Restò nella sua stanza per qualche minuto a riflettere sulle parole della dea. A stento riusciva a credere alle parole della dea. Il suo cosmo incompleto. Ancora non credeva che fosse vero.
Allora andò al campo di addestramento per sfogarsi un po' e per reprimere la rabbia che aveva dentro.
I suoi amici la raggiusero poco più tardi. Avevano saputo quello che era successo.
- Povera Hikaru, la notizia è parecchio sconvolgente – mormorò Kaede.
- Sono d'accordo. Mi fa così pena vederla così – disse Sayuri, sospirando.
- Ha bisogno del nostro aiuto, se si allena così finirà per ammazzarsi – replicò Mikan.
Detto questo, l'amica le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla.
- Fermati adesso, non serve a niente fare così, solo a distruggerti – le disse Mikan.
Hikaru si fermò, ansimante.
- Immagino che abbiate saputo – mormorò.
- Si, e anche noi siamo abbastanza scossi dalla notizia – disse Ichigo.
- Tutto quell'addestramento per poi scoprire che non sono pronta per via del mio cosmo incompleto, è una vera ingiustizia – borbottò Hikaru, seccata.
- Su, non te la prendere, noi abbiamo fiducia in te, soprattutto Hachiro, non dimenticarlo – le disse Sayuri.
Hikaru sorrise, rassicurata.
- Lo so, e vi ringrazio per il vostro sostegno – li ringraziò lei.
- Ehi, siamo una squadra, e in una squadra ci si aiuta a vicenda – ribattè Kaede, divertito.
Fecero un abbraccio di gruppo e poi si allenarono insieme.
Dalla finestra, Athena e Hachiro li guardavano, inteneriti.
- Sono dei ragazzi in gamba i tuoi allievi – esordii la dea.
- Lo so e sono fiero di loro. Hikaru è in buone mani con loro al suo fianco – mormorò Hachiro, sospirando.
- So che sei preoccupato per lei, ma non temere, è una ragazza forte e lo sai anche tu come lo so io – replicò Athena, seria.
- Lo so molto bene mia signora – replicò lui.
- Stalle vicino – mormorò la dea.
Hachiro annuì. Hikaru aveva bisogno di lui, come lui di lei.
Erano l'uno la speranza dell'altro.
E mentre la guardava divertirsi con i supi compagni, li si scaldò il cuore nel vederla felice. Ma si chiedeva per quanto quella sua felicità sarebbe durata.