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Autore: Classicboy    01/05/2015    3 recensioni
AU! Modern, AU! Mistery, AU! Fantasy
Nel villaggio tra le montagne di Cover Village tutto sembra scorrere nella più assoluta tranquillità.
Ma allora perché Hazel ha la sensazione che ci sia qualcosa che non va? Perché suo fratello si comporta in maniera così paranoica? Perché lui ed il padre non le hanno mai parlato del fatto che, prima di farla vivere con loro, vivevano lì? E soprattutto chi è la misteriosa figura di cui tutti parlano ma di cui nessuno fa cenno quando lei è presente?
Verità e fantasia a volte si confondono, rischiando di diventare un incubo senza vie d'uscita.
C'è un motivo se un tempo le persone avevano paura del buio...
ATTENZIONE: STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA, CI SCUSIAMO PROFONDAMENTE PER IL DISAGIO!
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hazel Levesque, Quasi tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAP.4: NEBBIA

 

 

Passarono alcuni giorni, durante i quali Hazel legò sempre di più con i ragazzi conosciuti in mensa. Alla fine riuscì a trovare un aggettivo per ciascuno di loro: Percy era affidabile, Annabeth era ingegnosa, Piper era ammaliante, Jason era coraggioso, Leo era spiritoso e Frank era...

Quello era l'unico punto della sua visualizzazione che non riusciva a far quadrare. Che cos'era Frank per lei? Timido, questo di certo. Impacciato? Sicuramente si. Da come l'aveva visto sollevare una tavolata per avere più spazio in mensa, probabilmente era anche forte. C'era una parola però che lo descriveva al meglio, ma che lei si rifiutava di usare: carino.

Lo trovava carino, era un dato di fatto. Lo considerava come un tenero cucciolo di elefante o di panda, che doveva avere continuo bisogno di coccole e di attenzioni.

Ben presto, Frank diventò il suo migliore amico, quello con cui passare la ricreazione e con cui scherzare. Senza contare che stava anche simpatico a Nico, che riusciva a stare in sua presenza senza esibirsi in battutine acide.

Così Hazel quel sabato mattina si ritrovò di fronte allo specchio ad osservare il completo che avrebbe indossato per andare in città con il ragazzo e gli altri. Era euforica. Negli anni passati non era mai arrivata a quel grado di amicizia con qualcuno dopo così poco tempo, adesso invece si ritrovava ad uscire con ben sei persone.

Inspirò a fondo prima di prendere lo zaino e dirigersi verso la stazione dei treni dove era fissato l'incontro.

“Sei sicura di non volere un passaggio con tutta questa nebbia?” le chiese il padre preoccupato.

Lei guardò fuori, e vide che effettivamente c'era proprio una coltre fitta di densa nebbia bianca. Dava quasi l'impressione che un fumo magico circondasse la casa.

Scosse la testa: “No, grazie. La fermata è a cinque minuti a piedi da qui. Arriverò subito e senza incidenti” sorrise ed uscì.

Dopo alcuni minuti, si rese però conto che c'era qualcosa di strano in quella nebbia. Era davvero densa. Sembrava che ti si appiccicasse addosso come uno strascico. Inoltre il freddo era talmente intenso da darle la sensazione di perforarle le ossa. Aveva sentito parlare di “freddo pungente”, ma in quel momento pensò che quello non fosse solo un modo di dire.

Deglutì ed affrettò il passo.

Ad un certo punto sentì una voce provenire dalla nebbia

'Abbi cura di lui'

“Cosa?” disse sempre più nervosa.

'Tempi oscuri si stanno avvicinando, devi essere forte per entrambi'

Sempre più agitata guardò nella cortina che la circondava, finché non vide ad una ventina di metri di distanza una figura di una ragazza con un cappello in testa, ferma e immobile.

Non riusciva a distinguerne con precisione i particolari, però aveva un'aria familiare.

“Chi sei?” chiese cercando di mostrarsi più coraggiosa di quanto fosse in realtà

'Sii forte' ripeté, prima di voltarsi per andarsene nell'oscurità.

“Aspetta!” urlò Hazel, rincorrendola. Quella ragazza era importante, glielo diceva l'istinto, e lei avrebbe fatto di tutto per raggiungerla.

Però, a pochi centimetri da lei, la nebbia si diradò, facendole vedere invece un corpo maschile. Provò a fermarsi. Non ci riuscì.

L'attimo dopo si ritrovò per terra. Per fortuna lei non era pesante, così il ragazzo comparso dalla nebbia, perse solo leggermente l'equilibrio.

“Stai bene?” le chiese porgendole gentilmente la mano.

Lei però non lo ascoltava. Stava cercando la ragazza. Possibile che fosse scomparsa.

Lo sentì ridacchiare: “Stai cercando qualcuno che sembra essersi dissolto nel nulla, vero?”

Lei lo guardò stupita in faccia per la prima volta. Doveva avere cinque anni più di lei, nonostante il freddo portava solo una semplice maglietta bianca con dei jeans chiari, i capelli erano di un biondo malato, quasi bianchi, gli occhi azzurri parevano divertiti. Avrebbe potuto avere un aspetto gradevole, se non fosse stato per quella: una spettrale cicatrice bianca, che gli correva lungo una guancia dandogli un'aria sinistra, in tono con l'atmosfera misteriosa data dalla nebbia. Si costrinse a tornare a concentrarsi sugli occhi e a rispondere alla domanda: “Si, ma tu come lo sai?”

Sorrise, e la cicatrice si increspò: “C'è una leggenda a Cover Village, secondo la quale, tramite questa nebbia si è in grado di comunicare con i propri morti e con le persone a noi care ormai defunte. Esse vengono qui per ammonirci, o più semplicemente per vedere se stiamo bene” scrollò le spalle “Probabilmente si tratta di un'invenzione dovuta al fatto che una volta la nebbia era mista a dello zolfo che produceva allucinazioni. Ma anche in tempi moderni c'è qualcuno che giura che la nebbia sia davvero un tramite con il regno dei morti”

Hazel ripensò a quanto le era successo: quindi quella ragazza era uno spettro! Tutto ciò spiegava la repentina scomparsa e quegli avvisi senza senso. Ma chi era? Lei non l'aveva mai incontrata in vita. E poi di chi si doveva prendere cura e doveva essere forte per chi?

Tremava per il freddo e la paura. Il ragazzo le si avvicinò poggiandole una mano sulla spalla. Era gelida: “Stai bene?”

“Si si. È … è tutto ok”

“Bene, a proposito, non mi sono ancora presentato. Io sono Luke Castellan”

“Hazel Lavesque”

Lui si batte un paio di volte l'indice sul mento, come per provare a ricordarsi qualcosa: “Hazel, Hazel...” si illuminò “Ma certo, sei la sorellastra di Nico di Angelo!”

“Lo conosci” chiese lei stupita.

Un espressione ferina si dipinse sul volto del giovane, facendo lampeggiare la cicatrice: “Tutti lo conoscono. Del resto, è grazie al sacrificio di lei se...” si bloccò, e la ragazza capì il perché. Nel istante in cui aveva pronunciato quelle parole, qualcosa di simile all'ululato del vento aveva squarciato l'aere. Ma non era il vento, l'aria era immobile.

Il ragazzo continuò nervosamente: “Meglio non parlare di queste cose qui. Ad ogni modo, scusa ma devo andare. Ci si vede” e si dileguò.

Hazel raggiunse in fretta la stazione continuando a pensare a ciò che le era appena successo. Ma tutti quei pensieri le furono levati dalla testa nello stesso istante in cui vide Frank sbracciarsi per attirare la sua attenzione.

“Ma dov'eri finita? È un quarto d'ora che ti aspettiamo. A proposito, Leo ci raggiunge dopo”

Un quarto d'ora? Hazel non capiva. Lei era uscita dieci minuti prima dell'ora fissata e il tragitto doveva durare al massimo cinque minuti. Guardò l'orologio e vide che segnava venti minuti oltre la data dell'appuntamento. Quindi il percorso era durato mezz'ora? Possibile?

“La nebbia mi ha disorientato” cercò di giustificarsi.

“Fa niente” la fermò Frank “Adesso andiamo. Ci aspetta un fantastico pomeriggio”

 

Il pomeriggio, effettivamente, lei lo stava passando bene, ma la sua testa continuava a tornare alla ragazza nella nebbia e al giovane che l'aveva aiutata. Sembrava proprio simpatico, ma quella cicatrice la inquietava.

“Hazel, allora?” le chiese Piper alla sua sinistra.

Lei guardò smarrita l'amica: “Come? Hai detto qualcosa?”

“Lascia stare” sbuffò lei “Ma che ti succede? Da quando sei arrivata sembri distante, inoltre non hai affatto una bella cera”

“Ecco, diciamo che... non mi sento al massimo della forma fisica”

“Allora saresti dovuta rimanere a casa”

“Ma no, mi fa piacere passare il tempo con voi” si costrinse a sorridere.

L'altra scrollò le spalle. Stavano per parlare quando furono interrotti da un urlo: “Ragazzi, ragazzi! Presto guardate!”

I sei, e metà delle persone affianco loro, si voltarono e videro Leo correre verso la loro direzione

“Insomma Leo, che c'è? Ti sei attirato addosso lo sguardo di tutti” lo rimproverò Jason. Ma al castano non sembrava interessare.

“Presto, è il giornale di oggi!” porse il foglio con un espressione indefinibile “Leggete la prima pagina”

Il ragazzo lo fece svogliatamente, ma non appena i suoi occhi caddero sui caratteri cubitali, sbiancò.

“Non è possibile” mormorò passando il pezzo di carta agli altri. Ciascuno di essi assunse un'espressione spaventata, tranne Annabeth.

Quando fu il suo turno Hazel lesse con attenzione:

“PELLE D'OCA E PANICO: TROVATO UN UOMO MORTO AI LIMITI DEL BOSCO! PROBABILE UCCISIONE DA PARTE DI UN'ANIMALE SELVATICO”

La notizia era terribile, ma a lei non pareva degna di una tale attenzione. Lo passò a Piper, la quale, come gli altri assunse un'aria spaventata. Guardò Leo e balbettò: “Ma non è possibile. È... è...”

“Ebbene si” disse il ragazzo. Sul suo volto c'era un'espressione a metà tra il terrorizzato e l'eccitato “È successo di nuovo. È come cinque anni fa”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

Ho deciso di pubblicare oggi! Yeeeeh!

Ad ogni modo sperò che questo capitolo fitto di nebbia e mistero vi sia piaciuto, e spero abbiate apprezzato anche la figura di Luke.

Inquietante come sempre vero?

Inoltre noterete che il mistery si sta facendo prevalere prepotentemente.

A proposito: scusate se le risposte alle ultime recensioni sono state un po prolisse, ma in quei giorni sentivo l'impellente bisogno di sfogarmi (il classico ha un brutto effetto, fidatevi).

Ed ora: cosa è successo cinque anni fa? Perché sembrano tutti spaventati da questa notizia? Ma soprattutto chi era la figura nella nebbia e cos'era l'ululato che ha interrotto Luke?

Lo scoprirete presto, forse.

Bye!!!!!!

   
 
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