Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |      
Autore: ehyzaynie    30/04/2015    0 recensioni
-tutto quello che ti dirò potrà sembrarti strano, assurdo, addirittura potresti prendermi per pazza- posò il bicchiere e mise le mani sulle sue ginocchia –tu non sei proprio umana-
-ma che stai dicendo? E tu pensi che io mi metta a credere a simili sciocchezze?-
-all’inizio è difficile per tutti, ma imparerai- disse lei guardandomi
-imparare cosa?- chiesi ancora stordita dalla sua rivelazione
-imparare a combattere. Sei una SemiWarrior, metà umana, metà guerriera. Un tuo genitore era un mortale, ma l’altro era un guerriero. Combattono contro i mostri che minacciano d’invadere la nostra città, e tu sei una di noi-
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
PREPARIAMO I BISCOTTI AL CIOCCOLATO.
 
Soffiava un leggero vento, non dava fastidio, anzi era piacevole.
Alzai lo sguardo verso il grande albero alla quale ero poggiata, foglie verdi cadevano posandosi in mezzo all’erba verde. Mi alzai, camminai lentamente seguendo il sentiero dorato che portava all’interno dell’enorme città che si vedeva fin da lì. La gente sorrideva, era felice, tutti erano di buon umore. Passai attraverso un mercato, era piuttosto strano. In alcune bancarelle c’erano dei barattoli contenenti delle polverine colorate, in alcuni c’era scritto ‘POLVERE DI FATA’ ‘CENERE DI DRAGO’ ‘SABBIA SPAZIO-TEMPORALE’ e tanti altri nomi alquanto strani. Non ci feci caso, non mi soffermai un secondo di più ad ammirarle, ma proseguì come se fossero la cosa più normale del mondo. Il sentiero era lunghissimo, ma dopo qualche passo arrivai, mi sembrava di aver percorso molti chilometri in pochissimo tempo. Arrivai ai piedi di un grande castello. Era così bello, che quello descritto nelle fiabe non reggeva il confronto. Era circondato da meravigliosi giardini contenenti ogni tipo di pianta e fiore immaginabile. Raccolsi un fiore, chiusi gli occhi e lo portai vicino al mio viso per annusare il suo profumo. Ad un tratto mi sentì la mano vuota, come se il fiore fosse sparito. Aprì gli occhi e in effetti il fiore non c’era più. Alzai lo sguardo e notai che il cielo si era scurito, non era più di un azzurro limpido, ma di un tenue arancio. Mi girai di scatto verso la città e quasi non mi misi a piangere. La gente urlava scappando da ogni parte, mentre mostri dall’aspetto indescrivibile attaccavano la città, le case erano in fiamme. Istintivamente mi girai per guardare il castello. Era in rovine, e i magnifici fiori e i giardini erano spariti.
Tra la folla avanzò un ragazzo, avrebbe potuto avere qualche anno in più di me, ma non tanto.
-tu!- urlò indicandomi. Istintivamente indietreggiai spaventata, mi bloccai solamente quando mi accorsi che ormai ero a spalle a muro, non so come ci fossi arrivata, ma qualche passo di troppo e mi ritrovavo già in un’altra parte della città. Il ragazzo avanzò verso di me. Aveva degli splendidi occhi azzurri ghiaccio, i capelli dorati al sole splendevano, la carnagione chiarissima, quasi lattea. Era alto per gli anni che dimostrava, non era muscoloso ma in mano teneva una spada abbastanza lunga.
-chi sei?- chiesi incapace di fare qualcos’altro. Sarei tantissimo voluta scappare, ma le mie gambe sembravano di gelatina.
-non importa- rispose abbassando la spada che fino a qualche secondo prima puntava nella mia direzione –non ha più importanza adesso che la tua meravigliosa città è stata rasa al suolo- e rise, una risata maligna e carica d’odio. Come può un ragazzino coltivare così tanto rancore?
Mi svegliai di soprassalto, immersa in un bagno di sudore freddo.
Mi agitai tra le coperte, prima di levarmele di dosso e alzarmi dal letto, ancora stordita.
Mi guardai attorno spaesata, ma mi calmai subito quando mi accorsi di essere nella mia stanza.
Sottolineo mia perché proprio mia non era. La condividevo con due ragazze. Una era Emily, la mia migliore amica, la conosco da quando sono arrivata in questo posto, è più grande di me di due anni, ma ci vogliamo bene come due sorelle. L’altra ragazza era Stefany, era arrivata solamente da una settimana. Una tipa alquanto strana, per i miei gusti, ma simpatica. Aveva la mia età, dodici anni.
Era mattina, e me ne accorsi da i tenui raggi di sole che penetravano dalle tendine delle portefinestre. Scesi al piano di sotto, intenta a bermi un bel bicchierone d’acqua per attenuare ancora lo stato di smarrimento. Era la quinta volta che facevo quell’incubo, e ogni volta era anche più terrificante delle altre.
-Audrey?-
Sobbalzai, per poco non mi cadeva il bicchiere dalle mani. Fui sollevata quando mi girai e trovai Stefany nel suo comodo pigiama azzurro con gli orsetti bianchi. Si stropicciò gli occhi e mi sorrise.
-ti ho sentita scendere, tutto apposto?-
-si- risposi semplicemente finendo di bere il bicchiere d’acqua.
-incubi?-
Annuì poggiando il bicchiere dentro il lavandino. Ogni qualvolta che ero in una situazione difficile, o avevo appena fatto un brutto sogno o visto qualcosa di strano lei appariva, come per magia, per chiedermi se andava tutto bene, se mi era successo qualcosa. Era questa la parte che mi inquietava di le, anche perché era arrivata solamente da una settimana. E dico, vedere cose strane, perché a volte credevo veramente di essere pazza. In una gita con la signorina Candy, al central park, mi era sembrato di aver visto delle fatine con le ali colorate svolazzare in mezzo ai fiori. Quando mi video mi sorrisero e mi salutarono, come niente fosse. A Quel punto chiamai Emily, chiedendole se anche lei vedesse.
-vedere cosa? Audrey stai bene?- fu la sua risposta, che mi spiazzo letteralmente.
Decisi che con lei non avrei più riparlato di quell’argomento.
-Audrey ci sei?- mi sentì chiamare. Alzai lo sguardo, che fino a poco prima rivolgevo alle mie pantofole, e notai una Stefany confusa che mi fissava.
-stavo pensando- dissi percorrendo il corridoio e salendo sulle scale che conducevano alla nostra camera. I gradini scricchiolarono sotto il mio peso, e non mi sentì rassicurata quando notai che anche Stefany mi stava seguendo.
-penso che oggi non andrò alla gita al museo, potresti dire alla signorina Candy che mi sento poco bene?-
-si, certo- rispose Stefany sorridendo.
Andai in camera mia, e approfittando che ancora tutti dormivano mi feci una doccia rilassante e indossai dei comodi jeans e una maglietta rosa, semplice. Legai i miei riccioli biondi in una codina alta e mi buttai sul mio letto prendendo un libro e iniziando a leggerlo.
Dopo un po’ la signorina Candy venne a controllare che fosse tutto apposto, e quando le dissi che non mi andava di andare alla gita insieme alle altre compagne del collegio, lei mi disse che non c’era alcun problema e che potevo restare a casa, riposarmi e magari aiutare Olga (la cuoca del collegio) a prepare i biscotti al cioccolato per il loro ritorno. Annuì contenta del fatto che non sospettasse altro per la mia poca voglia di andare, visto che ero sempre la prima dell’istituto a voler vedere nuove architetture, statue, imparare cose nuove, una vera nerd insomma.
Tirai un sospiro di sollievo quando sentì la porta dell’ingresso e le voci delle mie compagne di collegio nel vialetto del cortile, segno che si stavano allontanando.
Il mio attimo di pace fu interrotto quando Stefany irruppe nella stanza, facendomi prendere un colpo. Per poco non caddi dal letto.
-ehi- sorrise smagliante lei, rise quando notò che avevo una mano sul petto e il respiro affannoso.
-scusa se ti ho fatto prendere un colpo- si scusò, si sedette sul bordo del mio letto prendendo il libro che avevo fatto accidentalmente cadere sul bordo.
-Arthur Conan Doyle?- chiese meravigliata prendendo il libro e iniziando a sfogliarlo. Amavo i libri di Doyle. Sherlock era il mio mito, aveva un’intelligenza da far invidia a chiunque!
Stefany notò il mio improvviso mutismo, la sua presenza iniziava a darmi fastidio.
-il gatto ti ha mangiato la lingua?- la sua espressione si rabbuiò, ma ben presto scoppiò a ridere coinvolgendo anche me.
Le nostre risate furono interrotte da un’assordante boato al piando di sotto. Dei passi si fecero pesanti sulle scale. I gradini scricchiolarono e la porta si spalancò improvvisamente. Un’Olga sorridente entrò nella stanza guardandoci.
-cos’è successo?- chiesi io, riferendomi al boato di poco prima.
-cosa?- guardò prima me, poi Stefany, confusa –sto preparando i biscotti, mi aiutate?-
-prima iniziamo prima finiamo, no?- borbottò Stefany scendendo da letto e recandosi verso la porta.
-tu non vieni?- m’intimò la cuoca.
-si si- affermai imitando la mia amica Stefany.
Avevamo già preparato una decina di biscotti, ne stavamo impastando altri quando iniziai ad innervosirmi a causa di Olga che continuava a passarmi accanto e urtandomi ‘accidentalmente’. Cosa ancora più fastidiosa erano i suoi ‘ops, scusa tesoro’.
Quando finimmo finalmente tutti i biscotti, mi sedetti su una sedia sfinita. Fui subito imitata da Stefany. Olga ci guardò, di nuovo, e prese il mattarello in mano. Confusa guardai Stefany, notai che anche lei non capiva cosa stesse succedendo. Poi accadde, il mattarello si allungò in una spada lunga più o meno due metri, era di un materiale scuro e pesante. Olga si straformò. Vidi Stefany impallidire, mentre la figura di Olga s’ingrandiva fino a sfiorare il soffitto, delle grosse zanne gli spuntarono in bocca, le mani grosse e unte, come quelle di un gigante. Al posto dei piedi delle zampe di elefante. Era spaventosa.
Ero ancora seduta quando alzò la sua grossa spada e fece per colpire me, ma subito Stefany mi spinse di lato e la spada colpì la sedia, riducendola in un migliaio di pezzettini. Olga tentò un nuovo affondo, ma con un’agilità che non sapevo neanche di possedere, riuscì a scansarmi finendo vicino alla porta d’ingresso. Non ci pensai due volte ad aprirla e uscire fuori per chiedere aiuto. Ma come potevo? Se la gente non vedeva quello che vedevo io? Mi avrebbero presa per pazza!.
Olga non esitò a seguirmi, nel correre inciampai su delle pietre che contornavano il sentiero del vialetto.
Era davanti a me, adesso ero spacciata. Olga alzò la spada, io chiusi gli occhi. Ma non successe nulla.
Li riaprì cautamente e rimasi a bocca aperta nel vedere Stefany con una spada di un colore azzurro, mente colpiva Olga al ventre. Quest’ultima, al colpo si dissolse in un vapore scuro che si dissolse immediatamente.
-c..cos?- non riuscì nemmeno a finire la frase, o la parola, che Stefany mi trascino per un braccio portandomi verso un’auto parcheggiata davanti alla casa. Ma quando era arrivata? Ero troppo scioccata per rendermi conto di cos’avessi attorno, o di quello che la gente faceva o diceva. Una sola domanda: che cazzo era appena successo?
Mi ritrovai seduta nei sedili posteriori di un’auto, con Stefany al mio fianco.
Si sporse dal sedile per dire qualcosa all’autista.
-lo sapevo, l’ho sempre saputo che era lei!- sbottò entusiasta.
Come poteva esserlo visto quello che era appena successo?
-Stefany?- chiesi mentre l’auto ripartiva.
-sh! Ti spiego tutto quando arriviamo alla base-
-base? Che base-
Alzò un dito per intimarmi di starmi zitta. Avrei voluto protestare ma restai in silenzio.
Ripensai a quello che era successo senza trovare valide spiegazioni. Pensai che Olga era sempre stata gentile, non poteva essere lei quel.. mostro. Ripensai a Emily, cosa le avrei detto? L’avrei più rivista? E ripensai alla signorina Candy. Impazzirà quando saprà che io e Stefany siamo scappate, e quando vedrà la cucina ridotta in quello stato. La cosa positiva? Avevamo fatto i biscotti.

-----------------------------------------

Salve, come va?
questa è la prima storia che posto. E' abbastanza fantasy perché adoro questo genere, spero che vi piaccia :)
scusatemi gli errori.

MI TROVATE ANCHE SU WATTPAD CON L'ACCOUNT @ehyzaynie
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: ehyzaynie