Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
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Autore: jaj984    29/12/2008    1 recensioni
Ryo e Kaori dopo la dichiarazione della radura, durante la loro vita di routine si avvicinano fino a quando non fanno il passo più lungo della gamba.
Ryo decide di saltare l’ostacolo.
Spinto dal desiderio che provava per la socia, decide di fare l’amore con lei.
Passano una notte d’amore piena di sentimenti, in cui Ryo e dolce e gentile con lei solo che l’alba arriva troppo presto e porta con se tutti i dubbi e le paure di Mr. Indecisione perenne.
Il giorno dopo la loro notte di passione,però, Ryo ritratta tutto e Kaori ferita nell'orgoglio decide di scappare per l'America.
Ryo "Mr indecisione perenne" dopo un anno di torture psicologiche, capisce che Kao è importante per lei. -.-' - Avviso Restyle in corso aggiungerò nuovi capitoli e sistemerò i capitoli precedenti.-
Aggiornamento 2-2-09 Sistemato Capitolo 3
Restyling:
Capitolo 0 - Aggiunto
Capitolo 1 - Rieditato
Capitolo 2 - Rieditato (27-1-09)
Capitolo 3 - Rieditato (02-2-09)
Capitolo 4 - Rieditato (20-2-09)
- 26 - 1 - 09 Aggiunto Capitolo 38 - - 08 - 2 - 09 Aggiunto Capitolo 39 - - 15 - 2 - 09 Aggiunto Capitolo 40 -
Genere: Romantico, Drammatico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Galaxy na sono hitomi wo mitsumetai'
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Colonna sonora: Laura Pausini – In assenza di te.

Sono qui, seduta in cucina, davanti a questa finestra, a osservare la città innevata e a scriverti.
Natale sta per arrivare e tu non ci sei, sei partito un giorno triste e freddo di novembre, giurandomi che saresti tornato presto.
Lacrime scorrono a fiumi, se penso ai tre mesi trascorsi insieme in questa, dopo il nostro ritorno da New York.
Eravamo felici, ma la mia “cara” cognatina, ha deciso di affidarti una delle sue gatte da pelare e tu hai obbedito.
Non ti ho detto niente perché so che tutto questo rientra nel nostro lavoro e poi mi avevi convinto dicendo che era una questione di qualche giorno.
Lo so che tu mi ami, ma mi manchi, non so che faare senza di te.
Ogni sera scrivo, su questo quaderno, gli accadimenti della giornata. Fa parte della mia terapia, per accettarmi e per farmi comprendere che non faccio nulla di sbagliato.
Ogni tanto sfoglio le pagine passate, di quando tu eri qui con me e non posso far a meno di piangere.
Ricordo ancora come se fosse ieri il giorno in cui sono tornata in questa casa.
La tua dolcezza è stata unica, mi vedesti tremare come una foglia al vento, respirare a fatica.
Stavo avendo un attacco di panico, come quel giorno in cui ti credei morto.
Tu mi hai preso la mano, mi hai stretto forte a te e aspettando i miei ritmi e i miei tempi ci siamo avviati verso casa.
Non mi hai lasciato la mano finché non stata io a lasciartela per entrare in quella che un tempo era stata la mia camera.
Quando entrai, rimasi senza fiato. L’avevi detto e l’avevi realmente fatto, mi avevi riempito la stanza di peluche di Hello Kitty. C’era di tutto anche abbigliamento e le collane con il pupazzetto appeso. All’epoca non sapevo che quella stanza sarebbe diventata il mio rifugio, il luogo dove l’infanzia regna padrone.
Nei mesi successivi non hai mai smesso di coccolarmi, di riempirmi di regali e di peluche di ogni tipo. Mi sembrava di essere tornata bambina. Un giorno però visto che la camera si riempiva a dismisura, ti misi un freno a questa pazzia, anche perché poi tocca a me pulire.
Mi sei stato vicino a ogni cambiamento di terapia da parte di DOC, e a volte hai rinunciato per settimane al tuo mokkori perché io non stavo bene e mi addormentavo ovunque.
Quante volte con il cuore in gola, hai aspettato con me il risultato del test di gravidanza puntualmente negativo.
Alla fine stanchi abbiamo deciso di non illuderci più, non abbiamo più fatto test di gravidanza, anche se il mio ciclo continuava a essere assente. Un giorno presi dalla paura che questo potesse significare qualcosa di più grave, decidemmo di parlarne con DOC, lui ci tranquillizzò e ci spiegò che finché io non avrei raggiunto il mio peso forma, non avrei più avuto il ciclo. Ero e sono troppo magra.
Purtroppo non sono riuscita ad aumentare molto di peso, mangio per mangiare ma brucio molto. Non sto mai ferma un secondo, ho tremila cose da fare e tante volte tu mi hai aiutato e mi hai permesso di stare un po’ a riposarmi.
La sostituzione al bar di Miki, la danza le lezioni di autodifesa, il lavoro di grafico, la casa da tenere in ordine e il nostro lavoro. A volte arrivavo a sera distrutta, per fortuna tu eri sempre vicino a me aiutandomi, tante volte ti sei fatto le levatacce con me per starmi accanto e aiutarmi al bar, e alla casa ci pensavi sempre tu mentre io correvo a danza.
Quando quel giorno mi hai detto: “Ho una sorpresa per te, ti ho iscritto a danza e non voglio fare storie, tu ci vai e basta” ero al settimo cielo. Non credevo che avresti fatto una cosa del genere per me.
A danza tutto bene, stai tranquillo, non mi sto stancando molto.
Ti ricordi che ti parlai dello spettacolo di Natale che dovevamo fare?
Era “Lo schiaccianoci” ed io ero la Fata Confetto, è andato tutto ok, non mi sono fatta abbattere da questa influenza che quest’anno è peggiore del solito.
Guardo l’orologio sono le otto di sera, tra qualche minuto mi chiamerai per la nostra solita chiacchierata serale e quando attaccherai, io come ogni sera mi addormenterò sul divano, piangendo per la tua assenza, risvegliandomi in piena notte.
Come sempre non riuscirò a dormire e mi metterò prima di tutto a rassettare casa, poi accenderò lo stereo e mi metterò a ballare fino allo sfinimento per non pensare per non sentire la tua mancanza.
Il nostro letto è intatto da quando te ne sei andato. Ho dormito sempre sul divano, non riesco a stare senza di te qui.
Prima che mi bloccasse questa influenza, uscivo la mattina e tornavo la sera. Nessuno mi vedeva, nessuno aveva mie notizie. Miki e Mick fanno a gara per starmi vicino. Entrambi hanno le chiavi di casa e fanno i turni. Mick si occupa della colazione e della cena, Miki del pranzo e sta con me tutto il pomeriggio.
Ora che poi soffro d’influenza mi ritrovo Mick sempre da me, pronto a sentirmi la temperatura, a controllare se prendo le pillole, ho il vago sospetto che mi venga a controllare da parte tua.
Ieri sono andata a ritirare le famose analisi, che mi ha prescritto Doc, non le ho aperte, non voglio sapere aspetto te, sei tu che mi dai coraggio e forza per affrontare la vita.
Sai mi ricordo ancora quel giorno, mi chiamavi ogni cinque minuti per sapere se avevo fatto il prelievo e se stavo bene.
Ordinasti a Mick di non staccarsi da me. Bhe in quell’occasione fu semplice, c’era Kazue e a lui interessava lei.
Dovevi vederli, amore mio, quei due si amano ancora, e si desiderano da morire, ma sono troppo ottusi e cocciuti per dirselo. Sembrano noi due.
Doc, sta bene è un po’ acciaccato ma sta bene, sarà un dolcissimo nonno, Miki ha deciso che Doc sarà chi farà nascere Nami e sarà il nonno di Nami. Quando l’ha saputo, è impazzito dalla gioia. Ora tocca la nota dolente, Miki …
Miki è molto preoccupata, la sua gravidanza è quasi al termine, anzi diciamo che è terminata, ha molta paura perché la nostra nipotina si fa attendere, sembra che anche lei aspetti con impazienza il ritorno dello zio, per venire al mondo.
Miki è ogni giorno che passa sempre più bella, il pancione sempre più rotondo, però amo è sempre molto stanca, non c’è la fa più speriamo che Nami non si faccia attendere a lungo. In ogni modo Doc ha detto che se per fine settimana non ha le contrazioni, deve andare da lui e dovrà subire un cesareo. Speriamo di no! È un’esperienza orribile e non voglio che lei abbia questa esperienza, ma se la piccolina fin dalla pancia è innamorata persa dello zio tanto da volerlo attendere che dobbiamo fare?
Peccato che ti sia perso gli ultimi mesi della gravidanza di Miki, a quanto pare la bimba attraverso la pancia riesce già a riconoscerci.  Quando sente la tua voce o che parliamo di te, da certi calci alla mamma. Ho il sospetto che quando verrà al mondo sarà la cocca tua e di Mick. Mick già fa gara con Umi a riempire di regali la piccola. In verità tutti noi facciamo a gara per riempirla di regali. Io ho pensato al corredino. Non ho voluto comprare cose inutili.
In questi giorni in cui la città è in festa, in cui le vetrine, addobbate parlano di gioia e felicità io, mi sento sempre più triste e tutti l’hanno notato, anche il mio fisico rispecchia il mio stato d’animo sono sempre più magra e pallida.
Tutta colpa di questa maledetta influenza, che non mi fa ritenere nulla.

Nonostante tutto, le mie giornate passano serene, sto molto al parco, seduta sulla nostra panchina a leggere un libro.
 Il tempo anche se siamo a pochi giorni dal Natale è mite e soprattutto strano. Si oggi nevica e fa freddo, ma sono sicura che domani mattina splenderà il sole e la neve si scioglierà donando un tiepido calore.
Quei bei pulloveroni che ti piacciano tanto e che abbiamo comprato assieme, non sono ancora riuscita a metterli, anche perché non ne ho propria voglia.
In questo periodo tutta la voglia di vestirmi carina, mi è passata.
Perché se non ci sei tu, con chi dovrei litigare perché una cosa ti piace così tanto su di me e hai paura che tutti gli uomini possano corrermi dietro?
Ho comprato un vestito per Natale, uno molto bello e sexy, spero che tu per quel giorno sarai ritornato da me.
Se Eko non ti fa tornare per Natale, giuro che mi sente. Poverina mi fa una pena, sta sempre da me a farmi compagnia appena può, subito dopo il lavoro molte volte corre da me e a volte dorme qui o meglio rimaniamo sul divano a chiacchierare fino a tardi, davanti a due cioccolate calde.

Sai amo, piace anche a Eko, la tazza che mi ha comprato della Disney, quando la mia si ruppe. Mi ricordo che ci rimasi male perché era simile alla tua. Tu per farmi contenta mi comprasti la tazza di Minù degli Aristogatti e tu ti prendesti Stitch, anzi fui io a sceglierti quella tazza, perché per me assomigliavi a Stitch eri il mio Stitch tutto da coccolare.
Ora 20:20 perché non chiami, è successo qualcosa, sto impazzendo, accendo lo stereo e metto un cd a caso, non sopporto questo silenzio.
Eccomi di nuovo qui. Cd messo, oh merda ora ci volevano solo le musiche di Natale, perfetta serata. La mia depressione sta arrivando sotto i piedi.
John Lennon è magico, sì, ma con te!
 “SO THIS IS CHRISTMASÈ BELLA ASCOLTARLA CON TE!
 Basta, spengo!
Anche perché squilla il telefono, sarai di sicuro tu.
SEI IN RITARDO! SONO LE 20.40!

Kaori chiuse il quaderno e andò a rispondere al tel.
Durante la chiacchierata gli occhi di Kaori s’illuminarono di felicità, era lui ed era al settimo cielo.
Lei non lo sapeva ancora ma lui era in viaggio per andare da lei, per tornare a casa, voleva farle una sorpresa e non disse nulla a riguardo al ritorno.
Infatti, Kaori, vedendo che si gli annunciava un Natale senza di lui, quando chiuse la telefonata, si addormentò piangendo sul divano, come ogni sera da un mese a questa parte.
Ore 8:00 del mattino la porta si aprì ed era Mick che arrivava, come sempre, per svegliarla e per fare colazione insieme.
Questa mattina la sveglia era un po’ più tardi del solito poiché il Cat’s era chiuso. Miki e Umi avevano riservato il locale per festeggiare il ritorno dell’amico.
Sistemò la cucina e apparecchiò la tavola per la colazione e andò a svegliare la piccola Kao che dormiva.
- Kao, svegliati, io vado a prendere i cornetti, nel frattempo alzati, non puoi dormire tutta la giornata.
- Ho sonno, cinque minuti. Dai, Mick lasciami dormire cinque minuti.
- E va bene! Prenditi, però, almeno le pillole e poi quando torno, ti alzi! Niente storie!
- Va bene ma lasciami dormire, ora!
Kaori si prese le compresse e ritornò a dormire.
Mick le rimboccò le coperte a Kaori e malinconicamente si avviò a comprare i cornetti.
Era triste per lui, vedere la sua sorellina ridotta in questo stato, giurò su se stesso, che se Ryo si fosse azzardato ad andar via ancora una volta, lasciandola in quello stato, l’avrebbe raggiunto e riempito di botte.
Kaori, stava ogni giorno peggio, gli psicofarmaci assieme all’influenza, la buttavano giù, mangiava così poco e sembrava che vivesse in attesa del ritorno di Ryo.
Dopo un quarto d’ora Kaori sentì una chiave che girava nella toppa del portone, pensando che fosse Mick, tornato alla carica per svegliarla, continuò a dormire.
Lei voleva continuare a dormire, voleva dormire tutto il giorno, non aveva la forza di alzarsi e affrontare un’altra giornata senza di lui.
Invece nel palazzo, non entrò Mick, ma un uomo poco più alto di lui, dai capelli neri come la notte, muscoloso come lui e abile sweeper come lui. Quell’uomo era City Hunter, quell’uomo era Ryo Saeba.
Nel frattempo nella casa, Kaori fu svegliata dallo squillo del telefono molto insistente, prese a tentoni il cordless che aveva sul tavolino vicino al divano e ancora con gli occhi chiusi e mezza dormendo rispose.
- Kaori, aiutami, sto per partorire. Umi sta per portarmi da Doc, ma ricordati i nostri patti, mi hai promesso che saresti stata accanto a me.
- Sì, arrivo subito, non ti preoccupare. Hai preso la borsa? Io il tempo che mi vesta e sono da Doc. Mick è sceso a prendere i cornetti appena torna, corriamo subito da te. Stai tranquilla e respira.
- Umi muoviti … Attento … non distruggere il locale.
- Agitato?
- Sì, è in agitazione dalla prima contrazione. Voleva subito correre da Doc. Onestamente ci vorrà ancora un po’ prima che la piccolina venga fuori. Le contrazioni sono ancora dilatate nel tempo ma se non vado ora, Umi mi distruggerà casa e negozio.
- In ogni modo Mick ed io corriamo subito.
Chiuse la telefonata e corse in camera a prendersi qualcosa da mettere. Prese le prime cose che trovò, un jeans e una felpa larga.
Si sciacquò la faccia per svegliarsi e si vestì.
Ryo era arrivato alla porta ma Kaori era troppo preoccupata per Miki, per accorgersi che c’era una presenza nell’edificio.
Quando scattò la porta Kaori disse:
- Mick, sei tu? Alla buon’ora! Dobbiamo andare, Miki sta per partorire.
Ryo non rispose e Kaori tornò all’attacco mentre era tutta indaffarata a prendere le ultime cose del corredino della piccola.
- Mick? Mi hai capito? Lascia stare i cornetti e muoviti, Miki ha le doglie e dobbiamo correre da Doc.
Kaori uscì dalla camera e urlando a Mick di svegliarsi, si scontrò con Ryo.
Kaori, sentendo quel profumo, inconfondibile il cuore si fermò in gola e le parole le morirono in gola, non se lo ricordava così bello.
Ryo guardandola e sorridendole disse:
- Allora che cosa è questa storia? Perché Mick dovrebbe essere qui e dovrebbe entrare con le chiavi.
- Perché ho le chiavi, o meglio, io e Miki abbiamo le chiavi del vostro appartamento.
La voce che rispose al posto di Kaori fu quella del biondino, Mick, che rientrò con mano una busta di cornetti.
Ryo: Ah! E come mai avete le chiavi?
Kaori: Sono stata io, mi hanno aiutato molto in questo mese e mezzo in cui ero da sola. In ogni modo, Mick ci dobbiamo sbrigare, Miki sta per partorire, mi ha mandato un SOS e ci ha detto di correre da Doc subito prima che Umi distrugga qualcosa in preda all’agitazione. Senti non trovo i pannolini, li hai visti tu?
Mick: Stanno in macchina! A quanto pare la piccola Nami, ha atteso il ritorno dello zio, per nascere.
Kaori: Ok, muoviamoci. Ryo che fai rimani qui? O vieni con noi?
Ryo: Certo, che vengo con voi, se ha atteso il mio ritorno e non sono presente va a finire che non viene al mondo e poi Saeko mi deve dieci mokkori, mi deve pagare.
Kaori: Permettiti di chiedere un mokkori a Eko, e questa volta sei TU a rimanere, un mese e mezzo DA SOLO! Mick poiché sei in cucina prendi le analisi che mi ha prescritto Doc?
Mick: Già fatto, darling, messe nella borsa della bimba. Eccoti anche un bel cornetto caldo.
Kaori: No, Mick, non mi parlare di mangia...
Kaori si tappo la bocca con le mani e corse in bagno a vomitare.
Mick: E ti pareva ogni giorno la stessa storia, te l’ho detto più di una volta di farti vedere da Doc, ma tu insisti che è solo influenza.
Ryo: Avete qualcosa da dirmi voi due? Che cavolo sta succedendo e perché tu sei qui a prima mattina.
Mick: Niente, mi sono solo preso cura di lei durante la tua assenza.
Ryo: A quanto pare fin troppo bene! Conosci alla perfezione le abitudini mattutine di Kaori, i luoghi, dove ripone le cose e sei qui alle nove di mattina e utilizzi le mie chiavi.
Mick: Hey, ma che ti sei messo in testa? Sei deficiente o cosa? Guarda in faccia Kaori, guardale gli occhi prima di sparare cazzate.
Se guardi bene questa casa, ti accorgerai di una cosa, che è tutta in ordine, le imposte sono chiuse per non far entrare la luce solare. Sul divano ci sono un cuscino e una coperta e su quel tavolino c’è solo una tazza che a giorni alterni si riempie di cioccolata, the o camomilla a seconda se è riuscita a ingerire qualcosa. Ti sembra questa una casa in cui è vissuta una persona allegra e solare come lei? No, perché lei non si alza più da quel divano del cazzo se non sono io a tirarla giù dal letto. Ora che ha questa sottospecie d’influenza, sta tappata in casa ed esce solo per andare a lavorare da Miki. Prima usciva la mattina e tornava la sera, stanca morta.
Tu non sai che significa vederla fare di tutto, inventarsi tremila cose da fare pur di non tornare in una casa vuota.
I farmaci l’abbattono soltanto. Non servono a nulla. L’ho vista illuminarsi solo per aver sentito la tua voce e l’ho vista piangere perché tu non tornavi e non sapevi quando saresti tornato. Se vai in camera tua, noterai che è chiusa a chiave e non ci può entrare nessuno.
Tu non l’hai vista ogni sera addormentarsi piangendo o svegliarsi in piena notte, mettere un cd e ballare finché stanca morta cade per terra e piangere tutte le lacrime che ha in corpo e poi si addormenta su quel divano.
Mentre tu ti fai prendere dalle paturnie e dagli attacchi di gelosia, inutili, prova a guardare la tua compagna che per un mese e mezzo non ha fatto altro che piangere buttata su quel divano. È magra, “pallida come cencio lavato”, ha certe occhiaie e borse sotto gli occhi, è l’ombra di se stessa e tu che fai spari cazzate? Connetti il cervello, prima di parlare e pensa piuttosto a come fare per convincerla a curarsi, quella strana influenza che ha da tre settimane. Ah una cosa, farle tornare il sorriso su quel viso, che da quando te ne sei andato non sorride più.

Kaori uscì fuori dal bagno con una faccia stravolta e ancora più pallida.
Mick: Come va? Darling va meglio ora?
Kaori: Non proprio, sono 48 ore che non tocco cibo e mi sento un pochino … una merda.
Mick: Questo lo so che non tocchi cibo da 48 ore ma io e Miki ti abbiamo detto di provare a mangiare qualche fetta biscottata con un po’ di te o un po’ di camomilla.
Kaori: Macché ho vomitato anche l’anima con il the, la camomilla mi da la nausea solo l’odore e la cioccolata non ne parliamo neanche solo a parlarne mi viene la nausea. Ora andiamo da Miki ci aspetta! Amo, scusami se mi trovi così, ma non mi sento per niente bene!
Ryo: Amo, non ti scusare, però, ora ti fai visitare da Doc.
Mick: Parole al vento … Mmm sarà la centesima volta che l’obblighiamo a farsi visitare, arrivata da Doc, si chiude nello studio e non si fa visitare parla di tutto, tranne del vero motivo per cui è lì.
Kaori: Non è necessario, oggi dobbiamo pensare a Miki. Andiamo che altrimenti partorisce e noi non siamo lì. Mick invece di dare fiato inutilmente a cose che non ti riguardano, avverti Eko che Miki sta partorendo. Il numero interno dell’ufficio è sull’agenda vicino al telefono.
Mick si allontanò e Kaori si abbracciò forte a Ryo.
- Mi sei mancato da morire.
- Anche tu! Però mi fai preoccupare, perché non mi hai detto che stavi così male, io sarei tornato prima.
- Sì e poi saresti stato qualche giorno con me, un periodo magari un mese, per poi ripartire e chissà poi per quando tornare. Ho preferito soffrire ora che soffrire di più dopo.
- Come sempre hai ragione. Ti amo anche per questo, ma per favore ascoltami, ora da Doc ti fai visitare un secondo, io entro con te e ci parlo io con lui, vediamo che ci dice. Io non sono Mick, non ti lascio fare come ti pare. Ora riprendi il ritmo delle cose. Mangi con regolarità e dormi in un letto caldo e morbido, e faremo qualcosa per questa influenza. Ora sono tornato e non ti lascerò più, mai più. Sai che però ti sono cresciute le tette?
- Sì, l’ho notato anch’io … Ryo ma non è possibile che sia … No che vado a pensare sono quattro mesi che non ho il ciclo …
- Amore calmati non ricominciare con questa storia che alla fine ci stai solo male, ora andiamo da Doc e lui ci darà tutto.  Calmati e respira.
Mick: Eccomi, andiamo, anche Eko ci sta aspettando.
Kaori: Ok, chi guida?
Mick: Io e meglio che tu non ci provi nemmeno, l’ultima volta stavi crollando sul volante. Ryo è stanco e poi vorrà coccolarti tutto il tempo.
Ryo: Mick, basta! Andiamo, ora.
Kaori lanciò le chiavi della panda a Mick e salirono a bordo, come Mick sospettava Ryo, intimò a Kaori di sedersi dietro, anzi la trascinò dentro con lui e l’abbracciò forte.
Non parlarono per tutto il tragitto, Ryo era troppo impegnato a bearsi di quelle sensazioni.
L’era mancata e non si era reso conto di quanto le fosse mancata in realtà finché non l’aveva rivista. Ora non riusciva a staccarsi da lei e se non fosse stato per l’imprevisto di Miki, lui a quest’ora starebbe sotto le coperte con lei a coccolarla e baciarla.
Avrebbe fatto l’amore fino a stare male, la desiderava come un dannato. In questo mese e mezzo, di occasioni ne aveva avute ma non era mai andato fino in fondo, anzi aveva sempre rifiutato quel tipo d’interesse da parte delle donne.
Tutte lo credevano sposato per via della fede e gli facevano i complimenti per la sua fedeltà.
Mentre era lontano da lei, era preoccupato che qualche nemico potesse attaccare la sua piccolina e s’informava regolarmente da Mick.
Quando poi sapeva cose in più da lui, cose che riguardavano la quotidianità impazziva dalla gelosia.
Appena seppe che Kaori, presa da un profondo sconforto, aveva ricominciato a tagliarsi e che Mick era lì prontamente a curarla, Ryo andò su tutte le furie causa la sua gelosia.
D’istinto sarebbe salito in macchina e sarebbe corso da lei, mandando al diavolo la missione.
Saeko e Mick, però, glielo vietarono, calmandolo dicendo che non era successo nulla e che era tutto recuperabile, lei stava bene e si era ferita involontariamente.  
Ora, invece, il suo dovere era di stare dall’altra parte del Giappone a indagare su i traffici della Yakuza.
La quale si stava alleando con la Camorra.
Li dividevano otto ore di macchina eppure … eppure lui la sognava ogni notte, la desiderava averla con sé, aveva una voglia matta di lei, delle sue labbra, del suo sorriso, di rivedere quegli occhi così belli.
L’era mancata da morire e ora poterla avere davanti a se era stupendo.
Tutto assorto dai suoi pensieri, Ryo, non si rese neanche conto che si erano fermati da Saeko ed erano anche ripartiti, in più non si rendeva neanche conto che Kaori stava litigando con Mick da mezz’ora, per farlo andare più veloce.
Kaori voleva correre al più presto da Miki e per questo litigava con tutti, smise solo quando arrivarono alla villa di Doc.
Appena arrivati, non fece neanche fermare la macchina che aprì lo sportello e corse da Miki.
Arrivò giusto in tempo per il culmine delle doglie, Umi agitatissimo non sapeva che fare, Miki urlava e imprecava minacciando il marito che se solo avesse provato a parlare di averne un altro, l’avrebbe castrato.
Ryo e Mick sentendo queste affermazioni si misero le mani sulle parti basse, impauriti.
Miki, all’arrivo di fitta più ravvicinate e dolorose, strinse la mano di Kaori chiedendole di rimanere con lei per tutto il tempo.
Kaori, accettò solo perché a chiederlo, era stata Miki, altrimenti potendo sarebbe fuggita via da lì.
Si sentiva oppressa e i ricordi sempre più confusi del suo parto, si stavano affacciando alla sua mente per diventare ogni momento più nitidi.
Quello che la sua mente aveva voluto cancellare, stavano tornando prepotentemente a galla.
Kazue, entro in quel momento, chiedendo di uscire a tutti i presenti nella stanza, doveva visitarla, e Kaori fu felice di poter respirare e di staccarsi un po’ da quella situazione.
Mentre era uscita a fumare lontana da tutti, Kazue controllava lo stato della dilatazione della cervice, per accettarsi dello stato del travaglio e se aveva raggiunto la dilatazione necessaria per l’epidurale.
Accertatasi di ciò, le chiese di sdraiarsi di lato perché c’eravamo, era il momento dell’epidurale.
- Ora, sentirai sempre meno fitte e sempre meno dolorose.
Miki, mantida di sudore, ringraziò Kazue e chiese dell’amica.
Kazue uscì e andò a cercare Kaori, la trovò fuori vicino al laghetto a fumare senza neanche uno spolverino a coprirle le spalle.
Si avvicinò le sorrise e stette un po’ con lei in silenzio per iniziare a parlare all’improvviso.
- Ti vuole accanto a se.
- Lo so, ma non so se ho la forza di rientrare.
- Stai tranquilla, va tutto bene, Miki sta bene e la bimba anche, il battito del feto è normale e poi Doc non permetterebbe mai che succedesse qualcosa alla sua nipotina.
- Sto ricordando tutto!
- Respira! Va tutto bene! Nami nascerà e sarai felicissima di avere una bellissima nipotina. Il battito fetale è regolare stai tranquilla, ora vai da lei che ci siamo quasi.
- Ok, vado! Grazie, mi dispiace di non averti più come cognata.
- Eh che dici, io a tuo fratello non l’ho mai conosciuto.
- Non è proprio esatto, Mick per me è come un fratello. Lo amo come se fosse mio fratello.
- Che ti devo dire … il destino ha preso una piega diversa. Dai! Ora, vai da Miki e ricordati che questa sera dobbiamo andare all’inaugurazione di quel locale.
- Sì ma non posso evitare di venirci?
- No! Eriko ti ammazza e poi hai incastrato me e ora tocca anche a te venire, l’unica assente giustificata è Miki, perché sta partorendo. Ricordati la regola n. 2 della serata.
- Sì, tranquilla niente uomini dietro, ma mi sa che applico la regola n.1 mi sarà difficile uscire di casa senza uomini dietro. Ryo e Mick in questo si alleano, in quanto a gelosia sono uno peggio dell’altro. Mick l’hai visto anche tu è cambiato, mi difende da ogni uomo, non mi fa assalti mokkori e si comporta come un fratello con me. Sta male, Kazue, gli manchi. Ti ama tanto.
- Io non so più che fare Kao, io amo Mamochan ma anche Mick, ma in questo momento credo di amare di più Mamoru, ma in altri momenti amo di più Mick. Non so che fare.
Continuarono il discorso mentre rientrarono nella villa e raggiungevano Miki, Kaori le fu molto grata per averla aiutata a rilassarsi, se continuava ad essere tesa non sarebbe stata di molto aiuto a Miki.
Si salutarono sorridendo e Kaori entrò e trovò una Miki esausta che respirava e non riusciva più a stare a letto, Umi che la voleva far star stesa a tutti i costi. La povera Miki si stava esaurendo e in più sudava in una maniera incredibile.
Kaori vedendo l’amica in difficoltà disse a Umi di uscire e di stare un po’ con gli altri, che a Miki ora ci pensava un po’ lei, così lui poteva prendere una boccata d’aria e appena ci sarebbe stato bisogno di lui l’avrebbe chiamato subito.
Umi arrendendosi all’evidenza, che in quel momento era di troppo decise di uscire.
- Respira, Miki, tesoro, va tutto benissimo, stai andando alla grande, non ti preoccupare. Sei bravissima. Che ne dici di farci una bella doccia rilassante e rinfrescante?
- Sì, sono tutta sudata, grazie, Kao, sei proprio un amica.
- E di che tesoro mio, se quando io ho partorito avessi avuto qualcuno vicino, forse non vivrei con terrore quei momenti. E forse avrei saputo cosa fosse successo realmente! Io ho solo ricordi sbiaditi.
- Mi dispiace tesoro mio!
- Non ti preoccupare tutto passato, ora su da brava mettiti sotto la Doccia che ti aiuto.
Kaori, aiutò Miki a rinfrescarsi e a rindossare il camice.
Miki cominciò a camminare e a respirare, l’epidurale aveva fatto effetto limitando il dolore.
Umi dopò un po’ entro con Kazue e trovò Miki aggrappata alla spalliera del letto che respirava, Kaori che le chiedeva come andava e che se sentiva il bisogno di spingere non doveva fare nulla, solo avvertirla.
Quando Miki sentì una strana sensazione al coccige, avvertì Kaori.
Lei l’illuminò, era il momento di cominciare a spingere, era il momento di abbandonare la sala travaglio per la sala parto.
Arrivati in sala parto la dilatazione era giusta e seguendo le sue istruzioni di Koari e Kazue, Miki spinse, spinse, spinse.
Lì Kaori, dovette fare appello a tutte le sue forze, lo doveva fare per Miki, ma le luci della sala parto le facevano girare la testa e mancare l’aria.
Si sentiva morire, era pallida, ma resisteva e aiutava Miki con la respirazione nella speranza di non svenire.
La incitava con Doc a spingere quando era necessario e Umi invece era paralizzato, stava per svenire.
Kazue a quel punto, onde evitare che Umi svenisse nella sala adibita a sala parto, lo fece accomodare fuori e corse da Miki e Kaori, aiutando entrambe.
Doc: Coraggio, forza, un ultimo sforzo e tra poco Nami potrà conoscere il suo nonnino.
Kazue: Forza Miki, respira, dai stai andando benissimo. La piccola Nami sta per uscire.
Kaori: Dai! Forza un ultimo sforzo, ancora qualche spinta e ti riposerai! Pensa che tra poco potrai abbracciare la tua piccola.
Miki, ormai sudata al massimo e stanca, continuava a spingere.
Ogni spinta le sembrava l'apice del dolore raggiungibile, pensava che non ce ne potevano essere di più forti, e invece ogni spinta era più dolorosa di quella precedente e ogni volta pensava di non farcela più, ma trovò anche il tempo di dire a Kaori "Mi ero sempre chiesta come fossero i dolori del parto, ora lo so!" e tutti risero smorzando la tensione.
Certo l'illuminazione non l’era di grande aiuto ma Doc intanto le diceva che sentiva la testina, poi che la vedeva e finalmente quando pensava, davvero, di non farcela più, spinse, spinse e nacque!
“Ore 16:00 del 22 dicembre 2008, una data che Miki non scorderà mai, nacque Nami. Pesava 3,7 Kg ed era lunga 51 cm”.
Ecco Nami, che strillava perché voleva la sua mamma. Era viva e Kaori iniziò a piangere per la gioia. Ma non era finita!
Mentre Nami era visitata da Kazue, pesata e tagliato il cordone ombelicale, Kaori aiutò Miki a espellere la placenta.
Un'altra spinta, un’altra contrazione e finì tutto, anche la placenta fu espulsa completamente e Miki poté riposarsi.
Kaori uscì fuori ad avvertire Umi che era nata ed era andato tutto bene e che ora doveva andare da Kazue a fare il bagnetto al bebè.
Lei accompagnò Miki che ora era stanca ma felice e camminava sulle sue gambe.
Doc non le aveva dovuto mettere neanche un punto, nessuna lacerazione e niente episiotomia (taglio vicino alla vagina per evitare lacerazioni vaginali e far uscire meglio il bambino).
Era pallida ma felice per l’amica, il tempo di uscire dalla camera all’arrivo di Umi con Nami, che si attaccò subito al seno, che svenne.
A quel punto il più pallido di tutti era Ryo, che vedendola così pallida non l’aveva persa un solo attimo di vista e la prese al volo.
Aveva vissuto una situazione che le portava alla mente cose spiacevoli e non aveva retto allo shock.
La prese imbraccio e l’adagiò sul letto di una camera libera, in un battibaleno Kazue fu da lui e lo tranquillizzò.
Quando arrivò Doc, Kaori si era ripresa e voleva alzarsi, ma Kazue che aveva vissuto i cambiamenti dell’amica negli ultimi tempi, assieme a Mick non la fecero alzare.
Alla fine quando anche Ryo si mostrò irremovibile sul discorso alzarsi, cedette alle loro pressioni e attese l’arrivo di DOC.
Nel frattempo Saeko, teneva a bada Miki, che appena seppe cosa era successo all’amica voleva correre da lei, ma non poteva, doveva stare a letto e riposarsi.
Doc arrivò e fece uscire tutti, compreso un contrariato Ryo. Rimasero solo lui, Kazue e la paziente, in questo caso, Kaori.
Parlarono un bel po’ tutti e tre del più e del meno per farla rilassare e man, mano Kaori riuscì a sfogarsi con loro e a raccontare le emozioni rivissute al momento del parto di Miki.
Dopodiché quando fu più calma Kaori, mostrò il risultato delle analisi prescritte in precedenza e descrisse gli ultimi sintomi sorti.
Doc, sorrise e fu felice di annunciare che avrebbe dovuto seguire un’altra gravidanza e che tra 32 settimane circa l’aiuterà a partorire.
Kaori cominciò a piangere e a tremare dalla paura e dalla gioia di avere un altro figlio e questa volta l’avrebbe avuto da Ryo.
Doc, vedendola molto agitata le fece un blando tranquillante  e Kaori si addormentò, però non prima di aver fatto giurare a Doc e Kazue di non dire nulla a NESSUNO della sua gravidanza.
Quando DOC uscì fuori, tutti corsero a chiedere notizie di Kaori, li tranquillizzò e assicurò loro che stava bene, che aveva solo avuto un attacco di panico e che ora riposava. Ryo non fece terminare neanche Doc di parlare che si fiondò da lei e si sedette al suo fianco.
Si tranquillizzò soltanto vedendola sorridere nel sonno.
Era la sua vita e se le fosse successo qualcosa sarebbe impazzito.
Kaori si riprese e trovò Ryo, stanco ma al suo fianco.
- Non penso che immaginavi il tuo rientro in questo modo. Questa giornata è stata abbastanza movimentata e non è finita.
- No, ma sono felice lo stesso, la mia nipotina è bellissima, ha gli occhi e il naso di Umi e la bocca è di Miki poi per fortuna ha preso da Miki anche per i capelli, ha tanti capelli anche se è appena nata.
- Ha voluto aspettare lo zio, per nascere. Sai quando parli di lei hai una strana luce negli occhi, t’illumini completamente.
- È normale è la mia nipotina e le voglio molto bene, poi appena ha sentito la mia voce ha cominciato ad agitarsi.
- Anche lei è innamorata di te. * Dovrei dirtelo che aspetto un bambino, lo so, ma ho paura, ti vedo così felice per Nami e se il nostro piccolo o la nostra piccola, non venisse al mondo? Potremmo superare un altro aborto? Non voglio illuderti, o forse non voglio illudermi, non so *.
- Prima di andare, Saeko si è raccomandata per stasera e ha detto che passa alle otto a prenderti mi spieghi che succede?
- Eriko ha organizzato una serata tra ragazze per l’inaugurazione di un locale di un suo amico e ci ha invitato.
- Mmm, allora vengo con te.
- No, Ryo, regola n.2 delle uscite con le ragazze: niente uomini dietro. Siete vietati.
- Neanche se c’incontriamo direttamente al locale per caso?
- No, neanche anche perché si entra solo con il pass.
- Ok, allora ti vengo a prendere!
- Non c’è bisogno, regola n.4 si dorme tutte a casa di una ragazza e si fa un bel pigiama party, sempre che qualcuno di noi non abbia infranto la regola n.3
- E quale sarebbe la regola n. 3?
- Niente rimorchi. Gli uomini sono completamente banditi in questa serata, c’è vietato rimorchiare!
- Meno male, e tu vedi di non infrangerla.
- Tranquillo, io sono nei secoli fedeli. Ti amo e non ho intenzione di rimorchiare nessuno, non m’interessano gli altri. Ti ricordo che ti ho aspettato per un mese e mezzo facendo la brava.
- Lasciamo stare quest’argomento che non mi va giù il fatto che Mick abbia le chiavi di casa nostra e conosca le tue abitudini.
- Invece di fare il geloso, dovresti ringraziarlo, perché mi è stato vicino in un periodo, molto brutto, e mi ha aiutato quando avevo voglia di tagliarmi. Se per questo le chiavi di casa le ha anche Eko e molte sere è passata a casa dopo il lavoro e ora onestamente non voglio che cambi quest’abitudine, sto bene in sua compagnia, riesco a parlare con lei di tutto, anche di determinate cose che non riesco a dire a Miki.
- Cambiando discorso senti ma quante sono le regole?
- Cinque.
- E quali sono la prima e l’ultima regola.
- La prima è di vestirsi a strafiga, la quinta è quella che qualunque cosa sia detta, all’interno del gruppo, rimarrà segreta. Oggi mentre sono alla riunione con le ragazze, non trattare male il mio fratellone. Tanto lo so che gli farai una scenata a Mick, ma non trattarlo troppo male.
- Già fatta e anzi mi ha rigirato il tutto contro dicendo che dovevo smettere di essere geloso di cose inesistenti e dovevo pensare di più a te.
- Ecco bravo, finalmente ha messo un po’ di sale in zucca quel disgraziato.
Mentre parlavano di Mick entro Kazue che prelevò un po’ di sangue da Kaori e poi la dimise.
Una volta a casa Kaori si buttò sotto la Doccia e si preparò per uscire.
Si vestì in modo semplice, un jeans attillato, un paio di stivaletti con il tacco e un maglioncino a collo alto a giromanica, avvitato, si truccò e indossò delle lentine colorate, celesti che al contatto con i suoi occhi divennero un blu/viola.



Il tempo degli ultimi ritocchi che suonò il citofono. Salutò Ryo promettendolo di avvisarlo quando entrava nel locale e quando arrivava da Eko.
Ryo a malincuore la lasciò andare, solo la forte stanchezza non gli permise di seguirla, altrimenti sarebbe corso da lei e non l’avrebbe mollato per tutta la sera.
La serata tra le ragazze finì in fretta, Kaori non era proprio dell’umore adatto per essere socievole, qualcuno ci aveva provato con lei ma alla domanda se era single, lei rispondeva sposata e fuggivano a gambe levate.
Era vero, si sentiva sposata con Ryo, lo era sempre stata. Quando qualcuno ci provava un po’ di più a provarci quel poverino faceva sempre una brutta fine, perché c’era sempre una persona di turno che si voleva sdebitare con City Hunter e facevano da bodyguard al gruppo.
Quando a volte neanche la minaccia di City Hunter funzionava, Eko appariva trionfante e semplicemente mostrando il suo distintivo con sorrisetto beffardo li metteva in fuga.
Kaori stanca, di tutto ciò alla fine decise d’ignorare gli scocciatori, anche perché quando trovava una persona gentile e simpatica con cui parlare, con cui scambiare quattro chiacchiere di tutto un po’, si rivelavano alla fine persone che la volevano portare con una scusa a letto e lei prontamente rifiutava e si malediva di aver dato corda a qualcuno che credeva una persona simpatica con cui conversare.
Alla fine nel locale intravide Mick, la sua salvezza! Avvertì le ragazze di aver visto Mick e chiese a Kazue di seguirla un secondo.
In disparte le chiese se ne aveva parlato a Mick del locale dove sarebbero andate, perché se c’era Mick molto probabilmente c’era anche Ryo e se c’era lui, si sarebbe accorto che non fumava più e non beveva più alcol e che soprattutto non aveva ancora preso ancora gli psicofarmaci.
Kazue le disse di respirare e che non c’era Ryo! Mick era qui perché si occupava del servizio di sicurezza del locale, l’aveva visto prima, anzi le consigliò di andare da lui e di farsi portare a casa e avere il coraggio di dire tutto a Ryo, anzi doveva tranquillizzare anche Mick che in questo periodo era stato molto preoccupato per lei.
Kazue, in oltre, la tranquillizzò dicendo che ora sapeva bene quale rapporto speciale li legava e che se ora non stava con Mick era semplicemente perché stava bene così, stava bene con Mamoru e l’amava ma sapeva benissimo che Mick avrebbe avuto una parte importante nel suo cuore.
-Ora vai da lui, spiego io alle ragazze il perché torni a casa. Tranquilla non dirò nulla, dirò che hai avuto un attacco di panico e che avevi bisogno di tornare a casa. La verità nient’altro che la verità. Ora respira! Dai che ti accompagno da Mick!
- Grazie kazue ma credo che se voglio tornare a casa sana e salva non mi convenga che tu mi accompagni da Mick, sai com’è quando vede te non capisce nulla. Non so se hai presente quell’anime in cui c’è quel dottore innamorato di una ragazza e quando la vede comincia a sragionare e a creare solo disastri?
- Sì, stai parlando del Dottor Tofu in Ranma ½. Hihihihi, l’ho presente perché diventa come lui?
- Sì, stiamo a quel livello, comincia a sragionare e sai com’è, vorrei dire almeno a Ryo la lieta novella e non vorrei che mi succedesse qualcosa prima.
-Oh, mamma santa! Non posso, però, lasciarti andare da sola da Mick! Dovrai attraversare una sala piena di ragazzi che ci stanno puntando da mezz’ora e aspettano solo il momento che una di noi si stacchi dal gruppo per provarci.
- Tranquilla, andrà tutto bene, io l’ignorerò e appena mi vedranno con Mick spariranno. Tu lo sai bene come si comporta con me lui. Questa sera dovrò fare un bel discorso a entrambi gli uomini della mia vita. Stai tranquilla vi chiamo appena a casa e domani passo da Eko e usciamo tutte insieme a fare shopping ma questa sera ho bisogno di stare con il mio uomo. Scusami anche con le ragazze!
- Vai ora, non ti preoccupare.
Kazue, tornò dalle amiche e spiegò il perché Kaori si era allontanata. La guardarono camminare in mezzo alla pista, con i ragazzi che si giravano a guardarla e chi ci provava con lei, riceveva occhiatacce il cui significato era: “Vedi di non rompere se non vuoi fare una brutta fine”.
Solo quando arrivò da Mick, le ragazze poterono tornare a respirare.
- Mick, che bello vederti qui. Per favore appena puoi, portarmi via, ti prego.
- Darling, non c’è neanche bisogno di chiedere per favore, tra poco stacco e ce ne andiamo subito. Ti ho osservato tutta la serata e ti ho visto strana. Ah una cosa quel tipo che si è avvicinato a te per ingannarti, sappi che ha avuto una bella lezione. Nessuno, tocca la mia sorellina e si permette di passarla liscia.
- Oh, Mick, sono stanca morta, ma perché non posso avere una vita normale? Perché non appena sto senza Ryo arrivano tutti come avvoltoi, mai è possibile che devo sempre avere la scorta? Dov’è che sbaglio?
- No, darling qui non è colpa tua ma mia e di Ryo. Siamo super protettivi con te e quindi i ragazzi che ti vedono nel quartiere e ti vedono sempre in compagnia, non possono tentare di abbordarti e quindi appena ti beccano libera ci provano con te. Abbi fiducia in te e pensa solo a te stessa.
- Si, ma sai una cosa, ultimamente stanno ignorando anche Ryo, ogni volta che vado a fare la spesa con Ryo, il garzone del supermarket mi chiede comunque di uscire, lo stesso il figlio del salumiere. Solo con te non hanno fiatato, all’inizio facevano gli scemi poi hanno smesso.
- Non hanno fiatato perché ho attuato la tecnica di Ryo, sguardi infuocati appena provano a dire qualcosa fuori posto. Vedrai che dirai a Ryo di ritornare come ai vecchi tempi, lui sarà ben felice di mettere in pratica le sue tecniche di gelosia.
-Sarà, ma la sottoscritta è stanca, ho voglia di essere un po’ coccolata. Di rilassarmi e avervi vicino, il mio fratellone e il mio amore. Soprattutto vorrei che voi due la smettesse di litigare. Vorrei che nessuno dei due fosse geloso dell’altro. Perché vi amo entrambi ma in maniera differente.
Mick l’abbracciò e la baciò in testa, con la dolcezza di un fratello e disse: La smetteremo, ma Ryo deve capire che non deve sentirsi minacciato da me non ti porterei mai via da lui. Ecco il mio capo, aspettami qui che torno subito, avverto che smonto e ce ne andiamo via.
Mick si allontanò, e tornò dopo un po’ ma non trovò Kaori.
Si fece un giro per la sala e vide che al tavolo delle ragazze mancavano Kazue e Kaori.
Intuendo dove potesse stare Kaori, si avviò al bagno delle ragazze.
Lì dopo aver fatto quattro chiacchiere con Kazue in attesa di Kaori, ne approfittò anche per chiedere se il 24 avrebbe conosciuto Mamoru.
Kazue rispose che era fuori città per lavoro e quindi avrebbe partecipato solo lei alla festa di Miki.
Gli occhi di Mick s’illuminarono, sentendo che Kazue sarebbe stata libera. Avrebbe potuto tentare di ricucire la situazione.
Kaori uscì ancora più pallida di prima e Kazue e Mick si spaventarono.
Kazue: Kao, amica mia, tutt’apposto?
Mick: Darling, che è successo, sei pallida!
Kaori: Niente ennesima nausea.
Kazue: Ti sei presa quello che ti ha dato Doc.
Kaori: Sì, ma non è servito a molto. Appena ho sentito l’odore d’arancia, ho avuto un conato di vomito e poi l’effervescenza mi ha dato ancora più fastidio.
Kazue: Allora, spè Mick, mentre torni a casa, passa per la farmacia e prendi queste compresse sono a base di zenzero. Si chiamano NOEMESI sono erboristiche e non ti fanno male, ne puoi assumere fino a quattro compresse il giorno.

Scrisse il tutto su una ricetta che aveva in borsa e la diede a Mick!

Mick: Va bene, allora passerò subito in farmacia. Kao, darling, ce la fai a camminare o vuoi sederti un po’ e magari mangiare un po’?
Kaori: No, sto bene andiamo.
Mick: No, non andiamo da nessuna parte, sei pallidissima devi mangiare qualcosa.
Kazue: Scusa Mick da quant’è che non mangia?
Mick: Sono 48 ore, ha assunto solo liquidi, solidi non riesce a ingerirli comunque qualsiasi cosa mangia vomita.
Kazue: Ok, allora, sei capace di fare una flebo?
Mick: Sì, nel caso c’è Ryo che mi può dare una mano.
Kazue: Allora in farmacia prendi anche una soluzione glucosata e applicale una flebo. Se non ci riuscite, chiamate me o Doc, non fate tentavi, inutili.
Kaori: Ora possiamo andare?
Kazue: No, devi mangiare almeno qualcosa. Almeno un succo di frutta devi prendere. Ti è concesso anche un bel dolce.
Kaori: Allora se la metti così … Succo di pera e flan al cioccolato!
Mick: Hai capito! E brava, viziosa la piccola.
Kaori: Che ci vuoi fare ho voglia di succo di pera e di flan al cioccolato e ha detto Kazue che mi è permesso tutto.
Kazue: Sì, devi riprendere il tuo peso forma assolutamente!
Mick: Agli ordini, signore! Corro subito a prendere qualcosa da mangiare!
Mentre Mick correva a prendere qualcosa da mangiare, Kazue accompagnava Kaori dalle ragazze, con loro avrebbe sicuramente mangiato qualcosina e si sarebbe divertita.
Il resto della serata trascorse tranquillamente, Kaori bevve il suo succo di frutta e riuscì a mangiare mezzo flan.
Tra una chiacchiera e una risata, Kaori decise verso mezzanotte che era giunta l’ora di tornare a casa e le amiche la seguirono a ruota.
Ora stava meglio, i suoi amici avevano il potere di tranquillizzarla e da quando Mick si era seduto al loro tavolo, ogni tipo di scocciatore era sparito.
Da bravo gentleman, qual era, Mick aiutò le signore a indossare i soprabiti.
Solo che con Kazue ne approfittò per star più a contatto con lei, le sfiorò il collo con le mani, involontariamente (VOLONTARIAMENTE) e Kazue sentì dei brividi corrergli lungo la schiena.
Sentiva quell’alchimia che aveva sempre contraddistinto la sua relazione con Mick e che non c’era con Mamoru.
Il sesso con Mick era favoloso, invece con Mamoru … era come dire … a senso unico, lui pensava esclusivamente a se e tutto doveva ruotare attorno al suo di piacere. Con Mick era differente, lui ci sapeva fare e con lui gli orgasmi erano assicurati, ti toccava in punti di cui Mamoru non conosceva neanche l’esistenza o ignorava volutamente.
Quel brivido le aveva riportato alla mente, ricordi volutamente dimenticati, sensazioni messe da parte per non impazzire dal desiderio di essere ancora sua.
Di sentire le sue mani, sulla sua pelle, la sua bocca umida e calda sul suo corpo, impazziva dal desiderio ogni volta che lo vedeva. Aveva voglia di prenderlo e trascinarlo in un luogo appartato e dar fondo a tutta la sua passione.
Moriva dal desiderio di urlare di piacere tra le sue braccia, di averlo dentro di se, di … di … fare dello stupendo sesso con lui e di riassaporare quel dolce sapore che solo lui ha. Voleva rivederlo fremere dal desiderio mentre lei gustava quel liquido fruttato che aveva solo lui.
Anche in questo Mamoru era diverso, il suo sperma, non era come quello di Mick, era aspro, denso, obbrobrioso e lei dopo la prima volta, si rifiutò di doverlo saggiare ancora.
Eppure ... eppure quel suo desiderio non si sarebbe mai avverato. Doveva andare avanti e nascondere il desiderio che provava per lui. Dimenticare e lo avrebbe fatto …
Tutte erano pronte per andare ma la band, ingaggiata per l’inaugurazione, attaccò con il tributo a Liga, e le ragazze decisero di rimanere ancora per un po’, felici di fare casino e di urlare un po’.
Il gruppo attaccò con l’odore del sesso e le ragazze cominciarono a cantare con loro a squarciagola, ogni tanto durante la prima strofa qualcuna delle ragazze urlava più delle altre e questa persona era Kazue che poneva l’accento su alcuni versi della canzone.
- “Io non so se è proprio amore, faccio ancora confusione”
All’attacco del ritornello tutte si misero a urlare come forsennate a cantare, Kazue cantava e guardava Mick, con la coda dell’occhio.
- “Non va più via l'odore del sesso che hai addosso, si attacca qui all'amore che posso che io posso.”
Alla ripresa della strofa Kazue continuò a urlare sostenuta da una Kaori, molto complice della situazione.
- “E ci siamo mischiati la pelle, le anime, le ossa, ed appena finito ognuno ha ripreso le sue”
Mick con la scusa di cercare di portar via le ragazze da quel casino, cantò anche lui un pezzo di strofa, rivolgendosi a Kazue.
- “Tu che sei la più brava a rimanere mania … forse ti ricordi, ero roba tua”
La canzone finì e tutto tornò alla normalità e il gruppo continuò indisturbatamente … le ragazze si ammutolirono e rimasero l’una, abbracciata all’altra a seguire le canzoni, finché …
… Finché un tipo non si accese una canna vicino a loro. Kaori appena sentì l’odore dolciastro provocato dal fumo, corse in bagno a causa delle nausee.
Le ragazze fulminarono con lo sguardo il tipo, l’avrebbero ammazzato se avessero potuto, se solo Mick l’avesse permesso, quel tipo avrebbe scoperto cosa significa fumare in luoghi proibiti e per di più facendo star male la loro amica.
Quando si calmarono, Mick corse da Kaori, sempre più pallida, a quel punto prese lui in mano la situazione e trascinò con sé, fuori Kaori e le ragazze.  Sistemò Kaori in macchina e, una volta salutato le ragazze, partirono: direzione casa di Ryo.
Lungo la strada si fermò in una farmacia a prendere il necessario, prescritto da Kazue.
Quando arrivarono, Kaori dormiva beatamente ed era molto pallida, la trasportò imbraccio da Ryo.
Ignorò volutamente, gli sguardi di gelosia di Ryo e spiegò il perché l’avesse accompagnata a casa, mentre discutevano e Ryo si faceva prendere dalla gelosia, Kaori si svegliò.
Tentò in ogni modo di attirare la loro attenzione ma tutti presi a litigare non si accorsero neanche che Kaori nel tentativo di alzarsi era caduta più di una volta causa debolezza.
Alla fine disperata trovò a portata di mano un martello che aveva lasciato in mezzo in caso d’intrusi.
Con fatica lanciò un “martellino” di appena dieci tonnellate al centro tra i due litiganti, avendo solo l’effetto di calmarli temporaneamente.
Dopo due secondi ripresero a litigare e a quel punto Kaori, presa dalla disperazione, anche se erano le tre del mattino, iniziò a urlare.
- SMETTETELA DI LITIGARE VI DEVO PARLARE! Niente non la smettono, proviamo così … RYO, MICK SONO INCINTA! Nada, neanche questo ha funzionato. Vabbé! FATE QUELLO CHE VOLETE, IO VADO A LETTO!
Mentre stava per andare in camera sua, Ryo la bloccò.
- Amo, ripeti quello che hai detto!
- Vado a letto, voi fate quello che volete.
- No, darling, ripeti quello che hai detto prima …
- Eh!? Ho detto che vado a dormire. Ciao a entrambi.
- No, Kao, io e Ryo abbiamo capito ben altro e ci riferiamo alla frase che hai detto prima di questa.
- Ah! Che sono incinta? Sì, sono incinta, forse!
A quelle parole si sentì un tonfo provenire da destra, si girarono e trovarono un Ryo svenuto dall’emozione.
- Come forse? Darling, in questi giorni tutti noi ti abbiamo osservato e i tuoi sintomi sono quelli di una gravidanza. Solo tu non ti eri accorta di nulla?!
- Sì, Mick hai ragione, ma vedi ho sperato tante volte di esserlo, che questa volta voglio aspettare gli esiti degli esami di Doc. Ma tu come cavolo hai fatto a capirlo?
- Semplice! Nausee continue, ti da fastidio il fumo, gli odori dolciastri, sei inappetente e poi oggi al locale non hai bevuto un goccio d'alcool, hai iniziato a staccare con gli psicofarmaci, sei depressa e hai gli sbalzi di umore. Ti bastano come sintomi per descrivere l'inizio di una gravidanza?
Ora dovrai solo prenderti cura di due bambini, uno dei quali giace qui svenuto! Ehi! Scimmione, svegliati o Kaori viene via con me.
- Eh? Come? No tu, Kaori, non la porti da nessuna parte, ora deve riposare.
- Scusate, prima che rincominciate a litigare, vorrei riposare. Quindi, vi saluto! Ricordatevi che domani dovremo andare a comprare i regali per Vale e Anthony. Ve lì ricordate? Arrivano il ventiquattro e loro si aspettano che Babbo Natale passi anche qui.
- Ok, amo, ti seguo accompagno Mick alla porta e vengo a letto.
- Numero uno, togliti quell’idea mal sana che hai nella testa, che finché Doc non mi dice il contrario, tu rimani a stecchetto per un bel po’. Numero due, è inutile che accompagni Mick alla porta, lui dorme qui, la stanza è già pronta. Mi sembra perfettamente inutile che vada da lui e poi torni tra meno di 6 – 7 ore, da noi.
- Grazie, Kaori, sei sempre un tesoro.
- Mick, lo sai bene che qui c’è sempre una stanza per te, benché quello che dica Ryo!
- Amore, uffa! Ma perché deve dormire qui?
- Ryo smettila di essere geloso per cazzate o ti giuro che ti darò un buon motivo di cui essere geloso.
Ryo non fiatò e annuì semplicemente, lanciando occhiatacce di fuoco a Mick che gongolava dalla soddisfazione di aver avuto ragione.
Quando finalmente Kaori poté rilassarsi a letto si ritrovò Ryo vicino che gli applicava una flebo di glucosio.
Dopo mezz’ora di storie alle quattro Kaori riuscì a convincere Ryo che non ne aveva bisogno e che se si metteva la flebo, non l’avrebbe potuto abbracciare.
Ryo a quel punto si coricò e si ritrovò Kaori tra le sue braccia che piangeva come una bambina indifesa.
Tra le lacrime gli diceva che gli era mancato e che non voleva che se ne andasse mai più.
Ryo stringendola forte e asciugando quelle lacrime la rassicurava, non sarebbe più andato via, mai più, sarebbe stato sempre accanto a lei e al loro piccolino.
Ora era padre e non poteva allontanarsi da loro come in passato.
Kaori tentò di controbattere dicendo che non erano ancora genitori, perché lei non era sicura di essere realmente incinta, dovevano aspettare il risultato delle analisi.
Ryo, però, continuava a immaginarsi papà di un bel maschietto a cui avrebbe insegnato tutto quello che sapeva, tranne che a sparare.
Non avrebbe mai dovuto impugnare una pistola in mano se non necessario.
Cullata dal calore del corpo di Ryo, Kaori ben presto sprofondò in un sonno profondo. Ryo invece rimase a guardarla dormire felice di riaverla tra le braccia.
L’indomani con l’aiuto di Mick preparò una bella colazione con tutti gli alimenti che non provocavano la nausea alla sua Kaori.
Avendo una maggior lucidità della situazione, Ryo finalmente ringraziò l’amico di esserle stato accanto e si scusò per le cazzate del giorno prima.
Pace fu fatta!
Kaori nel frattempo assistette alla scena sulla soglia della cucina con un sorriso sulle labbra, pensando: “Quei due non cambieranno mai!”
Appena Ryo si accorse dell’arrivo di Kaori, si avvicinò e la prese imbraccio posandola sul divano, mentre Mick prendeva una coperta.
Quando fu ben coperta e sistemata sul divano, i suoi cavalier serventi le portarono la colazione.
Fecero colazione allegramente, dopodiché uscirono alla volta dello shopping passarono una giornata divertente ed estenuante, ma alla fine riuscirono a fare tutti i regali.
La sera si riunirono da Miki per posare gli ultimi doni sotto l’albero e per salutare la piccolina.
Una volta presi accordi per l’indomani, ritornarono ognuno alle rispettive case. Era il 23 dicembre ed era il compleanno dell’imperatore, vedevano molte coppie andare fuori a cena, per passare una serata romantica.
Kaori invece non ne aveva voglia, aveva voglia di tornarsene a casa, mettersi sotto le coperte e farsi coccolare fino a Natale dal suo amore.
Così fu, tornarono a casa e si accoccolarono davanti alla tv a vedere un film di Natale.
Kaori si addormentò quasi subito, stringendosi forte a Ryo.
All’improvviso squillò il telefono e lui si dovette staccare da lei per andare a rispondere.
Kaori sentendo la mancanza del corpo, del suo calore, cominciò a lamentarsi. Ryo l’accarezzò, lei si calmò e lui sorrise.
Questo Natale sarebbe stato ancora più magico del previsto, non solo era il loro primo Natale come coppia, ma in questo Natale avevano scoperto di aspettare un bel pargolo.
Rispose al telefono e attaccarono, neanche il tempo di allontanarsi che squillò nuovamente e rimasero in attesa per qualche minuto.
Il tutto si ripeté per altre due, tre volte finché Ryo non staccò il telefono e avvertì gli amici di chiamarlo sul cell, causa telefono guasto.
L’avrebbero avuto guasto per molto tempo, non sapeva spiegarsi il motivo ma percepiva una strana sensazione. Quelle strane telefonate si ripetevano, ormai, da un mese circa, e Kaori sembrava sempre molto spaventata, quando gli raccontava di queste chiamate mute.
Ora quello che contava era tenere Kaori, al riparo da ogni possibile collegamento con il passato.
Soprattutto, ora, che era stanco di dover stare in allarme, voleva rilassarsi con la sua compagna e pensare a suo figlio.
Guardò l’orologio e vide che era ora di andare a dormire, prese la sua bella principessa e andarono a fare la nanna.
L’indomani mattina finalmente fu il giorno della vigilia, Kaori si svegliò presto e dopo aver dato il bacio del buon giorno a Ryo, si alzò.
Rimanendo in pigiama, si preparò una bella tazza di cioccolata calda, ne aveva proprio voglia. Da quando stava più a contatto con Ryo e da quando prendeva quelle compresse, le sensazioni di nausea si erano attenuate, almeno adesso riusciva a mangiare qualcosina.
Mentre sorseggiava la tazza di cioccolata davanti alla finestra, sentì due mani grandi avvolgerla, lei si lasciò andare a quel senso di protezione.
Era Ryo e lei lo sapeva, poteva riconoscerlo a miglia di distanza, il suo profumo, le sue mani erano inconfondibili.
Lui era Ryo ed emanava un’aurea che solo lei poteva sentire.
Si scambiarono un dolce bacio, al cioccolato, come buongiorno e dopo un po’ di coccole, Kaori iniziò a preparare per la cena. I bimbi sarebbero arrivati per ora di pranzo e Kaori gli avrebbe portati al Mc così avrebbero mangiato e giocato con i gadget.
Ogni tanto Ryo l’abbracciava da dietro e l’aiutava a cucinare, più che altro era una scusa per averla tra le braccia.
A Kaori toccarono i dolci e i contorni. Da Miki avrebbero cucinato i primi e poi erano in attesa della zia Matilde che sicuramente avrà portato qualcosa di buono.
Alla fine verso le undici, dopo un po' di coccole, riuscì a entrare nel bagno, non prima di aver aspettato mezz’ora prima che Ryo si decidesse a lasciarlo libero.
Indossò un completo sportivo costituito da un pantafunky grigio, Freddy, leggermente a vita bassa e che le faceva un bel sedere.
Sopra indossò una maglia rosa attillata, zero style a maniche lunghe della Nike e infine per completare il tutto decise di mettersi una felpa con cappuccio e zip, nera sempre della Nike, ai piedi un paio di scarpe da ginnastica.




Ryo quando la vide, per poco non gli venne un infarto, era vestita sportiva e comoda, sì, ma era maledettamente sexy.
Ed era sicuro che se l’avesse incontrata per strada, se lei non fosse la sua donna e se in grembo non portasse suo figlio, ci avrebbe provato subito, seduta stante.
Vedendo, però, quel sedere tondo e sodo, Ryo non riuscì a resistere e le toccò il culo e le sussurrò all’orecchio: “Hai deciso di farmi morire, sei eccitante al massimo oggi con questo completo, sei una bomba sexy.”
Kaori arrossì e iniziò a ridere e mentre ridacchiava, disse: “Scemo dai andiamo o facciamo tardi”.
Entrambi indossarono un giaccone e scesero giù, dove trovarono Mick ad aspettarli, arrivarono in aeroporto giusto in tempo per l’arrivo dei bimbi.
Quando i bimbi li videro, si staccarono dall’hostess e corsero subito ad abbracciare la zia, ma furono intercettati da Mick e Ryo che li presero al volo.
Kaori li baciò e li carezzò, li voleva prendere in braccio ma i due “carcerieri” gli avevano vietato ogni tipo di sforzo, compreso quello di dover sollevare un peso.
Erano arrivati a Tokyo, sani e salvi e appena sarebbero tornati a casa, avrebbero avvertito Susan e Luke che era andato tutto bene e che gli avrebbero aspettato per Capodanno.
Dopo aver ringraziato la signorina che molto gentilmente aveva accudito ai bambini durante il volo, andarono tutti al Mc, lì i bambini poterono giocare e divertirsi sullo sguardo vigile di Kaori, nel box bimbi e con le sorprese dell’Happy Meal.
Dopo che si furono sfrenati un bel po’, la piccolina stanca morta crollò tra le braccia di Ryo, a quel punto Kaori aprì il passeggino arrivato con i bagagli e Ryo, la fece adagiare al suo interno mentre Mick, la copriva con una copertina.
Con la piccola nel passeggino e Anthony in braccio a Mick, si avviarono al terminal d’arrivo per ricevere gli zii di Kaori.
Ryo sperava di non rivedere più la faccia di Mario, ma purtroppo per lui non fu così.
Il primo ad apparire al varco arrivi internazionali, fu proprio lui, Mario, seguito a ruota da Anna, e dagli zii di Kaori.
Ryo con la scusa di coprire meglio la piccola, si avvicinò a Kaori e la strinse a se, carezzò la fronte di Vale e baciò la sua amata.
Mario rimase un po’ disgustato dalla scena, ma ormai sapeva che lei non sarebbe mai stata sua e sospirando si avvicinò al trio, li salutò cordialmente, mentre al contrario la sorellina li salutò affettuosamente.
Anche gli zii di Kaori furono molto affettuosi e quando videro che Kaori gli aveva sistemati nella casa di fronte alla loro le furono molto grati per aver riservato a loro comunque un po’ di privacy.
Mentre gli zii si sistemavano, Kaori e Ryo, tornarono a casa, dove li aspettava Mick con i bambini.
Quando entrarono, trovarono lo zio addormentato sul divano, con le due piccole pesti crollate tra le sue braccia, era uno spettacolo dolce e tenero che fece sorridere gli amici.
Entrambi gli sweeper presero i bimbi imbraccio e li portarono a letto nell’ex camera di Kaori, dopodiché continuarono a preparare il cenone di Natale.
A un certo orario svegliarono Mick e lo misero sotto le fatiche mentre Kaori si dedicava i bimbi, svegli e più affamati che mai.
Dopo la merenda e l’aver giocato con la zia a nascondino, iniziò la lotta per prepararli.
I bimbi correvano per tutta la casa, scendevano e salivano le scale di corsa e si nascondevano negli armadi, Kaori che lì rincorreva.
Alla fine stremata si sedette sul divano.
Ryo, vedendo la situazione farsi ancora più tragica, d’accordo con Mick decise di mettere fine alla situazione.
Appena si avvicinarono a loro per scappare da Kaori, li presero imbraccio al volo e li bloccarono, minacciandoli che se non facevano i bravi, Babbo Natale non avrebbe portato niente.
Anthony: Ma Babbo Natale non esiste, lo sanno tutti ormai.
Vale: Non è vero esiste!
Anthony: No, non esiste, Babbo Natale e sono mamma e papà.
Vale: Noooo, non è vero, zio Mick dillo anche tu che Babbo Natale esiste.
Mick: Ehm, Kaoriiii ….
Kaori si alzò dal divano e si avvicinò ad Anthony.
Kaori: Vedi Anthony Babbo Natale esiste ma per raggiungere tutti i bambini del mondo, Babbo Natale si fa aiutare dai genitori di quei bambini, per cui spesso sono i genitori che comprano i regali per conto di Babbo Natale. In ogni modo, state tranquilli, ho parlato con Babbo Natale e mi ha assicurato che sarà lui stesso a portarci i regali per voi.
Arriverà con la sua slitta e le sue renne da zia Miki … ora, però forza a lavarsi o Babbo Natale sapendo che fate i capricci e che non andate da zia Miki, non vi lascerà i regali. Allora chi è che si fa il bagno per prima?
Anthony: Io!
Vale: No, io!
Kaori: Mi dispiace piccola, devi rimanere ancora un po’ con lo zio Mick, tocca ad Anthony farsi il bagno. Non credo che ti dispiaccia stare ancora un po’ tra le sue braccia. Vero, furbacchiona?
Vale: Zio, mio.  Lui è il mio fidanzato!
Tutti si misero a ridere avere quelle piccole pesti per casa, era un divertimento puro.
Mentre Valentina era coccolata, Anthony si preparò e si vestì come un piccolo ometto.
Kaori gli fece indossare un bel pullover a scollo a “V” con sotto una camicia, un paio di pantaloni neri di velluto e fu pronto.
Ora toccava a Vale, che non si voleva staccare dallo zio, dopo mezz’ora di storie, Mick riuscì a convincerla a farsi il bagnetto.
Kaori le fece indossare un vestitino rosso di velluto con le calze bianche sotto e le scarpine di vernice, era bellissima e gli zii se la “spupazzarono” per tutto il tempo che Kaori si preparava.
Quando Kaori scese le scale, i due sweeper rimasero senza fiato, era stupenda, indossava un vestitino succinto, molto corto.
Ryo cominciò a squadrarla dall’alto al basso notando ogni particolare, quella bocca sapientemente truccata, quei seni messi ancor più in evidenza, era sublime. Ora aveva capito perché gli aveva mollato i bimbi, perché se l’avrebbe vista così prima, dalla camera non sarebbe più uscita.
Vedendo il bustino di raso grigio senza spalline, con dei ricami neri e con delle coppe a balconcino che esaltavano maggiormente il seno.
Osservando quell’abito che avvolgendo perfettamente al suo corpo, da dea, evidenziava la vita minuta e i fianchi perfettamente proporzionati.
I suoi pensieri divennero sempre più impuri, s’immaginava di toglierle lentamente quel corpetto e farla sua, in quel momento.
Scendendo lo sguardo vide il resto del vestito, una gonnellina di raso corta, molto morbida e che a ogni movimento si muoveva sinuosamente facendo intravedere le lunghe gambe di lei.A quel punto i suoi pensieri impuri sparirono per far posto alla gelosia, che dovette tenere a freno.

Immagine tratta dal sito Edenstyle

Lo sguardo scese ancora un po’ più giù e noto delle calze, nere velate, autoreggenti, la sua libidine arrivò a mille assieme alla sua gelosia, sempre meno controllabile. Respirò e s’impose di scendere più giù e di non notare il ricamo della balza delle autoreggenti. Arrivato alle scarpe, decolté con un tacco relativamente basso, il suo sguardo risalì velocemente notando il coprispalle di pelliccia, rigorosamente sintetica, nera, che teoricamente doveva tenerla al caldo.
Mick si precipitò verso l’uscita a prendere il cappotto, per aiutarla a indossarlo, mentre Ryo chiudeva la casa e prendeva le ultime cose da portare al bar e uno scialle nel caso in cui, sicuramente, Kaori avrebbe sentito freddo.
Mick e Ryo nei loro completi eleganti, erano stupendi e sexy da far impazzire tutte le donne che li vedevano. Ryo era senza cravatta con il colletto sbottonato mentre Mick aveva la cravatta allentata.
Purtroppo per le ragazze, però, i due sweeper avevano il cuore e la mente occupata.
Ryo non aveva occhi che per lei. Mick idem, l’unica eccezione consisteva in Kazue, quando c’era lei, anche Kaori spariva.
Anche per gli uomini, che guardavano quella splendida donna, non c’era alcuna possibilità, Kaori viveva esclusivamente per Ryo.
Kaori appoggiata al braccio del suo amato andò a chiamare la zia.
Una volta che furono tutti pronti, Mick e Ryo si divisero gli ospiti e partirono alla volta del Cat’s.
Quando Kaori dovette entrare e uscire dall’auto, Ryo si mise davanti per non far vedere a nessuno le gambe della sua donna, nessuno doveva osare osservarla se volevano ancora vivere.
Durante il tragitto doveva tenere gli occhi ben incollati alla strada per non sbandare.
A ogni cambio marcia, poi, la mano sfiorava inavvertitamente le sue gambe, e lì doveva fare appello a tutto il suo sangue freddo di sweeper per non indugiare ancora su quelle magnifiche gambe.
Arrivati al Cat’s Ryo, aiutò Kaori a scendere dall’auto e la tenne per la vita, finché Mario non fu ben distante da loro.
Kaori, poi per tutta la sera ebbe Ryo alle costole, non la lasciava mai un secondo.
Anche in cucina era presente e, poverina, dovette aiutare Miki con Ryo al seguito. Aveva deciso di essere la sua ombra, ovunque andasse lei, lui gli stava dietro, doveva fare in modo che Mario non avesse mai la possibilità di avvicinarsi a lei mentre era sola.
A tavola si mise vicino a lei e ai bambini e scherzava insieme agli amici.
C’erano tutti! Kazue senza Mamoru, che era fuori per lavoro da più di una settimana, Doc e Kasumi.
Le tre Sorelle Nogami al completo, Saeko, Reika e Yuka che quasi diciottenne frequentava il terzo liceo.
Reika e Saeko per l’ennesima volta si ritrovarono single a Natale, poiché nessun uomo riusciva a sopravvivere alla cena con il commissario.
Naturalmente c’erano anche la signora Maria e suo marito Pino, Anna e purtroppo anche Mario, che non toglieva gli occhi da dosso a Kaori per un solo istante.
Mick era tutto preso da Kazue e quindi, almeno per quanto riguardava Mick, lui era tranquillo.
Il resto della serata passò senza intoppi, tutti aiutarono Miki e tutti facevano a gara per coccolarsi quel piccolo cucciolo di pochi giorni.
Kaori e Ryo soprattutto non riuscivano a staccarsi dalla loro figlioccia, chiunque li guardava poteva notare che in loro c’era uno sguardo, un’aria particolare, quando guardavano la piccola Nami.
Quando fu il momento dei regali con la scusa di aiutare la zia Eriko a portar dentro i regali, i bambini furono allontanati dal locale per qualche minuto, il tempo necessario da far arrivare i doni di Babbo Natale.
Una volta entrati i bimbi e videro i doni, si fiondarono sotto l’albero ad aprirli.
Valentina e Anthony ebbero il Canta tv di Hanna Montana con il cd delle canzoni del telefilm, dalla zia Miki e dallo zio Umi.
Dallo zio Mick Vale ebbe la Barbie de “il Castello di Diamante” invece Anthony i pattini blu per bambini.
Kaori gli fece dei piagimini con degli orsacchiotti sopra, rosa e celeste.
Invece la zia Eriko gli regalò dei bei giubbotti caldi, dei piumini di sua creazione.
La zia Kazue e Doc regalarono a Valentina Cicciobello bua e il carrello del dottore sempre di Cicciobello.
Ad Anthony, invece, da Kazue ebbe un gioco Disney Art Attack "Il Teatro delle Marionette”, da costruire, per inventare fantastiche storie.
Da Doc, invece, Anthony ebbe “Il corpo umano”, un gioco che spiegava in modo facile e immediato il corpo umano, grazie ad un modello da assemblare con scheletro, organi e muscoli.
Alla piccola Nami invece fecero peluche morbidi, tutine, carillon. Tutte cose che potevano piacere a una bimba di pochi giorni.
Tra gli adulti si erano messi d’accordo di non fare regali e di farli solo ai bimbi, ma a quanto pare Doc non rispettò i patti e consegnò a loro una busta.
L’aprirono e Kaori trovò un bigliettino che diceva “ Congratulazioni mamma e papà”, aprì il secondo foglio e lesse il risultato delle analisi, positivi, Kaori era incinta. Era ufficiale Ryo stava per diventare padre, il più felice di questo mondo.
A quel punto vollero comunicare la loro gioia a tutti e Kaori iniziò dai bimbi.
Kaori: Valentina, Anthony ho una notizia da darvi, venite qui.
Anthony: Dicci zia!
Kaori: Vi ricordate voi di Giada? Vero?
Valentina: Shi, la mia cuginetta che ora sta in cielo.
Kaori: Vi manca molto? Vi piacerebbe avere una cuginetta o un cuginetto con cui giocare?
Anthony: Sì, zia, io voglio un cugino così facciamo cose da maschi.
Kaori: Sareste contenti se la zia vi dicesse che aspetta un bambino?
Valentina: Shiiiiiiiiiiiiiiii!
Ryo: Allora tra qualche mese, la zia partorirà un bimbo, piccolo come Nami e voi avrete un cuginetto o una cuginetta.
Siete contenti?
Valentina: Shiiii, zio però tu mi coccolerai sempre?
Ryo: Ma certo tu sei la mia principessina.
Tutti fecero festa alla notizia della gravidanza di Kaori, tutti tranne Mario, ora doveva proprio scordarsela Kaori, sarebbe stato meglio per lui.
La serata finì intorno alle due, con i bimbi ormai addormentati tra le braccia di Ryo e Kaori, mentre Nami era crollata appena da dieci minuti.
Ognuno tornò a casa propria, tranne per Mick e Kazue che complice l’atmosfera della serata e l’alcool continuarono la serata da lui….

 

Auguri di Buon Natale anche se in ritardo e di un Felice 2009! A Tutti i lettori di questa storia strampalata!
Un bacio Ily

   
 
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