volta di tanta
fiducia, ma decise di non dire nulla, chi era lui per distruggere un dogma?
Una contrazione più forte delle altre e la donna
urlò. – “¡Tengo que empujar! Tengo que empujar!”
“Oh merda!” – Sussurrò Cameron mentre controllava
l’utero della donna. – “Ci siamo, vedo la testa.” – Mentre con una mano tastava
la cavità uterina. – “Ora devi spingere Edith, più forte che puoi!”
La giovane partoriente li fissò disorientata non
capendo quello che le era stato chiesto.
House si riscosse dalle proprie meditazioni e
tradusse. – “¡Ahora puedes empujar! Empuja más fuerte que puedes cuándo
llegarán las contracciones!” – Le ordinò imperiosamente e la donna ubbidì tra
smorfie di dolore e urli laceranti.
Il marito della donna, spaventato da tutto ciò,
li guardò confusi e nel tentativo di proteggere la propria donna cercò di
allontanare Cameron. La prese per le spalle e la scosse via.
“No, fermati, devo aiutarla!” – Supplicò Cameron
mentre cercava di mantenere la propria concentrazione sul canale del parto.
Prima che lo richiedesse, House fu sull’uomo e lo
allontanò con forza dalla propria donna. – “¡No tocarla!” - Gli urlò rabbioso
mentre un insolito istinto di protezione gli nasceva da dentro.
L’uomo, preoccupato dagli urli dolorosi della
moglie, tornò alla carica, ma un pugno ben assestato di House, lo mise
knock-out. – “¡Está pariendo, idiota!” - Il diagnosta scosse la mano
indolenzita. – “¡Es todo normal!”
Lo straniero cercò di rialzarsi in piedi ma House
lo sovrastò.
“¡Por tu bien, quédate ahí!” - Mentre lo sguardo
mandava saette.
Nel frattempo Cameron non aveva mai smesso di aiutare
la partoriente. – “Grace, siediti dietro Edith e aiutala a spingere e a
respirare nel modo corretto.”
“Non l’ho mai fatto.” – Disse spaventata la
giovane infermiera.
“Sono certa che ce la puoi fare Grace. Devi
aiutarla a rendere le spinte più efficaci e a respirare nei momenti di pausa.
Le contrazioni le puoi vedere sul monitor.” – Indicando distrattamente il video
mentre cercava disperatamente di infondere quel coraggio che vacillava anche in
lei.
“Ok, ci proverò dottoressa.” – Sussurrò Grace. –
“Il monitor fa uno strano suono.”
“Segni di stress?” – Chiese Cameron mentre
lasciava trasparire più paura di quello che avrebbe desiderato.
Il diagnosta osservò il monitor e alzò un
sopraciglio. – “Ora concentrati sul bambino, e no, nessun segno di stress,
l’unico veramente stressato in questa stanza sono io che sono obbligato a fare
da balia.” – Esagerando come al suo solito.
“Bene!” – Mormorò Cameron mentre un sorriso le
tirava leggermente le labbra. – “Dai Edith, manca poco, alla prossima
contrazione spingi.”
“¡Empuja, más! A la próxima contracción tienes
que empujar como si el diablo estuviera persiguiendote!” – Tradusse il
diagnosta senza essere stato incoraggiato a farlo.
La donne fece quanto chiesto e con la contrazione
successiva riuscì quasi nel suo intento.
“Bravissima Edith! Vedo i capelli! Quanti
capelli!” – Disse Cameron entusiasta. – “Solo un’altra spinta e sarà fuori!”
Il perineo della donna era enormemente disteso e
Cameron ebbe la sensazione di poter intravedere i lineamenti del volto del
bambino. – “Dai, un’altra spinta ed è fatta.”
“Vamos, empuja! Està casi fuera!” – Gridò House,
mentre la donna, accompagnata da un grido quasi disumano, riuscì a espellere la
testa del bambino.
Cameron immediatamente pose una mano a sostegno
del capo. – “Bravissima Edith! La testa è fuori.” – Accompagnando il capo con
un leggero movimento a sinistra si disimpegnò una spalla e in pochi momenti
anche il resto del corpo. – “E’ un maschietto Edith! Bravissima!”
“Es un hijo.” – Sussurrò quasi dispiaciuto il
diagnosta.
Lo
straniero, ancora steso al suolo, li guardò
sconvolti. – “¿Es un hijo?” – Poi il
tono mutò e divenne orgoglio puro. – “¡Mi
primogénito es un hijo!” – Urlò schizzando in
piedi per vedere il bambino.
“Ottimo! Apgar 9 dopo il primo minuto.” – Disse
Cameron soddisfatta mentre lo posava sul grembo della madre. – “Ora dobbiamo
solo aspettare l’espulsione della placenta.” – Disse mentre la tensione pian
piano la abbandonava.
“Non rilassarti troppo Calamity Jane. Io
guarderei attentamente quel monitor!” – Disse il diagnosta con un ghigno poco
soddisfatto. Quando vide sorgere la comprensione e lo sconforto sul volto di
Cameron, parlò ancora. – “Esatto! Sono due!”
“¿Entre cuánto llegará el otro niño?” – Chiese
Edith mentre dimostrava di essere notevolmente infiacchita dal suo primogenito.
– “Estoy feliz que el primero sea sido un hijo, era el sueño de Eduardo pero
espero que el segundo sea una hija.” - Mentre un timido sorriso di orgoglio
compiaciuto fece capolino.
Lo sguardo che si scambiarono Cameron e House fu
di puro istinto omicida: non era una sorpresa per i neogenitori, ma solo per
gli operatori sanitari.
“¡Muy bien Moníca! Empezamos otra vez!” - Disse
House strofinandosi i palmi delle mani guantate, stanco ormai di tutto quel
urlare: spingi e per di più in spagnolo.
“Allora, che abbiamo qui?” – Chiese un giovane e
baldanzoso ragazzo comparendo d’improvviso alle spalle degli operatori
sanitari.
Cameron, House e le infermiere lo freddarono con
uno sguardo. – “Chi sei?” – Chiese la giovane immunologa riprendendo la propria
posizione di comando.
“L’ostetrico.” – Dicendolo come se fosse la cosa
più ovvia del momento. – “Ho finito proprio ora con la mia ultima seduta dei
corsi di accompagnamento al parto e mi hanno detto di venire a fare un salto
qua giù che ne avevate uno tra le mani.” – L’uomo si guardò attorno. – “Oh
molto bene! Vedo che uno è già nato e, da come vanno le cose su quel monitor,
direi che ci sono ancora un paio d’ore di attesa.” – Girò attorno alla
famigliola felice che sembrava ignorare quello che succedeva loro attorno. –
“Avete fatto ottimo lavoro per dei novizi, ora li prendo in consegna io.” –
Tutto orgoglioso e trionfante. – “Adoro far nascere i bambini a Natale, ho
sempre l’impressione che potrebbero essere Gesù, il Nostro Salvatore!” –
Facendo chiaramente sentire la reverenza che gli portava.
Le braccia di Cameron caddero inerte lungo i
fianchi, non sapeva se strozzarlo, riempirlo d’insulti o se baciargli le mani.
– “E così tu stavi tenendo un corso pre-parto?”
“E già! Dove trovo un telefono? Ora chiamo la mia
squadra e li faccio portare di sopra! Grazie per l’aiuto.” – Mentre con
sicurezza si diresse al bancone delle infermiere.
“Lo strozzi tu o devo farlo io?” – Chiese House.
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--- fine seconda parte --
Traduzione
delle frasi in spagnolo:
“¿Mis niños están naciendo?” **I miei bambini
stanno nascendo?**
“Tengo un dolór muy fuerte aquí” **Ho un forte
dolore proprio qui.**
”¡Oh madre de Dios!” **Oh mio Dio!**
”¿Qué
pasa?” **Che sta succedendo?**
“Vuestro mocoso está llegando” **”Il vostro
moccioso sta per nascere!”**
“Túmbate en la camilla.” **Sali sulla barella.**
“¿Cada quánto tienes este dolór?” **Ogni quanto
hai i dolori?**
”Siempre.” **Sempre.**
“¿Cuánto tiempo pasa entre un dolór y el otro?”
**Quanto intervallo tra un dolore e l’altro?**
“Un minuto.” **Ogni minuto.”
“¿Estarán bien?” **Staranno bene vero?**
“La doctora tiene que hacerte una visita, pon las
piernas en aquellas cosas y esperemos lo mejor.” **La dottoressa ti deve visitare,
appoggia le gambe su quegli affari e speriamo in bene.**
“¡No te atrevas a empujar! Hazlo sólo cuándo te
lo diremos nosotros!” **Guai a te se spingi! Fallo solo quando te lo diremo
noi!**
“¡Dios mío! Tengo que empujar ahora!” **Mio Dio!
Devo spingere subito!**
“¡No te atrevas!” **Non ci provare**
“¡Deja de quejarte! No eres la primera que va a
parir!” **Basta con questa lagna! Non sei la prima che sta per partorire!**
“Mi nombre es Edith Gonzales” **Mi chiamo Edith
Gonzales!**
“¡Tengo que empujar! Tengo que empujar!.” **Devo
spingere! Devo spingere.**
“¡Ahora puedes empujar! Empuja más fuerte que
puedes cuándo llegarán las contracciones!” **Ora spingi! Spingi più forte che
puoi quando arrivano le contrazioni!**
“¡No tocarla!” **Non la toccare!**
“¡Está pariendo, idiota!” **Sta partorendo idiota
“¡Es todo normal!” **E’ tutto normale!**
“¡Por tu bien, quédate ahí!” **Per il tuo bene
stai in terra!**
“¡Empuja, más! A la próxima contracción tienes
que empujar como si el diablo estuviera persiguiendote!” **Spingi dannazione!
Alla prossima contrazione devi spingere come se avessi il diavolo alle
calcagna!**
“Vamos, empuja! Està casi fuera!” **Spingi
dannazione! È praticamente fuori!**
“Es un hijo.” **E’ un maschio.**
“¿Es un hijo?” **E’ un maschio?**
“¡Mi primogénito es un hijo!” **Il mio
primogenito è un maschio.**
“¿Entre cuánto llegará el otro niño?” **Tra
quanto arriva il prossimo bambino?**
“Estoy feliz que el primero sea sido un hijo, era
el sueño de Eduardo pero espero que el segundo sea una hija.” **Sono felice che
il primo sia stato un maschietto, era il sogno di Eduardo. Io spero che il
secondo sia femmina.**