Sullo schermo del computer appariva l’immagine del corpo di Katsuya, sospeso e avvolto dalle corde di violino. Il sangue gocciolava sul pavimento della sua stanza.
Disgustato da quell’orrenda visione, Ryuji spense il computer.
“Ma che cazz…?” si lasciò sfuggire il ragazzo, mentre Kyoko ansimava dal terrore.
“E questa?” sussurrò poi Ryuji trovando misteriosamente per terra una fotografia insanguinata.
“Che cos’è?” gridò Kyoko “Quella non era lì prima!”
La foto ritraeva una Kyoko sorridente in divisa scolastica
abbracciata al suo ragazzo delle superiori: Tomoro. Ryuji la pulì dal sangue con il polsino della
camicia, Kyoko gli venne appresso e guardò anch’ella quella foto “Non capisco”
“Guarda qui!” indicò terrorizzato Ryuji sul fondo della fotografia: il volto di
Katsuya emergeva dall’oscurità.
“Oddio…Ryuji cosa facciamo?” le prime lacrime spuntarono sul
volto terrorizzato della donna, ormai in presa ad una crisi di nervi.
“Non ci sto capendo più niente”
“Neanche io”
“Senti Kyoko…ma tu sei sicura che non hai avuto niente a che
fare con questo Katsuya? Ho notato che ogni volta che viene pronunciato
il suo nome rabbrividisci”
“No”
“Dimmelo Kyoko…tu nascondi qualcosa”
“Non servirebbe a nulla…non servirebbe a nulla raccontarti…”
“Dimmelo Kyoko!” Ryuji alzò la voce, faceva paura
“Non urlare così, ti prego”
“Dimmi che non hai fatto nulla di male”
“vuoi la verità? Eccola!: Tomoro è
morto”
“Il tuo ragazzo?”
“A quel tempo ero insieme a lui, ma mi sono innamorata
follemente di Katsuya e anche lui era innamorato di me. Ci vedevamo di
nascosto, ci baciavamo di nascosto…Tomoro non lo sapeva fino a che…”
“Fino a che?”
“Fino a che una ragazza del mio liceo vide me e Katsuya
baciarci dietro ad un cespuglio. Il problema è che si trattava della
migliore amica di Tomoro e glielo confidò. Tomoro andò su tutte le furie e
promise di uccidere Katsuya se mai l’avrei rivisto ancora… così io e Katsuya
abbiamo deciso…”
“Cosa? Cosa avete deciso?”
“Di ammazzarlo”
“Cosa?”
“Sì abbiamo ripreso il delitto con una
telecamera. L’abbiamo addormentato con un potente sonnifero e l’abbiamo
trascinato nel capanno degli attrezzi. L’abbiamo bendato e abbiamo tentato di
soffocarlo con delle corde di violino. Incominciò a sputare sangue, ma non
moriva. Allora Katsuya impugnò una sega e iniziò a tagliare il collo al ragazzo
finchè la testa non si staccò completamente dal suo corpo.”
Ryuji rabbrividì di fronte a quel racconto così macabro e
irreale “Incenerimmo il cadavere e gettammo le ceneri in un fiume. Poi ci siamo lasciati”
“Perché?”
“Eravamo sconvolti dal rimorso…non dovevamo arrivare a così tanto”
“non ci credo, tu non faresti mai
una cosa del genere!”
“E invece l’ho fatto Ryuji! Ho tentato di dimenticare
questo ricordo con tutta me stessa e non ce l’ho ancora fatta. Quando immagino
di notte le grida di Tomoro mi viene da impazzire. Ho paura del buio, ho paura
di me stessa: ogni volta che mi guardo allo specchio vedo il volto di un’assassina
e sto male”
“No…”
“Ryuji…perdonami”
in quel momento Kyoko scoppiò in lacrime: un misto di
lacrime di rimorso, lacrime di terrore e lacrime…di gioia.