Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: _Lillian_    30/04/2015    9 recensioni
"Sarà come se non fossi mai esistito".
Aveva detto così prima di scomparire e così sarebbe stato se dentro me non stesse crescendo qualcosa che mi lega ancora più inesorabilmente a lui.
"Quando non si ha più nulla a cui potersi aggrappare anche il pericolo diventa un'ancora di salvezza, e i Volturi per me, per loro... lo sono stati"
Mi chiamo Isabella Marie Swan e sono un'immortale.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Volturi | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
 
 
 
 
 
Chapter 16
 
 
POV ALICE
 
“E se non dovesse andar bene?”.
Spiegai la gonna del mio abitino blu per l’ennesima volta, in un gesto di stizza e nervosismo sicuramente non da me. Aggiustando i fiori multicolore posti nel grande vaso in ceramica sul tavolo di vetro mi voltai verso Esme.
“Sarà tutto perfetto, devi stare tranquilla mamma, sono ragazzi intelligenti sono sicura capiranno la situazione” dissi cercando più che altro di rassicurare me stessa senza farmi scoprire.
Questa situazione iniziava a risultare davvero molto scomoda.
Era per me frustrante non poter prevedere alcun tipo di loro decisione, tutto ciò che li riguardava era precluso alle mie visioni, alla mente di Edward e credo a qualsiasi altro dono extra presente sulla faccia della terra .
Che ironia della sorte.
Da quando Edward aveva annunciato l’imminente ‘riunione familiare’, i nervi di tutti erano a fior di pelle e la tensione aleggiava nell’aria proprio come una ghigliottina pendeva sulle teste dei malcapitati. Abituati ai nostri poteri extra non ci eravamo di certo mai trovati in una situazione di completo svantaggio e cecità.
Erano passate esattamente due settimane da quando il preside aveva annunciato la chiusura dell’edificio scolastico per disinfestazioni varie  per la gioia di tutto il corpo studentesco ed esattamente lo stesso tempo da quando Edward ci aveva spiegato tutto ciò che era successo in casa Black dopo il suo incontro con una delle nuove Cullen, Lilian.
Carlisle aveva tentato di spiegarci il lato medico della faccenda, ma sfortunatamente per tutti noi, non vi erano lati medici che potessero entrare nelle sue competenze. Nemmeno in quelle di vampiro.
Lilian era stata colpita da qualcosa che nessuno sapeva ancora spiegarsi e nonostante Esme non la conoscesse per niente, sentire il nome di sua nipote, accompagnato dalle parole  ‘dolore’ e ‘crisi’ in una stessa frase, l’aveva completamente mandata in tilt.
Edward dal canto suo aveva deciso di vegliare sui suoi figli da lontano, lasciandogli la possibilità in queste due settimane di decidere cosa fosse meglio per loro.
Sperava ardentemente tuttavia, che le loro scelte prevedessero la sua presenza nelle loro vite e io non potevo far altro che sperare in silenzio assieme a lui. Vedevo come di notte metteva tutto se stesso nel compiere ricerche sulla loro natura o come cercasse di venire a capo sulla ‘faccenda Lilian’, non lo immaginavo ancora nelle vesti di un padre, questo no, ma era diventato sicuramente qualcosa di molto vicino a quella figura. Soprattutto quando ad avvilirlo c’era l’irraggiungibile cuore di Anthony.
Lui si che sarebbe stato un osso duro.
E proprio quando tutte le nostre speranze si stavano sciogliendo come neve al sole, un messaggio di Bella arrivò tempestivo a scuotere i nostri cuori.
 
“I ragazzi hanno accettato il confronto, se per voi non è un problema preferirei tuttavia che  si tenesse a casa vostra in modo che possano conoscere la famiglia al completo.
Isabella.”.
 
Fredda. Concisa. Chiara.
 
Con Bella le cose, forse, andavano anche peggio di come andassero con Anthony. E non parlavo solo dell’onnipresenza di quel ‘Robert sadico faccia da schiaffi zecca cavallina’. Dopo quel giorno in casa Black non aveva più parlato con Edward e aveva accuratamente evitato ognuno di noi. Facendo ricerche eravamo venuti a conoscenza del suo nuovo lavoro. Avvocato Swan, la migliore che Forks abbia mai avuto nonostante fosse dietro quella scrivania da solo poche settimane. Il mio cuore scoppiava d’orgoglio verso quella mia sorella barra migliore amica, speravo con tutta me stessa di poter ricongiungere i cocci del suo cuore e riaverla con me al più presto per poterglielo dire, un giorno, di persona.
E mentre Bella fingeva di non sapere nulla della nostra esistenza, Edward soffriva da matti per tutto questo.
I figli non sapevano nulla di lui e forse neanche gli interessava, viceversa, lui non sapeva nulla dei figli ma venire a conoscenza di ogni più piccolo e insignificante dettaglio sul loro conto, era il suo desiderio più grande.
Bella non voleva saperne di Edward mentre lui arrovellandosi giorno e notte il cervello, cercava di trovare un giusto approccio con la suddetta vampira testa dura.
La ‘zecca cavallina’ alias ‘Robert gne gne’ pareva essere nelle grazie dei giovani Cullen e soprattutto in quelle di Isabella, cosa che rendeva la situazione di mio fratello molto, ma molto, più complicata.
Per non parlare di quel fastidioso Jacob Black che girava intorno a mia nipote Renesmee come una mosca! Questa cosa mandava Edward fuori di testa e sinceramente anche me.
Insomma una tale bellezza con cotanta avvenenza non poteva stare con Black!
Tirando le somme?
Un gran casino.
“Siamo sicuri che sappiano la strada giusta per raggiungere casa nostra?” chiese Rosalie scendendo le scale tesa e riportandomi alla realtà.
Già, anche l’imperturbabile e impeccabile Rosalie Lilian Hale Cullen, stava cedendo dinanzi all’imminente incontro con i suoi bellissimi nipoti gemelli, mezzi vampiri e Dio solo sa cos’altro.
“Diamine non è proprio nel mio essere la pazienza!” sbottò Emmett comparendo dietro la moglie e scendendo gli ultimi cinque scalini con un unico salto che fece tremare i vetri della casa.
“Dovrai farlo scimmione, possibilmente senza distruggere casa!” lo richiamò Rose sedendosi sul divano e riavviandosi i capelli all’indietro scocciata.
“Ho preparato cinque torte diverse fra loro, sapete non conoscendo i loro gusti… credete che le accetteranno” fece Esme torturandosi  la gonna.
Sorridemmo alla scena.
Esme era sempre stata la reincarnazione della dolcezza e della bontà, un loro rifiuto avrebbe fatto male in primis a lei.
“Mammina se non le accettano loro per farti contenta le mangio io!” disse Emmett andando ad abbracciarla e regalandole un sorrisone.
Esme gli carezzò un braccio sorridendogli grata.
“Stanno arrivando Carlisle, Edward e Jasper” dissi sentendo distintamente i loro passi a qualche chilometro di distanza dalla villa.
“Bene mancano solo loro. Bella verrà?” chiese Rosalie titubante.
“Io non credo, il messaggio diceva i ragazzi hanno accettato ma della sua presenza non ha accennato nulla” risposi delusa.
Sapevo già non sarebbe venuta ma in cuor mio non avevo mai smesso di sperarlo.
“Non verrà” disse Edward entrando in casa.
“Tesoro mi dispiace così tanto” disse Esme accarezzandogli la testa.
Edward le sorrise sincero per poi guardare fuori dalla finestra.
“La cosa che più mi preme ora e conquistare i gemelli, non sapevo della loro esistenza è vero, ma non posso fare a meno di recriminarmi il fatto di non essere stato un buon padre per loro. Non ci sono stato in nessuna delle loro prime esperienze. La loro prima parola, il loro primo dentino, i loro primi passi, i giochi in giardino, i cartoni in tv, nulla, con loro non ho fatto nulla” sussurrò triste portandosi una mano fra i capelli.
“Sarai un padre fantastico Edward. Loro ti accetteranno. Forse non subito, ma lo faranno ne sono sicuro” disse Carlisle guardandolo orgoglioso.
“Grazie papà… sperando poi di arrivare a Bella e al suo cuore. Sempre che non sia già occupato” continuò alla fine sconfitto.
“Se stai parlando di Robert sono pro al farlo fuori” dissi seria beccandomi un occhiataccia da Esme.
“No Alice. Se Robert è colui che ora rende felice Bella io non opporrò resistenza né sono intenzionato a mettermi fra loro. Deciderà lei stavolta per la sua vita. Non tu, né io” disse risoluto andando a sedersi al fianco di Rosalie che guardandolo contrariata, decise comunque di rimanere in silenzio.
I minuti scorrevano lenti e nonostante per noi fossero stati sempre insignificanti, ora sentivamo il peso di ognuno di loro.
Seduti nella sala da pranzo al completo, attendevamo con ansia lo stridio del campanello che avrebbe annunciato la loro presenza.
 
POV ANTHONY
 
“Smettila di tenere quel broncio Anthony, non servirà a nulla” disse per l’ennesima volta mia sorella Ness guardandomi torva, sguardo che ricambia in pieno.
“Tutto questo è assurdo e voi non ve ne rendete conto!” sbottai esaurito a causa della situazione venutasi a creare.
Da dieci minuti circa, camminavamo tra gli alberi di un piccolo ma fittissimo bosco per raggiungere casa Cullen e mentre io a tutto ciò ero molto contrario, le mie sorelle parevano ben felici di avere quel maledetto confronto.
Mi sentivo tradito!
Per anni eravamo d’accordo sul sottolineare quanto quell’Edward fosse stato un emerito stronzo ed ora sgambettavano per andare in casa sua senza opporre resistenza!
Ma la coerenza dov’era?!
“Anthony piantala! Credi davvero che sia facile per noi tutto questo?” chiese retorica Lilian sbuffando poi per l’ennesimo ramo che minacciava di strappare il suo leggins di pelle nero.
“Oh io credo proprio di si!” borbottai beccandomi un occhiataccia furibonda da quella matta.
“Senti un po’ fratellino” disse avvicinandosi pericolosamente a me, puntandomi l’indice contro il petto e facendo quasi sfiorare i nostri nasi.
“Nessuno è contento per tutta questa situazione ma con ottant’anni a testa sembra un po’ stupido fare ancora una volta finta di nulla e andare avanti come se niente fosse accaduto. Che ti piaccia o no quello è l’uomo che nostra madre ha amato e che con tutte le probabilità ama ancora anche se lo nega ad oltranza. E che ti piaccia o no lui è nostro padre e ha il diritto di sapere qualcosa sui suoi figli! Quindi piantala di borbottare e cammina!” urlò adirata girando sui tacchi e continuando ad avanzare verso il sentiero che nostra madre ci aveva indicato.
Per un attimo rimasi perplesso ma poi ritornai all’attacco.
“Solo ora è nostro padre? Solo ora vuole sapere? Beh dov’è stato in tutti questi anni allora?!” brontolai stizzito.
“Mi dispiace andarti contro Anthony, ma credo proprio che in questo caso sia colpa di nostra madre e non di Edward” fece Deliah lasciandomi di stucco.
“Anche tu sei con loro?!” chiesi avvilito, pensavo che almeno l’unica sana tra le tre mi appoggiasse!
“Ragiona Anthony. Se lo avesse saputo prima, se mamma glielo avesse in qualche modo detto, forse avremmo avuto un padre già da molto tempo ormai. Nonostante non ami più lei, forse avrebbe amato noi…”sussurrò abbassando la testa.
Ci avrebbe amato…
Sciocchezze!
Sapevo quanto Deliah ci stesse male per tutta quella situazione e sapevo anche quanto lei rispetto a noi avesse sofferto la mancanza di una figura paterna al suo fianco ma non poteva illudersi così!
Nonostante tutto feci per rispondere continuando la mia arringa, ma un occhiata eloquente da parte delle altre mie due sorelle mi fece zittire.
“E va bene! Ma non aspettatevi che gli salti al collo e gli faccia le feste!”.
“Mica sei un cane!”
“State zitti, sento il ruscello… dovremmo essere quasi arrivati” sentenziò Ness iniziando a correre seguita da noi altri.
Fantastico!
 
In effetti arrivati lo eravamo davvero.
Una grande villa bianca con tanto di luminose vetrate a specchio, troneggiava imponente circondata dal verde e dalle acque di un ruscello vicino. Avrebbe fatto sicuramente il suo bell’effetto se tutto non fosse rovinato dai proprietari.
Tzè.
In silenzio ci dirigemmo verso la porta principale e con un immane sforzo, sotto lo sguardo teso delle mie sorelle, suonai.
Il trillo del campanello si diffuse nell’aria e dei passi raggiunsero la porta che aprendosi, mostrò il sorriso dolcissimo di una giovane donna dai capelli color caramello.
Ci guardava in un misto tra sorpresa e adorazione che mise me in soggezione e fece arrossire le mie sorelle fino all’ultima punta dei capelli.
“Sc-scusatemi io non so proprio cosa dire… sono così emozionata!” disse improvvisamente facendo chiudere il mio stomaco in una morsa.
Ok Anthony, uno dei membri di questa tanto odiata famiglia è dolce, gentile e ha gli occhi colmi d’amore.
Ma è tutta finzione, puoi farcela!
“Prego ragazzi entrate pure” disse il dottor Carlisle, conosciuto già due settimane prima, affiancandosi alla donna, subentrando nel discorso e facendoci cenno con la mano di entrare nell’abitazione.
Con educazione sorpassammo Carlisle e la vampira di parentela ancora sconosciuta, trovandoci al centro di un grande salone luminoso con cinque paia di occhi puntati su di noi. Il nostro corse invece all’uomo che accanto al pianoforte, ci sorrideva imbarazzato.
Patetico.
Noi in precedenza avevamo già visto loro e loro avevano già visto noi. Ma all’appello mancava qualcosa, la consapevolezza.
E questo faceva si che ora i loro sguardi fossero del tutto diversi nei nostri confronti.
Stupore, felicità, confusione e tanti altri sentimenti trapelavano dalle loro iridi e nell’aria l’imbarazzo e la tensione iniziavano a farsi molto pesanti. Deliah, essere molto timido, faceva di tutto per nascondersi dietro la mia schiena, Lilian guardava con sfida una sottospecie di armadio che di tutta risposta le sorrideva sornione e Renesmee tratteneva il fiato cercando di non fare rumore, tipica reazione di mia sorella quando veniva messa sotto pressione.
“Bene, credo che sia questo il momento delle presentazioni ufficiali, no?” chiese il dottore rompendo il ghiaccio e sorridendo gentilmente.
“Io sono Carlisle Cullen, in teoria vostro nonno. Mi avrete sicuramente già visto in casa vostra qualche settimana fa durante una situazione alquanto spiacevole. E a tal proposito, vorrei sapere se stai bene Lilian” chiese l’uomo a mia sorella che presa in contropiede non fece altro che annuire.
La grande Lilian Cullen senza parole, questo giorno era da segnare sul calendario tra i giorni memorabili della storia.
“Sono felice che sia così allora” rispose l’uomo sorridendole e guardando i suoi capelli con espressione stralunata.
Abituatici nonnino, Lilian è matta!
Quel sorriso calmo e pacato tuttavia, stava iniziando a darmi sui nervi. Voltai lo sguardo per evitarne la visione ma sfortunatamente, scontrai gli occhi di Edward e mi maledii mille e più volte per averlo fatto. Lo guardai in cagnesco per poi rispostare l’attenzione altrove.
“Io sono Esme Cullen, vostra no-nonna, sono così felice di conoscervi! Voi siete davvero bellissimi, bellissimi” disse emozionata la donna che era venuta ad accoglierci alla porta guardandoci bene uno alla volta. Sembrava quasi volersi mettere a piangere.
Oh Dio no.
Calma Anthony, ricordi? Finzione.
Beh però, nonna giovanile…
Vidi Deliah abbozzare un sorriso nella sua direzione per poi spostare lo sguardo sulla vampira bionda, che con passo elegante e un sorriso estasiato stava venendo verso di noi.
“Sono Rosalie Lilian Cullen, molto piacere ragazzi” disse semplicemente guardando mia sorella Lilian e venendo ricambiata prontamente da quest’ultima una volta pronunciato il suo secondo nome.
Poteva essere solo un caso?
“Io sono Alice Cullen e sono felice che non abbiate preso il senso della moda da vostra madre!” esordì una gnometta saltellando verso di noi e sorridendo alla Joker.
Metteva i brividi.
La guardai scettico e lei rispose con impertinenza facendomi la linguaccia.
Ma cosa…?!
“Io sono Emmett e spero tanto voi sappiate giocare a baseball, tra poco c’è un temporale con i fiocchi!” esordì l’armadio facendosi spazio e parlando come se fossimo amici da anni e anni.
“Baseball?” chiese scettica mia sorella Lilian guardandolo dall’alto in basso.
“Hai paura di spezzarti le unghie bella bambolina di zio?” le chiese Emmett sornione facendola arrossire.
“Le unghie si spezzano solo ai perdenti Cullen!” rispose a tono Lilian facendo ridere l’omone e sorridere l’intera famiglia. Vidi con la coda dell’occhio Edward guardarla adorante.
“È una tosta Cullen Junior! È bravo Edward!”
Perché sembravano così diversi da come li avevo sempre immaginati?
“Lasciatelo perdere fa sempre così ma alla fine è buono” disse un biondino avvicinandosi a noi. L’ultimo all’appello non contando nostro… vabbè Edward.
“Sono Jasper Cullen, piacere” disse accennando un sorriso che gli uscì davvero molto male.
Beh almeno lui non faceva finta di nulla.
Ora tutti aspettavano pazientemente che qualcuno di noi spiaccicasse parola, ma di certo non fui io.
“Ehm io sono Lilian, piacere…credo” disse mia sorella facendosi avanti.
“Io mi chiamo Renesmee Carlie ma per abbreviare il tutto va bene anche Nessie” continuò Ness grattandosi la testa imbarazzata.
I presenti sorrisero alla scena e spostarono lo sguardo sulla povera Deliah, che in cuor suo, stava sicuramente invocando Dio affinchè facesse aprire una voragine sotto di lei.
“Io m-mi chiamo Deliah Alice” balbettò guardandosi le scarpe e torturandosi le mani.
“Va tutto bene Deliah” sussurrò inaspettatamente Edward guardandola dolcemente.
Deliah alzò di scatto la testa verso di lui e arrossì ancora di più. La tenerezza stampata sui volti dei presenti.
Si, Deliah faceva questo effetto.
Nel mio cuore una strana sensazione si stava pian piano diffondendo e questo, pur non sapendo cosa fosse, non parve ai miei occhi qualcosa di buono.
“Anthony” sussurrò Lilian dandomi una leggera gomitata nelle costole.  Ritornai alla realtà giusto in tempo per notare tutti gli occhi puntati su di me, cosa che mi fece estremamente innervosire.
“Anthony” dissi risoluto. Non avrebbero avuto nient’altro da me questo era poco ma sicuro.
Alcuni sospiri raggiunsero le mie orecchie ma non volli sapere da chi provenissero.
Il silenzio era nuovamente calato nella stanza.
“Beh che ne dite di accomodarci tutti e conoscerci meglio?” chiese Carlisle mostrandoci con la mano i divani di pelle bianchi.
In silenzio facemmo come ci era stato chiesto sedendoci stranamente, in modo molto misto.
Io per evitare qualsiasi contatto che non fosse con le mie sorelle, mi sedei sull’unica poltrona presente.
Renesmee capitò sul divano più vicino alla grande vetrata, tra Jasper e Rosalie.
Lilian  e Deliah sul divano di fronte alla mia poltrona, erano tra Emmett ed Alice.
E sull’ultimo divano si erano accomodati Carlisle, Esme ed Edward.
Fu proprio quest’ultima a prendere parola.
“Bene io voglio assolutamente sapere tutto di voi!” cinguettò allegra.
Guardai le mie sorelle cercando di capire quale, tra loro, avrebbe preso parola e inaspettatamente fu Ness.
“In realtà non possiamo essere molto chiari sulla nostra natura, non sappiamo neanche noi concretamente cosa siamo”.
“Cosa vuoi dire cara?” chiese Esme in modo apprensivo.
“A pochi mesi dalla nostra nascita la mamma insieme alla nostra famiglia adottiva, ha girato il mondo per poter scoprire qualcosa su ciò che eravamo e dopo tanti buchi nell’acqua, incontrò Nassiri” continuò Renesmee guardando incantata i riflessi che il sole creava sul grande tavolo di vetro.
“Nassiri è la donna dagli strani occhi violacei che era nel vostro salone due settimane fa giusto?” chiese Carlisle interessato.
“Si, lei non è un vampiro ma non è neanche un umana qualsiasi. Li chiamano i veggenti di Murrai” disse mia sorella riportando la sua attenzione a nonno Cullen.
“Ma si certo né ho sentito parlare, pensavo tuttavia si trattasse solo di una leggenda non avendone mai incontrato uno e credendo fossero stati tutti sterminati. Straordinario…” sussurrò l’uomo seriamente affascinato.
“Ehm potremo capire anche noi?” chiese Emmett spazientito.
“I veggenti di Murrai sono un popolo molto antico e peraltro assai potente. Credendo di essere comuni mortali vivevano in modo assolutamente normale in un villaggio posto alle pendici di un monte sacro. Grazia, bellezza e semplicità regnavano in quel luogo ma il tutto era semplicemente una facciata”.
“In che senso?” chiese la bionda umettandosi le labbra.
“All’interno del monte sacro, in una grotta creata appositamente, venivano svolti strani esperimenti su cadaveri freschi e non ancora in fase di putrefazione. Pare che il motivo principale di questo scempio sia stato la smania che alcuni scienziati pazzi hanno dimostrato nel voler creare un essere perfetto, colui che avrebbe dato il via ad una razza di gran lunga superiore a quella umana” disse Lilian cercando di spiegare tutto il caos che c’era dietro le nostre vite.
“Che schifo!” borbottò la bionda indignata.
“Già concordo” sorrise amara Lilian guardando Rosalie.
Guardandole avevano la stessa espressione schifata.
Era proprio vero che il frutto non cadeva tanto lontano dall’albero…
“Ma io non capisco, voi in tutto questo cosa c’entrate?” chiese il fuggitivo evitando accuratamente il mio sguardo.
Gran bella mossa ‘papino’!
“È complicato e credo che finire la storia sia l’unica cosa che possa rispondere quantomeno alla tua domanda” rispose Lilian guardandolo incerta.
Conoscendo Lilian in quel momento era combattuta sul tono da usare nei confronti di quel vampiro e fino ad allora la sua scelta era ricaduta sul finto neutro. Per me ovviamente era molto facile captare quel tremolio d’emozione che scoteva la sua voce.
La stavo perdendo…meraviglioso!
“Contemporaneamente ai tanti fallimenti ottenuti all’interno di quella grotta, al villaggio iniziarono a succedere cose strane agli abitanti. Molti di loro sostenevano di prevedere improvvisamente la morte altrui, solamente sfiorando il soggetto in questione. Quando la gente appurò la veridicità di quelle parole  il caos più totale avvolse villaggio stesso, che, dal suo canto, non potè far altro che dividersi in due fazioni, da una parte vi erano coloro che ancora risultavano essere in tutto e per tutto normali, mentre dal lato opposto vi erano coloro che ora vengono chiamati veggenti di Murrai”.
“Lilian noi continuiamo a non capire il nesso tra loro e voi” disse la gnoma muovendosi irrequieta sul divano.
Ma che razza di vampiro era?!
“Dopo tanti fallimenti sfortunatamente riuscirono nel loro intento, quei pazzoidi ebbero esattamente ciò che avevano sempre voluto, ma il tutto costò loro la vita. la creatura a cui avevano dato vita si ribellò contro i loro stessi creatori e non solo…
In poco tempo tutto il villaggio fu messo a ferro e fuoco e nessuno si salvò da quel che sappiamo, ovviamente nessuno tranne Nassiri. Quando il padre di Nassiri si rese conto dell’orrenda situazione scatenatasi intorno a loro, decise di mettere in salvo la figlia che sfiorandolo riuscì a prevedere la sua morte e nella sua visione, vide per la prima volta quella creatura. Bellezza immane, pelle bianchissima, occhi rossi e denti aguzzi” disse Deliah rendendo ovvia la risposta.
“Oh mio Dio! No-non è possibile” sussurrò Esme sbigottita un po’ come tutti gli altri del resto.
“Un vampiro” disse Edward ovvio.
“Già, ma non sappiamo praticamente nulla sul suo conto” disse Renesmee stendendo le gambe in avanti.
“Neanche la veggente?” chiese Emmette concentrato.
“Nassiri per molto tempo vagò in giro per il mondo cercando delle risposte o perlomeno un senso alla sua vita. Molto tempo dopo l’accaduto decise di ritornare a quello che un tempo era stato il suo villaggio e tra le poche costruzioni rimaste in piedi, vi era il Dektonos”.
“Il manicomio?” chiese Carlisle sorprendendoci. Ne sapeva molto più di ciò che ci aspettavamo.
Lilian annuì.
“Era stato costruito appositamente per un vecchio pazzo che aveva predetto la fine del villaggio di Murrai scrivendo il tutto su di una pergamena. Al tempo nessuno poteva credere ad una tale idiozia e decisero bene di confinarlo lì, ma se solo gli avessero dato ascolto forse la loro storia ora sarebbe diversa” disse Deliah prendendo dalla borsa al suo fianco la pergamena sotto lo sguardo meravigliato di tutti.
“È quella vera?” chiese Emmett con occhioni spalancati.
“Ma certo che lo è!” dissi irritato parlando per la prima volta. Tutti gli occhi si puntarono su di me ed io sbuffando voltai la testa dall’altro lato.
E che cavolo non ero mica un alieno!
“Krokaind Sheiva aveva scritto tutto su questo antico ‘pezzo di carta’ e Nassiri lo ha poi tradotto per noi” disse passando la pergamena e il foglio nelle mani di Edward.
Lui con molta cautela spiegò il foglio bianco sul quale vi era la traduzione e iniziò a leggere.
“Ci saranno uomini, figli di un Dio devoto al male, che storpieranno anime in viaggio per i tre mondi ultraterreni.
Le loro folli gesta dettate dal demonio rinchiuso nei loro occhi, mani e menti, porteranno il villaggio ad essere un relitto antico cosparso solo da un fiume di sangue. Il sangue di Murrai. Il mostro dalle angeliche fattezze da loro creato si ciberà del sangue dei creatori e di tutti coloro che avranno la sfortuna di incrociare il suo cammino ma non sarà il solo. Su molti altri cadaveri l'esperimento avrà buon esito seppur non in maniera completa. Una razza immortale sarà creata e il veleno dei loro corpi ne contaminerà altri fino a moltiplicarsi. Verranno chiamati vampiri…”.
“Un momento stop, ma quindi quello da loro creato è il primo vampiro esistente nella storia?” disse Rosalie sgomenta interrompendo il fratello.
Annuimmo.
“E non è finita… sentite qua, la creatura originale chiamata Shindra avrà il potere di non essere sola, creerà suoi sottoposti i quali si ciberanno di paura e anime riportando al loro padrone solo il sangue dei caduti, accrescendo a dismisura la sua forza. Ma verrà un tempo in cui un vampiro e un umano metteranno al mondo i quattro gemelli discendenti di Sheiva. Belli e letali come il loro creatore saranno dotati di poteri sovrannaturali e verranno trovati in fasce da uno dei veggenti di Murrai il quale compito sarà quello di metterli al corrente del loro destino nel momento propizio. Cresceranno accuditi da vampiri che uccidere mai potranno, impareranno a lottare, uccidere e amare e al rintocco del loro diciottesimo anno di vita, anno in cui il loro corpo smetterà di mutare, verranno a conoscenza di ciò che sono. Cammineranno sui teschi, si bagneranno del sangue, verranno chiamati i cacciatori del morte. Nelle loro vene scorrerà sangue umano, veleno vampiro e flusso dei discendenti di Sheiva. Tre donne e un uomo avranno il potere di salvare ciò che deve essere salvato ma…”.
“MA?!” sbottarono Emmett ed Alice contemporaneamente.
“Ma niente. La pergamena è stata distrutta e questo è tutto ciò che sappiamo e abbiamo” dissi per la prima volta buttando fuori una frase di senso compiuto.
“Voi siete quei ragazzi vero?” chiese Esme toccandosi il petto dove tecnicamente sarebbe dovuto esserci il cuore.
“Nassiri ci trovò in una delle escursioni fatte con la mamma e sganciò la bomba a lei per prima. Poi al compimento dei nostri diciotto anni, proprio come la pergamena decanta, ci ha dato la bella notizia” disse ironicamente Lilian accavallando le gambe e poggiando il viso sul palmo della sua mano destra.
“Ma tutto questo è assurdo. Insomma perché mai credete ad una leggenda vecchia millenni?” chiese la bionda ovviamente non capendo.
“Anche noi abbiamo avuto la stessa reazione in un primo momento. Ma poi la nostra natura ha deciso bene di spiattellarci in faccia i nostri doveri. Improvvisamente delle strane fitte alla testa colpirono contemporaneamente tutti e quattro e se in un primo periodo cercammo di ignorare la strana quanto non molto casuale situazione, poi non potemmo più farlo. Ogni volta che accadeva una cosa del genere, una persona o venti morivano e questo ci portò inesorabilmente a porci delle domande” dissi ormai entrando pienamente nel discorso.
Al diavolo l’orgoglio. Dovevo spiegare la mia natura non abbracciarlo e perdonarlo!
“Fin quando non fummo attaccati da quelli che noi chiamiamo ‘amorevolmente’ succhia vita, ovvero coloro che la pergamena chiama sottoposti di Shindra. Sono creature a metà tra un vampiro e un homunculus, si cibano di sole anime anche se svuotano fino all’ultima goccia di sangue il corpo della vittima” spiegò Renesmee.
“Ma la pergamena afferma che il sangue veniva portato a Shindra. Ciò significa che è vivo?” chiese ovviamente Carlisle.
“Purtroppo questa è una delle cose che non sappiamo. Con il tempo abbiamo capito tante altre cose ma non  lo abbiamo mai incontrato né siamo mai riusciti ad avere notizie sul suo conto” rispose Deliah torturandosi una ciocca di capelli.
“E quali sono queste cose in più di cui siete venuti a conoscenza?” intervenne Jasper guardandomi.
“Il fatto ad esempio che non siamo solo in quattro. Altri ragazzi come noi pare siano discendenti di Sheiva. Hanno le nostre stesse potenzialità con doni extra differenti” risposi sentendomi chiamato in causa dallo sguardo del vampiro ricoperto di cicatrici.
Chissà qual era la sua storia…
“Sono tutti quei ragazzi con cui di solito vi abbiamo visto?” chieste nostro… accidenti! Edward!
“Si sono loro, li abbiamo incontrati in diverse parti de mondo e pian piano siamo diventati una sorta di grande famiglia” gli rispose pacata Dely.
“Anche quel Robert?” chiese Alice con una strana espressione infastidita.
“Robert è molto più vampiro rispetto a  noi ma anche lui ha una parte diciamo sconosciuta. Lo incontrammo insieme a Cameron e Grace ad Auckland, in Nuova Zelanda. Lui allenava i nostri amici con lo scopo di migliorarli nell’arte del combattimento e quando le nostre strade si incrociarono, una volta capite le nature simili, decidemmo di unirci. Da allora è un po’ il nostro maestro ma della sua storia personale non ha mai accennati nulla” spiegò Lilian melliflua.
“Tutto questo ha dell’incredibile” disse Edward guardandoci triste.
E ora perché faceva così?!
“Voi…voi come avete preso tutta questa storia?” chiese poi prendendo coraggio.
Vidi le mie sorelle abbassare lo sguardo.
“È la nostra vita, non possiamo sottrarci a quello che è il nostro destino, ci abbiamo provato ma ci ha rincorso fin anche agli angoli più bui del mondo” dissi schietto non prestando molta attenzione al tono accusatorio.
“E vostra madre?” chiese poi guardandomi dritto negli occhi.
“Mamma è una donna molto forte. Le dispiace per noi questo è certo, ma ci ha sempre protetti come ha potuto e per questo le saremo eternamente grati. Come lo saremo nei confronti della nostra famiglia” disse Renesmee venendomi a dare man forte.
“Sarebbero gli altri cacciatori?” chiese Esme sorridendo triste.
“No, loro sono si la nostra famiglia, ma sono subentrati in un secondo momento. Noi parliamo dei Volturi”.
Diverse espressioni passarono sui loro volti ma la più gettonata fu sicuramente il terrore.
“Voi considerate i Vo-Volturi una famiglia?! Perché?!” chiese Alice stizzita.
“Quando nostra madre ancora umana si rese conto di essere incinta e di non sostenere una gravidanza del tutto normale, si recò in Italia, dai Volturi per chiedere aiuto e loro furono felici di darglielo. Al momento del parto, noi troppo forti rispetto a lei, senza volerlo le spezzammo tutte le ossa e l’intervento di Jane e di Aro furono tempestivi, riuscirono a salvarci tutti ma mamma per forza di cose divenne un vampiro o altrimenti non ce l’avrebbe mai fatta” disse Lilian facendo una smorfia di dolore al ricordo di quel triste racconto.
Sul volto di Edward l’agonia sembrava regnare sovrana e a Deliah questo non passò inosservato.
“Se-se tu credi che noi siamo qualcosa di più simile a dei mostri, io-io beh, noi non lo abbiamo fatto apposta… non volevamo farle del male. La mamma è la cosa più bella che la vita potesse donarci” sussurrò abbassando il capo prima che i suoi occhi si riempissero di lacrime.
Come scottato Edward scattò in piedi e si diresse a passo di marcia verso Deliah abbassandosi poi alla sua altezza. Feci per bloccarlo ma Lilian me lo impedì con lo sguardo. Mia sorella dal suo canto, continuava ostinatamente a tenere il capo chinato verso il pavimento e quello che fece il vampiro spiazzò tutti.
La sua mano pallida delicatamente si poggiò sulla testa di Deliah accarezzando i suoi capelli in un gesto di estrema… dolcezza?
“Io non potrò mai pensare una cosa del genere Deliah, voi… Dio! Voi siete la cosa più bella che questa vita potesse donarmi! Non potrò mai farlo, mai!” disse accoratamente.
Così tanto che stavo quasi per cascarci anche io.
Mettendole due dita sotto il mento riuscì a farle alzare la testa e con l’indice della mano libera tolse l’unica lacrima solitaria che era sfuggita al controllo di Deliah, la quale gli sorrise timidamente.
Un silenzio di tomba calò.    
“Ecco… io vi ho preparato la torta! Beh in realtà sono cinque così potete scegliere, vi va?!” esordì Esme contenta guardandoci con occhi speranzosi e prendendoci in contropiede.
Vidi gli occhi di Ness illuminarsi, dettaglio che non sfuggì neanche ad Esme.
“Una è strapiena di cioccolato” disse guardando sua nipote di sbieco con un sorrisino vittorioso sulle labbra.
“Beh se è al cioccolato io potrei fare lo sforzo…” disse portandosi una mano alla pancia. Molti dei presenti scoppiarono a ridere.
Mangiona, golosa e irrecuperabile Renesmee!
“E voi?” chiese nuovamente Esme.
“Buon Dio io non assumo zuccheri!” sentenziò Lilian velocemente per poi pentirsene subito dopo.
“Ehm… cioè volevo dire, se una di quelle è alla frutta potrei accettare” disse ormai paonazza beccandosi una gomitata giocosa dall’armadio.
Lilian lo guardò torva per poi sorridere insieme a lui.
Oh no…
“E tu tesoro?” chiese Esme all’ultima delle mie sorelle con un gran sorriso.
Come facevi a dirle dì no?
“Anthony tu?” mi chiese speranzosa.
Traballai non tanto per le torte ma per il fatto che quella vampira non poteva ai miei occhi essere cattiva, o meglio non ci riusciva.
“Perché ve ne siete andati?” chiesi io lasciando tutti di stucco.
“Oh…” disse solamente Esme per poi guardare Edward.
“È stata tutta colpa mia… quando vostra madre compì diciotto anni, organizzammo una festa in questa casa ma tutto andò secondo piani disastrosamente diversi dai nostri. Si tagliò per sbaglio con un pezzo di carta regalo e questo in una casa di vampiri la mise inesorabilmente in pericolo” disse Edward alzandosi dalla posizione in cui era prima per venirmi di fronte.
“Non vedo cosa questo c’entri” rimbeccai io fiero.
“Non successe nulla quella sera ma io capii che inevitabilmente prima o poi qualcosa l’avrebbe messa ancora una volta in pericolo. Amavo vostra madre più della mia stessa vita e per quanto la mia natura di vampiro mi imponga l’egoismo, l’amore nei suoi confronti fu più forte e mi spinse ad andar via” continuò con sguardo tormentato.
Come se quel ricordo aprisse vecchie ferite ancora risanate.
“Aspetta quindi tu amavi la mamma? Ma lei è convinta del contrario! Qui qualcuno sta mentendo!” sbottò Lilian avvicinandosi a noi.
“Sono io ad averle mentito. Sapevo che non sarebbe stato facile convincere vostra madre a lasciarmi andare così ho scelto la strada più facile… ovviamente non per me.
Ho mentito… le ho fatto credere di non essere abbastanza per me quando alla fine lei era tutto ciò di cui avevo sempre avuto bisogno. Le ho mentito e lei mi ha creduto così facilmente. Quel giorno il mio cuore si spezzò in milioni di piccoli pezzi. Ma per lei lo avrei fatto altrettante volte. Ovviamente io non potevo sapere cosa mi ero lasciato alle spalle! Non lo avrei mai fatto credetemi. Io non riesco a capacitarmi di essermi perso ogni vostro più piccolo passo e mi dispiace così tanto…” disse quasi sull’orlo delle lacrima. Chiaramente se avesse potuto piangere.
“Oh…” disse Lilian senza parole per la seconda volta.
“Già… oh” borbottò Nessie passandosi una mano fra i capelli con fare avvilito.
“Mi si sta arrovellando il cervello” disse poi risedendosi sul divano.
“Quindi tu ami la mamma?” chiese Lilian stranita.
“Non ho mai smesso di farlo!” disse risoluto il vampiro.
“Ma mamma è estremamente convinta del contrario” continuai io.
“Credo proprio sia così” rispose lui.
“Che gran casino gente!” sbottò Nessie facendo ridere lo scimmione che le si avvicinò per poi scompigliarle i capelli.
“Tranquilla nipotina le cose si sistemeranno” disse Emmett per la prima volta mediamente serio.
“Questo ribalta tutte le carte in tavola” sussurrò Lilian guardandomi.
“Io non voglio giustificarmi per quello che ho fatto, né voglio il vostro perdono dopo tutti gli anni perduti, ma vorrei tanto che voi consideraste l’idea di avermi nella vostra vita da ora in poi… vorrei poter essere per voi il miglior padre del mondo nonostante tutto, vorrei proteggervi da qualsiasi cosa ostacoli la vostra vita, vorrei poterci essere per i vostri problemi di qualsiasi natura essi siano e vorrei potervi amare liberamente come solo un padre può fare. Perché io vi amo già. In un modo totalmente e incondizionatamente folle io vi amo già” disse guardandoci uno alla volta.
“Vi prego” continuò quasi supplicandoci.
“Tu non ci stai mentendo vero?” chiese Deliah restia ma commossa da quelle parole.
“No Deliah…noi vorremo davvero essere la vostra famiglia, tutti noi”.
Vidi insieme alle mie sorelle le espressioni completamente simili a quelle di Edward, sui volti di tutta la famiglia Cullen.
Erano tutti d’accordo con lui.
Poi il tutto si susseguì molto velocemente.
Deliah con un unico scattò si fiondò letteralmente fra le sue braccia che per la sorpresa non la strinsero si da subito, ma quando lo fecero… beh, quando lo fecero mia sorella fu praticamente stretta in una morsa inespugnabile.
Erano quelle le braccia di un padre?
 
Angolo Autrice

Scusate per il ritardo ma il capitolo era importante e molto lungo, mi sono presa un bel po’ per scriverlo e spero sia davvero in grado di trasmettervi ciò che ha trasmesso a me durante la sua stesura. Non rovino un momento tanto epico con le mie parole quindi sto zitta e ci vediamo presto :*

 
   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: _Lillian_