Fanfic su artisti musicali > Fifth Harmony
Segui la storia  |       
Autore: Pando91    01/05/2015    6 recensioni
Chris e Camila si frequentano da un mese. Quando Chris la invita a cenare con la sua famiglia, Lauren la incontra e tutto cambia.
"Li sento ridere e quando finalmente entrano nel mio campo visivo, lo stomaco mi si chiude e le mani cominciano a sudarmi.
È bellissima.
I capelli lunghi marroni fanno da cornice ad un viso dolce e magro. Gli occhi color nocciola risplendono di luce propria ma la prima cosa che noto sono le labbra, piene e all’apparenza soffici. Si morde il labbro inferiore, probabilmente agitata. Il mio sguardo scende sul suo corpo, incantata dalla bellezza semplice della ragazza che ho di fronte."
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Ally Brooke, Camila Cabello, Dinah Jane Hansen, Lauren Jauregui, Normani Kordei
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO TERZO



Il pensiero di Camila è ora lontano, o perlomeno è quello che mi sto continuando a dire da più di una settimana, dopo la serata al cinema. Non l'ho più sentita, e dopo quello che le ho detto quella sera, lei non mi ha più scritto. Ha fatto finta di stare male il giorno ormai predestinato per le ripetizioni, e dentro di me nonostante il sollievo di non dover affrontare altre ore da sola con Camila, ho trovato un piccolo disappunto infastidirmi il cuore e la mente, ma è durato poco ed è questo che conta.

Il ricordo della sera al cinema si riproduce di nuovo nella mia testa, e mi fermo un attimo, lasciando andare i capelli che sto per chiudere in una treccia, la mano sospesa e la mente altrove, i minuti che passano che mi dividono alla festa che sta per arrivare.
 

FLASHBACK
 

“Perché ti fermi?”

Chris mi pone la domanda dopo alcuni minuti di tragitto verso il cinema.

“Devo prende DJ e Mani”

Non ricevo risposta, il mio tono freddo e distaccato. So che questo comportamento non è dei migliori, so che la mia reazione è sbagliata, ma in realtà è tutto quello che provo che lo è. Quindi mi limito a non guardare niente, a non sentire niente.

Sollevata, vedo Normani e Dinah, che mi stanno aspettando nel vialetto, raggiungermi ed entrare in macchina.

Entrambe mi guardano con un’espressione sorpresa quando notano la presenza di Chris e Camila. Dopo le presentazioni, Dinah comincia a parlare e io comincio ad insultarla internamente.

“Venite al cinema con noi?”

Non lascio rispondere nessuno.

“No, li stiamo solo accompagnando”

Ma Chris si intromette e cambia i programmi.

“Cosa andate a vedere?”

Dinah gli risponde entusiasta, spiegando la trama di “The duff” e io cerco di guardare davanti, non permettendomi di lanciare uno sguardo arrabbiato alla mia amica. So che lo sta facendo apposta per mettermi in difficoltà, lo faceva sempre.

“Sembra simpatico, che ne dici?”

Si gira verso Camila, proponendole di unirsi a noi. Lei fa spallucce, concorda con Chris e il danno è fatto.

Normani mi lancia uno sguardo divertito e preoccupato. Io mi irrigidisco all’idea della presenza di Camila, costante e perpetua. Avrei voglia di prendere a schiaffi Dinah per le sue solite proposte: volevo solo passare una serata con le mie amiche, senza troppi pensieri.

Quando raggiungiamo il cinema, dopo aver parcheggiato, prendo Dinah e Normani sotto braccio e cammino veloce, con l’intenzione di distaccarmi dalla coppia.

“Non sapevo volessi morire giovane” sussurro rabbiosa alla mia amica, digrignando i denti.

Lei ride.

“Sarà divertente” è l’unica cosa che dice, prima di arrivare alla biglietteria. Faccio finta che loro non esistano, ma quando entriamo in sala la sorte non è dalla mia parte e ovviamente finisco vicina a Camila, che di fianco ha Chris.

Ti prego, fa sì che non siano la tipica coppia che si sbaciucchia al cinema.

Mi muovo a disagio sulla sedia, mentre Normani che è vicina a me mi racconta l’ultimo film che ha visto.

Guardo dritto verso lo schermo, non posando per un istante lo sguardo su Camila. La vicinanza con il suo corpo non aiuta: il suo profumo raggiunge le mie narici e devo fare un respiro profondo per non girarmi. Li sento ridacchiare riguardo a qualcosa, un barattolo di popcorn posati sulle gambe di Camila. Con la coda dell’occhio osservo la sua figura, esile e tentante. Appoggio il braccio sul manico della sedia e stringo la mano, allontanando la sensazione di ossessione che mi possiede quando la ho vicina.

Il film comincia, e dopo pochi minuti il suo respiro è sul mio orecchio e la sua voce è bassa. I brividi attraversano la schiena e tutto il corpo e devo stringere ancora più forte per non girarmi e avere la tentazione di baciarla.

“Vuoi dei popcorn?”

Scuoto la testa, incapace di reagire diversamente. Non voglio sembrare scortese e maleducata, ma sento che è l’unica cosa che possa trattenermi da non fare azioni stupide.

Il film per fortuna risulta essere divertente, e per la durata del primo tempo riesco a concentrarmi sugli attori e sulle situazioni imbarazzanti di questa ragazza che sente di essere la brutta della scuola. Quando le luci si accendono e la solita pausa prende la sala, il bisogno di alzarmi è imminente.

“Vado un attimo in bagno”

Annuncio, ma quello che sta per arrivare non migliora la situazione.

“Vengo con te”

La voce di Camila mi raggiunge, e quando passo davanti a Normani e Dinah le prego con lo sguardo di venire con me. Nessuna delle due, troppo divertite da quello che sta succedendo, sembra volermi accontentare. Ridono di sottecchi e scuotono la testa. Sbuffo senza farmi vedere, precedendo Camila.

Quando entriamo nel bagno, il mio sguardo concentrato sul pavimento, la sua mano tocca il mio braccio e non posso far altro che alzare gli occhi su di lei.

“Va tutto bene?”

La sua domanda mi prende contropiede, il suo sorriso dolce e il suo sguardo concentrato. Annuisco, tentando di raggiungere il bagno, rinchiudermi dentro e scrollarmi la sensazione del suo tocco delicato, ma lei parla di nuovo.

“Ti infastidisco?”

A questo punto mi giro, sorpresa.

“Come?”

“Non voglio sembrare inopportuna, ma ho come la sensazione di infastidirti”

La sua preoccupazione mi fa sentire scoperta e nuda sotto i suoi occhi percettivi, e la mia sensazione di rifiuto verso l’idea di Camila mia mi rende nervosa. Cerco le parole adatte e non le trovo, la mia mente che mi fa sputare fuori qualcosa di inadeguato ma di giusto per allontanarla da me.

“Solo perché sei la ragazza di Chris non vuol dire che dobbiamo essere per forza amiche. Non mi conosci, quindi non insinuare cose che non sai”

Lo dico con rabbia, e con la stessa rabbia, più rivolta a me stessa che nei suoi confronti, marcio verso la porta ed esco dal bagno. Bastano pochi secondi per pentirmi delle mie parole dure, ma il danno è fatto, e per ora è l’unica cosa che mi rende in grado di non dover fingere.

Ho sempre odiato fingere.
 

FINE FLASHBACK
 

Dentro di me il cuore palpita, gli occhi di Camila, un po' tristi e sorpresi che continuano a viaggiare nei miei ricordi. Sbuffo, finendo infine la treccia. Non mi sono comportata bene, o perlomeno non mi sono comportata nel modo più educato possibile, ma nonostante tutto sono contenta di averle detto quelle parole.

Fare la cattiva non è mai stato uno dei miei tanti pregi, ma questo mi ha permesso di starle lontana e ora come ora mi sembra l'unica soluzione migliore. Normani e Dinah non sono state d'accordo, quando le ho raccontato di quello che è successo con Camila nel bagno. Mi hanno detto di aver esagerato e di aver ingigantito qualcosa che potrebbe essere soltanto una stupida cotta. Se da una parte mi ritrovo, ancora ad oggi, a darle ragione, dall'altra non posso fare a meno di pensare a come sarebbe finita che mi fossi data l'opportunità di conoscerla. Non che non l'avrei mai più rivista, ma l'occasione sarebbe spuntata solo per Chris e questo mi basta.

Mi liscio il vestito che scende leggero fino alle ginocchia. Do un ultimo sguardo allo specchio prima di dire alle mie amiche che in pochi minuti sarei stata da loro.

Andare ad una festa, il pensiero di sentirmi tranquilla, senza nessuna pretesa di finzione mi fa star bene. Nonostante l'immagine di Camila, seduta in macchina dietro con Chris, rispunta a volte nella mia mente, riesco a tenerla lontana.

Quando raggiungiamo la casa, la musica rimbomba e riusciamo a sentirla dal vialetto. Parecchie macchine sono già parcheggiate sulla strada, scomposte e disordinate. Questa sera Normani si è offerta di guidare, il che vuol dire che io e Dinah possiamo toccare bevande alcoliche.

Non voglio ubriacarmi, ma quando entriamo e una massa di adolescenti balla, uno sguardo rilassato e divertito sul volto, non posso fare a meno di trasportare le ragazze in cucina per riempire un bicchiere a me e Dinah. Non c'è molta scelta, o birra o assenzio, ovvero la cosa più innocua e la cosa più pesante al mondo. Mischio l'assenzio con la menta, ma quando il primo sorso attraversa la mia gola, non riesco a trattenere uno sguardo schifato e mi sento in fiamme. Osservo Dinah e la sua reazione, uguale alla mia, ma non mi importa. Con coraggio e noncuranza continuo a bere, fin quando, dopo aver incontrato diverse persone, Shawn, un nostro compagno di scuola, mi passa un bicchiere pieno.

Arriviamo tra la massa della gente e ci sentiamo subito schiacciate. Quando riusciamo a trovare un punto della stanza più libero, sento già la mente liberata e lo sguardo vacillare. Rido da sola, trasportata dall'alcool che mi circola nel sangue e Dinah che, già ubriaca, comincia a fare un balletto stupido.

Balliamo insieme, sogghignando a volte, spingendoci e improvvisando passi di danza che nemmeno sanno di quello. Dinah si struscia contro il mio corpo, in modo sensuale, e io non posso far altro che portare la testa all'aria, scossa da una risata isterica.

Mi porto le mani tra i capelli, incapace di controllarmi, credo vestendo uno sguardo un po' sbieco ma sensuale, ed è in questo preciso momento che la vedo. Devo sbattere due o tre volte gli occhi per rendermi conto che la sua presenza è reale, troppo allucinata per capire se effettivamente è Camila la ragazza appoggiata al muro, esattamente di fronte a me.

Mi guarda per pochi secondi, lo sguardo che non fa intravedere nessuna emozione, e poi torna a parlare con una probabilmente sua amica: bassina, capelli chiari e sorriso a trentadue denti. Posso già sentire che emana un'energia positiva anche solo dal modo in cui muove le mani. Dopo poco però, la ragazza si allontana, e Camila rimane sola.

“Guarda chi c'è, non ti eccitare Lauser”

Dinah, incontrollabile, lascia dalla bocca le prime parole che le vengono in mente e in men che non si dica la mia mano finisce sul suo braccio, un colpo forte a fermarla. Sono ubriaca, ma non così tanto da non accorgermi del suo comportamento completamente inadeguato. Mentre si strofina la spalla, massaggiandola, alza una mano e la scuote ferocemente verso Camila. Lei fa un piccolo sorriso e le risponde, ma rimane dov'è, e io devo trattenermi per non andarle incontro. Come se non bastasse, i miei occhi finiscono sul suo corpo, e non è un bene. Un vestito attillato rende preponderanti le sue curve, che datele nei punti giusti creano una forma che non puoi non guardare, non notare, non desiderare. I suoi capelli sono lisci, le spalle lasciate libere.

Quando incontro i suoi occhi, lei mi guarda e io non capisco più niente. Cercando di non andare verso di lei, guardo il bicchiere che è a metà e ingurgito il liquido che la mia gola non sente più. Butto il bicchiere su di un tavolo, e ricomincio a ballare.

Normani alza gli occhi al cielo, quando Dinah barcolla. Io rido, tentando di non porre l'attenzione su di lei, anche se ora, ubriaca come sono, vorrei che i suoi occhi siano solo su di me, su di me che ballo, che rido, che mi tocco i capelli.

E' sbagliato Lauren.

Ma questo pensiero non basta, visto che dopo pochi secondi, mentre ballo secondo i miei canoni sensuali, i miei occhi sono di nuovo su di lei, che però ora sta parlando con un ragazzo. In realtà non sembrano molto amici, e sembra che lui ci stia provando, perché continua a prenderle la mano, che lei con gentilezza scrolla dalla sua. O forse è solo la mia realtà distorta che cerca ogni modo di trovare un contatto, anche fosse uno stupido ragazzo da cui salvarla.

Quando lui le mette le mani attorno al collo, tentando di avvicinarla a sé, il mio cuore perde un battito e si riempie di rabbia. Camila lo respinge e io sono già sul piede di guerra quando Normani tenta di fermarmi.

“Lauren, non fare cavolate”

Ma non la sento e non voglio sentirla, in realtà. Passo tra la gente, spingendo gli eventuali corpi che mi cadono addosso e allontanando mani che non dovrebbero essere dove sono. Marcio fino a che il ragazzo che mi dà la spalle è a pochi centimetri da me. Tentando di ricompormi, anche se le mie ginocchia vacillano e non so per quanto io possa ancora stare in piedi, metto una mano sul braccio di quell'individuo e lo allontano da Camila.

Lui si gira sorpreso e scocciato.

“Cosa vuoi? Io e Camilla qui stiamo cercando di avere un momento per noi”

L’orrore della pronuncia del suo nome mi fa rabbrividire, oltre al fatto che nonostante il mio tentativo di allontanarlo, lui ha ancora una mano sul braccio di Camila. Sbuffo quando si rigira. Non la guardo, ma con forza lo spingo via. Io stessa retrocedo di qualche passo, scossa dallo spintone che ho dato al ragazzo.

“Ma che cazzo fai?”

Lui alza le braccia in alto. Guardo verso Camila, che schiacciata contro alla parete, prende un respiro e mi osserva.

“Stai lontana da lei”

Il mio viso rabbioso e lo sguardo furioso devono essere sinceri e predominanti sul mio volto perché lui sbatte gli occhi prima di fare un sorriso di scherno.

“Ci provo con una ragazza e scopro che è lesbica, non è la mia serata”

Sbuffa scontento, uno sguardo disgustato sul viso. Sto per raggiungerlo quando la mano di Camila afferra la mia e mi trascina di fuori. Nonostante la mia situazione e il mio stato indubbiamente poco chiaro, posso sentire le sue dita tra le mie, e se la mia testa girava prima, ora è un vortice.

Forse me ne sarei dovuta stare dov'ero.

“Che cosa fai? Mi so difendere”

Mi lascia la mano, uno sguardo di rabbia sul viso.

“Bel modo di dire grazie, Camilla

Ripeto il nome nello stesso modo in cui quel ragazzo l'aveva detto poco prima. Mi tolgo i capelli dalla fronte, scossa e incapace di stare ferma, ogni cosa un po' sfocata, il buio che non aiuta e neanche la mancanza di musica che mi rende capace di sentire le orecchie che mi fischiano.

“L'avrei mandato via, chi pensi di essere? Prima non mi vuoi nemmeno provare a conoscermi e poi quasi meni un ragazzo che ci stava semplicemente provando?”

Il mio sguardo scatta sul suo viso, un senso di colpevolezza che mi attraversa. La mia lingua non vuole darsi un contegno e comincia a formare parole un po' sgranate.

Semplicemente provando? Ti ricordo che sei fidanzata con mio fratello, non puoi andare alle feste e permettere che qualcuno ti metta le mani addosso”

Accorcio la distanza che c'è tra noi, il suo sguardo sorpreso e stupito.

“So benissimo con chi sto, non ti preoccupare. Chris sa di potersi fidare, non lo tradirei mai!”

Sbuffo, un sorrisetto stupido sul viso, e con poca delicatezza mi giro, andando verso la piscina. Probabilmente la mia camminata non è delle più promettenti, anche a causa dei tacchi, perché Camila mi segue e appena raggiungo il bordo della pozza d'acqua sto per caderci dentro.

In quel secondo, il suo corpo si attacca al mio, da dietro. Il mio respiro si ferma e il cuore comincia a battere come non dovrebbe, e scopro di essere di nuovo allo stesso punto, che la mia infatuazione non è passata. Il suo profumo si attacca al mio vestito, le sue mani aggrappate alle mie braccia. Il suo viso è tra i miei capelli e posso notare riflesso nella luce il suo sguardo spaventato.

“Hai un buon profumo”

Esce dalle mie labbra, incapace di trattenermi a condividere una delle cose che la caratterizzano. Potrei riconoscere quell'aroma dappertutto. Mi chiedo se a Chris abbia fatto lo stesso effetto.

Chris.

Quando mi torna in mente mio fratello, tento di liberarmi dalla presa, ma sono talmente vicina al bordo che cado miseramente nell'acqua, trascinando Camila con me. Non è mia intenzione, ma quando la vedo bagnata, lo sguardo esterrefatto e la bocca aperta, non posso fare a meno di scoppiare a ridere.

Sono completamente immersa nell'acqua. Mi attacco al bordo, le mie sensazioni troppo amplificate e l'alcool in circolo che mi fa sentire poco protetta, e dalla mia bocca continua ad uscire una risata che di sexy ha poco.

Dopo alcuni istanti, un piccolo risolino attraversa anche le labbra di Camila, e quando mi osserva e si osserva, bagnate fradicie, i vestiti zuppi e la pelle d'oca, per non parlare del trucco già sbiadito, lei scoppia a ridere con me.

È una delle più belle sensazioni che io abbia mai provato. Mi sento a casa, mi sento nel posto giusto, al momento giusto, con la persona giusta. La guardo, ancora ridendo e poi la schizzo piano, godendomi il suo sguardo sorpreso. Ma Camila, che sa stare al gioco, si avvicina piano e senza preavviso prende due bracciate d'acqua e me le spruzza addosso. Se il salto nella piscina non mi aveva completamente bagnato i capelli, ora sono un piccolo pulcino sotto la pioggia.

Una guerra comincia, le nostre risate che si uniscono, le nostre mani che combattono. L'alcool comincia a drenare, e piano, piano i miei occhi cominciano a guardare meglio, perlomeno quando non sono sott'acqua.

“Smettila, smettila!”

Ma Camila non si ferma, imperterrita, continuando a tentare di affogarmi.

“Questo è per avermi trattata male al cinema!”

Quando riemergo, tento di articolare una risposta concreta, e prima di finire di nuovo in acqua, tento di dire “te lo meritavi”, scherzando. Una volta giù, provo a liberarmi dalla presa afferrandole le gambe, cercando di farla sbilanciare. Una volta riuscita nel mio intento, lei si allontana e io riesco a far capitolare la mia testa sopra al filo dell'acqua.

Le sue braccia tentano di nuovo di colpirmi, ma le mie mani sono veloci e le afferrano e le abbassano. Ci ritroviamo con il mio corpo contro il bordo della piscina, le nostre pelli a contatto, un sorriso largo sul volto.

“Te lo meritavi”

Ripeto, scandendo le parole. Lei mi lancia uno sguardo arrabbiato.

“Cosa? Stavo solo cercando di non darti fastidio!”

Tenta di liberarsi ma questa volta la mia presa è forte.

“Avevamo parlato sì e no tre volte e già ti preoccupavi? Che carina”

La stuzzico, uno sguardo malizioso e di presa in giro sul volto.

“Beh adesso almeno so che neanche io voglio avere niente a che fare con te”

Ma nelle sue parole non c'è verità e posso capirlo dal suo sguardo.

“Ma come, dopo averti salvata stasera? La gratitudine, questa sconosciuta”

Scuoto la testa, sembrando offesa.

“Non mi hai salvata, me la sarei cavata benissimo da sola”

Annuisco, poco convinta, le mie mani ancora sulle sue braccia.

“Certo, dov'erano le sue mani scusa? Sul collo, giusto?”

Quando le lascio la presa, le mie mani finiscono e si aggrappano al suo collo e lei non fa niente per fermarmi.

Sbagliato Lauren, dannatamente sbagliato.

“Cosa ti stava dicendo?”

E capisco che non sono io a parlare, che quella percentuale di alcool che ho nel corpo e che non è sparita del tutto, si sta ripresentando più viva che mai, prendendosi una piccola rivincita. Il mio tono è basso e malizioso e vorrei fermarmi, lo vorrei così tanto.

Lei apre la bocca una volta, prima di riuscire a parlare.

“Non mi ricordo”

Ma non le credo e la spingo a parlare.

“Dì la verità, Camila”

E’ quasi un ordine e lei lo segue.

“Mi ha detto che voleva ballare con me e che ero la più bella della serata, ok?”

Quel ragazzo non era poi così tanto stupido dopotutto.

“Fantasioso il ragazzo”

Lei sbuffa. Le mie mani si muovono dietro al suo collo, il suo corpo paralizzato. Formo con le dita piccole figure e devo trattenermi per non scendere sulla schiena.

“Sentiamo, cosa dovrebbe dirti un ragazzo per conquistarti?”

Una ragazza

La correggo, e non sembra sorpresa. Alza una mano di lato, come se non fosse importante.

“Non dovrebbe dirmi niente. Per me basta solo uno sguardo”

La fisso, un sorriso gentile sul viso, questa volta. Le accarezzo i capelli con la mano, il rumore dell'acqua che si scontra con i nostri corpi e il bordo piscina. C'è silenzio. I nostri respiri galleggiano nell'aria, le mie mani che giocano con alcune ciocche dei suoi capelli.

“Non guardarmi così”

Mi dice, conscia del mio sguardo provocatorio.

“Ti volevo solo dimostrare che un solo sguardo può fare tutto”

Il mio tono è basso e la sua bocca è mezza aperta. Ci guardiamo per quello che sembra l'infinito, e poi il mio cervello suona e la mia mente diventa buia. Le mie mani si staccano dal corpo di Camila e l'immagine di Chris si forma davanti a me.

Sento un’espressione sorpresa ed impaurita scaturirmi sul volto e dopo pochi secondi libero le mani dal collo di Camila ed esco dall'acqua con una sola spinta, la paura di poter fare qualcosa di male, la paura che non lei non voglia rifiutare, la paura che lei mi rifiuti.

Lei sembra scossa, ma mi segue.

“Andiamo”

Le dico, e il nostro momento è finito. Il mio cervello mi ha salvata di nuovo, mi chiedo solo per quanto ancora potrà resistere.



Pandangolo:

Buonasera, finalmente sono tornata con il terzo capitolo di questa storia. Scusatemi per l'attesa, ma come sempre il lavoro mi lascia poco tempo per far tutto, quindi ci metto di più a buttare giù qualcosa!

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, ringrazio tutti tutti per leggere e commentare!! 

Buona notte e buona giornata,
Pando :D

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Fifth Harmony / Vai alla pagina dell'autore: Pando91