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Autore: intelligentola    28/04/2015    1 recensioni
Riguardando gli episodi di My Mad Fat Diary (per la centesima volta) ed ispirata da alcune delle vostre storie, ho voluto ripercorrere la storia, ma dagli occhi di qualcun altro; dagli occhi di Finn.
Un viaggio all'indietro, lungo i suoi pensieri e sui suoi sentimenti, a mio parere troppo poco evidenziati nella storia reale.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finn Nelson, Rae Earl
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 4

Dovrebbe esserci una regola precisa che vieta a chiunque di telefonare a casa propria di sabato mattina, specialmente se quel sabato mattina tuo padre è via per lavoro e non può intercettare lo squillo del telefono prima che questo raggiunga il tuo padiglione auricolare.
Maledicendo con tutto me stesso il disturbatore, raggiungo a carponi il telefono, ancora intorpidito dal sonno.
Non faccio in tempo a parlare che il mio migliore amico già mi insulta.
"Alla buon'ora Finn...Cristo è dalle 11 che provo a chiamarti!" mi urla Archie.
Abbasso lo sguardo sul mio orologio, sono le 12.15.
E' da più di un'ora che prova a chiamarmi, deve essere qualcosa di grave; l'ultima volta che mi ha chiamato in queste condizioni è stato quando ha scoperto del suicidio di Kurt Cobain.
"Chi è morto stavolta?" gli chiedo, tentando di non fargli intuire il mio poco interesse e il mio grande disappunto per essere stato svegliato.
"Come? Ma no, no, nessun morto! Vieni al pub. Devo parlarti. Subito!" riaggancia prima che io possa avere il tempo di ribattere.
Maledico Archie e le sue crisi di panico.
Cosa sarà successo questa volta?
Inutile arrovellarsi il cervello quando il tuo migliore ha deciso di rovinarti il sabato mattina.
Dal tono di Archie sono sicuro di non avere nemmeno il tempo di farmi un caffè, così cerco a tastoni nel buio della mia camera un paio di jeans ed una maglietta, pregando che la cosa che mi deve dire  sia realmente importante e non una stronzata.
Non appena apro la porta del pub, vedo Archie corrermi incontro.
"Si può sapere perché diavolo ci hai messo così tanto? Devo parlarti prima che arrivi Rae!" mi dice trascinandomi al tavolo, dove sono già seduti gli altri, ad eccezione della persona che ha appena nominato.
"Quindi, fammi capire.." gli dico "mi ha scaraventato giù dal letto per parlarmi di Rae?".
Il mio tono stizzito deve averlo colpito; non reggerei un'altra paternale sul come devo comportarmi con Rae. E' sabato mattina , per l'amor del cielo.
"Non è quello che stai pensando. Nessuna paternale!" dice sedendosi al tavolo.
A volte odio il fatto che Archie sia capace di leggermi dentro, sempre e comunque; a volte vorrei averlo io questo suo super poter.
"D'accordo" rispondo, sfinito dal pressing di Archie.
Il mio migliore amico sta per iniziare a decantarmi un discorso prolisso quanto un romanzo, quando Chop ci interrompe chiedendoci un opinione su un qualcosa di cui sta parlando con le ragazze.
Dio benedica Chop.
Non avevo nessuna intenzione di parlare di Rae, sentir parlare di Rae, ma soprattutto non avevo nessuna intenzione di sentir parlare di Rae dal mio migliore amico.
Leggo il disappunto formarsi sul viso di Archie e un po mi sento in colpa; n fin dei conti lui aveva solo bisogno che lo ascoltassi. Lui per me c'è sempre stato, anche per le piccole cose, e adesso che lui ha bisogno di me, ha bisogno che lo ascolti io mi comporto da totale egoista menefreghista.
"Dai, Arch....cosa volevi dirmi?" gli chiedo rollando la mia sigaretta ed ignorando i versi concitati di Chop.
"Volevo chiederti un parere...Volevo..no lascia perdere..è troppo tardi" le parole gli muoiono in gola non appena intravede arrivare Rae nella nostra direzione.
Pensavo che Rae si andasse a sedere di fianco ad Archie, dopo tutto è chiaramente il suo preferito tra noi ragazzi, invece si siede accanto a me, come se fosse la cosa più normale del mondo; normale se fossimo due persone che si comportano normalmente, ma né lei né io possiamo essere catalogati sotto la parola "normalità" considerando inoltre il fatto che non ci sopportiamo a vicenda.
"Tutto bene Finn?" mi chiede, mentre lascia cadere il suo zaino/coperta di Linus tra le gambe delle nostre sedie.
Rispondo di si, senza nemmeno voltarmi verso di lei.
"Io sto bene, comunque" mi dice, marcando bene l'ultima parola.
Questa era la risposta alla domanda che si aspettava le facessi, dal momento che lei aveva chiesto come stavo, io avrei dovuto chiederle come stava lei.
Da quando in qua io e lei ci chiediamo come stiamo? Da quando in qua le interessa realmente come sto? Siamo appena riusciti a superare il capitolo "a malapena ci salutiamo" e siamo già al capitolo "interessarsi su come sta l'altro e viceversa"? Devo essermi sicuramente perso qualcosa; perché è impossibile che la stessa persona che sino a ieri mi odiava adesso mi stia chiedendo come sto.
Forse dovrei dire qualcosa, già ma cosa? Non ho mai nemmeno pensato di poter intavolare una conversazione con lei, quindi sono a corto di argomenti.
La studio un'attimo per capire cosa dire e come comportarmi, quando Archie richiama la sua totale attenzione.
E ti pareva. 
Comincio a sospettare che Archie sia geloso di me. Ogni volta che sono vicino a Rae o che le parlo, lui si mette in mezzo. Ed è dannatamente fastidioso quando accade. 
"Ok, calma, Finn".
Questo è esattamente quello che provi tu ogni volta che vedi Archie parlare e ridacchiare con Rae.
Non era mai successo che mi sentissi in competizione con uno dei miei due migliori amici e preferisco abbandonare adesso che ne ho ancora la forza.
Archie conta più di una qualsiasi ragazza.
E poi a me questa ragazza non piace neppure.
"Rae..ti prego salvami da questa conversazione" la implora Archie, riferendosi alla conversazione intavolata da Chop.
"Perché..di cosa stanno parlando tutti quanti?" chiede lei.
"Di orgasmi!" tuona Chop sbattendo un pugno sul tavolo "Sarebbe la mia specialità a Mastermind!"
Soffoco una risata, mentre ascolto Chop esaltare le sue grandi doti da "amateur".
In questo sia io che Archie siamo diversi rispetto a lui. Entrambi cerchiamo di mantenere riservato quello che facciamo in certe particolari situazioni, ma Chop no,tutto quello che combina ce lo racconta.
"Non ho mai avuto un orgasmo" bisbiglia Izzy.
Ma cosa è preso a tutti oggi??
Il menù del giorno prevede "Racconti sulle imprese sessuali di ognuno"? Se continuiamo di questo passo, toccherà ad ognuno dire la propria opinione e francamente io preferirei evitare.
Perché devo raccontare i fatti miei, più miei, in un pub?
"E' esattamente come starnutire 8 volte di seguito" dichiara Chop, entrato pienamente in modalità guru-del-sesso.
Questa si è che è proprio una stronzata, e prima che me ne renda conto lo dico ad alta voce, attirando l'attenzione di tutti su di me.
Ma non ero quello che non voleva parlare di certe cose? Ottimo lavoro, Finn.
Chop raccoglie la palla al balzo e mi risponde per le rime.
"Quando vengo, vengo col botto, e una volta andato neanche gli Swat riescono a riportarlo indietro!"
Una risata generale contagia tutti.
"Oh e cosa ne pensano le ragazze?" gli chiedo.
"Chiedi a Sam Moffat, amico! Me la sono sbattuto sulla Renault 5 come un uovo!" dice prima di essere colpito da Izzy, che lo accusa di essere un troglodita, ma so benissimo perché lo sta colpendo.
Mi dispiace essere stato la causa con cui ha scoperto di Sam, e per dimostrarglielo inizio anche io a schiaffeggiare Chop, nella speranza di aver posto fine alla conversazione in modo definitivo.
Ma Chloe non la pensa esattamente come me.
Maledizione.
Quella ragazza certe volte, è così irritante.
Inizia a sciorinare teorie sul fatto di come sarebbe super figo parlare delle nostre migliori esperienze sessuali/romantiche.
"Proprio quello che stavo aspettando" commento ironico tra me e me; e così inizio a comportarmi come se fossi al college e l'insegnante stesse scegliendo chi interrogare, evito qualsiasi contatto visivo.
Io sono l'alunno e Chloe è l'insegnante.
"Non me. Non me. Non me. Non me. Non me" prego, continuando a rollare la mia sigaretta.
Chop si offre come volontario, ma Chloe ha già deciso chi sarà l'agnello sacrificale della giornata: Rae.
Tutti pendono dalle sue labbra, mentre io la guardo roteare gli occhi in cerca di una possibile fuga a quella domanda, che ha però tutta l'aria di essere un interrogatorio.
"Ho dimenticato di fare il the a mia madre" dice alzandosi di scatto dalla sedia e raggiungendo a passi veloci l'uscita del pub.
Questo discorso la imbarazza quasi quanto imbarazzi me, solo che io sono più bravo a nascondere i miei sentimenti di quanto non lo sia lei.
Archie le corre dietro implorandola di restare, che è un peccato che se ne vada ora che è appena arrivata.
"Lasciala andare!" gli dice Chloe sghignazzando.
Mi stupisco di  come possa definire Rae la sua migliore amica, se ogni volta che la vede cerca di fare di tutto per metterla in imbarazzo.
"Davvero carina, Chloe." sibila Archie riducendo gli occhi ad una fessura, mentre raggiunge a passi veloci l'uscita sul retro del locale; lo seguo d'istinto, senza pensarci, ringraziandolo mentalmente di aver detto esattamente quello che stavo pensando.
"Davvero carina, Chloe!"
Appoggiato al muro del locale, Archie continua a prendere a calci un malcapitato sassolino. Ha l'aria di uno che sta per esplodere da un momento all'altro.
"Allora Arch...cosa volevi chiedermi prima?" chiedo al mio migliore amico, facendo un ultimo tiro alla sigaretta, cercando di distoglierlo dall'implosione che sta crescendo in lui.
"Ecco..." mi risponde imbarazzato, aggiustandosi gli occhiali decisamente troppe volte, per passare inosservato "....stavo pensando di chiedere a Rae di uscire!"
Ecco.
Non è imploso, è esploso davanti ai miei occhi; ha sganciato la bomba che lo stavo martoriando da quando mi ha chiamato questa mattina ed ora mi guarda perplesso, devo avere un aria interdetta e sento il fumo della sigaretta andarmi di traverso.
E mentre tossisco, come in prenda alle convulsioni, il mio amico mi chiede: "E' così una pessima idea?"
"No!! Non fraintendermi! E' che non me lo aspettavo" gli rispondo, cercando di sembrare il meno stupito possibile e di non fare caso al bruciore nella mia gola.
"Voglio dire...non mi hai mai chiesto consigli di questo genere. Ad essere sinceri non mi hai mai chiesto consigli in generale. Sei tu quello che da i consigli, non io."
Il mio discorso non fa una piega tanto è veritiero.
"Lo zio Archie" dice sorridendo mentre a me vengono i brividi lungo la schiena.
"Lo sai che è inquietante quando ti definisci così?"
"Si, va beh..ma cosa ne pensi? Cosa faresti al mio posto?" mi domanda.
Una domanda da un milione di dollari, a cui non ho una risposta.
"Io non sono te!" asserisco.
"Dai Finn! Dammi una mano! Se ci fosse una ragazza con cui ti senti particolarmente, diciamo, connesso, come ti comporteresti?".
Le parole del mio migliore amico mi suonano come un chiaro e forte S.O.S lanciato da un'imbarcazione alla deriva; il nocciolo della questione sta se nel gettargli o meno un salvagente.
Da una parte vorrei lanciarglielo e dirgli di buttarsi, dall'altra vorrei vederlo affogare perché è la sensazione che mi da il mio stomaco da una settimana a questa parte.
"Buttati!" gli dico alzando le spalle.
Lui mi sorride grato.
Spero di aver preso la scelta giusta.
Spero di aver fatto bene a lanciargli un salvagente.


                                                                                                                ***
Due giorni dopo sono nuovamente svegliato dal suono del telefono, e se fosse umanamente possibile, squilla ancora più forte di sabato mattina.
"Pronto?" dico alzando la cornetta.
"Finn!!!" Riconoscerei quella voce tra mille: Archie.
"Gliel'ho chiesto! Usciamo stasera!" squilla il mio migliore amico.
Non avevo dubbi al riguardo; da quando Rae è entrata a far parte del nostro gruppo ha messo in chiaro fin da subito chi fosse il suo preferito, il suo oggetto del desiderio.
Tutte le risatine, tutte le occhiatine e tutti i discorsi sono sempre state rivolte ad un'unica persona : il mio migliore amico.
"Pronto?Finn ci sei???" Il mio silenzio non deve essergli passato inosservato.
Adotto la scusa che mi sono appena svegliato per evitare di sembrare infastidito dalla notizia, per evitare di sembrare geloso.
"Fantastico, amico! Fammi sapere come va!" dico, pentendomi subito di ciò che le mie labbra hanno appena pronunciato.
Fammi sapere come va?
Seriamente Finn? Quanti anni hai? 9?
Ma Archie non sembra aver colto il tono indispettito delle mie parole, o ha solo fatto finta di non coglierlo. Ad ogni modo lui stasera avrà il suo grande appuntamento, mentre io me ne starò a casa.
Poco male, in televisione danno un film che ho sempre voluto vedere.
Saluto il mio migliore amico augurandogli buona serata e mi getto a peso morto sul divano del salotto.
Cosa poi ci troveranno l'uno nell'altra?
Ok si lo ammetto, Archie è intelligente, ne sa di musica, è gentile e a sentire le ragazze, è anche un figo pazzesco. Capisco cosa possa aver visto in lui Rae; e sfortunatamente so cosa può aver visto il mio migliore amico in lei.
E' spiritosa.
E' rumorosa, non sta mai zitta, ma allo stesso tempo  è riservata, e su questo ci assomigliamo parecchio.
Ne sa di musica, anche in questo ci assomigliamo parecchio.
Forse è per questo che da una settimana a questa parte ha preso la residenza nel mio cervello? Forse perché è così simile a me?
E' come guardarsi allo specchio, notando le somiglianze, ma allo stesso tempo vedendo mille piccoli dettagli diversi.
Un caleidoscopio.
Forse dovrei iniziare ad essere gentile con lei; anche perché molto probabilmente da stasera diventerà la ragazza ufficiale del mio migliore amico, e alla visione di loro due mano nella mano, inizio a sentire un bruciore allo stomaco, come se avessi fatto indigestione.
Mi giro e mi rigiro sul divano, cercando di non pensarci.
"Tutto bene?" la voce di mio padre fa irruzione nel salotto.
"Questo divano è scomodo!" dichiaro alzandomi e dirigendomi verso la mia camera.
"Ma se sino a ieri era il tuo preferito!"
"Beh, oggi non lo è più!" sbuffo salendo al piano di sopra.
"Se ne vuoi parlare sono qui!" mi grida mio padre.
Non ho niente di cui parlare.
Decisamente non ho niente di cui parlare.
Sei ore e tre birre dopo sono nuovamente su quello scomodo divano, dopo aver provato mille posti, sparsi in tutta la casa, su cui gettarmi per cercare di non pensare.
L'orologio sul muro deve essere rotto.
L'ho guardato due ore fa e segna sempre la stessa ora, la stessa stramaledettissima ora.
"Sai che ore sono?" chiedo a mio padre intento a preparare la cena.
"La stessa di due minuti fa!" mi canzona, mescolando un sugo dal colore ambiguo.
"E' impossibile! Cos'hanno gli orologi di questa casa?" dichiaro sedendomi sullo sgabello della cucina.
Mio padre si volta verso di me e posso giurare che la sua faccia assomiglia alla perfezione ad un punto di domanda.
"E' da quando sono tornato a casa dal lavoro, che ce l'hai con il mondo intero. O mi dici cosa ti prende con le buone oppure dovrò tirartelo fuori con le cattive!"
Ci mancava solo l'interrogatorio di mio padre.
"Non sono nervoso!" dichiaro sfrontatamente.
"Oh si certo...sei teso come una corda di violino, controlli in modo ossessivo compulsivo l'orologio, giri per casa come un leone in gabbia, sei talmente elettrico che se una medusa ti sfiorasse sarebbe lei ad uscirne ustionata".
Ecco cosa succede quando vieni travolto dall'uragano Rae; risulti antipatico perfino ai tuoi genitori, che sono gli unici scientificamente creati per volerti bene sempre e comunque.
Mio padre continua a fissarmi, in attesa di una risposta che non avrà mai, nemmeno sotto tortura cinese.
"Faccio uno squillo ad Archie" dico, divincolandomi dallo sguardo inquisitore di mio padre.
Digito velocemente i tasti sulla cornetta, con una forza inusuale.
Uno squillo.
Due squilli.
Tre squilli.
Dai, Archie, rispondi.
"Pronto?"
"Salve signora, sono Finn! Cercavo Archie"
"Oh ciao tesoro, Archie non è ancora rientrato! Vuoi che gli dica di richiamarti non appena torna?" mi chiede gentilmente.
"Oh.." soffoco la delusione "no, non importa, grazie! Arrivederci!"
Archie non è ancora tornato.
Le parole della mamma di Archie mi rimbombano ancora in testa.
Maledizione.
Ovvio che è ancora fuori.
E' ancora fuori con Rae.
Ma i loro genitori non gli hanno imposto un coprifuoco? Sai quante persone pericolose si aggirano a quest'ora? Poi guardo l'orologio.
Le 20.45.
Sarà una lunga serata.

E' quasi mezzanotte quando il telefono di casa squilla.
"Rispondo io" dico, gettandomi letteralmente sulla cornetta sotto lo sguardo allibito di mio padre.
"Pronto?"
"Perché hai il fiatone?" mi domanda Archie.
"Ehm..stavo facendo i pesi!" mento spudoratamente.
"A quest'ora?" mi chiede stranito.
"Si beh..ad ogni modo perché mi hai chiamato?" la mia domanda suona più come un interrogatorio che come semplice curiosità.
"Mia mamma mi ha detto che mi hai cercato prima!"
Accidenti alla mamma di Archie.
Mi ha smascherato.
E adesso cosa mi invento? Come ne esco illeso?
"Oh si, ma non era niente di importante. Non riuscivo a trovare un cd e pensavo che lo avessi tu!" Sono seriamente bravo a raccontare le bugie, dovrei metterlo nel mio curriculum.
"Ah..beh meglio così...comunque..." continua Archie; trattengo il respiro, mentre sono pronto a ricevere le notizie della sua serata con Rae "è stata una serata piacevole, ma niente di che".
Posso finalmente tornare a respirare.
Tra lui e Rae non è successo niente, perché se qualcosa fosse accaduto Archie non avrebbe perso tempo e me lo avrebbe raccontato subito.
"Vedremo come andrà domani sera!" esclama, facendomi rimpiangere di aver cantato vittoria ancora troppo presto.
La seconda uscita era un'opzione  che non avevo preventivato. Era logico che,  se si fossero trovati bene insieme, avrebbero continuato ad uscire insieme. Sono stato uno stupido a pensare che sarebbe finita li.
"Buon per te, amico." gli dico nascondendo più che posso la mia angoscia.
Archie riaggancia il telefono e mi lascia in balia dei miei pensieri, come se non avessi avuto abbastanza a che fare con loro tutta la giornata.
                                                                 ***

Certe volte Chop è davvero monotematico; cerca di parlare ancora di orgasmi tentando di convincermi che teoria degli starnuti è vera ed argomentandola con "studi scientifici" che ha letto.
E quando si incaponisce così, nessuno ha scampo.
A volte mi stupisco ancora del fatto che non sia più vergine, addirittura da prima di me.
Lui meglio di me dovrebbe sapere cosa si prova.
"Va bene, allora provalo..." gli dico, gettandogli un guanto di sfida.
Izzy ci guarda divertita, mentre io preparo una striscia di pepe per Chop.
Se riuscirà a sniffarla, a starnutire 8 volte e dichiarare che è piacevole, mi arrenderò alla sua teoria. In caso contrario avrò una delle migliori rivincite della mia vita.
"Oh mio Dio, Rae!!" urla Izzy, vedendo Rae raggiungerci al tavolo del pub "Com'è andato l'appuntamento con Archie???Raccontami tutto!".
Però, si è sparsa in fretta la notizia del loro appuntamento. Già che c'erano potevano mettere i manifesti; detesto quando le cose personali vengono spifferate ai quattro venti, ma dalla faccia di Rae, capisco che è sbalordita quanto me, nell'apprendere la popolarità dell'appuntamento.
Ride imbarazzata mentre io mi preparo a risentire quello che ho già sentito ieri sera in anteprima.
Non è successo niente, mi ripeto mentalmente fino allo sfinimento, e quando Chop insiste sul sapere i dettagli, la mia cantilena si materializza nell'aria.
"Non è successo niente" affermo convinto, cercando di zittire tutti. Di cosa possono parlare se non è successo niente?
"No, non è successo niente...." ripete Rae "...ci siamo solo baciati!" esclama poi, senza trattenere l'entusiasmo.
Il resto del gruppo si esalta alla notizia dello scambio di saliva tra Rae ed Archie, ma io rimango impietrito.
Col cazzo che non è successo niente.
Sento la rabbia insinuarsi in ogni mia vena.
Non so cosa mi dia più fastidio, se il sapere che Archie e Rae si sono baciati o il sapere che il mio migliore amico mi ha deliberatamente e senza ombra di dubbio mentito; io e lui ci siamo sempre detti la verità, bella o brutta che fosse e adesso scopro che sono stato l'unico a mantenere quel tacito patto che ci eravamo fatti anni fa.
Non riesco a comprendere il perché Archie mi abbia mentito e vorrei davvero chiedergli il motivo di questo suo silenzio, ma il mio migliore amico oggi ha deciso di darsi alla latitanza.
Non può evitarmi in eterno, prima o poi mi dovrà affrontare, prima o poi lo dovrò affrontare.
Sono ancora scioccato quando Chloe arriva sbattendo le mani sul tavolo.
"Ragazze, vi devo parlare! Subito!" ordina, mentre Rae ed Izzy la seguono, come bravi cadetti, nel bagno.
Staranno sicuramente spettegolando e io vorrei essere una mosca per ascoltare quello che si stanno dicendo.
Quello che Rae sta dicendo.
E così, mentre mi immagino mosca e carico di rabbia, aumento la dose di pepe nella striscia che ho preparato per Chop che, non appena sniffa quella lunga distesa di pepe, corre verso il bagno dove sono scomparse le ragazze, tenendosi la mano sul naso che cola sangue.
Ho sfogato la mia frustrazione su Chop; sono in piena balia dei miei sentimenti. Ma cosa mi succede? Mi arrabbio con Archie e mi sfogo su Chop; questo decisamente non sono io.
Ci manca solo che per colpa di quella so-tutto-io-di-musica litighi con i miei due migliori amici.
Mi sento il terreno franare sotto i piedi, una sensazione che non mi piace e mai mi piacerà; sono più che altro un tipo da terreno stabile, da roccia.
Io devo essere a tutti i costi una roccia e non farmi coinvolgere da nessuno, perché tutti prima o poi se ne vanno e fare affidamento sulle persone è il modo più veloce per rimanere fregato.
Ho bisogno di calmarmi e di riordinare le idee, infilarle in modo razionale una in fila all'altra, e solo con una persona sono in grado di farlo: mia nonna; così dopo essermi accertato delle condizioni fisiche di Chop, abbandono il pub più veloce che posso.

                                                                            ***
Mia nonna ha sempre avuto la capacità di calmarmi.
Fin da piccolo, quando non riuscivo a dormire la notte, le mani di mia nonna, la sua voce, le sue ninna nanne erano la mia camomilla vivente; non importava quanto brutto fosse stato il sogno che avevo avuto, non importava quanto piangessi forte, lei mi calmava e mi calma tutt'ora.
Sono tornato in me, ho riordinato i miei pensieri e sono persino riuscito a smettere di farmi pulsare il cervello come un tamburo.
Niente e nessuno mi distoglierà dalla mia tranquillità.
Nessuno ad eccezione di Archie che si è magicamente materializzato davanti al portone di casa mia.
"Chi non muore si rivede" mormoro cercando le chiavi di casa.
"Ehi..." il disagio nella voce di Archie è palpabile da chiunque.
"Mi servirebbe un favore.." è quasi un sussurro il suo; cerco di mettere da parte la rabbia che lentamente si è nuovamente impossessata di me.
Muovo la testa per farlo proseguire.
"Mi hanno cambiato il turno al lavoro, non riesco ad andare all'appuntamento con Rae e non riesco a contattarla al telefono. Sua madre ha detto che è fuori ma non sa dove."
"E il favore quale sarebbe? Devo andare al lavoro al tuo posto?" ridacchio mentre vedo, nuovamente, il mio migliore amico sistemarsi nervosamente gli occhiali.
"No, andare al mio appuntamento con Rae!".
Certe volte Archie ha un senso dell'umorismo da far impallidire il più simpatico dei comici.
"Stai scherzando vero?" gli chiedo, soffocando una risata.
"Non nel senso di appuntamento....tu vai li e le dici che non vado!" dice Archie, dirigendosi verso la macchina.
"Stai scherzando vero?" ripeto incredulo, ma Archie scompare veloce così come è comparso, lasciandomi li, con una spada di Damocle sulla testa.
Il mio istinto dice di fregarmene, di entrare in casa e di gettarmi sul divano, ma poi penso a Rae, all'umiliazione che subirebbe.
Già me la vedo seduta al bar, mentre aspetta Archie, che non arriverà mai.
Lei non si merita questo e lui è un coglione patentato; sa essere il ragazzo più dolce e sensibile del mondo e poi se ne esce con queste stronzate.
Rinfilo le chiavi di casa nella tasca dei miei jeans e mi avvio in direzione del bar, maledicendo Archie e maledicendo chi ha detto "ambasciator non porta pena".
Mentre parcheggio lo scooter, sento le gambe cedermi, la fregatura di avere per migliore amico un coglione è il trovarsi in situazioni del genere.
Rae odierà Archie e molto probabilmente odierà anche me.
Entro nel bar e non vedendola penso che forse se n'è già andata, ma poi con la coda dell'occhio vedo i suoi capelli corvini. Vestita così non l'avevo riconosciuta, assomiglia a Chloe.
Ma chi l'ha ridotta così? Il bello di Rae è che è diversa dalle solite ragazze.
"Cosa diavolo ci fai qui?" mi chiede come se mi potesse incenerire con lo sguardo.
Cerco di essere il più conciso che posso, per togliere entrambi da questa situazione imbarazzante in cui il mio migliore amico ci ha appena gettati, come se fossimi due gladiatori nella fossa dei leoni.
"Ho appena visto Archie...non verrà. Mi ha detto di dirti..beh si, di dirti questo in realtà".
Lei distoglie lo sguardo, mentre sussurra un "Ok" misto tra la delusione e la rabbia.
Come se la situazione potessere non sembrare già tragica così, la mia bocca parla prima che me ne possa rendere conto.
"Perchè sei vestita come Chloe?". Pensa davvero che a qualcuno importi veramente quello che si ha fuori? Conta quello che hai dentro.
"Non sono vestita come Chloe!" mi zittisce repentina.
E' il segnale che mi devo togliere dalle scatole, prima che i suoi canini si attacchino alla mia giugolare.
Questa Archie me la paga, penso, mentre torno da dove sono venuto; un minuto dopo anche Rae esce dal locale con la furia di un tornado e a piedi scalzi si avvia verso casa, ignorando il richiamo di Chloe e di Izzy.
"Finn...cosa diavolo è successo?" mi chiede Chloe raggiungendomi allo scooter.
"Archie non viene più" rispondo semplicemente.
Lo sguardo di Chloe si incupisce un attimo, prima di tornare lucida.
"Forse dovrei segurila!" esclama.
"No, lasciala sfogare. Domani le parlo io.." dico prima di rendermi conto di ciò che ho detto, ma questa volta non mi importa di sembrare stupido. Questa volta vale la pena rischiare.
Chloe scarabocchia qualcosa su un foglietto prima di porgermelo.
"E' l'indirizzo di Rae".
Lo afferro, pensando che in fondo Chloe non è così una cattiva amica per Rae, come pensavo; ha semplicemtne una doppia personalità. Un pò Jeckyll e un pò Hyde.
E con quel pezzo di carta che stringo forte tra le mani sono sicurodi quello che farò domani mattina.

                                                                         ***
Sono davanti casa di Rae da lameno 15 minuti e non ho ancora suonato il campanello.
molto probabilmente sono una delle persone che non vorrebbe vedere in questo momento, ma so che sto facendo la cosa giusta, so che questo è il  momento gisuto per chiarire, per sotterrare l'ascia di guerra.
Una signora bionda di mezza età mi apre la porta a cui ho appena bussato.
"Saleve signora, sono Finn..cercavo Rae!" dico tutto d'un fiato.
Mi guarda curiosa, prima di chiedermi di aspettare un attimo; un attimo che a me sembra un secolo.
Poi un arcobaleno si presenta davanti ai miei occhi.
Rae ha gli occhi lucidi e lo sguardo interdetto.
"Cosa vuoi?" mi chiede in tono ancora più gelido del solito.
"Sono passato per quello che è successo ieri..." mormoro.
"Per prendermi in giro? Risparmiatelo" dice, facendo per rientrare in casa.
No. Non può finire così.
"No, aspetta....non sarei mai venuto se avessi saputo che era un appuntamento romantico..."
"Molto maturo da parte tua..." si è nuovamente rigirata verso la porta e l'unico modo che ho per bloccarla è di essere sincero, di parlarle con il cuore.
"Ascolta...penso che Archie sia un coglione per come si è comportato..."inzio, vedendo che Rae mi sta finalmente ascoltando.
"E non vorrei che aggiungessi anche la cosa di ieri sera alla lunga lista di cose per cui mi odi.." continuo.
Ci guardiamo per una frazione di secondi negli occhi e io mi accorgo, per la prima volta, di quanto i suoi siano intensi.
Mi guarda, ma non dice nulla, forse mi sono esposto troppo. Allargo le braccia in segno di resa, io ho fatto il mio 50%, ma se lei non collabora, non ha senso di restare ancora qui.
"Fin...la lista non è così lunga!" esclama sorridendomi.
E' così carina quando sorride.
Finn! Concentrati!
Sono talemtne in imbarazzo che vorrei scomparire, così dico quello che mi sembra il più logico possibile.
"Archie lavora in palestra adesso, se fossi in te, andrei li e gli ficcarei un stivale su per il sedere!"
Lei sorride nuovamente e adesso so che abbiamo finalmente sotterrato l'ascia di guerra.
In fin dei conti ambasciator non porta pena, penso mentre non riesco a smettere di sorridere.









Hope you like it!
I.


 











  
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