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Autore: anxioussquirrel    30/04/2015    2 recensioni
Se vi è piaciuta It's not babysitting e volete continuare a leggere di questi Kurt e Blaine in questa collezione troverete dei missing moment, ricordi e squarci del futuro.
TRADUZIONE A CURA DI MANU00
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Cooper Anderson, Kurt Hummel, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments, Raccolta, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Buona sera a tutti quanti, come state? A me manca tantissimo glee, e non riesco ancora a credere che non vedremo più una puntata nuova... Comunque sia oggi mi sono consolata con le nuove foto dello spettacolo di Darren a Broadway... Che cosa meravigliosa! Che uomo meraviglioso!

Passando ad altro... Questa è la quarta e, per il momento, ultima one shot. In realtà la storia originale non è completa, ma io la segnerò come tale in quanto non viene aggiornata da molto tempo e l'autrice pubblica solo quanto riceve l'ispirazione. Finora non c'è stata, ma se le cose dovessero mai cambiare voi sarete i primi a saperlo e a leggere.

Non sto a dirvi quanto sia stressante e impegnativo questo periodo per me perché so che non potrebbe importarvene di meno, ma credo vi importerà sapere che per il momento non posso materialmente cominciare la pubblicazione di una nuova storia. Ci sto lavorando e nelle prossime settimane potrei pubblicare qualche anteprima della nuova traduzione, ma per il momento vado troppo a rilento per poter fare previsioni sulla nuova data di inizio pubblicazione, sappiate solo che sono sempre al lavoro (quando posso, ovviamente) e che ci rivedremo presto, probabilmente d'estate, con un'altra meravigliosa nuova storia di MrsCriss ;)

Vi auguro un buon primo maggio, divertitevi tutti. Per qualsiasi informazione sulle storie potete trovarmi su Facebook, Twitter e Tumblr

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Ci sono volte nella vita in cui tutto va bene, ogni pezzo del puzzle alla fine sembra combaciare perfettamente. Poi, a volte, qualcuno ti toglie la terra da sotto i piedi, lasciandoti a raccogliere i pezzi.

E va bene; è così che va la vita.

Ma quando la persona che distrugge la terra e fa crollare il paradiso è la stessa che ti ci ha portato e che ha costruito il tuo posto sicuro... a volte è troppo.

Con niente a cui aggrapparti, sembra essere una questione di tempo prima di cadere.

***

Sebastian era preoccupato.

C'era qualcosa che non andava in Kurt quella sera. Sarebbe dovuto uscire con James a scegliere la torta per il matrimonio a capodanno, a sistemare gli ultimi dettagli – e invece aveva chiamato Sebastian mezz'ora prima, chiedendogli se fosse libero con quella voce fragile che Sebastian aveva sentito solo poche volte prima. Significava che non c'era nulla di buono.

C'era qualcosa che non andava.

Doveva finire solo le ultime cose prima di poter lasciare l'ufficio, quindi gli avrebbe offerto da bere se Kurt fosse andato a prenderlo. Se a casa sua o in un bar lo avrebbe deciso quando avrebbe potuto controllare l'umore di Kurt. Aveva di nuovo litigato con James per qualcosa legato al matrimonio – con tre settimane rimaste Kurt a volte si trasformava in una sposa godzilla – o era successo qualcosa di più serio?

Tranne per il fatto che Kurt sarebbe dovuto arrivare da dieci minuti, e Sebastian non poté fare a meno di preoccuparsi. Prese il telefono.

Il vento soffiava in sottofondo quando Kurt rispose, la voce attutita.

“Pronto?”

“Cupcake, non dovresti già essere arrivato? Posso lucidare la targa da socio con il mio nome solo un certo numero di volte prima di annoiarmi.”

Kurt sembrava... distante? “Oh, sono qui. Sono solo salito sul tetto e ho perso la cognizione del tempo. La vista qui è spettacolare.”

Qualcosa bloccò la gola di Sebastian, la paura gli strinse lo stomaco. “Il tetto? Kurt, sei pazzo? È dicembre e... no, okay, sto venendo a prenderti. E poi ti chiederò delle spiegazioni, perché-”

Sentì un beep costante all'orecchio. Kurt aveva riattaccato.


Ci sono dei momenti che, quando sono stati vissuti, rimangono con te per sempre, tatuati nella memoria come dell'inchiostro indelebile. Vedere Kurt – letteralmente – sul cornicione era decisamente uno di quelli.

Sebastian si immobilizzò sulla soglia della porta, l'immensità del tetto davanti a lui. Non aveva bisogno di dettagli per sapere chi fosse quella figura scura nella parte più lontana, un contrasto forte sul nevoso cielo grigio scuro. Per un momento fu incapace di muoversi perché Kurt se ne stava lì, in piedi su quel fottuto muretto, e Dio, se lo avesse spaventato...

Ma doveva raggiungerlo, doveva tirarlo giù, cosa stava facendo?

Attraversò il tetto con gambe tremanti, il più silenziosamente possibile con la neve che scricchiolava sotto i suoi piedi, in un ampio cerchio in modo da entrare prima nella visuale periferica di Kurt. Ci mise una vita, ma quando Kurt voltò la testa per guardarlo, Sebastian si lasciò scappare un sospiro che gli sembrava di aver trattenuto per troppo tempo.

Fu un sollievo solo temporaneo.

Il volto di Kurt era del tutto sbagliato, vuoto e assente, bianco come la neve, con gli occhi spalancati e assenti, e se Sebastian si era spaventato prima, non era nulla paragonato a come si sentiva in quel momento. Lo approcciò lentamente, la mano allungata.

“Kurt, scendi da lì. Fa freddo ed è pericoloso e-”

“Mi ha lasciato.” La voce di Kurt era appena udibile nel vento, i suoi occhi rivolti verso il basso, alla strada sotto. Sembrò non notare affatto la mano di Sebastian.

Oh cazzo.

“Kurt. Ti prego scendi, parliamone qui.” Non gli piaceva il panico crescente che sentiva nella sua voce, non voleva far fare a Kurt qualcosa di affrettato, ma Dio, se era vero... James era il tutto di Kurt, in una maniera malata, e Sebastian ebbe problemi a trovare la cosa giusta da dire. “Sono sicuro che si tratta solo di un fraintendimento, sistemerai la cosa nel giro di niente. Lui ti ama Kurt, andiamo.”

“Mi ha portato a cena, mi ha stretto la mano e mi ha detto di dubitare di noi da mesi e che non può farlo, che non riesce ad immaginarci tra cinque anni.” La voce di Kurt era monotona, il viso inespressivo. “Ha mandato a monte il matrimonio.”

Barcollò improvvisamente, come se le sue ginocchia stessero cedendo sotto il peso delle sue parole, e Sebastian fu certo che il suo cuore si fermò per i secondi che servirono a Kurt per riprendere l'equilibrio sul cornicione scivoloso.

Quando ritrovò la voce era roca, fratturata.

“Allora è un idiota e non merita il tuo tempo. E di certo non merita che ti butti giù da un grattacielo per lui.”

“Non voglio buttarmi.” Kurt sembrava più distante ad ogni minuto che passava. “È solo che qui fuori c'è così tanta pace. Voglio addormentarmi e non pensarci perché tutto fa male quando lo faccio. Voglio scivolare e annegare in questa città. Voglio che il mondo si fermi.”

Kurt-” Sebastian non sapeva cosa dire.

Kurt si stava chiaramente perdendo. Non lo aveva mai visto in quel modo, lontano dallo star bene. Quello era reale, in quello stato era un pericolo per se stesso, e lì non c'era nessun altro a parte loro, nessuno che potesse aiutarli e cazzo, cosa fa uno quando il suo migliore amico perde la testa per il dolore?

Sebastian non si era mai sentito così perso prima, e così dannatamente consapevole di quanto terribili sarebbero state le conseguenze di una qualunque mossa sbagliata.

Imprecando a bassa voce cercò di non pensare ai quaranta piani di nulla se non aria congelata sotto, si mise in ginocchio sul muretto accanto ai piedi di Kurt, raggiungendolo.

“Kurt, ti prego. Non è la fine del mondo, hai me, Cooper e la tua famiglia, ti aiuteremo, andrà tutto bene di nuovo, solo... Ti. Prego. Scendi da lì.” Adesso non cercava nemmeno di sopprimere la paura nella sua voce.

Kurt lo ignorò per sporgersi un po' più avanti e guardare giù. “Hai mai notato quanto silenzio c'è quassù?” Chiese senza pensare.

Beh ovvio che c'era silenzio. Sebastian non voleva nemmeno pensare a quanto fossero in alto.

Il piede di Kurt tremò di nuovo, questa volta di più.

Probabilmente la diceva lunga su quanto Kurt significasse per lui dato il fatto che Sebastian cominciò a mettersi in piedi sul muro per allungarsi e dargli supporto prima che la sua mente avesse il tempo di comprendere e rimproverarlo. Kurt gli afferrò il braccio e si diede equilibrio. Poi batté lentamente le palpebre e posò lo sguardo sul volto di Sebastian, più sveglio e con gli occhi spalancati.

“Cosa stai facendo idiota? Soffri di vertigini! Scendi giù!”

“Beh, grazie per avermelo ricordato, adesso fammi un favore e lascia questa posizione così strategicamente pazza così che possa farlo anche io.” Chiaramente l'essere stato sul punto di morire aveva svegliato la coerenza nascosta rimasta in lui. Sebastian era impressionato da se stesso. Ovviamente avrebbe preferito saltare la parte della morte.

“Va bene.”

Senza difficoltà Kurt si voltò sul posto e saltò giù sul tetto prima di porgere la mano a Sebastian, che l'afferrò grato. Quando si ritrovò al sicuro sul terreno solido, le gambe di Sebastian cominciarono a tremare così tanto che dovette inginocchiarsi per un momento. Era senza fiato e si sentiva la testa leggera, come se avesse appena corso una maratona.

“Oh cazzo Kurt, porca puttana, non farlo mai più. Mai.”

Kurt cominciò a piangere.


Più tardi quella sera, dopo la crisi di Kurt nel taxi e due ore passate a singhiozzare accoccolato su un lato del divano di Sebastian, le cose si calmarono. Sebastian diede a Kurt un tranquillante (Ambien) e lo mise a letto, mettendosi accanto a lui tanto per consolarlo quanto per paura che avesse qualche altra idea spaventosa nel corso della notte.

Sebastian non amava le coccole, aveva bisogno di molto spazio personale a letto proprio come nella vita giornaliera, ma quella notte sapeva che non si sarebbe mosso di un centimetro. Strinse Kurt con forza mentre la droga cominciava a fare la sua magia, facendogli capire che le cose sarebbero andate bene, benissimo persino, senza quel coglione di James, e che un giorno un uomo meraviglioso, l'uomo dei suoi sogni, sarebbe entrato nella sua vita e sarebbe stato tutto ciò che Kurt aveva sempre desiderato, e anche di più. Era solo una questione di tempo.

Kurt mormorò “Non succederà” prima di addormentarsi.

***

Kurt non aveva mai veramente preso in considerazione il suicidio. Neanche nei momenti più bui al liceo, quando tutto ciò che avrebbe potuto desiderare era una via di fuga dalla sua piccola cittadina omofoba – un prospetto così distante da sembrare un miraggio. Anche in quei momenti, schernito e preso di mira dai bulli, fatto sentire inadatto ogni giorno, non aveva mai pensato potesse essere più facile mettere fine a tutto. Perché non era fatto così. Non era uno che mollava, e poi sarebbe stata una cosa egoistica. Non importava quanto poche, c'erano comunque delle persone che tenevano a lui.

Quindi quando si era risvegliato la sera precedente, l'essersi ritrovato su quel tetto, sul bordo del cornicione, era stato terrorizzante. Ricordava tutto troppo vividamente: l'aver guardato giù nell'oscurità, le luci e la vita della città che aveva scelto come casa e che aveva amato negli ultimi dieci anni; i fiocchi di neve che gli cadevano sulle ciglia, il vento freddo che gli scombinava i capelli con delle carezze pesanti.

Non si sarebbe mai ucciso. Eppure, in quella notte di follia, la vita non era stata la scelta ovvia.


La prima cosa che uscì dalla bocca di Kurt quando aprì gli occhi e vide Sebastian guardarlo con un'espressione preoccupata fu “Giuro che non mi sarei buttato.”

La seconda fu “Grazie.”


  
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