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Autore: Vanilla_91    30/04/2015    9 recensioni
Potrebbe essere il solito cliché, ma di scontato e ripetitivo non c'è nulla quando si parla di lui, InuYasha Von Taisho.
Poco più di vent'anni e una vita perfetta: una famiglia solida e benestante, un gruppo di amici, quelli di sempre, con cui condividere ogni esperienza e una ragazza popolare, che sembra essere uscita da uno di quei film per teenager americani che InuYasha tanto detesta.
Anche la natura è stata generosa con InuYasha, che da più di un anno è diventato l'idolo di centinaia di ragazze, grazie alla sua carriera di modello.
La vita di Kagome è diametralmente opposta. La sua famiglia cade a pezzi, può contare sul sostegno della sua unica vera amica, ma non ha tempo per l'amore.
InuYasha sogna la fama, il successo, la gloria, l'unica cosa che Kagome desidera dalla vita è un attimo di tranquillità.
Perchè due destini così diversi dovrebbero mai incrociarsi?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Miroku/Sango
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Kagome sbuffò rumorosamente, non appena i suoi piedi superarono l'ultimo gradino scheggiato.
Aveva ritirato quella mattina il suo primo stipendio da quando aveva cominciato a lavorare a casa Von Taisho e subito ne aveva impiegato una cospicua parte per saldare piccoli debiti sparsi un po ovunque e riempire i mobili della dispensa ormai eccessivamente vuoti.
Quello shopping improvvisato e le condizioni stazionarie di suo nonno, che quella mattina l'aveva addirittura riconosciuta, l'avevano messa di ottimo umore.
Salire le buste colme per oltre i cento gradini diroccati non era stato semplice, ma non aveva voglia di sprecare quella bella occasione con pensieri tanto banali.
Osservò l'orologio che portava al polso e aumentò la cadenza dei passi. Ci teneva a non far attendere la sua migliore amica..

 

 

-Insomma pare che tutto stia procedendo nel migliore dei modi.- proclamò Sango.
-Si,ammetterlo mi fa quasi paura.- assentì Kagome.
Avevano scelto il solito bar. Non erano interessate alle persone che gli stavano intorno. Quando erano insieme, ovunque si trovassero, il mondo smetteva di esistere.
- Sono davvero felice per te, amica mia. Continuando di questo passo, forse l'anno prossimo potrai realizzare il tuo sogno di iscriverti all'università.-
-Sarebbe bellissimo. Non sai quanto ci terrei a laurearmi prima che mio nonno..- non continuò la frase, perché la voce le mancò.
Entrambe sapevano come sarebbe andata a finire, le parole, che non facevano che rendere il tutto maggiormente doloroso, erano superflue.
-E a te? Come procedono gli studi?- domandò Kagome, per scacciare il silenzio calato.
Sango sospirò, bevendo un sorso della sua ordinazione.
-Sono alle prese con un esame terribile, da sostenere con un docente altrettanto terribile. Non ho possibilità di scelta: non posso rimandarlo ulteriormente o il mio rendimento calerà e perderò la borsa di studio.-
-Ce la farai, Sango. Non conosco nessuno più determinato di te.-
-Ti ringrazio, Ka-chan. Piuttosto, c'è una cosa che vorrei chiederti.-
-Dimmi pure.- la incoraggiò.
-Se a casa Von Taisho fosse necessario un aiuto occasionale, tienimi pure presente.-
-Sango, ti sei messa a cercare un lavoro?-
-No, no, nulla di giornaliero o troppo impegnativo. Sono alla ricerca di qualcosa di sporadico, che mi permetta di racimolare qualcosa. Sai che mi arrangio a fare la baby sitter o la dog sitter, o qualunque altra cosa mi capiti.- spiegò la ragazza.
Kagome annuì, riflettendo.
-Capiti a pennello, Sango. Tra poche sere a casa Von Taisho verranno degli ospiti, ci saranno i genitori di InuYasha con altri amici. Kaede, la governante, è disperata per l'insufficienza di personale. Potrei provare a farle presente la tua offerta.-
-Mi faresti un gran favore e poi sarebbe bello lavorare con te per una sera, Ka Chan.-
-Certo, dovrò riabituarmi ai turni serali.-
-Non li preferisci?-
-Non è quello. Ultimamente ho sempre lavorato la mattina o il pomeriggio, InuYasha ha richiesto che mi venissero assegnati solo questi due spezzoni di orario. È molto comodo, ma non vorrei passare per quella “raccomandata”. Quello zuccone è convinto che sia troppo pericoloso per me tornare a casa la sera tardi. Quante paranoie si fa quel ragazzo.- ridacchiò, parlando a raffica.
-Kagome.- la richiamò l'amica, osservandola con più attenzione - da quanto tu e InuYasha Von Taisho siete così in confidenza? C'è forse qualcosa che dovrei sapere?-
La moretta arrossì sotto lo sguardo acuto dell'amica.
-No, no, ma cosa vai a pensare.- si affrettò a negare. -Semplicemente InuYasha è stato molto gentile con me. Lui è molto diverso da come me l'aspettavo.-ammise con candore.
Le parve strano dichiararlo a tono alto, di fronte a qualcuno, ma sapeva che quella pronunciata era pura verità.
Durante quei trenta giorni aveva conosciuto dei lati di InuYasha che neanche aveva creduto potessero esistere. Quel ragazzo dagli occhi scuri, dietro quel lato altezzoso,prepotente e presuntuoso, nascondeva un carattere generoso, umile e disponibile.
E nonostante detestasse il modo continuo in cui lui la stuzzicava, non poteva negare di aver imparato giorno dopo giorno a conoscerlo, rispettarlo e stimarlo.
-Tuttavia, non è stato a causa della sua fidanzata super modella se hai perso il lavoro?-
-S..sì..cioè no..cioè non lo so. Ho sempre creduto fosse avvenuto a causa sua, ma non ne ho mai avuto le prove.-
-Perché non glielo chiedi?-
-Stai scherzando? Vuoi che le piombi di fronte e le domandi "ehi, sei stata tu a denunciarmi al direttore dell'hotel in cui lavoravo perché mi hai trovato nella tua camera, in bagno col tuo fidanzato mezzo nudo?". Direi che non è proprio la tattica migliore per tenermi stretto questo lavoro.-
-Beh, forse hai ragione.-
-E poi, non mi è mai capitato di incontrarla in casa di InuYasha. Del resto, è raro che io lavori di notte e molto spesso anche InuYasha è via.-
-In ogni caso: meglio così. Che sia stata lei o meno, solitamente queste tipe sono tutto meno che simpatiche. Meglio starle lontano.-
-Già, hai proprio ragione.-

 

 

Tre pomeriggi dopo il buon umore di Kagome non era stato intaccato.
I preparativi per l'arrivo dei coniugi Von Taisho procedevano con grande fervore, sotto l'attenta ed esperta guida di Kaede.

Tuttavia, quella strana agitazione che si respirava in un luogo solitamente tranquillo, cominciò a renderla vagamente ansiosa.
Gli oggetti più svariati avevano preso a sfuggirle dalle mani e lo stress le impediva di mantenere la mente concentrata.
La presenza di Sango, che Kaede aveva accolto con calore, in parte l'aiutò a calmarsi.
-Perché mi sembra tu abbia la testa tra le nuvole?- le domandò l'amica, intenta a spolverare una mensola già perfettamente pulita.
- Non so, è che l'agitazione che si respira oggi è del tutto nuova per me. Sai che quando sono ansiosa do il peggio di me. Divento goffa e logorroica, ma ci terrei davvero a fare una bella impressione sui genitori di InuYasha-
-Temi siano i soliti ricconi snob con la puzza sotto il naso?- chiese, schietta, Sango.
-Non saprei, ma mi auguro di no.-
-Non crucciatevi, ragazze. I coniugi Von Taisho sono delle splendide persone. Ve ne renderete conto voi stesse.- le riprese bonariamente Kaede, avendo udito i loro sussurri.
Colte in flagrante e improvvisamente a disagio, entrambe trascorsero l'intero pomeriggio a svolgere con solerzia i rispettivi compiti senza più ritornare sull'argomento.

Quando infine giunse la sera, Kagome poté ammirare il risultato complessivo dell'ottimo lavoro svolto dal personale.
La sala da pranzo risplendeva di propria luce e le candele, sapientemente sparse in giro, creavano un'atmosfera piacevole e raffinata.

La lunga tavola era stata apparecchiata per quattro commensali, con bicchieri di cristalli e stoviglie di pregiata fattura.

Lo stile occidentale predominava in tutta la moderna casa, ma al centro del tavolo e sparse qua e là erano state sistemate splendide composizioni floreali, frutto dell'armoniosa arte nipponica dell'Ikebana (*)
Fiori non completamente sbocciati e dai colori tenui rilasciavano un piacevole odore e davano un aspetto maggiormente elegante alla tavola.
-Dunque, è tutto chiaro? Svolgete i vostri compiti con l'usuale abilità e tutto andrà bene. Ci tengo a fare bella figura. Facciamo quindi in modo che la serata trascorra nel più piacevole dei modi. In qualsiasi momento, non esitate a domandare il mio aiuto.- concluse il suo discorso Kaede, con l'abituale tono rassicurante.
Tutti annuirono, sparpagliandosi all'interno della grande casa per svolgere al meglio il proprio ruolo.
Kagome sorrise a Sango, che si allontanò verso le cucine.

Alla prima sarebbe toccato il servizio in sala, alla seconda essere d'aiuto in cucina.
Quando alle 21:00 in punto il campanello suonò, Kagome sentì il nervosismo aumentare.
Stirò eventuali ed inesistenti pieghe dalla gonna della divisa e si stampò in volto un sorriso cordiale.
Mentre Kaede accoglieva il padrone di casa e i suoi ospiti, lei si concesse di studiarli.
Il signor Von Taisho era un bell'uomo sulla quarantina. Il volto dai lineamenti seriosi ricordavano perfettamente quelli del figlio.
Il completo elegante che indossava metteva in evidenza una corporatura alta e muscolosa. La donna, la signora Von Taisho, era quanto di più bello Kagome avesse mai visto.

I lunghi capelli neri le contornavano il volto dall'incarnato pallido e dalla piacevolezza rara. L'espressione dolce e pacata, acuiva maggiormente l'eleganza di quella donna.
L'altro ospite era un ragazzo, probabilmente suo coetaneo. Il fisico atletico e scolpito era volutamente valorizzato da un abbigliamento aderente ed informale. Gli occhi, di uno straordinario color azzurro, erano solcati da sopracciglia scure e contestavano con i capelli castani legati in un bizzarro codino.
Conosceva quel sorriso sornione e sensuale: Miroku Acchimon, l'agente di InuYasha.

Aveva visto la sua foto su numerose riviste. La sua farfalloneria e le sue molteplici conquiste erano argomento costante dei giornali di gossip.
Infine, studiò InuYasha è si riscoprì sinceramente felice di rivederlo.
Il padrone di casa indossava un banale pantalone nero, abbinato ad una camicia bianca.
-Kaede, questi fiori sono bellissimi. Quanto manca il tuo tocco professionale in casa nostra.- dichiarò Izayoi.
Quella voce catturò immediatamente l'attenzione di Kagome, che quasi ignorò il saluto che le rivolse InuYasha quando le passò accanto.
Era un tono così dolce, premuroso..così da mamma. Non le vennero in mente altri termini per definirlo.
-Kaede, ci sarà pure un modo per riportarti in casa nostra. Izayoi è disperata da quando hai deciso di seguire InuYasha nella sua nuova abitazione.-
-Niente da fare! La mia balia non si muove da qui.- negò InuYasha, sotto lo sguardo divertito del padre.
La serata passò tranquilla, portata dopo portata.
Kagome ebbe l'occasione di notare quanto l'atmosfera fosse serena, familiare, amorevole..qualcosa che mai aveva avuto modo di sperimentare.
Quella che aveva di fronte era una famiglia felice. Era ben diversa da quelle che aveva incrociato quando lavorava all'hotel: coniugi impegnati a sorridere per tenere lontano il sospetto del tradimento e per salvare le apparenze.
I Von Taisho incarnavano il suo ideale di famiglia e, per un momento, provò un pizzico di invidia ripensando alla sua infanzia.
- Ehi,ragazzina, non mi hai sentito?-
Quel tono saccente e quel nomignolo la risvegliarono dalla fantasia dei suoi pensieri.
Arrossì, rendendosi conto di essere al centro dell'attenzione e conscia di aver perso un pezzo di conversazione diretto a lei.
-InuYasha, ma che modi sono? Che fine ha fatto il rispetto che io e tuo padre abbiamo tentato di insegnarti?- lo rimproverò, indignata, Izayoi.
-N..Non si preoccupi,signora.- mormorò Kagome, mentre sentiva la rabbia crescere.
Le provocazioni di InuYasha l'avevano sempre fatta infuriare, in qualche modo anche divertita, ma in quel momento si sentiva a disagio e in imbarazzo per il modo in cui lui l'aveva apostrofata e richiamata.
-Su, ragazzina, non farti pregare..vieni qui.-
-InuYasha! Mi sembra di averti appena detto che..-
-Non preoccuparti, Izayoi. Questi due non fanno che battibeccare in continuazione.- si intromise Kaede, sospirando allegramente.

Kagome si avvicinò ad InuYasha, continuando a fulminarlo con lo sguardo.
Si sentiva a disagio, studiata e impreparata alla situazione nella quale era stata coinvolta.
-S..sì..dimmi..- mormorò.
-Mamma,Papa, Miroku, lei è Kagome. Se vi state chiedendo chi ha realizzato questa composizione, sono sicura che l'artefice sia proprio questa ragazzina.-
-Davvero sei stata tu?- domandò, meravigliata, Izayoi.
-S..si, signora.- bisbigliò, timorosa.
- Sono assolutamente splendidi.-
-E' vero, ragazza, il tuo è un dono. Hai forse frequentato qualche corso?- concordò il signor Von Taisho.
-I..io..g.grazie.- balbettò, giungendo le mani e arrossendo maggiormente.

-N..no, i fiori hanno sempre rappresentato una grande passione per me, ma solo di ciò si tratta.-
InuYasha ghignò, divertito. Non riusciva a credere che la ragazza che aveva di fronte si imbarazzasse in tal modo per qualche complimento.
-Guardati, ragazzina, sei diventata rossa come una scolaretta. Non ti starai montando la testa per tutte queste lodi, vero?- la stuzzicò il padrone di casa.
Il suo intento era provocarla, riuscire a toglierle quel velo di compostezza e timidezza che la ingabbiava e far fuoriuscire il suo vero carattere. Una personalità che gli piaceva da morire; era fiera, testarda, schietta e determinata, ma non perdeva mai il rispetto verso l'altro e la dolcezza.
Ormai l'aveva capito: Kagome era fuoco mascherato da placido agnello.
Ciò che ancora non conosceva, erano tutte le ferite e gli eventi che avevano forgiato il carattere di lei e per questo rimase completamente spiazzato nel vedere gli occhi azzurri della ragazza inumidirsi.
InuYasha scattò in piedi, con l'intenzione di far qualcosa..Non voleva certo che lei piangesse.
Non la toccò, restò fermo dinnanzi a lei, che ricambiò il suo sguardo.
-Quel che mio figlio voleva dire è che se ti ha chiesto queste cose è solo perché anche io sono una grande appassionata di fuori e rimedi naturali. Ho una grande serra in cui ne coltivo una grande quantità, di cui molti provenienti da posti lontani.- si intromise la voce calma di Izayoi.
-Deve essere stupendo.- sussurrò la ragazza.
-Lo è per chi ama i fiori come noi, Kagome. Ti andrebbe qualche volta di venire a visitarla? InuYasha potrebbe accompagnarti.-
-Mi piacerebbe tanto.-
-Se è quel che vuoi, una volta o l'altra ti ci porterò- dichiarò il padrone di casa, ritornando al proprio posto, senza perder di vista la ragazza.
-Signori, se gradite, il dolce sta per essere servito.- annunciò il maggiordomo.
L'attenzione e la conversazione presero strade diverse, permettendo a Kagome di riacquistare tranquillità.
Fu soltanto due ore più tardi che i coniugi Von Taisho si congedarono, dispensando calorosi saluti e apprezzamenti.
Il personale, rapido e silenzioso, cominciò immediatamente a ripulire.

 

-E con questo abbiamo finito.- dichiarò Kagome, riponendo gli ultimi utensili.
- Sono molto stanca.- mugugnò Sango, sbadigliando.
-Anche io, ma prima di andare via c'è una cosa che voglio farti assolutamente vedere.-
Si cambiarono velocemente e Kagome guidò l'amica verso i piani superiori.
Spalancò una delle porta finestre e la scortò verso il terrazzino che circondava quasi interamente il piano superiore della casa.
La visione di Tokyo illuminata, mozzò il fiato anche a Sango.
-Non ho mai visto la città da quassù. È splendida!-
-Come ho già detto alla tua amica,è grazie alla visuale che ho preferito proprio questa casa rispetto alle molte altre che mi hanno proposto.-
La voce del padrone di casa fece sobbalzare le due ragazze, distratte dal panorama e colte alla sprovvista.
-InuYasha.- sussurrò Kagome.
Lo studiò, ma non le parve seccato dalla sua iniziativa.
-Qualora te lo stessi chiedendo, non sono arrabbiato, ragazzina. Hai fatto bene a portare la tua amica qui, è una vista da non perdersi.-
Kagome gli sorrise, tranquillizzata.
-La ringrazio, signor Von Taisho. Kagome, credo sia ora di andare. La fermata non è molto vicina e impiegheremo un po per raggiungere la metropolitana.-
-Sì, hai ragione.-
- Non se ne parla nemmeno, non permetterò certo che due fanciulle di tale bellezza vaghino di notte sole e vulnerabili.- si intromise Miroku, con tono accorato.
Le due ragazze si fissarono, sorprese e confuse, mentre InuYasha si limitò a sussurrare uno sconfortato "ci risiamo".
- Il mio nome è Miroku e sono al vostro servizio, mie dolce fanciulle. Sono qui pronto a realizzare ogni vostro desiderio.- dichiarò con tono malizioso, facendo ridacchiare Kagome.
-Vedi di smetterla, imbecille. Kagome, resta! Ho bisogno di parlarti.-
-Cosa? Intendi proprio in questo momento?- domandò con tono meravigliato.
-Sì, non preoccuparti, sarò io stesso a riaccompagnarti dopo.-
-E Sango?-
-L'accompagnerà Miroku. Tranquilla, è in buone mani.-
-Beh, se per Sango non è un problema.-
-Mentre voi due discutete mi occuperò io di questa deliziosa fanciulla.- proclamò il ragazzo, afferrando Sango e trascinandola quasi di peso.
-Spero non sia pericoloso.- mormorò Kagome, distrattamente.
- Ti ho detto che non c'è da preoccuparsi: nonostante l'impressione che dà di sé, è un tipo apposto.-
-Non era a questo che mi riferivo.-
-Al massimo le proporrà di fare un figlio insieme, come fa con tutte le belle donne che gli passano sotto il naso. Credi che la tua amica possa irritarsi con te?-
-No, ma c'è poco che Sango detesti più degli uomini farfalloni. Ehm..Quando lei si arrabbia fa davvero paura. È per il tuo amico che temo, non per lei.- ridacchiò.
-Qualsiasi cosa lei gli farà, se la sarà meritata.-
Attraversò il terrazzino, sorpassò Kagome, per lasciarsi andare contro la ringhiera..il volto rivolto alla caotica Tokyo.
Un leggero venticello soffiò facendo rabbrividire la ragazza.
Il silenzio calato era leggero, piacevole, ma la curiosità di Kagome ebbe la meglio.
-Di cosa volevi parlarmi? C'è forse qualcosa che non va?- domandò, agitandosi.
InuYasha sbuffo, rumorosamente.
-Ascolta bene, ragazzina, perché non lo ripeterò. Non è da me fare cose del genere, perché non sono bravo con le parole, non sono capace di chiedere scusa. Prima, durante la cena, ti ho offesa? Ho visto i tuoi occhi oscurarsi e la cosa non mi è piaciuta.- dichiarò, con voce seria e sicura.
Kagome chinò il capo, impreparata a quelle parole. Un miscuglio di sentimenti cominciò ad agitarlesi in petto.
-Se davvero ti ho offeso, sappi che non era davvero quella la mia intenzione.- ripeté.
- Non mi hai offeso, il problema sono io. Non sono molto avvezza ai complimenti.-
-Hai questa sorta di maschera che cela la vera te stessa. Davvero non capisco perché ti ostini a sembrare ciò che non sei.-
-Una maschera? Credi che io sia una persona falsa.-
-Non è ciò che ho detto. Hai un carattere determinato, schietto, ma ti ostini ad ingabbiarlo e a celarlo con la modestia e la timidezza.- asserì, con tono sicuro.
Kagome si morse il labbro, a disagio. L'analisi che lui le aveva riservato non era poi così lontana dalla realtà.
Possibile che con lui si fosse aperta tanto senza rendersene conto?
InuYasha era un ottimo osservatore, comprese. Le parole non gli erano servite, i suoi silenzi e i suoi gesti per lui erano valsi di più.
- Non sei obbligata a rispondermi.-
-Non è esattamente come dici tu. Quelli sono lati del mio carattere, mille sfaccettature diverse e complementari. Mi piacerebbe essere più sicura, più aperta, ma poi la timidezza e la paura di sbagliare mi bloccano. Quando perdo la calma urlo, ma poi me ne pento. Questa sono io, una continua negazione di me stessa.-
-Io la penso diversamente su di te, ragazzina. Io credo tu abbia una personalità forte, che molti ti invidierebbero.-
-Ciò che sono è conseguenza di ciò che sono stata- si lasciò sfuggire.
-Che vuoi dire?- le domandò, voltandosi finalmente a fissarla.
Kagome per la prima volta si concesse di studiarlo davvero, con attenzione.
Il bagliore della luna e le luci provenienti dall'interno della casa le consentirono di avere una visuale alquanto chiara.
Il corpo statuario era perfettamente evidenziato e valorizzato dall'abbigliamento comunque pratico.
I muscoli delle braccia, tesi nello sforzo di stringere la ringhiera, erano ben visibili. Quasi poté sentirne la compattezza, lasciandoci semplicemente scorrere lo sguardo.
Il volto dai lineamenti marcati era risoluto. Le labbra piene e gli occhi profondi, scuri, magnetici furono ciò che maggiormente attirano la sua attenzione.
La sincerità che vi lesse dentro, la convinsero.
Non aveva mai raccontato a nessuno quella storia, eccetto a Sango.
- Non ho molti ricordi dei miei genitori, poche ombre sfocate e voci lontane. Avevo forse cinque anni quando mio padre è morto, a causa di un tumore. Mia madre l'ha seguito nemmeno un anno dopo, per mezzo della stessa malattia.-
-Sei rimasta orfana, dunque.-
-Sì, ma a quel tempo non ho sofferto molto per la situazione..Non potevo capire fino in fondo cosa significasse che i miei genitori erano volati in cielo. Non avevo fratelli, nè zii, solo un nonno che non avevo mai conosciuto. Nonno Izuno non aveva mai approvato il matrimonio della figlia, non conosco i motivi di questa scelta. So, solamente, che dopo tanti anni senza avere notizie di sua figlia si è ritrovato a crescere una bambina della quale forse non conosceva neanche l'esistenza.-
-Tuo nonno è la tua famiglia, quindi.-
-Già, lo è stato per un po.- mormorò, con tono amaro.
-Che significa?-
-Quando mi ha preso con sé, mio nonno mi detestava. Sono sicura che non fosse facile accettare la perdita della figlia e avermi tra i piedi gli faceva solo più male. Ero una bambina sola, che aveva cambiato città e che non riusciva a parlare con suo nonno, questo spiega quel lato più chiuso del mio carattere. Ma non voglio lagnarmi, perché le cose sono mutate, piano piano. Io e mio nonno abbiamo imparato a conoscerci, a capirci, e in quel momento ho compreso davvero quanto anche lui soffrisse. Mi ha permesso di avere un' adolescenza semplice, spensierata, con mille sforzi mi ha permesso di studiare, ma poi tutto è precipitato di nuovo. Mio nonno è malato, ha l'Alzheimer.-
Tacque immediatamente quando sentì la voce tremare.
Non voleva piangersi addosso, non voleva che la gente provasse pietà per lei.
-È per questo motivo che cercavi a tutti i costi un lavoro. C'è qualcosa che i dottori possono fare?- le chiese, avanzando nella sua direzione.
Scosse il capo, non rifulgendo il suo sguardo.
- No, la malattia farà il suo corso. I medicinali lo aiutano a stare meglio, ma in alcuni momenti non mi riconosce più.- ammise.
InuYasha annuì, lasciando che il silenzio classe nuovamente su di loro, come un invisibile sipario.
Pensò a lungo a coda dire, ma le sue labbra rimasero sigillate.
-Credo sia il momento di andare. Non c'è bisogno che ti disturbi, la metropolitana non è lontana.- affermò, di colpo a disagio.
Si voltò, pronta a correre via, ma lui fu più veloce.

Le catturò il polso e l'attirò verso sè, finché i loro corpi non si toccarono. Una mano di lui le cinse la vita, un'altra sprofondò tra i capelli corvini di lei.
Non ci fu bisogno di parole nemmeno quella volta, con lui.
Quell'abbraccio era l'unica cosa di cui davvero necessitava. Due braccia forti che la scaldassero, la sostenessero e non la facessero sentire più sola.
-Grazie, InuYasha.-



(*) L'Ikebana=L'Ikebana è l'arte giapponese che riguarda la composizione dei fiori tagliati, anticamente nota come Kad. La traduzione della parola Ikebana significa, letteralmente, fiori viventi e vide la luce in Oriente, sviluppandosi soprattutto in Giappone, dove divenne un'espressione artistica che si diffuse poi in tutto il mondo. Nacque quando il buddhismo arrivò in Giappone con l'usanza delle offerte floreali. Agli inizi, questa forma di arte era praticata soltanto dai nobili e dai monaci buddhisti.
Nel praticarla alcuni utilizzano vasi bassi, sassi, rami secchi ed altri materiali naturali. Gli elementi sono, solitamente, disposti in modo da formare un triangolo.
Il ramo più lungo indica la vicinanza con il cielo, il più corto la terra e quello intermedio l'essere umano.I fiori utilizzati non sono mai completamente sbocciati, proprio per riflettere l'deale giapponese secondo il quale bisogna assistere alla nascita della vita e non alla sua fine. Nel nostro paese quest'arte arrivò intorno agli anni '60.

Morbo di Alzheimer = 
La malattia di Alzheimer-Perusini, detta anche morbo di Alzheimerdemenza presenile di tipo Alzheimerdemenza degenerativa primaria di tipo Alzheimer o semplicemente Alzheimer, è la forma più comune di demenza degenerativa progressivamente invalidante con esordio prevalentemente in età presenile (oltre i 65 anni, ma può manifestarsi anche in epoca precedente). Si stima che circa il 60-70% dei casi di demenza sia dovuta a Alzheimer disease (AD). Il sintomo precoce più comune è la difficoltà nel ricordare eventi recenti (perdita di memoria a breve termine). Con l'avanzare dell'età possiamo avere sintomi come: afasiadisorientamento, cambiamenti repentini di umore, depressione, incapacità di prendersi cura di sé, problemi nel comportamento. Ciò porta il soggetto inevitabilmente a isolarsi nei confronti della società e della famiglia. A poco a poco, le capacità mentali basilari vengono perse. Anche se la velocità di progressione può variare, l'aspettativa media di vita dopo la diagnosi è dai tre ai nove anni.
[Fonti: Wikipedia]

NOTE DELL'AUTRICE:
Eccoci qui con il quarto capitolo. Non è una parte entusiasmante o allegra, ma ci permette di conoscere il passato di Kagome. Non ho molto da dire, se non grazie a tutti voi che seguite questa storia.
Sene avete voglia, sarò lieta di conoscere il vostro parere :D
Baci

 

   
 
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