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Autore: Em_    29/04/2015    5 recensioni
Elena Gilbert è una specializzanda in chirurgia del primo anno. Suo padre è il primario e anche sua madre lavora lì.
Qui ritrova i suoi vecchi compagni e amici e scopre con gioia che saranno i suoi nuovi colleghi.
Tutto sembra andare bene finché, la sera del ricevimento per i nuovi arrivati, compare qualcuno dal passato di Stefan ed Elena.
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Dal testo: «Ehi, Stefan? Terra chiama Stefan!» gli dico ridacchiando.
Lui sposta lo sguardo più in là e non mi guarda. «Damon.» dice freddo.
«Ciao fratellino.» risponde sarcastico l’uomo.
Aspetta, cosa? Quel Damon? Il fratello che se n’è andato quando avevamo dieci anni? Che cavolo ci fa qui? Non si fa vedere da sedici anni ed ora si presenta nel nostro luogo di lavoro?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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12. E adesso che faccio?

 

Giungiamo a casa mia pochi minuti dopo, faccio cenno a Damon di parcheggiare nel mio viale visto che né Bonnie né Caroline sarebbero rientrate. Frugo nella mia pochette in cerca delle chiavi, appena le trovo le afferro mentre Damon spegne la macchina. Uscendo dall’auto mi cadono a terra ed essendo completamente buio fatico a trovarle, sono decisamente nervosa per il fatto che siamo soli e sono stata io a proporglielo. Non avrei mai dovuto farlo, sono un’incosciente. 

«Elena, hai bisogno di una mano?»

«No, no, le ho trovate.» 

Prendo le chiavi e spalanco la porta di casa, appoggiamo entrambi le giacche sull’appendiabiti, io mi tolgo i tacchi visto che i miei piedi chiedono seriamente pietà e nervosamente lo invito sul divano insieme a me. Damon sembra perfettamente a suo agio al contrario di me, mi sorride in un modo che mi fa letteralmente sciogliere il cuore.

«Ti va qualcosa da bere?» chiedo per smorzare la tensione.

«Volentieri.» risponde con voce calma.

«Alcolico o no?»

«Decisamente alcolico.» ridacchia.

Mi reco in cucina non sapendo minimamente se ho degli alcolici in casa, forse del vino ma non ne sono sicura, apro il frigo per controllare e ci trovo solo una mezza bottiglia di birra. Passo allo scaffale basso vicino alla dispensa e qui sembra esserci qualcosa, do un’occhiata e vedo una bottiglia di whiskey che potrebbe fare al caso mio, controllo la data di scadenza fortunatamente è ancora buono, non si sa mai. Prendo due bicchieri e porto quelli e la bottiglia in salotto, appoggio il tutto sul piccolo tavolino e verso il liquido per entrambi. Spero di non ubriacarmi dopo un bicchiere o potrei non rispondere delle mie azioni.

«Mmm, vi fate di roba forte qua!» osserva Damon.

«Non è mio, credo sia di Caroline, ma non penso le dispiaccia se l’ho aperto.» 

«Mi piace il whiskey, ma sono più un tipo da bourbon.»

«Ah sì? Anche a te piace la roba forte mi pare!» gli faccio notare.

«Di solito sì. A te invece cosa piace?»

«Ehm, la coca-cola è accettabile?» chiedo ridendo «Non sono una gran bevitrice, non reggo molto l’alcol a dirla tutta.»

«Forse allora è il caso di andarci piano con questo.» dice alzando il bicchiere.

«Ma sono a casa mia, anche se mi ubriaco non farò del male a nessuno.» rispondo a tono.

«Ma io ti voglio sobria.» afferma con un velo di malizia.

E adesso che vuole fare? Perché vuole che sia sobria? Sicuramente vorrà concludere in quel modo la serata ed io non so se sono ancora pronta per un passo del genere, certo con lui sto benissimo ma siamo usciti una volta e non mi sembra proprio il caso di andare oltre il bacio. Lui nota che non gli ho risposto e mi guarda alzando un sopracciglio, che cosa dovrei dirgli esattamente?

«So a cosa stai pensando e non è affatto ciò che voglio.» mi rassicura.

«Io… Scusami…» balbetto.

«Stai tranquilla, l’ho detto solamente perché voglio che ti ricordi di questa serata.»

Ma come posso essere tanto idiota? «Hai ragione, sono saltata alle conclusioni senza motivo.» mi scuso.

Poggio il bicchiere vuoto sul tavolino di legno e sprofondo sul morbido divano di casa mia, Damon finisce il suo drink e lascia il bicchiere vicino al mio. E’ seduto di fianco e mi guarda intensamente, percepisco di nuovo quell’elettricità che ho avvertito quando ci siamo baciati in ascensore, è come se una parte di me volesse solo saltargli addosso e portarlo in camera da letto, naturalmente scaccio all’istante quel pensiero, non è il momento. Gli rivolgo un sguardo anch’io soffermandomi sulle sue labbra perfette, a malapena ricordo il loro sapore e mi manca da impazzire. Accorcio le distanze tra noi, ora siamo vicinissimi l’uno all’altra e la tensione è realmente palpabile. Una delle sue mani mi accarezza la coscia nuda e vengo percorsa da mille brividi, senza pensarci poggio una mano sul suo petto ancora coperto dalla camicia, mi si blocca quasi il respiro al contatto con lui. Questa volta è Damon a fare la prima mossa, si fionda sulle mie labbra ed io ringrazio tutti i santi del paradiso che gli hanno fatto fare il primo passo. Porto la mano tra i suoi capelli, sono morbidi ed è infinitamente bello quel contatto, lui fa scivolare la sua mano più su sulla mia coscia ed io sussulto.

«Oh, scusa, non volevo approfittare.» mi dice staccandosi da me.

«Non fa niente, anzi era piacevole.» rispondo arrossendo.

Mi solleva il mento con un dito e ricomincia a baciarmi con passione, lascio che la sua lingua si faccia spazio nella mia bocca, sono in preda ad emozioni che non sapevo neanche si potessero provare quando mi bacia è come se il resto del mondo sparisse e ci fossimo solo lui ed io. Mi avvicino pian piano con il mio corpo verso il suo e poggio una mano sul suo petto, con delicatezza mi fa stendere sul divano e finisco sotto di lui, gli slaccio i bottoni della camicia uno ad uno, lui se la toglie lasciandola cadere per terra e non smette di baciarmi. Non so cosa sto facendo, non avrei dovuto spingermi così oltre ma lo desidero troppo per trattenermi, sì, probabilmente tutto ciò provocherà un casino ma ora come ora non m’importa, voglio solo stare insieme a Damon. Lo aiuto così che possa abbassarmi la zip del vestito, me lo sfilo tranquillamente rimanendo in biancheria intima, vedo Damon osservarmi e sorridere, involontariamente arrossisco e provo a coprirmi.

«Non farlo, non vergognarti.» mi dice accarezzandomi una guancia.

Riprende a baciarmi premendo il suo corpo contro il mio «Aspetta…» lo blocco.

Lui si scansa immediatamente non appena glielo dico «Forse non dovremmo…» afferma passandosi una mano tra i capelli.

«No, intendevo che… Sarebbe meglio se… Ecco… Andassimo di sopra.» ammetto.

Mi alzo dal divano, raccolgo il mio vestito e gli porgo una mano, Damon l’afferra e insieme ci rechiamo in camera mia. Entrando si guarda in giro e sorride, forse avrei dovuto nascondere i pupazzi di quand’ero piccola, non sono proprio il massimo per una donna ventiseienne. Mi siedo sul letto e lo invido a sedersi vicino a me, lo bacio appoggiando una mano sul suo viso, si è fatto la barba perché è completamente liscio, è una sensazione stupenda poterlo accarezzare, profuma di dopobarba e mi fa venire ancora più voglia di saltargli addosso. Con una mossa improvvisa mi stende sul mio letto e mi ritrovo nuovamente sotto di lui, mi lascia dei baci lungo tutto il collo per poi scendere fino alla clavicola. Credo di non resistere ancora per molto, ho bisogno di sentirmi sua adesso. Velocemente gli slaccio il bottone dei pantaloni e lascio che se li tolga, è una visione indescrivibile, è un uomo semplicemente perfetto, tutto il contrario di me, non capisco ancora cosa ci trovi in me. Dolcemente scende fino al mio ventre sempre baciandomi qua e là, senza che me ne accorga mi sfugge un gemito e lo sento ridacchiare mentre si avvicina pericolosamente ai miei slip. Improvvisamente entrambi i cerca persone iniziano a squillare, okay, sto per imprecare contro qualcuno seduta stante. Damon si alza e va a controllare.

«911, dobbiamo andare…» dice sospirando.

Dire che sono incazzata è riduttivo, proprio adesso doveva esserci un’emergenza? Non potevo andare a fare la cameriera invece che il chirurgo? Accidenti a me! Mi alzo e mi infilo una maglietta e un paio di jeans, non ho ancora detto nulla a Damon anche perché cosa dovrei dirgli? Mentre mi vesto lo sento avvicinarsi e mi volto per guardarlo.

«Sei arrabbiata?»

«Sì.» affermo infastidita.

«Siamo medici, capiterà altre volte…» mi risponde calmo.

«Mi stai dicendo che ti è già successo?» chiedo curiosa.

«Beh, sì.» mi dice sincero.

Improvvisamente sono gelosa, effettivamente non so quasi nulla del suo passato e certamente avrà avuto altre donne bello com’è. Torniamo di sotto e anche lui si riveste, poi usciamo e ognuno per conto proprio andiamo in ospedale.

Arrivo di fretta e corro a mettermi il camice, nello spogliatoio vedo arrivare anche Caroline e Stefan, mentre Bonnie sicuramente non arriverà visto che è con mio fratello. Nemmeno loro sanno quale sia l’emergenza, quindi restiamo lì ad aspettare il nostro superiore per farci assegnare a qualche caso. Poco dopo vediamo comparire Nox che non sembra molto lucido.

«Matricole, in pronto soccorso, ora!» ci urla.

Mentre andiamo verso i pazienti lancio un’occhiata a Caroline «Hai sentito anche tu?»

«Sì, difficile non accorgersene, sentiranno fino a Los Angeles la puzza di alcol.» risponde lei.

 

[…]

 

E’ stata una nottata infernale, c’è stato un altro incidente stradale questa volta per colpa di un uomo sotto l’effetto di stupefacenti, lui è sopravvissuto ma ha ucciso una donna che è stata paziente di Stefan, il mio paziente per fortuna se l’è cavata con un braccio rotto e una commozione celebrale. L’ho fatto visitare dal dottor Mikaelson e mi ha confermato che si riprenderà del tutto. Vado a stendermi un attimo nella stanzetta del medico di guardia quando sento entrare qualcuno, è Nox.

«Dottor Nox.» lo saluto.

«Ah, Gilbert, sei tu.» risponde guardandomi. 

«Vado a casa, buonanotte dottore.» faccio per uscire ma mi trattiene.

«Ti posso chiedere una cosa?» mi domanda, sa ancora di alcol e non è molto in sé.

«Uhm… Sì.»

«Perché voi donne siete così perfide?» 

Che cosa? Di che cavolo sta parlando? «Non… Non so…» replico mentre il cuore inizia a battermi forte.

«Quell’idiota della mia ragazza mi ha tradito!» mi urla.

«Mi… Mi dispiace…»

Senza che me ne accorga mi bacia, io spalanco gli occhi incredula e, ammetto, anche leggermente spaventata, che cosa sta facendo? Lo respingo e si stacca da me ma non sembra entusiasta della mia reazione, so di dovermene andare il prima possibile ma come faccio? E’ il doppio di me fisicamente.

«Se l’ha fatto lei posso farlo anch’io, è ora di vendicarmi.» afferma fissandomi. E adesso che faccio?






Angolo autrice
Salvee, eccovi il 12^ capitolo!
Vi prego, non odiatemi, non fucilatemi, non lapidatemi, insomma lasciatemi vivere xD
Prima di presentarvi sotto casa mia con i forconi vi dico che dovete aspettare il prossimo capitolo per sapere tutto! Però dai, tutto sommato c'è stato un bel momento tra di loro anche se sono stati interrotti, era troppo facile sennò ahahah :')
Che altro aggiungere? Boh, fatemi sapere che ne pensate, insultatemi anche se volete ahahah...! No dai vi prego :')

Ringrazio sempre chi mi recensisce e tutti quelli che hanno aggiunto la storia nelle categorie! Grazie davvero!

Avrete saputo di Ian immagino... Mi astengo dal commentare, dico solo che potevano vestirsi meglio e che un uomo in bianco al suo matrimonio non si può vedere (scusate ma son fissata con gli abiti da sposa/o). Di lei si salvava solo lo strascico, il resto no comment sul serio.

Alla prossima e non vedo l'ora di leggere i vostri commenti,
Anna
   
 
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