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Autore: _joy    29/04/2015    11 recensioni
Sono passati quasi tre anni da quando Hermione e Caspian hanno salutato il Mondo Magico: dopo aver sconfitto Lilliandil e Ramandu, la coppia di sovrani ha riportato la pace a Narnia e il regno prospera sotto la loro guida.
E Narnia ama alla follia la piccola Rosalind, quasi quanto i suoi adoranti genitori.
Nulla sembra poter turbare questa pace, ma presto nere nubi si addenseranno nel cielo di Narnia, minacciando proprio la sua Erede...
[Seguito di: LE CRONACHE DI NARNIA E DI HOGWARTS]
[CASPIAN/HERMIONE]
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aslan, Caspian
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache della Grande Magia'
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Quella mattina, quando si svegliò, Rosalind si alzò da sola e, sfregandosi gli occhi assonnati, si diresse alla porta della sua stanza ed entrò in quella dei genitori.
 
Li trovò già svegli, seduti a letto e abbracciati, che parlavano a voce bassa.
Entrambi si interruppero, vedendola, e sorrisero.
Caspian spinse indietro le coperte e scese dal letto per prenderla in braccio e portarla tra le coltri, dove lei si rannicchiò felice.
Ormai, i genitori avevano imparato che non potevano più restare senza vestiti, visto che non si sapeva mai se la figlioletta avrebbe fatto irruzione in camera loro e quando.
Hermione le accarezzò i capelli.
«Hai fame, tesoro?» chiese.
«Sì» rispose la bambina, sbadigliando.
La mamma si chinò a baciarle la testolina scura e il papà prese entrambe tra le braccia.
Hermione chiuse gli occhi e sospirò, al settimo cielo.
Caspian baciò teneramente la fronte della moglie, quindi si rivolse alla bambina:
«Roz, abbiamo una cosa da dirti e vogliamo dirla a te prima di tutti»
La piccola lo guardò, curiosa.
«Un segreto?» chiese.
Lui annuì, serio.
«Allora non posso dirlo a nessuno?»
«Esatto»
Rosalind ci pensò su.
«Va bene, dimmi»
Il re le sorrise.
«Tra un po’ di tempo avrai un fratellino o una sorellina, amore mio»
Rosalind sgranò gli occhi.
«Davvero?» si entusiasmò.
 
Tanti bambini, al castello, avevano fratelli o sorelle e quindi avevano sempre compagnia.
Rosalind era la più sola, perché essendo la figlia dei sovrani era sempre guardata a vista dai domestici, che non le permettevano mai di avventurarsi nei giochi e nelle esplorazioni più rischiose.
Ma se avesse avuto un fratello o una sorella…
 
«E quando?» chiese ancora la piccola.
«Tra qualche mese» rispose il padre.
Caspian allungò una mano per posarla sulla pancia di Hermione, che disse:
«Sai, tesoro, sia io che papà non abbiamo avuto fratelli o sorelle… Ma vogliamo che per te sia diverso. Avere un fratello significa avere qualcuno che ci sarà sempre, per te»
«Come voi» commentò la piccola, ragionevole.
«Certo, ma con un fratellino o una sorellina potrai giocare di più, parlare di segreti… Cose che a mamma e papà non dici, magari…»
Rosalind parve riflettere.
«Come quando Briscola mi regala i biscotti di nascosto? Un segreto così?»
I genitori risero.
«Quelli che vorrai, tesoro» disse Hermione «Però ricordati che un fratellino sarà anche una responsabilità: dovrai volergli bene e proteggerlo e stare sempre attenta che stia bene. Perché tu sarai la sorella maggiore e quindi lui o lei cercherà sempre te, come modello, per avere aiuto. Te la senti?»
Sorella maggiore.
Suonava benissimo per la piccola Rosalind, che era la bimba del castello.
Annuì vigorosamente.
Caspian le baciò la testa.
«Sappiamo che ci aiuterai e ci fidiamo tantissimo di te, tesoro»
Lei fece un sorrisone e poi chiese:
«Dov’è il fratellino? Quando arriva?»
Caspian accarezzò con la mano la pancia della moglie.
«È qui, tesoro. Dove eri anche tu prima di nascere»
Rosalind guardò perplessa la pancia della madre.
«Ma lì non ci sta il fratellino… è piccolissimo allora!»
«Poi cresce… E quindi anche la pancia della mamma crescerà»
«Oh» Rosalind si ricordò di alcune signore che giravano per il castello, con delle pance grandissime.
In effetti, la mamma le diceva che aspettavano dei bambini.
«Ma il fratellino ci va a…a… Guarts
“Guarts” era il suo modo di pronunciare la parola “Hogwarts”.
Hermione sospirò.
«No, piccola. Il fratellino sta qui con noi, qui a Narnia»
«Allora, sei contenta principessa?» chiese Caspian.
Rosalind annuì.
«Tantissimo!»
 
*
 
Ed era vero, era molto contenta.
 
Per qualche giorno andò in giro felice e soddisfatta, sapendo che i suoi genitori avevano rivelato solo a lei una notizia così importante e sentendosi grande e fortunata.
Poi, Hermione iniziò ad accusare i primi sintomi della gravidanza e Caspian cercò di annullare gli impegni di lei e ridurre i suoi, in modo da starle vicino.
E, per Rosalind, significava vedere molto di più il papà e questo la rendeva felicissima, anche se la mamma stava molto a letto e non riusciva tanto a giocare con lei.
La bambina aveva associato questo stato di cose alla futura nascita, quindi quando si accorgeva che la madre era a letto, oppure si sedeva sofferente, correva da lei e le bisbigliava:
«Mamma… segreto, segreto!»
Alla fine, visto che Hermione era abbastanza provata, Caspian annunciò la lieta novella al Consiglio dei Lord. Sua moglie preferiva aspettare, ma lui non voleva vessarla con i doveri di palazzo e quindi ordinò tassativamente che fosse lasciata a riposo.
Di lì, ovviamente, la notizia si diffuse e, ben presto, Cair Paravel gioì per la consapevolezza che i sovrani avrebbero avuto un secondo bambino.
E Rosalind era al centro dell’attenzione.
Tutti le porgevano complimenti e felicitazioni come non mai perché sarebbe stata la sorella maggiore, avrebbe avuto nuove responsabilità e gioie.
 
Poi, un giorno, mentre con sua mamma si stava recando fuori per una passeggiata, la moglie di uno dei notabili di palazzo le incrociò e si fermò a parlare con la Regina:
«Che cara piccina che è vostra figlia, Maestà! Così adorabile! Sono sicura che non sarà gelosa del bambino che nascerà… Sarebbe terribile, sapete, ma spesso i bambini si vedono messi da parte per via delle attenzioni che i genitori riservano al nuovo nato!»
Hermione aveva sorriso e aveva risposto che Rosalind era felicissima dell’arrivo di un fratellino e che non le sarebbero mai mancati, da parte dei genitori, affetto incondizionato e comprensione.
La signora si era affrettata a scusarsi e si era allontanata; a Rosalind era sembrata molto sciocca e anche sua mamma l’aveva liquidata velocemente.
«Cosa vuol dire gelosa, mamma?» aveva chiesto, perplessa.
«Tesoro, la gelosia è un brutto sentimento» aveva risposto Hermione «Vuol dire che hai paura di perdere qualcosa che ritieni tuo… Ma pensa sempre, Roz, che l’amore non è un oggetto che prendi o togli come vuoi, è qualcosa che hai nel cuore e da lì non se ne va mai. Mentre chi è geloso spesso diventa cattivo, porta rancore… e non è una bella cosa!»
«Ma… lei voleva dire che se arriva il fratellino tu e papà non mi volete più bene?»
Hermione si inginocchiò davanti alla figlia.
«Amore, ma secondo te io e papà potremmo non volerti più bene? Potrà mai venire un giorno così? Tu sei la luce delle nostre vite!»
Rosalind sorrise e abbracciò la mamma.
«Anche io voglio tanto bene a te e papà. E anche al fratellino»
La Regina le accarezzò i capelli.
«Lo so, amore mio. È un bambino molto fortunato ad avere te come sorella!»
Rosalind sorrise, rassicurata.
 
*
 
Eppure, quelle parole incaute erano destinate a tornarle in mente.
 
Una settimana dopo, in un’assolata mattina, Rosalind stava correndo per il corridoio, inseguita da un’affannata Dora, in cerca della madre, per chiederle di uscire in giardino a giocare.
Fece irruzione nel salotto privato reale, quindi si diresse verso la camera da letto.
«Mamma, mamma!» urlò.
La stanza era in penombra e la Regina era distesa a letto.
Rosalind non stette a chiedersi come mai, oltre al padre, fosse presente anche il medico di Corte e fece per arrampicarsi sul letto, come era sua abitudine.
Ma, stavolta, Caspian la prese tra le braccia e la allontanò dal letto.
Lei rise e strillò, ma lui le coprì la bocca con una mano, delicatamente, e la portò fuori dalla stanza, richiudendosi la porta alle spalle.
Nel salotto, mise la bambina a terra e si inginocchiò per essere alla sua altezza.
«Roz, la mamma non sta bene oggi» le disse «Non può venire a giocare, tesoro»
Rosalind mise il broncio.
«Ma io voglio andare in giardino con la mamma!»
«Lo so, piccola, ma oggi non è possibile»
«Allora vieni tu con me, papà?»
Caspian le accarezzò la guancia.
«Tesoro, purtroppo non posso. Devo ricevere un ambasciatore da Calormen e vorrei stare con la mamma finché non sta meglio…»
«Sto con voi anch’io!» lo interruppe lei.
«Roz, la mamma ha bisogno di dormire… Cerca di capire, tesoro…»
Ma Rosalind lanciò uno strillo insoddisfatto.
Dora si affrettò ad intervenire:
«Dai, scimmietta, ti porto io in giardino! Possiamo raccogliere i fiori e…»
«Voglio la mamma!» urlò la piccola «Mamma!»
Caspian cercò di calmarla e in quel momento il medico di corte uscì dalla stanza.
Il Re si alzò subito, trattenendo per mano la figlia che già faceva per lanciarsi nella camera.
«Come sta Sua Maestà?» domandò, ansioso.
«Mio Re, purtroppo le prime fasi di una gravidanza sono delicate e non c’è modo di alleviare il disagio della Regina… Ma lei è forte, Sire, quindi lasciatela riposare e non forzatela a mangiare se non vuole»
«Ma il bambino…»
«Sire, non c’è nulla che faccia pensare a un pericolo, ma purtroppo le nausee non sono contenibili in alcun modo. Dobbiamo fidarci di Sua Altezza e della sua assennatezza: se dice che non ha fame, aspettiamo che passi questo momento di debolezza»
«Ma sta bene?»
«Sì, mio Re. Ma ripeto: sono momenti delicati… Capisco che non vogliate vederla soffrire, ma non c’è medicina che possa evitarle le nausee. Però mi raccomando: lasciatela a letto e che stia tranquilla. Non deve agitarsi e preferirei che non si alzasse, almeno per un paio di giorni. Le nausee sono forti e la indeboliscono. Se fosse possibile…»
Esitò e poi proseguì:
«Sebbene sia assolutamente certo che vedere la principessina la riempia di gioia, magari dovrebbe essere lasciata a riposo per un po’, ecco… Senza che si affatichi troppo»
Caspian annuì, scuro in volto.
Rosalind si mise a singhiozzare:
«Voglio la mamma!»
Il medico, imbarazzato, accennò un inchino e chiese il permesso di ritirarsi, assicurando naturalmente che sarebbe tornato a controllare la sovrana.
Uscì mentre Caspian cercava di calmare la figlia, che stava urlando sempre più forte.
Dora unì i suoi sforzi a quelli del Re, ma non ci fu nulla da fare finché una pallidissima Hermione non fece capolino dalla camera.
Rosalind ululò di gioia e le corse incontro, stringendosi alle sue gambe.
Hermione le accarezzò i capelli, facendo cenno al marito di non preoccuparsi.
Lui espirò pesantemente e si passò una mano tra i capelli, nervoso.
Dora si torceva le mani.
«Mia Regina, come state?» chiese.
«Bene» mormorò Hermione «Solo un po’ debole, ma davvero non è nulla. Caspian, amore, non fare quella faccia»
Il marito le si avvicinò, teso, e le prese una mano delicatamente, come se maneggiasse un cristallo.
«Anche quando aspettavo Roz avevo le nausee, lo sai» lo rimproverò lei dolcemente.
«Sì, ma questa volta mi sembri stare peggio» obiettò lui.
«Hai sentito il medico: è normale. Ora non preoccuparti e vai pure dall’ambasciatore»
Lui esitò, visibilmente combattuto.
Dora intervenne a dare manforte alla sovrana.
«Ah, Maestà, non temete: siamo fatte per questo. Si sta male, ma non è nulla che le donne non sopportano da sempre!»
Caspian rimase rigido.
Non riusciva a placare l’ansia quando vedeva Hermione stare male: era più forte di lui.
In quel momento, sentì la moglie, al suo fianco, irrigidirsi.
Hermione si morse un labbro e cercò di scostare dolcemente la figlia che le stava appesa addosso.
«Piccola, lascia un momento la mamma…» mormorò con voce tremante.
Ma Rosalind le si strinse addosso ancora più stretta e Caspian intervenne appena in tempo a tirarla su di peso, mentre Hermione indietreggiava precipitosamente richiudendo la porta.
La bambina strillò e si mise a piangere, ma il padre la mollò senza una parola tra le braccia di Dora e scomparve dietro la moglie.
 
La povera donna tentò di calmare la bambina urlante per vari minuti, ma Rosalind sembrava in grado di ululare senza prendere fiato per una vita.
Poi, all’improvviso, la porta si aprì di nuovo, bruscamente, e Caspian comparve nella stanza.
Con due falcate raggiunse Dora e, piazzatosi di fronte al viso di sua figlia, paonazzo per gli strilli, scandì:
«Rosalind! Smettila immediatamente!»
Dora trasalì, udendo il tono del sovrano.
Anche Roz si zittì: era talmente abituata alla pacatezza del padre che rimase sconvolta.
Caspian la prese in braccio e la posò a terra, poi disse severamente:
«Rosalind, la mamma non si sente bene, lo sai. Deve riposare e tu non puoi fare i capricci e urlare e farla preoccupare, perché deve stare a letto. Non voglio più sentire un rumore, sono stato chiaro?»
La bimba batté le palpebre.
«Ma…» pigolò.
Lui rimase impassibile e gli occhi della piccola si riempirono di lacrime.
Scoppiò in singhiozzi e si voltò scappando in corridoio, mentre Dora sospirava e la seguiva.
Quando la porta si richiuse, Caspian sospirò pesantemente e si passò una mano tra i capelli, poi tornò da Hermione.
Lei era distesa a letto e gli tese la mano; lui corse subito a sdraiarsi accanto alla moglie.
«Non è da te alzare la voce in quel modo» bisbigliò lei.
«Lo so… e non posso sopportare di vederla piangere! Però hai sentito il medico: devi riposarti e…»
«Oh, Caspian, non dirmi che non posso vedere Roz perché non lo sopporterei!»
«Ma no, certo che puoi vederla! Solo che devi stare a letto e non puoi correrle dietro tutto il giorno»
«Ma c’è Dora e…»
«No, Hermione» la interruppe lui, deciso «Facciamo come ha detto il dottore. Tu stai a letto e a Roz penso io»
«Ma tu non hai tempo!»
«Lo troverò. Avrò sempre tempo per mia figlia!»
«Sei già oberato di impegni a causa delle mie assenze e…»
Lui le posò delicatamente un dito sulle labbra.
«Non dire sciocchezze… Promettimi solo che ti riguarderai e penserai a nostro figlio! Tu fai la tua parte e io la mia!»
Lei sorrise.
«Siamo una vera squadra, eh?»
Il Re si sporse a baciarla.
«Assolutamente sì»
Tra le braccia del marito, alla fine Hermione riuscì a rilassarsi e a prendere sonno.
Lui aspettò per assicurarsi che non stesse nuovamente male, poi si alzò per andare a cercare la figlia.
 
Rosalind non era nella stanza dei giochi e le guardie all’ingresso gli dissero che la principessa non era uscita in giardino, per cui Caspian si diresse verso la biblioteca: quella era la stanza preferita di Hermione e la loro bambina sembrava aver ereditato l’amore materno per i libri, a giudicare da come amava recarsi in quella stanza.
E non sbagliava: Rosalind, seduta per terra accanto al caminetto, stava acciambellata come un gattino, con la testa nascosta tra le braccia.
Dora cercava di distrarla, ma apparentemente senza successo.
Caspian si avvicinò in silenzio e si sedette a terra, accanto alla piccola, prendendo ad accarezzarle la schiena.
La figlia si irrigidì all’istante e rimase immobile.
Lui fece un cenno a Dora, congedandola, senza mai smettere le sue carezze.
«Ehi, piccolina» disse, dopo qualche minuto «Guardami»
Dopo un attimo, Rosalind alzò il capo, gli occhioni circospetti.
«Volevo chiederti scusa per aver alzato la voce, prima» le disse il padre «Non avrei dovuto farlo e mi dispiace molto»
«Sei arrabbiato con me?»
«No, tesoro. Sono preoccupato perché la mamma non è stata bene, ma non sono arrabbiato. Tu sei arrabbiata con me?»
Lei ci pensò su.
«No»
Caspian si protese a darle un bacio.
«Grazie» le disse.
«È il fratellino che fa stare male la mamma?» chiese la bambina.
«No, Roz, no. È che… il corpo della mamma deve cambiare, per accogliere il tuo fratellino, e questo all’inizio non la fa stare tanto bene»
Rosalind si morse un labbro.
«Non mi sembra giusto» disse, solenne.
Caspian sorrise appena.
«Nemmeno a me, amore, ma non possiamo farci nulla, purtroppo, a parte cercare di aiutare il più possibile la mamma a stare tranquilla e riposata»
Lei batté la mano sul tappeto.
«Allora… allora io cosa faccio?»
«Ho un’idea: che ne dici se andiamo a vedere i cavalli nelle stalle, io e te insieme? Stiamo un po’ fuori e poi, quando torniamo, andiamo a vedere se la mamma è sveglia»
Gli occhi della figlia si illuminarono, ma lei rispose:
«Ma… Dora dice che non devo disturbarti quando devi lavorare…»
«Tu non mi disturbi mai. E poi ho tanta voglia di stare un po’ con te. Che ne dici?»
Lei batté le mani dalla gioia.
«Possiamo andare a cavallo insieme?»
Caspian allontanò il pensiero del povero ambasciatore in attesa e sorrise alla piccola.
«Perché no?»
 
 

***
Buongiorno, miei diletti lettori!
Sono già passate due settimane, quindi eccoci qui!
Vi ricordo le altre due mie storie aperte al momento:
Esprimi un desiderio (fandom Ben Barnes - tanto per cambiare!):  http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3105663
Ragione e sentimento (crossover Harry Potter/Ben Barnes - come sopra: tanto per cambiare!):  http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3105195
E, se volete farmi domande o chiacchierare, sono su Facebook!
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Grazie per l'amore che dimostrate sempre a questa storia e a me!
Vi adoro!
Joy

   
 
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